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QUINTA SERIE

AVVERTENZA

Il presente volume abbraccia il periodo l o settembre -31 dicembre 1917, una fase delicata della guerra mondiale caratterizzata sul piano politico, militare e diplomatico soprattutto da due eventi: l'aggravarsi della situazione interna russa fino allo scoppio della Rivoluzione con la presa del potere da parte dei Soviet, il crollo del fronte italiano a Caporetto e la formazione del Gabinetto Orlando. Continuano inoltre i contatti e i tentativi di pace mentre si esplica l'azione internazionale dei socialisti e si cerca di organizzare una nuova conferenza interalleata a Parigi. Il 7 dicembre, infine, gli Stati Uniti dichiarano guerra all'Austria-Ungheria.

I documenti pubblicati provengono dai seguenti fondi:

l) Archivio storico del Ministero degli Affari Esteri:

a) Telegrammi di Gabinetto: in arrivo, registro n. 459; telegrammi ordinari: in arrivo, registri 452-453 e in partenza, registro 455. Il registro di telegrammi di gabinetto in partenza 461 (21 giugno-31 dicembre 1917) e il registro di telegrammi di gabinetto in arrivo 458 (19 luglio-14 novembre 1917) mancano; i telegrammi di tali periodi pubblicati sono tratti da copie contenute in altri fondi.

b) Serie politica esaminata nei pacchi riguardanti i singoli paesi e le principali questioni internazionali.

c) Archivi delle Ambasciate a Londra, Parigi e Pietrogrado.

d) Raccolte particolari riguardanti: le conferenze internazionali; il conflitto europeo; la Santa Sede; la Turchia e la questione dell'Asia minore.

e) Archivi speciali: archivio di Gabinetto; Carte del segretario generale De Martino (casella n. 74); Carte personali dell'Ambasciatore a Londra, marchese Imperiali e Diario del medesimo; carte del capo di Gabinetto conte Aldrovandi Marescotti.

2) Archivio centrale dello Stato:

Carte Boselli e Presidenza del Consiglio; Carte Sonnino; Carte Orlando (guerra mondiale) e suo Carteggio.

XI

3) Archivio Sonnino, Montespertoli.

Alcuni documenti erano editi nelle seguenti pubblicazioni:

-L. ALDROVANDI MARESCOTTI, Guerra diplomatica. Ricordi e frammenti di diario, Milano, 1937.

L. CADORNA, Pagine polemiche, Milano, 1951.

F. MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e Santa Sede. Dalla grande guerra alla Conciliazione, Bari, 1966.

S. SoNNINO, Diario, 1916-1922, a cura di P. Pastorelli, Laterza, Bari, 1972.

S. SoNNINO, Carteggio, 1916-1922, a cura di P. Pastorelli, Laterza, Bari, 1975.

M. ToscANO, L'inizio della rivoluzione sovietica visto dall'ambasciata d'Italia a Pietrogrado, in « Nuova Antologia • nn. 2009-2010 maggio, giugno 1968.

Nel licenziare il volume, desidero ringraziare il prof. Pietro Pastorelli per l'amichevole collaborazione prestatami nella consultazione dell'Archivio Sonnino a Montespertoli; la dott. Maria Grazia Melchionni Biserni, che mi ha cortesemente assistito nelle ricerche all'Archivio Centrale dello Stato; il dott. Andrea Visone, la dott. Geraldina Schirinzi, la dott. Angela Polga e la signora Fiorella Giordano per la loro preziosa opera di collazione dei documenti, di preparazione del sommario e della tavola metodica, di correzione delle bozze e di compilazione dell'indice.

ETTORE ANCHIERI


DOCUMENTI
1

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI. E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 1180. Roma, 1 settembre 1917.

Mio telegramma n. 1158 (1).

R. ambasciatore Parigi telegrafa:

• riprodurre Gab. n. 257 da Parigi (2) da • Cambon mi ha detto • sino a • poco ben disposto » •

(Per Londra) Ho dato ~istruzioni al R. ambasciatore in Pietrogrado fa1re urgenti insistenze contro restituzione prigionieri validi e chiedere precise assicurazioni. Prego V. E. adoperarsi per non creare pericolosi precedenti.

(Per Pietrogrado) Prego V. E. fare urgenti inS'lstenze contro siffatto scambio, chiedere precise assicurazioni.

2

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, E AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1457. Roma, 2 settembre 1917, ore 12.

(Meno Parigi) R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue: « Cambon mi ha detto che desiderando ritardare conferenza per dar tempo al Pre~ldente del Consiglio, se egtli accompagnerà S. M. il Re, o a V. E. se verrà con S. M. il Re invece del Presidente del Consiglio, di intervenirvi senza disturbare il viaggio al fronte, è stato combinato con Lloyd George che la conferenza abbia luogo il giorno 15, visto che i'l viaggio reale terminerà il 14. Maggiore ritardo non è possibi1le visto che il 18 ,si riapre la Camera e occuperà Ribot inte11amente •.

Ho telegrafato a Salvago quanto segue:

(Solo Parigi) Telegramma di V. E. n. 259.

(Per tutti) In questo pel1iodo politico dove nemici esterni ed interni si sforzano di profittare a scopo di agitazione delle preoccupazioni delle popo

!azioni per l'avvicinarsi di un'altra invernata di guerra non è possibile né pel presidente del consiglio né pel Ministro degli Esteri restare assenti dal Regno per periodo di 8 gliomi o più. Esoludo quindi possibilità che ministro che accompagni S. M. il Re possa prolungare sua assenza restando 'Buccessivamente Parigi per conferenza politica. Ignoro quali argomenti di urgente attualità possano esservi oggi da discutersi alla Conferenza, onde proporrei rinvio a seconda settimana di ottobre.

Se conferenza non possa rinviarsi parmi R. Governo potrebbe essere rappresentato da V. E.

(l) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 992, pag. 677. (2) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 1008, pag. 684.
3

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. CAB. uu. s. 405. Londra, 2 settembre 1917, ore 21,55 (per. ore 6,40 del 6).

Mio telegramma Gab. 398 (1).

Ad una colazione offerta stamane agl'l ~ammiragli alleati sedevo accanto a Lloyd George. Egli era nervoso, impaziente, quasi irritato per non aver ancora ricevuto da Rodd i noti dati e ragguagli. Tale rita['dO lo poneva in serio imbarazzo per renderlo impreparato alla discussione che sull'argomento doveva nel pomeriggio avere col generale Foch, qui venuto appositamente. Terminata la colazione il primo ministro ha chiamato il generale Foch ed ha avuto con lui una bcr-eve conversazione, nella quale ho funzionato da interpre,te. Dalle risposte del generale francese alle insistenti interrogazioni del primo ministro sulle intenzioni, gli obiettivi ed i desideri del. gernerale Cadorna, ho tratto impressione che Foch favorisca molto l'invio di artiglierie alleate sul nostro fronte. Riferr'isco tutto oiò per debito d'informazione.

In questo momento mi telefonano dal War Office la notizia deUa caduta

del San Gabriele. Per tale nuovo splendido successo delle armi italiane

permettomi ,con profonda patriottica emozione offrire all'amato Sovrano al

R. Governo ed al glorioso nostro generale entusiastici rallegramenti.

4

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 1467. Roma, 3 settembre 1917, ore 22.

(Per Londra) Ho telegrafato al R. ambasciatore a Parigi quanto segue: (Per tutti) Parecchi giornali francesi, prendendo occasione dai recenti successi italiani, esprimono l'opinione che siano inviati sul nostro fronte, che

ha una importanza tutta speciale, potenti mezzi d'azione onde ottenere qui risultati decisivi per la guerra.

Prego V. E. voler far notare a codesto Governo necessità di sopprimere consimili pubblicazioni che espongono H nostro esercito ad una iniziativa ,avversaria di concentrazione di forze, preg'ludizievole anche se di fatto i nostr1 alleati fossero decisi a portarci l'aiuto di cui parlano i giornali.

(Per Londra) Prego V. E. fare consimile comunicazione al Governo britannico, se del caso.

(l) Non pubblicato.

5

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 357. Pietrogrado, 3 settembre 1917.

Dicevo stamane a Terestchenko che dichiarazione fatta solennemente da Kerensky all'assemblea di Mosca circa nota papale mi sembra non costituire già la risposta della Russia a quel documento e che, non essendo da escludere che la S. Sede replicasse alla nota Wilson, V'i sarebbe convenienza a soprassedere ad una risposta da parte degli altri alleati. Ambasciatore d'Inghilterra, sopravvenuto in quel momento, espose al ministro che suo Governo considerava superfluo, dopo la comunicazione verbale da esso fatta wl Vaticano e dopo la nota Wilson, di dare altra risposta alla nota papale e chiedeva se anche Governo provvisorio non sarebbe dello stesso parere. Terestchenko ci ha risposto che avrebbe dovuto consultare il presidente ed ha preso tempo per farci conoscere definitivamente annuncio del Governo provvisorio in proposito. Come già ne riferii a V. E., egli propendeva per una :risposta coUettiva compilata in termini generali oppure per una nota parallela previamente concel'tata tra alleati. Gli ho fatto notare che entrambe queste eventualità sembrano ora destinate a cadere e che il soprassedere alla risposta sembra pure sempre il m'lglior partito (1).

6

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2369/263. Parigi, 3 settembre 1917, ore 21,40 (per. ore 0,30 del 4).

Telegramma di V. E. Gab. 1457 (2).

Essendo impossibile vedere Ribot occupato per crisi ho parlato con Cambon che mi ha fatto vedere analogo telegramma di Barrère. Cambon mi sembrava persuaso ma in questo momento mi fa telefonare che Ribot per per

mettere presidente del conl'iglio intervento conferenza senza protrarre la sua assenza da Italia vorrebbe fissare conferenza al 14. Siccome conferenza durerà poco, assenza dall'Italia del presidente del ,consiglio o di V. E. non sarà che di 5 o 6 giorni fra visita fronte al seguito di Sua Maestà e conferenza. Credo R'lbot non voglia ritardare conferenza per considerazioni parlamentari perché da molti si crede che anche se egli riesce a combinare ora 11impasto ministeriale crisi avverrà subito dopo prime sedute Camera.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1478 del 5 settembre. (2) -Cfr. n. 2, pag. l.
7

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1769/199. Atene, 3 settembre 1917.

Le discussioni alla Camera intorno a cui ho riferito all'E. V. con i miei rapporti n. 183 (l) e n. 190 (2) hanno continuato in questi ultimi giorni circa nello stesso tono. Grandi discorsi, esaltati dai partigiani del Governo con frasi iperboliche alla dignità di discorsi storici, sono stati pronunziati dal Venizelos, dal Repoulis, dal Politis. Sempre la stessa canzone. Tradimento, non è ben spiegato contro chi, dei gabinetti neutralisti, accordi segreti ,con la Germania per 1a cessione della Macedonia orientale, favoreggiamenti d'ogni :sorta agli imperi centrali, cormspondenze segrete ecc. ecc. A lato di tutto ciò esaltazione fanatica della divisata azione di Venizelos la quale, a sentir lui ed i suoi fedeli, se non fosse stata violentemente, e prodiftoriamente allo stesso tempo, interrotta, avrebbe prodotto risultati mirabolanti, come quello della conquista di Costantinopoli con l'opera di una sola divisione greca. e da ciò, come naturale conseguenza, la fine immediata di quella guerra euro'Pea ,che <invece, mancato l'intervento greco, si trascina e si trascinerà penosamente ancora molto tempo, incapace di trovare una adeguata risoluzione!

Sembra che il Rhallys, membro come V. E. ben sa, del tanto attaccato gabinetto Skouloud'ls, abbia vigorosamente replicato alle fiere ac,cuse di tradimento e di illegalità portate contro quel gabinetto dai venizeUisti. Sta di :llatto che in una seduta egli parlò per circa quattro ore, e che nella seduta di ieri egli ebbe un violento battibecco con Venizelos cui non si peritò di lanciare la violenta ingliuria di mancanza di serietà e di dire cose indegne del suo alto rango. Ma la spietata censura esercitata dalla legge marziale che pesa come cappa d'i piombo sopra ogni manifestazione di libero pensiero politico in Grecia, ha impedito che i giornali pubblicassero un resoconto ragionevole dehle parole del Rhallys; ed un giornale tra il serio ed il faceto si limita a d'1re che il signor Rhallys parlò con voce talmente indistinta da potersi asserire che egli non aveva parlato che per se stesso. Come poi ne informai per telegrafo V. E. non mancò un nuovo intervento del famigerato

Gyparis a rar tacere un deputato di opposizione che si era fatto alquanto troppo ardito, con relative proteste di Venize1os su questa nuova violaz,ione dehle libertà costituzlionali.

Tutte queste paro,le di cui dubito che V. E. troverà la pazienza e l'interesse voluto per percorrere più che una piccola parte, si sono però risolte ne11'1intento pratico cu'i mirano i venizelistd, 'Che è q_ueno di tradurre davanti un'alta corte di giustizia i membri dei passati gabinetti. Nei giornali che qui uni,to ho l'onore di accludere, V. E. troverà indicati i singo,larii motivi pei quali si intende di addivenire ,a questo atto inaudito di volere mettere ,sotto accusa dei ministri perché hanno seguito una l:lnea di poEtica che non piace ai successori. Ormai ritengo che nulla arresterà più Venizelos sulla china fatale. Del resto dai miei recenti telegrammi V. E. avrà potuto dedurre che le pec:-secuzioni politiche non si restringono al campo parlamentare. Una cinquantina di ufficiali si trovano da oltre due mesi in carcere, e nessuno ha ancora degnato dir loro sotto qualle imputaz,ione essi siano stati imprigionati. Altri centocinquanta circa sono stati inviati a domicilio coatto a Mllos. Sembra che numerose liste di proscl"'izione si stiano ora redigendo, e che non meno di duemila dvHi con le ,loro famiglie saranno egualmente inviati in lontane provincie o isole del regno. Tutto ciò senza forma alcuna di giudizio, senza accuse e imputazioni precise, in una parola senza nessuna di que,11e garanzie che in uno stato liberale dovrebbero pure proteggere l'individuo ,anche sotto !''impero della legge marzliale.

Accanto a tutto ciò che vediamo coi nostri occhi e udiamo con le nostre orecchie, ci giungono voci unanimi dalla provincia che il partito costantiniano domina ancora dovunque, ,che l'odio contro i venize1isti ing,igantisce, che !I"egna dovunque il sospetto ed i1l terro,re. Esagerazioni vi sono certo in queste notizie come in tutto quello che si dice e si fa in Grecia; ma è ben difficile il supporre che il rancore ed hl malumore non regnino da sovrani quando si considera che il partito venizelista, ritornato al potere, non ha usato di nessuno di quei mezzi concilianti e paC'ificatori che dall'asserito genio politico di Venizelos, dal suo cosidetto spirito moderato ed equilibrato, avremmo avuto dimitto di attenderci.

Del Re Alessandro e della sua attitudine e dei suoi discorsi poco o nulla trapela. Dopo tanto chiaccherare a torto e a traverso che per mesi e mesi si è fatto del povero Re Costantino, sembra che q_ui si stia applicando il precetto • nihH de principe parum de Deo •. Però d'ora in ora trapela pur qualche ,cosa: si sussurra che il Re sia giunto all'estremo limite della pazienza dav;anti alla prepotenza di Venizelo1s che non ~. a quanto pare, nemmeno conservare le forme elementari della cortesia: si va attribuendo al Re Alessandro l'intenzione di fare un appello ,alle Potenze esponendo loro la sua situazione intollerabile: si giunge fino ad asserire che l'abdicaz,ione di Sua Maestà sia imminente.

Ciò che a noi maggiormente interessa in tutto ciò, e che abbiamo diritto di trovare sorprendente, si è l'apatia assoluta della Franeia in pre,senza di tante prepotenze e di tanti abusi. Se, come non è ormai più lecito di dubitarne, la Francia ha fatto tutto quel che ha fatto nelil'intento di procurarsi nella Grecia una nuova alleata, non si comprende come essa tolleri deti procedimenti che altro risultato non ,possono avere se non di distruggere completamente la poca forza morale e di coesione che ancol!"a aveva potuto sussistere in questo disgraziato paese. Del resto visto il fabbisogno enorme per mettere su piede di guerra la Grecia, vista 'la scarsità di mezzi onde sembra disporre la Franc:~a. vista soprattutto la nessuna buona volontà dei greci di contvibuire al p>:.-oprio armamento nei limiti almeno dei loro mezzi i quali, dopo gli scandalosi guadagni fatti nel lungo periodo di neutralità, non sono poi tanto scarsi, è da ritenersi che l'auspkato evento dell'effettiva entrata in campagna della Grecia ritarderà ancora non poco. Nel frattempo sotto gli occhi, o chiusi o distratti o indulgenti, delle Potenze Protettrici, continuerà senza dubbio questo marasma politico e la Grecia continuerà a sguazzare nel fango delle persecuzioni politiche, delle vendette personali, dell'illegalità e dell'arbitrio in tal misura che quanto vedemmo sotto i passati governi, e che già era apparso abbastanza scandaloso, dovrà da noi considerarsi essere stato nulla al paragone.

(l) -Cfr. serie V, vol. VIII, n. 838, pag. 578. (2) -Non pubblicato.
8

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO BOSELLI E AI MINISTRI, DELL'INTERNO, ORLANDO, DELLA GUERRA, GIARDINO, DELLA MARINA, DEL BONO, DELLE ARMI E MUNIZIONI, DALLOLIO, E SENZA PORTAFOGLIO, COMANDINI

T. GAB. R. 167. Roma, 4 settembre 19:17, ore 9.

Il signor Edvard Benes Segretario Generale del Consiglio Nazionale dei paesi ,czechi, che ho veduto oggi, mi ha chiesto i:l consenso del R. Governo di arruolare i prigionieri di nazionalità ,czeca che si trovano in Italia per inviarli in Francia a far parte del corpo separato czeco di cui ha ottenuto la 'costituzione in Francia.

Ho risposto al s-ignor Bene§ che la questione era già stata sollevata altre volte e che ad essa mi ero recisamente d:lchiarato contrario, come lo ero tuttora, sia perché ciò non era conforme alle norme del diritto internazionaile, sia perché ci saremmo esposti a gravi rappresaglie da parte dell'AustriaUngheria a danno dei soldati italiani che cadessero in suo potere. Il caso della Francia era diverso non ,avendo essa prigionieri austro-ungarici né prigionieri propri in mano all'Austrla-Ungheria: così quello della Russ:la poiché i1l trattamento reciproco dei prigionievi era già talmente cattivo che non poteva peggiorare. Non avrei invece avuto difficoltà, salvo il consenso delle autorità militari, a che gli czechi fatti prigionieri dai nostri, fossero trattati in una maniera diversa dagli altri prigionieri di guerra. Si sarebbe anche potuto costituirli in urri,tà speciali e adibirli, ma soltanto fuori della linea di combattimento itala-austriaca, a speciali servizi.

Questa questione doveva essere studiata e risolta praticamente dalle competenti autorità militari, dalle quali occorreva ottenere un preventivo benestare. Rispondendo poi ad altra domanda del m:lo interlocutore annuii, per quel che mi riguardava, salva la decisione del Ministero dell'Interno competente

in materia, ad esaminare benevolmente le richieste che mi fo·ssero fatte a favore di internati civili czechi, senza consentire un trattamento speciale a tutti 'indistintamente gli internati di questa nazionalità, non ero alieno dall'esaminare partitamente i singoli casi degli individui che mi venissero specialmente indicati con precise garanzie del Comitato nazonale czeco.

Avendomi infine accennato il Signor Benes che in Francia si riconosce al Comitato nazionale czeco uno speciale carattere, quasi di Governo, ed avendomi chiesto se avessi avuto diffh~oltà a riconoscere qualche suo rappresentante in Italia, ho risposto che non avrei avuto per quanto mi riguardava, speciali difficoltà ad ammettere che qualche :rapprese.nt"<lnte di tale Comitato trattasse in Italia con le autorità •Competenti le singole questioni di cui sopra.

Analoga comunicazione ho fatto al Presidente del Congiglio, al Ministro della Guerra, al Mini,stro dell'Interno ed a S. E. l'on. Comandini, nonché a S. E. il Ministro della Marina e a S. E. il Ministro delle Munizioni.

9

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3862/964. Londra, 4 settembre 1917.

In 11isposta al telegramma n. 1104 delli 18 Agosto scmso, (l) ho l'onore di qui unito far pervenire alla E. V. cop~ di una nota speditami dail Foreign Office in riferimento alla mia indirizzatagli dietro il telegramma suddetto relativamente alle relazioni finanziarie fra la Svizzero e la Germania e l'attitudine in proposito della Inghilterra.

ALLEGATO.

DE BUNSEN A IMPERIALI

N. 167813/X/1143. Londra, settembre 1917.

I have the honour to acknowledge the receipt of Your Excellency's memorandum, 3678 of the 21st ultimo, as to the step recently taken by His Majesty's Minister at Berne in intimating to the Swiss banks that participation in financial operations for the benefit of the enemy might entail the withdrawal of facilities in allied countries.

2. In reply I have the honour to inform Your Excellency that this warning was not intended by His Majesty's Government to be retroactive or to refer to any loans previously arranged under an agreement between the Swiss and Geil'man Governments. His Majesty's Ministeil' at Beil'ne has been authorised so to inform the Swiss Government and banks, provided that suitable arrangements can be made to raise a loan in Switzedand on Bil'itish account.

(l) Cfr. serie V, vol. VIII, n. 893, pag. 614.

10

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. 1196. Roma, 5 settembre 191 7, ore 15.

R. ambasciatore a Washington telegrafa giornali locali pubbLicano telegramma da Pechino 29 agosto nel quale si dice S. V. aver chiesto trasferimento concessione Tientstn dall'Austria-Ungheria all'Italia, impiego di italiani in sostituzione tedeschi nella amministrazione del sale ed un'indennità per le perdite sofferte dagli italiani bombardamento 12 luglio. Telegramma aggiunge che stampa ,cinese si mostra indignata per dò che qualifica tentativo Italia acquistare nuovi territori e giornali americani a noi avversari sfruttano notizia per Tibadire concetto imperialismo italiano.

Cellere chiede qualche indicazione per stabilire esattezza fatti e intenz,ioni. Pregola telegrafarmi chiarimenti.

11

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AI MINISTRI, AD ATENE, DE BOSDARI, E PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 1476. Roma, 5 settembre 1917, ore 20.

(Solo Corfù) Telegramma di V. S. n. 114. (Meno Corfù) R. ministro a Corfù telegrafa quanto segue: • Gab. 114. lVIi consta Generale Baumann è stato informato che con un reggimento greco composto di 200 uomini giungerà qui Tenente Generale ellenico che assumerà titolo di Governatore Militare. Baumann ha ricevuto istruzioni non partire che quando costui sarà giunto quantunque già sia designato il colonnello che succederà Baumann nel Comando francese.

E' evidente che nè lVIarro nè i serbi e neppure il colonnello francese potranno accettare istruzioni dal greco il cui titolo non avrebbe che un vago valore interno.

Non v'è dubbio tuttavia che nella pratica esso può costituire un pdmo passo ad ,immistioni che finirebbero per diminuire sicurezza degli Alleati a Corfù e delle squadre nel canale.

Dal punto di vista politico poi e se regio Governo non è stato informato di quanto precede apparirebbe che il Governo greco ha creduto intendersi solo con la Francia e probabilmente basandosi sui risultati della conferenza di Parigi per delle innovazioni Corfù che alla Conferenza si riconobbe sede di base militare così italiana come francese •.

(Meno Atene) Nel comunicare a Bosdari telegramma suddetto ho aggiunto:

Prego V. S. parlare francamente a Venizelos in rapporto a quanto precede dichiarandogli che nell'interesse delle nostre buone relazioni è indispensabile non creare cause di difficoltà e di attriti, come potrebbe essere questo suo proposito di mandare un ufficiale superiore al nostro a Corfù.

12

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1481. Roma, 5 settembre 1917, ore 20.

Giers mi comunicava un telegramma di Terestchenko a Washington in cui dichiara di concordare pienamente con Wilson nella sua risposta ,alla nota papale, e nelle sue affermazioni sugli scopi della guerra. Terestchenko si propone di fare una dichiarazione in questo 'senso.

Giers non sapeva dirmi se questa dichiarazione prenderebbe i!l posto di una vera risposta alla nota papale. A ogni modo, ho osservato [o, essa ritarderebbe una tale risposta, facendone per ora le veci; e di ciò non vedevo ragione di dolersi in alcun modo (1).

13

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BERNA, PAULUCCI, E AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 1477. Roma, 5 settembre 1917, ore 21.

Giers mi riferiva aver ricevuto notizia che due italiani 'ffi erano recati in !svizzera per trattare coi serbi o coi jugoslavi, e che si riteneva avessero un'apposta missione dal R. Governo, tanto più che uno di essi era un nostro diplomatico.

Ho risposto di non saperne nulla -che escludevo qualunque missione del genere per parte del Governo.

(l) Ed. in S. SoNNINO, Diario, vol. III, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza, 1972, pp. 188-189.

14

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2392/407. Londra, 5 settembre 1917, ore 21,47 (per. ore 13,20 del 6).

Da informazioni mie private traggo impressione che Governo russo si prepari a ritornare sulla questione della revisione degli accovdi ,con gli alleati, ed abbi1a in mente di proporre nel prossimo ottobre la riunione di una conferenza a 'tale scopo. La conferenza avrebbe carattere privato nel senso che non si darebbe pubblicità preliminare agli importanti argomenti da discutere. Se queste informazioni risultassero esatte, sarebbe a mio subordinato parere sommamente desiderabile che Italia, Francia ed Ingh:hlterra si presentassero ana detta conferenza con un programma preciso previ,amente e definitivamente concordato tra loro. Diversamente si potrebbe andare incontro

o ad un dissenso insanabile con la Russia ehe ne trarrebbe forse pretesto per concludere una pace separata, ovvero a discordanze se11ie e frizioni acute fra i tre alleati occidentali. Conoscendo bene Kiihlmann non mi piace dissimulare tutto il profitto che egli provvederebbe a trarre nell'una o nell'altra alternativa. Su quesrt:o argomento che ne~la preoccupante situazione presente creata dal semicollasso della Russia mi appare di primaria importanza, mi riservo intrattenere verbalmente V. E. alla mia prossima venuta a Roma.

15

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER CORRIERE 633. Berna, 5 settembre 1917 (per. l' 8).

Il signor Ador mi ha confermato oggi non avere la Svezia ancora rlvoHo alcun invito alla Svizzera per la nota conferenza dei neu1mi ed essere quindi fantastica la notizia data dalla stampa dell'accettazione da parte del Governo federale. Anche mio collega Francia fece comprendere Consigl'lo federale che Intesa non potrebbe vedere di buon o,cchio tale riunione. Sembra che ministro elvetico a Berlino, che è pure accreditato a Stoccolma, si recherà passare un paio di mesi in questa sua seconda sede per studiare problema e riferirne suo Governo.

lO

16

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 359. Pietrogrado, 5 settembre 1917 (per. il 10).

2 settembre (1).

Commentando risposta Wilson alla nota papale, Dien socialista dice che essa prestasi a dubbie interpretazioni. Riconosce egli necessità rivoluzione in Germania oppure bastagli avvento parlamentarismo invocato dalla mozione del Reichstag? In ogni caso linguaggio di Wilson non è intransigente ed in Germania si leggerà con p'i.acere che e.gli è contrario a leghe economiche antigermaniche dopo guerra.

Russia rinnovata dimostra che Wi,l!Son non ammetterebbe pace a spese della Russia.

Dielo Naroda, socialista rivoluzionario, dice non essere chiaro nella risposta come dovrebbe realizzare Germania condizioni volute da Wilson per garantire durevole pace, ma si compi,ace che presidente si pronunci alla fine per una pace contrattuale ossia giusta formula del Reichstag, pace per via di intese.

Wolia Naroda, socialista rivoluzionario, dice che Wilson ha posto in luce carattere reazionario della nota papale ed ha in sostanza ch1amato il proletariato germanico sulla VJia della lotta democratica in favore pace.

Novaia Gisni, massimalista, motteggia buone intenzioni di Wi,lson al quale contesta competenza parlare a nome Russia rivoluzionaria.

17

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1485. Roma, 6 settembre 1917, ore 20.

Ho comunicato a Bar,rère la notizia avuta da Rodd che Terestchenko proponeva che si tenesse ai primi di ottobre una conferenza ,tra alleati, alla quale egli sperava di poter intervenire. Ho vilevato che ciò poteva pure consigl!iar l'accettazione del rinvio da me già proposto della Conferenza di Parigi dalla metà di settembre all'ottobre (n>io telegramma Gab. n. 1457) (2)

e che per parte mia ero prontissimo ad accettare che si fissasse la prima settimana di ottobre anziché la seconda, da me già suggerita soltanto in considerazione del più facille esaurimento delle sedute della Camera francese adunantesi il 18 settembre. La pllima settimana di ottobre mi converrebbe assai più perché renderebbe possibile il ritorno a Roma alcuni giorni prima della riunione del nostro Parlamento (1).

(l) -In questo e nei successivi casi analoghi, la data nel testo è quella di redazione del telegramma che viene inserito, invece, sotto la d?~a di spedizione. (2) -Cfr. n. 2, pag. l.
18

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 11975. Roma, 7 settembre 1917, ore 13.

• -Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Parigi quanto segue: S. -M. H Re mi telegrafa quanto segue: Mattioli Pasqualini mi ha comunicato il telegramma de1l Ministro a Le Havre ed io ringrazio molto Lei di averne fatto dare notizia. Sta naturalmente bene per la visita al Re dei Belgi ma la pregherei di tirare bene in chiaro se questa vdsita è compresa in uno dei trei giorni consaputi cioè 12, 13 e 14. Le sarei anche grato di assodare come stanno le cose per la visita al fronte inglese, per la quale io non ho ancora ricevuto alcun 'invito. Facc•lo questo rilievo come feci nel principio, esclusivamente perchè non si deve ve11ificare ailcun malinteso nè ince,rtezza durante il mio viaggio. E' ben naturale che le cose abbiano ad essere ben chiarite anche col Governo francese: e di questo le faccio viva raccomandazione. Per ovvie considerazioni di ordine generale e per considerazioni relative alla nostra situazione miUtare non mi pare opportuno prolungare la mia assenza dall'Italia per tempo oltre i tre giorni 12, 13 e 14. Quindi non sotltanto la visita al Re dei belgi ma anche la eventuale visita a11 fronte ingle~se dovrebbero verificarsi ,in quei tre giorni. In questo stato di cose le sarò molto tenuto se Ella provvederà perchè il treno pel mio ritorno in Italia s'la fissato, d',intesa con le autol'ità francesi, quanto prima mediante partenza dalla Francia :H 14 sera con viaggio diretto sino ad Udine dove, secondo mi è stato già annunziato, mi attenderà il Ministro deUa Guerra inglese. Questa ultima circostanza potrebbe bene concorrere anche a fare cadere ogni progetto di visita a1l fronte inglese, dove non credo che il Re Giorgio si trovi •.

Ho risposto a S. M. che comunicavo in proposito con V. E. ma che data la ristrettezza di tempo ritenevo impossibile la visita al fronte inglese per la quale non esisteva a mia conoscenza alcuna predisposiZJione. Per la visita al fronte belga prego V. E., dopo sentito codesto Governo, di mettersi in relazione diretta con Carignani e telegrafarmi.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p, 189

19

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1493. Roma, 7 settembre 1917, ore 20.

Giers mi comunicava che Terestchenko esclude nel modo più assoluto che il Govevno provv:iso,rio abbia a ·concordare ·CO'i nemki alcunchè che possa comunque contribuire ad aumentare il numero dei combattenti contro gli Alleati sui vari fronti. A Stoccolma alla conferenza delle Croci Rosse fu proposto dagl'Imperi Centrali il cambio dei priwionieri validi, ma il Governo russo lo rifiutò. Rifiutò pure con isdegno la proposta che uno ,scambio avvenisse per v:ia di terra nei pressi di M1nsk 'essendo ta:le proposta mossa ·evidentemente dal desiderio dei nemici di rendersi conto delle condizioni dell'esercito russo nei pressi di quella fronte (1).

20

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2408/266. Parigi, 7 settembre 1917, ore 20,05 (per. ore 22).

Telegramma di V. E. n. 979 (2).

Conversando con Margede ho capito che Barrère ha comunicato qui quanto V. E. gli aveva detto. Pare che Ribot non abbia ancora deciso al riguardo. Margerie mi diceva avere impressione che Ribot ,abbia premura d'incontrarsi con V. E. e Lloyd George non per dec'isioni da prendere ma per avere uno scambio di idee circa l'attitudine verso la Russia le cui condizioni mi pare impressionino seriamente questo Governo.

21

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2406/413. Londra, 7 settembre 1917, ore 21,53 (per. ore 4,35 dell' 8).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1485 (3).

Hardinge, che andai oggi a salutare, mi diceva che i russi stanno sempre a proporre conferenze diplomatiche mentre farebbero assai meglio a combattere.

Qui, ha soggiunto, si comincia ad averne abbastanza di spedire, a costo di tanti sacrifici, cannoni, fucil'l, munizioni ecc., destinati soltanto ad ingrossare il bottino dei tedeschi, i quali hanno potuto prendere Riga con sole sette divisioni. A titolo di confidenza strettamente personale, Hardinge mi ha detto che qui si starebbe ora esaminando -convenienza che alleati rivolgano qualche comunicazione al Governo rrusso allo scopo di fargli bene intendere che è tempo di far segu·ire gli atti alle parole, e di dimostrare tangibilmente serietà ripetuti propositi di continuare la guerra, sanzionando una buona volta il programma di Korniloff.

Hardinge ha convenuto meco che simile eventuale intimazione per i pericoli che potrebbe presentarce merita previa accurata ponderazione e comunque, ha concluso, si tratta per il momento soltanto di idee vaghe non ancora bene vagliate, di cui m·i metteva a parte per semplice informazione confidenziale e personale.

Dal canto suo Cambon mi diceva stamane sembrargli ancora problematico viaggio di Terestchenko, nessuno potendo oggi prevedere se fra un mese, attuale Governo russo sarà ancor~:-a al potere.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 189-190.

(2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 17, pag. 11.
22

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3328/404. Washington, ... settembre 1917 (per. ore 19 dell' 8).

5 settembre. Telegrammi di V. E. nn. 11671, 11724 e 11784 (1).

Ringrazio la E. V. per le indicazioni fornitemi, dalle quali prenderò norma di linguaggio. Debbo d'altra parte confermare a V. E. che nei concetti di questo Gove:cno la costHuzione del comitato europeo e perciò le sue modalità sono da convenirsi in Europa, fra i Governi interessati.

Che il Governo degli Stati Uniti poi faccia assegnamento sul detto comitato, ne desideri affrettata la creazione e intenda subordinare al suo funzionamento le ulteriori prestazioni agli Alleati, è dimostrato viemmeglio dall'accogù.ienza testè fatta ad una domanda di danaro per fini mHitari (mobilitazione dell'esercito, per le opecazioni contro gli Imperi Centrali) inoltrata qui da Venizelos pel tramite legazione degli Stati Uniti in Atene ed appoggiata indirettamente, a quanto mi l'isulta, da dichiarazioni dei Governi francese e inglese, circa la presente situazione politica della Grecia. E' stato telegrafato al ministro degli Stati Uniti in Atene di informare Venizelos che sta ad O'rganizzarsi in Europa un comitato interalleato composto dai rappcesentanti di Inghilterra, Italia, Francia, Russia, col concorso, da potersi stabilire più innanzi, dei rappresentanti delle nazioni minori; che detto comitato dovrà provvedere ad uno studio coordinato delle necessità mmtari di tutti gli Alleati e trasmetterne il fabbisogno concordato al Governo degli

Stati Uniti, indicando .le pr~orità rispetto al piazzamento di ordine e alla caricazione dei materiali e fornendo possibili informazioni circa i mezzi di trasporto disponibili; che la sede del ·comitato non ancora decisa ma sarà Londra o Parigi; che pertanto questo Governo invita Governo greco porsi in relazione con i Goverrri alleati per sapere a qual punto si trovi la formazione del comitato stesso.

Contemporaneamente Dipartimento di Stato ha invitato gli ambasciato'fi a Roma, Londra, Parigi e Pietrogrado di rappresentare ai rispettivi Governi che la domanda greca ·illustra all'evidenza •l'importanza di uno studio coordinato dei problemi della guerra affinchè possa farsi l'uso migliore dei fondi limitati di cui dispone seg1retario del Tesoro per agevolare proseguimento guerra; e manifestare ai Goverrri medesimi speranza che procedano nomine al più presto rispettivi membri del comitato.

Della domanda greca Governo Stati Uniti si fa dunque un'arma rimandandone eventuale accoglimento alle deliberazioni di un com'itato del quale esso affretta in tal guisa organizzazione.

In questo senso va inteso il passo da farsi, se non già fatto, da Page verso V. E.

Ho riprodotto d'altJra parte quasi testualmente le parole del telegramma (del quale ho avuto visione) al ministro Stati Uniti in Atene perchè esse confermano le modificazioni del pensiero di questo Governo circa le attribuzioni del comitato. Vi è omessa infatti la produzione dei bisogni finanz·iari, vi rimane subordinata al possibile la produzione dei mezzi di trasporto e vi si mostra disinteresse circa sede di Londm o Parigi. Quanto alla rappresentanza degli Stati Uniti nel comitato resiste tuttora Wilson.

Un passo collettivo potrebbe riuscire forse efficace tanto più se accompagnato dall'annunzio dell'accordo raggiunto fra gli Alleati.

(l) Non pubblicati.

23

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, E AI MINISTRI DELLA GUERRA, GIARDINO, E DELL'INTERNO, ORLANDO

T. 12288. Roma, 8 settembre 1917, ore 23.

Questa Ambasciata di Francia mi ha rimesso una nota verbale così concepita:

• Dacchè un Decreto del mese di giugno di quest'anno ha TegoJ.ato l'organizzazione in Francia d'un corpo polacco destinato a combattere sul fronte occidentale, un certo numero di domande d'ammissione in questo corpo sono pervenute all'Ambasciata di Franc'ia da parte di sudditi di paesi nemici dicentisi di nazionalità polacca internati 'in Italia quali • disertori politici • o • prigionieri civili •.

Prima di dare qualsiasi seguito a queste domande l'Ambasciata di Francia sarebbe grata al Ministero degli Affari Esteri di volel'lle far sapere se il Governo Reale sarebbe eventualmente d1sposto a permette·re l'arruolamento in questo corpo in formazione dei polacchi internati nel territorio italiano ed a proposito dei quali la missione franco-polacca incaricata a Parigi dell'esame del!le domande di questo genere potesse stabilire informazioni che oflìrano ogni garanzia possibile •.

Ho risposto al Signor Barrère che per ciò che concerneva tanto gl'.internati come i prigionieri di nazionalità polacca fatti dai nostri ero contrario a che essi fossero costituiti in un corpo speciale destinato a combattere contro i nostrri nemici e ciò per le stesse 1ragioni per le quali ero stato e sono contrario alla costituzione di un corpo analogo costituito da individui di nazionalità czeca. Non sarei invece contrario a che essi fossero trattati in modo diverso degli internati e prigionieri comuni ed adibiti a spedali lavori, sempre lontano dal fronte, così come ho proposto di fare per gli czechi (mio telegramma del 30 agosto n. 11822) (l) se le competenti autorità non vi ravvisano obiezioni e a fare eccezioni ai casi singoli che mi veni1ssero specialmente segnalati.

Prego V. E. farmi conoscere il suo pensiero con cortese sollecitudine. Analoga comunicazione è diretta alla Presidenza del Consi,glio, al Ministero della Guerra, al Ministero dell'Interno.

24

IL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO, ALLA COMMISSIONE PRIGIONIERI DI GUERRA (2)

T. 10509 G. Roma, 8 settembre 1917.

Il Comando Supremo interp€'llato col telegramma 10383 del 31 Agosto u.s. di questo Ministero -trasmesso in comunicazione anche a codesta Commissione -ha qui nuovamente confermato il parere favorevole alla formazione ·in Italia dei reparti czeco-slovacchi a condizione che non debbano assolutamente essere impiegati in combattimento.

Codesta Commissione vorrà quindi dar corso ai provvedimenti che ha

già studi1ati, completare quelli ancora .allo studio e addivenire alla costitu

zione dei reparti.

Peraltro tenuto conto, come giustamente rappresenta codesta Commissio

ne, del numero ingente dei prigionieri czeco-slovacchi (circa 15.000) e del

danno non trascurabile che ne deriverebbe ai lavori -specialmente agri

coU -per il loro allontanamento, ed anche della convenienza di avere

qualche elemento di esperienza nel funzionamento dei reparti stessi, questo Ministero determina che la iloro costituzione avvenga gradualmente e per ora vi sia imP'legato un primo nucleo di circa un miglia,io di Czeco-Slovacchi.

A mano a mano che saranno utilizzabili prigionieri di nuova cattura o che diminuiscano le necessità agricole si procederà all'ultedore costituzione di reparti in base anche all'esperienza dei primi costituiti.

In merito agli studi accennati e alla successiva loro applicazione per la costituzione dei reparti, pregasi voler informare questo Ministero, quello degli Affari Esteri e il Comando Supremo.

(l) -Cfr. serie V, VIII, n. 1002, pag. 681. (2) -Il telegramma venne inviato per conoscenza anche al Ministero degli Esteri e al Comando Supremo.
25

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER CORRIERE 2435/59. Berna, 8 settembre 1917 (per. il 10).

E' giunto da pochi giorni in Svizzera uno dei caP'l del partito democratico ungherese. Questo influente deputato, la cui venuta fu pure favoreggiata dal Karolyi, cerca di abboccarsi con personalità dell'Intesa per esporre il programma ed i • desiderata • del popolo magiaro. Egli afferma che l'immensa maggioranza del suoi compatriotti rinnegando !',aristocrazia feudale e prevedendo i danni che da un sopravvento tedesco, causato dalla vittoria della Germania, ne verrebbe all'elemento magiaro, fa voti segreti pel nostro trionfo. Il deputato ha ripetuto al mio informatore (suo amico da lunga data) che l'Ungheria potrebbe seriamente, ove fosse da noi :aiutata con uomini e con denaro, tentare una rivoluzione, la quale, colla defezione di buona parte delle truppe regolari magi,are, disturberebbe gravemente i piani degili Imperi Centrali nella Penisola Balcanica. L'Ungheria è certa che il suo aiuto sarebbe pagato generosamente dall'lntesa che le dovrebbe accordare, per esempio, lo sbocco di Fiume e qualche isola adiacente.

Sviluppando il programma del partito e ciò che si era studi,ato neille ultime riunioni a Budapest per una soluzione del problema adrlattco, il deputato disse che alla Serbia si asse,gnerebbe la Bosnia con finestra sul mare attraverso la Dalmazia, la quale però sarebbe italiana. La Croazia indipendente avrebbe Porto Re e qualche isola del Quarnero come • entrepòt •. Accennò pure all'Austria che, perdendo T:deste ed 'il litorale diverrebbe 11no stato confederato della Germania ,cattolica del sud, che, aUeato alla Bavie,ra, sarebbe di contrappeso alla Prussia.

Per quanto la missione di questo deputato ed il programma ~che egli espone abbiano a prima vista qualche cosa di quasi inverosimile, dopo quanto si è detto e si è ripetuto sullo spirito politico magiaro, credo mio debito di 1nformare V. E. d'i quanto precede, pregandola, pel caso in cui questo uomo politico desiderasse vedermi, di darmi le istruzioni che Ella crederà opportune (1).

26

IL COMITATO ESECUTIVO DELL'ORGANIZZAZIONE CENTRALE PER UNA PACE DUREVOLE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L'Aja, 8 settembre 1917.

Le Com:ité Exécutif de « L'Organisation Centrale pour une paix durable • se permet d'informer V. E. qu'il a décidé de convoquer une réunion de ses neuf Commissions Internatiomules d'Etude pour le 15 octobre prochain à Berne. Après cette réunion le Comité compte tenir un congrès international d'études pour la création d'une société des nations. Ce congrès aura également lieu à Berne.

Tout en priant V. E. de bien vouloir prendre note des détaHs relatifs à ces projets, exposés dans le document ci-joint, le Comité Exécutif prend la liberté de faire appel au bienveillant concours de V. E. pour la 1réalisation de ces réunions seientifiques, en la sollic"itant de délivrer des passeports pour Berne aux Italiens qui seront invités aux réunions.

Le Comité Exécutif sera infìniment reconnaissant au Gouvernement italien de prendre une décision favorable dans cette circonstance et de la lui faire connaitre dans un bref délai.

En attendant il saisit l'occasion pour prier V. E. d'agréer, avec ses remerciments anticipés, l'expression de sa parfaite considération (2).

27

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1500. Roma, 9 settembre 1917, ore 18.

Giungemi notizia che il Times ed altri giornali New York pubblicarono informazioni provenienti codesta ambasciata circa conferenza militare da tenersi Parigi per discutere questione concentrazione forze sul nostro fronte.

Si aggiunge che Stati Maggiori inglese e francese sarebbero stati convertiti punto di vista Stato Maggiore italiano, e che Italia garantirebbe presa Trieste e vittoria sull'Austria purché riceva ampii approvigionamenti munizioni, carbone, tonnellaggio dagli Stati Uniti.

Prego V.E. telegrafarmi chiarimenti in merito quanto precede ed influire perché codesta stampa non faccia consimHi pubblicazioni che possono recarci incalcolabille danno provocando concentrazioni forze nemiche nostro fronte.

(l) -Ed. in S. SONNINO, Carteggio, vol. II, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza, 1975, pp. 286-287. (2) -Annotazione marginale: • Chiedere informazioni a Berna e Aja 22-9-1917 •.
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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2422/319. Atene, 9 settembre 1917, (per. ore 13,20 ore 20,45).

Telegramma di V.E. Gab. tomi direttamente. n. 1476 (l) e t ele gramma Sforza comunica

Essendo Venizelos assente da parecchi giorni né dovendo per alcuni aHri giorni tornare, gli ho scritto ad Ipati dove si trova esponendogli il modo di vedere di V.E. circa la nmnina di un tenente generale greco a Col!"fù e chiedendogli di considerare se per non creare attriti e difficoltà non sarebbe stato consigliabile il nominare invece un ufficia1le di grado meno elevato. Non ho avuto ancora risposta da Venizelos che mi affretterò di comunicare appena mi pervenga. Frattanto ho parlato dell'affare a questo ministro di Francia il quale non ha esitato a dichiararmi che Venizelos inviando a Corfù il generale Moscopulos, noto per i suoi sentimenti amichevoli per l'Intesa, altra ·intenzione non ha che di affermare 'il possesso greco di Corfù nuovamente riconosduto neHa conferenza di Parigi. De Billy esclude assolutamente che Venizelos a mezzo del generale Moscopulos intenda esercitare un comando sulle missioni militari italiana e f~ancese. Tutto cons'ideTato io sono dell'opinione del mio collega e ritengo esagerate le preoecupazioni di Marro e di Sforza. In via assolutamente secondaria mi permetto far osservare che l'affare mi sembra completamente atl di fuori della competenza del R. ministro presso il Governo serbo (2).

29

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1498. Roma, 9 settembre 1917, ore 23,15.

In data 4 corrente il R. Ambasciatore a Pietrogrado telegrafa: « Gab. 363. Nei colloqui da me avuti con alcuni de'i Ministri reduci da Mosca, Kerensky compreso, ho potuto constatare esposizione da essi fatta della situazione in Russia rispecchia loro genuino pensiero e non ha peccato di esagerazione come in alcuni c'ircoli interessati si era andati dicendo a PietrogTado. Le Questioni dei trasporti, della semi paralisi industriale, dell'acutissima crisi finanziaria ed economica sono da essi riconosciute di gravità eccezionale. Soltanto qualche riserva è fatta da essi nella questione militare, essi credono che Alexeieff, Ka... (3) e lo stesso Korniloff abbiano alquanto caricato le tinte in senso pess·lmista. Essi sostengono infatti che sul fronte di sud-ovest s"i nota un mig1liovamento nello spirito di disciplina e combattività delle truppe. Vi è luogo però

a rirtenere che situazione mil'ltare generale non abbia purtroppo subito modif1caz,ioni. Essa continua a giustificare le più gravi apprensioni. Di taLi apprensioni ho fatto parte a varie riprese ai miei colleghi di InghiLterra FTancia e America che sostanzialmente le ,condividono. Ambasciatore di Francia sarebbe anzi d',avviso che si procedesse ad un passo colilettivo presso Kerenski per attivare attenzione sua sulla necessità di un pvogramma reciso circa regime da ,applicarsi per ristabilimento disciplina nell'esercito. Egli mi ha detto di aver telegrafato in proposito a Pa11igi ma di non aver ancora ricevuto risposta. Ambasciatore Stati Uniti è favorevole ad un simile od analogo passo. Buchanan non si è finora pronunziato. Per parte mia osservo che messaggio della conferenza di Londra da noi collettivamente rimesso a Kerenski conteneva già una calda raccomandazione relativamente alla disciplina e che nulla impedivebbe che nel debi>to modo la ripetessimo per precisare nostro punto di vista a titolo, come la prima volta, intimamente amichevole».

(l) -Cfr. n. 11, pag. 8. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1506 dell'll settembre. (3) -Gruppo indecifrato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1504. Roma, 10 settembre 1917, ore 20.

(Meno Pietrogrado). Ho telegrafato al R. ambasciatore a Pietrog>rado quanto segue:

(Per tutti). Questa ambasC'iata di Francia mi comunica che Ribot ha telegrafato all'ambasciatore francese a Pietrogrado esponendo la necessità di vinnovare senza indugio pratiche presso Governo russo per conoscere suoi disegni riguardo alleati. Ribot chiede se sono disposto a dare istruzioni analoghe affinché i tre ambascia,tori senza far passi ,collettivi concertassero iloro linguaggio in questo senso per ottenere che Kerensky e suoi colleghi passino dalle paro,le all'azione e prendano le misure che Korniloff non ha sinora ottenuto. Ho risposto che aderivo.

Pvego V.E. agire ,in ,conformità, sempre col dovuto tatto evitando che raccomandazioni fatte nell'interesse generale assumano carattere di intromissione negU affari interni altrui.

31

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1511. Roma, 10 settembre 1917, ore 22.

Pasic mi proponeva di discutere come mettersi d'accordo tra Itallia e Serbia per le questioni adriatiche e il desiderato reparto territoriale pel dopo guel'lra. Egli riteneva di sommo interesse reciproco che i due paesi restassero uniti nell'avvenire da una salda intesa.

Ho risposto che riconoscevo pienamente questo interesse comune, e non avrei ,chiesto di meglio che intendevsi su tutte le questioni, ma che dovevo francamente dichiarargli 'Che il manifesto jugoslavo dei primi di agosto u.s., che porta per prima la firma Pasic, ha praticamente diminuito se non eliminato addirittura ogni possibtlità di negoziati fruttuosi nel senso desiderato. ]jl Governo serbo si è voluto mettere sul terreno dei principii assoluti, che non ammette compromessi né componimenti.

A giudiz.io di chi, come me, tiene sovratutto a condurre innanzi la guerra fino a risultati decisivi e alla vittoria della 'causa comune a tutti gH Alleati, la comparsa di detto manifesto jugoslavo non poteva avvenire in un momento più inopportuno, anzi pericoloso. In Italia e1sso appariva a molti quasi un atto di sabotaggio delLa guerra a sostegno deLla tesi dei neutraHsti. Il manifesto di Corfù precedè di poco o accompagnò la nota papale, e la ripresa della violenta agitazione pacifista dei nostri sociaUsti ufficiali, appoggiati come sono dai neutralisti militanti sotto 1a bandiera del « parecchio •. Il tenore del manifesto era stato anche maggiormente aggravato dalle successive interviste di Pas'ic, pubblicate da vari giornali. Stando ai termini del manifesto jugoslavo, l'Italia non avrebbe, di fronte alle assicurazioni vaticane sulle concessioni ottenibili anche oggi dall'Austria-Ungheria mediante accordi, alcuno scopo proprio da raggiungere col proseguire ulteriormente 1la guerra. Ciò tende a dare forza e credito ai pacifisti, mentre disanima i partigiani della guerra fino alla vittoria. Il solo fine di beneficare gli Jugoslavi con manifesto maggiore pericolo proprio, non poter bastare ad incuorare un paese all'aflirontare volonterosamente un terzo ,inverno di guerra. Non vedevo come tutto ciò potesse giovare alla giusta e ragionevole causa de1Ua Serbia, cioè alla ricostituzione del Regno e al suo dnvigorimento compreso l'acquisto di un adeguato sbocco sul mare.

Essere del resto abbastanza noti i temperamenti che furono concertati con gli Alleati fin dall'inizio della nostra guerra riguardo ad una pratica soluzione delle questioni adriatiche in caso di vittoria. Se gli uomini di Stato serbi vogliono procedere di piena intesa con l'Italia essi non hanno che da dichiarare in massima che accettano quell'assetto, salvo magari discuterne poi qualche minore partkolare.

Pasic replicava che il manifesto jugoslavo fu reso necessario per difendersi contro le lusinghe dell'Austria verso le popolazioni slave con l'offerta di concessione di autonomie. Egli non vedeva nel manifesto che si manteneva nel campo dei principii un ostacolo insormontabile a speciali transazioni e concessioni in vista delle particolari 'condizioni locali geografiche. Col possesso di Trieste e Pola e della metà dell'Lstria, di qualche isola, e di Valona l'Italia avrebbe assicurato il predominio militare nell'Adriatico, rinforzato pure dalla stretta amicizia e intesa col nuovo Stato creatosi sull'altra sponda.

Rispondevo che ciò era lontano dal bastare. Che anche dopo la sistemazione concordata cogli Alleati nel 1915, la nuova pretesa, affermata nel manifesto di Corfù, di sopprimere il Montenegro aggiungeva una nuova e grave minaccia a danno della sponda italiana cnl mettere in campo la questione di

4 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

Cattaro e del Lowcen, la cui soluzione altrimenti, cioè perdurando l'indipendenza montenegrina, avrebbe potuto essere rinviata. Che quanto all'Istria escludevo assolutamente per parte mia ogni limitazJone del npstro possesso di quella intera regione. Tutto ciò non toglieva naturalmente che le popolazioni di lingua slava che rimanessero comprese nelle nostre occupaz·ioni, dovessero godere di ogni equa garanz,ia riguardo al rispetto di ogni loro diritto di scuola, di lingua, e di libero godimento di diritti civili e politici.

Bastava considerare ila situazione attuale dell'Adriatico, dove ·per effetto della diversa configurazione delle due sponde tre potenti flotte ralleate insediate agli sbocchi del Canale d'Otranto non bastavano a togliere al naviglio austriaco il dominio dell'Adriatico stesso, per convincersi che l'assetto concordato nel 1915 rappresentasse il minimo indispensabile per la sicurezza nostra.

Deploravo che stampa europea (di Parigi, di Londra, di Ginevra) ed Americana favorevole alla causa Jugoslava esacerbasse troppo spesso la polemica, con uno spirito di vera ostilità contro l'Italia, che pur dava in Macedonia come sul proprio fronte il miglior sangue dei suoi figli peT sostenere anche le giuste ed eque aspirazioni della Serbia; e concludevo ·che mantenevo fermo il m:io punto di vista, cioè che non potesse approdare ad alcun utile risultato una discussione che non prendesse per base e punto di partenza gli accorrdi del 1915.

Pasic convenne nel deplorare l'acredine della polemica giornalistica -egli avrebbe cercato di moderare que~la europea, non avendo azione su quella americana -. Egli tornava ad insistere sulla convenienza di un accordo, ed esprimeva la fiducia che si sarebbe finito col raggiungerlo.

Siamo Timasti d'accordo, nel separarci con la maggiore cordiaHtà, che tutto quanto si era detto e discusso dovesse restare segreto (1).

32

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 60. Berna, 10 settembre 1917.

Tel. di V. E. N. gab. 1501/36 (2).

Notizie riferite dal noto informatore al Marchese Salvago Raggi circa convegno internazionale Ouchy sembranmi poco attendibili. Osservo per esempio che presenza recente del Cahllaux in Svizzera mi fu recisamente smentita a Palazzo Fede!'ale. Il Sanatorio Vittoria dove abita l'Inviato ufficioso della Santa Sede è troppo sorveglirato anche da noi per poteT essere un ·centro di intrighi. Quanto alla fattoria sul confine francese-elvetico, credo che qui si ripeta con grande ritardo quanto la R. Legazione faceva sapere a V.E. col tel. gab. n. 29 (3) circa ubicazione villa del Monhlong, quando sorsero voci

venuta Briand a Ginevra. Farò prendere informazioni circa il Marum Siriam, cui si accenna in ultimo come capo di un centro di spionaggio tedesco e ne riferirò a V.E.

(l) -Ed. in SONNINO, DiaTio, III, cit., pp. 190-194. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. serie V, vol. VIII, n. 74, pag. 53.
33

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3671/67. Lisbona, 10 settembre 1917.

Facendo seguito al mio telegramma n. 66 (l) ho l'onore di comunicare a V. E. che la situazione interna del Portogallo diventa difficile. Tutti i giornali hanno ora assunto un atteggiamento apertamente contrado all'attuale Governo, ed hanno spese le loro pubblicazioni per protestare contro la censura e contro l'obbligo loro fatto di pubblicare i comunicati governativi sulla situazione interna, comunkati che essi dicono falsi. Intanto il comitato dirigente lo sciopero dichiarava che condizione per la ripresa de'l lavoro è la dimissione del ministero. Oggi si riunisce in Lisbona l'associazione commerciale per deliberare sulla linea di condotta da tenere con predisposizione contraria al Governo. Gli affari sono tutti sospesi, ,tutti i negozi sono chiusi, tanto qui che a Oporto. La circolazione delle tranvie nella capitale e di qualsiasi altro veicolo è sospesa. Le vie di Lisbona sono percorse da forti pattuglie. Si temono per oggi e per domani dei gravi tumulti aventi un carattere prettamente rivoluzionario. Pare che i sovversivi siano largamente provvisti di esplosivi.

Tanto l'esercito che la marina sino ad ora si mostrano fedeli al Governo. Le ferrovie funzionano ancora (2).

34

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

D. 35397/232. Roma, 10 settembre 191 7.

Ho ricevuto il rapporto delLa S. V. n. 381 del 9 agosto u.s. (l) e ho preso nota della commissione fattale per iscritto da Sir Reginald Wingate per

informarla che il Governo egiziano è disposto a riconoscere come italiane le Missioni dell'Africa Centrale e dei Francescarri dell'Alto Egitto.

La S. V. può rispondere a Sir Reginald Wingate prendendo atto dell'avvenuto riconoscimento e aggiungendo che, per ciò che riguarda il regime capitola1re in Egitto e nel Sudan noi non intendiamo apportare nessuna modificazione allo stato di fatto risultante dalle norme generali del diritto internazionale e dagli accordi speciali italo-inglesi 'in materia.

L'impiego della parola • protezione • non ha importanza per noi e non occorre che su questo punto la S. V. risponda alle osservazioni dell'Alto Commissario. A noi basta che le nostre comurrità religiose siano riconosciute

come i<taliane e non pretendiamo che sudditi locali o di altra nazione che ne facciano parte debbano individualmente essere considerati come nostri

protetti (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. 1221 dell"ll settembre.
35

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1844/207. Atene, 10 settembre 1917.

Facendo seguito al mio rapporto del 25 agosto n. 193 (2), ho l'onore di trasmettere qui unito a V. E. la traduzione francese di alcuni altri fra i documenti del libro bianco ellenico data dal Messager d'Athènes. Non

credo che questi ulteriori documenti possano modificare l'impressione generale che V. E. avrà senza dubbio derivata da quelli che erano annessi a1l precitato mio rapporto. In sostanza più rivelazioni sensazionali si argomenta di fare il Gabinetto Venizelos, e più risulta chiaro che i gabinetti precedenti

La Note ajoute, cependant, que cette reconnaissance ne peut s'étendre qu'aux communautés composées de sujets italiens, et ne comprend aucunement des convertis indigènes, (c'est à dire chrétiens sujets locaux).

L'effet de cette déclaration faite au Marquis Imperiali me semble mettre les dits établissements dans une situation identique à celle des autres lnstitutions religieuses ou d'enseignement en Egypte et au Soudan.

J'observe que Vous employez le terme « protection » dans Votre Note ci indiquée, mais je dois Vous signaler que ce terme n'est pas employé dans la note de M. Balfour, et je préfère par conséquent éviter son emploi, surtout en ce qui concerne le Soudan, par crainte qu'il ne puisse servir plus tard de base à une demande pour des privilèges extra territoriaux en faveur de cet établissement au Soudan -pays où aucuns privilèges semblables n'étaient reconnus quand la Mission dépendait de l'Autriche ».

seguirono lealmente la politica di neutralità. Ciò non esclude simpa,tie personali e politiche per la Germania nel Re ed in molti dei suoi ministri; ma ogrri uomo equo deve pur riconoscere che ciò rientrava nella sfera dei loro diritti, tanto più data la politica inconseguente, violenta e poco 'sincera che la Francia e l'Inghilterra hanno seguita qui fin dal principio della guerra.

Trasmetto eziand'io a V. E. due estratti di giornali contenenti gli atti d'accusa contro i gabinetti Skuludis e Lambros, ed un progetto -però non concretato -di accusa contro il gabinetto Gunaris. Da quest'ultimo atto d'accusa vorrebbe escludersi il ministro degli affari esteri d'allora Signor Zografos, autore (come V. E. ricorda) del progetto migliore e più pratico che sia mai stato fatto di collaborazione della Grecia con l'Intesa: progetto peraltro cui, per colpevole opposizione di Venizelos, a Parigi ed a Londra non si volle prestare la menoma attenzione. Premio di questa esclusione è stata l'adesione a Venizelos del Signor Alessandro Carapanos, nipote di Zografos, e di quattro cinque suoi amici politici.

Sia per la quistione della messa in accusa dei passati governi, sia in generale per la politica di persecuzione, così violenta nei primi giorni dell'attuale regime, sembra esservi stata in questi ultimi tempi una certa resipiscenza. La mancanza assoluta di rappacificazione nel paese, e la conseguente impossibilità in cui si trova Venizelos di mantenere i propri impegni verso l'Intesa, debbono avergli dimostrato che egli si è messo sopra una strada falsa; e mi si assicura da vade parti che egli fa del tutto per trattenere i suoi troppo bollenti collaboratori. Per ora altro non posso dire di positivo sullo svolgimento della situazione politica qui, ma si sussurra di nuovi e più grandi mutamenti che si preparano, i quali, se verl, proveranno una volta ancora tutta l'inanità dell'azione franco-inglese in Grecia per ciò che riguarda gli scopi militari dell'Intesa.

(l) Si pubblica qui la lettera di Wingate a Negrotto Cambiaso cui si fa riferimento nel testo: « En réponse à la Note du 22 Juillet que Vous avez bien voulu m'adresser, j'ai l'honneur de Vous informer que le 27 mai dernier le Principal Secrétaire d'Etat de Sa Majesté Britannique a envoyé une note à l'Ambassadeur d'Italie à Londres déclarant que, après une étude approfondie de la question des Missions de l'Afrique Centrale et Franciscaine en Egypte, le Gouvernement Egyptien était prèt à reconnaitre ces Missions comme ltaliennes.

(2) Cfr. serie V, vol. VIII, n. 963, pag. 657.

36

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1514. Roma, 11 settembre 1917, ore 11.

Agenzia Stefani riceve da Parigi che i1l Temps annunzia essere il viaggio di S. M. il re d'Italia stato dnviato in seguito alla crisi ministeriale francese.

Prego V. E. prendere occasione da ciò pe:r far rilevare a codesto Governo la opportunità che quando avrà luogo la futura visita di Sua Maestà sia vietata in Francia la pubblicazione in antecedenza di quals'lasi notizia relativa al viaggio stesso così come fu concordato e fatto per la visita in Italia del presidente della Repubblica.

37

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1515. Roma, 11 settembre 1917, ore 20.

Conversando con Page mi congratulavo col governo americano per la pubblicazione fatta dei telegrammi del Ministro Tedesco a Buenos A~res trasmessi attraverso Legazione svedese, riconoscendo che ciò può influire utilmente tanto sulle disposizioni dell'Argentina come anche sull'opinione mondiale dimostrando la barbarie dei metodi teutonici. Aggiungevo però che trovavo inopportuno e imprudente il tuono eccessivamente aggressivo e bellicoso della stampa dell'Intesa verso la Svezia parlando addirittura di prossime ostilità. Con ciò si può produrre sul risultato delle elez'ioni svedesi un effetto dannoso agli interessi dell'Intesa e dar buon giuoco alla Germania di spingere la Svezia a profittare delle difficili condizioni russe per invadere la Finlandia, aggravando la situazione dell'alleata e accrescendo le difficoltà della Danimarca già intimidita dal nemico, e della Norvegia. Consigliavo maggiore prudenza e misura per non precipitare gli avvenimenti e non moltiplicare ~l numero dei nemici (1).

38

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB, UU. 1516. Roma, 11 settembre 1917, ore 20.

Presidente della Repubblica avendo ieri pregato Sua Maestà di rimettere la visita a cagione della crisi min"isteriale nostro Augusto Sovrano ha rimandato viaggio. Resta per conseguenza anche Timandata visita a S. M. re Nicola.

Prego informarne d'urgenza chi di dovere spiegando ragione rinvio.

39

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2450/61. Berna, 11 settembre 1917, ore 19,40 (per. ore 22,40).

Faccio seguito al mio telegramma n. 59 (2) e mi riferisco all'ultimo telegramma N ..... (3) per posta.

Ho avuto stamane un nuovo colloquio coll'amico del parlamentare ungherese che ha fatto ritorno ·ieri l'altro a Budapest per •concretare coi suoi amici politici vari punti del programma pratico da sottoporre ai Governi dell'Intesa insieme al bilancio approssimativo di ciò di cui abbisognerebbe il partito democratico magiaro per agire al dato oppovtuno momento. Egli invierà qui fra pochi giorn'i un suo collega che verrrebbe quindi con qualche cosa di più concreto, dato che i Governi deH'Intesa si mostrino disposti ad accog1liere l'audace progetto rivoluzionario. Naturalme:q.te non ho potuto dare che vaghi affidamenti al mio informatore (persona di p'iena fiducia) !imitandomi a osservare che ritenevo inutile di-rgli che se realmente la cosa era seria non avremmo lasciato cadere l'occasione favorevole che ci si presentava; ma che io dovevo in ogni caso chiedere apposite istruzioni al mio Governo. L'informatore che conosce da lungo tempo Ambasciatore di Francia è stato pure darl Signor Beau per consiglio, e questi gli ha detto su per giù quanto gli avevo detto io promettendogli che ne avrebbe ·riferito al suo Governo. So che nella seconda interv.ista segreta il deputato ungherese si pronunziò categoricamente contro ad una aperta rivoluzione in questo momento perché le mitragliatrici tedesche avrebbero avuto facile ragione di un movimento non abbastanza forte dal punto di vista militare. Il comitato democratico vorrebbe ·incominciarre ora in Ungheria una campagna pacifista ad oltranza che sarebbe estremamente popolare sostenendosi il bisogno assoluto di pace che sente ogni buon ungherese, campagna che l'autorità non potrebbe oggi con tanta facilità fare tacere. Egli ha aggiunto che l'insurrezione verrebbe dopo, d'accordo con l'Intesa, ed ha affermato che dei comitati :rivoluzionari fanno parte vari ufficiali malcontenti del non avvenuto avanzamento ai gradi superiori principalmente per opera del Comando germanico che diffida per quei gradi dell'elemento magiaro.

Pur non nascondendo le immense difficoltà che si oppongono adesso a questo piano egli sostiene che il terreno è favorevole, e che tutto dipende dall'appoggio che noi sapremo dare a quel movimento. Il giovane deputato che verrebbe qui fra una quindidna d'i giorni col programma concreto che egli per ovvie ragioni di prudenza imparerebbe a memoria, desiderebbe abboccarsi meco

o con quella persona che V. E. designasse allo scopo. Informato·re che ha passato vari anni in Ungheria e che conosce a fondo H paese è convinto della serietà delrla cosa e del grande aiuto che può portare alla causa degli Alleati quest'inatteso intervento se sapremo condurre con accorgimento e con fiducia i negoziati senza lasciare-i sfuggire questa sì favorevole occasione di portare la discordia nel campo nemico.

Attendo istruzioni.

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 193. (2) -Cfr. n. 25, pag. 17. (3) -Gruppo indecifrato.
40

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2442/417. Londra, 11 settembre 1917, ore 21,48 (per. ore 7,30 del 12).

Ieri sera persona in grado di essere bene informata faceva comprendere esSE!re qui pervenuta notizia che nota germanica in risposta messaggio papale

lascerebbe anche intravvedere disposizione procedere rettifica di confine o parziale cessione Alsazia Lorena contro restituzione tutte colon·le germaniche da parte del Govel"no britannico. Stessa persona rilevando scopo manovra tedesca tendente a produrre scissione anglo-:lirance,se ammetteva che opinione generale inglese e dei domini potrebbe forse indursi accettare condizione. Nota responsiva germanica sarebbe spedita non appena occupata Pskoff, punto strategico di minaccia contro Pietrogrado e Mosca. Riferisco quanto precede a V. E. con ogni riserva. Avendo oggi accennato a lord Hardinge al.il.e condizioni sopra espresse, egli si limitò osservare Francia intende ottenere intere due provincie, e sembrargli difficile, anche volendolo, restituzione colonie perché 'i domini interessati si rifiuterebbero.

41

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2471/51. Madrid, 12 settembre 1917, ore 8 (per. ore 14,33).

Ambasciatore di Russia mi ha dato lettura di un telegramma che egli invi•a a Kerensky per dare le sue decisioni in seguito agli avvenimenti di Riga e la debolezza del Governo provvisorio verso i Soviet. Ho cercato dissuaderlo temendo ·l'impressione che sua determinazione produrrà qui, ma egli insiste affermando di rappresentare un Governo che egli considera maneante dei propri doveri verso la patria. Egli ha chiesto ai suoi colleghi alleati di far 'sapere ai loro Governi che a suo 'avviso per salvare la Russia ed evitare che i tedeschi giungano a Pietrogrado come restauratori dell'ordine è necessario che i Governi alleati presentino una specie di ultimatum aJ1l'•attuale Governo russo e che gli ambasciatori a Pietrogrado si mettano in rapporto con i membri della Duma e del primo Governo provvisorio. Non ho bisogno di far notare carattere riservatissimo tale confidenza del signor Nekludoff.

42

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 1226. Roma, 12 settembre 1917, ore 16.

Viene segnalata partenza per Puglia del noto Trumbich secondo alcuni invitato da Kerensky e Terestcenko per riferire loro su tutta la questione jugo-slava; secondo altri, d'accordo fra Pasich e comitato jugo-slavo, per chiedere al Governo russo di appoggiare postulati degli jugoslavi.

Azione di Trumbich è contraria agli interessi italiani.

Prego pertanto V. E. seguirla a suo tempo. Come sostenitore del Trumbich

costì viene indicato deputato czeco Masaryk.

43

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI

T. GAB. 1533. Roma, 12 settembre 1917, ore 20.

Prego far pervenire d'urgenza ,al suo alto destino nel modo che riterrà più opportuno il seguente telegramma ,che S. M. i1l Re dirige a S. M. il Re del Belgio:

• In seguito alla crisi ministeriale in Francia, il Presidente della Repubblica mi ha pregato di rimandare ad altra epoca la mia visita, sono dolente che questa circostanza mi privi per ora del piacere di recarmi presso Vostra Maestà ed in mezzo ai valorosi so1ldati belgi che con tanto eroismo combattono per la liberazione della loro Patria. Tengo molto ad assicwrare Vostra Maestà che l'occasione dl incontrarla mi sarà sempre graditissima».

44

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 1531. Roma, 12 settembre 1917, ore 21.

Bratianu ha parlato al Barone Fasciotti dehla convocazione a Stoccolma di un congresso delle varie nazionalità dell'Austria-Ungheria aventi aspirazioni irredentistiche da servire di contrappeso a quello spiccatamente pacifista messo innanzi costì dai tedeschi.

Prego telegrafarmi che cosa Le risulta in proposito.

45

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A MADRID, BONIN, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1532. Roma, 12 settembre 1917, ore 21.

Da una comunicazione verbale di questo ambasC'iatol!"e di Spagna risulta che il Governo spagnuolo rispondendo alla nota papale, riconosce cuore paterno Santa Sede e ragioni per le quali è intervenuta; ,che non essendo stato consultato esso non è in grado di esprimere opinione in proposito e non può appoggiare H passo del Papa; che esso rende giustizia ai sentimenti che ispirarono la Nota e, senza appoggiarla, vorrebbe trovare una formula che in uno spirito di giustizia portasse al mondo il beneficio deUa pace.

46

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1529. Roma, 12 settembre 1917, ore 22.

Telegrammi S. V. Gab. 59 (l) e 61 (2).

Se ungherese cerca occasione parlarLe lo lasci dire, ma con ogni dserva e cautela, non impegnandosi mai a nulla di più che mantenere segreta qualunque sua confidenza. Posso credere a buona intenzione e sincerità partito Karoly ma credo pure a loro assoluta impossibilità mantenere qualsiasi impegno vivoluzionario che prendessero.

Onde allo stato delle cose, non consentirei dar fondi a ciò (3).

47

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3381/GAB. 50. San Sebastiano, 12 settembre 1917, ore 13,45 (per. ore 22).

Ho avuto ieri lunga conversazione con ministro di Stato 'reduce Santander e ho portato discorso su Nota pontificia.

Ministro di Stato mi ha detto aveva già incaricato Villa Urrutia esporre a V. E. modo di vedere Governo spagnuolo ·che è quello che riferii con mio telegramma Gabinetto n. 49, e con mio Tapporto n. 239 (4).

Ministro convenne meco che documento pontificio non conteneva alcuna base opportuna di negoziati e osservò Sommo Pontef>ice deve essere stato male informato.

Avendolo interrogato circa proposta svedese ministro di Stato mi ha detto che per un disguido non ne conosceva ancora testo, ma che Governo spagnuolo, che non aderì Nota Pontificia, tanto meno aderirebbe atlla svedese.

Data tendenza classe conservatrice spagnuola, atteggiamento Gabinetto conservatore Dato di fronte iniziativa pontificia è assai incoerente.

48

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 376. Pietrogrado, 12 settembre 1917.

Da vari accenni di Tereschenko sono indotto ad arguire che egl,i è intenzionato di comunicare alla stampa punto di vista del Governo provvisorio

circa nota papale. Punto di vista che sarebbe nel senso deHe considerazioni già esposte agli alleati (comunicazione di. Giers) e affermerebbe piena concordanza con la risposta di \Vilson. Per parte mia non ho mancato di fare manifesto al Ministro come neille <Considerazioni suddette non si facesse menzione espl'icita dell'Austria-Ungheria e come sarebbe invece ... (1) del Governo provvisorio di richiamare frequentemente l'attenzione del pubblico russo sui gravi pericoli che lo minacciano da quel lato e inculcare necessità di resistere. Tereschenko mi ha risposto che nelle considerazioni esposte agl'l alleati egli ha inteso parlare de~li Imperi Centrali e trattarli alla stessa stregua ma che in ogni modo nella sua eventuale intervista co'l giornalisti non avrebbe mancato di accennare separatamente all'Austria-Ungheria.

Egli ha poi contestato che hl Governo Russo lascia nell'ombra la sua guerra con duplice Monarchia (siccome non di rado gli vado dicendo) ed ha notato che anche l'opinione pubblica russa s'interessa vivamente a quella guerra come lo dimostrano i lunghi e frequenti commenti deUa stampa sull'opera grandiosa che si sta vittoriosamente svolgendo sul fronte i'taliano (2).

(l) -Cfr. n. 25, pag, 17. (2) -Cfr. n. 39, pag. 26.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., p. 289.

(4) Non pubblicati.

49

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3383/286. San Sebastiano, 12 settembre 1917, ore 13,45 (per. ore 5,10 del 13).

Ministro di Stato mi ha detto che Governo spagnuolo possiede prova indiscutibile partecipazione francese ai moti rivoluzionari agosto non già del Governo ma di elementi rpoHtici impoirlanti che hanno molta influenza nella vicina Repubblica.

Egli mi parlò con amarezza della frase comminatoria con cui Ribot chiuse risposta alle interpehlanze sui sottomarini, frase che fu tolta dal resoconto ufficiale, ma fu realmente pronunziata e significava minaccia scatenare rivoluzione in Spagna.

Tutto ciò, mi ha detto, aveva scemato all'Intesa, preziosa ,simpatia.

Mi risulta d'altra parte che re Alfonso si mostra iiiTltato maneggi rivoluzionari francesi. Credo ~si esageri importanza essi e che atteggiamento Gabinetto Dato non ne verrà modificato, ma è certo che discorso Ribot o l:inguaggio una parte stampa francese hanno reso grande servizio alla propaganda tedesca (3).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Washington con t. gab. 1544 del 15 settembre che richiama il t. gab. 1481 del 5 settembre, cfr. n. 12. (3) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 1237 del 13 settembre.
50

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2463/275. Parigi, 12 settembre 1917, ore 23,45 (per. ore 11,15 del 13).

Cambon mi ha detto stamane che il Governo francese ha fatto passi a Londra per vedere se non fosse i1l caso di adoperarsi presso il Governo giapponese per ottenere un rinforzo di truppe giapponesi alla Russia sperando in tal modo di consolidare le truppe russe. Contemporaneamente fece analoga comunicazione al Governo Tusso.

Mi pare di aver capito che il Giappone pure desiderando farsi pregare non aveva escluso in principio mentre il Governo russo osservò che l'arrivo giapponese avrebbe fatto pessima .impressione in Russia e avrebbe urtato l'amor proprio nazionale. Cambon non nascondeva la sua meraviglia per tale risposta e mi parve ritenere quel tentativo come assolutamente fallito (1).

51

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 1032/236. San Sebastiano, 12 settembre 1917.

Dopo sei settimane di soggiorno a Santander è giunto qui ieri l'altro

S. M. il Re Alfonso insieme con il Ministro di Stato che lo aveva accompagnato nella ·capitale vizca'ina come ministro di « jornada "· Chiesi tosto un colloquio al marchese di Lema che vidi a lungo nel pomeriggio di ieri e con iJl quale passai in rassegna ~li avvenimenti principali prodottisi in Spagna durante la sua assenza da San Sebastiano, fra i quali primeggiano pe1r importanza i moti rivoluzionari recentemente repressi. Manifestai al ministro 'il mio rincrescimento nel vedere tanta parte dell'opinione pubblica in Spagna fuorviarsi nell'attvibuire una parte di responsabiLità di quei dolorosi fatti ai governi allearti mentre essi invece hanno un interesse di primo ordine nello sviluppo normale dell',attività industriale della Spagna che forn·isce loro tanto materiale di guerra e vedrebbero da uno sciopero e peggio da una rivoluzione compromessi gravemente i loro rifornimenti. Il ministro mi rispose che per quanto fossero giuste quelle mie considerazioni e per quanto egli mettesse fuori causa i governi, pure le autorità spagnole possedevano prove inconfutabili deHa partec~pazione di elementi francesi ai lamentati disordini. Avendogli io osservato che in ogni caso quegli elementi nulla avevano che fare con 'il governo della repubblica, egli mi replicò che essi senza partecipare direttamente alla direzione della politica francese pure esercitavano in Francia una

grande influenza, e la ~oro tendenza aveva del resto larga rappresentanza nei ministeri che si succedono a Parigi. Accennò al linguaggio di una parte importante della stampa francese che soprattutto nei primi giorni manifestò una poco discreta simpatia per i rivoltosi; accennò al prolungato soggiorno a Parigi dei promotori spagnoli dei ,torbidi, soprattutto si dolse del linguaggio tenuto alla tribuna della Camera francese dal signor Ribot il quale poco prima che scoppiassero disordini aveva, in occasione della discussione sui sottomarini intorno ai quali i1l governo spagnolo aveva pure adottato i provvedimenti invocati dagli alleati, pronunziato al!l'indlrizzo della Spagna parole assai gravi che contenevano la minaccia appunto di provocare una rivoluzione ne'l Regno. Quelle parole erano bensì state tolte dal resoconto ufficiaJ.e, ma erano state effettivamente pronunciate e il governo spagnolo non poteva dimenticarle. Fra gli arrestati negli ultimi disordini vi era il signor Bréal giornalista francese incarkato deHa propaganda francese in Spagna; egli era stato rilasciato per riguardo al governo francese e all'ambasciata di Francia che erano vivamente intervenute in suo favore ma le autorità spagnole avevano prove decisive delle sue relazioni dirette con i rivoluzionari. Il marchese di Lema pur mostrandosi sempre animato dai suoi antichi sentimenti di amicizia verso le potenze dell'Intesa, si doleva vivamente che da parte francese si suscitassero tali imbarazzi alla Spagna appunto mentre si trovava al potere un governo che aveva dato agli alleati prove non dubbie della sua simpatia. Egli non mi

nascondeva che gli ultimi avvenimenti avevano alienato all'Intesa non pochi fautori fra quelle classi spagnole che pur non avendo nessuna simpatia per la Germania hanno una gelosa sollecitudine dell'ordine, e vedono ora in alcuna delle potenze della Intesa un centro di propaganda rivoluz·lonaria.

Evidentemente il mio interlocutore, forse ancora sotto l'impressione del grave alla,rme destato dai moti dell'agosto, esagerava nel valutare la parte che in:flluenze france,si possono avere avuto in essi. Non v'è dubbio, ed egli del resto ne conveniva, che in questi moti non vi fu la mano del governo della Repubblica; quel signor Bréal dell"arresto del quale si fece tanto >rumore e che fu trattenuto ben diciotto giorni senza che gli fosse permesso di comunicare nemmeno con ,i~ suo console, venne poi prosciolto con una ordinanza di inesistenza di reato che non poteva maggiormente scagiornarlo; è mia assoluta convinzione che le autorità 'spagnole inquirenti, che sono le autorità m:ill:itari, abbiano non solo nel ,caso Bréal ma dovunque si pTodussero i tumulti posto assai più zelo nel cercare complicità francesi che non abbiano avuto fortuna nel trovarne. Ciò non toglie ,che certamente da parte di elementi radicali e socialisti francesi che si 'ispirano più ai loro pregiudizi di proselitismo politico che ai veri attuali interessi del loro paese, fUJrono commesse non poche imprudenze e che maggiore di tutte fu l'imprudenza commessa dal governo della Repubblica quando permise alla stampa d'assumere verso la Spagna un linguaggio aggressivo nella questione dei sottomarini proprio nel momento in cui il gove,rno spagnolo ac,cettava integralmente la tesi posta dai governi alleati; il discorso del signoT Ribot più sopra accennato con le sue minacce assolutamente ingiustificate ebbe poi effetti anche peggiori. È vero che per forza di cose la Intesa raccoglie in Spagna la simpatia dei partiti estremi (non di tutti perché i socialisti pacifisti sono germanofili)

ma si errerebbe assai facendo esclusivo o soverchio assegnamento su quelle forze disorganizzate, e se per corteggiarle si dovessero perdere le simpatie ben più efficaci che pur contiamo numerose nei partiti dinastici tanto fra i liberali quanto fra i conservatori. Oltre che il nostro massimo .interesse che la Spagna goda d'una tranquillità interna ·la qua1le consenta alla sua industria d'i lavorare per i nostri rifornimenti, dobbiamo tener presente che l'arma maggiore della propaganda tedesca in Spagna è di •rappresentare l'Intesa come seminatrice di rivoluzioni. Cosicché pur troppo conviene riconoscere che in questa occasione quegli elementi d'oltre Pirenei che hanno d'imostrato una simpatia più o meno attiva ai rivo.Jtosi, hanno senza volerlo (lavorato • pour le Roi de Prusse •.

Non ho bisogno di aggiungere che dei sospetti cui si riferisce il presente rapporto e che in qualche misura si appuntarono anche contro l'Inghilterra, vanno interamente immuni così il governo italiano che gli Italiani 'in generale.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1539 del 13 settembre.

52

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1528. Roma, 13 settembre 1917, ore 12.

Il R. Ministro ad Atene telegrafa quanto segue:

• -Gab. 123. R. Console Corfù telegrafa quanto segue: • -Generale Moscopulos ha detto al Generale Baumann di essere stato inviato qui •come comandante in capo delle truppe alleate e Governatore dell'Epiro. Avendogli Baumann osservato che il Generale Marro non aveva avuto alcuna informazione di ciò, Moscopulos rispose che nomina ha avuto luogo dietro accordi coi ministri alleati e che anche Generale Marro avrebbe presto ricevuto istruzioni in proposito. Governo serbo è irritato della nuova nomina e afferma che Tenente Generale Comandante truppe serbe non potrà considerarsi alla dipendenza del Generale greco •.

Mi sarebbe utile conoscere se asserzioni generale greco rispondono ·a ver1tà nel senso che accordo sia stato preso tra Gabinetti aneati. Dal tel. di

V. E. 1476 (l) dovrei dedurre il contrario e da me personalmente non è stato mai detto nulla. V. E. vorrà benevo•lmente significarmi se debbo eventualmente far rilevare a Venizelos tnesattezza detta dal generale.

Ho risposto a Bosdari come appresso: • Nella conferenza di P•ar.igi fu deciso che Francia Inghilterra e Italia avrebbero potuto conservare durante guerra una base navale e mUltare nell'Isola di Corfù e fu riconosciuto che tutta l'isola restava sotto la sovranità della Grecia. Non fu preso né allora nè poi alcun accordo relativo al Governatore mmtare o civile di Corfù. La

S. V. può esprimersi in questo senso con Venizelos •.

(l) Cfr. n. 11, pag. 8.

53

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1233. Roma, 13 settembre 1917, ore 16.

Rapporto n. 924 (1).

Nulla osta presentazione promemoria contenente quattro punti proposti. Punto quarto togliendo parole • senza limite di tempo • dovrebbe precedere il terzo che ne è una conseguenza. Punto terzo dovrebbe comprendere •istruzioni identiche anche del Governo francese al suo rappresentante.

Ministero delle Colonie desiderebbe che schema promemoria formulato da codesta ambasciata ,in armonia a·rgomenti oralmente esposti fosse prima della presentazione qui comunicato.

Circa modo di acquisto materiale bellico da parte dell'Etiopia potranno essere fatte ·seguenti proposte:

• Considerato che l'interesse tra Potenze confinanti Abissinia è che questa non proceda acquisti armi munizioni ed altro materiale bellico in modo da escludere disposizioni atto generale di Bruxelles 2 luglio 1890, le tre Potenze, ispirandosi anche accordi di Londra 13 dicembre 1906 dovrebbero fra di loro stabilire che nessuno acquisto materiale bellico possa farsi dall'Etiopia senza previo loro consenso. Se qualche reclamo venisse eventualmente presentato da una Potenza alleata o neutra circa suesposta condizione restrittiva si potrebbe obiettare che il controllo che le tre Potenze desiderano esercitare è basato sull'atto generale di Bruxelles e determinato dalla situazione geografica loro territori che soli confinano con quelilo Stato e possono quindi essere i soli danneggiati da ogni abuso nel traffico in parola •.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2473/277. Parigi, 13 settembre 1917, ore 11,45 (per. ore 16,15).

Painlevé ministro della Guerra e presidente del Consiglio ha costituito il ministero scegliendo i suoi colleghi nei gruppi repubblicano-socialista, radicale-so·cialista, radicale, unione repubblicana, repubblicano di sinistra, escluso il gruppo socialista. Ribot rimane agU Esteri. Ha scelto quattro ministri d'i Stato p€r far parte del Comitato di Guerra ed ha creato un nuovo Comitato di guerra composto dal presidente del Consiglio min'lstro della Guerra, del ministro degli Affari Esteri, del ministro della Marina, del ministro dell'armamento e dei ministri di Stato. Ha poi creato un comitato economico sotto la presidenza del ministro di Stato Doumer e di cui fanno parte il ministro

dell'Agricoltura, il mini,stro del Commercio, i1l ministro delle Colonie, il ministro dei Trasporti, il ministro dell'armamento ed il ministro dei rifornimenti. L'esclusione socialisti era indispensabile per formare un ministero viste le loro pretese di ottenere quattro portafogli per essere padroni del,la sorte del ministero e di escludere Ribot dal ministero degli Affari Esteri per mettervi persona ligia al loro partito i,l quale voleva avere praticamente la direzione della politica estera. S'i è incerti fino ad ora suLl'atteggiamento del gruppo socialista il quale dichiara di assumere un atteggiamento di favorevole aspettativa e si ignora se questo resterà unito davanti alla nuova situazione. Da ciò dipenderanno probabilmente le sorti del ministero. L'entrata di Barthou nel ministero come ministro di Stato è considerata come un co1po notevole contro il partito Caillaux.

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE.

T. GAB. 1543. Roma, 13 settembre 1917, ore 21.

Questo incaricato d'affari di Francia è venuto per incarico di Ribot ad informarmi di una conversazione <che esso Ribot aveva avuta col ministro di Svezia a Parigi a proposito del ~recente incidente.

Il ministro di Svezia aveva comunicato al Governo francese un telegramma contenente le spiegaz.ioni del Governo svedese sul come si erano passate le cose. Detto telegramma che è stato comunicato anche a me avantieri da questo Incaricato d'Affari di Svezia è identico a quello pubblicato dai giornali. Ribot ha osservato che non sussisteva l'invocata ana[ogia tra <le trasmissioni telegrafiche a favore dell'America e quelle a favore della Germania; che dl Governo francese, H quale si era prestato gentilmente altre volte ~a trasmettere dei telegrammi della Legazione di Svezia al Governo svedese e viceversa, consigliava ora alla Svezia di non più domandare egual favore per l'avvenire. Richiesto quale seguito il Governo francese intendesse dare alla questione, Ribot ha risposto al Ministro di Svez'ia che egli si era messo al riguardo in relaz,ione coi suoi alleati.

Ribot chiedeva di conoscere H mio avviso sulla questione e m'informava che un passo analogo aveva fatto a Londra e Washington per sapere le loro 'idee al riguardo e procedere d'intesa con essi.

Ho fatto rispondere all'Incartcato d'Affari di Francia che io ero sempre (mio telegramma Gab. n. 1515) (l) dell'avviso che non convenisse oggi spingere le cose troppo oltre pur vigilando sulla Svezia, perchè i fatti venuti. in chiaro non avessero a ripetersi.

(l) Cfr. n. 37, pag. 26.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. POSTA 1535. Roma, 13 settembre 1917.

Questa Legazione di Svezia mi ha dato comunicazione di un telegramma del suo GoveTno così concepito:

• Le Ministère des Affaires Etrangères à Stockolm n'a reçu aucune communication concernant la transmission de télégrammes mentionnés dans la déclaration du Secréta·ire d'Etat des Et:ats Unis. Le Ministère Royal ne peut par conséquent prendre position finale vis-à-vis des questions qui peuvent en survenir. Cependant il est exact qu'au commencement de 1a guerre mondiale le Ministre des Affaires Etrangères alors au pouvoir se considéra devoir permettre qu'un télégrramme allemand conce·rnant la population civile à Kiaoutscou soit re-télégraphié et que des permissions pareilles furent accordées aux représentants des deux parties bel.ligérantes sans considération du fait si la Suède éta·it chargée des ·intéréts d'un pays en guerre, ce qui amène indubitablement un échange considérable de télégrammes et de ilettrr-es. Pour ce qui concerne les Etats Unis d'Amérique le Ministre des Etats Unis à Stockholm a demandé à plusieurs occasions dans le courant de cette année que des !ettres et des télégrammes soient transmis soit de soit en Turquie, ce qui lui fut accordé. Cette demande fut méme faite à une époque où la Turquie ne se trouvait pas en état de guerre avec les Etats-Unis et où la Légation de Suède n'avait pas encorre été ·chargée d'y sauvegarderr les intéréts des EtatsUnis. Ces télégrammes ont été expédiés via l'Allemagne. La Secrétaire d'Etat des Etats-Unis a, par une lettre du Ministre d'Amérique a Stockholm en date du 14 Avril, fait exprimer sa reconnaissance pour la courto'isie ,jnternationale qui lui avait été montrée. Déjà dans le courant de l'été 1915 le dési:r fut exprimé de la part de l'Angleterre que la transmission de télégrammes entre l'Allemagne et l'Amérique du Nord cessàt. Aucune réolamation formelle ne fut faite mais le Ministre des affaires étrangères ailors au pouvoir a cru devoir aller au devant du désir exprimé. Cependant le Ministre des Affaires Etrangères, qui avait conféré verbalement avec le Ministre d'Angleterre et qui était au com·ant de la portée de ces négociations, ne considéra pas qu'il y eùt d'empechement à transmettre les télégrammes à d'autres pays neutres comme par exemple l'Argentine. Par conséquent, des transmissions de télégrammes avec ce pays ont eu !lieu. D'après la communication américaine les télégrammes dont il s'agit étaient écrits en langue secrète et par conséquent indéchiffrable pour la partie 1Jransmettante. Nous ne sommes pas en état de constater si ces télégrammes étaient de la teneur qui leur est attribuée. La première est donc d'obtenir des explications de l'Allemagne. Il est certain que pour le cas où il serait prouvé que des abus ont eu lieu, les mesures nécessaires seront prises afin d'exclure un renouvellement, et cela indépendamment des démarches éventuelles. Aucune démarche n'a été faite ni par les Etats-Unis ni par l'Angleterre concernant •la suppress'lon de la transmission

de télégrammes entre ·la Suède et l'Argentine ni antérieurement ni maintenant. L'affaire a néanmoins été portée devant le public par la presse. Un voeu exprimé par qui de droit d'une manière officielle ou semi-officielle aurait sans retard trouvé un accueH favorable. • (l)

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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 120. Corfù, 13 settembre 1917,

Marro ha ricevuto da Moscopoulos la seguente lettera: • Ho l'onore d'informare V. S. che per ordine del Ministero Guerra 'sono nominato Governatore militare dell'Epiro e di Corfù, con residenza a Corfù. Nella mia qualità di uffidale generale più elevato in grado fra ,i comandanti delle forze alleate, assumo da oggi le funzioni di comandante d'armi della piazza di Corfù •. Marro ha risposto riferendosi e rimettendogli copia della sua lettera al generale Baumann, sign:ifìcando come in mancanza di ordini superiori non poteva riconoscere ingerenza alcuna del generale greco nelle nostre truppe le quali dipendono da Valona. Pasié giunto ieri sera appreso con stupore una misura che mette le truppe serbe alla eventuale dipendenza di un greco. Il generale serbo dichiara che è pronto dimettersi se di fronte al fatto compiuto fosse difficile ottenere il ritilro di una decisione la cui forza consiste nell'·essere stata ideata o per lo meno sanzionata altrove... (2) mi sembra almeno l'attitudine assunta da Marro. Una nostra acquiescenza ad una nomina fatta d'intesa con una delle due potenze aventi basi militar:i Corfù e di nascosto dall'altra avrebbe per pratico risultato qui di spingere i greci a tentativi contro i nostri servizi di polizia, di sussistenza, di...... (2) di marina e di contatto coll'Albania e probabilmente prima di tutto contro 'il nostro esclusivo possesso della fortezza a mare; mentre la Francia può impunemente fingere di accettare sostituzioni greche a francesi perchè per lei non sono che apparenti (3).

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2478/278. Parigi, 13 settembre 1917, ore 22,15 (per. ore 3,10 del 14).

Generale Janin ha telegrafato da Pietrogrado che egli, !'·addetto militare inglese e l'addetto militare italiano sono stati chiamati il 9 ·corrente dal capo di stato maggiore russo che ha comunicato loro una nnta che riassumo nel presente telegramma. Capo di stato maggiore russo 'li ha pregati di tacere il suo nome ma di telegrafare il contenuto della nota ai loro Governi facendo risultare la necessità che i Governi alleati insistano presso il Governo provvisorio perchè accetti nel comune interesse le domande del comandante in

capo altrimenti la guerra diverrà impossibile. Ha aggiunto generale Korniloff aveva assicurato il Governo provvisorio che egli non ha ambizioni personali e che solo suo desiderio è di formaTe un Governo forte e capace di salvare Russia e la libertà. Per evitare ~ritardi gli ,addetti militari inglese e itaHano hanno chiesto al generale Janin di telegrafare al suo Governo i!l seguente riassunto della nota pregandolo farla pervenire al Governo inglese ed al Governo italiano.

Traduzione testo francese che trasmetto per posta: • Gran Qua~rtiere Generale russo 9 settembre 1917. Gli ultimi avvenimenti hanno dimostrato che il comitato degli operai e soldati è un ostacolo assoluto alla rkostituzione dell'esercito che fra due o tre mesi •Sarà in uno stato tale da obbligare alla fine della guerra e cagionerà disasko nel paese. Vista ~a situazione 'il generale comandante in capo non ha cessato di insistere presso Governo sulla necessità di un potere forte solo capace di salvare Russia e ristabiil.endo l'ordine di assicurare H ·successo e la fedeltà all'alleanza.

Il ministro presidente ed il ministro della Guerra dopo trattative delle quali avevano {)l'eso 'l'iniziativa avevano fatto conoscere il •consenso e promesso di rendersi al Gran Quartiere Generale russo per formare un Governo e prendere le misure volute. Essi hanno avvertito il 26 (vecchio stile) il generale comandante in capo a mezzo di conversazione per filo diretto che contavano partire domenica per essere al Gran Quartiere Generale lunedì 28.

Intanto il generale comandante in capo avrebbe convocato n presidente Duma Rodzianco e diversi capi politici per studiare tutti insieme costituzione di un Governo nazionale forte e riunione miglio·ri elementi paese. Stamane domenica 27 il generale comandante in capo ha ricevuto un telegramma che lo convocava d'urgenza a P.i.etrogrado dopo di aver rrmesso il comando al capo di stato maggiore gene~rale Lukomski. Capo di stato maggiore generale ha telegrafato che visto consenso del ministro presidente e gravità situazione, delle disposizioni sono state prese e degli ol'dini imp'al'titi. Essi sono in via di esecuzione e non possono più essere cambiati. Egli non può per conseguenza assumere responsabilità di rimpiazzare il generale comandante in capo. Alto ·comando russo r'itiene non poter accettare alcuna 'responsabilità sulla eatastrofe che potrebbe colpire il paese se il Governo ritorna sulla propria decisione di formare d'accol'do col generale in ·capo un Governo di difesa nazionale forte e capace di ristabilil!'e l'ordine nell'esercito e nel paese e di mantenere gli impegni assunti verso gli alleati ».

(l) -Inviato da Stoccolma alla Legazione di Svezia a Roma 1'11 settembre 1917. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1548 del 15 settembre.
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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2500/139. Stoccolma, 13 settembre 1917, ore 18,20 (per. ore 13 del 14).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1515 (1). Se è indubbiamente eccessivo ed .ingiusto parlare di ostilità già commesse dalla Svezia, mi sembra altrettanto innegabile che trasmissione dei telegrammi

tedeschi (anche nella versione del Governo svedese p·lena di sottintesi e di inesattezze) costituisce una grave infrazione ai doveri della neutralità e che le Potenze dell'Intesa non solo non la possono lasciar passare inosservata ma devono profittare per ottenere direttamente o indirettamente ritiro del Gabinetto attuale la costituzione di uno nuovo che a differenza dei due precedenti non tenga bordone ai nostri nemici.

Se J:a Svezia, seguendo l'esempio in questa occasione della Svizzera nel caso Hoffmann, provvede da se stessa a tutelare la sua posizione 'tanto meglio, altrimenti conviene farle intendere con un passo ·collettivo che noi non posS'iamo più prestar fede alla sua imparziale neutralità. Non credo che ciò ci esporrebbe a complicazioni gravi e ritengo escluso che la Svezia possa ormai credere a sollecitazioni tedesche per prendere le armi contro di noi. Al contrario si stimolerebbe reazione popolare contro partito conservatore e Germania.

Branting, che ho veduto stamane, giudica situazione come me. Intanto profitta di una riunione del comitato segreto parlamentacre che avrà luogo fra qualche g,iorno per provocare dim'issioni de~ ministero e nomina di una commissione d'inchiesta e spera d'intendersi a tal uopo coi capi liberali i quali però in generale sono timidi.

Può essere che 'il Gabinetto attuale, pur non volendo avere l'aria di dimettersi per l'affare dei telegrammi, si ritiri fra un paio di settimane quando saranno terminate elezioni generali i cui risultati finora noti (circa un terzo) rappresentano un insuccesso del partito conservatore. In tal modo il Gabinetto potrebbe pretendere di ritirarsi per ragion'i di politica interna secondo vaghe promesse fatte dal pres'ldente del Consiglio in occasione delle interpellanze sulla revisione della costituzione. Ex-ministro degli Affari Esteri Wallenberg ha detto di non aver mai saputo che i telegrammi tedeschi in cifra da Buenos Aires passassero dal suo ministero, ma non esclude che qualcheduno dei funzionari di esso lo abbia fatto a sua insaputa contando sull'appoggio di Hammarskjold. Tuttavia non sembra per ora disposto a smentire affermazione contraria del Governo.

(l) Cfr. n. 37, pag. 26.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1232. Roma, 14 settembre 1917, ore l.

Con dispaccio n. 540 del 13 corrente (l) riscontro suo tel. 415 (l) fornendo,le ampi argomenti di risposta per Lord Ceci!. Di questo argomento fo intanto qui presso breve cenno: l) la domanda di parità di trattamento in base alla clausola della nazione più favorita è in massima giusta, ma considerando gli strappi sofferti dai trattati nel periodo della guerra e le nuove necessi,tà

economiche sovrapposte alle finalità del passato sarà bene fare presente che la parità di trattamento richiesta scende anche dall'alleanza nuova e dalla necessità di evitare un nostro indebolimento economico; 2) non può negarsi che per effetto della guerra i rapporti di scambio tra Francia e Inghilterra siano mutati, ma anche i nostri scambi ,con Gran Bretagna sono passivi, tanto più che la situazione va j?iiudicata oltre che sulle C'ifre (di cui al mio dispaccio predetto) anche ed ancora più in base alla diversità economica dei due paesi ed entità normale degli scambi internazionali; 3) anche la situazione degli scambi offre, come giustamente osserva ,codesta ambasciata, argomento a favor nostro, circa il quale in attesa del mio dispaccio succitato potrà fornirle utili elementi il Commendatore Conte; 4) se poi dal confronto del commercio italo-inglese e franco-inglese passiamo a considerare lo stato generale degli scambi nostri e della Francia con l'estero, trov:iamo che la nostra posizione, tenuto conto del diverso sviluppo economico, non è in alcun modo più favorevole di quella della Francia; 5) il ministero del Commercio ricorda che quando Imperiali o chi per lui si intrattenne con De Bunsen sottosegretario di stato per gli affari esteri circa il divieto annunziato da Lloyd George a nostra domanda, quel rappresentante inglese assicurò l'Italia che avrebbe goduto trattamento pari alla Francia. Nè da aUora fatti nuovi sono intervenuti che autorizzino l'Inghilterra a modificare le sue promesse; 6) differenza trattamento fra Italia e Francia farebbe anche impressione su opinione pubblica italiana già allarmata.

Nel caso V. E. ritenga opportuno rispondere subito potrà valersi quando le perverrà del mio dispaccio succitato.

Non occorre aggiungere quanto sia necessario ag~re efficacemente essendo pericoloso e dannoso accettare anche in via eccezionale proposta differenza trattamento tra Francia ed Italia ammettendo così un princi1pio che potrebbe poi avere altre e più estese applicazioni. V. E. potrà anche annunziare R. Governo studierà quali siano merci oltre seta per cui si chiede libera ammissione cercando per altro anche per giusto riguardo interessi inglesi Hmitarle minimo consentito da imperiose esigenze economiche nazionali.

(l) Non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3406/941. Pietrogrado, 14 settembre 1917, ore 8,30 (per. ore 12,50).

10 settembre.

A nome Governo Kerenski ha emanato seguente manifesto: • Giorno 8 settembre generale Korniloff mi ha mandato n deputato alla Duma Vladimiro Lvof esigendo che gli fosse trasmesso dal Governo provvisorio pieno potere civile e militare e che egli a suo talento formerebbe un nuovo ministero per governare il Paese. I pieni poteri effettivi del deputato Lvof di fare

una simile p!"oposta furono confermati dal generale Korniloff ·in una conversazione con me. Considerando nell'espressione di questa esigenza rivolta per mio mezzo al Governo provvisorio, un des1derio di alcuni circoli della società russa di valersi della grave situazione del paese per stabilirvi un Governo contrario alle conquiste della rivoluzione, il Governo provvisorio ha ritenuto necessario: per il saJ.vamento della patria, della libertà e del regime repubblicano di conferirmi pieni poteri per prendere celeri e decisive misure per troncare alla radice ogni tentativo di attentare al potere supremo dello Stato ed ai diritti conquistati dai cittadini colla rivoluzione. Tutte le misure indispensabili per la tutela dell'ordine in paese vengono prese da me e di queste misure a suo tempo verrà informata la popolazione. Nello stesso tempo ordino: l) al generale Korniloff di trasmettere la sua carica di comandante supremo al generale Klembowski comandante ·in capo del fronte nord che guarda le vie di Pietrogrado. Il generale Klembowski prenderà provvisoriamente il Comando Supremo rimanendo a Pakow. 2) Dichiarare la cHtà e il distretto di Pietrogrado in istato d'assedio con applicazione delle norme sullo stato d'assedio contenute nel codice delle leggi volume 2° ecc.

Invito tutti i cittadini alla più completa calma ed al mantenimento dell'ordine indispensabile pel salvamento della patria; tutti i componenti dell'·esercito e la flotta invito alla esecuzione del loro dovere di difensori della patria contro il nemico esteriore •.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1240. Roma, 14 settembre 1917, ore 16.

Suo telegramma n. 201 (1).

Ministero Colon·ie ha telegrafato al Governatore della Tripolitania quanto segue: • Alto Commissario accetta sostanzialmente proposta di questo ministero proponendo iniziale discussione offkiosa amichevole. Sarebbe pertanto opportuno V. E. desse istruzioni Governo di Bengasi provocare amichevole discussione di un ufficiale italiano con un rappresentante nuova amministrazione frontiera egiziana per vedere a quali pratiche conclusioni si possa ~iungere salvaguardando nostro prestigio e senza provocare nuove discussioni con Idris Senussi. Articolo primo accordo Talbot Idris 14 aprile parla non di passaporti ma di semplici dichiarazioni rilasciate da Idris ai sol'l indigeni che si recano Salurn per rifornimenti dichiarazioni la cui formula dev'essere data dal Governo britannico. Senza quindi sopprimere nome di Idris si potrebbe trovare modo di conciliare tutte le esigenze •.

Pregola ripetere penultima frase suo telegramma n. 201 dalla parola

• tale , alla parola • ufficiale , .

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2493/22. Parigi, 14 settembre 1917, ore 23,35 (per. ore 4,25 del 15).

Governo francese da circa due mesi ha sospeso senza avviso sua sovvenzione al Montenegro. Richiesto della ragione del ritardo ha risposto ora che tale sospensione era motivata dalla necessità di appurare con l'Inghilterra la contabilità rrelativa al Montenegro. Incaricato d'affari inglese assente non ha potuto accertare il fondamento dei motivi addotti da Governo francese. Presidente del Consiglio montenegrino teme trattarsi di un pretesto per porre sempre in maggiore imbarazzo rre Nicola. Popovitch mi ha pregato nello stesso tempo sollecitare nostra sovvenzione per settembre e fissare possibilmente una data mensile.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2509/328. Atene, 14 settembre 1917, ore 6,15 (per. ore 11,55 del15).

Mio telegramma n. 324 (1).

Ecco il testo della risposta datami da Politis a nome di Venizelos:

• Le Président du Conseil des Ministres m'a transmis la lettre que vous avez t>Ien voulu lui adresser le 25 Aout-7 Septembre pour le prier au nom du Baron Sonnino de vouloir bien examiner si l'envoi à Corfou d'un Général italien ne risquerait pas d'etre une source de difficultés.

J'a1 l'honneur de vous communiquer la réponse du Gouvernement royal: conformément à la décision prise à la conférence de Paris "France Grande Bretagne Italie pourront conserver pendant la durée de la guerre une base navale et militaire à Corfou et le Gouvernement hellénique n'a absolument aucune objection au maintien de cette base". Ma'ls il a été décidé au meme temps à Paris qu'il est" entendu que l'ile entière restera sous la souverainété de tla Grèce ". En conséquence le Gouvernement hellénique a décidé d'envoyer à Corfou le Général de division Moscopulos comme Gouverneur militaire de l'Ep'ire et de Corfou pour présider dans ces provinces à la réorganisation des troupes helléniques qui vont dès maintenant etre portées à des contingents considérables par suite de l'appel des classes 1916, 1917 et des réservistes non exercés des classes précédentes.

Le Général Moscopulos arrivé à Corfou depuis trois jours à déjà pris possession de son nouveau poste. Le Gouvernement hellén'ique estime que le grade du Général Moscopulos ne saurait à aucun titre créer des difficultés dans ses rapports avec le commandant des détachements alliés dans l'ile car l'armée grecque considère aujourd'hui les troupes françaises et ita1iennes se trouvant à Corfou comme de précieux alliés.

Le Gouvernement Royal est au contraire persuadé que la présence à Courfou d'un offic'ier généra.l grec supérieur en grade à ses collègues français et italiens, loin de pouvoir etre une source de difficultés offrira la meilleure garantie pour le maintien entre les .troupes grecques et italiennes des rapports de confiance et d'harmonieuse collaboration qui doivent ex.ister entre les alliés engagés dans une lutte commune de l'importance... (l) par la présente guerre. D'ailleurs le choix du Gouvernement hellénique à été précisément déterminé par les hautes qualités qui distinguent Moscopulos et gràce auxquelles il pourra assumer avec un succès certain la misS'ion à lui confiée.

Le Gouvernement royal est convaincu que le Baron Sonnino voudra bien reconnaitre le bien fondé des observations exposées ci-des:sus •. Prego significarmi se e come debba rispondere.

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2505/140. Stoccolma, 14 settembre 1917, ore 17 (per. ore 14,20 del 15)

Giornale liberale Da.gensuyheter ha pubblicato ieri un telegramma del suo corrispondente da Parigi in cui s'i riferisce una notizia del Petit Parisien secondo cui nei circoli diplomatici di Roma si parlerebbe di una rottura diplomatica fra l'Italia e la Svezia per l'affare dei telegrammi ritenendo il R. Governo pericolosa la presenza in Italia di una persona svedese che informa i nemici sulla nostra situazione politica e militare. Ho creduto agire secondo lo spirito del telegramma di V. E. Gab. 1515 (2), profittando di una vista che ho fatto ieri stesso per altre ragioni al segretario generale di questo ministero Affari Esteri, per dirgli, a titolo affatto personale, che mancavo bensì di qualsiasi 'istruzione, ma ritenevo che R. Governo non aveva ragioni di prendere rispetto all'affare in questione nessuna iniziativa e nessun atteggiamento che si differenzi da quello degli alleati tanto più che il ministro di Svezia a Roma è persona la cui correttezza e simpatia del nostro paese sono superiori ad ogni sospetto.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 37, pag. 26.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 3787/1247. Parigi, 14 settembre 191 7.

Facendo seguito al mio telegramma gabinetto n. 278 (l) d'ieri, ho l'onore di trasmettere, qui unito, a V. E. il testo francese della nota rimessa dal Capo dello Stato Maggiore Generale russo agli addetti militari alleati (2) e quello della nota del Ministero francese degli Affari Esteri che l'accompagnava.

ALLEGATO.

RIBOT A SALVAGO RAGGI

Parigi, 12 settembre 1917.

Le Général en chef de la Mission Militaire française en Russie a rendu compte qu'il a été convoqué le 9 Septembre à 3 heures, avec ses collègues anglais et italien par le Chef d'Etat Major Général Russe qui, après quelques mots sur les dangers extrèmes de la situation et en les priant de taire son nom, les a invités à transmettre à leurs Gouvcernements les renseignements contenus dans une note dont le résumé est ci-joint en copie: il a fait ressortir la nécéssité pour les Gouvernements Alliés, d'insister auprès du Gouvernement provisoire pour qu'il acoepte, dans l'intérèt commun, 1es demandes du Général Commandant en ChEf Russe faute de quoi le guerre deviendra impossible. Il a ajouté que le Général Korniloff avait assuré le Gouvernement provisoire qu'il était sans ambition personnelle et que son seul désir était de vok se former un Gouvernement fort, représentant l'ensemble du pays pour sauver la Russie et la liberté nouvelle conquise.

Le Président du Conseil a l'honneur de transmettDe ci-joint, selon la demande de so n auteur, à l' Ambassade Royale, la communication faite aux Généraux alliés, communication dont l'origine doit rester secrète.

Pour éviter un retard possible de transmission, le Général Janin a demandé qu'elle fiìt portée à la connaissance du Gouvernement italien par les soins du Gouvernement français.

67

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, E AI MINISTRI DELL'INTERNO, ORLANDO, DELLA GUERRA, GIARDINO, DELLA MARINA, DEL BONO, DELLE ARMI E MUNIZIONI, DALLOLIO, E SENZA PORTAFOGLIO, COMANDINI.

T. 12574. Roma, 15 settembre 1917, ore 16.

Facendo seguito al m'lo telegramma del 4 corrente n. 167 (3) mi pregio informare V. E. che il Signor Benes ha consegnato a questo Ministero un memo

riale di cui allego un estratto, contenente varie domande sia riguardo gli internati civili, sia rigua!'do i prigionieri di guerra. Gli è stato risposto che il ministero degli Esteri non intende entrare in particolari, la determinazione dei quali compete esclusivamente ai Ministeri dell'Interno e della Guerra per la parte a ciascuno spettante, e gli fu espressamente confermato quanto già gli fu detto secondo risulta dal citato mio telegramma.

Osservo che erroneamente il Signor Benes parla di trattative tra il Governo Italiano ed il Consiglio nazionale czeco-slovacco. Non può essere questione di altro che di concessioni da parte nostra.

Sarò grato a V. E. di farmi conoscere le sue determinazioni prima di renderle definitive, perché io possa esprimerle il mio modo di vedere.

ALLEGATO.

BENES A SONNINO

9 settembre 1917.

Le questioni che, in nome del Consiglio Nazionale dei Paesi czechi, desidererei risolvere in Italia sono quelle che sono state già in tutto od in parte risolte in Francia, Inghilterra ed in Russia.

INTERNATI CIVILI.

Desidereremmo dalle Autorità Italiane una decisione per la quale gli czecoslovacchi fossero considerati come cittadini di una nazione amica. In base a tale decisione tutti gli czeco-slovacchi che si trovano in Italia dovrebbero essere liberati a condizione:

a) che provino di essere di nazionalità czeco-slovacca; b) che il Consiglio Nazionale dei Paesi czechi riconosca che essi appartengono a questa nazionalità; c) che il Consiglio Nazionale, in seguito a minuziose investigazioni rilasci una Carta di identità e di nazionalità significante che esso si rende interamente garante della persona e ne assume la responsabilità; d) in seguito a tale procedura, le Autorità Italiane rimetteranno in libertà gli czeco-slovacchi sottomettendoli alle stesse leggi cui devono ubbidire gli altri stranieri in Italia.

Da simili norme sono regolate le condizioni degli czeco-slovacchi in Francia ed in Inghilterra.

PRIGIONIERI DI GUERRA.

Il principio che il Consiglio nazionale dei Paesi czechi vorrebbe vedere applicato nel progetto di Istituzione di reparti czeco-slovacchi in Italia sarebbe il seguente:

l) I reparti czeco-slovacchi in Italia sarebbero sotto l'alto comando italiano. Essi sarebbero considerati come una parte del movimento della liberazione del popolo czeco-slovacco conformemente al programma del Consiglio Nazionale dei Paesi czechi.

2) II diritto di reclutare e organizzare questi Reparti apparterrebbe unicamente al Consiglio Nazionale, d'intesa colle Autorità Italiane.

3) Organo 8Uperiore dei reparti, dal punto di vista politico e nazionale sarebbe il Consiglio Nazionale che si appoggerebbe dal punto di vista esecutivo sull'Italia.

4) Le truppe czeco-slovacche presterebbero giuramento al popolo czecoslovacco, rappresentato dal Consiglio Nazionale.

5) Gli ufficiali sarebbero czeco-slovacchi. I posti per i quali gli czecoslovacchi non hanno ufficiali adatti sarebbero occupati in principio da italiani; la nomina degli ufficiali czeco-slovacchi è fatta dal Consiglio Nazionale e controfirmata dalle Autorità Italiane; la nomina degli italiani è fatta dalle Autorità Italiane d'intesa col Consiglio Nazionale. Gli ufficiali delle altre Nazioni Alleate possono essere ammessi soltanto di comune accordo.

6) I reparti saranno designati come esel'cito Nazionale czeco-slovacco, le uniformi porteranno gli emblemi czeco-slovacchi. 7) Dal punto di vista militare (strategico e tattico) i reparti sarebbero subordinati alle Autorità Italiane. 8) Gli obblighi militari dei soldati arruolati cesserebbero soltanto in virtù di una decisione del Consiglio Nazionale.

9) Tutte le spese necessarie alla creazione dei Reparti sarebbero coperte dal Governo Italiano sotto forma di prestito, che ,sarebbe pagato o dal futuro Stato czeco-slovacco, o, secondo le decisioni che saranno prese in proposito alla conferenza della pace.

10) I reparti czeco slovacchi non sarebbero impiegati al fronte italiano. LR decisione circa il loro impiego, dovrebbe essere presa d'accordo tra le Autorità Italiane competenti ed il Consiglio Nazionale czeco-slovacco.

Questi principi -salvo il 10" -sono stati applicati in Francia ed in Russia. È stato anche elaborato un progetto di reclutamento che è assolutamente volontario.

Per quei soldati czeco-slovacchi che si dichiarano volontari e sono riconosciuti inabili o riformati, è stato elaborato un contratto col Ministero francese degli Armamenti secondo il quale essi diventano operai liberi e vengono impiegati nelle fabbriche di munizioni. Si potrebbe fare lo stesso in Italia.

Con l'istituzione dell'esercito czeco-slovacco in Italia, si potrebbe avere in pochissimo tempo un corpo di 15.000 soldati. Sarebbe evidentemente una manifestazione lampante di mutua simpatia, mostrerebbe l'Italia come liberatrice della Boemia, darebbe un colpo terribile all'Austria e darebbe una gran forza contro l'Austria ai nostri compatrioti in guerra.

(l) -Cfr. n. 58, pag. 38. (2) -Non si pubblica. (3) -Cfr. n. 8, pag. 6.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA E ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1555. Roma, 15 settembre 1917, ore 22.

(Per tutti) Capo di Stato Maggiore Marina significa quanto segue:

• Attualmente il rifornimento della 35a Divisione italiana dell'Esercito d'Oriente deve essere fatto per la via di Salonicco e richiede contlnuo impiego di abbondanti piroscafi che generalmente non possono, pel loro dislocamento, approfittare del Canale di Corinto; obbliga a lungo e pericoloso percoTso e richiede abbondante scorta nonché grande consumo di combustibile che, in questi momenti devesi cercare di evitare. L'usura che l'intenso serviZIO dt scorta porta all'esiguo nostro naviglio sottile renderà fra breve necessario di rinunziare alla scorta deJle navi dirette a Salonicco e viceversa, coi gravi inconvenienti ch'è facile immaginare.

S'impone, pertanto, la necessità di escogitare espedienti perché siano sottratti alla navigazione quei percorsi che possono eseguirsi per via di terra, ed io ritengo che una buona e necessaria soluzione sarebbe rappresentata dall'avviare i rifornimenti destinati alla 35a Divisione per la via di Santi Quaranta, rinunziando in massima a quella di Salonicco, come già hanno fatto i Francesi in favore della via di Itea.

Ma perché la via di fornimenti di Santi Quaranta possa dare il suo massimo rendimento occorre che il Comando dell'Esercito d'Oriente sposti la 35a Divisione ital'lana all'estrema ala sinistra del fronte Macedone. E poiché tale spostamento, oltre ad essere approvato dal Comando Supremo del nostro Esercito, è da esso giudicato utile anche per altre consideTazioni di indole strategico-tattiche, presi gli accordi col predetto Comando Supremo, prego

V. E. di volersi compiacere esperire le pratiche intese a raggiungere lo spostamento della 35a Divisione all'estrema ala sinistra dell'Esercito di Oriente, potendo risultare talvolta impossibile U suo rifornimento ".

(Per Parigi) Prego informare di quanto precede questo Governo ed ottenere siano date istruzioni al Comando dell'EsercHo d'Oriente di consentire che la 35a Divisione italiana sia spostata all'estrema ala sinistra del fronte macedone.

(Per Comando Supremo) Telegrafo subito al R. ambasciatore a Parigi perché ottenga dal Governo francese che siano date istruzioni al Comando dell'Esercito d'Oriente di consentire che la 35a Divisione italiana sia spostata all'estrema ala sinistra del fronte macedone.

L'azione del R. ambasciatore sarà però più efficace se la E. V. vorrà appoggiarla spiegando alle autorità militari frances·l le ragioni che camigliano il provvedimento.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2512/143. Stoccolma, 15 settembre 1917, ore 18,35 (per. ore 14 del 16).

Telegramma di V. E. n. 1531 (1).

Nulla risulta finora né a me né ai colleghi alleati di un congresso da tenersi qua dalle varie nazionalità austriache aventi aspirazioni irredentiste. Ministro di Romania mi ha assicurato di non aver trasmesso nessuna informazione in proposito al suo Governo e si domanda se Bratianu non ha semplicemente intrattenuto Fasciotti di un suo progetto.

(l) Cfr. n. 44, pag. 29.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2525/144. Stoccolma, 15 settembre 1917, ore 18,35 (per. ore 18,30 del 16).

Le varie comunicazioni che V. E. mi ha fatto circa incidente dei telegrammi mi dimostrano che le impressioni ed i giudizi dei Governi alleati sono molto difformi e riposano su apprezzamenti de1la situazione politica della Svezia alquanto diversi dal mio che concorda almeno nelle grandi linee con quello dei colleghi alleati. È anzitutto inesatto considerare ta>le incidente come fatto isolato. Esso non è invece che un episodio della politica di neutralità benevola verso la Germania che 'i due Gabinetti conservatori svedesi vanno praticando e che io da oltre due anni ho denunziato a V. E. Di tale politica noi abbiamo avuto indizi e prove, ma ignoriamo ancora certamente molti fatti. È illusorio sperare che essa cessi finché Gabinetto attuale od un altro che gli somigli detenga il potere. Se noi vogliamo che per la continuazione della guerra Governo svedese smetta di essere complice più o meno larvato de'i nostri nemici dobbiamo ottenere cambiamento di politica mediante costituzione di un ministero democratico e di un ministero di coalizione in cui democratici possano esercitare preC'lso e continuo controllo. Cavilli del comunicato ufficiale svedese (che Hammarskjold è stato appositamente chiamato a redigere) provano che questo Governo, anziché riconoscere lealmente suo grave torto e a ripararlo, non si è preoccupato se non di modificare ancora una volta opinione pubblica all'interno ed all'estero nella sp€ranza di poter continuare il suo giuoco indisturbato. Come già ho rilevato, H momentaneo allontanamento del segretario generale non migliora affatto la situazione perché chi lo sostituisce è p·iù pedcoloso germanofilo di lui. Nemmeno l'isolato ritiro del ministro Affari Esteri è tale garanzia sufficiente perché (a differenza del Consiglio federale svizzero in cui tutte le nazionautà e tutti i partiti sono rappresentati) il Gabinetto attuale è interamente conservatore ed il presidente del Consiglio spiccatamente germanofilo. Sebbene la probabil'ità di un intervento armato militare della Svezia accanto agli Imperi Centrali, che io ho sempre considerata come minima, sia ora affatto nulla, io comprendo che conviene agire colla massima circospezione e ponderare maturamente misure da prendere. Sarebbe certamente contrario ai nostri interessi provocare rottura delle relazioni diplomatiche colla Svezia o anche il semplice richiamo dei ministri perché ciò non farebbe se non ac>crescerre libertà d'azione di questo Governo, mentre la Svezia rimane necessariamente la nostra via d'i comunicazione colla Russia e la via di comunicazione colla Germania. Riterrei pericoloso anche ritirare alla Svezia il privilegio di co,rrispondere in cifra con le sue rappresentanze diplomatiche perché ciò potrà provocare rappresaglie che ci colpirebbero più del.la Svezia e ci esporrebbero ad un conflitto di difficile componimento. A nno avviso la sola co::;a oppor

tuna sarebbe che, se tra una diecina di giorni questo Gabinetto non si è dimesso riconoscendo che lo scandalo dei telegrammi .impone il suo ritiro, noi presentiamo al Governo svedese, pubblicandola ·Contemporaneamente, una protesta in cui riassumiamo tutti gli appunti che abbiamo da formulare contro la neutralità tutt'altro che imparziale dei Gabinetti conservatori e specialmente contro la trasmissione dei telegrammi ;in cifra tedeschi, lasciando intendere che finché tale stato di cose dura la Svezia dovrà subirne conseguenze. Questa procedura, che ha dato già ottimi effetti nel caso della chiusura del passaggio di Kogrund, non presenta nessun pericolo perché noi non formuleremmo alcuna domanda precisa e servirebbe ad ·illuminare completamente l'opinione pubblica svedese sulla parzialità della politica estera del Governo e su quello che noi ne pensiamo. Tale protesta sarebbe a mio avviso necessal'Ìa per chia:dre situazione anche ove noi venissimo a sapere che il Gabinetto attuale è deciso a dimettersi in seguito al risultato delle elezioni che vanno male per il partito conservatore. Tale soluzione è molto probabile e lo stesso giornale liberale Dagens Nyhete1· sembra ora preconizzarla. Ma in tal caso il nostro silenzio manterrebbe l'equivoco e darebbe forse modo al re di costituire un nuovo Gabinetto extra parlamentare 11 quale, pur facendo le necessarie ·concessioni di politica interna non sarebbe obbligato a inaugurare per la politica estera quella nuova via che siamo in diritto di esigere. Ove Governi alleati convenissero nella idea di presentare una protesta collettiva sarebbe più pratico che i miei colleghi aLleati ed io (che abbiamo meglio presenti tutte le circostanze di questa situazione) fossimo inca:dcati di redigere uno schema e sottoporlo ai nostri Governi.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3447/951. Pietrogrado, 15 settembre 1917, ore 21 (per. ore 16 del 17).

Con maggioranza 207 voti contro 116 e 51 astenuti consiglio operai e soldati di Pietrogrado ha adottato mozione massimalista reclamante dichiarazione Repubblica democratica, abolizione immediata proprietà fondiarie e rimessa delle terre ai comitati dei contadirri, controllo operai delle imp·rese industriali e nazionalizzazione delle industrie più importanti, annullamento accordi segreti ed immediata proposta a tutti i popoli di una pace democratica; mozione 'reclama inoltre soppressione pena capitale e riconoscimento della rivendicazione della Finlandia e Ucraina. Suddetta mozione massimalista è stata presentata in seno comHato esecutivo di tutti Soviet che l'ha respinta con 215 voti contro 114.

72

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, MACCHIORO VIVALBA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 15117. Ginevra, 15 settembre 1917.

Mi onoro di trasmettere all'E. V., per Sua notizia, l'unito rapporto concernente gli intrighi tedeschi in !svizzera a favore della pace.

P. S. -Copia del presente rapporto è stata trasmessa alla R. Legazione in Berna.

ALLEGATO.

INTRIGHI TEDESCHI IN !SVIZZERA A FAVORE DELLA PACE

L'azione dei tedes~hi nei Paesi neutri e particolarmente in !svizzera, è ormai costantemente orientata verso l'idea della pace. I coefficienti dell'azione si basano:

a) sul clero cattolico; b) sull'alta finanza (esclusi i grandi industriali, che realizzano considerevoli guadagni nelle forniture di guerra e che non hanno alcun interesse all'avvento della pace); c) sui socialisti (che si servono del miraggio della pace per acuke il malcontento delle classi povere).

* * *

Per quanto riguarda l'azione esercitata sul clero, occorre tener presente che la stampa cattolica svizzera, dopo la trasformazione forzata del Courrier de Genève che si era mostrato troppo favorevole alla causa degli Alleati, è ormai tutta in mano ai tedeschi e rispecchia fedelmente le vedute dell'Erzberger, dello Spahn (noti leaders del Centro Cattolico) nonché del Bachem, proprietario della Kolnische Volkszeitung di Colonia.

I principali giornali che si ispirano al clericalismo germanofilo, sono, per ordine d'importanza: il Zilrcher Neueste Nachrichten, di Zurigo il cui principale collaboratore è il noto Baumberger; a San Gallo, l'Ostschweiz; a Lucerna, il Vaterland ed infine a Friburgo, le Freiburg Nachrichten e la Liberté.

L'Abbazia d'Einsiedeln è divenuta, dall'inizio della guerra, un vero covo d'intrighi. Ad Einsiedeln si incontravano spesso, nell'Aprile scorso, Erzberger e von Bi.ilow; e nella stessa epoca il Dr. Spahn iniziava la sua campagna pacifista. Ad Einsiedeln è stato il famoso von Gerlach ed il non meno famoso capo dei Gesuiti Mons. Ledochowski. Mons. Tommaso Bossart, abate benedettino di Einsiedeln, è stato ed è tutt'ora in istrette relazioni col Cardinale Arcivescovo di Colonia.

I maneggi hanno poi continuato in varie altr'e parti della Svizzera.

Così, a Coira, nel mese scorso, si è avuto notizia di una importante ;riunione, indetta a quanto sembra da Mons. Ledochowski, alla quale avrebbero partecipato vari prelati tedeschi, austriaci ed italiani. Si sono fatti i nomi di Mons. Marchetti, di Mons. Celestin (bavarese) e del noto von Gerlach.

Non è impossibile che da tale riunione sia partita l'ispirazione della nota papale.

Malgrado la nota del Pontefice non abbia incontvato l'approvazione dei Paesi Alleati, l'azione negli ambienti cattolici continua.

Proprio in questi giorni il Principe di Schoenburg, che dimorava al Bernerhof di Berna, partito improvvisamente per Zurigo, ove avrebbe avuto una lunga conferenza con dei noti personaggi accreditati presso il Vaticano. Si tratterebbe degli ex Ministri di Prussia e di Baviera presso la Corte papale. Nel pomeriggio di martedì 11 corrente, il principe di Schoenburg, dopo la confe:renza, sarebbe ripartito immediatamente per la Germania.

* * *

Per quanto riguarda l'azione nel campo finanziario, la presenza contemporanea in !svizzera di Rosenberg (il noto banchiere austriaco) che dimora generalmente a Zurigo; del suo socio Bettelheim, che abita a Losanna; e del noto banchiere tedesco Lowengard, pure a Losanna; coadiuvati dal noto Marx, di Mannheim (a Berna) che deve la sua notorietà al noto affare Duval (BonnetRouge); e da uno stuolo di finanzieri austro-germanici, per la maggior parte stabiliti a Parigi, prima della guerra, basterebbe a dare un'idea della vasta attività austro-germanica in questo campo.

Rosenberg, che dirige le operazioni, ha le fila di una vasta trama d'i:nteressi che vanno dalla speculazione al collocamento ed al contrabbando dei titoli rubati dai tedeschi nelle regioni invase. Egli si sposta continuamente dall'una all'altra città della Svizzera e viene spesso a Ginevra ove discende, a volte all'Hotel National, a volte all'Hotel de l'Ecu. Ha avuto colloqui e conferenze con finanzieri svizzeri, anche ginevrini (si è fatto il nome di Darier, Presidente, e di Chenevière, membro del Consiglio d'Amministrazione dell'Union Financière) i quali, per la maggior pa,rte, hanno forti capitali impegnati in Austria e in Germania.

Il banchiere Marx, di Mannheim, è il fiduciario della Legazione germanica a Berna. A lui vengono indirizzate tutte le persone che debbono riscuotere delle somme dalla Germania. E così il Duval, del Bonnet-Rouge, cui venne sequestrato il noto chèque di 60.000 franchi, non ricevette lo chèque dal Marx, ma la somma in contanti. Consegnata la somma alla Banque Fédérale, egli emise uno chèque su Parigi, che fu quello che poi gli venne sequestrato.

A Ginevra, occorre tener presente la losca attività del banchiere Eliseo Lemann di Francoforte, già domiciliato a Parigi, in istretta relazione col tenente \Vehrle, addetto a questo Consolato di Germania. Anche il Lemann si occupa principalmente della compra-vendita di titoli. Era, e forse lo è tuttora, in relazione con l'ex Ministro Caillaux, dal quale riceveva dei telegrammi, quando era ancora domiciliato alla Pension Sylvana e cioè nello scorso mese di Maggio.

* * *

Quanto all'azione germanica nel campo socialista, essa è certo più difficile ad analizzare perché sfugge generalmente all'esame. Basterà però rammentare l'agitatore antimilitarista Munzenberg, il quale pur vantandosi di non aver risposto alla chiamata alle armi e di essere considerato come renitente, ha potuto attraversare la Germania, per recarsi a Stoccolma, e far poi ritorno in !svizzera, senza la minima noia da parte delle autorità militari del suo paese. Il Munzenberg, che dimora a Berna e che è violentissimo nella sua campagna antimilitarista, non è evidentemente che uno strumento della politica germanica.

Così pure il cittadino francese Henri Guilbeaux, fondatore della rivista Dcmain, del giornale La Nouvelle Internationale e attualmente collaboratore del giornale pacifista, ispirato da von Biilow, che è recentemente uscito a Ginevra sotto il nome di Paris-Genève.

Il Guilbeaux è un esponente notorio della propaganda tedesca per la pace, ed ha dovuto, qualche giorno fa, sostenere un violento contraddittorio con alcuni

compagni di fede, che lo accusavano pubblicamente di essere al servizio della

Germania. La polizia non attende che un'occasione per arrestarlo.

Degno compagno e collaboratore del Guilbeaux è il sedicente anarchico olandese De Spengler editore del Pa1·is-Genève. In relazione coi più noti anarchici di questa città, lo Spengler frequentava assiduamente, fino a qualche tempo fa, le loro riunioni.

Mal visto nella stampa locale perché già accusato di truffa egli ha cessato ogni attività nel campo anarchico quando, mentre esso era ancora in gestazione, gli venne offerta la collaborazione al nuovo giornale che, sovvenzionato in parte dal milionario Hartmann, in parte dai tedeschi, è stato lanciato con una mirabolante larghezza di mezzi.

* * *

E frattanto von Bethmann-Holwegg, si trova a Ragaz. Von Bulow è a Berna; il barone Giskra, l'ex Ministro d'Austria Ungheria all'Aja viaggia tra Zoug e Brunnen; Golouchowski è di nuovo in !svizzera, e precisamente ad Interlaken. Sustercitch, leader degli Sloveni clerLcali austriaci è a Lucerna e a Brunnen. Il principe di Hohenlohe e il principe Schoenburg-Hartenstein a Lucerna. In !svizzera si trovano anche Wenkhelim, Wolff-Metternkh e Pukler. E' una ve11a invasione.

Ma tutta questa gente lavora e lavora attivamente. Non è lecito supporre che mentre il loro Paese attraversa l'ora più grave della sua esistenza, questi personaggi vengano in !svizzera in villeggiatura.

La loro azione è coadiuvata da un vero esercito di impiegati di agenti e di sotto-agenti.

Qualcuno dei numerosi uffici tedeschi a Berna possiede un personale di 200 a 250 impiegati. Ed in quella sola città essa occupa, com'è noto: l'Hotel Manopole, l'Hotel Métropole, l'Hotel Moderne, l'Hotel Rastkeller (Rue de la Justice) e la Pensione Hortensia (Effingerstrasse).

E non siamo ancora alla fine.

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IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3440/209. L'Aja, 16 settembre 1917.

Sono informat<> che con lettera dell'8 corrente comitato esecutivo questa organizzazione centrale per pace durevole si è ,indirizzato a V. E. per partecipare R. Governo che 15 ottobre prossimo e giorni seguenti quella organizzazione riunirà a Berna sue commissioni studio e chiedere sia 11ilasciato passaporto ai sudditi italiani che saranno invitati quella riunione.

Riferendomi giudizi espressi vari rapporti, ultimo dei quali n. 491 del 27 dicembre 1915, ditrò che questa organizz·azione 'PUÒ così definirsi: • Gente bene intenzionata ma poco pratica poco ser:ia e talmente desiderosa mantenere neutralità e venire a conclusione pace a qualunque costo che finisce per mostrarsi parziale pei nostri nem~ci. Sono noti sentimenti germanof.ili colti fra i più influenti suoi membri •.

Per questo sarei di avviso R. Governo non doVTebbe 'incoraggiare facilitare partecipazione italiani Berna. Miei colleghi di Inghilterra, Francia e Belgio hanno dato stesso avviso rispettivi Governi.

5 -Documenti dir>Lomatici -Serie V -VoL IX

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IL MINISTRO A CITTA DEL MESSICO, MARTIN FRANKLIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 843/143. Messico, 16 settembre 1917.

La R. Ambasciata in Washington avrà segnalato a V. E. la pubblicazione fatta dal Segretario di Stato signor Lansing di una corrispondenza tra il Ministro di Germania in Messico ed il Segretario per gli Affari Esteri del tempo, Signor Zimmermann, dalla quale risulta che il signor Folke Cronholm, Incaricato d'Affari di Svezia al Messico, avrebbe servito d'intermediavio per la corrispondenza tra quel Ministro di Germania ed il Gabinetto di Berlino.

Quando io arrivai al Messico, il signor Cronholm aveva cessato da qualche mese le sue funzioni, ma mi fu effettivamente riferito da alcuni colleghi dell'Intesa che vi era fonda,to sospetto che durante il tempo della sua missione egli avesse reso dei servizi alla Legazione di Germania. Il Cronholm del resto godeva di una cattiva reputazione da tutti i punti di vista, dedito al bere ed alle facili avventure, lo si diceva anche capace di indelicatezze. Una distinta famiglia messicana gli aveva dato un suo villino per alloggio durante il periodo rivoluzionario perché la casa fosse così protetta. Ma mentre altri Ministri avevano profittato con discrezione di offerte analoghe il Cronholm non solo non aveva pagato nessun affitto e nemmeno il salario dei domestici, ma aveva usato ed abusato di un automobile del proprietario rovinandolo completamente ed aveva bevuto tutti i prelibati vini della cantina!

Queste indelicatezze e la vita indecorosa del CronhoJm furono probabilmente le cause che indussero il Governo svedese a sostituirlo con un altro Incaricato d'Affari, il signor Cari Gotthard Gylfe Anderberg che arrivò qui il 24 febbraio u.s. Si dice anzi che n Oronholm fosse stato licenziato del tutto dal servizio diplomatico. Dopo la sua sostituzione egli continuò a rimanere in Messico pure annunziando sempre come ,imminente la sua pavtenza. Egli non frequentava affatto né il Corpo Diplomatico, né il mondo ufficiale, né la buona società messicana, ma era sempre visibile nei bars della capitale in stato più o meno avanzato di ebbrietà. In questi giorni è sparito e si dice si sia imbarcato a Veracruz su un piroscafo spagnuolo.

Sul conto del suo successore Signor Cari Gotthard Gylfe Anderberg finora non si è detto nulla. Egli era in cattivissimi termini col Cronholm e desiderava molto la sua partenza. Certo egli frequenta di preferenza i diplomatici tedeschi, mentre il Ministro di Norvegia preferisce la compagnia dei Diplomatici dell'Intesa; ma Questi precisamente non manca mai di dire che H nuovo collega scandinavo è una persona dabbene aliena da intrighi. Dà soprattutto l'impressione di una persona del tutto insignificante, e che potrebbe anche in buona fede, lasciarsi influenzare del Ministro di Germania. Da quando sono state pubblicate le rivelazioni del signor Lansing il Signor Anderberg apparisce estremamente g€mé Quando incontra uno di noi dell'Intesa (1).

(l) Trasmesso alla Legazione di Stoccolma con foglio n. 44308/117 del 13 novembre.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB, 1560. Roma, 17 settembre 1917, ore 20.

Questa Ambasciata di Russia mi ha comunicato un promemoria così concepito: • Il Governo russo è d'avviso che se l'incidente della Legazione di Svezia in Argentina prendesse un cal'attere acuto ciò potrebbe presentare un ·reale pericolo e spingere la Svezia dalla parte dei nostri nemici. Il Governo russo tiene a fare osservare che una eventuale entrata in lizza della Svezia ricadrebbe esclusivamente sulla Russia e aumenterebbe le difficoltà contro le quali essa deve ora lottare •.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, E PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 1559. Roma, 17 settembre 1917, ore 21,20.

(Per Atene) Telegrammi S. V. Gabinetto n. 328 (l) e 329 (2). (Per Corfù) Ricevo dal R. ministl'o in Atene seguenti due telegrammi: l o -Ecco il testo della risposta datami da Politis a nome di Venizelos:

• Il Plresidente del Consiglio... (come nel telegramma n. 2509/328 di Gabinetto) », 2° -Galanti mi telegrafa quanto segue: • Il Generale Baumann... ecc.

(come nel telegramma Gabinetto n. 2522/329) », Ho risposto al R. Ministro ad Atene come appresso: (Per tutti) Accetto vedute esposte da V. S. su ·Convenienza nostro con

tegno verso Governo Venizelos. Ieri Incaricato d'Affari greco mi fece seguente dichiarazione:

• Ministro degli Affari Esteri ·in una conversazione avuta co!l Conte Bosdari gli ha detto che la missione del Generale Moscopulos non aveva altro scopo che l'esercizio della sovranità della Grecia in vista dell'organizzazione delle forze militari greche e che !ungi dal mettere ostacoli agli sforzi degli Alleati egli era al contrario incaricato di accordare loro tutte le possibili facmtazioni. Il Mini,stro degli Affari Esteri ha autorizzato l'Incaricato d'Affari di Grecia di r~petere nuovamente al Governo italiano ·che il Generale Marro è certo di trovare nella persona del Generale Moscopulos un alleato pronto ad accordargli tutte le facilitazioni di cui avrà bisogno senza rivendicare il diritto di avere il Supremo Comando dei distaccamenti alleati •.

Parmi tutto considerato miglior consiglio non rispondere per ora a lettera di Politis lasciando cadere questione Moscopulos. Gioverà evitare di fatto giorno per giorno a Corfù attriti e questioni di preminenza che sarebbe oggi pericoloso definire in diritto.

(l) -Cfr. n. 64, pag. 43. (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3458/321. Stoccolma, 17 settembre 1917, ore 17,20 (per. ore 11,40 del 18).

Comitato ordinatore conferenza socialista Stoccolma ha pubblicato manifesto in cui si dice di non aver abbandonato idea Conferenza stessa, la quale, impedita ora dal rifiuto passaporti, avrà luogo appena tale ostacolo sarà rimosso. Delegati del Soviet hanno ·constatato che in Inghilterra Francia e Italia classi lavoratrici sono sempre più favorevoli ad una collaborazione del proletariato internazionale a favore d'i una pace giusta e durevole la quale non sacrifichi popoli più deboli ai più forti e gli interessi delle classi lavoratri-ci alla borghesia capitalista. Comitato ordinatore è deciso a continuare la sua azione pubblicando tutti i documenti e i memoriali ricevuti, ed i suoi membri appartenenti agli Stati neutrali cercheranno di precisare deduzioni che se ne potranno trarre. Se organizzazioni ne esprimeranno desiderio, aJ.cuni membri del Comitato si recheranno alla nuova Conferenza dei sodalisti alleati di Londra e ad altri simili convegni per rendersi conto dell'opera loro e dei principi che potrebbero servire di base alla conferenza. Manifesto cerca nascondere sotto rettorica prolissa scacco della conferenza e conclude che le classi •lavoratrici vogliono che questa guerra sia l'ultima, ·che gli Stati si democratizzino, che s'impediscano nuovi conflitti e guerra economica, che si garantisca pace del mondo mediante garanzia legale ed arbitrale.

78

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1254. Roma, 18 settembre 1917, ore 15.

Dai suoi telegrammi 407 (l) e 429 (2) risulta avere V. E. ottenuto 70 milioni di dollari per nostro fabbisogno agosto dei quali 55 subito e 15 per 1rimborsi Governo inglese quando verrà fornito dettaglio. Tenute presenti

precedenti comunkazioni da cui risultano un versamento di 10(} m11lioni in maggio un altro di 60 milioni in luglio si avrebbero in totale 213 milioni che diverrebbero prossimamente 230.

Tali risultati sarebbero però in contraddizione con notizie apparse recentemente sui giornali secondo le quali credito 55 milioni ora apertos-i da Governo americano porterebbe totale 255 milioni. Infatti se ai 160 di cui sopra si aggiungessero 40 di cui hanno parlato giornali tempo addietro ma dei quali ministero Tesoro non rammenta aver avuto notizia si avrebbero coi 55 ora annunziati appunto 255. Prego V. E. 'telegrafarmi esatto ammontare crediti finora aperti in nostro favore.

Circa rimborsi Governo inglese delega,to finanziario Londra ha già fatto insistenti pressioni presso quella Tesoreria. Ministero Tesocr-o fa nuove insistenze valendosi comunicazioni V. E.

(l) -Non pubblicato. (2) -T. 3397/429 del 12 settembre, non pubblicato: Il segretario al Tesoro americano avverte che dei 70 milioni di dollari concessi per il nostro fabbisogno di agosto, 55 sono già a disposizione del R. Governo, mentre gli altr.i 15 saranno autorizzati soltanto quando ne verrà fornito il dettaglio.
79

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. 1255. Roma, 18 settembre 1917, ore 15.

Telegramma di V. E. n. 23. (l)

Pregola regolare sua condotta su quella suoi colleghi Inghilterra, FranC'ia, procurando, nei limiti del possibile e della convenienza politica, che aggravio non sia per noi troppo forte.

R. Ministero Tesoro desidera che rimborso alla scadenza sia fatto in contanti e non in titoli.

80

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2534/281. Parigi, 18 settembre 1917, ore 15 (per. ore 19,25).

Ribot mi ha detto di aver saputo che Kerensky ha espresso !"intenzione di recarsi qui per avere il modo di conferire con V. E., Lloyd George e con Ribot.

Ho avuto l'impressione che Ribot non 'considerava probabile la realizzazione di questo progetto anche per !"instabilità del Governo russo ma ad

ogni modo anche questa eventuaHtà serve a Ribot di argomento per sollecitare :l'intervista con V. E. e Lloyd George giacchè sarebbe opportuno essere intesi prima di incontrarsi con Kerensky.

(l) Non pubblicato.

81

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1561. Roma, 18 settembre 1917, ore 21.

De Bildt si mostrava piuttosto all'oscuro di quanto riguardava l'incidente Luxburg e le sue ripercussioni a Stoccolma. Mi comunicava che si era ivi dimesso il Segretario Generale degli Esteri.

Ho risposto che il Governo Svedese sembravami avere errato nel voler difender<e o attenuare la sua condotta, che nell'ipotesi più favorevole doveva tacciarsi di leggerezza. Meglio aveva operato la Svizzera in un caso non meno grave, quello di Hofmann-Grimm sagrificando le persone, pur di disimpegnare la politica del Paese da una incresciosa accusa. Anche non volendo esagerare le conseguenze pratiche d'i quanto era avvenuto, era indubitato che i casi di Buenos Ayres e del Messico non potevano non lasciare traccie nocive agli interessi generali della Svezia (1).

82

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2544/283. Parigi, 18 settembre 1917, ore 23,30 (per. ore 5,45 del 19).

Avendo avuto occasione di vedere Cambon gli ho chiesto come spiegava la strana frase adoperata da Painlevé nelle sue odierne dichiarazioni. Cambon mi <rispose che certo l'intenzione di Painlevé è stata di escludere che negli scopi di guerra francesi vi [siano] annessioni ma anzi quello di rimediare alle ingiuste annessioni fatte nel 1870 di provincie francesi che disannettendo ora dalla Germania ritornano alla patria.

Siccome non è improbabile che quello dia luogo a commenti ho creduto opportuno ·informare V. E. della interpretazione ufficiale datale.

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., D. 194.

83

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL COMANDO SUPREMO, MARCHETTI, AI MINISTRI DEGLI ESTERI, SONNINO, DELL'INTERNO, ORLANDO, DELLA GUERRA, GIARDINO, E AL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO

N. N. 9098. Roma, 18 settembre 1917.

Il Servizio francese comunica quanto segue :

• Sull'organizzazione di moti rivoluzionari per imporre al principio o durante il prossimo inverno la cessazione della gue::ra s'i sono potute raccogliere le informazioni seguenti:

Con la mediazione dei socialisti svizzeri, fra i quali il consigHere nazionale Graber, ha avuto 1luogo uno scambio di idee tra i minoritari francesi, italiani e tedeschi ed massimalisti russi per costituire una internazionale d'azione.

In detta riunione è stato esaminato il p["ogetto per far scoppiare disordini violenti contemporaneamente in differenti paesi belligeranti.

La cosa è ancora allo ,stato di discussione, mentre iii. principio è stato accettato dalle differenti parti interessate intervenute; sono state fatte delle riserve solamente sulla realizzazione pratica del piano.

Le riunioni continuano, sempre colla mediazione della Svizzera.

Nel mese d'i ottobre nella occasione della confwenza sindacalista avranno luogo dei contatti: per la fine di ottobre il piano dovrà essere definitivamente concertato •.

Da parte sua, questo Servizio sta vigilando.

84

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1569. Roma, 19 settembre 1917, ore 20.

Giers mi comunicava un telegramma di Terescenko dichiarante che ogni proposito e cura del nuovo Governo formatosi a Pietrogrado al seguito degli ultimi avvenimenti si concentra nel provvedere alla salvezza deill'esercito, alla gue,::ra e al mantenimento della politica nazionale Russa d'accordo cogli Alleati.

Ho risposto ringraziando della comunicazione, esprimendo la mia piena fede nella sincerità dei propositi governativi, e facendo i più vivi voti pel pronto ristabilimento della disciplina e del pieno vigore bellico dell'esercito russo (1).

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 194-195.

85

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 424. Jassy, 19 settembre 1917.

Anche questo mio collega di Russia mi ha parlato delle voci di trattative tra Re Ferdinando e Bratianu da una parte e la Germania dall'altra, voce che egli afferma essere stata diffusa da Washington, dall'Aja e dalla Santa Sede. Poklevsky ha chiesto al generale Tschrbatcheff di fare una inchiesta discreta per stabilire se vi sia quaJ.che cosa nel contegno delle truppe rumene che possa confermare tali voci. Generale, assunte informazioni in proposito, ha rr.isposto che le truppe rumene agiscono sempre con lo stesso slancio e non vi è alcun indizio che il Comando voglia evitare conflitto col nemico.

Ministro di Russia ha aggiunto di avere telegrafato al suo Governo che pel momento egli non crede all'esistenza di sim~li trattative ma che non può dire quello che avverrebbe se qui si giungesse alla convinzione che non si può contare sulla Russia (1).

86

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2554/GAB. 429. Londra, 19 settembre 1917, ore 22 (per. ore 8 del 20).

C1rca l'eventuale risposta degli alleati alla nota papale, Hardinge mi ripeteva oggi quanto era detto nel comunicato Reuter di ieri l'altro, osservando che questo corrispondeva a quanto erasi stabilito fra alleati. Agg.iungeva però di reputare non essere necessario per gli aLleati di rispondere a quel messaggio nemmeno dopo la pubblicazione della nota responsiva germanica, quell'eventualità dipendendo esclusivamente dal contenuto di questa ultima nota.

87

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2558/GAB. 430. Londra, 19 settembre 1917, ore 22 (per. ore 8,30 del 20).

Ho chiesto oggi ad Hardinge quali fossero i circoli londinesi in cui corresse voce riportata dal Temps circa la dec'isione del Papa di ottenere la sua

ammissione al congresso di pace mercè l'impegno di dichiarare il completo abbandono delle sue pretese al potere temporale.

Hardinge mi ha risposto che nei circoli del Foreign Office, governativi ed altri da lui frequentati non aveva mad udito simili voci; che dubitava loro origine fosse veramente inglese; che questa opinione pubblica si disinteressava completamente della questione.

Hardinge lesse con interesse ritaglio del giornale francese e mi lasciò l'impressione che la notizia gli giungesse effettivamente nuova.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1592 del 22 settembre.

88

IL MINISTRO A CITTA DEL MESSICO, MARTIN FRANKLIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 855/150. Messico, 19 settembre 1917.

Il gioruo 15 e 16 corrente hanno avuto luogo le funzioni connesse alla festa nazionale messicana. Pochi giorni prima era stato scoperto un complotto per assas3inare il Presidente della Repubblica ed era corsa voce che in esso fossero implicati alcuru generali ed altre personalità. Vi era una certa trepidazione ma fortunatamente non accadde nulla, con grande sollievo del Corpo Diplomatico che, in queste funzioni, si trova accanto al Presidente della Repubblica e quindi potrebbe essere anche bersaglio non voluto dei colP'i dei congiurati.

È corsa pure voce in questi giorni che dei ribelli avessero p!"eso l'importante città di Orizaba: la notizia pare ·inesatta, ed anzi i giornali ufficiosi parlano di disfatte che le truppe del Governo avrebbero inflitto ai 7.apatisti.

La verità è che la situazione è sempre molto mal sicura. Il Generale Carranza non può disfarsi di certe persone poco raccomandabili che si trovano nel Governo ed ancora più nell'esercito, perchè non (. abbastan·ta forte. La sua elezione è stata in fondo quas'i il risultato d'un compromesso tra vari ambiziosi capi ed egli non può a meno di appoggiarsi ad essi.

Tutto sommato io credo che bisogna augura!"si che il signor Carranza consolidi il suo regime perché altrimenti si cadrebbe qui ·in piena anarchia con danni gravissimi per le Colonie Europee.

È certo però che anche continuando il regime costituzionale istaurato dal Generale Carranza, si hanno con forme di piena legalità atti graviss·;mi contro interessi stranieri: sequestro di banche, revoca di concessioni ferroviarie, minerarie, ecc. Per fortuna non esistono qui né banche né grandi concessioni italiane e i piccoli affari attirano meno la cupidigia di un Governo che si dibatte in gravissime difficoltà economiche.

Né sembra che, col relativo consolidamento della situazione di Carranza, sembrerebbe venuto il momento di parlare sul serio di questa questione. E forse sarebbe stato megl'lo cominciare a parlarne prima di riconoscere il Governo Carranzista.

Una qualche azione, una qualche passione in questo senso non può farsi che col concorso degli Stati Uniti del Nord. L'Inghilterra, quando volle fare una politica messicana per conto suo, riconoscendo Huerta, dovette poi abbandonal"la e contraddire se stessa per seguire la politica del Signor Wilson, in un modo che non ha certo aumentato il prestigio inglese in questo stato.

Io non ho mancato in varie occasioni di intrattenere il Ministro di Francia e gli Incaricati d'Affari del Belgio e dell'Inghilterra della opportunità di prendere in esame la questione; ess·i si mostrano molto scettici e ritengono che per il momento non vi sia altro da fare che da registrare i reclami ed aspettare. Questo scetticismo è pure condiviso da quasi tutti i rappresentanti neutrali tra i quali 'il Ministro di Spagna, che ha qui una lista di reclami assai considerevole.

L'Ambasciatore d'America si mantiene su tutto quello che riguarda il Messico estremamente riservato per cui è difficile sapere quali siano le sue istruzioni, le sue idee, e se egli abbia fatto o pensi fare qualche passo.

Io ritengo che converrebbe che gli Ambasciatori dell'Intesa a Washington avessero uno scambio di idee col Governo Nol'd Americano in modo che poi le Legazioni dell'Intesa qui in Messico ricevessero ·istruzioni per concordare un',azione comune.

89

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2573/286. Parigi, 20 settembre 1917, ore 15,45 (per. ore 19,20).

Cambon m'i ha detto che questo ministro del Belgio crede conoscere i termini della nota degli Imped Centrali in risposta alla nota del Papa e che la proposta pur essendo inaccettabile potrà far impressione sui partiti pacifisti dei paesi dell'Intesa perchè apparentemente assa·i moderata. Concludeva sulla opportunità dell'<intervista :lira V. E., Ribot e Lloyd George per intendersi sul da farsi. Il ministro del Belgio parlando meco non accennò a conoscere i termini della nota anzi negò di averne avuto come che sia comunicazione ma disse di essere convinto • come se vedesse la nota sotto gli occhi • che essa propone l'indipendenza del Belgio l'autonomia dell'Alsazia Lorena, all'Italia un pezzetto di Trentino, l'autonomia di Trieste, la Serbia quale era prima guerra balcanica, la Dobrugia alla Bulgada, all'Austria un pezzo di Polonia russa, alla Germania il resto della Polonia, Riga e tutto il. rimanente territorio preso ai russi, le colonie tedesche rest~tuite. Nel corso della conversazione dpetè che il suo Governo non aveva avuto .comunicazione di tale nota e che la sola cosa che i1l Papa aveva detto è che il Belgio deve essere indipendente da tutte le Potenze vic'ine. Il Papa avrebbe protestato contro la voce che egli abbia subito l'influenza germanica nel redigere la sua no·ta.

90

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1581. Roma, 20 settembre 1917, ore 21.

Telegramma di V. S. n. 414. (l)

Non è intervenuto alcun accordo tra italiani e jugo-slavi.

91

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1572. Roma, 20 settembre 1917, ore 24.

Il R. Ambasciatore a Parigi telegrafa: • Cambon mi ha detto che ambasciatore di Francia a Pietrogrado ha <riferito che ambasciatore d'Inghirlterra ha ricevuto schema di nota che ambasciatori alleati avrebbero dovuto presentare Governo russo per attirare attenzione su gravità situazione e necessità provvedimento per garantire concorso Russia. Tre Ambasciatori avrebbero ritenuto termini nota troppo ... (2) ed ambasciatore di Francia ha comunicato al [suo Governo?] modificazioni 'che tre ambasciatori riterrebbero opportune. Cambon ha avuto impressione che con tale proposta testo nota resta troppo attenuato ma data mutevolezza situazione credo che finiranno per riSJP()ndere a Noulens di giudicare secondo circostanze quale atteggiamento sia più opportuno.

Cambon non aveva testo proposta ... (2) da ambasciatore di Francia e disse certamente Carlotti lo avrà comunicato a V. E.

Cambon desiderebbe sapere quale dsposta darò a V. E ..

Comprendo perfettamente come S'ia difficile dare istruzioni precise e come sia consigliabile lasciare molta ilibertà d'azione agli ambasciatori secondo situazione del momento e tale sarà senza dubbio risposta Governo inglese.

Ma sarebbe il caso forse che tale risposta da parte Governo ai rispettivi ambasciatori prendesse una indicazione del modo di vedere concorde dei Governi alleati, che servisse agli ambasciatori come direttiva di massima e credo aver capito che Cambon personalmente sarebbe pur di tale avviso ».

Ho risposto a Salvago quanto segue: • Concordo che sia consigliabile lasciare libertà d'azione agli ambasciatori a Piertrogrado pmchè intonino loro comunicazione al Governo russo alle opportunità del momento. Che a Carlotti tener presente che nel loro passo è opportuno gli ambasciatori a>lleati si guardino dall'apparire di esercitare pressione o minaccia al Governo di Kerensky, "in quanto tale atteggiamento non potrebbe che sminuire esso Governo di fronte al Soviet con evidente pericolo e ... (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato.
92

L'INCARICATO D'AFFARI A L'AJA, GUARNERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3488/214. L'Aja, 20 settembre 1917, ore 7 (per. ore 7 del 21).

Avendo deputato Dresselhuys chiesto a questo ministro degli Affari Esteri se Governo olandese aveva avuto cognizione della nota pontificia, Signor Loudon ha risposto che Governo olandese aveva avuto conoscenza della nota per comunicaz·ione fatta il 12 agosto dal Cardinale Segretario di Stato al ministro dei Paesi Bassi presso Santa Sede, ma che non aveva creduto opportuno fare da parte sua dei passi per appoggiare tentativo della Santa Sede.

93

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2493/454. Washington, ... settembre 1917 (per. ore 11 del 21). 19 settembre

Mio telegramma n. 452 (1). Trasmetto traduzione letterale testo schema:

• Art. l) Stati Uniti e Italia convengono che ognuna delle parti contraenti, dietro dichiarazione all'altra parte del desiderio ·che i propri cittadini o sudditi residenti nel territorio dell'altro ritornino a prestare servizio militare, possano notificare loro di recarsi in patr~a per tale servizio oppure di presentarsi a designate autorità del loro paese che si trovino nel paese ove essi risiedono.

Art. 2) Le alte parti contraenti convengono di effettuare al più presto possibile 'il trasporto per mare o per terra ai rispettivi paesi dei rispettivi cittadini o sudditi che rispondano alla chiamata a termini dell'art. 1).

Art. 3) Resta stabilito che le persone notificate a termini art. l) e che aLlo spirare di ... (2) giorni dalla data della dichiarazione fatta a mente dello stesso articolo non sono ritornati in patria saranno passibili di arresto e di consegna agli agenti autorizzati del loro paese per essere deporta•ti a compiere il servizio militare.

Art. 4) Resta stabilito che le persone notificate a termini art. l) e che allo spirare di ... (2) giorni daLla data della dichiarazione fatta a mente dello stesso articolo non siano ritornate in patria e che allo spirare di ... (2) giorni dalla data di tale dichiarazione non siano state ... (2) a tempo per adempiere il servizio militare a termini art. 3) saranno soggetti al servizio militare in conformità deLle leggi del paese di loro residenza alla stessa guisa dei cittadini o dei sudditi di esso, salvo quanto dispone l'articolo V.

Art. 5) Le persone soggette al servizio militare a norma degli arHcoli precedenti saranno esentate dal servizio militare dietro richiesta formale degli ufficiali diplomatici e consolari del loro paese fatto per conto e in nome del Governo.

Art. 6) Il giuramento da prestarsi da ,chiunque assume servizio militare in paese straniero in forza di questo accordo non sarà nè verrà intel"pretato come giuramento di fedeltà che •implica o cagiona perdita della cittadinanza a norma delle leggi del suo paese.

Art. 7) In forza di questo accordo il servizio militare in uno dei due paesi e 1la esenzione dal medesimo saranno considerati come equivalenti al servizio militare o alla esenzione nell'altro paese e annulla qualsiasi obbligo per tale servizio.

Art. 8) Resta stabilito che le autorità d'i ·ciascuno dei due paesi si adopereranno ad arrestare e tenere in custodia i disertori delle forze armate dell'altro trovati entro la propria giurisdizione e di consegnarli a quelle autorità che H proprio Governo designerà a tal uopo.

Art. 9) Resta stabilito agli scopi di questo accordo che una persona è dttadino o suddito del paese la cui nazionautà egli ha assunta pe•r ultima in conformità delle leggi del paese stesso. Un certificato del Governo dell'uno

o dell'altro paese che dichiari il fatto di tale nazionalità ne costituirà la prova legale.

Art. 10) Il presente accordo, durante ... {l) oltre il periodo in cui resta in vigore sospende qualsiasi disposizione che sia con esso in conflitto nel trattato di commercio e navigazione concluso tra gli Stati Uniti e Italia il 26 febbraio 1871.

Art. 11) Questo accordo resterà •in vigore fino a che l'una o l'altra parte cesserà di essere un ... (l) belligerante nella presente guerra nel quale momento qualunque persona assunta in servizio militare o trattenuta in custodia a termini accordo stesso sarà immediatamente congedata o liberata •.

(l) -T. gab. 3475!452 del 18 settembre, non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato.
94

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3497/6. Parigi, 21 settembre 1917, ore 13,56 (per. ore 17,05).

Telegramma d'i V. E. n. 1257 {2).

Boso Minich è originario Erzegovina, fu serv1z10 Montenegro, poi ufficiale serbo. Dopo ritirata serba rientrò Montenegro e segui re del Montenegro in Francia.

È stato effettivamente autorizzato fondare Ginevra giornale scritto in serbo e francese per combattere campagna contro indipendenza Montenegro da Gazette de Lausanne e da organo di Radovic. Mi è stato descritto come persona degna di fiducia fino a prova contraria.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -T. 1257 del 19 settembre di Sonnino non pubblicato: Sonnino chiede informazioni sulla missione affidata riservatamente dal Governo Montenegrino a Boso Minich di recarsi in Svizzera per fondare un giornale di propaganda per !"indipendenza del Montenegro.
95

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI

T. GAB. UU. 1585. Roma, 21 settembre 1917, ore 17,50.

S. M. il Re si tratterrà assai probabilmente al fronte francese i giorni 26, 27 e 28 recandosi al fronte belga il 29 dove si tratterrebbe la mattinata e parte del pomeriggio del 29 ripartendo il giorno stesso verso le l 7. Mi riserbo telegrafarle comunicazioni definitive. Raccomandi intanto Autorità belghe assoluto segreto.

96

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2554/54. San Sebastiano, 21 settembre 1917, ore 15,15 (per. ore 0,30 del 22).

Rkevendomi ieri in udienza S. M. Cattolica mi disse che gli Imperi Centrali erano ora più decisi a proseguire la guerra che non fosse tempo fa. Malgrado questo egli crede pace non lontana; ma vera (?) difficoltà essendo che nessuno dei due gruppi belligeranti vuole riconoscere essere impotente a vincere l'altro, converrà che tale ammissione s·ia reciproca e contemporanea e allora tutti rinunziando alle annessioni pace verrà presto. Avendo io osservato che questa rinunzia troverebbe gravi ostacoli in Francia e in Italia S. M. il Re rispose che per l'Alsazia-Lorena ci sarebbe modo di intendersi e che l'Austria è disposta a darci molto, non tutto quanto desideriamo, ma molto. Di tutti i paesi in guerra voi e l'Austria mi disse sarete i più facil'i a mettervi d'accordo. Avendo io espresso opinione che pace sia remota egli ·insi;;tette che le sue vedute sono fondate .soprattutto sulle gravissime condizioni della Russia. Come ho già fatto osservare altra volta nell'apprezzare i giudizi di re Alfonso conviene tener presente il suo desiderio farsi conciliatore.

97

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

r. 3054/GAB. 149. Stoccolma, 21 settembre 1917, ore 17,05 (per. ore 4 del 22).

Branting mi ha detto in via strettamente confidenziale aver saputo che al momento della rivelazione dell'affare dei telegrammi tedeschi nel gabinetto svedese si produssero forti correnti per le dimissioni immediate, ma che alcuni membri, fra i quali ministro Affari Esteri, vi si opposero ed ebbero il sopravvento. Egli dubita perfino che il Gabinetto offra spontaneamente le dimissioni e sembra aspettare che anche se ciò avvenisse il re lo invite'l"ebbe a rimanere in vista della situazione internazionale. Una crisi m:in.isteriale potrebbe invece avvenire se i partiti democratici concordemente J.a reclamassero. Branting è decisamente favorevole ad un mutamento ed alla costituzione di un Gabinetto il quale assicuri le riforme interne ed una politica estera di vera neutralità, ma si rende conto ·che non può agire utilmente in tal senso 11e non in pieno accordo col partito liberale, i cui uomini dirigenti sono purtroppo delle mediocrità timorose. Quando le elezioni saranno terminate, i ca~pi socialisti e liberali avranno delle conferenze per cercare di stabilire una linea di condotta comune ma sull'esito di esse non può farsi nessuna previsione.

Branting mi ha detto inoltre che una persona che inspira fiducia a tutti è stata incaricata di una inchiesta circa affare dei ~telegrammi, ma che 'l'esito delle sue indagini dipenderà molto dal modo in ·CUi gli si permetterà di compierle.

Riunione del comitato segreto parlamentare ha avuto luogo tre giorni fa e Branting, senza riferirmene i dettagli, parlava evidentemente ·sotto la impressione di essa.

98

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2592/433. Londra, 21 settembre 1917, ore 18,48 (per. ore 11,20 del 22).

Con l!'apporto di questa Ambasciata n. 831 del 27 lugilio (l) riferivo a

V. E. la domanda formalmente rivolta da Asquith al Governo tedesco circa sue definitive disposizioni per restituzione Belgio. L'odierno DaiLy Chronicle noto organo liberale, commentando notiz.ia divi:sata restaurazione indipendenza belga o•sserva questa eventuale misura germanica significa solamente un passo avanti verso pace, essendo questione del Belgio strettamente ·connessa tutte

altre relative alleati, (fra cui quella dell'Italia ·irredenta) la completa soluzione delle quali può solamente mutare ferme determinazioni alleati. Daily Mail sviluppando identico concetto chiede adempimento integrale condizioni poste da Asquith in suo discorso 9 novembre 1914 (fra cui H giornale include menzione restituzione Trentino). Daily News eso<rta continuazione guerra soprattutto a mezzo m1naccia economica. In generale compresi giornali radicali questa stampa forse per scontare prev.iamente effetto eventuali concessioni Germania che vuolsi saranno comprese sua risposta messaggio papale, da qualche giorno sta commentando il discorso Smuts (mio telegramma Gab. n. 426) (l) che sviluppando intere esigenze alleati a proposito dichiarazioni Painlevé e Ribot, rinnova campagna per continuazione guerra fino vittoria completa, anche e malgrado effettiva eventuale restaurazione Belgio. Giornali accennano pure rivendicazioni italiane definendole impropriamente come Trentino, Italia irredenta, e penisola istriana. Segnalo inoltre odierno comunicato Reuter in cui si dichiara cessazione guerra poter aver luogo solo dopo schiacciamento militarismo prussiano. Proponendomi vedere Balfour lunedì mi riserverei, salvo istruzioni diverse di V. E., accennargli predette constartazioni facendogJli rilevare la necessità che sacre integrali -rivendicazioni italiane debbano essere rappresentate da questa stampa e specialmente nei frequenti comunicati semiufficiali Reuter sullo stesso piede delle rivendicazioni francesi.

(l) Non pubblicato.

99

IL MINISTRO A BUENOS AIRES, COBIANCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 655/95. Buenos Aires, 21 settembre 1917.

Mi riferisco ai miei te!legrammi N. 1385/139 e 140 (1).

Passato il primo stupore prodotto dalle rivE•lazioni di Washington ·c·i·rca i telegrammi dei Rappresentanti di Germania in Buenos Aires al Governo Federale, parve che la coscienza nazionale argentina si acquetasse anche eccessivamente nell'attesa della conferma ufficiale delle realmente stupefacenti rivelazioni, attesa che la parte più importante della stampa locale consigliava con una insistenza così viva da far supporre la speranza che la conferma stessa non venisse, od aJ.meno venisse attenuata tanto da far ragionevolmente continuare nella neutralità che il Governo caldeggia.

La conferma venne, lo spirito pubblico si ribellò né mancarono eccessi che se a mente fredda possono riprovarsi appaiono però giustificati dalla causa che li determinò. Ma da parte del Governo, dopo la consegna dei passapo<rti al Conte Luxburg ricominciarono gli oramai abituali tentennamenti, evidentemente intesi a scindere quasi a priori la responsabilità del ministro da quella del governo germanico. Né mancarono esagerate cortesie verso la persona del

Minisko, al quale il residente stesso inviò il Capo della sua Casa Militare per assicurartlo che poteva fare il comodo suo circa la partenza (atto che fu severamente censurato nella Camera dei Deputati). Intanto i giorni passano ed il sentimento nazionale, perplesso da principio, diventa di più in p'lù inquieto. La votazione del Senato (ad unanimità meno uno) in favore dehla rottura delle relazioni diplomatiche non muta nulla: il Governo continua a considerare che le facili >rettificazioni e le parole cortesi della Cancelleria germanica possono cambiare il fondo della questione; ,persevera nell'errore di criterio che lo induce a non tenere in conto la situazione della Repubbli-ca di fronte ai paesi belligeranti e quasi a non accorgersi che quello che tiene in conto di semplice incidente diplomatico modificab'ile con dei protocolli assume ora tale portata da rendere necessaria l'ado2'lione di una linea di ,condotta ben determinata dana quale dipende senza dubbio l'avvenire del paese.

(l) Non pubblicati.

100

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3511/980. Pietrogrado, 22 settembre 1917, ore 11,30 (per. ore 17).

In seguito votazione favorevole mozione massimalisti di cui mio precedente telegramma, presidenza Soviet di Pietrogrado, nelle persone di Tcheize, Anisimov, Cotz, Dan, Skobeleff, Tzeretelli e lo stesso Cernoff hanno dimissionato.

101

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1596. Roma, 22 settembre 1917, ore 22.

Questo Incaricato d'Affari d'Ingh~lterra mi ha comunicato oggi il seguente telegramma del suo Governo :

" Il Capo dello Stato Maggiore Imperiale ha ricevuto un telegramma dal generale Cadorna nel quale QUesti dichiara che si propone d'i sospendere fino alla prossima pr'lmavera ogni ulteriore offensiva sulla fronte italiana. Il Governo di S.M. ha ricevuto Questa notizia col maggior d~~'piacere e sorpresa, ,tanto p·lù che esso era stato assicurato da Lord Derby, che lasciò il fronte italiano soltanto sette giorni fa, e da Slr Rennell Rodd, che lo lasciò al principio della corrente settimana, che a quelle date questo grave cambiamento di determinazioni non era certamente contemplato dalle autorità militari e politiche italiane. Il consenso dei Governi britannico e francese a mandare cento cannoni pesanti dal fronte dell'ovest, dove grandemente mancano, fu dato unicamente allo scopo di aiutare una vicina offensiva italiana. L'attacco ora sviluppantesi nelle Fiandre, fu intrapreso come una parte di un piano generale per il quale tutti i fronti nemici dovevano essere assoggettati a pressioni simultanee. Gli alleati si aspettavano che in questo piano generale l'Italia aV'!"ebbe reso una parte proporzionata a11e risorse a sua disposizione. L'adozione adesso da parte sua di un contegno puramente difensivo annullerà l'intero progetto e gli Imperi Centrali saranno sollevati da ogni timore di operazioni ostili da Riga all'Adriatico. Le ragioni poste innanzi sino ad ora dal generale Cadorna per questa nuova decisione sembrano al Gabinetto inadeguate a giustificare un così grave cambiamento di determinazioni.

V.S. deve insistere presso il Governo italiano perché esso riconsideri la cosa •.

Prego V.E. metterml in grado di rispondere alla predetta estera rappresentanza provvedendo pure a far pervenire al Governo inglese, anche indirettamente a mezzo di codesto rappresentante militare britannico, le ragioni che hanno consigliato la determinazione presa da V.E. Anche Barrère ha esposto questa sera preoccupazioni Governo francese per determinazione anzidetta (1).

102

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1597. Roma, 2 2 settembre 1917, ore 22.

Giers avendo aocennato alla questione Polacca ed atl.le domande di Skirmunt rappresentante dell'Unione dei Partiti Polacchi a Roma, gli ho risposto che a parer mio Governo russo avrebbe dovuto, dopo le ultime ordinanze degli Imperi Centrali, prendere più risolutamente in mano la risoluzione della questione Polacca, per non rinunziare ad un'arma validissima contro gl'Imperi. L'azione degli Alleati suoi non poteva essere egualmente efficace (2).

103

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 405. Pietrogrado, 22 settembre 1917.

La frase contenuta discorso Ribot in cui giustificavasi la non effettuata pubblicazione degli accordi russo-francesi con il desiderio manifestato in proposito dal Governo provvisorio ha formato oggetto di discussione cortese fra Terescenko e Noulens. Ne è rrisultata la loro comune constatazione che nello

scorso mese Gabinetto di Parigi aveva aderito aLla pubblicazione degli accordi russo-francesi relativi alla guerra e che Terescenko, temendo i sospetti che l'esclusione degli accordi posteriori avrebbero 'potuto provocare nell'opinione russa, aveva espresso avviso che tutta la questione della pubblicazione venisse rinviata alla Conferenza de'l Ministri deLle potenze alleate da tenersi a Londra o altrove a Parigi verso la fine di ottobre vecchio stile. L'Ambasciatore di Francia si è incaricato di rammentare a Ribot tali precedenti della sospensiva la quale pertanto non sarebbe stata occasionata da un'opposizione di principio del Governo provvisorio (1).

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 296-297.

(2) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 195.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2595/150. Stoccolma, 22 settembre 1917, ore 18,50 (per. ore 8,.20 del 23).

Il conte Sobanski (membro del comitato nazionale polacco recentemente costituitosi a Parigi sotto la presidenza di Dmow:ski), il quale ha fatto una breve comunicazione qua e riparte in questi giorni per Londra, mi prega trasmettere a V.E. seguente messaggio per 'il suo collega Skirmunt che si trova costà e che deve già essere in relazione con Lei:

• -Tarnowski non è stato qui, Rozwadowski è partito non volendo incontrarsi con me, Daezynsky è partito da molto tempo, ma ho parlato con altri ed ho potuto rendermi conto ·che la nazione è ·sempre più anti-tedesca. Il nuovo atto non fa che corroborare questa mia o:p'inione e da dò deriva difficoltà di trovare candidato per la reggenza e per il ministero. Arcivescovo di Varsavia ha rifiutato Lubomirski è ancora in trattative ma speriamo che rifiuti se non si cambiano condizioni. Adam Tarnowski ha messo per la presidenza consiglio condizioni che non sono state accettate •. • -Manovra tedesca consiste ora a spargere la voce di un accordo segreto colle Potenze dell'Intesa della stessa Germania che avrebbe mano libera in Russia in compenso del Belgio o dell'Alsazia-Lorena, e ad annunziare una prossima pace che questo ministro di Germania prometterebbe per novembre. Persistenza di tale voce in un paese a cui sono precluse tutte le relazioni coll'estero scoraggerebbe nazione. In Polonia si crede almeno ad una pace imminente colla Russia, da cui risulterebbe costituzione di una Pollonia fatta soltanto dalla Germania e dalla Russia e che le Potenze dell'Intesa non vorrebbero e non potrebbero modificare •.

Situazione della Polonia diventa tragica •per la compil:eta disorganizzazione industriale e commerciale. Polacchi si domandano con angoscia, data preponderanza tedesca, quale sarà lo Stato che, dopo conclusione della pace, vorrà e potrà dare loro mezzi necessari per assicurare indipendenza economica. In

dispensabile, non soltanto per reagire su opinione pubblica in Polonia, ma anche per sfatare illusione delle masse in Germania e Austria-Ungheria, che i Governi alleati proclamassero di essere più ·che mai decisi a continuare la lotta fino alla vittoria completa, di considerare come nuUe tutte le combinazioni austro-tedesche, di fare della 'costituzione di una Polonia libera con accesso al mare uno scopo di guerra ed una delle condizioni indispensabili di pace e dell'equiilibrio europeo secondo i principi già proclamati da loro e da Wilson. Tale dichiarazione potrebbe essere fatta come risposta alla patente austro-tedesca del 15 settembre ed in occasione del riconoscimento del comitato nazionale polacco (1).

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1607 del 26 settembre.

105

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3537/1001. Pietrogrado, .22 settembre 1917, ore 21,17 (per. ore 12,30 del 24).

Ministri Kerensky, Verhovsky e Verderrewsky in una ordinanza all'esercito ed alla flotta hanno dichiarato che per difesa Repubblica è necessario potente esercito e flotta. A tal uopo occorre: l) sostituire comandanti impari loro compito; 2) sostituire con nuovi ufficiali fedeli alla Repubblica tutti i membri della Staffka, complice del complotto Korniloff; 3) sostituire truppe che hanno partedpato al movimento Korniloff con truppe fedeli alla Repubblica; 4) trarre in giudizio tutti i complici della rivolta; 5) Governo provvisorio esige che esercito e flotta ritornino alla vita normale e lascino ai comandi piena libertà nel campo delle operazioni e de11a istruzione; 6) Governo provvisorio ordina che vengano consegnati ai giudici legali tutti gli arrestati durante ultimi avvenimenti; 7) i colpevoli di arbitrarie uccisioni ufficiali che sono arrestati e che verranno arrestati saranno sottoposti a severo giudizio.

106

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2608/407. Pietrogrado, 22 settembre 1917, ore 21,21

(per. ore 17,15 del 24).

Prof. Masaryk rappresentante in Russia del Comitato nazionale czeco mi ha detto che il suo... (2) sta adoperandosi presso il Governo italiano per ottenere:

l) che sia consentito il reclutamento tra i prigionieri czechi da mandarsi in Francia a ingrossare le file dei reparti czechi e se ciò non fosse possibile

che venga costituito con essi un corpo czeco da mandarsi a Salonicco;

2) che vengano formati piccoli gruppi czechi da impiegarsi ·in posizioni avanzate del nostro fronte ove trovansi truppe czeche per procurarne evasione verso i nostri campi.

Masaryk si propone di 'recarsi in Italia per dimostrare con dati .concreti gli ottimi risultati ottenuti in Russia mediante l'azione spiegata dagli czechi sui connazionali militanti nell'esercito nemico e frattanto mi ha pregato di Tichiamare seriamente l'attenzione del R. Governo sulle proposte suddette. Masaryk .come gli czechi ·in generale dimostra sentimenti di grande simpatia per l'Italia ma in occasione del suo incontro qui con Labriola, Raimondo e CaJppa accennò a riserve circa l'attribuzione delle regioni adriatiche da noi rivendicate che ci produssero sfavorevole impressione. Ritengo tuttavia che un nostro appoggio nelle questioni nazionali che direttamente lo interessano influirebbe fortemente sulle sue vedute (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1602 del 22 settembre. (2) -Gruppo indecifrato.
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IL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 10949-G. Roma, 23 settembre 1917.

Rispondo al telegramma 12574 del 15 corrente dell'E. V. (2).

Ho preso in esame le domande avanzate dal signor Benes nel memoriale annesso al telegramma ·citato per la pa:rte che riguarda più propriamente i prigionieri di guerra da 'impiegarsi nella costituzione dei reparti czeco-slovacchi, poiché quanto riguarda gli Internati Civili rientra nella competenza del Ministero dell'Interno.

Peraltro prima di prendere determinazione alcuna riguardo alle domande del Benes sembrami di fondamentale importanza definire sotto quale veste e forma i reparti verrebbero presso di noi costituiti, poiché ciò consentirà anche di precisare di Qual natura potranno essere i rapporti del Consiglio Nazionale dei Paesl Czechi coi reparti stessi.

Come è noto all'E.V. la costituzione dei reparti fu già decisa prima che il Signor Benes avanzasse le sue ultime richieste e ciò in armonia al telegramma 11822 del 30 agosto u.s. di V. E. (3).

Le prime disposizioni date per l'attuazione pratica miravano quindi a costituire a mezzo deH'autoritci militare dei reparti di volontari czeco-slovacchi di sentimenti antitedeschi da mettersi alla dipendenza e disposizione del Comando Supremo e da non impiegarsi in combattimento, ma soltanto in servizi e lavori di 2a linea.

Così definita, in massima, la questione non v'ha dubbio che la ingerenza del Consiglio Nazionale dovrebbe limitarsi:

-alla propaganda tra i prigionieri per l'arruolamento cosa che fu già, come è noto, concessa, e che potrebbe estendersi, naturalmente, anche tra i reparti costituiti;

-al sussidio da darsi da·l Consiglio stesso alle autorità militari incaricate della costituzione dei reparti per le informazioni sui singoli individui da arruolare o per quant'altro alle autorità stesse potesse riuscire utile.

Sembram'i che il punto di vista adottato risponda agli intendimenti del Governo e poiché -pur consentendo di non dover precisare sotto qual veste noi si ammetta l'ingerenza del Consiglio Nazionale dei Paesi Czechi -ridurrebbe di molto l'importanza dell'ingerenza stessa quale è vagheggiata nelle domande del Signor Benes, gradirei ricevere dall'E.V. un cortese cenno sulla convenienza o meno di mantenere integro il criterio di massima sopra accennato (1).

(l) -Annotazione marginale: « Bordonaro: riassumere a Carlotti quanto noi facciamo per czechi-slovacchi e perché non possiamo far di più •. (2) -Cfr. n. 67, pag. 45. (3) -Cfr. serie V, vol. VIII, n. 1002, pag. 681.
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L'INCARICATO D'AFFARI A L'AJA, GUARNERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3530/217. L'Aja, 23 settembre 1917 (per. il 24).

Risposte Potenze nota papale hanno prodotto qui in molti viva delusione perché in Olanda si sperava che esse avrebbero contenuto qualche indicazione positiva sulle intenzioni della Germania e dell'Austria-Ungheria circa il Belgio e la Serbia ed avrebbero costituito un passo verso la pace ardentemente desiderata da ouesta popolazione.

Giornali generalmente esprimono tale delusione e specialmente Rotterdamsche Courant il quale dice che le risposte della Germania e dell'Austria Ungheria si limitano ancora una volta a frasi generali, ma che tuttavia lasciano una porta aperta alla pace: teme però che la Germania e l'Inghilterra non riusciranno accordarsi sulla questione della libertà dei mari. Ritiene che risposte Potenze centrali valgono sempre meglio del proponimento che pare abbia Intesa di non rispondere nota papale; aggiunge che le risposte delle Potenze centrali non possono costituire una base per trattare durante lotta e che accorrerebbero in esse indicazioni più concrete.

Vaterland trova strano che Austria Ungheria abbia risposto separatamente dalla Germania e dice che la risposta della duplice monarchia è più favorevole di quella dell'alleata. Aspetta nuovo passo del Papa, ma vorrebbe che i popoli fossero consultati e si domanda se questo è il momento psicologico più opportuno.

Nieuve Cou1·ant rileva specialmente che gli imperi centrali non hanno detto quali sacrifici sono disposti a fare. Dice potersi dedurre che Austria-Ungheria non si oppone ad un regolamento della questione territoriale coll'Italia; ritiene anche che in complesso Potenze centrali sembrano più disposte di prima a regolare questioni nel senso desiderato dall'Intesa.

(l) Annotazione marginale: « S.E. approva ».

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3532/GAB. 227. Washington, ... settembre 1917 (per. ore 0,20 del 24).

22 settembre.

Alla divulgazione del telegramma dello scorso gennaio col quale ex ambasciatore Bernstorff chiedeva al Governo tedesco autorizzazione pagare 50 mila dollari per influenzare il Congresso • come in altre occaS'ioni attraverso la nota organizzazione • seguirà domani nei giornali pubblicazione di una nuova serie documenti scelti fra quelli che vennero sequestrati nehl'aprile 1916 al famigerato Von Igel (mio telegramma n. 100 del 21 aprile 1916) e che dimostrano assolutamente complicità di questa ambasciata germanica nei noti delitti negli attentati e nell'opera di ·Corruzione qui esercitata impunemente durante quasi tre anni. Parecchie note persone rimangono compromesse da siffatte rivelazioni colle quali questo Governo mira sollevare opinione pubblica e paralizzarre azione ed ·influenza dei perduranti mestatori tedeschi e dei loro affigliati al Congresso. Dai documenti che appariranno domani risulta stretta collaborazione delle ambasciate tedesche ed austriache e connivenza dell'Olanda nel ·contrabbando in Germania di armi e munizioni.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. 1271. Roma, 24 settembre 1917, ore 22.

(Per Berna) Suo rapporto n. 687 (1).

(Per Parigi) R. ministro Berna è stato da signor Ador informato di un progetto suggerito dal Governo austro-ungarico al Governo federale di farsi

promotore di una r:unione :in Svizzera tra delegati svizzeri e delegati militari italiani, francesi ed austro-ungarici per trattare lo scambio dei prigionieri validi tra Austria, Italia e Francia e per scambiare vedute su altre questioni concernenti regime prigionieri di guerra.

Ho telegrafato i;-1 proposito al marchese Paulucci:

(Per cnk·ambi) H. Governo è assolutamente contrario rimpatr.ii pr1gwnieri validi e:i ha insistentemente sostenuto questo punto di vista presso Governi alleati finora con successo. Tali rimpatrì infatti si risolverebbero in un aumento potenzialità nostri nemici, specie dell'esercito austro-ungarico. Propo·sta austro-u:1garica al Governo federale è verosimilmente un t-yanello per ottenere in •tal modo rimpatrio numerosi prigionieri austro-ungarici in Russia finora non conseguito.

Scambio vedute circa regime prigionieri non è necessario per noi che tTattiamo umanamente prigionieri e per discutere su obbl'iglti morali che Governo austro-ungarico deve adempiere spontaneamente.

In tali circostanze, pur rendendo omaggio sentimenti umanitari signor Ador, prego V.S. concertarsi con colJega francese per cortese risposta decisamente definitivamente declinatoria.

Prego R. ambasciatore Parigi ottenere siano inviate istruzioni in tal senso codesto rappresentante francese. (Per Parig:) Pregola agire in tal senso presso codesto Governo.

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA BORGHESE

T. GAB. 1599. Roma, 24 settembre 1917, ore 23,15.

In data del 23 corrente generale Cadorna telegrafa: • Ho ieri consegnato capi missione militare francese e inglese perché lo rimettessero ai rispettivi alti Comandi ·~I memoriale contenente chiara e minuta esposizione de1le ragioni e decisioni prese interrompere operazioni offensive e assumere atteggiamento difensivo. Copia di tale memoriale ho inviato anche addetti militari italiani a Parigi e Londra per norma di Lnguaggio di Quelle rappresentanze. Copia ne rimetto oggi stesso a V. E. Forte della incondizionata approvaz·i.one da parte di V. E. e di S. E. il Presidente del Consiglio espostami dcl ministro della Guerra con suo telegramma 102670 del 20 corrente (l) poco ho da aggiungere a c:uanto esposi nel mio foglio 4479 del 18 corrente (l) indirizzato al predetto ministro. Questo Comando soltanto possiede tutti i dati di fatto

per giudicare della situazione su questa fronte anche rispetto agli interessi generali della coalizione. A nessuno più che a me dispiace di aver dovuto sospendere operazioni offensive, ma tal'i deliberazioni debbono essere prese freddamente e risolutamente, col mutare delle circostanze che in guerra mutano da un giorno all'altro. Ora situazione è certamente mutata, dopo partenza Lord Derby, per quanto riguarda piega presa da avvenimenti russi e continuo minaccioso aumento forze austriache. Anche oggi segnalasi arrivo altra divisione da :Fronte romeno e continuo aumento artiglieria. Opinione espressa da Governo Inglese che nostro atteggiamento annulli l'intero progetto offensiva alleati e sollevi Imperi Centrali da ogni timore di operazioni ostili da Riga all'Adriatico non regge. Nostro atteggiamento energicamente potenziale contribuisce gravissima minacc.ia contro Austria della quale immob'ilizza maggior parte forze Tichiamandole anzi continuamente. Non vedo pertanto come offensiva attualmente in corso su fronte franco-inglese sia danneggiata da tale nostro atteggiamento, tenuto conto che ad ogni modo, come era ben noto ai Comandi alleati, nostra offensiva non avrebbe potuto sferrarsi prima della fine del mese. Per quanto riguarda rinforzo 100 cannoni pesanti fornitici da alleati, V. E. converrà con me nel ritenere che non posso subordinare le mie decisioni generali alla presenza di queste artiglierie su nostro fronte. Prevengo inoltre V. E. che nella memoria rimessa agli alleati ho esplicitamente dichiarata opportun"ltà che, fino a situazione ben chiarita, cioè fino al completo dileguarsi della minaccia di un'offensiva nemica in forze sulla fronte Giulia, suddette artiglierie non vengano allontanate rappresentando esse necessari ... (l) alla nostra capacità di ·resistenza in relazione continuo segnalato aumento artigliere avversarie. Anche in f!Ueste considerazioni che sono rrutto di una obiettiva valutazione della presente situazione militare generale nostra sono certo di aver meco consenziente il pensiero di V. E. •.

(l) Non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2609/589. Parigi, 24 settembre 1917, ore 21,15 (per. ore 6,35 del .25).

Mio telegramma n. 584 (2). Ho preso occasione dal discorso di Koritza per accennare con Painlevé alle recenti disposizioni di Sarrail per creare attrito fra noi in Macedonia.

Painlevé, che è uno dei più strenui difensori di Sarrail, si mostrò spiacente di quanto gli raccontavo e che pareva gli riuscisse nuovo, ne prese appunto promettendomi se ne sarebbe occupato.

(l) -Gruppo indecifrato. contributi? (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2322/701. Berna, 24 settembre 1917.

Sul Congresso Internazionale della Pace che dovrebbe aver luogo a Berna nel prossimo mese, la Neue Freie Presse e l'Az Est forniscono informazioni che, da quanto mi si assicura sarebbero esattissime.

Nel dubbio che il detto giornale austriaco e quello ungherese non siano ancora giunti a codesto Ministero, trascrivo qui appresso quanto riferiscono i periodici summentovati: « I congressisti che sarebbero ospiti della Municipalità di Berna si divideranno in sette sottocommissioni. I progetti di risoluzioni sottoposti al Congresso si riferiscono ai punti seguenti:

a) Non potrà aver luogo alcuna annessione o cessione di territori contro l'interesse od i voti delle popolazioni. Le rettificazioni di frontiera debbono essere precedute da un plebiscito;

b) I diritti delle nazionalità, entro i limiti degli Stati, debbono essere garantiti;

c) Protesta contro la guerra economica;

d) Libertà dei mari;

e) Disarmo;

f) Contro1lo parlamentare della politica estera;

g) Tribunali d'arbitrato obbligatorio. Gli Stati s'impegnano ad iniziare un'azione diplomatica economica o militare contro la Potenza che rifiuterà di sottomettere una vertenza al Tribunale d'Arbitrato o di accettare il parere della Commissione Internazionale d'Inchiesta e di conciliazione e che preferirà ricorrere alle armi;

h) Gli Stati devono mettersi d'accordo per una riduzione degli armamenti •.

L'Az Est nomina come partecipanti al Congresso i delegati seguenti:

Germania: il prof. Schucking, i signori Wehberg, Quidde ed Edoardo Bernstein. Austria: Prof. Lammasch ed il Dr. Fried. Ungheria: il Conte Karolyi, Monsignor Giesswein, Edoardo Makei, il Dr. Oscar Jasci.

Per le Potenze deLl'Intesa: i Francesi Romain Rolland, il Dr. Cabba (sic), il Dr. Denys (sic). Gli italiani: Umani e Colajanni. Gli inglesi: Ch. R. Buxton, Dr. A. Hobson e K. Williams. I belgi: Paolo Otlet e H. Lamberg.

Fra i delegati svedesi si dice vi sarà Branting e fra gli olandesi signori Dressel-Huys, Lowen e Futgers.

Da un'intervista accordata da Monsignor Giesswein ad un redattore del Neues Wiener Journal, risulterebbe che il deputato inglese Dickinson parteciperebbe ai lavori del congresso ».

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IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3572/20346. Comando Supremo, 25 settembre 1917, ore 2,15 (per. ore 3).

Riferimento a telegramma di codesto ministero n. 12311 del 22 corrente (1).

Per quanto da precedente scambio di vedute al riguardo questo comando conosca punto di vista di codesto ministero comune a quello di questo ·comando, si ritiene doveroso ed urgente richiamare ancora attenzione di V. E. su impellente necessità di ostacolare con qualsiasi mezzo, nel vitale interesse degli alleati e specialmente del nostro Paese, qualunque scambio di prigionieri tra nostri nemici e la Russia. Attivissimo intrigo austro-tedesco comunicato da

R. ministro in Stoccolma rivela che fine ultimo Imperi centrali è probabilmente di ottenere ritorno in patria di tutti i prigionieri validi attuarlmente in Russia sommanti a circa un milione di austriaci ed a duecentocinquantamila tedeschi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1272. Roma, 25 settembre 1917, ore 12,40.

(Per Parigi) Suo Telegramma 514 (1).

(Per Londra e Pietrogrado) Ho telegrafato a Parigi quanto segue:

(Per tutti) Al nostro ministro che raccomandava evitare scambio di prigionieri validi con l'Austria, Governo serbo, pur riconoscendo valQire nostro punto di vista ha risposto che scambio non sarebbe che conseguenza di quello di migliaia di prigionieri che si progetta in Francia. Se questo venisse eseguito Governo serbo non potrebbe senza incorrere in odiosità presso suo popolo non effettuare proprio scambio che numericamente sarebbe molto inferiore que1lo francese.

Prego far conoscere codesto Governo che il Governo del Re protesta contro Foreign Office scambio prigionieri validi 'che venisse consentito dai suoi alleati, giacché siffattl scambi darebbero incremento forze resistenza austriaca contro l'Italia. Prego V. E. ·Chiedere precise assicurazioni in proposito.

Prego V. E. confermare sua azione a queste istruzioni qualorn Ella abbia sentore di progetto di tali scambi da parte codesto Governo. Un solo caso di scambio di prigionieri validi costituirebbe un precedente pericoloso che

R. Governo ha grave inte:-esse non sia creato.

(l) Non pubblicato.

116

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2616/GAB. 434. Londra, 25 settembre 1917, ore 9,35 (per. ore 14).

Mio telegramma Gab. 429 (1). Balfour che non ho potuto vedere prima di oggi ml diceva contenuto risposte Imperi Centrali aveva prodotto ben poco effetto ed era privo importanza malgrado la w:-presa dopo l'aspettativa creata con insistenza da stampa germanica, la quale ·certamente non avrebbe potuto esprimersi in tal senso senza consenso Governo imperiale.

Ministro degli Affari Esteri ·inclinava credere qualche fattore a noi sconosciuto abbia all'ultimo fatto mutare di divisamento Imperi Centrrali nei riguardi risposta nota papale.

Chiesta a Balfour sua opinione circa eventuale risposta da parte Intesa, egli soggiunse che dopo cortese comunicazione fatta da inviato speciale britannico presso Vati·cano e nota Wilson, suo parere personale era di soprassedere non sembrando il caso da parte Intesa si formuli qualsiasi nuova comunicazione di risposta nelle condizioni attuali che note Imperi Centrali non avevano sostanzialmente mutate.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO

T. 13071. Roma, 25 settembre 1917, ore 23.

Nel segnar ricevuta del telegramma n. 10949 G. del 23 corrente (2), mi pregio informare V. E. che concordo nel pare:-e espresso da codesto ministero circa la natura dei rapporti del Consiglio Nazionale de'i Paesi Czechi coi reparti czeco-slovacchl da istituirsi tra i nostri prigionieri di guerra.

L'ingerenza del predetto Consiglio Nazionale deve infatti per noi essere limitata arlla propaganda tra i prigionieri czeco-slovacchi e ad ogni utHe informazione sul conto dei singoli individui da arruolare.

A conferma di quanto verbalmente fu esposto, questo ministero è d'avviso che gli czeco-slovacchi facenti parte dei nuovi reparti non debbano perdere la loTo Qualità di prigionieri di guerra e che il loro trattamento debba essere

disciplinato in modo che nessun maggiore privilegio venga ad essi concesso in confronto a quelili concessi agli irredenti italian'i e che nessun pericolo di rappresaglia possa essere provocato nei riguardi dei prigionieri di guerra italiani in Austria-Ungheria.

Entro questi limiti converrà lasciare al signor Benes la più larga facoltà di propaganda politica.

(l) -Cfr. n. 86, pag. 60. (2) -Cfr. n. 107, pag. 73.
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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 2615/338.

Atene, 25 settembre 1917, ore 14,15 (per. ore 13,05 del 26).

Telegramma di V. E. n. 1270 (l) e telegramma Dolfini del 24 settembre.

Quantunque la questione non mi concerna direttamente non posso nascondere impressione che il ... (2) del Generale Sarrail nella questione dei nostri protetti albanesi (a parte 'il fatto se istruzioni annunziate ripetutamente a Salvago siano o non state inviate da Parigi) mi preoccupa grandemente, in tutti gli affari che più da vicino ci concernono il Generale Sarrail porta una asprezza ed uno sP'irito di ostilità verso noi che non può certamente giovare ai nostri rapporti con la Francia. Tanto a Salonicco che qui si va formando fra gli italiani una specie d'irrHazione contro il Generale che mi pare pericolosa. Un giornalista venuto ultimamente ·da Salonicco mi diceva che i 50.000 circa soldati e civili itailiani che si trovano colà sono divenuti in questi ultimi tempi in segU'ito alla condotta di Sarrail 50.000 nemici irriducibili della Francia.

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APPUNTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

... (3)

In un primo colloquio che ebbi il 24 luglio a solo a solo con Ribot questi mi ha detto nella massima confidenza, con preghiera di mantenere il più assoluto segreto, che il Principe Sisto di Borbone, fratello dell'Imperatri-ce d'Austria-Ungheria, attualmente nell'esercito francese, fece pervenire notizia che egli era in possesso di una lettera autografa dell'Imperatore Carlo, H quale lo autorizzava a muover passi per la pace fra Austria-Ungheria, Francia ed Inghilterra. L'Austria-Ungheda (si affermava in tale lettera, che portava la data del 31 marzo) si trovava in una posizione militare assai soddisfacente, mentre così non poteva dirsi degli Alleati anche in vista dei

recenti avvenimenti in Russia. L'Imperatore Carlo si dichiarava disposto ad appoggiare presso la· Germania, una volta che tale pace fosse avvenuta, la restituzione dell'AJsazia-Lorena alla Francia. Questa era la comunicazione che i Governi francese ed inglese desideravano sottomettere ai Sovrani d'Italia, di Francia e d'Inghilterra in occasione del progettato loro convegno. Lloyd George e Ribot fecero sapere all'Austria-Ungheria che non potevano trattare di pace separata senza conoscenza dell'Italia, ~tanto più che l'Austria era la principale nemica dell'Italia e nei pour-parlers avanzati non si faceva aLcuna propo·sta a favore dell'Italia. Essi indagarono però le intenzioni dell'AustriaUngheria circa le concession"l da farsi all'Italia. La risposta franco-britannica avvenne circa il 21 aprile. Nel maggio l'Imperatore Carlo scrisse un'altra lettera al Principe Sisto, nella quale osservava che la questione dell'Italia non doveva essere d'impedimento alle trattative, tanto più che l'Italia aveva avanzate recentemente proposte di pace all'Austria-Ungheria, le quali contenevano domande assai p·iù ristrette di quelle solledtate dagli Alleati e comprendevano il solo Trentino con una leggiera rettifica di .confini verso l'Isonzo e qualche isola. Tali proposte italiane sarebbero state fatte a insaputa del Regio Ministro degLi Esteri, ma con cognizione del Re Vittorio e del Comando Supremo (ciò non apparisce che fosse detto nella lettera imperiale, ma fu narrato da Ribot come cosa riferitagli). A questa lettera dell'Imperatore Carlo non fu data alcuna risposta se non quella che Franda e Inghilterra non potevano intavolare trattative di pace con l'Austria-Ungheria se essa non si fosse rivolta contemporaneamente alla loro alleata Italia. Nelle lettere dell'Imperatore Carlo non si parlava di concessioni da farsi alla Romania, ma l'Austria-Ungheria si riserbava il diritto, nel caso fosse giunta alla pace con la Francia e l'Inghilterra, a mantenere completa neutralità nella guerra fra queste due Potenze e la Germania, riservandosi il solo diritto di far pervenire alla Germania il grano maturato in Romania dove era stato seminato da mani tedesche.

Ho risposto al signor Ribot e successivamente al signor Lloyd George, che intervenne alla riunione ristrettissima di soli Ministri senza segretari, che garantivo assolutamente che nessuna trattativa fra Italia ed Austria-Ungheria era stata mai iniziata tra il Governo o il Sovrano d'Italia e l'Austria-Ungheria, e che quindi la suddetta affermazione in tal senso doveva ritenersi completamente falsa.

Il signor Ribot mi domandava se iniziative di questo genere non fossero potute partire dalle autorità militari 'italiane, al che io risposi negando, ed osservando che ciò sarebbe stato anche contrario a tutta la nostra tattica militare che piuttosto che verso il Trentino era stata sempre diretta verso l'Isonzo.

Feci inoltre osservare che il fatto che l'Austria si faceva forte di appoggiare presso la Germania, anche dopo avvenuta la pace, richieste francesi circa la Alsazia-Lorena, dimostrava come la mossa fosse fatta d'accordo con la Germania, poiché non era supponibile che l'Imperatore Carlo potesse sperare di conservare una qualsiasi influenza presso un alleato che avrebbe abbandonato o tradito.

In un colloquio avuto il 3 agosto con Sua Maestà Re Giorgio egli mi ha detto che il Principe Sisto aveva riferito che messi di Sua Maestà il Re d'Hal:ia o del generale Cadorna si erano recati in Svizzera per trattare la questione della pace ·con l'Austria-Ungheria. ll Re Giorgio mi dichiarava di non aver mai creduto che Re Vittorio avesse preso parte a tutto ciò (1).

(l) -Non pubblicato. Si tratta della ritrasmissione ad Atene e a Salonicco del t. 3508/578 del 22 settembre da Parigi nel quale Cambon assicura di aver telegrafato a Sarrail di lasciar passare liberamente gli albanesi muniti di passaporto italiano, (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Si inserisce sotto la data del 25 settembre, giorno in cui l'appunto fu consegnato ad Aldrovandi.
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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4127/1052. Londra, 25 settembre 1917.

A complemento dei miei telegrammi n. 577 e 579 (2), ho l'onore di fare, qui unito, pervenire all'E. V. alcuni articoli di questa stampa, concernenti le risposte degl'Imperi Centrali al Papa.

Come Le ho già accennato, la nota fondamentale in cui tutti i giornali si accordano è che la mancanza, sia nell'uno che nell'altro documento, di ogni accenno alla eventuale restaurazione del Belgio, nonché alle questioni dell'Alsazia e Lorena, deille rivendicazioni italiane, della Serbia, della Romania, ecc. ecc., deve disilludere tutti coloro che in tali comunicazioni riponevano vive speranze per avvicinarci alla pace. Di questa, •infatti, non si pol1;rà parlare, aggiungono i commenti, fino a quando non sarà reso ben chiaro che le intenzioni della Germania e dell'Austria, relativamente a detti problemi corrispondono alle giuste ed inderogabili esigenze degli Alleati. Per ora, occorre perseverare nella guerra con rinnovato vigore, onde questo scambio di note diplomatiche, da cui potrà forse anche aver princi:pio il nuovo stato di cose -il Manchester Guardian ne scorge chiari indizi -ma che in oggi sono troppo vaghe per darne qualsiasi affidamento, non ci devii da quella che deve essere la nostra meta sicura.

Oltre poi all'interpretazione data da alcuni giornali al passaggio della nota tedesca relativo alla libertà dell' • alto mare », e cioè che con essa la Germania intenda alla chiusura del Baltico e del Mar Nero, nonché a tagliar via la Polonia, la Russia, la Romania e la Serbia da ogni accesso agli oceani, mi sembra degna di nota la chiusa dell'articolo del Morning Post in cui si invoca il forte uso della costrizione economica per obbl'igare la Germania ed accettare le condizioni di pace degli Alleati.

Siffatta guerra economica di cui l'Intesa dovrebbe, di perfetto accordo, minacc'iare gl'Imperi Centrali, e che. è stata ieri solamente accennata dal giornale conservatore, è oggi argomento di un articolo di fondo dello stesso organo il quale chiede al Governo Britannico di accordarsi per essa con gli altri Governi alleati, mettendo in pratica quella politica di boicottaggio commerciale e finanziario le cui basi furono gettate alla Conferenza di Parigi. Tale arma che, lungi dall'indebolire lo sforzo dell'Intesa per la lotta sui camP'i di battaglia, dovrebbe formarne il naturale sussidio, nonché il logico .complemento, ha vari e strenui partigiani e tl!ova in oggi fautore anche il Daily News che prima vi era contrario.

(l) Ed. in ALDROVANDI MARESCOTTI, Guerra diplomatica, Ricordi e frammenti di diario, Milano, 1937, pp. 127-128.

(2) Non pubblicati.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. S. 1609 BIS. Roma, 26 settembre 1917, ore 11.

Generale Cadorna telegrafa quanto segue:

• -4554 -Per conoscenza e norma di V. E. trasmetto l'insolente telegramma ora pervenutomi da Sir William Robertson e la risposta da me immediatamente datagli. - • -Al Generale Cadorna -Poiché V. E. ha deciso di adottare atteggiamento difensivo e poiché le sedici batterie di ob'lci britannici vi sono state mandate per propositi offensivi, compiacetevi disporre che siano ritirate dalla fronte immediatamente (sic) avendo io bisogno di destinarle ad altro teatro. -Gen~r rale Robertson ». - • -Sir William Robertson -Dispongo perché le sedici batterie britanniche siano immediatamente ritirate dal fronte e poste a vostra disposizione. Circa alla forma usata nel richiederle vi faccio osservare che io solo sono competente a giudicare della situazione su q_uesto fronte in relazione ai nostri interessi combinati con quelli della coalizione, a prendere provvedimenti che ne derivano, dei quali r'lspondo direttamente a S. M. il Re e a Governo italiano -Generale Cadorna •.

È doloroso che per un movimento avventato di codesto Capo di Stato Maggiore si minacci di disfare tutto q_uanto era già stato stabilito nella ultima Conferenza di Londra in favore di una più stretta cooperazione italo britannica e di una maggiore comune azione offensiva sul fronte italiano, e ciò a danno della causa collettiva con solo vantaggio netto del nemico. Prego V. E. spiegare sua azione in ~uesto senso presso codesto Governo e telegrafarmi (1).

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3557/1011. Pietmgmdo, 26 settembre 1917, ore 8 (per. ore 14).

23 settembre.

Giornali pubblicano che nei circoli governativi smentisconsi categoricamente voci corso di trattative fra gli alleati e gli stati nemici dirette ad iniziare aperture di pace. Ciò si riferisce alla voce tendenziosa fatta correre ieri che Inghilterra trattasse con Germania per mezzo di uno stato neutrale.

Da alcuni giorni, specialmente dopo articoli del Times e del Temps, attacchi della stampa socialista contro Inghilterra e Francia sono divenuti più vivi e freQuenti. Si denunzia soprattutto stampa dei due paesi quale fautrice del kornilovismo e della reazione.

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, Il, cit., p. 299.

(l) Gruppo indecifrato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3560/1005. Pietrogrado, 26 settembre 1917, ore ... (per. ore 14,10).

23 settembre.

Soviet di Pietrogrado ha adottato con 597 voti contro 414 proposta massimalista Kameneff di eleggere p>residenza sulla base della rappresentanza proporzionale di tutte le frazioni. Questa misura non era ammessa dal Presidente Ceize, da Tzeretelli e da altri dell'antica presidenza che ... (l) così in aperto disaccordo col consiglio.

124

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1276. Roma, 26 settembre 1917, ore 16.

È stato Tiferito a nostre autorità in Albania che Venizelos avrebbe presentarto progetto legge espropriazione obbligatoria di latifondi. Notizia ha destato vive apprensioni anche fra proprietari musulmani territori occupati dalle RR. truppe, alcuni dei qual:i possiedono terreni nell'Epiro greco ed in Tessaglia.

Pregola riservatamente indagare e riferirmi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1610. Roma, 26 settembre 1917, ore 19.

Il R. Ministro a Berna telegrafa quanto segue: • Gab. 63 -Mio collega di Gran Bretagna è venuto oggi a vedermi col pretesto di chiedermi se avessi ricevuto istruzioni di V. E. per appoggiare, come aveva già fatto ambasciatore di Francia, i nuovi passi progettati Governo rper reprimere contrabbando svizzero verso Imperi Centrali. Gli ho risposto che mancavo di istruzioni ma che avrei telegrafato a V. E. Egli mi ha detto pure che Foreign Office non approvava un prestito unico fartto dalla Svizzera all'Intesa ma avrebbe praferito prestiti separati ai singoli alleati. Alla ·sua r·ichiesta quali fossero le nostre idee in proposito ho replicato ignorarle. Lo scopo precipuo della

6 -Documenti diplomatici -Se!"ie V -Vol. IX

visita del ministro d'Inghilterra è stato invece quello di parlarmì del nuovo stato di cose sorto recentemente tra Inghilterra e Svizzera di cui erano sintomi inquietanti ~li incidenti del veto alle banche per presUto alla GeTmania e affare del mancato controllo delle munizioni che questo paese fornisce ai tedeschi. Inghilterra -diceva mio collega -non era stata finora abbastanza energica nella sua linea di condotta verso la Svizzera. Governo britannico pareva essere ora convinto della necessità assumere un atteggiamento più minaccioso come faceva del resto Germania con pieno successo. Egli si lusingava che Francia e Italia avrebbero pure seguito nuova strada. Avendo egli richiesto se non fossi io pure dello stesso parere gli ho risposto a titolo puramente privato ma di persona che era da più di quattro anni e mezzo in questo paese che a mio avviso una simile modificazione della nostra politica avrebbe costituito un gravissimo errore pieno di dolorose conseguenze. Quello spirito militare che pareva oggi affievolito si sarebbe ravvivato alla menoma apparenza di offese alla dignità nazionale. Una conoscenza anche superficiale della psicologia elvetica bastava a fare prevedere con sicurezza morale che la Svizzera non avrebbe tollerato nella sua suscettività, resa ancora più delicata dagli ultimi incidenti, il linguaggio e l'atteggiamento minacciati. Avremmo fatto il giuoco tedesco e finito col gettare paese nelle braccia della GermaniR che, contraa.-iamente a quanto si credeva in Inghilterra, non aveva mai usato quelle armi per rendersi amica la Svizzera. L'ipotesi di una entrata in guerra di questo paese a lato dei nostri avversari non era purtroppo impossibile se da parte Intesa vi fossero delle velleità del genea.-e di quello di cui egli mi aveva tenuto parola. Credevo che avremmo fatto assai meglio chiudere occhi senza dare soverchia importanza alle poche briciole che da questo povero banchetto possono cadere Germania. Non trovavo per esempio serio e proporzionato alla nessuna importanza del fatto ultimo reclamo britannico d1 cui mi aveva parlato pei passato a cagione dei 25 chili di cacao smarriti nel transito dall'Olanda Svizzera attraverso Germania. Ministro d'Inghilterra conveniva meco in buona parte delle mie osservazioni ma disse che punto di vista del suo Governo era bene diverso da quello che io avevo esposto. Ho meduto utile dilungarmi su questa conversazione privata perché se è esatto ciò che mi ha riferito mio collega britannico, gli ottimi rapporti che abbiamo con questo paese corrono gravissimo rischio di turbarsi ».

(l) Gruppo indecifrato.

126

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1613. Roma, 26 settembre 1917, ore 21.

Ho comunicato telegramma di V. E. n. 4554 (l) alla R. ambasciata a Londra aggiungendo essere doloroso che per un movimento avventato di

Sir G. Robertson si rischi di vedere disfatto tutto quanto era già stato stabilito nell'ulttma conferenza di Londra in favore di una più stretta cooperazione itala-britannica e di una maggiore comune azione offensiva sul fronte italiano e ciò a danno della causa collettiva con solo vantaggio netto del nemico. Ho poi invitato la R. ambasciata a spiegare la sua azione in conformità di quanto precede presso il Governo britannico.

(l) E' riportato nel n. 121 pag. 84.

127

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. 1279. Roma, 27 settembre 1917, ore 16.

Mio telegramma 1271 (2).

(Per Parigi) Ho telegrafato al R. ministro in Berna quanto segue:

(Per tutti) Recente incontro di inviati francesi e tedeschi in Svizzera per scambio prigionieri è salutato dalla Neue Freie Presse del 18 settembre come avvenimento straordinario; consenso dato da Francia propri rappresentanti di incontrarsi con rappresentanti nemici assume importanza di un fatto politico dato • odio francese contro tutto ciò che è g~manico »,

Siffatti commenti tendenziosi confermano inopportunità aderire scambi di vedute col nemico circa regime prigionieri.

128

IL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. 1618/12. Roma, 27 settembre 1917, ore 17.

Non ritengo opportuno intervenire a Londra nella discussione per prendere parte accordo Potenze circa sussidio Montenegro. Nostro contributo fu deciso in seguito diminuzione soccorso codesto Governo (rapporto di V. E. n. 49 del 15 giugno). Nostro odierno intervento renderebbe probabilmente necessario accurato esame situazione Montenegro con decisioni pericolose in questo momento e non favorevoli Montenegro stesso.

(l) Cfr. n. 110, pag. 75.

129

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. uu. 1620. Roma, 28 settembre 1917, ore 12.

Comando Supremo informa che gli è stato chiesto di rinviare in Inghilterra e in Francia le batterie inglesi e francesi recentemente giunte in Italia. Capo di Stato Maggiore inglese ha motivato il ritiro dal fatto che esse ci erano state inviate a scopi di offensiva, mentre Generale Cadorna giudica questa assolutamente sconsigliab'ile date le circostanze del momento e i mutamenti avvenuti nelle ultime settimane nella situazione generale. Richiesta francese ha immediatamente seguito quella inglese. Naturalmente nostro Comando ha dato gli ordini perchè siano eseguite le richieste dei due Stati MaggioTi alleati. Sarà bene però che V. E. richiami su quanto precede l'attenzione di codesto Governo. La decisione del Generale Cadorna, come risulta dal suo promemoria, è pure in gran parte motivata da un recente e continuo concentramento di artiglierie nemiche e di forze sul nostro fronte, oltrechè dall'aggravarsi minaccioso della situazione russa che all'indomani della recentissima nostra offensiva (15 agosto-15 settembre) ci obbligano temporaneamente alla difensiva ed alla prudente economia delle nostre non abbondanti riserve di muniz'loni. A questo proposito R. Ambasciatore a Madrid mi invia il seguente telegramma non privo di valore ad illustrazione di quanto precede: • gab. 55. Corrispondente viennese giornale ABC cui corrispondenze inspirate quei centri ufficiali telegrafa in data 22 corr. secondo sue informazioni prossimamente avvenimenti procureranno Italia terribile disilllusione quale ebbe Serbia Montenegro Rumania e proveranno potenza militare Austria-Ungheria non è indebolita per quanto così credano coloro che ignorano sua forza e suoi piani •.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, E AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. 229. Roma, 28 settembre 1917, ore 17.

L'On. Cabrini mi informa che la Confederazione del Lavoro ha chiesto a mezzo suo il passaporto per i delegati della Confederazione all'imminente Conferenza Internazionale Sindacale che si deve 'tenere in Berna.

L'On. Cabrini aggiunge le seguenti notizie informative:

l) -Sono invitate tutte le Confederazioni nazionali del lavoro preesistenti alla guerra e aderenti all'Associazione Internazionale Sindacale con sede a Berlino (Deputato Lezieu, maggioritario, Segretario).

2) -Ogni Nazione dispone di 10 mandati che 'la rispettiva Confederaztone attribuisce tra i propri maggioritari e minoritari (in Italia spettano 7 mandati alla maggioranza 3 alla minoranza).

3) -Delle Nazioni dell'Intesa partecipano l'Ltalia e la Francia (maggioranza, minoranza in perfetto accordo), più qualche Sta,to minore (gl'Inglesi hanno sol!levato una questione di forma preferendo un referendum alla Conferenza).

4) -Convocatrice l'Unione dei Sindacati Opera·l svizzera. 5) -Accordo generale: esclusione di discussioni sulla guerra. I temi sono due: a) Trasferimento dell'Ufficio internazionale da Berlino a un paese neutrale; b) clausole di legislazione sociale da raccomandarsi ai Governi per iil. trattato di pace.

L'On. Cabrini crede che la Confederazione del Lavoro d'Italia invierebbe:

Per la maggioranza: On. Quaglino, ex-Deputato Rigola, Signor D'Alragona e per la minoranza l'On. Cabrini.

Per parte mia sono contrario alla concessione dei passaporti per i delegati alla Conferenza di Berna tanto più che ricevo dal R. Min'istro all'Aja il seguente telegramma:

• Questo Ministro di Francia contrariamente alle notizie apparse in alcuni giornali, mi ha detto che il suo Governo non ha accordato passavorto a delegati francesi che vorrebbero recarsi a Berna per prender parte riunione dell'anti orlograad nella quale sembra predominante influenza delle Potenze Centrali •.

(per la Presidenza) Analoga comunicazione ho fatto al Ministro dell'Interno.

(per l'Interno) Analoga comunicazione ho diretto al Presidente detl Consiglio e nell'attesa di una decisione prego V. E. di voler disporre perché le dipendenti autori·tà non rilascino alcun passaporto o diano alcun v'isto a passaporti già rilasciati che consenta a cittadini italiani di prender parte alla Conferenza di Berna.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

D. 5. Roma, 28 settembre 1917.

Il • Comité exécutif de l'Organisation centrale pour une pa·lx durable • con sede all'Aja, mi ha inviato in data dell'8 settembre (1), una circolare colla quale nell'informarmi che esso ha deciso di convocare a Berna una riunione delle sue 9 commissioni internazionali di Studio pel 15 ottobre, mi prega concedere i passaporti per la Svizzera a quei RR. sudditi che saranno invitati a partecipare alla riunione.

Il Comitato stesso conterebbe di tenere dopo detta riunione un Congresso internazionale di studi • pour la création d'une Société des nations • che dovrebbe aver luogo a Berna e del quale mi ha trasmesso un particolareggiato programma.

Nell'inviare, con preghiera di restituzione, detto documento alla S. V. Illustrissima, La prego di volermi far sapere quanto sia pervenuto a sua conoscenza circa le persone e le tendenze dei maggiorenti del Comitato, circa i progetti che detto Comitato si propone e la simpatia ch'essi incontrano costì.

(l) Cfr. n. 26, pag. 18.

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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2645/439. Londra, 29 settembre 1917, ore 1,32 (per. ore 9) (1).

Mio tel. n. 438 (2).

Ho avuto testè lunga conversazione con Lord Derby e generale Maurice, ed ho pregato il R. addetto militare accompagnarmi. Ministro disse che doveva ·considerare seriamente situazione personale creatagli da decisione presa da S. E. generale Cadorna senza previo minimo cenno consultazione o discussione con alleati.

Osservò egli aver fatto del suo meglio per ottenere cooperazione artiglierie britanniche e francesi nostra fronte, aver avuto da S. E. generale Cadorna spiegazioni e assicurazioni nostra prossima sicura offensiva, aver promesso riferire al Gabinetto di guerra favorevolmente e adoperarsi conseguimento nostri desiderata. Ritornando di passaggio a Parigi, aver ripetuto a Painlevé e a Pétain le assicurazioni avute dal Comando Supremo. Ricevendo pochissimi giorni dopo notizia decisione interruzione offensiva, aver impressione non fosses'i accordata necessaria impol'tanza affidamenti datigli alla fronte italiana.

Inoltre aggiunse che col Comando Supremo si era rimasti d'accordo che non appena azione offensiva fosse terminata sul nostro fronte, (verso il 10 di ottobre), almeno sei delle batterie inglesi potessero essere rititrate senza 'inconvenienti. Generale Radcliffe avendo riferito che era intenzione generale Cadorna non ricominciare offensiva che in primavera ed intanto ritirare dalla fronte forti contingenti fanteria e concedere larghi congedi alle truppe, si era qui ritenuto situazione prospettata per 10 ottobre si fosse verificata ancora più completamente 23 settembre e siccome howitzers non hanno utilità che per azione offensiva, questo Governo ha ritenuto aver pieno diritto ed essere del

tutto giustificata destinazione batterie altro fronte dove offensiva è attualmente in corso o sta per essere iniziata. L'urgenza del provvedimento era giustificata a suo avviso dal massimo valore del fattore • tempo •. Lord Derby in questa prima parte conversazione non nascose sua penosa disillusione e ammise anche francamente suo stato d'animo quasi di istintivo risentimento. Ma mutò del tutto in seguito alle spiegazioni fornitegli in base al telegramma di V. E.

n. 1599 (1), e specialmente quando gli feci osservare quale impressione doveva avere prodotto a S. E. il generale Cadorna telegramma Capo Stato Maggiore britannico che non teneva conto alcuno delle esplicite dichiarazioni fatte nella memoria consegnata ai capi missione militari alleati sulla opportunità che, anche in attuale atteggiamento difensivo, artigliere non fossero per ora allontanate. Vennero riscontrati i telegrammi e risultò che di tale opinione del Comando Supremo nulla era stato fino ad oggi qui riferito da miss'lone militare inglese, con grande sorpresa di tutti.

Lord Derby confermò inoltre forma telegramma Robertson non era che concisione militare per guadagnar tempo e non aveva certamente nessuna intenzione di scortesia, ritenendosi disposizioni 'in esso contenute conseguenza naturale degli accordi precedentemente intervenuti. Nessuno aveva mai messo in dubbio che il generale Cadorna fosse solo giudice competente situazione nostra fronte e nessuno aveva mai accennato al contrario. Generale Robertson riteneva, per conto suo, temuta offensiva austriaca non molto probabile ed aveva espresso, per mezzo generale Radcliffe, speranza Comando Supremo sarebbe ritornato sulla sua decisione.

Con ogni valido argomento, coadiuvato dal colonnello Mola, che riferisce direttamente, mi adoperai a dimostrare gravità decisione presa da questo Governo, sia per la sicurezza nostra fronte, sia per diminuita cooperazione sforzo comune e conseguente complessivo danno morale.

Non tra,lasciai far osserva::e naturale sorpresa per forma e sostanza precipitata decisione senza previa intesa e senza aver ricevuto prima completa relazione del generale Radcliffe.

Domandai dal canto mio fosse revocata decisione presa e almeno dieci batterie fossero lasciate sulla nostra fronte. Ministro insistendo ancora sul fatto che decisione venne presa senza aver conoscenza deside'!'io S. E. Cadorna artiglierie fossero mantenute sulla nostra fronte, disse che anche volendo mutarla, sarebbe ormai impossibile per esser tutte le batterie già giunte ai centri ferroviari, già pronte a pa•rtire. Assicurò spirito e desiderio coordinazione e cooperazione restava immutato da parte sua e di questo Governo ed anzi concetto del • fronte unico • era quello che completamente giustificava trasporto artiglierie da un fronte all'altro dove maggiormente fossero conside::ate necessarie.

Assicurò che in primavera era ferma intenz'lone sua rimandare batterie sufficienti alla nostra fronte e oltre lasciare intanto in Italia depositi ora esistenti, essere in corso studio anche per trasporto numero eventualmente maggiO!'e batterie.

Chiesi in ultimo se a rimpiazzare le sedici batterie ritira,te non fosse possibile mandare altre artiglierie. Lord Derby pur dicendo che potrebbe studiare la questione, non diede assicurazioni e generale Maurice accennò a difficoltà tecniche di cui riferisce colonnello Mola.

La seconda parte conversazione, molto ,cordiale, sembrami lord Derby fosse conV'into, senza confessarlo, decisione britannica sia stata troppo precipitata e diede ripetute assicurazioni suo ·Cordiale desiderio cooperare in pieno accordo con noi.

(l) -Il telegramma fu minutato il 28 settembre. (2) -Non pubblicato.

(l) Cfr. n. 111, pag. 76.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3604/1016. Pietrogrado, 29 settembre 1917, ore 12 (per. ore 19,40 del 30).

Giornali pubblicano telegramma da Roma nel quale è detto che ctrcoli politici italiani dichiarano priva di fondamento voce corsa di pace separata delle tre po,tenze occidentali a spese della Russia e che Italia come per il passato ha fede che demo,crazia russa riesca a ristabilire sua potenza militare per continuare a combattere in favore aspirazioni ideali.

P·rego V. E. voler comunicare quanto precede S. E. ministro Scialoja.

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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4152/1060. Londra, 26-29 settembre 1917.

Il Times, nell'annunziare stamane la morte avvenuta in Londra del Signor Supilo, ricorda che, allo scoppio della guerra, egll.i potè scampare alla sorte riservata dal Governo Austriaco ai suoi amici e ,colleghi, d. quali vennero o imprigionati o giustiz·iati, perché si trovava in Svizzera. Essendo riuscito a giungere in Inghilterra, egli si mise qui ad organizzare il Comitato degli Slavi del Sud per la propaganda dell'unione degli Yugo-Slavi. Durante gli ultimi tre anni -aggiunge il giornale -'i suoi sforzi ,convel!'sero tutti a tal fine. Egli godeva la fiducia di molti fra 'i dirigenti della o•pinione pubblica italiana i quali allo stesso modo dei suoi compatrioti jugo-slavi, considereranno la morte di lui come una notevole perdita per la causa della sicurezza dell'Adriatico.

P. S. -29 settembre -A semplice tit01lo di curiosità ho l'onore di fare anche pervenire, qui unito, all'E. V. un articolo comparso nel Times di oggi sul Supilo.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3617/1027. Pietrogrado, 30 settembre 1917 (per. l' 1 ottobre).

27 settembre.

In intervista ai rappresentanti stampa quest'ambasciatore di Francia ha dichiarato prive di fondamento voci sparse da certuni di separate trattative di pace tra Imperi centrali e Intesa a detrimento della Russia. Tali voci tendenziose sono insinuate dalla Germania per seminare zizzania tra Russia e suoi alleati. Tutti desiderano pace, disse Noulens, ma una pace stabile, garantita, che assicuri libertà e diritti dei popoli, non la pace germanica. Fiduciosi nei nostri alleati come in noi stesS'i, noi non consentiremo mai a negoziare a spese della Russia e questa può essere certa che i suoi interessi saranno salvaguardati al pari dei nostri .n giorno in cui si concluderà pace. Stia in guardia per parte sua la stampa contro tentate insinuazioni da1la propaganda germanica.

136

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3620/1026. Pietrogrado, 30 settembre 1917 (per. l'1ottobre).

26 settembre.

Soviet di Pietrogrado ha nominato suoi rappresentanti nella conferenza democratica che si aprirà domani i massimalisti Kamenev, Zinoviev e Lenin. Quest'ultimo si dice giunto qui dalla Finlandia tre giorni fa, ma in realtà viveva a Pietrogrado da diverso tempo. Pesa su di lui un mandato di c,attura in seguito ai fatti di luglio ma si crede che autorità giudiziaria non vi darà seguito per ora. Sulla composizione della conferenza Neratoff mi ha detto poter ritenere che circa metà di essa sarà favorevole al principio del ministero coalizione. Governo considera conferenza ,come riunione di un partito e come tale non avente qualità dl rappresentare tutta l'opinione della democrazia nazionale a differenza di quella di Mosca che era stata convocata dal Governo (1).

137

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3627/1033. Pietrogrado, 30 settembre 1917, ore 7,30 (per. ore 11,45 del 4 ottobre).

28 settembre. Birsgevia Viedomosti pubblica che eh-coli politici credono ad un accordo tra Governo italiano e Pachtich per decidere del problema adriatico. Giornale

dice base dell'accordo sarebbe stata posta nelle conferenze interalleati di Londra e Parigi, dove parrebbe Intesa riconobbe però punto di vista di Sonnino che protestò contro massimalismo serbo, di cui designò responsabili alcuni circoli panserbi e ... (l) come questione serba può essere favorevolmente risolta soltanto mercè concorso Italia, la sola che possa fiaccare Austria. Giornale ricorda inoltre dichiarazioni fatte da Pach:itch al Weekly Despatch dopo la conferenza di Londra, ravvisando in esse rinunzia della Serbia al programma jugo-slavo che contesta aLl'Italia diritto sulla costa orientale adriatica.

Prego comunicare quanto precede a ministro Scialoja.

(l) Ed. in M. ToscANO, L'inizio della rivoluzione societica visto dall'ambasciata d'Italia a Pietrogrado, in • Nuova Antologia •, nn. 2009-2010, maggio-giugno 1968, pag. 10.

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PROMEMORIA DEL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 30 settembre 1917.

Ieri, 29 settembre, è venuto a trovarmi il Barone Monti e mi ha detto le seguenti cose non in forma di frasi sfuggite attraverso una conversazione, ma come comunicazioni che egli mi faceva in seguito a colloqui avuti col Sommo Pontefice e col Cardinale Segretario di Stato.

Egli mi ha premesso non essere vera la voce corsa e raccolta da molti giornali, che, cioè, la Santa Sede avesse provato un disappunto nel ricevere la dsposta degli imperi centrali, quasi se ne aspettasse una più larga e più remissiva. Si afferma, invece, esser vero il contrario. Si soggiunge non essere giusta l'accusa mossa al Papa di aver provocato c_on la diffusione della nota una depressione negli spiriti bellici e una accentuazione del pacifismo; al quale proposito si osserva che Ja pubblicazione non è avvenuta per fatto della Santa Sede, ma bensì ebbe origine in Inghilterra e si deve probabilmente a quel Governo.

Ciò posto, il Barone Monti ha soggiunto che i Nunzi accreditati in Germania e in Austria hanno fatto sapere alla Santa Sede che i rappresentanti di quegli Stati hanno fatto conoscere (non mi fu precisato con quale forma e sino a qual punto impegnativa) essere loro intendimento di consentire la retrocessione incondizionata del Belgio; dichiarandosi, quindi, infondate tutte le voci corse di riserve della Germania su questo punto e anche per quanto riguarda ;la distinzione delle nazionalità vallone dalle fiamminghe. Non solo, si aggiunge, la Germania consentirebbe al Belgio una indipendenza assoluta, ma sarebbe disposta a corrispondergli una indennità.

La Santa Sede avrebbe ora l'intenzione seguente: comunicare all'Inghilterra, come rappresentante dell'Intesa, la risposta della Ge>rmania, aggiungendo per suo conto quanto sopra si è detto risultarle circa i propositi deilla Germania sul Belgio. Si ritiene che ove la risposta dell'Intesa desse atto su questo punto, la Germania sarebbe costretta a fare delle dichiarazioni espresse sul punto stesso.

Il Barone Monti aggiunge che la Germania rilascerebbe incondiz,ionatamente tutto il territorio francese sinora occupato. Quanto altl'Alsazia e Lorena, la Germania non esclude la possibilità di concessioni; ma tanto H principio quanto l'estensione di esso subordina a Quegli eventual'i risarcimenti che la Germania potrebbe conseguire verso la sua frontiera orientale.

Circa le questioni territoriali italo austriache, ila Santa Sede ha riconfermato il suo fermo convincimento intorno all'accoglimento delle aspirazioni italiane, bene inteso non nella misura del programma massimo consentito negli accordi con l'intesa, ma, nel tempo stesso, con notevole miglioramento ,sulle concessioni fatte dall'Austria prima che l'Italia entrasse in gueNa. Una allusione fatta in proposito circa la possibile distinzione di un'lstria orientale da un'Istria occidentale, rivelerebbe manifestamente che la Santa Sede ritiene che fra tali concessioni sarebbe inclusa Trieste.

Il Barone Monti concluse insistendo perché l'Italia comunichi alla Santa Sede quel minimum che essa ritiene indispensabile ai suoi fini di guel'ra.

Giusta la linea di condotta che il nostro Governo ha preso, io, questa volta come le altre, non solo non ho dato risposta su quest'ultimo punto, ma mi sono astenuto da qualunque manifestazione di pensiero (1).

(l) Gruppo indecifrato.

139

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2664/297. Parigi, l ottobre 1917, ore 21,22 (per. ore 22,55).

Telegramma di V. E. n. 1599 (2).

Ho parlato oggi a lungo con Ribot circa il richiamo delle batterie francesi; egli mi ha detto che era stato deciso a Boulogne sur Mer fra Painlevé e gli inglesi. Alle mie insistenze perchè riesaminassero la questione mi osservò trattarsi di questione esclusivamente militare, ma poi finì ad arrendersi alle mie considerazioni ed avendogli fatto notare la necessità di una risposta urgente visto che l'ordine di partenza era già stato dato promise di parla!I"ne nel Consiglio dei ministri di domattina.

140

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 1290. Roma, l ottobre 1917, ore 23.

Mio telegramma n. 1281 (3). Nostro incaricato d'affari Londra è stato assicurato che Governo britannico è contrario a qualsiasi scambio validi con Imperi Centrali massimamente

in considerazione gran numero austriac·i attualmente Russia che verrebbero liberati, e che Governo britannico si opporrebbe risolutamente qualsiasi scambio validi eventualmente progettato da Russia o Francia.

(l) -Ed. in F. MARGIOTTA BROGLIO, Italia e Santa Sede da!la grande guerra a!la Conciliazione, Bari, 1966, pp. 341-342 e in SoNNINO, Carteggio 1916-1922, pp. 300-301. (2) -Cfr. n. 111, pag. 76. (3) -T. 1281 del 28 settembre di Sonnino, non pubblicato: Sonnino raccomanda agli ambasciatori presso i paesi dell'Intesa e al ministro a Corfù, di vigilare attentamente per impedire qualunque scambio di prigionieri validi.
141

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. R. 13840. Roma, l ottobre 1917, ore 23.

L'Ambasciata Britannica informa che il Governo inglese ha deciso di rifiutare i passaporti ai suddi,ti britannici che intendessero partecipare al Congresso Internazionale per la pace, che avrà luogo a Berna il 15 ottobre corr. I particolari su questa riunione sono apparsi nei giornali ungheresi. Mio paTere è che ci converrebbe tenere atteggiamento analogo a quello britannico.

142

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL COMANDO SUPREMO, MARCHETTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. A MANO 9690. Roma, l ottobre 1917.

Si ha in data 27 c.m.:

• Un diplomatico austro-ungherese, che fu a suo tempo grande fautore delle concessioni territoriali da parte dehl'Austria all'Italia e venne a Roma nel maggio del 915 per agire in tal ~senso, non ebbe esitazioni nel riconoscere che il fermento di rivolta è sempre più preoccupante nei territori slavi della monarchia austro-ungarica, e segnatamente in quelli abitati dagli czechi. Egli non ritiene invece serio il movimento segnalato fra ~i ungheresi nel senso di un avvicinamento all'Intesa, anche per l'insufficiente preparazione politica del gentiluomo fastoso e superficiale che si atteggierebbe a capo di tale agitazione, cioè del Conte Michele Karolyi. Lo stesso diplomatico fece d'altra parte il più grande elogio dell'arrendevolezza politica dei rumeni di Trans'ilvania. Egli osservò che, se il partito di Karolyi dà una certa ostentazione alle sue simpatie per trattative con l'Intesa, queste sono desiderate dalla grande maggioranza degli uomirri politici sia dell'Austria che dell'Ungheria, a cominciare dalla coppia Imperiale ed escludendo forse solo il Conte Tisza •.

143

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R.P. 2662/299. Parigi, l ottobre 1917, ore 22,12 (per. ore 3,15 del 2).

Seguito telegramma n. 606 (1).

Giorni or sono presidente della Repubblica e pres~dente del Consiglio dei min:istri durante il pranzo, presente S.M. il Re, si sono pronunziati molto severamente contro questo ministro degli Affari Esteri perché alla insaputa del Governo aveva iniziato note trattative a mezzo del consi@.iere Ador per 1o scambio colla Germania dei prigion:ieri vaUdi. Io osservai essere stato detto che e;rano mosse da un desiderio umanitario, ma il presidente della Repubblica mi interruppe dicendo tra·ttarsi di preoccupazioni elettorali e non umanitarie. In quell'occasione fu dichiarato che la cosa non avrebbe avuto alcun seguito e perciò credevo si potesse essere tranquilli a quel proposito, ma avendo visto oggi al'!"ivando il telegramma 1281 (2) ho creduto chiedere maggiore spiegazioni a Ribot iJ. quale mi ha assicurato che le trattative non avranno alcun risultato. Pare però che per evitare le accuse da parte dei deputati di non tener conto del desiderio delle famiglie di riavere i prigionieri sarà mandato in Svizzera il sottosegretario di Stato del:la Guerra in realtà per rompere le trattative. Al pubblico di qui c·iò dimostrerà la buona volontà di questo Governo di concludere e la colpa del fallimento del negoziato sarà fatta cadere sul Governo germanico.

144

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1298. Roma, 2 ottobre 1917, ore 2.2.

Questo incaricato d'affari britannico mi ha comunicato un telegramma del Foreign Office nel quale è detto che con riferimento a.Ue obiezioni fatte dall'Italia alla liberazione de'i prigionieri di guerra di razza serba, il governo serbo insiste nella sua domanda ·che tali prigionieri siano mandati a Salonicco dove, se il Governo italiano lo desidera, saranno esclusivamente ·impiegati in lavori agricoli. Il Governo britannico spera che in vista di .tali spiegazioni e affidamenti il Governo italiano consenta a modificare la sua attitudine nella questione.

Ho fatto capire a Erskine che non mi spiegavo questo intervento inglese nella questione e gli ho risposto che il governo italiano, se è contrario alla

liberazione in blocco dei prigionieri serbi come di altre nazionaJità, non si oppone alle liberazioni individuali esaminando caso per caso le domande che gli vengono presentate; e infatti molti prigionieri slavi sono stati già restituiti alla Serbia. Non potevo modificare i criteri generali finora seguiti in prorpos'ito, anche per evitare Tappresaglie a carico dei nostri prigionieri in AustriaUngheria. Comunico quanto precede a V.E. per sua norma.

(l) -T. 3606/606 del 30 settembre da Parigi non pubblicato: Il Ministero degli esteri francese non è, per ora, a conoscenza della proposta del consigliere Ador per lo scambio di prigionieri validi con la Germania. (2) -Cfr. p, 95, nota 3.
145

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 2667/445. Londra, 2 ottobre 1917, ore 9,42 (per. ore 6 del 3).

Mio tel. Gab. 438 (1).

Lord Derby incaricò il R. addetto militare di ringraziarmi azione da me spiegata presso di lui per chiarire la 5ituazione evitando pericolo tensione di rapporti tra i due capi di Stato Maggiore eserciti alleati ed eventualmente anche fra i due Governi. Ministro della Guerra ha indirizzato a S.E. Cadorna una lunga e cordiale lettera spiegativa esprimendo il vivo rincrescimento per l'incidente. Oggi gene!"ale Maurice mi ha fatto pervenire copia del telegramma segreto diretto ieri dal generale Robertson al generale Radcliffe da comunicarsi a S.E. Cadorna. Nel telegramma stesso è detto avere egli ricevuto lettera di S.E. Cadorna del 21 settembre solamente il 29, e fino a questa data ignorava il des-iderio del Comando Supremo di trattenere l'aJrtiglieria inglese per scopi difensivi. Se lo avesse saputo, continuò Robertson, avrebbe discusso la questione con S.E. Cadorna prima di spedire il noto telegramma del 24 settembre. In ultimo Robertson annunzia essere disposto lasciare alla fronte cinque delle sedici batterie col generale Hamilton e coi!. Comando nonché i depositi rifornimenti e munizioni per facilitare l'eventuale invio di nuove artiglierie inglesi in primavera.

146

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3645/1037. Pietrogrado, 2 ottobre 1917, ore 13 (per. ore 17,20 del 4).

29 settembre.

... (2) intervista alla stampa Terescenko ha dichiarato che risposta austrotedesca alla Nota dimostra chiaramente che Germania non ha rinunziato al progetto di una pace in base • carta di guerra •. Scopi guerra degli alleati

furono chiaramente espressi da Wilson e Russia ha proclamato principi pei quali combatte suo popolo libero. Del prolungarsi della guerra non è responsabile che Germania. Nella questione polacca Russia contrappone alla menzogna politica tedesca princip·Io della libera scelta delle proprie sorti da parte popoli. Governo provvisorio .conferma suo proclama ai polacchi del l 7 marzo e intende ricostruire Polonia completamente libera composta di tutti i territori popolati in maggioranza da polacchi. Esso ha proposto agli alleati di prendere 1n considerazione pubblicazione di un atto speciale collettivo cbe sanziona principi del proclama del 17 marzo. Russia prende a cuore anche .r·isorgimento economico e finanziario della Polonia nonché rifusione danni causaU!e dal nemico. Ministro Affari Esteri concluse esprimendo speranza che politica generale russa non sia più in avvenire politica di paradossi che tanto le costò in questi ultimi tempi e che invece ha protratto guerra e favorito trionfo imperialismo tedesco. Per terminare guerra è indispensabile unione di tutte forze vive del paese che dia al Governo possibilità di fare politica veramente nazionale.

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato.
147

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. 1303. Roma, 3 ottobre 1917, ore 24.

Suo telegramma n. 62 (1).

Autorizzala suggerire Pasic esprimere Pietrogrado preghiera serba Russia rifiuti assolutamente ogni scambio pvigionieri non completamente invalidi. Al ritorno di Pasic V. S. potrà fargli ·sentire che non sapremmo consentire eventuale rimpatrio ufficiali austriaci pvigionieri dei serbi ora in Italia.

148

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2679/401. Pietrogrado, 3 ottobre 1917, ore 10 (per. ore 13,35 del 4).

30 settembre.

Ho avuto in questi giorni frequenti occasioni di intrattenermi col ministro della Guerra generale Verhowsky. Padandomi del suo programma di riorganizzazione dell'esercito egli mi ha detto nutrire speranza che una votlta tolta di mezzo la ·sfiducia del nuovo regime che purtroppo si è rivelata fra non

pochi ufficiali di tutti i gradi il contatto fra i comandi e le truppe ridiventerà normale e la loro armonica cooperazione sarà assicurata. Naturalmente una disciplina democraticamente giusta ma rigida deve accompagnarsi là dove occorre, al processo di affiatamento. Egli afferma po·tersi contare sopra un numero considerevole di giovani elementi che daranno ai comandi impulso di zelante attività. Non sarà opera di immediato ma sicuro effetto. Non conviene credere che idea del dovere sia scomparsa dalle file dell'esercito. In molti casi, anche recentissimi, si sono visti interi reparti battersi splendidamente. È piuttosto nella resistenza in certi comandi, nelle influenze contrastanti, nella confusione psicologica che ne deriva che devonsi ricercare le cause principali della disorganizzazione. È essenziale che uffi.ciaJ.i e truppe siano convinti che i loro sforzi e sacrifici hanno per scopo il salvamento del regime democratico. Ministro intende rimandare a casa 1le classi dai 40 anni in su (non dai 37 come si era detto da principio). Non vuole però diminuire le truppe che trovansi al fronte o soltanto eventualmente rimpiazzarne qualche parte. Sopra un eserdto di ci<rca 12 milioni, 2 sono al fronte e 10 nelle retrovie. È questa una cifra inammissibile e che non può portare che ingombro oltre all'enorme dispendio. L'insieme delle forze acquisterà maggiore potenzialità dalla riduzione ed il problema dei rifornimenti diventerà meno grave.

Egli ha espresso il desiderio di collaborare con gli alleati e di accordarsi con essi circa i preparativi ed i piani per ·campagna di primavera. Avendo io svolto che chiave della vittoria trovasi sul fronte di sud-ovest ove la Russia ha riportato a varie riprese così grandi successi e dove un nuovo urto vigoroso contro l'Austria affretterebbe la fine della guerra, il ministro, pur rimanendo nel suo abituale riserbo, sembrò convenirne, ma aggiunse che sino alla primavera la Russia ... (1) parlando delle operazioni militari italiane e delil'altilssima valutazione fattane dal pubblico e dalla stampa in Russia anche nei riguardi del fronte orientale, Verohwsky disse associarsi pienamente a quegli apprezzamenti ed esprimendosi in termini di grande elogio verso il nostro esercito, parlò delle difficoltà inaud~te della nostra guerra, mostrandosene esattamente edotto.

Ad uno dei miei colloqui col ministro ha assistito il cofonnello Ferigo, qui di passaggio, il quale in Romania aveva conosciuto Verhowsky e collaborato con lui. A vari quesiti tecnici, e particolarmente sul ristabilimento della disciplina posati dal co.lonnello Ferigo, Verhowsky rispose ammettendo che la riorganizzazione dell'esercito esige del tempo ma esprimendo ferma fiducia nel suo programma e lasciando intravvedere iJ proposito di recarlo ad effetto energicamente contro ogni ostacolo.

Sia in Romania, come mi riferì ·colonnello Ferigo, che da ultimo a Mosca, ove comandava quella circoscrizione militare, Verhowsky ha dato prove di capacità, abilità e fermezza ed attualmente ha saputo trovare la nota giusta per entrare in contatto con la conferenza democratica e guadagnarsi su di essa un patronato notevole.

(l) Non pubblicato.

(l) Gruppo indecifrato.

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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3643/598. Londra, 3 ottobre 1917 (per. il 4).

Mio telegramma 593 (1). Ho avuto una lunga ·COnversaz·ione con Crowe relativa aLla questione importazioni e parità eli trattamento. Egli mi ha detto condizione Francia essere assai peggiore a quella dell'Italia a cagione vasti territori occupati e numerose e importanti industrie colpi<te e ritenere FQ'ancia avere quindi maggiormente sofferto dalla guerra. Questione di principio che io invo·cavo non potere più avere stesso valore in questi tempi eccezionali in cui in molti casi si era costretti dalla necessità delle speciail.i circostanze derogare alle norme consuetudinarie. Inghilterra trovavasi suo malgrado impedita seguire politica energica e utile alla sua situazione presente di guerra dalle continue richieste degli alleati che per tale guisa ostacolavano suoi sforzi verso regime ritenuto necessario di restrizioni e ·costrizioni drastiche. Crowe concluse col dirmi che concessioni fatte alla Francia e che sulla carta sembravano ingenti non avrebbero in pratica di molto aumentato importazioni effettive nel Regno Unito. Opposi con insistenza ogni argomento in nostro favore e soggiunsi che se vc:>ramente concessioni fatte alla Francia non mutavano di gran lunga praticamente l'ammontare deHe impo>rtazioni materiali attuali vedevo ancor meno plausibile motivo a non concedere anche a noi parità di trattamento e di cui certo il R. Governo avrebbe usato con discrezione. Crowe mi annunciò prossima la risposta ufficiale alla mia comunicazione del 25 settembre che dalla conversazione con lui avuta non esito prevedere sfavocevole. Nel corso della conversazione Crowe accennò anche sorpresa provata dal competente dipartimento per non essere stata apparentemente apprezzata a sufficienza concessione offertaci per importazioni seta. Ed ho .impressione che nel pensiero di questo Governo tale concessione fosse intesa farci senz'altro accettare trattamento preferenziale per la Francia.

150

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2723/422. Pietrogrado, 3 ottobre 1917, ore 1.2 (per. ore 11,40 dell'11 ) .

.

Riassumo qui presso il testo della comunicazione collettiva concertata fra gli ambasciatori d'Italia, d'Inghilt:erra e di Francia e che essi propongonsi di rimettere a Kerensky domani.

Gli alleati senza volere immischiarsi negli affari interni della Russia sono preoccupati delle ripercussioni che dal punto di vista militare e diplo

matico può avere il prolungarsi della crisi russa. L'energia dimostrata dal Governo provvisorio per evitare la guerra civile dimostra che si rende conto del pericolo ed è disposto ad affrontarlo. Ma il perico,lo è tutt'altro che scongiurato. Non v'è un'ora da perdere se si vuole evitare una catastrofe che comprometterebbe e ritarderebbe la vittoria finale aumentando ancora i sacrifizì che ·i popoli dell'Intesa sopportano. Non v'è sforzo da trascurare per annientare il militarismo degli Imperi Centrali minaccioso soprattutto per la giovane repubblica 'russa.

I recenti avvenimenti hanno lasciato dei dubbì circa la resistenza della Russia e la possibilità per essa di continuare la lotta. I Governi alleati potrebbero essere chiamati a rispondere dinanzi ai loro Paesi di non aver dservato le forze per il fronte occidentale ove la volontà di vince•re è in ... (l) le armi e ogni sorta di materiale ceduti alla Russia. Governo russo per rassicurare opinione pubbl'ica dei popoli alleati deve mostrare con atti la sua risoluzione di impiegare o.gni mezzo per ridare all'esercito ·combattente la disciplina ed il vero spirito militare, ristab'llendo il funz·ionamento dei servizi e l'ordine sui fronti e all'interno.

Governi alleati contano che il Governo russo assolverà questo compito la cui esecuzione ferma e riso•luta può solo assicurare l'avvenire della Repubblica russa contro gli attacchi dei nemici di ogni democrazia.

Governo russo può essere certo dal canto suo di assicurarsi così l'appoggio intero di alleati fedeli penetrati dallo stesso spirito democra·tico e risoluto di continuare la lotta con energia di cui hanno dato tante prove. Il passato è garanzia dell'avvenire per •la Russia che vide entrare in lizza al suo fianco per difendere le libertà nazionali gli eserciti alleati nell'ora in cui smascheravasi l'ambizione d'egemonia tedesca coll'attacco portato in primo luogo contro popoli slavi e nell'ora in cui pesava gravemente sul fronte russo di sud-ovest la minacciosa pressione nemica.

(l) T. 3623/593 del 1° ottobre, non pubblicato.

151

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1306. Roma, 4 ottobre 1917, ore 2.

R. ambasciatore Parigi al Quale avevo comunicato che dal governo austroungarico era stato suggerito al governo federale d'l farsi promotore di una riunione in Svizzera tra delegati svizzeri e delegati militari italiani, francesi e austro-ungarici per trattare scambio prigionieri validi tra Austria-Ungheria e Francia e per scambio vedute su Questioni concernenti regime prigionieri di guerra, e che avevo incaricato ottenere da Governo francese di decisamente declinare eventuale domanda, al riguardo del governo federale, ha risposto :

• Avendo visto oggi, arrivando tel. 1281 (2) ho creduto chiedere maggiori spie

gazion'i a Ribot, il quale mi ha assicurato che le trattative non avranno alcun risultato. Pare però che, per evitare le accuse da pavte dei deputati di non tener conto del desiderio delle famiglie di riavere i prigionieri, sarà mandato in Sv'izzera il Sottosegretario di Stato della Guerra, in realtà per rompere le trattative. Al pubblico di qui ciò dimostrerà la buona volontà di questo Governo di concludere, e la colpa di fallimento del negoziato sarà fatta cadere sul governo germanico •. Ho repl'lcato al R. ambasciatore a Parigi quanto segue: • Progetto Ribot entrare in trattative pur con fe,rma decisione farle fallire e in modo da attribu'irne colpa al Governo germanico mi pare molto pericoloso. Governo russo e governo serbo resteranno gravemente indeboliti di fronte eventuale pressione famiglie dei prigionieri e potranno essere indotti accettare essi pure trattative che o prima o po"l finiranno per arrivare a quelle totali o anche parziali, condizioni che noi vivamente deprechiamo. Inoltre stampa nemica (mio tel. 1279) (l) attribuisce a questo convegno significato di debolezza Intesa e suo v'ivo desiderio di pace, per in tal modo rinforzare spirito pubblico nostri nemici e dare loro falsa impressione nostra situazione. Pregola intrattenere nuovamente Ribot in proposito, rinnovando vive insistenze Governo italiano perché non si accettino né scambi di prigionieri non assolutamente invalidi né trattative di scambi •. Per chiarimento questa replica trascrivo qui seguente telegramma diretto Parigi e Berna (1).

Prego ottenere da Balfour che prema presso Ribot nel senso di quello che farà Salvago a seguito mia replica.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Cfr. p. 95, nota 3.
152

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1640. Roma, 4 ottobre 1917, ore 1.2.

Ho telegrafato al R. ambasciatore a Parigi quanto segue: • Questa ambasciata francese mi ha comunicato che Governo francese propone data 16 ottobre per la riunione a Parigi di una conferenza Inter-alleati cui potrebbero partecipare speciali delegati della Russia e degl'i Stati Uniti. Ho risposto che mi è assolutamente impossibiJe assentarmi da Roma per quella data, che coincide con l'apertura del nostro Parlamento, dove si tratterà certamente di politica estera. Io avevo informato questa Ambasciata dl Francia da oltre un mese che in vista della riapertura del Parlamento italiano nella seconda quindicina di ottobre non avrei potuto assentarmi dall'Italia che nella prima settimana d'l ottobre.

Prego V. E. di comunicare quanto precede a codesto Governo informandolo che se, come si ritiene, la Camera italiana si aggiornerà verso fine ottobre, il mio intervento alla conferenza potrebbe effettuarsi a"l primi di novembre •.

Prego voler fare analoga comunicazione a codesto Governo.

(l) Cfr. n. 127, pag. 87.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1641. Roma, 4 ottobre 1917, ore 20.

Rimetto V. E. il testo della nota rimessa dal Vaticano il 28 settembre aJ. Ministro inglese presso la Santa Sede:

• Avendo la chiusura della frontiera itala-svizzera impedito per vari giorni il passaggio del corriere diplomatko, la Santa Sede ha rkevuto con ritardo la risposta della Germania e dell'Austria-Ungheria all'appello pontificio per la pace. Il sottoscritto Cardinale Segretario di Stato di Sua Santità si affretta partec'lparne copia autentica all'E.V.

La risposta della Germania contiene una accettazione esplicita del primo e secondo punto dell'appello pontificio. Degli altri quattro l'accettazione è implic,ita, quale si deduce dalle varie frasi della risposta. In quanto alle parole: in confoymità della manifestazione di pace del Reichstag del 19 luglio p.p. la Santa Sede ha particolare e forte ragione di ritenere ed affermare che esse debbano veramente intendersi in questo senso, doè per l'accettazione da parte della Germania del terzo e quarto punto dell'appello pontificio. Nella risposta austriaca è anche più chiara l'accettazione delle proposte pontifice, non escluso il quinto e sesto punto, ed essendo state redatte di comune intesa, non sembra potersi dubitare che ,le due risposte si completino a vicenda.

Certamente sarebbe stato a desiderarsi nell'interesse della pace che le risposte a tutti i singoli punti fossero state esplicite, pur tuttavia deve riconoscersi che esse lasciano la porta aperta ad uno scambio di 'idee, e se, in massima i Governi dell'Intesa, animati, come sono, dal desiderio di ridare al mondo la pace, non si rifiutino di entrare 'in trattative, la Santa Sede è disposta a prestare l'opera sua per domandare, come da sé, ulteriori schiarimenti e determinazioni sopra i punti che le venissero indicati.

In quanto al disarmo reciproco e simultaneo, voluto da tutti, vero caposaldo di pace e prosperità, il Santo Padre per deferenza verso le Potenze belligeranti, non credette nella sua lettera indicare il mezzo per attuarlo e mantenerlo, preferendo J.a,sciare alle medesime il determinarlo; ma Egli ritiene che il solo mezzo pratico e di non difficile attuazione sia il seguente: con un accordo fra le nazioni civili anche non belligeranti convenire nella soppressione simultanea e reciproca del servizio obbligatorio, con la instituzione di un tribunale arbitrale per definire le controversie internazionali e come sanz.ione l'isolamento (boicottaggio) generale contro la nazione che tentasse ristabilire il servizio militare obbligatorio ovvero rifiutasse di sottomettere la questione internazionale all'arbitro o di accettarne la decisione. Omettendo altre riflessioni, !l'esempio recente dell'Inghilterra e dell'America provano che il serviz'lo militare volontario dà bensì il contingente necessario per il mantenimento dell'ordine pubblico, ma non fornisce gli enormi eserciti che richiede la guerra moderna.

Soppresso dunque per comune accordo il servizio militare obbligatorio ed introdotto il volontario, si avrebbe, senza turbamento dell'ordine pubblico, quasi automaticamente il disarmo con tutte le conseguenze che ne derivano in ordine alla pace internazionale durevole (per quanto è possibile in questo mondo) ed alla ristorazione delle stremate finanze degli Stati neJ. più breve tempo possibile, senza parlare di altri vantaggi che tutti possono intravedere. Il se>rvizio militare obbligatorio è stato la vera causa di tanti mali da oltre un secolo: nella sua soppressione simultanea e reciproca è il vero rimedio. E siccome una volta soppresso, non potrebbe esso, anche nell'attuale constituzione degli Imperi Centrali, essere <ristabilito, senza una legge da approvarsi dal Parlamento (approvazione improbabile per molte ragioni) si avrebbe anche la garanzia dei popoli, richiesta anche in recenti documenti da autorevoH personaggi •.

Evidentemente il Vaticano tiene sopratutto a renders-i necessario per le trattative eventuali di pace, facendosi affidare incarichi di verifiche e domande, e di trasmissioni di contro-proposte. Con ciò tende assicurarsi comunque la partedpazione ad ogni eventuale Congresso.

In questa sua azione ha pienamente consenzienti gl'Imperi Centrali, i quali speculando sulla stanchezza dello spirito pubblico in Italia e Francia, e sulla possibilità di sconnettere la compagine tra gli Alleati, tendono ad arrivare ad intavolare trattative sia dirette sia indi<rette ed a darne l'impressione alle popolazioni, senza d'altro canto essersi vincolati a nulla di preciso e di compromettente. Con ciò essi si fanno sicuri di produrre nelle popolazioni avversarie un rilasciamento di fibra che oltre ripercuotersi sul mo>rale degli eserciti renderebbe assai difficile se non addirittura impossibile ai rispettivi Governi ogni ripresa delle ostilità in qualunque ipotesi e malgrado qualunque più spropositata esigenza degli Imperi stessi. Il fatto inoltre dell'inizio di trattative con gli Alleati occidentali senza alcun serio impegno preso dagli Imperi per l'integrità della Russia, verrebbe subito fatto valere a Pietrogrado per cercare di strappare laggiù una pace separata o per lo meno per aggravarvi la discordia interna e la paralisi dell'azione.

Sarebbe quindi secondo me pericoloso favorire tutti questi giuochi ,col l'ispondere oggi alle domande della Santa Sede, e col lasciare fomentare l'impressione nel pubblico che si stia comunque negoziando.

Basta leggere il discorso di Czernin del 2 corrente a Budapest per convincersi quanto poco vi è di fondato e di serio nelle assicurazioni del Vaticano di avere buono in mano sulle attuali disposizioni dell'Austria Ungheria a farci importanti concessioni. Nè sarebbe prudente allo <stato delle cose affidarsi di più alle assicurazioni germaniche, "imprecise e condizionate, di cui si fa forte il Vaticano, relativamente al Belgio ed ai punti fondamentali di ogni eventuale pace.

Per queste ragioni prego V.E. di adoperarsi presso codesto Governo perché non faccia nè prometta risposte alla Nota della Santa Sede -e non comprometta così maggiormente la situazione generale (1).

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 303-306.

154

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

~. 1313. Roma, 4 ottobre 1917, ore 23.

I•Lo telegramma n. 12812 (1).

Questo ministro di Serbia è tornato stamane a parlare dello scambio prigionieri validi. Ha lasciato comprendere Pasich sarebbe favorevole in massima ed ha fatto valere differente situazione tra prigionieri italiani e prigionieri serbi in Austria, questi ultimi essendo in cattività in maggior tempo.

È stato risposto che Governo italiano è assolutamente contrario tali scambi: che non solo Italia ma anche Serbia a Monastir avrebbe sopportato conseguenze del rafforzamento esercito austro-ungarico che conseguirebbe da questi rimpatri di militari validi e che un accordo di scambio fatto da Serbia avrebbe indebolito resistenza allo scambio da parte russa rendendo così possibile grande aumento forza combattente austro-ungarica.

Ristich è stato vivamente interessato persuadere Pasich rinunciare ogni progetto scambio validi, la cui notizia farebbe qui pessimo effetto.

155

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1313. Roma, 4 ottobre 1917, ore 23.

Suoi telegrammi Gab. nn. 341 e 343 (2). In data 28 settembre il R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue:

• Circa partecipazione italiana ... ragioni sopra indicate • (riprodurre telegramma da Parigi n. 3580/603) (3).

Per controllo Patrasso ho chiesto al min:lstero della Marina se possiamo proporre un controllo misto esercitato da un delegato italiano ed uno francese, a condizione che Governo francese consenta controllo misto a Corfù per quanto concerne passaporti.

Pregola farmi conoscere suo parere circa tale transazione.

Circa suo telegramma Gab. n. 343 avverto che mie istruzioni al RR. ambasciatori Parigi e Londra sono di chiedere controllo italiano Patrasso e Prevesa e per Sira soltanto presenza nostro delegato alla dipendenza direttore francese od inglese.

Quanto a Castellorizzo non solleveremo obiezioni se Imbros e Tenedos saranno nominate nella specificazione inglese, ma V.S. vorrà fare ai suoi colleghi di Francia, Inghilterra, Russia espressa riserva circa le ragioni politiche dell'Italia sull'isola Castellorizzo in causa della sua immediata prossimità alla costa dell'AS'ia Minore, ove sono riconosciuti interessi speciali italiani.

Infine notificazione V.S. circa regione miUtarmente da noi occupata dovrà limitarsi noto triangolo in Epiro.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicati. (3) -T. 3580/603 del 28 settembre da Parigi, non pubblicato: partecipazione italiana al controllo dei porti greci.
156

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2680/GAB. 448. Londra, 4 ottobre 1917, ore 21,53 (per. ore 3,40 del 5).

Ho chiesto oggi a Hardinge notizie della nota papale di •CUi questi giornali avevano prima annunziato e poi smentito l'imminente ·invio. Egli mi ha detto che il testo della nota era giunto al Foreign Office stamane ma non lo aveva ancora letto. Osservava tuttavia Hardinge che contrariamente alle buone regole e consuetudini la nota stessa era stata indirizzata a Lloyd George e non già a Balfour, accennando alla sua prima impressione che anche per un tale procedimento potesse avere ricevuto direttive austro-tedesche.

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IL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO, AL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEI PAESI CZECHI, BENES

N. 11649. Roma, 4 ottobre 1917.

In esito alle domande qui rivolte da V.S. in merito alla formaz'ione di reparti czeco-slovacchi in Italia, ed a seguito delle comunicazioni verbali fattele in proposito, La informo che, di ·comune accordo col Ministero degli Affari Esteri e col Comando Supremo, furono prese in esame sia la questione di massima relativa alla costituzione dei reparti come, per la parte concernente i prigion·ieri di guerra, le questioni minori prospettate da V.S. nel Suo memoriale consegnato al Ministero degli Affari Esteri.

La questione di massima venne risolta favorevolmente ed anzi nell'intento di sottrarre gli individui che apparterranno a'i •reparti da qualsiasi eventuale rappresaglia da parte del nemico, mentre verranno ai reparti concesse le libertà di cui godono quelli dell'esercito italiano, sarà ad essi applicato, per la parte disciplinare e pena·le, il trattamento di favore che in ciò godono i prigionieri stessi.

L'autorità militare non richiederà ad essi che un impegno individuale verbale (oltre la garanzia che sarà fornita dal Consiglio Naz·ionale dei Paesi Czechi) di osservare la legge militare italiana con gli stessi obblighi che ora hanno come prigionieri, e i reparti stessi, che verranno posti alla dipendenza del Comando Supremo, saranno impiegati in zona di guerra in lavori e servizi di seconda linea tali che, per non avere rapporto diretto con le o·perazioni di guerra, non 'potranno legittimare da parte del nemico alcuna protesta

o rappresaglia ai danni degli czechi-slovacchi interessati.

Adottato il principio di massima, so-tto questa forma che è sembrata sovra ogni altra p·ienamente rispondente agli interessi czechi-slovacchi, le questioni minori hanno, per necessario adattamento ad essa, dovuto subire alcune modificazioni.

Lasciando la definizione di ulteriori particolari alla Commissione Prigionieri di guerra presso questo Ministero, incaricata della costituzione dei reparti, di comune accovdo con la rappresentanza ·in Roma del Consiglio Nazionale dei Paesi Czechi fu stabil'ito, oltre quanto le ho già esposto, che il Consiglio avrà libertà di propaganda tra i prigionieTi czeco-slovacchi sia nei campi di concentramento come tra i repavti costitu·1ti e che la Commissione prigionieri si varrà del sussidio del Consiglio stesso sia per le necessarie garanzie sulle persone, per le informazioni e per quant'altro a lei o alle altre autorità cointeressate potesse riuscire utille.

I reparti assumeranno il nome di reparti czeco-slovacchi, porteranno sulla uniforme attuale gli emblemi czeco-slovacchi, godranno del trattamento di favore fatto ai nostri militari quanto a libertà etc. e saranno sottoposti al regime penale e disciplinare cui sono sottoposti attualmente come prigionieri.

Alla organizzazione dei reparti provvederà, ·con l'ausilio del Consiglio per quanto le possa occorrere, la nostra Commissione prigionieri di gueTra richiedendo per l'ammissione dei reparti la garanzia del Consiglio (specialmente precisa per gli ufficiali) e l'impegno verbale, come si è detto, di osservare la legge militare italiana cui sono sottoposti attualmente gli individui.

Nulla in contrario a che il Consiglio, per fornire tale garanzia, richieda il giuramento alla causa czeco-slovacca e quant'altro riterrà opportuno, perchè l'autorità 1taliana S'l limiterà a chiedere ali Consiglio la suaccennata garanzia individuale.

I reparti al comando di ufficiali czeco-slovacchi saranno poi raggruppati nelle località di riurrlone sotto il comando di uffi-ciali italiani.

Gli czeco-slovacchi che per qualsiasi motivo non potessero o non volessero più appartenere ai reparti ritorneranno alle condizioni precedenti al loro incorporamento nei reparti e non potranno esservi più riammessi.

Le opeTazioni di propaganda per la costituzione dei repavti da parte del Consiglio Nazionale e quelle di costituzione da parte della Commissione prigionieri potranno essere senz'altro iniziate.

Decise così le questioni più importanti informo V.S. che per tutte le ulteriori minori questioni Ella o i delegati del Consiglio Nazionale debbono ritenersi autorizzati a trattare direttamente con la Commissione prig·ionie'!'i di guerra presieduta da S.E. Spingardi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1315. Roma, 5 ottobre 1917, ore 22.

Prego telegrafare se esatta notizia Echo de Paris che Wilson ha designato colonnello House per studiare ricercare .tutti 'i documenti relativi guerra e problemi che saranno trattati nella conferenza della pace.

Tra problemi che House studierà vengono indicati quelli di Trento, Trieste, Balcani. In ·caso affermativo prego telegrafare se V. E. riterrebbe opportuno fossero subito forniti a House documenti circa nostri interessi Adriatico.

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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2691/449. Londra, 5 ottobre 1917, ore 14,46 (per ore 0,35 alle 6).

Parlando ieri della conferenza interalleata che per iniziativa francese dovrebbe aver luogo al 16 del corrente mese a Parigi, Hardinge mi diceva che sebbene il recente invito dichiarasse come scopo della conferenza lo studio dei mezzi per aiutare la Russia alla continuaz·ione della guerra, non era improbabile che anche di altri argomenti si sarebbe discusso. ChieS'i se si sarebbe trattato anche di revisione degli accordi fra alleati ma Hardinge soggiunse nulla potermi dire in propoS'ito. Altro funzionario al Foreign Office disse che nelle circostanze attuali non sarebbero certamente i russi a intavolare tale questione e che del resto credeva che nessun uomo di Governo sarebbe venuto a Parigi dalla Russia per l'occasione.

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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2692/450. Londra, 5 ottobre 1917, ore 21,40 (per. ore 3,45 del 6).

Telegramma di V. E. Gab. 1640 (1).

Fatta comunicaz·ione prescrittami. Al Foreign Office mi è stato detto non essersi ancora risposto all'invito francese, ma ritenersi che impossibilità intervento di V. E. determinerà una risposta favorevole per una data più lontana.

(l) Cfr. n. 152, pag. 103.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3657/626. Parigi, 5 ottobre 1917, ore 21,45 (per. ore 4 del 6).

Telegramma di V. E. 1300 (l) e 1306 (2).

Ho parlato oggi con Ribot della questione dei prigionieri e gli ho fatto osservare pericolo della linea di condotta che si propone seguire. Pure riconoscendo giuste considerazioni di V. E., non ho potuto ottenere altre risposta all'infuori dell'assicurazione che riesaminerà ·la cosa tenendo presente quanto gli ho detto da parte di V. E.

Ho capito che considerazioni elettorali hanno su di lui grande ·influenza e anche maggiore, secondo appariva dal suo discorso, l'avrebbero sul Signor Massé, sottosegretario di Stato alla Guerra, che deve andare a Berna 15 Ottobre. Ricordando veemenza con la quale Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio biasimarono, in presenza di S. M. il Re, progetto proverò parlarne con Painlevé (3).

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2693/GAB. 306. Parigi, 5 ottobre 1917, ore 21,45 (per. ore 11 del 6).

Telegramma di V. E. n. 1641 (4).

Ribot non ha ancora ricevuto il testo della nota vaticana ed ho quindi dovuto riassumerla verbalmente nella conversazione. Ho poi accennato alle impressioni d·i V. E. ed al suo desiderio che questo Governo non faccia nè prometta una risposta alla nota della Santa Sede. Ribot concorda pienamente nelle conclusioni di V. E. ma si riserva di leggere il testo per esprimere la sua opinione. Egli mi ha promesso non darà una risposta senza concertarsi con V. E., ma ha aggiunto che crede bisognerà pur dare una risposta almeno verbale come avvenne per la prima nota vaticana alla quale il Governo britannico fece rispondere verbalmente dal suo ambasciatore ed il Governo francese (secondo Ribot mi ha detto oggi) vi si è associato. Ribot su mia domanda mi ha risposto che anche per questa soluzione non prenderà impegni senza intesa con V. E. ma le sarebbe grato se fin d'ora Ella studiasse e facesse conoscere a Ribot il tenore di questa eventuale risposta, che secondo lui dovrebbe essere di pura cortesia.

(l) -Non pubblicato: Negoziato franco-tedesco per lo ecambio di prigionieri validi. (2) -Cfr. n. 151, pag. 102. (3) -Ritrasmesso a Londra con t. 1317 del 6 ottobre, con la seguente aggiunta: • Pregola informarne Balfour e telegrafare se e qual istruzione ha creduto inviare all'ambasciatore britannico a Parigi circa premure chieste con mio T el. 1307 •. Il t. 1307, del 3 ottobre, che non si pubblica, si riferisce ai negoziati tra delegati svizzeri e delegati militari italiani, francesi e austro-ungarici per lo scambio di prigionieri validi. (4) -Cfr. n. 153, pag. 104.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2695/419. Pietrogrado, 5 ottobre 191 7, ore 14 (per. ore 16,20 del 6).

4 ottobre.

Masarik mi ha detto essere suo proposito di organizzare probabilmente in Norvegia un congresso al quale dovrebbero prendere parte rappresentanti delle nazionalità rivendicanti propria liberazione dailla soggezione austroungarica, gli italiani, i cecoslovacchi, i polacchi, gli jugoslavi, i romeni. Riunione dovrebbe riuscire affermazione solenne della necessità di concentrare sforzi dell'intesa nella realizzazione di tale V'Olontà nazionale senza la quale verrebbe meno il precipuo scopo prefisso dagli alleati alla guerra. Egli crede che in Francia vi sia già resi:piscenza circa necessità di fiaccare una volta per sempre l'Austria Ungheria e risolvere la questione delle nazionalità; non così ancora in Inghilterra ed in certe sfere russe. Masarik mi ha detto avere voluto informarmi di questa sua intenzione che però è ancora embrionale ed ha soggiunto che mi terrà al corrente dello svolgimento che la sua idea potrà avere.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3693/1058. Pietrogrado, 5 ottobre 1917, ore 9,10 (per. ore 19,15 del 9 ).

Soviet di Pietrogrado ha votato ordine del giorno nel quale dopo aver rappresentato come pericolo reazionario risultato della conferenza democratica dichiara essere indispensabile convocare immediatamente congresso dei Soviet operai soldati e contadini di tutta la Russia allo scopo armonizzare azione a difesa rivoluzione. Siccome è noto Soviet di Pietrogrado è una maggioranza mass'irnalista al pari di quello di Mosca.

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IL CONSIGLIERE DELLA LEGAZIONE A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2443/748. Berna, 5 ottobre 1917.

Ho l'onore di qui unito trasmettere all'E. V. ·in copia un rapporto direttomi in data 25 settembre u.s. dal signor Guisi relativamente ad un accordo

che dicesi raggiunto dopo molte trattative, fra l'ex Khedive Abbas Hilmi da una parte e la Germania e la Turchia dall'altra C'lrca la situazione del Khedive stesso di fronte alla Turchia.

ALLEGATO.

GUISI A PAULUCCI

Losanna, 25 settembre 1917.

Mi viene riferito da buona fonte che dopo lunghe trattative fra l'ex Khedive Abbas Hilmi d'una parte e la Germania e la Turchia dall'altra, un accordo è stato raggiunto circa la situazione dell'ex Khedive stesso di fronte alla Turchia.

Pare che dal carteggio sequestrato dalle autorità svizzere in occasione dell'arresto di Jeghen Pascià nel 1916, sia anche trasparito un principio di trattative fra Abbas Hilmi e l'Inghilterra per addivenire ad un accomodamento e che saputa la cosa, la Germania non volesse da quel tempo sentir parlare dell'ex Khedive. Ora, per tramite di Jeghen Pascià il quale si è recato ultimamente in Germania e poi a Costantinopoli, la pace fra l'ex Khedive, la Germania e la Turchia sarebbe stata fatta sulle seguenti basi:

Abbas Hilmi dovrebbe subito rientrare a Costantinopoli e mettersi alla testa dell'esercito Turco-tedesco della Siria per combattere gli Inglesi, con l'invasione dell'Egitto per obiettivo. Inoltre, Abbas Hilmi invierebbe dei proclami agli arabi per tentare nuovamente di provocare la ormai fallita • guerra santa • e più specialmente di tentare una ribellione dell'Egitto contro l'Inghilterra.

Della prossima partenza dalla Svizzera dell'ex Khedive, hanno degli indizi dai propri numerosi impiegati e segretari che dichiarano di dover presto abbandonare per sempre la Svizzera.

Sarà mia cura di controllare la suddetta notizia e di riferire all'E.V. quanto potrà sapere in merito. Unisco una copia del presente rapporto per opportuna notizia del Superiore Ministero.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORF', SFORZA, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1319. Roma, 6 ottobre 1917, ore .22.

(Per Parigi, Londra, Corfù). Mio telegramma n. 1281 (1).

(Per Comando Supremo). Telegramma di V. E. n. 20346 (2). Il R. Ambasciatore a Pietrogrado telegrafa che quel ministro degli Affari Esteri gli ha di nuovo categoricamente dichiarato in data del 5 corrente che la Russia non ha scambiato né scambierà prigionieri validi.

(l) -Cfr. p. 95, nota 3. (2) -Non pubblicato: Il Comando Supremo fa presente l'assoluta necessità di impedire qualunque scambio di prigionieri fra i nostri membri e la Russia.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1328. Roma, 6 ottobre 1917, ore 23.

(Per Parigi e Londra) Mio telegramma n. 1312 (1).

Trascrivo testo riserva scritta che R. ministro ad Atene farà suoi colleghi Francia Russia Inghilterra circa Caste1lorizzo pregando conformarvisi • mutatis mutandis • nella comunicazione a codesto Governo.

(Per Pietrogrado) Nella nota legaz·ione Francia al Governo ellenico circa controllo porti essendo inclusa Castellorizzo tra porti sottoposti controllo, prego fare per iscritto codesto ministero Affari Esteri riserva seguente:

(Per tutti) • Mon Gouvernement ayant appris que dans la communication des Légations ahliées au Gouvernement hellénique au sujet du contròle des ports, il est fait [sic] de l'ile de Castellorizzo, m'a chargé de vous faire savoir qu'il fait toutes ses reserves en vue des intérets politiques de l'Italie à l'égard de l'ìle de Castellorizzo, qui se trouve en proximité immédiate de la còte ottomane d'As'ie où des intérets italiens ont été reconnus •.

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IL CONSIGLIERE DELLA LEGAZIONE A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 2729/64. Berna, 6 ottobre 1917.

Al dispaecio di V. E. gab. n. 5 del 28 settembre u.s. (2) rispondeva già, per buona parte, il mio rapporto delli 24 settembre u.s. n. 2322/701 (3). Alla riunione del 15 corrente si riferiscono pure i telegrammi-posta di V. E.

n. 13017 e 13133 del 29 settembre e del 2 ottobre u.s. (4). Sono promotrici della riunione parecchie organizzazioni pacifiste che si propongono (e si può anche credere in buona fede) la discussione dei problemi connessi coll'assetto di una pace durevode. Le prinC'ipali di tali associazioni sono • l'Organisation centrale pour une paix durable • che ha sede all'Aia ed è presieduta dal Dottor Dresselhuys; l' • Associazione Svizzera per lo studio delle basi di un trattato di pace duratura •, presieduta dal Prof. Muller Hess; il gruppo svizzero della antica Unione Paruamentare per la pace, presieduta dal Consigliere Nazionale Scherrer Fullemann.

Il convegno doveva già aver luogo a Berna nel Dicembre '15 (miei rapporti del 9 e 22 novembre e 11 dicembre 1915 n. 902-968-1075) ma era stato

1l3

poi rinviato « sine die •. Nell'intenzione dei promotori, le discussioni dovrebbero muoversi puramente sopra un terreno scientifico-umanitario e Tigorosamente apolitico, ma non si vede come sia possibile poter astrarre dalla politica trattando, in un momento come l'attuale, dello scottante problema della pace.

Che cosa potrà uscire da questo centone di veri o finti pacifisti, di scienziati più o meno autentici, di ingenui idealisti, di cattolici, di socialisti, di politicanti è difficile dire. Ma 'la ideologica indeterminatezza degli argomenti da trattarsi e la grande diversità degli elementi che parteciperanno alla riunione permettono però di prevedere fin d'ora che, da una parte, il convegno non avrà alcun risultato ,concreto nel senso che i suoi promotori si ripromettono, e dall'altra, che le discussioni, lungi dal poter mantenersi in una sfera apolitica, saranno certamente sfruttate da alcuni dei più autorevoli aderenti dei paesi nemici (quali il Lammasch, il Giesswein, il Karolyi) come una manifestazione pacifista internazionale consona a'i fini attualmente perseguiti dalila politica dei rispettivi governi e sopratutto da quello di Vienna. Da questo punto di vista, la prossima riunione può celare qualche pericolo sopratutto per le ripercussioni che potrebbe avere nell'opinione pubblica dei paesi neutrali ed anche di akuni paesi belligeranti.

Restituisco qui uniti gli allegati al dispaccio cui ho l'onore di rispondere.

(l) -T. 1312 del 4 ottobre, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 131, pag. 89. (3) -Cfr. n. 113, pag. 78. (4) -Non pubblicati.
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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 2702/451. Londra, 6 ottobre 1917, ore 21,05 (per. ore 17,40 del 7).

Decifri Ella stessa.

Balfour ha riunito oggi al Foreign Office gli ambasciatori di Francia, America, Giappone ed incaricato d'Affari di Russia e me. Era presente anche Hardinge. Balfour, premesso che riteneva neecssario mantenere sulla questione almeno 'per ora il più assoluto segreto, disse che la questione interessa ugualmente tutti gli alleati e avere perciò riuniti 'i Rappresentanti delle grandi potenze alleate per infoTmarli che per la prima volta erano pervenute al Governo britannico pel tramite legittimo delle proposte di pace dal Governo germanico. Finora tutti avevano sentito parlar di voci e di supposte trattative di pace ma nulla sufficientemente serio, da potersi prendere in considerazione. Accenno anche a voci fatte spargere da Germania che potenze occidentali sa,rebbero disposte a trattare di pace a scapito della Russia aggiungendo che tutte queste voci avevano il solo scopo di dividere gli alleati. Balfour lesse quindi un telegramma ricevuto dall'Ambasciatore britannico a lVIadrid di cui la sostanza trascrivo di memoria: • Ministro Stato aveva informato quell'Ambasciata britannica che per mezzo di rappresentanza diplomatica di S. M. Cattolica la Germania farà chiedere alla Gran Bretagna se era disposta a ricevere comunicazioni da parte sua relative alla pace ovvero se rifiutava qualsiasi discussione. Ambasciata britannica a Madrid rispose avrebbe riferito al

suo Governo ma che in ogni modo le eventuali proposte germaniche avrebbero dovuto essere ben diverse da quelle passate, per rendere qualsiasi discussione possibile •.

Balfour commentò dircendo che a sua opinione anche questa nuova mossa germanica non era sincera ma fatta col solo scopo d'i tentare di separare gli alleati nell'evidente interesse degli Imperi Centrali. Disse che verso l'Inghilterra e l'America credeva la Germania riusci<re nerl suo intento offrendo condizioni favorevoli pel Belgio, ma si sbagliava assolutamente; verso la Francia offrendo di trattare per l'Alsazia-Lorena e così analogamente per gli altri Alleati.

Due soluzioni si presentavano arl Governo britannico, continuò Balfour, in seguito alla proposta ricevuta per il tramite normale di uno Stato neutrale: la prima quella di ignorare la proposta fatta e di nulla rispondere, ed egli la considerava pericolosa per gli alleati giacchè non potendosi ormai materialmente ignorarla il non rispondere avrebbe aumentato la forza interna del governo germanico su quel responso e avrebbe indebolito invece nell'opinione pubblica dei paesi alleati la forza necessaria per continuare [a lotta dar.do impressione di intransigenza assoluta e occasione d'i rigettare sui governi alleati ia responsabilità del prolungamento della guerra. Aveva quindi deciso per la seconda soluzione, di rispondere cioé e di rispondere nei precisi term·ini seguenti:

« Governo di S. M. sarebbe disposto a ricevere qualsiasi comunicazione che Governo germanico desidera fare a lui relativamente alla pace, e discuterla coi suoi Alleati •.

Tal risposta egli spediva oggi stesso all'ambasciata d'Inghilterra in Madrid. Non vi fu quindi luogo e discussione ma solo a espressione di opinioni fra i presenti.

Balfour ripeté riteneva che a questa risposta la Germania non si sarebbe mostrata soddisfatta e probabilmente non avrebbe dato seguito. Mentre l'averla data riuscirebbe utile agli alleati qualora l'opinione pubblica tedesca ne fosse venuta più tardi a conoscenza e per ragioni di politica interna e parlamentare dava buona arma ai singoli Governi contro mene pacifiste.

Ambasciata Stati Un'iti osservò che Germania a tale risposta potrebbe replicare chiedendo una conferenza fra belligeranti. Cambon disse che il maggior pericolo consisterebbe appunto nell'ammettere una riunione intorno al tavolo fra i belligeranti ciò che precisamente cercava di ottenere la Germania e che non si doveva entrare in eventuali discussioni con nemici se non quando essi avessero fatto conoscere i loro scopi guerra.

Balfour rispose che era perfettamente d'accordo e che dopo tutto era evidente che mentre gli alleati avevano esposti i loro scopi ed anche implicitamente la base loro termini, Germania rifuggiva fino ad ora con ogni mezzo dal volere precisare qualsiasi cosa. Perciò aggiungeva egli ritenere che la risposta del Governo Britannico o avrebbe forzata la Germania a far dichiarazioni concrete o l'avrebbe messa in situazioni inferiorità se rifiutava di farne.

A mia volta osservai sembrarmi indispensabile non ammettere ombra di trattative o discussioni con nemici se scopi e condizioni Imperi Centrali non fossero comunicati da fonte autorevole e se non fossero state previamente discusse rra gli Alleati. Insistei sulla necessità del segreto, dal momento che non potendo ignorare la domanda della Germania, il Governo britannico aveva deciso di rispondere, e aggiunsi che ogni impressione di trattative in corso sui vari popoli e sui vari eserciti sarebbe stata perniciosa e [avrebbe] resa difficilissima la continuazione della guerra.

Incaricato d'affari di Russia dichiarò per dovere di lealtà non poter garantire il mantenimento del segreto da parte dell'attuale Governo Provvisorio ma cercherebbe di insistere sulla necessità discussione e accordo completo fra aLleati prima di qualsiasi ìniz,io trattative con Potenze nemiche sperando in tal guisa sarebbe mantenuto segreto. Balfour disse si affidava al suo discernimento per trovare la forza più adatta allo scopo.

Ebbi impressione che Cambon fosse, dopo Balfour, che a più riprese manifestò il suo pensiero in questo senso, il più deciso ad evitare il pericolo di entrare 'in premature tratta,tive e più accentuatamente mostrò insieme a Balfour l'approvazione a quanto osservai. Page sembrava preoccupato e assai più l'incaricato d'Affari di Russia pur non volendolo dimostrare. Ambasciatore del Giappone non fece osservazioni speciali. A richiesta di Cambon, Balfour disse che la comunicazione all'Ambasciata d'Inghilterra a Madrid datava da una quindicina di giorni ma aveva <ritenuto buona politica non affrettavsi a rispondere.

Uscendo Hardinge mi diceva sua 1mpressione che tuttociò non fosse che manovra tendenziosa per seminare disovdine e diffidenze fra alleati e che non credeva ci fosse nulla di seTio. Cambon discorTendo mi disse che evidentemente non si poteva lasciaTe senza risposta la 'richiesta germanica ma mi sembrò aver, come me, l'impressione che avendo Bailfour aspettato quindici giorni avrebbe anche potuto dopo la comunicazione odierna dar tempo di informare i rispettivi Governi prima di spedire la risposta a Madrid.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3676!1052. Pietrogrado, 6 ottobre 1917 (per. il 7).

3 ottobre.

Ieri in una prima votazione conferenza democratica con voti 766 contro 688 e 38 astenuti si dichiarò favorevole ad un Governo di coalizione. Furono in seguito proposti due emendamenti. Il primo proponente esclusione alla coalizione dei cadetti e kornilovisti venne approvato con 797 voti contro 139 e 191 astensioni; il secondo proponente esclusione dei cadetti venne approvato con 595 contro 493 e 72 astensioni. Venne infine messa ai voti la questione de1la coalizione cogli emendamenti surriferiti. Assemblea si dichiarò contraria ad un Governo di coalizione con 813 voti contro 183 e 80 astensioni. Dinanzi al voto contraddittorio Tzeretelli propose all'assemblea di aggiornare suo sc'ioglimento sino a che non si sia compiuta elaborazione di un programma di Governo conforme alle aspirazioni della democrazia e annunziò che presidenza avrebbe chiamato nel suo seno i rappresentanti di tutti i gruppi e partiti. Conferenza è riconvocata per oggi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. R. 1329. Roma, 8 ottobre 1917, ore 23.

Suo telegramma Gab. n. 407 (1). Abbiamo già consentito ana formazione di reparti prigionieri czeco-slovacchi nel nostro esercito e signor Benes rappresentante Consiglio Nazionale czeco Parigi è stato autorizzato visitaTe prigionieri di guerra czechi scopo propaganda. Ai czechi liberati non permettiamo però di recarsi in Francia nè Salonicco, nè consentiamo come per irredenti italiani che siano adoperati 'truppe combattenti nostro f•ronte per evitare rappresaglie austriache contro nostri prigionieri in Austria ed evitare provvedimenti di rigore ~contro czechi liberati e loro famiglie che Governo austro ungarico certamente more solito prenderebbe venendo prima o poi sapere del loro arruolamento .in Francia. Regime speciale qui accordato agH czechi slovacchi di sicura fede è regolato in maniera da dare soddisfazione loro aspirazioni nazionali senza ora comprometterli di fronte Governo austro ungarico.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1330. Roma, 8 ottobre 1917, ore 23.

Mio telegramma 13167 (2). V. E. può presentare Balfour promemoria questione confine Cirenaica-Egitto con seguente modificazione: secondo capoverso: dopo la parola • approssimativamente •, alle parole • nella determinazione punto ecc. sino a • almanacco egiziano • sostituire le seguenti: • del predetto confine che può essere qualificato solo di non ancora determinato; quanto alla erra,ta indicaz,jone geografica del suo punto limite nord ne1la mappa dell'almanacco egiziano •. Penultimo capoverso: sopprimerlo dalle parole • stante tutti i motivi • alle parole • tuttora non bene definito • ossia per intero.

7 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

(l) -Cfr. n. 106, pag. 72. (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. POSTA 3/2. Roma, 8 ottobre 1917.

In seguito a richiesta del Consiglio Nazionale dei Paesi Czechi costituitosi a Parigi ed analogamente a quanto da altri Stati alleati è stato praticato, il R. Governo ha stabilito di procedere, sotto determinate condizioni, alla liberazione dei prigionieri di guerra austro-ungarici di nazionalità czeco-slovacca ed alla costituzione di speciali reparti di milHari di tale nazionalità che non saranno però adibiti in combattimenti.

Il R. ministero della Guerra mi ha ora informato che 24 ufficiali austroungarici di naz·ionalità czeco-slovacca fatti prigionieri da serbi e custoditi a Cittaducale, hanno espresso il desiderio di far pervenire al Consiglio Nazionale dei Paesi Czechi la loro domanda di arruolamento nel corpo di truppe czeco-slovacche costituito in Francia.

Siccome le determinazioni del R. Governo in proposito non possono che riferirsi ai prigionieri di guerra catturati daille nostre truppe e non anche a quelli catturati dai Serbi, prego la S. V. di voler informare di quanto precede codesto Governo perchè faccia conoscere le sue intenzioni circa il seguito da darsi alla richiesta ~di quei suoi prigionieri e trasmetta eventualmente le opportune istruzioni a questa Legazione di Serbia.

Gradirò un cenno di riscontro.

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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2713/GAB. 453. Londra, 8 ottobre 1917, ore 21,10 (per. ore 11,45 del 9).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1641 (1).

Hardinge mi ha detto oggi non avere ancora preso conoscenza della nota del Vaticano che accompagnava la copia della risposta degli Imperi Centrali. Avendolo io intrattenuto del contenuto della medesima e delle considerazioni di V. E. comunicatemi, Hardinge mi disse che condivideva pienamente il modo di vedere di V. E. e reputava anche lui non doversi in alcun modo rispondere. Tanto meno, aggiunse, sarebbe opportuno di farlo dopo la richiesta !ricevuta dal Governo britannico di cui al mio telegramma Gab. segreto n. 451 (2).

(l) -Cfr. n. 153, pag. 104. (2) -Cfr. n. 169, pag. 114.
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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2712/452 (1). Londra, 8 ottobre 1917, ore 9,40 (per. ore 13 del 9).

Clerk mi ha chiesto se era stato raggiunto l'accordo ed avvenuto il relativo scambio di note sull'Asia Minore tra il R. Governo ed il Governo francese. Avendogli risposto affermativamente in base al telegramma di V. E. gab. 1434 (2), Clerk aggiunse che riteneva opportuno, se non avevo obiezioni, che gli indirizzassi comunicazione formale scritta dell'avvenuto scambio affinchè a sua volta il Foreign Office la potesse comunicare a Parigi e completare quindi il ciclo degli scambi di note.

Sarei grato a V. E. darmi ordini su nulla osta ed eventuali istruzioni sulla forma da usare.

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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2711/452. Londra.. 8 ottobre 1917, ore 21,40 (per. ore 13,05 del 9).

Mio telegramma 451 (3).

Ho chiesto ad Hardinge quali fossero i motivi per cu·i il Governo britannico: l) aveva atteso circa quindici giorni per far pervenire una risposta al ministro di Stato a Madrid e 2) non aveva creduto di darci il tempo per consultare in proposito i rispettivi Governi. Hardinge rispose iil ritardo doversi attribuire all'assenza temporanea del primo ministro; all'aver voluto interpellare Buchanan sull'effetto che tale informazione avrebbe potuto produrre in

Russia; al non esservi motivo alcuno di urgenza. Al secondo quesito rispose che le domande germaniche essendo state rivolte al Governo britannico e non agli alleati non si era ritenuto fossero necessarie consultazioni prima di mandare risposta, formulata del resto in termini in cui tutti gli alleati non potevano 'Che conco,rdare. Mi ha poi ripetuto Hardinge essere sua convinzione che risposta britannica sarà dal ministro di Stato fatta pervenire a chi fece la domanda, ma che dopo ciò non se ne sentirà più parlare e la Germania tenterà invece direttamente altre mosse analoghe in altre direzioni sempre allo scopo di porre discordia e separare gli alleati.

(l) -Per un errore di numerazione dell'ambasciata a Londra il numero di protocollo particolare sia di questo telegramma che di quello segreto pubblicato al n. 176 è Io stesso. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 169, pag. 114.
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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI., AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2719/155. Stoccolma, 8 ottobre 1917, ore 18,03 (per. ore 23 del 9).

Avvocato Piscel è stato ricevuto avantieri ufficialmente dal comitato olandese-scandinavo a cui ha esposto nostre rinvedicazioni nazionali (1). Contrariamente a quanto si aspettava ha trovato accoglienza piuttosto favorevole. Soltanto per Trieste gli è stato osservato che l'Austria Ungheria non potrebbe rinunz·iarvi se non dopo essere stata completamente battuta, nel che eglli ha convenuto aggiungendo che appunto per ciò è prematuro parlare di pace. Huysmans ha vivacemente protestato contro tendenze germanofìle attribuite a lui ed ai suoi colleghi, rilevando che essi riconoscono il buon fondamento delle nostre aspirazioni nazionali ed hanno condannato come vero e proprio assassinio l'esecuzione di Cesare Battisti. Ha declinato ogni solidarietà col ... (2) porre fine al sistema che ha trovato la sua forma più scandalosa nell'incidente dei telegrammi da Buenos Aires.

Logicamente il partito democratico, in ispecie adesso, dovrebbe ricevere incarico di costituire nuovo Gabinetto, ma vi è ragione di temere che il re Gustavo non sappia decidersi ancora a tal passo. Va notato che la regina, la quale sta molto meglio in salute, è tornata avantieri a Stoccolma probabilmente per sorvegliare re Gustavo che ha fatto oggi di nuovo chiamare i presidenti delle due Camere. È possibile che re Gustavo faccia nuovi tentativi per la costituzione di un nuovo Gabinetto di coalizione o che mediti la nomina di un ministero exka-parlamentare, il quale avrebbe sopra tutto per scopo di continuare la politica estera seguita finora. Sembra che re Gustavo sia piuttosto malcontento dell'attitudine della destra neLle questioni interne, ciò che confermerebbe come ora egli si preoccupi soprattutto di sa,lvare la sua politica estera germanofila. Incontestabilmente ministero extra parlamentare dispiacerebbe molto ai partiti democratici, ma purtroppo credo che (almeno per qualche tempo) essi finirebbero coil subirlo, specialmente perchè i liberali sono ·indecisi e privi di capi autorevoli. Una parte dei liberali spererebbe inoltre ancora in un accordo se non con tutta la destra almeno con una frazione più conciliante di essa la quale potrebbe fare qualche ulteriore concessione circa riforma elettorale amministrativa. Branting mi ha detto di condividere mia op'inione che il re ed il partito conservatore difenderanno H terreno palmo a palmo e di credere che Sua Maestà sia contrario alla sua partecipazione al Governo che invece il partito socialista ed ancora più quello liberale reclamano tanto nel caso di un ministero di coaliz·ione quanto ,in queillo di un gabinetto di concentrazione democratica.

LE ASPIRAZIONI DEI SOCIALISTI IRREDENTI ITALIANI DI FRONTE ALLA GUERRA E ALLA PACE

I. Questo appello risponde alla esigenza suprema della vita e dello sviluppo ,del popolo nostro, ma esso insieme all'invocazione d'indip·endenza e di unità nazionale di tutti gli altri popoli oppressi, è contemporaneamente, parte vitale dell'unico programma di pace che un socialista può accettare.

Per dovere di brevità esamineremo le questioni della guerra e della pace solo dal punto di vista suggerito dalle nostre condizioni di socialisti italiani irredenti. Ma fin da principio ci teniamo ad affermare la nostra solidarietà con l'invocazione di giustizia fatta dai partiti socialisti di tutti gli altri paesi nazionalmente oppressi od invasi. Particolarmente sottoscriviamo pienamente i memoriali che il partito sociaLista belga ed il gruppo dei socialisti alsaziani-lorensi del partito unificato francese hanno fatto pervenire a codesto comitato.

La nostra Internazionale socialista fin dal suo sorgere non esitò mai a proclamare che la liberazione ed unificazione dei popoli oppressi nazionalmente, era premessa necessaria per avviarsi a quella grande liberazione umana alla quale aspiriamo. Ma è doveroso riconoscere, per quella sincerità che è il nostro dovere e la nostra forza, che il desiderio di evitare il terribile flagello della guerra ha dato finora appena un valore morale di consolazione ai voti internazionali socialisti contro qualsiasi oppressione nazionale.

Ma ora, che non per opera e responsabilità nostra, l'immane massacro fu imposto al mondo e dobbiamo cercare quando e come possa essere, anche col concorso nostro, finito, ed in qual modo possano 'essere tolte le sue ripetizioni e le sue minaccie, le questioni dei popoli irredenti si devono affacciare in prima linea nelle nostre deliberazioni.

Se gl'Imperi aggressori riuscissero ad ottenere una pace che li conservi in possesso delle conquiste che in questa guerra e nelle guerre anteriori riuscirono a strappare nella patria altrui, è fallace attendere da tale pace ristoro e durabilità. Continuerà in fatti fatalmente, ora più che mai la lotta nazionale in questi territori disgiunti dalla loro naturale famiglia e le Nazioni in tal modo mutilate prive della sicurezza e della piena indipendenza non potranno soffocare nei propri figli almeno la muta protesta, ed i possessori delle conquiste vecchie e nuove, allettati anche dal vantaggio di possedere la chiave della casa altrui, non mancheranno di ripetere invasioni e minaccie, e crederanno giustificare le une e le altre col pretesto della necessità di • azioni preventive •.

Noi attendiamo che l'inchiesta sul pensiero dei socialisti nei vari pa1esi di fronte ai problemi della guerra e della pace organizzata da code~Sto comitato si pronuncerà unanime contro questa politica di conquista Ma ad evitare che sorga e permanga l'equivoco nel mondo e nelle stesse file nostre, auguriamo che nella nota formula di rinuncia alle conquiste, venga espressamente proclamata l'inammissibilità anche delle vecchie conquiste, e delle antiche oppressioni come è quella che grava su di noi. Una ingiustizia non cessa d'essere tale col passare degH anni, e al pari d'ogni altra ingiustizia recente deve essere combattuta, quando i suoi effetti nefasti, invece di attenuarsi col tempo diventarono sempre più insopportabili.

II. Pace al più presto possibile, ma soprattutto pace giusta e duratura! Se si vuole arrivare a questa mèta, bisogna voler anche l'unico mezzo pratico per raggiungerla, ed avere la forza d'attenderne la maturità degli effetti.

La popolazione dei paesi che come i nostri, sono teatro della guerra, ha evidentemente molti, speciali, angosciosi motivi per associarsi al desiderio generale

di veder cessare questo immane strazio di corpi e d'anime umane, questa colossale ed ininterrotta distruzione di prodotti e di fonti di produzione.

Eppure anche in queste condizioni di dolore, di privazioni e di incertezza per tutti noi, profughi dalle nostre case sentiamo d'interpretare fondamentalmente l'interesse e l'ideale del nostro popolo e di tutta la grande massa umana, associandoci all'appello alla resistenza, alla richiesta dei sacrifici ancora necessari finché la vittoria sulle dinastie medioevali avrà coronato lo sforzo.

Conosciamo troppo, per lunga e dura esperienza, i criteri ed i metodi di Governo degli Absburgo, e dei loro degni consoci di Prussia, per poterei abbandonare alle illusioni, seminate ed alimentate, da chi coscientemente od incoscientemente collabora alla campagna d'infiacchimento delle forze che li combattono.

Soltanto quando la disfatta militare ed economica avrà distrutto in modo evidente e decisivo la potenza di cui le dinastie di Vienna e di Berlino dispongono ora a loro arbitrio, esse accetteranno una pace di rinuncia alle loro presenti, passate e future conquiste, adattandosi a riconoscere la volontà dei popoli che non vogliano accettare il loro giogo, straniero. Il semplice tramonto delle speranze di vittoria non basta per avere tale pace perché il giorno nel quale quelle oligarche fossero costrette ad accettare pienamente una tale rinuncia, si saluterà probabilmente la fine della tirannia dinastica medioevale anche sul popolo tedesco ed ungherese. Senza tale sconfitta, senza tali rinuncie la pace sarà soltanto una tregua per mantenere la quale il protocollo della Lega delle Nazioni sarà un pezzo di carta non più rispettato ed efficace di quello che garantiva la neutralità del Belgio.

Sta in quei popoli soggetti alla dura ·ed assurda schiavitù dei dinasti effettivamente assoluti di liberare se stessi ed il mondo dalla terribile necessità di continuare la guerra facendo prima essi, all'intel'no, quell'opera di liberazione e di pacificazione umana che altrimenti dovremo compiere dall'esterno, costi quello che costi, duri quello che duri.

Ma, da quanto si può giudicare sulla Germania e sull'Austria, questo processo di liberazione interna, che richiede anzitutto la scomparsa del pregiudizio della invincibilità teutonica e del servilismo verso il prestigio imperiale, è appena iniziato da poco. Non progredirà, se non aiutato dall'esperienza del crescente aumento di forza dell'Intesa, e dal tramonto d'ogni speranza di aver la pace prima e più a buon mercato.

Anche noi socialisti, e forse noi in modo principale, possiamo e dobbiamo contribuire con le nostre dichiarazioni e col nostro contegno ad affrettare in tal modo la fine della guerra e il raggiungimento della pace come noi la desideriamo.

L'utopia che fu predicata, anche in buona fede, in Russia, e si cerca predicare negli altri paesi dell'Intesa, da uomini professanti il nostro ideale che cioè la pace definitiva e giusta e pronta possa venire ora da un generale affratellamento dei lavoratori chiamati alle armi o rimasti a casa, fu accolta unilateralmente solo in Russia dal proletariato più ingenuo, ed al quale l'anarchia susseguita alla grande rivoluzione dava modo di metterla impunemente e radicalmente in pratica. Abbiamo visto gli effetti di tale utopia, e dobbiamo augurare, ma non siamo ancora sicuri, di averli scontati tutti.

A tali effetti delle manifestazioni di affratellamento in Russia, negli Imperi centrali, a giudicare da tutte le notizie che dopo sono pervenute, corrispose naturalmente un crescente generale oUimismo per la speranza di poter finir presto e con vantaggio, la guerra, un rinforzo delle correnti reazionar1e ed opportuniste, un indebolimento delle forze rivoluzionarie, e l'assenza completa nelle truppe al fronte, o nelle masse all'interno, di atti di corrispondenza a quelli che in Russia venivano su così larga e rovinosa scala intrapresi.

Noi socialisti italiani irredenti, che per tanti anni combattemmo le nostre battaglie a fianco dei socialisti d'Austria e di Germania siamo i primi a riconoscere che questa loro assenza dal terreno rivoluzionario nei momenti in cui l'azione dovrebbe essere bilaterale, è in buona parte da attribuirsi ad impotenza e alla organizzazione più ferrea contro la quale quei socialisti devono urtare.

Ma almeno finché dura questa guerra, coi suoi tremendi danni e pericoli, auguriamo che gli altri proletariati sappiano trarre frutto da queste lezioni che la realtà delle cose ci impartì una volta ,al principio della guerra, ,e una seconda volta adesso. Corriamo altrimenti rischio, anche senza volerlo, di servil'e le peggiori reazioni del mondo, di render la guerra più lunga, di aumentare le vittime, e di sfiduciare con altre delusioni chi può ancora sperare nella rinascita, a suo tempo, della piena solidarietà internazionale tra i lavoratori di tutto il mondo quando potranno affratellarsi in un'eguale libertà democratica. E che l'amore per la causa comune e la comune terribile responsabilità del momento, possano risparmiarci il sospetto di voler con queste constatazioni far da maestri a compagni dei quali invece dobbiamo in larga misura attingere insegnamento e conforto!

III. Sieno i pLebisciti sanzione finale nei rapporti interni, delLa volontà dei popoli entro loro nazionali confini, non il tranello per tormentare e violare tale voLontà.

Quando gli attendibili avvenimenti-della guerra avranno 'resa matura e v1cma la pace auspicata sulla base della padronanza di ciascun popolo a decidere delle proprie sorti, è probabile che dall'Europa centrale esca e diventi di attualità la proposta di abbandonare all'esito d'un plebiscito la decisione dell'appartenenza statale delle popolazioni dei territori in contrasto.

E questa formula così semplicista e nel tempo stesso così ricca di interpretazioni come quell'altra: né annessioni, né contribuzioni, troverà probabilmente anche nel campo nostro molti fautori, ai quali sfuggirà facilmente a tutta prima quale tranello e quale utopia si nasconderebbero in una proposta d'apparenza così democratica.

Fin d'ora vogliamo perciò far conoscere agli altri compagni francamente il nostro avviso.

I compagni del gruppo alsaziano-lorenese hanno magistralmente addlitato nel loro memoriale quale oltraggio alla giustizia ed alla legittima fierezza del popolo francese si commetterebbe, facendo dipendere da un plebiscito, la necessaria restituzione, di quanto senza sentire la popolazione, anzi contro la volontà evidente di essa e della Francia, fu strappato nell'altra guerra a quest'ultima, solo in base al diritto del più forte. In buona parte il loro ragionamento si attaglia anche al caso nostro. Le terre che l'Italia rivendica come necessarie alla sua indlipendenza effettiva, e per riunire nella famiglia italiana i fratelli che aspettano e lottano da decenni, non sono state per vero strappate di recente alla madre patria.

Ma nel secolo scorso, quando tutta l'Italia sorse a lottare contro i suoi tiranni interni e contro l'Austria per essere libera, una ed indipendente, anche i figli di Trento e Trieste parteciparono alle guerre nazionali. Invece, causa l'andamento dell'ultima guerra e l'abbandono dell'alleata, anche l'Italia, 50 anni fa, dovette piegarsi al diritto del più forte, e dovette abbandonare i figli che avevano lottato per essa e subire il rifiuto della piena restituzione del suo territorio, benché le terre trattenute per sé dagli Absburgo appartenessero al versante italiano delle Alpi, e italiana di lingua, e di storia e di sentimenti fosse grande parte della loro popolazione e benché la posizione geografica e la storia e la situazione militare conferissero a questi ultimi avanzi non restituiti dell'antica conquista straniera d'Italia, l'importanza di vere porte dell'intera penisola.

Ma non soltanto per ragioni di sentimento gl'Italiani non consentiranno che gli Absburgo facciano dipendere da un plebiscito indetto da loro lo sgombro definitivo d'Italia, e la restituzione di quelle terre che furono culla a tanti patriotti e tanti martiri, e ora son tomba di tanti eroi da ogni parte d'Italia.

Chi sa e ricorda di quali enormità, e trufferie colossali e violenze, e massacri e barbarie, si sia resa senza scrupolo colpevole la burocrazia titolata degli Absburgo, ogni qualvolta ebbe la consegna di far apparire in un determinato senso il voto d'una popolazione, non si meraviglierebbe nemmeno di vedere risultare un plebiscito in favore della Turchia, in qualunque regione dei territori austriaci, se l'Imperatore volesse farne regalo al suo degno alleato, ed i funzionari avessero avuto l'ordine che bisogna assolutamente far apparire entusiasmo per la mezzaluna. Le elezioni a suffragio universale in Galizia, e quelle a suffragio ristretto in Transilvania informino.

Chissà se le migliaia di condanne pronunciate contro i • fedelissimi sudditi • itaHani, e la distruzione di vite d'italiani nei campi di concentramento e tante ,altre misure orribili di distruzione della nostra razza e di avvelenamento morale dei più ignoranti non sieno anche le prime mosse di preparazione ad un plebiscito di questo genere. Chi parlasse di plebiscito nei nostri paesi, sul finire della guerra, per far decidere se gli austriaci debbano andarsene o no, ignore11ebbe o dovrebbe fingere d'ignorare tutta l'opera di distruzione di vite, di carte, di case e di dispersione della popolazione si è venuta da noi facendo dall'Austria durante la guerra.

Tutto lo Stato italiano è basato sul voto plebiscitario di adesione allo stesso che a grandissime maggioranze fu pronunciata dalla popolazione di ogni regione, di mano in mano venivano liberate dai tiranni interni o dagli austriaci. Mai però nella storia di questo paese classico dei plebisciti, passò per la mente di farli indlre pr,ima d'aver cacciato con la forza e gli intrighi del Governo austriaco e dei tirannelli suoi satelliti. Il plebiscito fu indetto sempre dopoché era già raggiunta con lo sgombero nemico la libertà nazionale da un Governo provvisorio che nel frattempo aveva provveduto al primo assestamento statale; probabilmente nello stesso modo anche gl'Italiani delle provincie irredente avranno occasione di affermare il loro carattere di liberi cittadini pronunciandosi con plebiscito di fronte all'adesione alle Istituzioni statali, ma tale plebiscito interno nazionale sarebbe cosa ben differente da quella votazione deliberativa che fu già da qualche parte accennata come premessa per iniziare la nostra liberazione.

Non dall'esito passeggero e facilmente Vliolentabile e adulterabile d'una singola votazione si può conoscere la necessità e la volontà d'un popolo di appartenere ad uno Stato piuttostoché ad un altro, ma dalla coscienza nazionale che è la risultante della lingua e della storia, della posizione e configurazione geografica, degli interessi e dei sentimenti, dei costumi, dell'opinione pubblica, delle relazioni coi connazionali. Per tutti questi titoli i paesi nostri hanno pronunciato da un pezzo il loro plebiscito per l'Italia. L'Austria con gli eterni sospetti, con le persecuzioni di polizia, con la negazione perfino della sede di Trieste all'Università italiana e dell'autonomia provinciale al Trentina, mostrò da un pezzo di sapere qual'era il nostro voto.

In questa guerra, le migliaia di volontari nostri in Italia e di condannati e processati politici, di tutti i partiti, la dimostrata nostra avversione all'Austria, e l'odio di cui siamo ripagati hanno ancor più solennemente rinnovato il plebiscito al quale i patiboli di Battisti, di Filzi, di Chiesa, di Sauro, di Rismondo sono la macabra risposta dei cessanti padroni.

Ma non solo per noi vogliano libertà se si vuole che le popolazioni condannate

fin qui a vivere nell'Impero degli Absburgo e quelle ad esso vicine, abbiano final

mente pace, e libertà e progresso, non v'è che un rimedio: delenda Austria. Alla

fine del secolo scorso, fra i partiti socialisti in Austria, con la speranza di rag

giungere almeno nei rapporti fra noi la pace nazionale, e per proporre un rimedio

provvisorio alla rovina prodotta dagli eterni conflitti nazionali, fu concordato nei

congressi di Brunn e di Vienna un programma di federazione di Nazioni autonome

e democratiche quale è quello che ora si dice di voler rip11endere per salvare gli

Absburgo. Ma tanta è l'infezione di tutta la vita pubblica creata dall'eterno • divide

et impera • della vita pubblica in Austria, che, anche quel tentativo, perfino nei

rapporti interni socialis,ti naufragò. L'unica riforma che porterà pace durevole è la

sparizione del sistema.

Il dopo guerra si affaccia con tali gravissimi problemi politici ed economici,

che è vano poter sperare di risolvere più pacificamente che sia possibile, dove

restasse ancora in vigore un sistema che asserve e corrompe ogni istituzione per far servire i dolori dei popoli interi e le intestine discordie ad arte alimentate fra essi all'unico scopo del mantenimento e rafforzamento della dinastia degli Absburgo.

PROMEMORIA PER IL COMITATO SCANDINAVO-OLANDESE A STOCCOLMA, SULLA SITUAZIONE DEI SOCIALISTI ITALIANI IN AUSTRIA DI FRONTE ALL'EVENTUALE CONGRESSO INTERNAZIONALE SOCIALISTA.

I. Impossibilità d'una valida rappresentanza dei socialisti dei paesi irredenti ed occupati militarmente nel progettato congresso socialista internazionale durante la guerra.

La condizione del partito socialista itaLiano in Austria, durante questa guerra, come quella del partito socialista in tutti i paesi irredenti od oggetto di conquista militare, è un ulteriore argomento contro 'il progetto di un attuale congresso internazionale socialista.

Fin dal 1894 i socialisti italiani in Austria si costituirono in partito, formante una sezione della « Sozial-demokratische Gesamtpartei • in Austria. Attraverso questa organizzazione abbiamo aderito sempre al Bureau socialista internazionale, e abbiamo mandato i delegati ai congressi internazionali.

Invece nella ,condizione di guerra, nella quale ora si trovano il Trentina e la regione Adriatica facente capo a Trieste è evidentemente impossibile radunare le nostre organizzazioni socialiste, discutere in esse liberamente dei temi della pace e della guerra, e fare qualsiasi nomina seria ed onesta dri delegati per il congresso socialista internazionale.

Parte dei suddetti territori è occupata dall'esercito italiano. La parte non ancora liberata costituisce una zona di guerva per l'esercito austriaco, ed è trattata con maggiore asprezza e terrorismo di quanto fu mai usato ~n p,aese di conquista. La conferma la più impressionante e certo lta più attendibile di tale asserto, venne data dai discorsi anche di quei stessi deputati clericali italiani al parlamento austriaco che prima della guerra erano reputati governativi e non hanno tornaconto politico di screditare il governo viennese.

Parte dei socialisti dei paesi italiam in parola, prima dello scoppio della guerra, passarono il confine e s'arruolarono nell'esercito italiano, con la coscienza di compiere un dovere non soltanto verso la loro nazione, ma anche come soldati dell'idea socialista, della quale sarebbe 'impossibile sperave progresso e vittoria, se non si raggiunge la sconfitta degli imperi centrali, provocatori della guerra mondiale, caposaldi del militarismo e della reazione. Cesare Battisti il deputato socialista di Trento, fu tra li primi di questi volonta!l'ii: fatto prigioniero di guerra, suggellò sulla forca con il martirio, la sicurezza di questa nostra fede che è italiana antiaustriaca, e socialista ad un tempo.

Dei socialisti italiani in Austria che non sono emigrati parte sono in prigione

-o nei campi di internamento, parte furono presi soldati anche se di età avanzata -o di gracile costituzione. Molti nostri paesi furono sgomberati dalla popolazione, trasportata brutalmente in massa nell'interno della monarchia. Quelli che restarono a casa sono in balia dei sospetti e delle persecuzioni poliziesche. La soppressione dei giornali, e peggio l'adulterazione del pensiero imposta dalla censura, ed il rigoroso isolamento da ogni notizia esteriore, tolgono ogni possibilità di conoscere e di discutere.

Di fronte a tali condizioni, condiv:ise del resto dall'Alsazia-Lorena, dal Belgio, dalla Boemia, dai paesi meridionali dell'Austria, dalla Serbia, dalla Romania e dalla Polonia, chi può pensare alla possibilità di una delegazione socialista di questi paesi? Se taluno si presentasse con la pretesa di avere tale mandato, sarebbe legittimo il sospetto che la sua nomina, ottenuta per concessione straordinaria delle polizie e delle autorità militari, rappresenti piuttosto una emanazione dei governi, che il libero voto, di libere organizzazioni socialiste.

II. Il congresso internazionale socialista non potrebbe giustamente deliberare sulla sorte dei nostri paesi e quindi sulle condizioni di pace, senza l'intervento dei socialisti delle regioni in discussione.

Attendiamo che conformemente allo spirito di giustizia e di democrazia che dovrebbe essere il fondamento della nostra internazionale i partiti socialisti dei paesi che potrebbero liberamente scegliere o mandare i loro delegati a Stoccolma, riconoscano l'incompetenza a prendere deliberazioni per conto dell'internazionale, fintantoché questa non può essere completamente rappresentata, e sopratutto fintantoché non possano intervenire i rappresentanti socialisti delle regioni irredente ed occupate.

Non potrebbe più aspirare ad essere riconosciuto per socialista quell'uomo e quel partito, il quale disconoscesse il principio che dovrebbe essere il regolatore ed il mantenitore della pace futura, del diritto cioè di ogni popolo di deliberare sulla propria appartenenza e costituzione statale, senza ingeren21a di estranee imposizioni.

Ma se un congresso socialista internazionale, sia pure emanazione della maggioranza dei sodalisti del mondo, si assumesse di deliberare sulle condizioni di pace, ·e quindi necessariamente sulla sorte dei paesi irredenti ed occupati militarmente, senza che essi nemmeno possano far sentire la loro voce; questo congresso non commetterebbe quella stessa sopraffazione che noi rimproveriamo alle dinastie ed alle borghesie militariste?

III. Invalidità dell'eventuale tentativo di rappresentanza del partito socialista italiano in Austria da parte di Valentino Pittoni.

L'Arbeiter Zeitung di Vienna dava ·in questi giorni l'annunzio della partenza di Valentino Pittoni per Stoccolma per intervenire al congresso socialista internazionale.

Contro questo eventuale tentativo di rappresentanza del partito sociillsta itald,ano in Austria, protesto con tutta la forza, perché costituirebbe una sopraffazione ed un inganno. Tale rappresentanza cozzerebbe contro il principio fondamentale socialista, che le nostre deliberazioni ed azioni abbiano ad essere emanazioni della massa lavoratrice organizzata, e non mosse o dettate dall'arbitrio dei singoli capi.

Nelle attuali sopradescritte condizioni della popolazione a Trieste, non è verosimile che si abbia indetta fra quei socialisti una elezione regolare di un delegato al congresso. Peggio ancora sarebbe che si avesse giocato la commedia di una tale elezione perché pochi individui, lasciati in pace a Trieste dalla polizia e dalle autorità militari, si sarebbero arrogati, con la medesima, il diritto di parlare a nome di una massa che non può far sentire la sua voce.

Valentino Pittoni, presso gli attuali convegni dell'internazionale non rappresenta e non può rappresentare che sé stesso. Dato l'ambiente :in cui si trova, e donde emana, è possibile che la sua azione di fronte all'internazionale, coincida con quella dei fautori di una pace bianca di Vienna e di Berlino. All'autorità che può avere la sua opinione personale come deputato socialista di Trieste, e quale eletto a suo tempo da quel partito a cariche direttive, io posso e devo contraporre anzitutto un autorità pari, e per le cariche e per la fiducia goduta; autorità ora suggellata dal martirio, voglio dire quella del suppliziato deputato socialista di Trento, di Cesare Battisti. Sento di poter a nome Suo elevare questa pro

testa, per 1a intima conoscenza del Suo pensiero, derivante da una collaborazione fraterna di lavoro e di lotta per l'ideale socialista durante venti anni; collaborazione continuata, senza mutar fede, con il comune servizio di guerra contro l'Austria, che ci tenne vicini fin negli ultimi giorni che precedettero la cattura e l'impiccagione di quel martire nostro.

Ho inoltre la ·coscienza di avere anche personalmente per lo meno pari autorità di Valentino Pittoni, nell'esprimere la coscienza e le aspirazioni del proletariato socialista delle terre italiane soggette all'Austria, perché sono fiero di essere uno dei fondatori di questo movimento socialista, e perché sempre vi appartenni e godetti della fiducia costante dei compagni, la nomina nelle più importanti cariche d~rettive. Fino allo scoppio della guerra, facevo parte anch'io della commissione esecutiva del partito socialista italiano in Austria, ed era gtià stata notificata la mia nomina quale delegato al congresso socialista internazionale che nell'estate diel 1914 si doveva tenere a Vienna, poi a Parigi e che di fronte all'aggressione germanica venne a sfumare.

Intervengo infine a portare questa protesta ed a esprimere il nostro voto presso i compagni internazionali, anche per volontà espressa di molti compagni delle provincie irredente che ora si trovano nella libera Italia come fuorusciti o profughi o prigionieri di guerra e con la certezza di interpretare la volontà di molti compagni impossibilitati di espnimerla. Taluno di questi si trova ancora in Austria e trovò modo, malgrado la sorveglianza terrorista e col rischio della propria vita di far sapere la loro invocazione. Per ovvie ragiond, non posso per ora dare ulteriori spiegazioni a dimostrare la verità e l'importanza di questo mandato; attendo di essere creduto sulla fede della mia onestà personale, che può esser attestata da molti ben noti compagnd d'Italia e stranieri.

IV. Che cosa chiediamo ai compagni del Comitato olandese-scandinavo di Stoccolma.

Non è nel nostro pensiero, di domandare il mio riconoscimento come delegato ad un eventuale congresso di tutta la Internazionale socialista che si dovesse tenere ora a Stoccolma od altrove.

AnZJitutto non mi arrogherei ta1e veste senza essere stato eletto regolarmente da masse lavoratrici socialiste, che abbiano potuto liberamente convocarsi, discutere il mio ed il loro punto di vista ·e procedere all'elezione.

Inoltre, al pari dei compagni Belgi e di tanti altri, noi sentiamo l'impossibilità morale, specie finché dura la guerra e l'oppressione del nostro paese, di venire a contatto fraterno socialista con antichi compagni che godevano tutta la nostra fiducia, ma che l'hanno perduta, dopoché li abbiamo visti assistere testimoni passivi, e, peggio anco:m, collaboratori, più o meno entusiasti e coscienti, alla aggressione guerresca, ed allo sprezzo di ogni diritto umano per parte degli Imperi Centrali. Abbiamo coscienza che nell'attuale condizione di cose un congresso generale deliberativo dell'internazionale socialista, sia destinato a fallire ed a nutrire soltanto illusioni pericolose ed utopie di cui, come oggi in Russia, gli unici a trarre profitto sarebbero i generali prussiani.

Invece riconosciamo volentiePi tutta l'utilità che può derivare da un'inchiesta completa del pensiero socialista sulla guerra e sulla pace nei varii paesi belligeranti e neutri, quale è già in corso per l'opera di codBsto comitato.

Ad esso comitato domandiamo:

a) Venga tenuto conto nell'opera di preparazione d'un eventuale congresso internazionale socialista durante la guerra, della recisa nostra protesta contro l'eventuale tentativo di rappresentanza del partito socialista italiano in Austria, e della sconfessione pubblica che fin d'ora noi appartenenti a tale partito facciamo, di quanto si tentasse dichiarare a nome del medesimo.

b) Sia accolto e divulgato il memoriale che alleghiamo, riassumente le aspirazioni di que1i socialisti delle terre italiane irredente che considerano un tradimento alla patria, al socialismo ed all'umanità, nonché alla memoria delle vittime di questa terribile guerra, il favorire una pace che mantenga le attuali oppressioni nazionali, e conservi potenza alle dinastie militariste degli Hohenzollern e degli Asburgo.

(l) -Si pubblica, in allegato, il documento relativo rinvenuto nel Fondo Ambasciata Londra. (2) -Gruppo indecifrato.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3716/1077. Pietrogrado, 8 ottobre 1917 ( per. il 10).

Governo è stato costituito coi nomi già da me indicati, salvo alcune varianti che non alterano sostanzialmente suoi caratteri di coalizione. È stata altresì decisa costituzione cosiddetto pre-'parlamento che si chiamerà congresso democratico. Esso dovrebbe constare di 433 membri di cui circa 125 sarebbero designati dal Governo provvisorio e conterrebbero soprattutto membri delle quattro legislature della Duma mentre i rimanenti 308 sarebbero quelli già designati dalla conferenza testè chiusa. I 308 appartengono in grande maggioranza al centro di quell'assemblea e soltanto 111 all'estrema sinistra, 65 massimalisti e 46 internazionalisti. Il compromesso per la composizione del Governo e pre-parlamento sarebbe in se stesso soddisfacente ma per giudicanlo converrà attendere suo funzionamento essendo essenziale ogni libertà d'azione per il Governo.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3714/1068. Pietrogrado, 9 ottobre 1917, ore 13 (per. ore 22).

7 ottobre.

Organo del Soviet scrive che situazione internazionale Russia traversa ora critica essendo chiaro le potenze centrali continuano nei loro tentativi di una pace che potrebbe effettuarsi sol·tanto sulla base di un accordo cogli altri paesi ·imperialisti. Germania non desidera pace così ardentemente come Austria-Ungheria, sua situazione militare essendo migliore e suo Governo reazionario più forte, ma essa rinunzia ad una parte del suo programma imperialista. Nuove notizie paiono comunicare che Germania è pronta evacuare Belgio e territori francesi ciò che mette in evidenza piani di compensi territoriali a spese della Russia. In tutto questo calcolo no'l oecupiamo ultimo posto e non v'ha dubbio ·che siamo minacciati dal pericolo di una pace a nostre spese. Dobbiamo uscire immediatamente dalla nostra indifferenza e debolezza in fatto di politica estera se non vogllamo servire di compenso agli interessi altrui.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2725/423. Pietrogrado, 9 ottobre 1915, ore 20,40 (per. ore 14 dell' 11).

Ambasciatori d'Inghilterra, di Francia ed io abbiamo oggi rimesso a Kerensky nota collettiva riassunta nel mio telegramma Gab. n. 422 (l) della quale farò pervenire all'E.V. testo per corriere. Ambasciatore degli Stati Uniti che stante ritardo telegrafico di questi giorni non aveva ancora ricevuto istruzioni, ha rinviato H suo intervento mentre Buchanan insisteva per l'immediata comunicaz·ione, Kerensky essendo sul punto di recarsi al Quartiere Generale.

Kerensky ci ha risposto che avrebbe interpretato presso opinione pubblica vero significato del nostro passo (egli credeva ne volessimo pubblicazione, ciò che non è). Russia, egli disse, combatte da tre anni e mezzo sostenendo sacrifici ch'è inutile ricordare ed è rimasta, come rimarrà fedele ai suoi alleati in ogni circostanza. E'ssa continuerà a lottare insieme a loro sino al successo. Oggi stesso mi reco al Quartiere Generale per esaminare situazione e concretare i,l da farsi. Posizione geografica della Russia a differenza di quella degli Stati alleati agevolmente comuntcanti fra loro, rende i suoi rifornimenti difficili; tanto più gli alleati dovrebbero aiutarla e come fu fatto da marzo a questa parte, inviare materiali da guerra. Anche economicamente la Russia abbisogna dell'appoggio degli alleati. .Mludendo alle condizioni morali dello esercito, pur senza parlarne, egli osservò che il vecchio regime aveva lasciato il popolo nella più oscura ignoranza (e gli alleati aillora non ne facevano caso) di che oggi risentonsi gli effetti. Era stato il popolo e non lo zarismo che aveva sostenuta la gue'l."ra e che continuerà a sostenerla. È questa una garanzia che la Russia non deporrà le armi fino al successo. Anche la Russia, egli concluse, è una grande Potenza.

In sostanza Kerensky ha detto quanto poteva a discarico della crisi militare russa, ha rimesso in evidenza la necessità del concorso degli alleati per risolverla ed ha affermato irremovibile volontà del nuovo Governo di continuare la guerra in pieno accordo con gli alleati. Alcune sue allusioni alla Francia ed all'Inghilterra sono state interpretate dai miei due colleghi come segno di un ce!'to risentimento per le constatazioni non tutte gradevoli che di necessità dovevano venire da noi; ma la mia impressione è stata piuttosto che egli volesse fin d'ora preparare il terreno per le domande di materiali e di aiuti economici che la Russia farà prossimamente a quelle due potenze non meno che all'America. Intonazione del suo linguaggio ha rilevato bensì un certo disagio per 'il nostro passo, ma in pari tempo la comprensione dell'importanza che esso rivestiva all'indomani della costituzione del nuovo Governo ed alla vigilia della sua andata al Quartiere generale.

(l) Cfr. n. 150, pag. 101.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3748/1080. Pietrogrado, 9 ottobre 1917 (per. ore 22 del 13).

Soviet di Pietrogrado ha votato un ordine del giorno di pro,testa contro nuovo Governo. Tale ordine del giorno è stato presentato dal massimalista Trotzki eletto Presidente del Soviet nella seduta di ieri.

Lo riassumo qui presso: • Nuovo Governo, composto in maggioranza di industriali e ,commercianti è una capitolazione della democrazia dinanzi al Kornilovismo. Ministri pseudo socialisti che vi partecipano non alterano carattere reazionario del nuovo Governo che storia dehla rivoluzione chiamerà

• della guerra civile •. Soviet di Pietrogrado considera questo Governo borghese come arbitrario e anti-rivoluzionario.

Operai e soldati di Pietrogrado gli rifiuteranno loro appoggio e tutta la democrazia rivoluzionaria ne esigerà dimissioni. In attesa del futuro congresso dei Soviet che creerà potere veramente rivoluzionario, organizzazione proletaria e soldati si stringano intorno ai propri Soviet astenendosi da ogni dimostrazione parziale •.

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IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1331. Roma, 10 ottobre 1917, ore l.

Mio tel. 1314 (1).

R. Agente diplomatico in Cairo telegrafa: • Sono giunte anche qui voci circa ex-Kedivé di recarsi in Turchia e circa desidedo del comitato Unione e Progresso di entrare in negoziati coi capi del movimento arabo. Tali voci sembrano aver un certo fondamento. Si esclude però dalle autorità inglesi possibilità che detti capi e specialmente Re Hegiaz di cui sono noti sentimenti anti-turchi e ostili comitato diano ascolto aperture Costantinopoli. Tutte le informazioni che si hanno qui dimostrato che la solidarietà araba e la ostilità contro la Turchia cresce di pari passo col miglioramento della situazione militare degli alleati. Si è saputo che giornalmente nuovi capi aderiscono movimento arabo ed il prestigio re Hussein è in aumento •.

(l) Non pubblicato: Idea Nazionale pubblica t. da Berna secondo il quale sarebbero imminenti passi della Turchia verso il Re dell'Hedjaz per una riconciliazione Turco-araba auspice Germania.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, Al MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 425. Pietrogrado, 10 ottobre 1917.

In base alle istruzioni contenute nel telegramma di V. E. da Torino del 13 agosto senza numero, ho intrattenuto i colleghi d'Inghilterra e Francia, pur senza adunarli, nella separata ma simultanea comunicazione al Governo provvisorio degli a,ccordi italo-franco-·inglesi per l'Asia Minore. Ho detto, sollecita conclusione di quell'accordo con la Russia era richiesta, sia per l'importanza della questione già da lungo tempo in sofferenza, sia per debito riguardo verso H Governo provvisorio, sia perché, se nella Conferenza di Parigi assistesse Terescenko o vi si trattasse degli analoghi accordi passati fra Italia, Francia e Inghilterra, Russia si troverebbe in situazione diversa dalle sue potenze amiche. Ho inoltre sostenuto che in ogni modo quegli accordi altro non sono che applicazione concreta degli accordi generali del 1915 che Russia ha già firmato e che sono in vigore al pari di quelli colle altre Potenze. Buchanan mi ha risposto non aveva istruzioni ma che a suo avviso in questo momento la nostra comunicazione avrebbe potuto creare imbarazzi a Terescenko che deve procedere con grande cautela di fronte al Soviet. Ambasciatore di F•rancia mi ha detto che egli era sprovvisto di istruzioni e le avrebbe richieste, ma che dubitava egli pure della opportunità del momento per dare seguito 'a tale comunicazione. Risposta da lui successivamente ricevuta è stata in questo senso. Ritengo che ciò nonostante sia stato opportuno proporre ai Rappresentanti di Francia e Inghilterra di :procedere alle comunicazioni poiché, accettando la proposta, essi avrebbero aggiunto peso nostro passo e, declinandola, avrebbero assunto responsabilità dell'indugio (1).

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IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 527/149. Lisbona, 10 ottobre 1917.

Ho ritardato alcuni giorni a stendere il rapporto di appoggio al mio telegramma n. 74 (2) relativo alla partenza del Presidente della Repubblica Portoghese per la Franc1a poiché aspettavo di cogliere dai giornali locali dettagli e precisioni da aggiungere a quelle che personalmente avevo raccolte e telegrafate. Senonché si è verificato con meraviglia generale che i periodici di questa capitale hanno tutti taciuto su questo avvenimento, o più esattamente, si sono visti inesorabilmente cancellati dalla censura qualunque cenno anche lontano al viaggio del Signor Bernardino Machado.

Questo rigore è senza dubbio esagerato e si è prestato anche a ridicolo poiché i giornali sortto forma di novellette o di studi di caratteri e tipi han preso di mira la persona del Presidente della Repubblica indicando ·come • O misterioso desaparecido •.

Infatti è alquanto strano che si voglia fare il silenzio a·ttorno ad un fatto che fu rivestito dalla maggiore pubblicità. No·laltri del Corrpo Dtplomatico informati dal giorno prima fummo alla stazione ad ossequiare i1l Presidente della Repubblica, tutti i Ministeri mandarono una delegaz'lone e gli amici ed ammiratori personali dell'illustre uomo politico si contavano a migliaia. Un drappehlo di Guardia Repubblicana rendeva gli onori ed un chilometrico tappeto copriva il suolo dal piazzale della stazione fino al predellino del treno.

È successo inoltre che i giornali che vengono di Spagna trattano largamente dell'avvenimento del quale parlano pure liberamente i giornali di Porto e di Coimbra. C'è di più il Giornale Ufficiale pubblicava un decreto che istituiva le reggenze dei vari Ministeri durante il tempo della loro permanenza in Francia.

Se vuol daTsi quindi una spiegazione logica a questo fatto è da ritenere che il Governo abb'ia voluto sopprimere radicalmente ogni commento poiché il paese è tutt'altro che calmo e nella politka estera cominciano a delinearsi correnti in senso diverso. Una larga discussione sul viaggio del Signor Bernardino Machado avrebbe probabilmente suscitato polemiche senza dubbio intempestive.

Il Presidente della Repubblica era accompagnato dal suo Gabinetto civile e militare, dal Prresidente del Consiglio, dal Ministro degili Affari Esteri e dal Ministro di Portogallo a Madrid. Era aspettato alla stazione di frontiera di Fuente de Onoro dall'Addetto Militare d'l Spagna e da un Aiutante di Campo di Sua Maestà Cattolica, i quali lo accompagnarono fino a S. Sebastiano.

Durante la sua assenza 11 Ministero nella sua totalità ha assunto la rappresentanza della Presidenza della Repubblica, mentre che il Ministro della Guerra Signor Norton de Matos, ha assunto ad interim la Presidenza del Consiglio. Il Signor Alessandro Braga regge il Ministero degli Affari Esteri ed il Ministro dell'Interno, Signor Almeida Ribeiro, ha preso la gerenza del Min:lstero delle Finanze.

Secondo quanto si sa alla Legazione di Francia il Pre,sidente deUa Repubblica sarà qui di Titorno per il 21 del corrente mese.

(l) -Ed. in M. ToscANO, L'Inizio della rivoluzione sovietica, cit., pp. 18-19. (2) -T. 3687/74 dell'8 ottobre, non pubblicato: visita del Presidente della Repubblica portoghese in Francia e, in forma privata, in Spagna.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1335. Roma, 11 ottobre 1917, ore 1.

Questa ambasdata inglese notificando embargo posto da Stati Uniti su merci dirette Scandinavia, Olanda, e misure analoghe prese da Gran Bretagna domandò se R. Governo avrebbe creduto fare altrettanto. Si è risposto che, pur condividendo punto di vista governi alleati, credevamo situazione speciale Ltalia nonché nostro attuale regime divieti rigorosi vigilanza su esportazioni non consigliassero nei riguardi paesi scandinavi Olanda modificazioni alla linea di condotta finora osservata, con la quale R. Governo è sicuro avere largamente salvaguardato i propri interessi e quelli alleati. Ne:cessi,tà nostri rifornimenti da Scandinavia, cetllulosa, ferro, acciaio laminato, pesci secchi e affumicati, impongono speciali cautele ment:re altra parte nostra esportazioni marmi, alabastro, frutta candita, cappelli, agrum:i, servono uso guerra e costituiscono maggiore interesse per noi che per paesi acquirenti. Da Olanda importiamo cartoni ordinari e lampadine d'i cui abbiamo forte bisogno. Dal canto suo R. Ministro Stoccolma telegrafa che Branting, designato entrare prossimo gabinetto, e altre personalità svedesi hanno intrattenuto locale ministro Inghilterra su questione accordo commerc'ia(le tra Svezia e Intesa. Essi ammettono che Svezia possa impegnarsi non esportare sotto nessuna forma in paesi nemici non soltanto merci ricevute da Intesa ma altresì quelle similari sua produzione interna. Dichiarano però inaccettabile domanda inglese che Svezia cessi ogni esportazione minerali ferro in Germania, mentre ritengono impossibile una riduzione molto considerevole esportazione stessa. D'accordo colleghi, Tommasini rtterrebbe sufficiente e praticamente opportuno che Intesa si limitasse esigere che Svezia vietasse esportazione minerali ferro e non concedesse licenze se non contro adeguati compensi al miglior offerente. Ciò ridurrebbe grandemente esportazione verso Germania che non può dare larghi compensi ed in base vecchi contratti paga prezzi così bassi da non coprire neppure costo produzione articolo svedese. Se Svezia invece rifiutasse ogni esportazione minerale ferro in German·ia, questa cesserebbe propria fornitura carbone, medicinali, prodotti chimici, dei quali abbisognasi in paese. Sembra che recentemente Germania abbia esporta,to in Svezi,a determinate quantità cereali oli pesanti provenienti da Rumania. Informo del tutto V. E. per sua eventuale direttiva.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 126. Pietrogrado, 11 ottobre 1917.

Dal ministero degli Affari Esteri mi viene riferito in questo momento quanto segue: • M. Téreschenko, télégraphie: En vue de la cérémonie projetée pour lundi occasion anniversaire Kos:chutzko et à l:aquelle les ambassadeurs alliés et moi nous devons prendre part, il y aurait lieu de fa:ire au nom de la Russie et des Grandes Puissances alliées une déclaration portant que la Russie et ses alliées considèrent comme une des conditions de l'établissement en Europe d'une [condition] de choses basée sur les principes de droit et de paix solide et équitable la créa,tion d'une Pologne libre et indivisible.

Téreschenko .prie de faire part de ce qui précède à LL.EE. les ambassadeurs des Puissances alliées. Il tiendrait beaucoup à recevoir pour le 15 octobre assentiment de leurs Gouvernements à la dite déclaration •.

Sarei grato a V.E. volere tosto rispondere. Qualora risposta non giungesse in tempo, interpretando note disposizioni del R. Governo mi associerei ai miei colleghi (1).

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2727/157. Stoccolma, 11 ottobre 1917, ore 18,25 (per. ore 7 del 12).

Miei colleghi di Francia, Inghilterra ed io abbiamo convenuto di inviare il seguente telegramma identico ai nostri Governi:

• Il modo in cui si svolge per ora 'la crisi ministeri,ale fa temere che re Gustavo anziché rassegnarsi ad un Ministero democratico intenda costituire Gabinetto se non prettamente conservatore, almeno tale che direzione politica estera resti nelle mani del partito conservatore, il quale continuerebbe quindi poHtica interna seguita finora. In vista simile eventualità noi prepariamo progetto di nota collettiva in cui ricorderemo ragioni per cui Governi alleati considerano atteggiamento dei due Gabinetti precedenti come ·incompatibile con una neutralità stretta ed imparziale, aggiungendo che essi si aspettano che per l'avvenire gli atti del Governo svedese saranno conformi alle ripetute dichiarazioni di neutralità leale ed imparziale •. Naturalmente tale nota non verrebbe consegnata ove il nuovo Gabinetto fosse tale da ispirare fiducia. In caso contrario essa dovrebbe essere rrimessa appena che il nuovo mini·stro entri in funzione e contemporaneamente pubblicata. Soltanto in tal modo no'i potremo mettere il partito democratico in grado di fare opposizione efficace ed ·illuminare opinione pubblica sempre fuorviata dai ministeri passati. Uomini eminenti del partito democratico sono anche di quest'avviso ed il nostro passo eventuale non rischierebbe affatto d'aggravare la situazione della Svezia di fronte Paesi alleati. Questo ministro deglli Stati Uniti avendo inforn1ato che il suo Governo sarebbe contrario a qualsiasi passo di tale genere, ci permettiamo osservare che se gli Stati Uniti si astenessero la nostra nota perderebbe ogni efficacia. Bisognerebbe quindi che i nostri Governi si studiassero di guadagnare il Gabinetto di Washington al nostro punto di vista.

Ministro degli Stati Uniti comunica tale telegramma al suo Governo. Appena redatto sottoporrò a V. E. progetto di nota collettiva.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1682 del 15 ottobre con la seguente aggiunta: «Ho risposto a Carlotti quanto segue: "Consento che V.E. si associ ai suoi colleghi. Sembrami però che parole ' libre et indivisible • non siano abbastanza esplicite ed atte a produrre effetto desiderato sui polacchi cui preme inoltre promessa • indipendenza». Se non per questa occasione in cui mio telegramma forse non giungerà in tempo, prego tenere presente questo concetto per eventuale ulteriore occasione"».

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IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 470/137. Pechino, 11 ottobre 1917.

In parecchi rapporti ·inviati questi due ultimi anni da questa R. Legazione a codesto R. Ministero, appare quanto l'ambiente politico in Giappone si maturasse rapidamente per preparare una preminenza giapponese in Cina e fino a un certo punto anche in Estremo Oriente col proclamare una dottrina calcata sulle linee geneTali di quella di Monroe.

La formola pur assai elastica e vaga sembra esser stata finalmente adottata e proclamata al mondo dal Visconte Ishii nel banchetto dato in onore della Missione giapponese a Nuova-York.

Il fatto di capitale importanza internazionale non poteva non IJ'!'OVOcare numerosi commenti anche nella stampa e nei circoli politici locali, che si mostrano tuttora perplessi e diffidenti circa il significato e l'estensione del principio poHtico contenuto nelle parole dell'Inviato giapponese agli Stati Uniti.

Letteralmente il Visconte Ishii non ha proclamato l'applicazione della nota dottrina, alla Cina, bensì avrebbe presa l'intonazione di un diplomatico che cerca di respingere accuse ed insinuazioni circa le supposte mi•re d'invasione nipponica a danno di questa repubblica. Non solo, egl'i avrebbe dichiarato, il Giappone non cercherebbe di attentare all'integrità ed alla sovranità della Cina, ma esso, applicando la dottrina di Monroe all'Estremo Oriente, sarebbe anche pronto a difendere l'indipendenza della Cina cont<ro Quatl.siasi aggressione straniera, sapendo che le sue frontiere sarebbero minacciate da un'invasione o da un intervento straniero in questa repubblica.

Ciò non toglie che una siffatta manifestazione circa la ,speciale sHuazione del Giappone in Estremo Oriente non significhi qualche cosa di più che non una semplice risposta alle accuse dirette contro le mire ambiziose del Governo di Tokio. È notorio lo spirito esclusivista ed imper'lalista che, mercé soprattutto la privilegiata situazione creata al Governo del lVIikado dal conflitto mondiale, cerca di prevalere e di affermarsi in modo permanente sulla sponda asiatica del Pacifico. Si può quindi ritenere che se anche il Visconte Ishii non abbia inteso, d'accordo col suo Governo, proclamare ufficialmente una dottrina asiatica o cinese di Monroe, eg1li si è ispirato certamente dalle idee e dalle aspirazioni profondamente radicate nella sua patria.

La stampa locale accoglie con diffidenza le parole del capo della Missione giapponese agli Stati Uniti, temendo che le medesime nascondino un tentativo della politica giapponese di aLlargare le sue imprese politico-economiche e di stendere i suoi rapac'i tentacoli nella ':repubblica cinese in un momento in cui il mondo è troppo impegnato per pensare a ristabilire l'equilibrio in Estremo Oriente.

È notevole però come tanto gli ambienti americani quanto queUi inglesi si mostrino assai prudenti nel pronunciare un giudizio che suoni avverso alla diplomazia nipponica. Le riserve mentali per l'avven·ire vengono gelosamente mascherate specialmente nel mondo ufficiale anglo-americano. Questa savia attesa non può se non essere gradita per chi tiene a cuore i problemi più urgenti degH alleati.

Fra 'i cinesi relativamente illuminati l'atteggiamento giapponese non sorprende, sebbene sgradevole; vi si manifesta una certa tendenza ben naturale del resto, di accomodarsi della nuova situazione transigendo col più forte anche a danno degli altri interessi stranieri. Il prestigio americano e quello britannico o russo ne soffrono gravemente. E si teme anche che le imprese economiche europee ne possano in certo modo esser .lese se in un avvenire non lontano, conclusa la pace, non avrà luogo una ripresa più ardita dell'attività ·politica anglo-americana o russa in Estremo Oriente atta a controbilanciare il panasiatismo d'i nuovo conio.

Tutto ciò non esce dalle grandi linee già previste dello svolgimento poEtico nella questione d'Estremo Oriente.

Si è generalmente persuasi che, se mai delle analogie concrete si potranno stabilire tra la dottrina di Monroe applicata dagli Stati Uniti al continente ispano-americano, e quella invocata dal Giappone in Cina, tali analogie difficilmente potrebbero estendersi alle regioni continentali della Repubblica, quali la Mongolia, la Manciuria, il Tibet o il Turkestan cinese.

Il Ministro di Gran Bretagna, testé tornato a Pechino dopo un soggiorno agli Stati Uniti, mi diceva in proposito che colà si assicurava non avere la Missione giapponese iniz·lato conversazioni circa rla Cina sino a poco tempo fa; egli si domandava se il Governo di Tokio avrebbe inteso al riguardo della Cina adottare come massima quella sostenuta dal Presidente Cleveland in occasione del grave incidente del Venezuela quando gabinetto di Washington affermò di voler prendere una parte preponderante nelle soiluzioni di simili conflitti in America. Se mai, una tale pretesa porterebbe un serio colpo al prestigio europeo in Asia e minaccierebbe di essere il precursore di pericolose antitesi di interessi e di prestigio.

È probabile che il Giappone rimarrà nel vago pur senza lasciar dubbio nella sua generica affermazione di preminenza.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1662. Roma, 12 ottobre 1917, ore l.

Barrère mi comunicava che Ribot propone che politica di Parigi si tenga ai primi novembre, verso iJ. tre o il quattro. Ritiene che gli Stati Uniti e la Russia accettino questa proposta. Ho risposto che per parte mia non avrei difficoltà di consentirvi, salvo riserva di quanto possa avven·ire per il protrarsi qui delle sedute parlamentari. Suggerivo come più prudente concordare per ora che la riunione si tenga entro ·la prima decade di novembre (1).

(l) Ed., con data 11 ottobre, in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 198.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN

T. 1342. Roma, 12 ottobre 1917, ore 16.

R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue:

• Circa decisione ecc. ecc. (telegramma n. 3725/644) » (1).

Questa ambasciata di Francia avendomi dntrattenuto in conformità di quanto precede ho risposto che autorizzavo V. E. ad unirsi al suo collega di Francia, si omnes, raccomandando massimo tatto in relazione a situazione politica e personale del re Alfonso ·in Spagna.

Prego V. E. agire in conformità dì quanto 'Precede.

191

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1344. Roma, 12 ottobre 1917, ore 22.

Suo telegramma n. 252 (2).

Poiché non ritengo mutare nostra linea di condotta circa riconoscimento protettorato britannico in Egitto, pregola in linea di massima astenersi da atti che non concordassero con tale nostra determinazione. Quando V. S. conoscerà quali manifestazioni avranno luogo per nuovo sultano potrà chiedere istruzioni speciali nel caso avesse qualche dubbio per determinata C'ircostanza. Date relazioni preesistenti principe Fuad con Corte, GoV'erno italiano, codesta rappresentanza, V. S. potrà tuttavia abbondare in cortesie personali, ufficiose.

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L'AMBASCIATORE D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2742/456. Londra, 12 ottobre 1917, ore 9,45 (per. ore 13,20 del 13).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1662 (3).

Al Foreign Office ho saputo essere stato telegrafato a Parigi che Governo britannico era indifferente circa data ·Conferenza. Questo Governo ha colto tale occasione per fare sapere anche che • deprecava • in massima proposta grandi

conferenze, con relativo pomposo preannunzio, osservando che tutti gli Stati alleati vorrebbero intervenire e che r.isultato non poteva essere utile. Preferirebbe invece avessero luogo tranquilli incontri e colloqui tra quegli uomini politici dei vari Stati alleati maggiormente interessati a discutere una questione. Accennando eventuale venuta a Parigi di Alexeieff e di Terescenko un poco più tardi, mi si lasciava comprendere speranza che per il caso quest'ultimo fosse venuto, V. E. avrebbe trovato modo incontrarsi con lui.

(l) -Dell'H ottobre: Incidente relativo a un sottomarino tedesco fuggito da Cadice. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 189, pag. 136.
193

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2738/457. Londra, 12 ottobre 1917, ore 9,45 (per. ore 14,40 del 13).

Mio telegramma Gab. 453 (1). Ho avuto oggi occasione di esporre a Batlfour considerazioni da V. E. comunicatemi con telegramma Gab. 1641 (2).

Ministro affari esteri consenziente perfettamente mi ha assicurato, dopo verifica, che nessuna risposta era stata ancora data al Vaticano. Il massimo che faremo, aggiunse, sarà forse di dare istruzioni al ministro d'Inghilterra presso Santa Sede di accusare semplice ricevuta il che non è una risposta.. Balfour confermò quanto mi aveva detto Hardinge circa inopportunità qualsiasi risposta speC'ialmente dopo richiesta presentata dalla Germania di cui mio telegramma Gab. 451 (3).

194

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 528/150. Lisbona, 12 ottobre 1917.

La notizia che nella conferenza socialistica di Londra il Signor Henderson, Capo del partito laborista e Ministro di Stato, aveva presentato un progetto di • Stato Africano » allo scopo di conglobare in una unità politica indipendente le Colonie dell'Africa tropicale, ha destato grave allarme nell'opinione pubblica Portoghese sempre vigile per le sue colonie, la quale da tal progetto vede minacciati i domini di Capo Verde, San Thomé, Principe, Angola e buona parte del Mozambico.

lil 28 del mese finito ebbe luogo un grande comizio per invito del Consiglio centrale socialista al quale oltre l'elemento operaio concorse largamente il ceto dei piccoli commercianti (logistas).

Il Ministro delle Colonie si scusò di non potere intervenire pur approvando l'iniziativa dei socialisti ed affermando che mai il Portogallo potrà uscire da questa guerra menomato nei suoi possedimenti coloniali.

Il Deputato Costa Junior Capo del partito socialista ed unico •rappresentante di questo nel Parlamento Portoghese pronunziò un violento d'lscorso in senso piuttosto leninista.

L'assemblea che fu delle più agitate si sciolse in seguito alla votazione di un ordine del giorno in cui era affermato che i socialisti portoghesi stimano che la colonizzazione pacifica non è incompatibile col progresso della democrazia ed anzi aiuta la espansione delle organizzazioni socialiste; che il rinnovato sforzo del popolo Portoghese per sviluppare pacificamente le sue colonie evitando lo sfruttamento capitalistico non deve essere diminuito e che essi respingono ogni proposta per il trasferimento delle colonie europee dell'Africa tropicale ad una commissione internazionale.

I giornali clericali e germanofili .specialmente O Dia hanno profittato dell'occasione per attaccare violentemente l'entrata in guerra del Governo Portoghese con articoli che è veramente strano che la censura abbia lasciato passare.

Il partito laborista non rappresenta l'Inghilterra ma solo una minoranza ed il Signor Henderson il quale in queste polemiche figura sempre come Ministro di Stato ha invece dovuto dare le dimissioni appunto per la parte presa nel congresso socialista per la quale il Governo Inglese lo ha pubblicamente e solennemente sconfessato.

Data la libertà che vi è in lnghi<lterra non era possibile 'impedire il Con-gresso ed in materia coloniale il Governo Inglese deve lasciare piena libertà alla discussione appunto per tenere unite alla Gran Bretagna le sue colonie che con tanto slancio hanno risposto al suo appello e non può quindi apertamente combattere le loro tendenze e le loro aspirazioni pur continuando verso il Portogallo nella secolare politica di protezione e amicizia (1).

(l) -Cfr. n. 174, pag. 118. (2) -Cfr. n. 153, pag. 104. (3) -Cfr. n. 169, pag. 114.
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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3738/GAB. 239. Washington, ... ottobre 1917 (per. ore 7 del 13).

Mio telegramma n. 510 (2). Incarico affidato dal presidente al colonnello House mira propriamente a raccogliere dati ed elementi atti a mettere W'ilson in condizione di conoscere e giudicare propositi e aspirazioni dei paesi dell'Intesa. Si farà parte alle questioni di nazionalità. Per quel che riguarda i paesi balcanici e la Russia, House si varrà della collaborazione di un noto e valente pubblicista rivelatosi già favorevole alla causa jugo-slava. Anche in vista di ciò e sebbene incarico di House debba svolgersi prescindendo per quanto è possibile da organi rappresentanze ufficiali, sarà sommamente

(2l T. 3715/510 del 9 ottobre, non pubblicato.

utile potergli ... (l) ·i documenti accennati nel telegramma di V. E. n. 1315 (2). Mi lusingo riuscirvi a tempo opportuno e prego V. E. voler dispoTre mi siano inviati d'urgenza. Intanto e in vista soprattutto di controbilanciare propaganda jugo-slava che si va facendo sempre più intensa ed ardita mi sto adoperando per la costituzione in conformità di usanze locali, di un comitato di personalità americane influenti e devote alla nostra causa, il quale mantenendosi indipendente da questa ambasciata, agirà allo scopo diffondere e sostenere diritti dell'Italia nella sponda orientale dell'Adriatico. A strumenti di 'tal genere House farà pur certo ricorso per la raccolta delle informazioni che lo interessano.

Spero riuscire nell'intento e ne telegraferò a V. E. appena possibile.

(l) Il rapporto fu trasmesso a Londra con D. 44413 del 13 novembre.

196

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2749/455. Londra, 13 ottobre 1917, ore 6,45 (per. ore 13,40) (3).

R. addetto militare mi riferisce quanto segue:

• Onorevole Morgari travasi qui da una settimana: si è urtato ccm ex ministro Henderson; va conducendo intensa campagna nefasta nostro Paese; ha avvicinato tutti i capi della Trade Unions; ha dichiarato difficoltà deLla nostra fronte sono mera leggenda e che nostri soldati r1fiutano battersi; Ramsay Macdonald ed altri gli hanno creduto e vanno ripetendo queste cose in discorsi agli operai inglesi •. R. addetto militare, ad evitare prolunga<rsi dannoso soggiorno mi prospettava possibilità sia ritiro passaporto sia farlo espellere come • undesirable • da queste autorità. Gli ho detto che nelle speciali circostanze non potevo che pregarlo so~spendere ogni azione eventuale in attesa istruzioni di V. E. R. addetto militare ne ha però già parlato con questo ministro della Guerra il quale attende mia risposta anche ufficiosa per esaminare convenienza della seconda alternativa. Sarei grato a V. E. farmi ricevere istruzioni urgentemente.

197

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. 13964. Roma, 13 ottobre 1917, ore 23.

Telegramma di V. E. n. 23902 deJ 13 corrente (4).

Per il congresso che dovrebbesi tenere a Berna il 15 corrente ritengo che si debba rifiutare qualsiasi passaporto. Prego V. E. di vo1ler quindi ottenere che anche l'on. Colajanni rinunci al progettato viaggio.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 158, pag. 109. (3) -Il telegramma fu minutato il giorno 12 ottobre. (4) -Non pubblicato.
198

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. u. 1348. Roma, 13 ottobre 1917, ore 24.

Dopo accordi Acroma aprile 1917 tra Italia Inghilterra e Idr'ls Senussi, questi si è trovato compromesso di fronte suoi seguaci e ai nemici Intesa e spinto appoggiarsi Italia Inghilterra mentre Sidi Ahmed Scerif ripetutamente sconfitto da anglo-egiziani è rimasto unito turco tedeschi t-rasferendosi Tripolitania presso Nuri Pascià per rinvigorire ribellione contro di noi in Tripolitania e non rinunciando sobillaz·ione contro italiani e contro Idris in Cirenaica. Per questi motivi, e specie dopo cattura e internamento Cufra, per ordine Idris, 149 turchi, tra cui 41 uffieiali, Idris trovasi aperto conflitto con turco-tedeschi con arabi turcofili in Tripolitania. Temendo essere attaccato da Nuri pascià e seguaci, e sentendosi impotente farvi fronte, Idris ha chiesto aiuto armi e munizioni viveri danaro a Italia Inghilterra.

Inghilterra mezzo Wingate rispose scorso luglio che questione riguardava principalmente Italia e consigliò Idris rivolgersi autorità italiane Bengasi.

Italia aderì sovvenendo Idris danaro derrate.

Senonché Idris tornato su argomento inviando prlmi corrente mese lettera Governo Cirenaica contenente seguenti specificate domande e aiuti: « Centomila lire italiane di cui ventimila argento e resto oro, un cannone da campagna per difesa Gedabia e dodici cannoni da montagna, dodici mitragliatrici, seimila fucili, settantacinQue sciabole, settantacinque cannocchiali, duecentodue pistole, quattro autocarri, due automobili, viveri, vestiario per soldati, muli per cannoni e mitragliatrici, munizioni.

Tutto ciò per fortificare Gedabia, El Agheila, Maheriga, Gioffra e poter scacciare turchi da Sirte e Socna. Governo italiano dovrebbe attaccare Sahel, El Amed, Sliten, Misurata, El Baruni ovunque si trovi».

R. Governo esclude a priori assumere qualunque impegno verso Idris per quanto riguarda Tripolitania. Quanto riguarda Cirenaica R. Governo non si dissimula pericoli derivanti tanto da accettazione quanto da rifiuto domande Idris.

Accettandole, si correrebbe rischio che nemico, militarmente meglio organizzato, battendo Idris si impossessasse numeroso materiale bellico da noi fornito. Rifiutandole, lasceremmo Idris indebolito di fronte partito arabo turcofilo e ci renderemmo responsabili suo soccombere o suo mutamento politico a nostro riguardo.

lVIentre R. Governo studia questione da questo lato occorre esaminarla anche da altro lato cioè in relaz·ione nostri accordi con Inghilterra. Accordo itala-britannico per Senussia 31 luglio 1916 parte D), 1lettera e), esclude infatti da aiuti che possono dare Idris armi e munizioni. Inoltre intero problema senussita è di comune interesse 'ltalo-inglese per ripercussioni che può avere non solo Cirenaica ma anche confine occidentale Egitto.

Per questi motivi V. E. vorrà intrattenere sollecitamente codesto Governo su quanto sopra esposto domandandone pensiero circa richiesta Idris armi e munizioni.

Trovandosi Londra sir Rennell Rodd, che è al corrente questione, sarebbe opportuno fosse interrogato da codesto Governo. Trasmetto presente telegramma R. Agenzia Cairo per opportuna conoscenza e norma essendo probabile Governo britannico interroghi Vvingate. Informo ogni buon fine risulta a quesio ministero colonnello Talbot trovasi attualmente Inghilterra pel caso volesse ch·ledersi anche suo avviso.

199

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2737/240. Washington, 13 ottobre 1917 (per. il 13).

Telegrammi di V. E. n. 1450 e 1631 (1). Questo Governo ha deciso di accogliere la richiesta del Governo Montenegrino per l'istituzione di una legazione a Washington ed in tal senso è stato scritto all'ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi. Al Dipartimento di Stato non è pervenuta però sino ad ora nessuna domanda di gradimento per H titolare.

200

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2744/310. Parigi, 13 ottobre 1917, ore 23,35 (per. ore 3 del 14).

Ribot mi ha accennato a tentativo fatto dalla Germania presso Briand di annodare trattative in Svizzera. Ribot considera questo, come anche il recente passo fatto con Inghilterra a mezzo della Spagna, quale un tentativo per disunire gli alleati. Ribot mi ha detto che Barrère ha già spiegato a V. E. come stanno le cose et avere saputo con piacere da Barrère che V. E. ha fiducia negli alleati.

(l) Non pubblicati.

201

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2748/308. Parigi, 13 ottobre 1917, ore 23,35 (per. ore 4 del 14).

Telegramma di V. E. n. 1662 (1).

Ribot mi dice consentire ad indicare prima decade novembre anziché precisare giorno 4. Egli prega però vedere se è possibile indicare sollecitamente una data possibilmente verso il 4 per poterla dire agli americani ed ai russi. Ribot crede russi invieranno Terescenko o Tzeretelli. Russi avevano detto voler mettere fra i soggetti da trattarsi gli scopi di guerra il che Ribot vuole escludere perché lo ritiene pericoloso. Ribot intende accogliere suggerimenti Balfour dichiara non si tratta di una conferenza ma semplicemente di uno scambio di idee, conversazione (?) che i ministri Esteri hanno ritenuta opportuna. Ciò servirebbe a Ribot per ottenere sia stabHito doversi eliminare

gli scopi di guerra (2).

Londra, 13 ottobre.

Il Governo francese suggeriva di recente che una vera e propria conferenza degli Alleati

si riunisse il 16 ottobre per discutere sui seguenti argomenti:

l) Situazione generale della guerra, e

2) Metodi per dare aiuto alla Russia.

Il Governo di Sua Maestà Britannica rispose che una discussione sulla situazione della guerra comporterebbe necessariamente questioni sollevate dai fautori della pace di recente proposte dal nemico la cui discussione ad una conferenza nel modo indicato offrirebbe difficoltà.

Per ciò che concerne i metodi per aiutare la Russia sarebbe essenziale la presenza alla conferenza di un Ministro russo il quale potesse parlare autorevolmente mentre sarebbe poco verosimile che nelle presenti circostanze un Ministro russo di sufficiente autorità potesse assentarsi da Pietrogrado per la durata di parecchie settimane o pure se ciò fosse possibile che un tale Ministro potesse parlare autorevolmente.

L'esperienza ha dimostrato che molto più è stato concluso mediante convegni privati e non ufficiali più di quello che si sia concluso in conferenze formali come quelle che non comportavano pubblicità e non facevano sorgere imbarazzanti questioni circa la rappresentanza degli Alleati minori.

Era nell'intendimento del Governo di Sua Maestà Britannica di incoraggiare questi convegni non ufficiali con ogni mezzo in suo potere ed aveva l'impressione che sarebbe stato assai deplorevole che nessun lVIinistro russo potesse essere presente. Era anche possibile che il Governo degli Stati Uniti benché attualmente impegnato a prender parte a conferenze formali, fosse disposto a consentire che un suo rappresentante assistesse a discussioni non ufficiali.

Da quanto precede l'E. V. rileverà che nessuna decisione è ancora stata presa per ciò che concerne le conferenze ufficiali volute dal Ministro degli affari esteri russo, ma io penso che ciò non impedirà al Generale Alexeieff ed al Ministro degli affari esteri di fare la loro progettata visita.

È nostro vivissimo desiderio che si trovi sollecitamente occasione per discutere personalmente, in modo ufficiale o non ufficiale, con i Rappresentanti del Governo russo.

Londra, 14 ottobre.

Una conferenza ufficiale degli Alleati avrebbe a nostro avviso poco valore se non fosse preceduta da conversazioni non ufficiali tra pochi principali uomini di stato rappresentanti delle quattro potenze. Queste conversazioni potrebbero aver luogo in Londra Parigi e, se necessario, in Roma ma nessuna regola dovrebbe essere stabilita sugli argomenti che dovrebbero [essere] discussi o sul numero delle persone che dovrebbero prendervi parte. Queste conversazioni dovrebbero esser confidenziali e non dovrebbero essere divulgate nella stampa. Naturalmente i primi Ministri d'Inghilterra Francia ed Italia avrebbero la parte principale nei riguardi dei rispettivi loro paesi e determinerebbero chi li rappresenterebbe o li assisterebbe in ogni occasione. Siccome né il Presidente degli Stati Uniti né il Primo Ministro del Giappone né (probabilmente) il Primo Ministro di Russia potrebbero essere presenti essi farebbero quegli accordi di loro gradimento per ciò che riguarda i loro rappresentanti e per ciò che riguarda le potenze (se ve n'è alcuna) con le quali essi vorrebbero... (gruppo indecifrato).

(l) -Cfr. n. 189. pag. 136. (2) -Si pubblicano, in nota. due telegrammi del 13 e 14 ottobre di Balfour all'ambasciatore di S.M. Britannica a Pietrogrado, Buchanan, relativi alla conferenza interalleata:
202

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2743/309. Parigi, 13 ottobre 1917, ore 23,35 (per. ore 4,30 del 14).

TeJegramma di V. E. n. 1657 (1).

Ho accennato con Ribot alla parte che Sarrail attribuisce alle truppe di Essad in Albania contrariamente affidamenti datici. Ho fatto osservare che ora ne accenna anche nei comunicati ufficiali e gli ho detto qual pessimo effetto ciò faccia nel pubblico 'italiano presso il quale tutto quanto fa Sarrail produce danno considerevole. Ribot se ne mostrò persuaso e mi disse ne parlerà con presidente del consiglio dei ministri (2) il quale: • Non so perché ha creduto bene di andare a passare otto giorni interi 'in Inghilterra proprio ora facendo sì che siamo praticamente senza Governo e non vi possono essere consigli di ministri ».

Questa frase potrebbe dimostrare come la concordia (?) fra i ministri non sia completa.

203

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2754/459. Londra, 13 ottobre 1917, ore 21,47 (per. ore 9,25 del 14).

Riferendomi a precedenti conversazioni sulla probabilità di un'offensiva in forze contro la nostra fronte, accennai ieri a Balfour le notizie contenute nel telegramma di V. E. Gab. 1664 (3).

Segretario di Stato mi chiese se sapevo dirgli da dove provenissero le tre divisioni bavaresi di cui è cenno e a m·ia risposta negativa disse che certamente esse non erano state tolte dal fronte occidentale. Del resto, aggiunse con tono molto sicuro, non ho nessun timore circa il pericolo per voi da parrte dei tedeschi.

Risultati importanti si otterrebbero certamente con simili conversazioni che condurrebbero ad accordi su molte questioni e ad una vicendevole comprensione di tutte le questioni. Esse preparerebbero anche il terreno per conferenze ufficiali per mezzo delle quali solamente si potrebbe arrivare ad autorevoli decisioni. Che la Russia sia rappresentata da un Ministro e da un Generale (entrambi di altissimo rango) appare di primaria importanza. Nessun delegato in queste condizioni è stato inviato a Parigi o a Londra dal principio della guerra. È della più grande importanza che si rimedi ora ad una tale omissione. Io penso che questo punto di vista incontrerà l'approvazione del governo francese e si propone che se esso è accettato dalle altre Potenze le conversazioni incomincino presto in novembre. È probabile che a quella data si troverà in Europa un rappresentante degli Stati Uniti ».

(l) -Non pubblicato. (2) -Dal 12 settembre 1917 presidente del Consiglio francese era Paul Painlevé. (3) -Non pubblicato.
204

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2118/247. Atene, 13 ottobre 1917.

L'arrivo in Atene dei numerosi ufficiali francesi della missione per la riorganizzazione dell'esercito greco, in numero per ora di oltre ottanta e che, a quanto pare, sarà ancora aumentato, rappresenta, a mio modo di vedere, il primo frutto raccolto dalla Flrancia della sua lunga e paziente opera politka in Grecia condotta per oltre due anni in mezzo ad ostacoli di ogni genere, non ultimi il freddo e tardivo appoggio all'Inghilterra e l'opposizione talora aperta e senza ritegno dell'Italia. Oggi quei signori ufficiali pionieri del protettorato francese in Grecia, invadono a poco a poco tutti i ministeri, tutti i rami dell'amministrazione pubblica. Fra poco nulla assolutamente nulla si potrà fare in Grecia senza il beneplacito di un generale, di un colonnello

o forse anche di un capitano o di un tenente francese.

Sarebbe interessante lo stabilire, in guisa almeno a1pprossimativa, fino a che punto il Governo ellen·ico sia consenziente od anche complice, di questo stato di cose, che, sotto il pretesto di realizzare le più ampie e anche le meno giustificate aspirazioni nazionali greche, comincia dall'uccidere nel suo proprio centro, l'indipendenza del paese, V. E. conosce, ·per la m·ia corrispondenza telegrafica, i concetti che Venizelos mi espresse al riguardo fino dal suo ritorno in Atene. Lo credo sincero, e, come ho più volte ripetuto a V. E., credo che se debitamente sorretto ed aiutato egli sarebbe in grado di tener testa, almeno fino ad un certo punto, alla invadenza francese. Discorsi e propos'iti pressochè analoghi sono uso a sentire dalla bocca del Signor Politis, ministro degli affari esteri. Ma questi è uomo falso ed interessato, e lo reputo strumento cieco nelle mani dei francesi. Degli altri ministri il più irriducibilmente francofilo è, credo, il Signor Negroponte ministro delle finanze. Il Signor Repulis, ministro dell'Interno, è onesto e valente e se il Venizelos saprà e potrà tenere i francesi al posto, certo il Repulis sarà per lui l'appoggio più valido in tale sua opera. Gli alhi ministri sono tutti più o meno

o nullità di cui non è possibile far gran conto, o affaristi •che serviranno soltanto quegli elementi politici interni od esterni da cui potranno sperare di trarre guadagno.

Dal nuovo ministro inglese, Lord Granville, giunto in questi giorni, non mi pare sia lecito attendersi gran che. Lo conosco da tempo e lo considero uomo di mediocre ingegno e di attività puramente formale e burocratica. Ma questo mio giudizio potrà essere viveduto e corretto da ulteriore esperienza. Dobbiamo tener conto del fatto che Lord Granville, non meno del collega francese de Billy, si è educato alla trattazione degli affari greci a Salonicco, e quindi, volente o nolente, ha dovuto almeno per adesso adottare come linea di condotta quel modo di vedere franco-venizelista che ha informato tutta la politica qui, in questi ultimi sei o otto mesi. Non vorrei lanciarmi in ipotesi azzardate, su argomenti che ben poco mi sono noti; ma molti indizii

mi fanno credere che l'Inghilterra in questi ultimi tempi abbia ancora accentuato la sua ben nota politica di acquiescenza ai voleri della Francia, per ciò che concerne la questione greca. Ma è questo un argomento swl quale mi riservo di ritornare allorquando avrò meglio osservato l'attitudine del mio nuovo collega.

Come ho accennato a V. E. in un mio recente telegramma, la salute di Venizelos ha lasciato molto da desiderare in questi ultimi •tempi, come fin dal! principio del suo governo ha lasciato da desiderare la sua energia nel tenere a freno le basse voglie di vendette e di rappresaglie politiche che paiono essere la sola preoccupazione degli altri ministri. Queste continuano senza pietà. Commissioni di inchiesta numerose e complicate, nominate non si sa da chi, composte non si sa in che modo, citano a comparire, in nome della legge, pacifici cittadini, e li sottopongono alla tortura di interrogatorii minuziosi e capziosi. Tuttì i membri del passati gabinetti sono costretti, davanti a quegli organi cui è ·impossibile riconoscere competenza alcuna giudiziaria o politica, a spiegare financo le recondite intenzioni della loro attività nel tempo che erano al potere. Risultato di tutta questa preparazione di ·inchieste, di suggestioni, di delazioni sono sempre nuovi imprigionamenti, nuovi esilii e nuove vessatorie sorveglianze. Anche questa mane mi si è annunziato che quarantacinque rra i migliori ufficiali de l'esercito e della marina, appartenenti quasi tutti alle migliori famiglie del paese, sono inviati a morire di fame e di freddo in una delle isole più inospitali dell'arcipelago. Questa è la preparazione morale alla guerra, che sotto gli auspici della Francia va facendo il governo di Venizelos. Per la preparazione materiale i nostri addetti militare e navale hanno già parzialmente riferito e continueranno a riferire, quali enormi difficoltà vi si oppongano.

Ma in sostanza poco importa alla Francia se debba o no riuscire questa impresa da essa assunta di condurre alla guerra la Grecia. Ciò che essa si proponeva è ormai fatto, o potrà agevolmente compirsi. Spadroneggiando qui galvanizzare per mezzo di una stampa il cui potere di menzogna non ha l'uguale, l'idea greca ed apporla senza pietà e senza pudore ad ogni legittima che l'Italia affacci o sia per affacciare, di maggior Ubertà di respiro verso l'Oriente del Mediterraneo, visto che tutto l'Occidente le è ormai precluso.

In quale guisa a noi sia possibile reagire contro uno stato di cose pre

visto da mesi, anzi da anni ed ora sviluppantesl con ogni celerità ed efficacia,

spetta all'alto senno del Governo di Sua Maestà il vedere. Col rinnovare la

nostra missione dei Reali Carabinieri, col preparare il terreno ad una nostra

missione finanziaria presso H ministero ellenico del Tesoro, coll'insistere per

una nostra partecipazione al controllo inteTnazionale dei porti, col conservare

nell'Epiro dovuto evacuare quelle posizioni strategiche che valgano ad assi

curarsi il traffico per la strada Santi Quaranta -Coritza e la difesa del con

fine di Firenze dalle invasioni franco-greche, si è fatto, credo, quel poco

che nelle difficili circostanze attuali era lecito di fa•re. Ma mi si permetta

di 'insistere nel dire che con ciò il problema è ben lungi dall'essere risolto,

e perdura, in tutta la sua importanza, minaccioso per l'avvenire.

205

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1679. Roma, 14 ottobre 1917, ore 20.

Telegramma di V. E. n. 308 (1).

Non mi è possibile fissare oggi un giorno per riunione Parigi fìnchè non possa 1rendermi conto dell'andamento dei dibattiti della Camera che cominceranno giovedì 18 e della probabilità di proroga delle sedute. Concordo nell'idea non parlare di conferenza ma di semplice conversazione di ministri.

Crederei consigl'labile in proposito maggior censura su codesta stampa.

206

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1680. Roma, 14 ottobre 1917, ore 22,30.

Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue:

• Gab. 311. Ho oggi nuovamente insistito con Ribot per trentacinquesima divisione ma non ho creduto essere autorizzato fare presente pos:s'lbile ritiro corpo di spedizione italiano da esercito Sarrail come indica generale Cadorna nella sua ... (2) di cui V. E. mi mandava copia con dispaccio n. 41 del 10 corrente (3), ricevuto oggi. Ribot promise interessarsi presso ministro della Guerra che è da lunedì in Inghilterra. Arriverà lunedì o martedì e se non avrò risposta favorevole andrò io stesso da lui, ma per quel giorno mi sarebbe utile sapere se posso accennare anche come semplice timore mio personale a possibile ritiro corpo di spedizione da Salonicco •.

Ho risposto a Salvago quanto segue: • V. E. è autorizzata condurre conversazione in modo da fare apparire eventualità ritiro corpo di spedizione italiano da esercito Sarrail, non come forma di minaccia, ma dipendente dalle gravi difficoltà del suo approvvigionamento, data la nostra scarsezza di tonnellaggio, insistendo su interesse comune che ci<'J non avvenga, e che trentacinquesima divisione possa anche rinforzare nostro corpo occupazione in Albania nella eventualità di pericolose avanzate austriache ».

207

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1681. Roma, 14 ottobre 1917, ore 22,30.

Ho telegrafato al R. ambasciatore a Parigi quanto segue: • G'iornali a Parigi e Londra hanno pubblicato eventualità che a conferenza Parigi inter

venga rappresentanza dei Soviet. Come ho già accennato a Barrère io sono assolutamente contrario a tale intervento e se avvenisse mi asterrei io stesso dal partedparvi.

Conferenza è indetta tra i Governi, per i presidenti del Consiglio o ministri degli Esteri. Prego esprimersi in questo senso con codesto Governo e telegrafarmi. •

(l) -Cfr. n. 201, pag. 143. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Non pubblicato.
208

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3759/655. Parigi, 14 ottobre 1917 (per. il 14).

Risposta al dispaccio 1130 del 17 settembre (1).

Questo ministro degli Affari Esteri m'informa che Governo francese non ha ancora fissato data denuncia convenzione commerciale la quale ·in ogni modo non produrrà suo effetto se non dopo spirato termine previsto nelle convenzioni stesse. Difatti ne1l'opinone e intenzione del Governo detta convenzione dovrà restare in azione fino conclusione di nuovo accordo. Per quanto riflette regime relazioni franco-italiane, Ribot conferma considerazione che Barrère ebbe istruzioni nello scorso agosto di far presente a V. E. Governo francese stima imposs·lbile negoziare fin d'ora nuova convenzione destinata a sost1tui:re accordo del 1898 e ciò principalmente per il fatto che Francia manca ancora di dati indispensabili in materia di tariffa. R'ibot aggiunge che per queste ragioni nel prendere atto nostra denunzia ha proposto, conformemente alle disposizioni generali che intende adottare al momento delle denunzie de"i nuovi trattati di commercio, mantenimento statu quo ante fino a quando negoziati saranno possibili.

Segue rapporto.

209

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2758/461. Londra, 14 ottobre 1917, ore 21,20 (per. ore 4 del 15).

Mio telegramma Gab. 456 (2).

Alla comunicazione scritta che avevo lasciato • in memoriam • in seguito al precedente telegramma di V. E. Gab. 1640 (3) il Foreign Office mi ha indi•rizzato oggi nota • segreta » contenente dettagliate notizie della comunicazione fatta a questa ambasciata di Francia.

Oltre a quanto già riferii in proposito a V. E. il Foreign Office osserva che il principale scopo della conferenza essendo l'assistenza per la Russia era necessario che qualche ministro russo (preferibilmente quello per gli Affari Esteri) fosse presente, il che non poteva accadere per data proposta. 'È inoltre assai dubbio se in presente caotica situazione politica russa un qualsiasi ministro possa assentarsi per varie settimane o se qualora lo facesse potrebbe parlare con autorità. Governo francese propone di discutere anche • situazione generale • e Governo britanni.co ritiene che ciò voglia includere discussione sui fini di guerra degli alleati e assaggi fatti da nemici verso trattative di pace.

Questo Governo considera assai difficile poter discutere con profitto simili questioni in conferenze plenarie come quelle finora tenute.

Governo francese accenna anche opportunità rappresentanti americani alla conferenza. Governo britannico comprende grandi vantaggi alla causa comune se Governo degli Stati Undti consentisse inviare agenti responsabili .per partecipare ·conversazioni non ufficiali per scambiare idee con alleati. Ma è dubbio se, nella presente situazione sarebbe permesso a tali inviati di parte.cipare a conferenza formale, nè certamente ad una simile conferenza valore dell'inviato sarebbe il maggiore.

Insiste però su grandissima utilità conversazioni private e non ufficiali con rappresentanti americani ed in generale le invoca insistentemente fra gli alleati esprimendo opinione che abbiano ad aver luogo senza ritardo.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 192, pag. 137. (3) -Cf~ n. 152, pag. 103.
210

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2761/160. Stoccolma, 14 ottobre 1917, ore 20,25 (per. ore 16 del 15).

Trasmetto alla E. V. qui appresso la traduz·ione letterale del progetto di nota collettiva di cui al mio •telegramma Gab. n. 157 (1), che ho concordato con i ool!leghi di Francia, Inghilterra e Russia:

• Governi alleati sono stati penosamente impressionati dalla rivelazione della trasmissione di telegrammi in cifra tedeschi per mezzo della Legazione di Svezia a Buenos Aires e Messico. Pure essi si sono finora astenuti da ogni osservazione formale desiderando (durante le elezioni generali e la crisi ministeriale) evitare, a proposito di un incidente che pur li riguaTda, .perfino l'apparenza di ingerirsi negli affari interni del Paese. Ma essi considerano che dopo l'entrata in funzione del nuovo Gabinetto una franca spiegazione non può se non giovare ai rapporti amichevoli che desiderano avere con la Svezia.

Governi alleati sono sorpresi che le trasmissioni dei telegrammi in cifra tedeschi siano continuate dopo l'assicurazione formale data nel 1915. Spiegando che tale assicurazione si era riferita soltanto alle comunicazioni con

8 -Documenti di!>lomatici -Se~ie V -Vol. IX

Washington, il Governo svedese ha provato di riguardare questa questione da un punto di vista che i Governi alleati non potrebbero in nessun modo condividere. Gabinetto di Londra non ha creduto nel 1915 di chiedere alla Svezia un servizio di cui essa era libera di misurare l'estensione; esso l'ha richiamata alla stretta osservanza di una regola da cui uno Stato neutrale non avrebbe mai dovuto dipa11tirsi. Se non ha parlato della comunicazione con Washington, è stato perché supponeva che si trattasse di un caso isolato e non di una pratica più generalizzata. Spettava al Governo svedese mettere un termine subito e completamente ad un simile abuso fin dal primo avvertimento. È incontestabile che la responsabilità di tale sistema Tisale a coloro che lo hanno fatto stabilire. Tuttavia il comunicato ufilc'iale dell'll settembre anziché riprovarlo si studia di giustificarlo. Va fino a stab'ilire una specie di analogia ed equilibrio fra ·1 telegrammi tedeschi (concernenti questioni politiche e militari e di cui lo stesso Governo svedese afferma di non avere conosciuto il testo) ed i telegrammi americani, (riguaTdanti esclusivamente la protezione degli interessi americani in Turchia e di cui il Governo svedese ha sempre conosciuto preventivamente il contenuto). Ministero che ha lasciato ora il potere si è così solidarizzato col precedente. Governi alleati ignorano oggi ancora se legazioni di Svezia in altri Paesi neutri non sl sono anche prestate a trasmettere telegrammi in cifra tedeschi.

Tale affare non può purtroppo riguardarsi come incidente isolato. Più volte e da lungo tempo Governi alleati hanno potuto constatare che ~li atti del Governo svedese non erano sempre in armonia coi principi di una neutralità stretta ed imparziale. Chiusura del passaggio di Kogrund ha già provocato loro più esplicite rimostranze. Altri fatti meritano di essere ugualmente segnalati.

In presenza delle varie difficoltà derivanti dallo stato di guerra il Governo svedese non ha assunto sempre la stessa attitudine di fronte alle due parti belligeranti. Esso si è lim'itato a protestare platonicamente anche quando Imperi Centrali hanno danneggiato sudditi svedesi nei loro beni e nella loro vita. Al contrario per cose di molto minore importanza, come la visita dei pacchi postali da parte degli alleati, ha ricorso a rappresaglie che ha voluto giustificare colla dottrina più intransigente.

Esso ha frapposto al transito i più grandi inciampi anche quando si trattava di materiali per la Croce Rossa, assimilando la rispedizione di merci in transito ad una vera esportazione di merci svedesi. Siffatto pvocedimento lede in pratica specialmente le Potenze alleate. Infatti gli Imperi Centrali da un lato sono impediti dalla situazione militare di <ricevere merci transoceaniche e dall'altro godono il vantaggio del servizio cumulativo che la Svezia non ammette per la Russia. In quest'ordine d'i idee il Governo svedese è giunto fino a vulnerare l'articolo 2 della Convenzione di Roma del 26 maggio 1906 che garantisce il libero transito dei pacchi postali.

Nella politica commerciale verso le Potenze alleate il Governo svedese ha costantemente accampato esigenze e punti di vista giuridici diretti non so·lo a ottenere merci necessarie aLla Svezia (ciò che Governi alleati sono stati sempre disposti ad ammettere) ma anche ad essere messo in grado di fornire agli Imperi Centrali merci che questi non potevano più ricevere altrimenti a cagione del blocco. I Governi alleati hanno potuto inoltre constatare che in più occasioni le autorità svedesi si sono mostrate singolarmente indulgenti verso agenti di Stati nemici, che sul terr1torio del Regno hanno organizzato attentati contro i loro interessi. Basta ricordare gesta criminose delùa banda del barone Rosen. Il 3 aprile decorso questo ministro di Russia le segnalava fra l'altro al ministero degli Affari Esteri notando che i colpevoli non ·erano ancora • oggetto di serio procedimento penale •. Lindmann si limitava a rispondere il 30 aprhle: • Attenzione autorità di polizia era stata da lungo tempo attirata sulle gesta di Rosen e dei suoi ·compagni sospettati di fare pa,ssare in Russia contrabbando specialmente di medicinali. Se essi hanno avuto intenzione di commettere atti criminosi contro la Russia tali intenzioni non poterono realizzare avendone le autorità competenti impedito preventivamente l'esecuzione confiscando il l o novembre 1916 esplosivi appartenenti ai predetti individui, i quali sono stati anche diffidati di dimorare più nella provincia di Norrbotten. •

• È notorio che il procedimento penale contro la banda Rosen non è stato iniziato se non molto più tardi, dopo gli scandali Rautenfels a proposito del quale Governi alleati ignorano se il Governo svedese ha mai protesta.to a Berlino contro fatti che ad onta delle preswizioni vigenti gli esplosivi siano stati transitati attraverso Paese sotto i sigilli del corriere diplomatico.

I sottoscritti in conformità delle istruzioni ricevute hanno l'onore di attirare in modo affatto speciale l'attenzione di V. E. su quanto precede. Governi alleati annettono grande pregio a che i loro rapporti colla Svezia riposino sulla base di una redproca fiducia. Essi si aspettano che gli atti del Governo svedese siano per ,l'avvenire conformi alle sue ripetute dichiarazioni di voler seguire una politica di neutralità leale ed imparziale. •

(1) Cfr. n. 187, pag. 134.

211

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. R. 2788/431. Pietrogrado, 14 ottobre 1917, ore 20,05 (per. ore 12 del 17).

13 ottobre.

Il ministro degli Affari Esteri mi ha detto che salvo circostanze impreviste egli conta trovarsi a Parigi per il 15 novembre, nuovo stile. Egli intende aggregarsi alùa delegazione di cui saranno a capo il nuovo ambasciatore a Parigi Maklakov nonché l'ambasciatore Giers e l'ex ministro in Serbia Trubezkoi. Farà parte della missione un organo de'i Soviet, ma non come tale bensì in qualità egli pure di delegato governativo. Terescenko mi ha so~ggiunto aver egli fatto conoscere ai rappresentanti dei Soviet, ieri convocati presso di lui, che egli non ammette alcun dualismo nehla missione, la cui direzione intende riservata a sé solo dopo che siano concordate col loro O'rgano le linee generali di condotta della missione. Fino ad ora il candidato più probabile è Scobeleff, sebbene al pari di Tzeretelli non abbia conoscenza dell'idioma francese. Terescenko lo considera più accessibile alla persuasione anche in materia di politica estera che non Tzeretelli. Terescenko e Neratoff affermano che la questione della revisione dei trattati posteriori alla guerra non entrerà nel programma e che soltanto incidentalmente potrà esserne pa11lato. Essi sembrano lusingati che i Soviet avranno sufficiente soddisfazione con la presenza di un loro organo alla conferenza e con qualche dichiarazione di massima che nulla comprometta ma che sia appariscente ed inspirata ai noti princ'lpi proclamati dalla rivoluzione russa. Può darsi che l'organo dei Soviet possa venire persuaso ad appagarsi di ciò per ora ed a non spingere troppo oltre 1le sue esigenze in quella prima occasione, ma non è certo il linguaggio dei giornali socialisti che autorizza tale previsione. Richiamo a questo proposito l'attenzione di V. E. sull'articolo del Dielo Naroda riassunto nel mio telegramma odierno 1096 (l) e che fa·rò pervenire in extenso.

Permettomi inoltre esprimere l'op·inlone già altre volte da me manifestata che sia opportuno per una concorde condotta degli alleati avere previa conoscenza delle loro intenzioni in fatto di revisione di accordi e ricordo a questo proposito l'accenno fatto a titolo di parere personale da Buchanan drca l'attribuzione della Mesopotamia agli Arabi riservando all'Inghilterra come zona in proprietà di Bassorah con lo Sciat-el-Arab. Quanto alla Russia non Je sarebbe difficile il dichiarare l'autonomia armena in luogo dell'annessione perché in sostanza la situazione non ne risulterrebbe gran che mutata e in apparenza darebbe soddisfazione alle aspirazioni armene esposte ultimamente tanto da Bog quanto da Nubar pascià e sempre in apparenza corrispondenti a<lle teorie dei Soviet. Analogamente potrebbe forse pronunziarsi la Francia lasciando intravvedere che perr la stessa Siria non si tratterebbe che di protettorato.

Sono tutte semplici ipotesi ma che mi sembra non inutile di porre innanzi alla vigilia dello scambio di idee che verosimilmente avrà luogo fra i Gabinetti occidentali in vista del<la conferenza.

212

L'AMBASCIATORE DI FRANCIA A ROMA, BARRÈRE AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

NOTA VERBALE. Roma, 14 ottobre 1917.

S'l le Gouvernement Chinois donne satisfaction aux Alliés sur un certain nombre de points généraux, celui-ci ne nous accorde pas tous les avantages que nous lui avions demandés.

La Chine n'admet pas l'interdiction absolue pour ses ressoTtissants de commercer avec l'ennemi; elle refuse l'internement sans conditions de sujets austro-allemands, ainsi que la liquidation de leurs maisons de commerce; enfln elle n'admet pas la participation des alliés à l'organisation des anciennes concessions ennemies.

En ce qui concerne les modalités du remboursement de la remise de l'indemnité des Boxers, il semble que ce dit remboursement doit avoir lieu sur un délai de cinq années. Il parait en outre indispensable que des mesures d'internement soient prises contre les Austro-Allemands pour arréter leurs intrigues en Chine, enfin il semble indispensable que le Gouvernement Chinois mette fin à la concurrence économique que nos ennern:is faisaient au commerce des Puissances de l'Entente.

Sur ,ces points, le Gouvernement Français estime que le Cabinet de Pékin peut faire aux alliés des concessions importantes.

(l) Non pubblicato.

213

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. s. 4421/1174. Londra, 14 ottobre 1917.

Ho l'onore di informare V. E. che non ho mancato di fare a codesto Governo la comunicazione preserittami col telegramma di V.E. Gab. n. 1640/959, del 4 corrente (1), relativo alla progettata conferenza inter-alleata da tenersi a Parigi.

In risposta a tale mio passo, il Foreign Office mi ha indirizzato, in data 11 corr., una nota segreta di cui ho già avuto l'onore di rendere edotto V. E. col m:io telegramma Gabinetto n. 461 del 14 ottobre (2), e della auale ritengo opportuno di trasmettere ora qui unito a V. E. copia integrale.

ALLEGATO.

BALFOUR A BORGHESE

Londra, 11 ottobre 1917.

N. s. 193039/w.

Sir:

With reference to your memorandum, No. 4246, of the 5th instant, regarding the proposal of the French Government that an Inter-Allied Conference should be held at Paris on the 16th instant, I have the honour to state that I have informed the French Ambassador in London, in reply to the French Government's proposal, that His Majesty's Government, while in entire accord with the French Government as to the desirability of frequent personal interchange of views between representatives of the various Allied Governments, consider that as the main subject for discussion at the Conference is to be the question of assisting Russia in the vigorous prosecution of the war, it seems of the utmost importance that some Russian Minister (preferably the Minister for Foreign Affairs) should be present at the Conference. It is clearly impossible that any Russian Minister could reach Paris by the middle of this month and it seems, indeed, very doubtful whether, in the present chaotic condition of Russian politics, any Minister could absent himself from his country for several weeks together or could speak with authority if he did.

Besides the particular topic of Russian co-operation the French Government propose to examine the • general situation •. His Majesty's Government assume that ·in this term the French Government intend to include the war aims of the Allies and the feelers put out by the enemy in the direction of peace negotiations. His Majesty's Government consider it wou1d be very difficult to discuss such questions with profit in any Conference of the size which has obtained hitherto.

Although His Majesty's Government are of opinion that • full dress • Conferences are necessary from time to time they think that private and informai conversations are of much greater value. Such informai conversations do not require long notice or any advertisement in the newspapers, and they afford opportunities incomparably better than any Conference for •interchanging ideas, solving difficulties and preparing schemes; and His Majesty's Government desire to encourage them by every means in their power and think that they ought to be held without delay.

The French Government also mention the desirability of an United States representative being present at the proposed Conference.

His Majesty's Government feel strongly the immense advantages that would accrue to the common cause if the Government of the United States would consent to send over a responsible agent who would take part in such informai conversations as have been referred to above, who would hear the views of the Allies and would communicate his own. It is doubtful whether such an envoy would be permitted, at the present stage, to take part in a formai Conference nor would it be at such a Conference that his value would be greatest. But the services of an United States representative in unofficial or semi-official conversations with representatives of the Allied Governments would be of inestimable importance and every effort should, in the opinion of His Majesty's Government, be made to secure them.

(l) -Cfr. n. 152, pag. 103. (2) -Cfr. n. 209, pag. 148.
214

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1684. Roma, 15 ottobre 1917, ore 20.

Giers mi riferiva il sunto di quanto gli telegrafava Terescenko relativamente al passo collettivo fatto presso di lui dagli ambasciatori a Pietrogrado.

La dichiarazione collettiva dei tre ambasciatori ha prodotto, diceva Terestchenko a Giers, sul Governo russo una penosa impressione sia per il suo contenuto che per la forma che le è stata data. Gli Alleati conoscono bene gli sforzi eccezionali fatti dal Governo Provvisorio per ristabilire la efficienza combattiva dell'esercito russo. Né i rrovesci militari, né le rivolte interne, né infine le enormi difficoltà materiali hanno potuto in questi ultimi sei mesi annullare la inflessibile decisione del Governo russo di condurre sino in fondo la lotta contro il comune nemico. Ln queste condizioni di cose il Governo russo non si rende precisamente conto e quali sono ·i motivi che hanno spinto gli alleati a fare questo passo e quali sono i risultati reali che essi si attendono. Terescenko pregava GieTs di esprimere a me il suo vivo desiderio che il passo degli alleati non fosse reso di pubblica ragione se non dopo intesa col Governo russo e ciò per evitare di irritare l'opinione pubblica russa.

Ho risposto a Giers che non avevo avuto né avevo intenzione alcuna né a quanto mi risultava l'avevano gli alleati di dare qualsiasi pubblicità al passo fatto dagli ambasciatori. Non dovere il Governo russo vedere del resto in tal passo alcuna intenzione di ingerirsi nelle faccende interne della Russia o di fare pressione alcuna, ma piuttosto di dare eventualmente una maggior forza al Governo russo ed un'arma in mano nella sua lotta contro gli elementi del disordine e della disorganizzazione (1).

215

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1685. Roma, 15 ottobre 1917, ore 21.

(Solo Stoccolma) Telegramma di V. S. n. 161 (2). (Meno Stoccolma) -R. ministro a Stoccolma telegrafa quanto segue:

• Crisi ministeriale... (come nel telegramma 3775/161) », Ho risposto a Tommasini quanto segue: (Per tutti). Sono in genere contrario a note collettive specie se riguardanti

politica interna, considerandole io come atte provocare reazione producendo il più delle volte effetti contrari al desiderato. Mi riserbo esaminare nota annunciatami col suo telegramma n. 160 (3) non ancora pervenutomi. A ogni modo ritelegrafi conformemente sua proposta n. 3.

216

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1686. Roma, 15 ottobre 1917, ore 21.

Dichiarazione pubblicata da Governo provvisorio russo annuncia che Governo provvisorio parteciperà prossimamente conferenza Potenze Alleate con un rappresentante organizzazioni democratiche. Mi riferisco a questo proposito al mio telegramma n. 1681 (4) che mantengo interamente pregando V. E. parlarne con codesto Governo e te,legrafarmi.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 199-200. (2) -T. 3775/Gab. 161 del 14 ottobre da Stoccolma non pubblicato: la crisi ministeriale in Svezia è ancora insoluta. La proposta n. 3 di Tommasini era la seguente: « Se ella desidera invece che quando esito della crisi ministeriale sia noto io la consulti di nuovo circa opportunità o meno di presentare note collettive anche qualora i miei tre colleghi siano dai loro Governi dispensati dal farlo», (3) -Cfr. n. 210, pag. 149. (4) -Cfr. n. 207, pag. 147.
217

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 466. Londra, 15 ottobre 1917.

Telegramma di V. E. n. 1610/941, Gab. (1).

Ho creduto opportuno comunicare Foreign Office, con breve promemoria, pensiero del R. ministro in Berna circa la politica che gli alleati dovrebbero seguire verso la Svizzera.

Fweign Office mi ha ora accusato ricevimento e ringraziato per mia comunicaz'ione.

ALLEGATO.

PRO-MEMORIA

Londra, l ottobre 1917.

Da una conversazione avuta dal Ministro Britannico in Svizzera con quel

R. Rappresentante risulterebbe che il Governo Britannico avrebbe intenzione di adottare un contegno molto più energico verso la Svizzera, contegno del quale già vi sarebbe qualche sintomo quali gli incidenti del veto alle banche per il prestito alla Germania e l'affare del mancato controllo delle munizioni che la SVJizzera fornisce alla Germania.

Il R. Ministro a Berna, a questo proposito, non ha mancato di attirare l'attenzione del suo collega britannico, a titolo privato ma di persona pratica del paese sul grave errore che si commetterebbe nel modificare la politica degli Alleati verso la Svizzera, e sulle conseguenze dolorose che ne deriverebbero. Essa infatti non tollererebbe, specialmente dopo i citati incidenti, un linguaggio ed un atteggiamento minaccioso.

Il Marchese Paulucci è pure d'avviso che allo stato delle cose ed a scanso di danni ben maggiori converrebbe invece continuare con una politica conciliativa verso quel Paese.

218

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2771/314. Parigi, 15 ottobre 1917, ore 21,55 (per. ore 5 del 16).

Seguito mio telegramma n. 310 (2). Noto pubblicista del Matin, Sauerwein, intimo di Briand ha raccontato, a persona che me ne riferì, quanto segue: All'epoca in cui si sparse la voce del viaggio di Briand in Svizzera realmente egli intendeva andarvi perché a mezzo di uomini politici belgi gli era

stata rimessa una nota senza indirizzo firmata da Jagow. In quella nota si facevano grandi elogi di Briand • l'unico uomo di Stato che avesse un partito •. Con lui solo ~a Germania voleva trattare la pace e solamente per la Francia. Con gli altri alleati la Germania si sarebbe intesa direttamen'Ìe a parte, dopo. Dava appuntamento in Svizzera dove mandava Lanken.

Briand dopo un poco di esitazione si consigliò con gli amici, comunicò la nota a Ribot e questi dec'lse informarne gli alleati. Risposta belga fu in massima favorevole, risposta inglese negativa, italiana subordinata a consenso alleati, ma sempre a condizione restino salvi gli interessi italiani. Trattative vennero troncate dal Governo francese, ma invece Bdand mandò in Svizzera Sauerwein che si abboccò ,con Lanken e un austriaco. Questi escludeva la possibilità di una qualsiasi concessione all'Italia.

Per questo le trattative sarebbero state stroncate. Ho creduto dovere riferire questa versione ma,lgrado sia certamente inesatta soltanto peTché può riuscire interessante il confrontarla con quello che Barrère avrà comunicato all'E. V.

In un suo articolo di stamane Clemenceau rimprovera a Ribot d'aver accennato alle proposte senza lasciare riprodurre nel resoconto ciò che disse circa un • alto personaggio politico francese • che sarebbe mischiato alla cosa. Olemenceau chiede il nome del francese che mise il suo Paese • al rischio e rovina morale e politica •.

Sauerwein ha lasciato credere che accenno di Ribot alla Camera sia stato

fatto d'accordo con Clemenceau onde poi compromettere Briand e rendere dif

ficile la sua successione all'attuale m:inisteTo che pare pericolante.

(l) -Cfr. n. 125, pag. 85. (2) -Cfr. n. 200, pag. 142.
219

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER CORRIERE 3843/S.N. Berna, 15 ottobre 1917 (per. il 20).

Con riferimento al telegramma posta di V. E. n. 13527 (l) e facendo seguito ai miei telegrammi posta Gab. n. 64 (2), 65 (3), ho l'onore d'informare che la nota conferenza è stata rinviata al 12 novembre p.v. I Governi tedesco, austriaco e bulgaro hanno fatto sapere al Comitato organizzatore che sono in principio disposti a rilasciare passaporti a coloro che desiderano partecipare alla prossima conferenza, detta conferenza di studi per una pace durevole. Il Comitato organizzatore ,teme incontraTe difficoltà da parte dei Governi della Intesa e qualora tali difficoltà non potessero essere eliminate, 'sembra che i delegati delle Potenze Centrali che già hanno aderito al progettato congresso saranno disinvitati e questo si limiterebbe a raccogliere delegati dei Paesi neutri, mentre agli aderenti dei Paesi belligeranti resterebbe la sola possibilità di pre

sentare relazioni e di dare se interpellati, delle delucidazioni verbali sulle questioni in esame. Così ,ridotto, il Convegno perderebbe assai d'importanza ed anche, in gran parte, ogni carattere pericoloso.

Il comitato organizzatore si era già assicurato, da parte dei Paesi Centrali adesioni di primissimo ordine. Tra gli aderenti tedeschi si notano i Deputati Bernstein, David, Dernburg, Erzberger, Scheidemann; i professori Niemeyer, Quide, Schucking ecc. Fra gli aderenti austriaci ed ungheresi meritano di essere rHevati il Deputato Redlich, i professori: Lammasch, Erlich, Fried, Goldscheid; Monsignor Gieseweis, Carlo Huszard membro del Par-lamento ungherese e Segretario Generale dell'Associazione cattolica ungherese, ·che interverrebbe in rappresentanza del Cardinaie Csernoch, primate di Ungheria, ecc..

(l) -Non rinvenuto. (2) -Cfr. n. 168, pag. 113. (3) -Non pubblicato.
220

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 25361767. Berna, 15 ottobre 1917.

A termini dell'articolo 76 della Costituzione, il Consiglio Nazionale, eletto nel 1914, dovrà essere totalmente rinnovato il 28 del mese ·COrrente.

L'interesse che qui destano le elezioni generali dell'Assemblea Federale, è relativamente assai scarso certo di gran lunga inferiore all'importanza che i singoli Cantoni danno alle ferventi battaglie locali che accompagnano le elezioni dei 1loro Consigli. Lo spirito elvetico, eminentemente conservatore nel campo politico, non ama innovazioni, e così le Camere si succedono regolarmente ogni triennio, l'una foggiata sull'altra, nella quasi identica proporzione dei partiti. Si aggiunga a questo carattere d'immutabilità, quello della rielezione in media dei cinque sesti almeno degli antichi deputati, potendo H popo~o svizzero, come diceva il Monnier, rinnegare forse qualche volta i propri rappresentanti, ma per rieleggerli sempre; e riusc·lrà allora facile lo spiegare come in questo periodo che precede le imminenti elezioni la stampa releghi alla cronaca le rare notizie sui candidati, e la lotta politica si svolga in un ambiente di calma quasi apatica. Qual differenza dalle lotte passionali dei paesi latini e da quelle pur violentissime degli anglo-sassoni!

Ma questa calma non dev'essere interpretata come una pecca di indifferenza nel campo politico, ché anzi nessun popolo è forse quanto 1lo svizzero sì fiero e geloso dei suoi diritti. Ma esso sembra non ignorare che l'istituto del Parlamento, quale si svolge oggidì nella Confederazione, appare monco e senza dubbio più debole di quello degli altri paesi veramente pal"lamentari. L'Assemblea Federale, e parlo così del Consiglio Nazionale come del Consiglio degli Stati, pur così cospicua per la serietà, per la coltura, per la competenza e pel buon senso dei suoi membri, si è spogliata delle sue precipue prerogative per limitarsi ad essere l'eco timido e deferente di ciò che vuole il potere centrale. Ché, se ciò può forse far l'elogio in certa guisa del Consiglio Federale per l'autorità e 1la fiduc'ia che seppe ispirare al Parlamento è innegabile d'altro canto che la mancanza d'indipendenza della Camera verso il potere esecutivo rese

finora quasi illusori i diritti dei rappresentanti popolari, privi nel fatto così della facoltà d'iniz'iativa nel campo legislativo come del vero controllo po<Utico, non potendo la Camera stessa provocare alcuna crisi di Governo.

Fortunatamente pone efficace riparo a questo difetto il • referendum • che permette agli elettori di passare sopra aille autorità legislative ed esecutive e dl modificare financo la Costituzione.

Se i tempi nuovi non sono riusciti ancora a trasfondere completamente nell'antico spirito refrattario svizzero il soffio innovatore, questo triennio critico, nel quale il Consiglio Federale ha esercitato i pieni poteri, non sempre forse nel modo più sagace, ha segnato qualche CTepa nel solido muro.

Il contegno della Camera or ora disciolta non ricordava più, massime nell'ultima sessione (vedi pure mio rapporto n. 2341/712 del 26 settembre scorso (1), quello pur da essa tenuto nel 1914, così prono ed ossequioso davanti ai sette supremi magistrati del paese, ma &1 sentivano i germi del dispetto e della rivolta.

È inutile ripetere come la politica di neutralità, ma di una neutrailità troppo indifferente e remissiva verso la Germania, abbia scontentato, oltre alla Svizzera romanda, anche parte dei rappresentanti dei Cantoni allemanici, e come, d'altro lato, la superiorità del potere civile su quello militare sia apparsa, e non a torto, troppo debolmente sostenuta e difesa dal Consiglio Federale contro i soprusi dello Stato Maggiore.

La votazione del 23 corrente, se non modificherà lo stato delle cose, ci dirà ailmeno, sino ad un certo grado, quale s'la oggi il sentimento del paese.

Senza esser profeti è facne intanto prevedere che il carattere del futuro Parlamento sa:rà più antimilitarista del defunto e che il concetto della neutralità piena ed intera del paese vincerà qualsiasi velleità guerresca e qualsiasi beLlico sogno del Generale Wille. Queste elezioni diranno in una parola che la Svizzera non vuoi saperne di casta militare e non vuole assolutamente essere trascinata nel grande conflitto. Su questo secondo punto S'l può esser sicuri che i 189 nuovi deputati saranno d'un solo avviso.

Sulle altre modalità dei programmi politici non mi dilungo perché le etichette dei quattro partiti e dei pochi indipendenti che formano la Camera non sono soverchiamente dissimiili ed in alcuni punti si confondono, eccezion fatta naturalmente dei socialisti che sanno quel che vogliono e vogliono quel che sanno.

Il gruppo socialista è strenuo fautore d'importanti innovazioni, principalmente in materia di finanza. Esso chiede pure, e ciò forma la • platform • del partito, l'imposta federale diretta permanente, senza punto preoccuparsi di menomare così l'indipendenza dei s'ingoli Cantoni. I socialisti, che erano appena diciannove nel Parlamento disciolto, ritorneranno più numerosi, con un guadagno di una diecina di seggi.

I conservatori-cattolici, federalisti, dai quali escludo Motta, manterranno le loro posizioni; si pensa anzi che potranno dar battaglia con successo in altri due collegi, e tornare così alla Camera in 40 invece d'i 38.

L'esiguo, ma autorevolissimo manipolo liberale-democratico (cui appartiene l'A:dor) formato da tredici capitani senza soldati, potrà a mala pena ritornare nello stesso numero alla Camera nuova.

Pur rimanendo maggioranza assoluta, il partito radicale ,invece dei 115 suoi seguaci, non ne conterà, nella nuova Assemblea, che poco più di un centinaio. È certo che se lo scrutinio proporzionale, voluto dalla magg,ioranza dei conservatori, dei democratici e dei socialisti, ma strenuamente combattuto sinora dai radicali, fosse in vigore, le loro perdite sarebbero ancora maggiori. Ma quale è il paese dove la maggioranza non perde sempre terreno di fronte all'opposizione?

(l) Non pubblicato.

221

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3786171. Corfù, 16 ottobre 1917, ore 13 (per. ore 17,55).

Telegrammi di V. E. nn. 12812 del 25 settembre (l) e 1303 del 4 corrente (2).

Nella questione scambio di prigionieri validi ho parlato Pasic appena tornato da Salonicco. Constavami Governo serbo era giunto fino a considerare uno scamb'io di 20 mila validi. Dissi fra l'altro che mentre io qui mi rendevo conto delle preoccupazioni di conservazione di razza che spingevano Governo serbo egli non doveva illudersi che in Italia c'iò apparirebbe giustificazione per un atto che darebbe nuova forza all'Austria e che costituirebbe indizio di debolezza morale nel campo degli alleati; gli feci intendere chiaramente che il Governo italiano si troverebbe nella impossibilità di consegnare gli ufficiali prigionieri della Serbia; tale consegna solleverebbe ,indignazione in Italia. Pasic mostrò comprendere gravità questione e senza dichiararlo formalmente mi lasciò intendere che 11 progetto di scambio sarebbe abbandonato. Mi disse studierebbe quali altri mezzi potrebbero migliorare sorte dei prigionieri serbi ed accennò fra altro a periodici invi'i di cibi agli uffkiali dai paesi alleati dietro pagamento da parte Serbia. Lo assicurai che in questo campo Italia sarebbe lieta fornire nei limiti del possibile il suo a'iuto.

222

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. POSTA 13708. Roma, 16 ottobre 1917, ore 23.

Il Servizio Informazioni presso H Comando Supremo comunica la seguente segnalazione pervenutagli da Berna:

• Domenica p.v., 14 c.m., vi sarà riunione a Berna dei Venerabili di tutte le loggie massoniche svizzere per cercare di indke una riunione dei delegati delle grandi loggie di tutti i paesi del mondo in !svizzera per fare azione di pace •.

Per Sua opportuna conoscenza.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 147, pag. 99.
223

IL PRESIDENTE DEL COMITATO MONTENEGRINO PER L'UNIONE NAZIONALE, RADOVIC, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Parigi, 16 ottobre 1917.

Si nota in Italia un movimento -diretto a sostenere non i diritti pal'ticolari del Montenegro d'i :flronte al mondo Jugoslavo, desideroso di unità, ma della Dinastia dei Petrovich la quale comprende molto bene, che l'unità jugoslava si farebbe indipendentemente da essa.

Così scrisse in un articolo del 14 agosto On. A. Labriola, dimostrando chiaramente quali sono le tendenze particolari di Re Nicola, contro la volontà de'l Montenegrini.

Come ogni tesi oscura ed ingiusta, anche questa ha trovato difensori, che hanno come arma invettive e calunnie di ogni genere. Se alla fine di questa guerra, il Montenegro resterà separato o farà pavte integrale delilo Stato SerboCroato-Sloveno è senza dubbio questione interna del popolo Montenegrino e dei suo'l fratelli.

Può la cosa interessare le altre nazioni solo per le conseguenze che tale avvenimento potrà produrre. Chi non vuole ignorare la storia, le tradizioni e le aspirazioni dei Montenegrini, sa benissimo che essi sono partigiani dell'Unione.

Noi abbiamo cercato che il re Ni.cola desse una solenne conferma non solo alle tradizioni del paese, ma anche a quelle della Dinastia, dei suoi scritti e che accettasse queLlo che aveva stipulato cinquanta anni fa nel 1866, quando il giovane Prindpe Nicola sulla base dell'Unione completa del Montenegro colla Serbia, concluse una convenzione col Pr1ncipe Michele di Serbia. Da tale convenzione era prevista l'abdicazione del Principe Nicola in favore del Principe Michele.

Il movimento dell'Unione non è dunque un fatto nuovo.

Non vuole purtroppo sentirne parlare il • gruppo • della Corte: il Re, i Brincipi e qualche cortigiano troppo geloso del privilegio acquistato in gran parte con mezzi di dubbia moralità.

Dinanzi a tale fenomeno nessun uomo politico retto può restare indifferente. Da ciò la ragione dell'azione del Comitato che ho l'onore d'i presiedere, che esi,sterebbe anche se non fossero avvenuti tutti i lavorii oscuri della Corte e anche se il Re Nicola non avesse cercato la pace al nemico e se fosse come il Re Pietro coll'esercito e coi suoi figli al fronte.

In questo intrecdo di interessi di popoli era necessario informare gli Alleati dei desideri veri dei Montenegrini, tanto più che spesso non si vuole riconoscerli

come popolo Serbo e si vuole cercare di tenerli fuori dallo Stato Serbo-CroatoSloveno.

Al:la nostra campagna che ha uno scopo santo: l'Unione dei popoli se,condo i principi di nazionalità, si è risposto con macch'inazioni private che offendono ma non macchiano i nostri principi.

Ultimamente dovei per ciò far pubblicare una dichiarazione nella Gazzette de Lausanne che ho l'onore di inviarLe.

Il prestigio d'un paese dipende, è vero, da quello dei suoi membri ed in primo luogo da quelli che ne sono alla testa. Ma pure sarebbe tradire la Patria occultare coloro che hanno dimenticato i supremi interessi del popolo, come pure le proprie origini, e la ragione di esistenza. Ecco il nostro caso.

Per la difesa dei principii democratici io dovei già lottare colla Corte la quale dopo la d'isfatta della politica reazzionaria, dopo la guerra balcanica, fù obbligato a ridare la libertà alle sue vittime innocenti.

Non torna certo ad onore a giornali autorevoli come La Tribuna farsi oggi difensore di atti che ricordano con orrore i tempi medioevali. Soltanto con sacrifizio enorme condiscesi ad accettare nuovamente la Presidenza del Consiglio dei Ministri a Bordeaux, e lo feci soltanto doppo aver ottenuto la promessa formale da'l Re; di non ostacolare l'Unione Serba e Jugoslava.

S. E. il Barone Romano, mi disse in un'occasione ed appunto prima delle mie dimissioni che in Italia non si vedeva di buon occhio il nostro movimento. A ciò io gli risposi, che ogni popolo ha il diritto ed il dovere di preoccuparsi delle proprie sorti, aggiungendoli che essendo io ammiratore convinto del patriotismo e della rettitudine dell'On. Sonnino sono disposto a fare ciò che Lui farebbe al mio posto.

Questa guerra essendo combattuta per dare un'assetto definitivo e duraturo ai popoli gruppandoli secondo il sacro principio delle nazionalità, e perciò i Montenegrini hanno il dovere di esprimere i loro desideri tenendo conto delle proprie origini, dei propri interessi e delle secolari aspirazioni.

Il nostro movimento è un movimento pilebisc'itario, libero, privo di qualsiasi influenza, è la voce sincera di un popolo che reclama i suoi diritti a rientrare nella grande famiglia Serba, da cui la nostra Corte per me,schino scopo di egoismo e sogni non realizzati né realizzabili cerca tenere disgiunto.

Nel Montenegro dove l'immunità dei deputati non ha mai esistito, e dove gli interessi della Corte sono stati considerati come cosa essenziale, pure nel 1913 la Camera dei Deputati espresse la necessità d'un unione parz·iale con la Serbia, come pure, avanti la catastrofe, nel 1915 dichiarò che il destino del Montenegro doveva essere quello della Serbia.

Dopo questa guerra, portatrice delle unioni dei popoli :fuoatelli non può parlarsi d'altro che d'un unione completa. Non tenendone conto dei lavorii della Corte--definiti nel paese come tradimenti-nessun uomo d'onore poteva permettere al Re Nicola di continuare a condurre il Montenegro alla rovina e seguire la sua politica tendente pure a mostrare su 1luce falsa i veri interessi e "i desideri del Montenegrini. La sua famosa frase « après moi le déluge • non ha bisogno di commenti per definire i suoi intenti.

Un gruppo di individui stipendiati si è raccolto vicino alla Corona, da essa sorgono difensori di nazionalità dubbia come di dubbia coscienza, ma

certo di reputazione indiscussa... chi vive a Parigi se ne rende pietosamente conto. Giorni fà per iniziativa di questi individui uscì una dichiarazione sotto il titolo • La dichiarazione dei Montenegrini residenti a Parigi • benchè di essi è una gran parte sudditi austro-ungarici, costretti, per ragioni pecuniarie e di protezione, a dare ·i loro nomi a sudetta dichiarazione.

Lo scopo della sudetta di,chiarazione era quello, a protestare contro la

• Dichiarazione di Corfù • e contro la nostra azione, priva di firmitari di alcun valore politico o autorità nel paese, pure non hanno potuto mascherare o nascondere che • Le secolari aspiraztoni dei Montenegrini sono sempre state, e lo sono tutt'ora, la liberazione e l'Unione di 'tutti i Jugoslavi in uno Stato indipendente » (passo tolto dalla sudetta dichiarazione). È chiaramente dimostrato quanto sia erronea l'asserzione, di una parte della stampa "italiana, che sostiene che i Montenegrini vogliono restare fuori dallo Stato Jugoslavo.

La menzionata dichiarazione ha come scopo anche quello di sostenere le pretese della Dinastia dei Petrovich; difatti se vi fosse possibile ad esaudire tutte queLle pretese, non vi esisterebbe alcuna oppo,sizione all'Unione del Montenegro cogli altri Stati fratelli.

SimHi partigiani avrà il Re Nicola finchè potrà continuare a distribuire grasse paghe, di quaranta mila lire annue a persone insignificanti, semplici scrivani :!lino a ieri, suoi Ministri d'oggi; che al Montenegro non potevano avere che una paga da due fino a tre mil.a lire annue; così pure a semplici impiegati, studenti e profughi sono concesse paghe favolose. Con tutto ciò, alcuni di essi non hanno voluto dare i loro nomi a sudetta dichiaraz,ione, non volendo negare le aspirazioni vere dei propri confratelli e assecondare la propaganda contro i vitali interessi della loro Patria.

Con nostro vivo stupore vediamo che un giornale autorevole come La Tribuna che in mancanza di buone ragioni da opporre a quanto abbiamo affermato a proposito della politica separatistica della Corte Montenegrina, si serve degli intrighi, e in un articolo del 2 settembre si mostra solidale nel dire che, l'azione del nostro Comitato è equivoca, sussidiata dall'Austria, e tante altre meschine invettive.

È tempo, oramai di giudicare le cose come sono! L',idea della nostra unità è in camino da molti anni, e nessuno potrà spezzada. Anche l'Italia fù detta un'espressione geografica, emigrati italiani impostori, spioni, garibaldini, avventurieri e fanatici.

Quale errore ed ingiustizia è nel persistere oggidi a dire: che la Jugoslavia e Jugoslavi siano creazioni di Vienna, e che il popolo Jugoslavo e tutti gli emigranti siano agenti austriaci.

Non si accettano smentite per calunnie, quale imparzialità, ma anzi [e sostengono come documentate, su asserzioni false e fatti oramai a tutti noti, come • H processo di bombe • del 1907-8.

Passerei su questi fatti, se non si trattasse di un giornale così importante. Mi domando, se questo è il terreno prescelto che deve tendere al raggiungimento di un intesa precisa, illimitata, perfetta coll'Italia?

È o~·tre modo disonesto ed indegno di buon senso, il dire che l'AustroUngheria aiuta il nostro movimento. Fedele al principio • divide et impera • ora come in passato, ha sempre ostacolato ogni nostra intesa. L'Austria d'accordo coi reazionari del Montenegro, diretti e protetti dalla Corte, ha creato il • processo di bombe • col intento a screditare i Karagiorg·ievich ed annientare il partito nazionale del Montenegro, difensore dei princip'i democratici e sostenitore di una politica nazionale serba.

Il processo di Zagabria, non fù che 1la continuazione di quella nefasta cooperazione che ha ultimamente causato la catastrofe del Montenegro.

Conviene alla democraz'ia italiana lavorare a fare rinascere al Montenegro un despotismo mediovale, una povertà più insoportabile, fomentare lotte accanite, inimicarsi non soJo i Montenegrini ma anche i Serbi ed i Jugoslavi stessi?

Mi domando ancora, quale posto p'iù convenga al nome Italiano nella futura anima jugoslava -quello di ricordare l'Italia accanto ai nostri amici, oppure accanto ai nostri opressori?

Si tratta solo di far ritornare il Re Nicola, la sua Dinastia ad imporl'i al popolo che non li vuole, i qu~i, per abitudine e per antagonismo dinastico verso i Karagiorgievich, troverebbero d'i nuovo i proprii e soli amici e sostenitori a Vienna.

Noi non vogliamo, e non possiamo credere, che la democratica Italia potrà ciò favorire, ed in questo modo trattare i suoi futuri vicin'i più prossimi, suoi clienti e suoi naturali alleati contro l'antico e comune nemico l'AustriaUngheria.

Energicamente protesto, contro le accuse che il nostro lavoro sia ispirato a sentimenti contro l'Italia e la Casa di Savoia.

Noi amiriamo e desideriamo le vittorie dell'esercito italiano come se fossero le nostre, perchè anche esse significano l'avicinarsi del trionfo delle nostre leggitime aspirazioni nazion~i.

Seguiamo al pari con somma ammirazione le gesta eroiche del Re Soldato e dei Membri della gloriosa Casa di Savoia.

Come nella nostra p'iccola Patria fummo sempre propagatori dell'amicizia colla nob:iJle Italia, che io considero come una mia seconda Patria, così lo saremo nella nostra sospirata più grande Patria.

Ogni nostra azione sarà diretta in quel senso, perchè i nostri interessi sono gli stessi. Le due democrazie devono mettersi d'ac·cordo ed i loro interessi devono essere anteposti ad interessi di famiglie qualunque esse siano.

• È ben vero che, dove si apre un dissidio fra i due Stati Adriatici, penetra l'invadenza Austriaca •.

Mi rivolgo all'E. V. per protestare contro questa malefica campagna, la quaile vuole sacrificare i vitali interessi dei Montenegrini alle ambizioni personali in un epoca alla quale ogni popolo deve avere 'il di•ritto a decidere delle proprie sorti.

Sarò felice se l'E. V. vorrà concedere il Suo benevolo ed autorevole interessamento ad un movimento che non ha ·che scopi patriotici ed è ispirato da sinceri e duraturi sentimenti d'i amicizia verso la nobile Nazione Italiana.

224

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. P. 13690. Roma, 17 ottobre 1917, ore 1,30.

l) Concedo volentieri patronato di cui lettera di C. che prego informare; 2) saremo Parigi sabato prossimo: proseguiremo possibilmente domenica con

S. E. Arlotta. Prego provocare disposizioni per facilitazioni viaggio, sbarco, soggiorno a Londra Ministro. 3) Visita Arlotta motivata dalla più che mai urgente grave questione rifornimento grano. Consiglio dei Ministri riunitosi ieri mi ha consegnato al riguardo memorandum rispecchiante precise legittime esigenze R. Governo. Di tale memorandum rimetto una traduzione, appena giunto costì, a Lloyd George perché egli o chi per lui possa trarre norma nelle conversazioni con Arlotta. Essa potrebbe fin d'ora accennare a tale memorandum perché Primo ministro Balfour e Gabinetto di Guerra si rendano debito conto suprema importanza che Governo di Sua Maestà annette alla pronta e pienamente soddisfacente soluzione di una questione che per intima conness'lone con situazione interna paese potrebbe se incompletamente regolata avere incalcolabili conseguenze sotto ogni aspetto; 4) Ministro Scialoja si è !agnato insufficienza materiale da noi inviatogli a riguardo provvedimenti di ogni genere costì presi per preparazione dopo guerra. PregoLa inviare uno dei segretari da Addison raccogliere ogni possibile documento onde contentare ministro; 5) ministro delle Colonie desidera molto Ella parli subito a Rodd della questione del denaro, armi e munizioni chiesti da Idris. Tenga presente per sua norma che ministro preferisce Governo Britannico neghi consenso a somministrazione di armi e munizioni; a quella di denaro è indifferente. Ciò nelJ'interesse futuro non solo della Cirenaica ma anche dell'Egitto, perché se per caso Idris fosse sconfitto armi e munizioni in ingenti quantità passerebbero in man'i nemiche. Se Rodd partito agisca lo stesso presso Foreign Office.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE,

T. GAB. 1691. Roma, 17 ottobre 1917, ore 13.

Mi giunge riservatamente notizia che Venizelos avrebbe manifestato sua intenzione intraprendere prossimamente viaggio a Roma, Parigi, Londra. Evidentemente farebbe ciò col fine di assistere alla prossima riunione o conferenza di Governi al,leati a Parigi.

Prego V. E. far rilevare, come di suo, inconvenienti di aumentare numero di partecipanti a tali conversazioni e pericolo che Venizelos si proponga sollevare inopportunamente questioni di Asia Minore implicanti revisione patti nei riguardi Russia e tra alleati.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2790/315. Parigi, 17 ottobre 1917, ore 0,30 (per. ore 16,20).

Questo ministero degli Affari Esteri mi prega di comunicare alla E. V., a richiesta di Fasciotti, il rseguente telegramma del ministro di Francia a Jassy, approvato dai ministri d'Italia, d'Inghilterra e Stati Uniti:

• Le ministre de l'Intérieur est venu nous trouver hier matin pour nous signaler l'agitation entreprise au sein du congrès tenu à Batzani par des délégués de tous les Soviets du front roumain. Le socialiste roumain Racowskl est apparu dans cette assemblée sous l'uniforme de colonel russe, accompagné d'un juif roumain de nom Le Frimu également habillé en militaire russe. Quoique le .congrès ait, sous l'impression récente d'une tournée de propagande du ministre des Etats-Unis, man'lfesté au cours de sa première séance, des sentiments favorables à la continuation de la guerre, l'influence des agitateurs roumains dont iJ a été parlé plus haut a amené les délégués à décider, pour les séances urltérieures, l'examen des questions qui constituent une véritable ingérence dans les affaires intérieures de la Rouman:le; discuter la forme mème du Gouvernement, la question agraire, la réforme éléctorale et le futur statut des juifs. Cette dernière question d'autre part provoque la réunion à Jassy d'un Soviet comprenant des délégués de tous les soldats russes de réligion israélite des armées du front roumain. Dans la réunion d'avant hier des orateurs se sont élévés avec une violence extreme contre la situatlon faite en Russie à leurs coreligionnaires. Quelques-uns ont été jusqu'à precher la violence et la propagande par le fait. Les plus calmes déclaraient que les juifs de Russie devraient mettre la force que leur donne leur grand nombre au service dc leurs frères opprimés. Enfin Constantinesco se plaint avec nous de l'ingérence continuelle des comités et meme du commissa'ire du Gouvernement prov·isoire dans les affaires intérieures du pays. Il nous a cité notamment le cas d'un nommé Steresberg qui a trompé dans un complot contre l'ordre des choses établi et que les comités russes ont couvert d'une si large protection qu'aucun des fauteurs des troubles n'a pas été inquiété. Le ministre nous a donc demandé d'exposer cette situation à nos Gouvernements en les priant de s'entremettre à Petrograd pour obtenir plus de réserve et mème de cor

rection de la part des autorités russes. Nous estimons qu'il y aurait lieu d'agir très énergiquement et très rapidement en ce mème sens car on sent monter chez les roumains une irritation croissante contre les excès de toute nature dont les russes se rendent coupables. Déjà la désaffection est complète entre les peuples eux-memes, mais les autorités, le Gouvernement et :le roi, ne supportent que difficilement les façons d'agir de l'armée d'occupation et de ses chefs. Nous avons de sérieuses raisons de penser que rle roi est à bout de la patience et il serait à craindre qu'il n'arl."ive à envisager des décisions facheuses :pour les intérets de l'Entente.

227

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. PER CORRIERE 1690. Roma, 17 ottobre 1917, ore 17.

Telegramma di V. E. Gab. n. 314 (1). Comunico alla E. V. per sua informazione conversazione da me avuta con Barrère H 23 settembre u.s.

Barrère mi comunicava riservatamente che attraverso alcuni Belgi rispettabilissimi, che sarebbero rimasti in qualche relazione con l'ex Governatorre civile germanico del Belgio (quello che vi era quando fu fucilata Miss Cavell) Von Lancken, questi avrebbe ripetutamente espresso il desiderio di incontrarsi in Svizzera con M. Briand, per fargli qualche apertura di pace. Briand naturalmente non ha aderito e, iil. Governo francese ne avvertiva Londra e noi.

Tra le proposte vagamente accennate vi sarebbe stata quella della cessione alla Francia dell'Alsazia Lorena, (o cessione in A.L.), di qualche cessione di colonie germaniche in Africa all'Inghilterra, di ricostituz·ione della Serbia nello statu quo ante bellum (probabilmente ante bellum balcanico del 1912), e di qualche concessione all'ItaJ.ia. Nessun cenno sul resto cioè su Russia, Rumania, Oriente ecc.

Barrère mi chiedeva le mie impressioni.

Ho risposto che non credevo affatto alla sincerità di tutti questi e consimili tentativi d'i trattative e che consigliavo di tagliar ·COrto con un vero t·iro di sbar•ramento. Gli avversari fingono la divisione fra loro per tentare di dividerci noi. Se potessero avere qualche cosa in mano per poter provare ai russi ed ai romeni (e magari ai serbi) che i loro alleati occidentaH stanno trattando a parte senza occuparsi d'altro che degli ·interessi prop'l"i, se ne farebbero subito forti per tentare con essi paci separate che rendano possibile agli Imperi Centrali di rovesciare contro di noi tutte le loro forze.

228

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2734/313. Parigi., 17 ottobre 1917, ore 15,45 (per. ore 17,41).

Mio T. n. 312 (2). Ho veduto il re del Montenegro che mi ha confermato che il Principe Pietro va a Torino per consultare Pescarolo. Il re deil. Montenegro si è !agnato di molte piccole mancanze di riguardo da parte del Governo francese, che ha anche cessato di corrispondere ogni sovvenzione. Ho accennato all'opportunità di cercare appoggi presso i circoli nordamericani. Il re del Montenegro mi accennò al consiglio avuto da S. M. il re e mi annunziò che aveva ottenuto il gradimento pe1l suo rappresentante a Washington. Mi accennò infine al probabile viaggio della reg·ina Milena per recarsi presso S. M. la regina d'Italia e il re del Montenegro parve avere intenzione di andare egli

stesso a passare parte dell'inverno in un paese più caldo, forse alla riviera ital·iana.

Il re del Montenegro mi diede una memoria da lui preparata per la futura conferenza della pace. Mi disse di avere avuto dall'incaricato d'affari inglese una risposta molto lusinghiera del ministro degli Affari Esteri inglese (l) e mi aggiunse di aver fatto pervenire una copia di tale memoriale a V. E. onde mi parve capire desidererebbe qualche frase che basterebbe contenesse un semplice cortese apprezzamento sulla memoria stessa.

(l) -Cfr. n. 218, pag. 156. (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1692. Roma, 17 ottobre 1917, ore 22.

Questo Incaricato d'Affari d'Inghilterra mi ha dato comunicazione di due telegrammi diretti da Balfour all'ambasciatore inglese in Pietrogrado (2).

Il Governo francese, dice Balfour, ha proposto di recente di tenere il 16 ottobre una conferenza vera e propria di interalleati allo scopo di discutere i due seguenti punti:

l) La situazione generale della guerra;

2) I metodi pe'l' prestare aiuto alla Russia.

Il Governo inglese rispose osservando che la discussione sul primo punto comporterebbe una discussione difficile su questioni proposte dal nemico e sollevate dai fautori della pace. Per il secondo punto sarebbe stata essenziale la presenza d'i un Ministro russo autorevole il quale, appunto se tale, difficilmente avrebbe potuto assentarsi da Pietrogrado per parecchie settimane.

Il Governo inglese era invece favorevole a riunioni non uffic'iali da tenersi a Londra, Parigi o Roma, da restare segrete, senza comunicati ufficiali o notizie da pubblicarsi sulla stampa, senza regola sugli argomenti da discutersi, nelle quali prendessero parte i rispettivi Primi Mini.stri direttamente

-o con personaggi da essi delegati, riunioni che su molte questioni condurrebbero ad accordi e su tutte ad una esatta comprensione di esse e che preparerebbero il terreno a conferenze ufficiali le quali solamente comporterebbero autorevoli decisioni. Il Governo inglese sperava che ciò non avrebbe impedito al generale Ailexeieff ed al Ministro degli Affari Esteri di Russia di fare la loro progettata visita. Era vivissimo desiderio del Governo inglese si trovasse sollecitamente occasione per discutere personalmente in modo ufficiale o non uffic'iale con i rappresentanti del Governo russo ciò che non era fin qui accaduto. Se le Potenze alleate entrassero in questo ordine di idee le conversazioni po'trebbero cominciare in principio novembre nella quale epoca si sarebbe trovato verosimilmente in Europa anche un rappresentante degli Stati Uniti che avrebbe potuto prendervi parte.

Ho fatto conoscere al signor Erskine che accettavo il pensiero di Balfour delle conversazioni fra pochi rappresentanti delle Grandi Potenze, ma che per potere arrivare di fatto a ciò occorreva mettere pel momento completamente da parte ogn:i progetto o voto di conferenze interalleate e vigilare a che la stampa non ne parlasse, perché solamente facendo ciò potevasi evitare che gli Stati minwi domandassero di parteciparvi. Interessando aver presente un Ministro e un generale russo conveniva suggerire loro che indipendentemente da ogni progetto di conferenza essi venissero a Londra o a Parigi appena potessero, assicurandoli che in quella o·ccasione e lì per lì sarebbero convenuti nella città stessa come per caso e per officiare foT'll1.almente i russi, i rappresentanti maggiori degli Alleati. Così, e solamente così, era possibile improvvisare una conversazione seria tra i Governi delle Grandi Potenze, senza sollevare le diffidenze e i lamenti degli Stati Minori e discutere a fondo le grandi questioni del giorno anche le più delicate.

(l) -Ritrasmesso fin qui a Londra, con t. gab. 1701 del 18 ottobre. (2) -Cfr. p. 143, nota 2
230

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2794/164. Stoccolma, 17 ottobre 1917, ore 16,40 (per. ore 1,30 del 18).

Polacco germanofilo conte Roniker, che è venuto recentemente da Varsavia a fare breve soggiorno qui, ha portato a Scebeko ed a Dobiecki, il primo membro e il secondo ex membro del Consiglio dell'Impero russo per la Polonia, una lettera di Giuseppe Ostrowski, un triumviro della reggenza, il quale annunzia loro di aver accettato l'ufficio offertogli coll'intenzione di servire esclusivamente la causa polacca e li esorta a ritornare in patria dove vi è bisogno di tutte le forze nazionali. Hanno risposto dicendosi pienamente convinti dell'indiscutibile patriottismo dello scrivente, ma esprimendo dubbi sulla possibilità per lui di giudicare obiettivamente la situazione, declinando l'invito a ritornare, soprattutto mettendolo in guardia contro ogni tentativo di costituire un esercito polacco che abbia a servire gli Imperi centrali. Candidatura Tarnowski per la presidenza del Consiglio sembra tramontata per la persistente opposizione della Germania la quale in Polonia preferirebbe perfino i russofili agli austrofili. Sembra che le autorità tedesche incontrino difficoltà a costituire un ministero polacco che dia loro qualche affidamento e che nello stesso tempo sia composto di persone di una certa autorità. In questi circoli polacchi si ignora tuttora se e quali impegni abbiano preso di fronte alla Germania i triumviri della reggenza i quali sono considerati come persone di sicuro patriottismo.

231

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2792/319. Parigi, 17 ottob1·e 1917, ore 23,40 (per. ore 3,30 del 18).

Ieri la Camera dei deputati, riunita in comitato segreto, ha discusso l'incidente Briand-Ribot per le proposte di pace della Germania. Briand ha mo

strato una lettera da lui scritta a Ribot appena che gli parve che le proposte potessero essere autentiche, chiedendo ·che fossero infmmati gli alleati onde decidere quale seguito darle. Nella discussione un poco acre fra Ribot e Briand sembra che le simpatie dell'Assemblea fossero per Briand onde si conclude che la posizione di Ribot sia oltremodo scossa. Mi hanno assicurato c:h2 Painlevé abbia ieri sera manifestato intenzione d'l procedere ad un rimpasto ministe:-iale ammettendo nel nuovo Ministero alcuni socialisti. Uscirebbe Ribot e ieri sera Painlevé avrebbe accennato a voler offrire il portafoglio degli Esteri a Briand. Nel caso probabile ·che questi rifiuti, voleva offriruo a Viviani che è assai probabile rifiuti ed in tal caso Painlevé non s'i dimostrava [alieno] dall'ammettere un ministro degli Affari Esteri socialista: Thomas. Tutto ciò riferisco come semplice indirizzo della situazione, giacchè il Consiglio dei ministri non si era ancora riunito e tali intenzioni di Painlevé rispecchiano soltanto le sue "idee dopo la seduta. Del resto la posizione del presidente del Consiglio è molto scossa dal modo come si è regolato alla Camera nell'incidente Daudet-Malvy ed è opinione generaile egli abbia dato prova di pochissima abilità parlamenta<re. Credo si possa ritenere che il ministero, qual'è, non sia in grado di sostenersi, che tenteranno un rimpasto e che è dubbio assai che questo possa riuscire. La situazione di Br"iand è assai migliore che non al momento dell'ultima crisi, ma non so se sia tale da far credere nella possibilità per ora di un nuovo ministero Briand.

232

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3810/531. Washington, 17 ottobre 1917 (per. il 18).

Mi riferisco al precedente carteggio telegrafico circa la divisata costituzione del comitato interallea,ti europeo in reilazione cogli acqu}sti e finanziamenti negli Stati Uniti. Dipartimento di Stato mi comunica a nome Segretario del Tesoro che questo Governo accedendo al desiderio unanime dei Governi alleati ha deciso di farsi rappresentare, sebbene in via puramente consultiva, presso comitato medesimo e che l'apposito delegato sarà designato quanto prima. In pari tempo Segretario del Tesoro insiste sull'urgenza che il comitato sia costituito ed entri in funzione al p"iù presto. Egili amerebbe perciò che i Governi interalleati concretino in un apposito documento le norme della costituzione e del funzionamento del comitato in base ai criteri da J.ui stesso precedentemente enunciati (miei telegrammi Gab. 189, 192, 204) (1). Rispondo al Dipartimento di Stato assicurandolo di aver informato V. E. della sua comunicazione e notificandogli intanto i nomi dei delegati che rappresenteranno lt<l!lia al comitato (telegramma di V. E. 11865) (2).

(l) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 887, pag. 610; i telegrammi 189 e 192 non sono pubblicati (2) -Non pubblicato.
233

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2806/432. Pietrogrado, 17 ottobre 1917, ore 21,30 (per. ore 19,10 del 20).

Telegramma di V. E. n. 1641 (1).

Questo Governo condivide interamente l'opinione di V. E. che alla nota del Vaticano accompagnatoria delle risposte germanica e austro-ungarica non vi sia luogo a rispondere. Del re,sto il Vaticano presso il quale è accreditata la rappresentanza diplomatica russa non ha fatto a quest'ultima comunicazioni di sorta. È presumibile che questo contegno sia occasionato dal fatto che l'un:ica risposta alla prima nota papale sono state le parole mordaci pronunziate da Kerensky al Congresso di Mosca, mentre per quanto in modo evasivo e verbalmente una risposta fu data al Vaticano dall'Inghilterra. Ad ogni modo la Russia è dispensata dal rispondere all'accompagnatoria "in questione anche dal punto di vista delle forme.

234

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1365. Roma, 18 ottobre 1917, ore 22.

Mio telegramma 1167 (2).

Quest'ambasciata inglese presentato a questo ministero memorandum su questione corrispondenza tra autorità anglo-egiziane e Idris Senussi. Memorandum afferma Governo britannico disposto accettare principio di massima che comunicazioni tra Idris e Governi esteri debbano svolgersi tramite autorità italiane Cirenaica. Sinchè però Inghilterra è vincolata da suoi vigenti accordi ,con Idris e Italia a agi<re contro il primo in caso infrazione accordi stessi da parte Idris e sinchè questi non abbia concluso accordo definitivo con Italia, Inghilterra ha diritto corrispondere con Idris direttamente.

D'accordo ministro Colonie ho risposto ambasciata inglese che Governo italiano non può aderire tale concetto p<rincipalmente perchè Idris vedendo autorità ·inglesi trattare con lui direttamente senza intervento Italia sentirà sempre minore interesse e desiderio concludere con noi accordo definitivo che è invece precipuo scopo nostra politica Cirenaica. Per queste ragioni ho pregato ambasciata inglese rappresentare Governo britannico desiderio R. Governo che corrispondenza tra autorità anglo-egiziane e Idris passi sin d'ora tramite nostre autorità Cirenaica. Quanto precede per opportuna norma di linguaggio e di condotta di V. S.

12) Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 1003, pag. 682.

(l) Cfr. n. 153, pag. 104.

235

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. PER CORRIERE 1702. Roma, 18 ottobre 1917.

In data 17 ottobre 'il R. ministro a Corfù telegrafa quanto segue:

• Gabinetto n. 126, Pasic mi ha detto che un croato in Svizzera ha fatto aperture presso il governo serbo in vista di decidere ad una simultanea rivolta le truppe croate e slovene sul nostro fronte e far loro deporre le armi, ma che detto croato aggiungeva che occorrerebbe far loro notare, anche in modo generico, che un accordo è stato raggiunto fra Italia e Serbia.

Ho chiesto a Pasic se era certo che non si tratti di un agente austriaco che tasti il terreno, ed egli non escluse. Pur consigliando Pasic di non abbandonare il filo, e pregandolo tenermi al corrente, non ho mostrato un interesse eccessivo poiché ho avuto impressione che il croato esisteva bensì, ma che Pasic ne ha sorpratutto tratto occasione per riaprire meco la conversazione sull'accordo per l'Adriatico. Riferendosi ai colloqui con V. E., mi ha detto che i croati si piegherebbero molto più facilmente a larghe transazioni che non gli sloveni, riconobbe che tra gli sloveni può aveTe maggior valore il pensiero di realizzare entro la cerchia austriaca tutte le ,loro aspirazioni, ma aggiunse che anche se la Serbia realizzasse solo il minimum delle sue speranze, cioè la Bosnia Erzegovina, anche gli sloveni dovranno riconoscere che l'avvenire degli slavi del Sud sta nel rimanere dal lato della Serbia, e che 'il pensiero di questa prospettiva non può avere effetto fin da ora. Col che Pasic voleva rispondere ad una mia osservazione circa il poco valore impegnativo che le transazioni serbe avrebbero per gli altri slavi del Sud • (l).

236

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. POSTA 13804. Roma, 18 ottobre 1917.

Per dare carattere interalleato alle unità po!lacche che si stanno costituendo

in Francia, per combattere sul fronte occidentale, il Governo della Repubblica

ha interessato i Governi dell'Intesa a permettere l'arruolamento in questo corpo

di polacchi internati nei territori degli Stati rispettivi, facendo anche presente

il'opportunHà che gli eserciti alleati siano rappresentati, da w1o o più ufficiali

ciascuno, presso lo Stato Maggiore delle legioni polacche tostochè saranno

formate.

L'Ambasciata di Francia ha informato successivamente questo Ministero

che il Governo britannico aveva fatto sapere al Governo francese di non avere

obbiezioni all'arruolamento nell'esercito polacco, dei sudditi nemici internati

nel Regno Unito. Analogamente, gli Stati Uniti hanno dichiarato aUa Francia, di non vedere difficoltà all'arruolamento dei polacchi, non naturalizzati. La decisione del Governo americano è stata confermata ufficialmente a questo Ministero da quest'Ambasciata degli Stati Uniti.

Informo V. E., per sua opportuna notizia, che il R. Governo, avendo deciso di addivenire aLla costituzione di reparti polacchi non combattenti presso il R. Esercito, non ha creduto di potere aderire alla richiesta del Governo francese di cooperare alla organizzazione di unità polacche, in Francia destinate ad essere condotte al fuoco. Il R. Governo ha escluso !'"impiego in prima linea di reparti formati di sudditi austro-ungarici di nazionalità irredenta, per non dare pretesto all'Austria di applicare un trattamento di ·rappresaglia agli irredenti stessi che cadessero nelle sue mani; alle loro famiglie rimaste in patria, od, anche, ai prigionieri di guerra italiani in suo potere.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 310-311.

237

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. P. 4352/1428. Parigi, 18 ottobre 1917.

Stamane è venuto da me il signor Misrachi, circa il quale ho riferito con precedenti miei rapporti.

Egli è reduce dalla Svizzera, dove era andato a raccogliere notizie sul conto di un giovane Camondo, aviatore francese, scomparso mesi or sono. Gli avevo dato anzi una lettera di presentazione per il R. ministro a Berna, il quale forse avrà già riferito a codesto ministero sul conto del Misrachi.

Ottenute le notizie sulla morte del g·iovane Camondo, il Misrachi ha cercato l'occasione di incontrarsi con antichi conoscenti turchi, ed ha avuto lunghi colloqui col Ministro di Turchia a Berna, il qua~e era già stato da lui avvertito del suo arrivo.

Questa circostanza merita -credo -attenzione, perché dà uno speciale valore alle offerte di mediazione fra l'Intesa e gli Imperi centrali fatte dal Ministro di Turchia, e forse deve vedervisi un'analogia con altre proposte di pace fatte recentemente per varie vie.

Poco il Misrachi mi ha detto verbalmente in più di quanto è contenuto

nell'acclusa copia di una lettera che egli ha diretto ierl'altro al suo amico

che serve d'intermediario fra il Misrachi stesso e il signor Ribot.

Il ministro turco gli ha detto che la Turchia ha chiamato sotto le armi tre milioni di uomini, due dei quali sono morti in guerra o per malattie. Ha poi accennato ad enorme mortalità nella popolazione per fame e per epidemia, ed infine per massacri; • gli armeni si può dire che oramai non esistano più •, così avrebbe egli dichiarato.

Avrebbe poi accennato all'intenzione che si era avuta di fare una spedizione militare contro la Mesopotam:ia, ed anche per tale scopo la Turchia aveva ottenuto di ritirare quello che rimaneva delle truppe mandate in Galizia. Ma l'Inghilterra essendo molto forte in Mesopotamia, si era rinunciato ad un'offensiva in quella regione.

Poco impressionato sembrò essere il ministro di Turchia per l'offensiva inglese a Gaza, che parve credere piuttosto una semplice minaccia.

Tutto quanto ha riferito a me il Misrachi è stato comunicato contemporaneamente al Governo francese, e, quanto egli mi ha detto, pare probabile che questo incarichi il Misrachi di ritornare in !svizzera e parlare col ministro di Turchia.

238

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI BRITANNICO, BALFOUR

L. s. 4459. Londra, 18 ottobre 1917.

In relazione alle note scambiate fra l'E. V. e S. E. il Marchese Imperiali in data del 18 agosto scorso (l) relativamente all'Asia MinoTe, nonché alla conversazione recentemente da me avuta con Sir G. Clerk, d'ordine del Governo di Sua Maestà ho l'onore di trasmetterle ad ogni buon fine qui allegati i seguenti documenti in copia:

Note del R. Ambasciatore a Parigi al Ministro degli Affari Esteri francese in data 27 lugl:io (2) e 21 agosto n. 3261 (3). Note del Ministro degli Affari Esteri francese al R. Ambasciatore a Parigi in data 26 luglio (4), 22 agosto scorso (5).

239

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2795/320. Parigi, 19 ottobre 1917, ore 0,35 (per. ore 8).

Telegrammi di V. E. nn. 1692 (6) e 1691 (7).

Ribot essendo assorbito dal,le sedute parlamentari e Cambon tuttora assente ho parlato con Margerie. Ambasciatore di F~rancia a Londra c'irca dieci giorni or sono riferisce opinione di Balfour quale apparisce da recenti comunicazioni dell'incarica.to d'affari d'Inghilterra a V. E. Ribot rispose favorevolmente ma secondo m'i riferisce Margerie, Ribot crede che ormai i russi siano già troppo impegnati ad inviare una numerosa rappresentanza alla conferenza per poterla ridurre alle proporzioni desiderate da Balfour, da V. E. e che Ribot pure preferirebbe. Ho risposto che data la perfetta unanimità di pensiero dei tre ministri inglese, francese, ·italiano, mi pareva che sarebbe meglio intendersi per avvertire che la conferenza non può più aver luogo o rimandarla a data remota. Poi, avendo avuto una conversazione nel modo suggerito da V. E. con telegramma di V. E. n. 1692, Margerie promise di riferirne a Ribot sta

sera stessa. Nel corso della conversazione accennai al pericolo che anche rappresentanti dei piccoli Stati chiedano d'intervenire e Margerie mi disse che il ministro di Romania già ne ha fatto domanda. Allora dissi di avere inteso essere probabile H viaggio di Venizelos e che probabilmente anche lui vorrebbe intervenire e non mancherebbe di sollevare questione Asia Minore e altre che disturbino cose già ormai regolate e che nessuno di noi desidera rimettere in discussione. Margerie si limitò a consentire. In conclusione io dissi confidenzialmente a Margerie che, come mia impressione personale credevo improbabile che V. E. si sarebbe mossa non solo se vi erano rappresentanti Soviet, ma temevo anche se cominciavano ad aprire la porta ai rappresentanti dei piccoli Stati con il pericolo che la conferenza divenisse una accademia e vi si discutessero cose che per noi non erano più in dubbio. Margerie concluse ,che per suo conto approvava qualsiasi cosa che si facesse per T'idurre la conferenza a proporzioni modeste o tanto meglio se si riducesse ad una semplice conversazione.

(l) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 897, ali. I e II, pag. 617. (2) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 737, ali. II, pag. 503. (3) -Non pubblicata. (4) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 737, ali. I, pag. 503. (5) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 996, allegato, pag. 678. (6) -Cfr. n. 229, pag. 168. (7) -Cfr. n. 225, pag. 165.
240

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI

T. 1370. Roma, 19 ottobre 1917, ore 22.

Suoi telegrammi Gab. nn. 178 e 181 (1). Avvertola che secondo comunicazioni quest'ambasciata russa delegati russi rifiuteranno discussione proposta eventuali scambi o internamento prigionieri validi e di stabilimento al fronte di una zona neutra.

241

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, GIARDINO

T. 14294. Roma, 19 ottobre 1917, ore 23.

Mio telegramma n. 13071 del 25 settembre scorso (2).

Il Segretariato Genera•le del Consiglio Nazionale dei Paesi czeco-slovacchi, ha comunicato a questo Ministero la lettera che ha diretta a V. E. in data dell'8 co•rrente, per chiarire alcuni punti riguardo alla creazione di reparti czeco-slovacchi presso il R. Esercito.

Parmi che desiderii del Signor Benes sulla questione dell'uniforme siano ragionevoli e spero perciò che V. E. possa darci soddisfaz·ione.

Gradirò conoscere il pensiero di V. E. sugli altri punti toccati nella Jettera in discorso, circa la nomina di ufficiali e le modalità proposte; il trattamento da farsi agli czeco-slovacchi che cessassero di appartenere al Corpo, e le questioni amministrative, riguardanti il Corpo stesso.

(l) -Non rinvenutL (2) -Cfr. n. 117, pag. 180.
242

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1371. Roma, 19 ottobre 1917, ore 24.

R. ambasc'latore Madrid comunica seguente nota che ministero Affari Esteri germanico ha diretta ad ambasciatore spagnuolo a Berlino a proposito accordo recentemente negoziato da Spagna per immunità navi-ospedale:

« l) Les conditions s'appliquent aux puissances de l'Entente qui envoient des bateaux-hòpitaux dans la Méditerranée; ce sont pour le moment la France, l'AngJeterre, l'Italie. Dans le cas où d'autres Etats ennemis enverra'lent des bateaux hòpitaux dans la Méditefcranée ils auraient à donner les memes assurances; autrement l'Allemagne se réserverait d'attaquer ces bateaux;

2) Les conditions s'appliquent seulement à la Méditerranée. Quant à la Manche et à l'Océan Atlantiq_ue les dispositions contenues dans la note verbale du 27 aoùt dernier continuent à etre valables.

3) Si les conditions ne sont pas observées par une des puissances aUiées l'accord est annulé aussi pour les autres puissances ».

Prego V. E. farmi conoscere se dato a<rt. 2" codesto Governo accetta art. l" ed in qual modo crede provvedere per il caso che dovessero viaggiare nel Mediterraneo navi ospedale americane, giapponesi o russe.

243

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3819/360. Stoccolma, 19 ottobre 1917, ore 18,10 (per. ore 3,50 del 20).

Manifesto delegati sodalisti Stati neutrali pubblicato iecsera comprende progetto di pace conciliativa. Esso riconosce gravi difficoltà che alcune questioni aperte presentano, ma indica esplicitamente che quelle territoriali, come Balcani, Polonia e Trentlno, debbono essere naturalmente risolte collo stesso trattato di pace. Fissa poi principi generali: l) nessuna annessione e quindi restituzione di tutti i territod occupati, anche nelle colon'ie, senza escludere però rettifiche di frontiera che tengano conto della volontà popolazione; 2) nessuna contribuzione, ciò che non esclude rimborso di taglie e requisizioni contrarie convenzioni Aja; 3) restaurazione territori devastati con fondi internazionali; conferma libertà delle nazionalità; 4) garanzie per operai secondo decisioni di Leeds, Stoccolma e Berna; 5) amnistia per ogni reato politico connesso con la guerra. Per Belgio propone completo ristabilimento politico ed economico, autonomia cultwale per Fiandre e distretti valloni, rimborso taglie e requisizioni illegali, rinvio a giudizio arbitrale della fissazione della indennità promessa dalla Germania 4 agosto 1914. Per Alsaz"ia-Lorena plebiscito a momento opportuno dopo fine guerra colle liste precedenti alla guerra e completa libertà, lasciando scelta fra scrutinio unico e per distretti separati. RistabiUmento con fondi internazionali di una Serbia politicamente ed economicamente indipendente, unita al Monteneg>ro con libero accesso al ... (l) Bulgaria che avrebbe altresì Macedonia orientale fino Vardar. Creazione di una Polonia libera ed indipendente, non comprendendo però territori polacchi tedeschi ed austriaci, che avrebbero invece la maggiore autonomia possibile. Autonomia territoriale nazionaJità della Russia in una repubblica federale cui unirebbesi Finlandia indipendente. Per Boemia riunione degli czechi in uno stato federale con Austria Ungheria, e per jugoslavi uguaglianza economica e riunione in unico territorio amministrativo. Distretti itaHani dell'Austria che non fossero ceduti a Italia devono godere autonomia culturale. Autonomia politica e uguaglianza economica per Irlanda nella Gran Bretagna. Soluzione amichevOil.e questione Schleswig settentrionale mediante rettifica confine e consultazione popolare. Autonomia e ristabilimento Armenia turca con garanzie economiche.

244

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL COMANDO SUPREMO, MARCHETTI, AI MINISTRI DEGLI ESTERI, SONNINO, E DELL'INTERNO, ORLANDO

N. RR. 10456/s. Roma, 19 ottobre 1917.

Dal Servizio inglese si hanno le seguenti notizie circa la Conferenza Zimmerwaldiana che ha avuto luogo a Stoccolma: • La confeTenza si è tenuta a porte chiuse e nessuno conosce perfettamente che cosa sia avvenuto nel suo seno. I socialisti minoritaTi tedeschi erano rappresentati da Cohn, Haase e Ledebour. I primi due erano contrari agli obbiettivi della Conferenza e vi assistettero solo per soddisfare l' • Ala sinistra • dei compagni tedeschi.

I delegati rumeni Frimu e Constantinescu concessero un'intervista alla stampa, di cui segue un breve riassunto, tratto dallo Stockholm Daglad del 12 settembre:

• Il nostro primo compito è certo il ristabilimento della indipendenza del paese e la ripresa di salde, oneste ed amichevoli relazioni con quei popoli che non ci hanno mai minacciato e che noi abbiamo trascinato ad una inimicizia artificiale attraverso l'azione incalcolabile delle nostre classi dirigenti.

Noi dobbiamo restituire ai Bulgari J.e provincie che abbiamo loro strappato con la pace di Bukarest. Per quanto riguarda la politica di annessioni diretta contro la Bulgaria ci siamo sempre energicamente opposti a tale politica ed abbiamo dichiarato essere follia il mantenimento di aspirazioni e rivendicazioni aventi per oggetto distretti la cui popolazione non ha mai mostrato a[cun desiderio di essere liberata •.

(l) Gruppo indecifrato.

245

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE. AL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI BRITANNICO, BALFOUR

N. 4473. Londra, 19 ottobre 1917.

Con riferimento alla corrispondenza già passata tra codesto Ministero degli Affari Esteri e questa R. Ambasciata, d'ordine del Governo di Sua Maestà, ho l'onore di qui unito rimettere a V. E. un memorandum che contiene chiaramente esposte le vedute del R. Governo relativamente alla questione dell'importazione di armi in Abissia.

ALLEGATO.

MEMORANDUM

Riferimento alla nota del Foreign Office n. 122382/17 del 27 g;iugno 1917, circa l'importazione di armi in Abissinia. Il R. Governo fa le seguenti osservazioni in merito alle due proposte inglesi contenute nella nota precistata:

l) Circa la prima proposta (proibizione assoluta a qualunque ditta o privato in Abissinia di vendere armi, con una stabilita grave penalità per ogni contravventore) il Governo del Re fà notare che tale disposizione è già contenuta negli articoli 8.9 e 10 della Convenzione di Bruxelles del 2 luglio 1980 e nell'Accordo del 13 Dicembre 1906, e gli sembra quindi che essa indebolisca più che non rafforzi le disposizioni vigenti.

Quanto alla seconda proposta (consegna da ~arte del Governo abissino di un egual numero di vecchi fucili, in cambio di ciascuna concessione di nuovi fucili) il Regio Governo ritiene che in pratica tale proposta, mentre non ovvierebbe agli inconvenienti ed ai pericoli finora lamentati, potrebbe anzi peggiorare la situazione. L'Etiopia potrebbe, infatti, procedere ad una larghissima incetta di fucili vecchi ed antiquati per ottenerne il cambio e, dopo saturato l'ambiente di armi nuove, queste verrebbero naturalmente commerciate anche fra le popolazioni costiere.

2) A Sua volta, il Governo Francese, con nota verbale indirizzata il 15 luglio dal signor Barrère al Barone Sonnino, esaminando la proposta intesa ad ottenere l'impegno del Governo Abissino di indirizzare tutte le future domande di armi direttamente ai tre Governi di Inghilterra, Italia e Francia, mostra di preoccuparsi della esclusione, che ne deriverebbe, dal commercio delle armi in Abissinia, degld Stati e dei nazionali di Stati non firmatari dell'Accordo a tre, e di temere che il Governo Etiopico possa rappresentare tale fatto ai Governi Alleati dell'Intesa o neutri come un tentativo dei Gabinetti di Londra, Roma e Parigi, di limitare le relazioni che le altre Potenze possono normalmente mantenere coll'Abissinia. Il Regio Governo osserva che ciò conduce a riconoscere l'intru-vento di altri Governi nel rifornire di armi l'Etiopia, ciò che è contrario allo stato di diritto attuale (Atto di Bruxelles e Accordo a tre) e dannosissimo agli interessi delle tre Potenze interessate.

Il Governo francese, peraltro, con nota verbale 'indirizzata dal signor Barrère

al Barone Sonnino in data 14 settembre, non insiste più nelle accennate sue

osservazioni, ed è disposto a dare al Ministro di Francia in Addis Abeba istruzioni

conformi ai desiderata britannici appena egli conoscerà i sentimenti del Regio

Governo.

Il Regio Governo constata che su tale questione del regolamento dell'importazione di armi in Abissinia è già intervenuto tra le Potenze Alleate un accordo di sostanza, in quanto che le istruzioni 1inviate dal Governo Francese al suo Ministro in Abissinia (nota del signor Cambon al Foreign Office in data 17 Maggio 1917) sono state approvate sia dal Governo Inglese che dal Governo Italiano.

III) Il Regio Governo ritiene, pertanto, opportuno di procedere senza indugio ad uno scambio di note fra le tre Potenze Alleate, per dare a tale accordo di sostanza tutto il suo valore anche formale. Considerato che gli interessi delle tre Potenze confinanti con l'Abissinia esigono che questa non proceda ad acquisti dii armi e munizioni e di altro materiale da guerra in modo da eludere le disposizioni dell'Atto generale di Bruxelles del 2 luglio 1890, il Governo di Sua Maestà ritiene che dette tre Potenze, inspt:mndosi anche all'Accordo di Londra del 13 dicembre 1906, dovrebbero fra loro stabilire che nessun acquisto di materiale bellico possa farsi dall'Etiopia senza previo loro consenso. Se qualche reclamo venisse poi eventualmente presentato da una Potenza alleata o neutra circa la suesposta condizione restrittiva, si potrebbe obbiettare che il controllo che le tre Potenze desiderano esercitare è basato sull'Atto generale di Bruxelles e determinato dalla situazione geografica dei loro territori che soli sono contigui con quello Stato e possono quindi essere i soli danneggiati da ogni abuso nel traffico in parola, ed è anche basato sui due accordi tra Italia, Francia e Inghilterra del 13 dicembre 1906, accordi che fanno le tre Potenze garanti del controllo stesso delle armi e dell'integrità dell'Etiopia.

IV) Il Governo di Sua Maestà ritiene infine che conseguenza necessaria di questo accordo formale fra i tre Governi Alleati dovrebbe essere il pronto invio ai tre Rappresentanti d'Inghilterra Italia e Francia in Adis Abeba di istruzioni identiche che, in relazione a quanto è indicato più sopra, in armonia alle istruzioni già emanate dal Governo Francese (nota del signor Cambon del 17 maggio surricordata) potrebbero essere del seguente tenore;

• Se il Governo Abissino presentasse domanda di fornitura di armi, munizioni od altro materiale da guerra al Ministro d'Inghilterra, Italia o Francia in Adis Abeba, questi è incaricato di rispondere che tali domande debbono essere esaminate dai tre Governi Alleati e debbono, per conseguenza, essere indirizzate contemporaneamente ai Ministri d'Inghilterra, Italia e Francia, i quali potranno così far pervenire al Governo Abissino una risposta tra loro concertata •.

246

L'INCARICATO D'M'FARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4481/1195. Londra, 19 ottobre 1917.

1 Nella seduta di ieri alla Camera dei Comuni il Signor King domandò al Segretario di Stato per gli Affari Esteri se la risposta degli Stati Uniti alla Nota pontificia, pubblicata il 29 agosto scorso era stata data in seguito a ,consultazione degli alleati o se non era che la risposta esclusiva del governo degli Stati Uniti, nel qual caso l'interrogante desiderava sapere se la politica nei riguardi della Germania, accennata nella risposta del predetto governo, è uguale a quella del Governo britannico.

Avendo Lord R. Ceci! risposto negativamente alla prima parte dell'interrogazione, il Signor King domandò se gli alleati intendono rispondere alla nota pontificia.

Lord R. Cecil rispose che era meglio non insistere sull'interrogazione.

Nella medesima seduta Sir N. Griffiths chiese al Primo Ministro se il Governo britannico prenderà le misure necessarie, d'accordo con gli alleati, per smentire qualsiasi negoziato sulle condizioni della pace, sia pel tramite della diplomazia segreta che del Vaticano.

Lord R. Cecil rispose che nessun negoziato del genere aveva avuto luogo.

247

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. GAB. 1740. Roma, 20 ottobre 1917, ore 20.

Questa ambasciata britannica mi ha rimesso un promemoria così concepito:

Che qualche malinteso esiste circa le intenzioni per le quali è da tenersi la Conferenza degli Alleati è provato dall'idea di farvi partecipare un rappresentante del Soviet. Lo scopo per cui questa conferenza è riunita è di considerare i metodi della guerra e non i termini della pace. Per quanto importante possa sembrare il secondo argomento è il primo che ha il più immediato e pratico interesse. In origine l'invito del Governo francese alle potenze fu per una conferenza di guerra ed è soltanto ad una conferenza di guerra che il delegato degl'i Stati Uniti è autorizzato dal suo Governo a prender parte. Il fatto che qualcuna delle questioni nelle quali le potenze sono interessate possa essere trattata nelle conversazioni private e non ufficiali a Parigi fra i rappresentanti delle potenze non autorizzerebbe ad allargaTe gli scopi della conferenza ufficiale.

Per quanto si può giudicare il 16 novembre sarebbe la data più conveniente per la conferenza. I tre o Quattro giorni che precedono potrebbero essere dedicati a conversazioni ufficiose. La data di cui sopra tornerà probabilmente accetta al rappresentante americano ed anche si spera ai russi.

Quanto precede per sua opportuna conoscenza.

248

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1373. Roma, 20 ottobre 1917, ore 23.

Suo telegramma 531 (1).

Ambasciata inglese confermando Stati Un'iti aderiscono in princtp10 desi

gnare loro rappresentante nel comitato interalleato in Europa aggiunge tale

rappresentante potrebbe assumere presidenza.

Codesto ambasciatore inglese ha ricevuto istruzioni fare all'uopo passo formale presso Governo federale e Governo britannico mi ha chiesto V. E. appoggi tale passo.

AutorizzaLa aglre in tal senso.

(l) Cfr. n. 232, pag. 170.

249

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

T. 1374. Roma, 20 ottobre 1917, ore 23.

Per V. S. e per Mayor.

Ambasciata inglese comunicandomi che Stati Uniti aderiscono in principio designare loro rappresentante comitato interalleato in Europa aggiunte tale rappresentante potrebbe assumere presicdenza.

Ambasciatore ·inglese Washington ha ricevuto istruzioni fare in tal senso passo formale presso Governo federale e codesto Governo chiede che Cellere appoggi tale passo.

Pur mantenendo pensiero da me espresso con telegramma 1265 (l) ritengo non ci sia possibile opporci epperò telegrafo Cellere nel s·enso desiderato da codesto Governo.

250

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2802/335. Parigi, 20 ottobre 1917, ore 23

(per. o1·e 3 del 21).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1098 (2).

Ho fatto presente a Margerie l'opportunità che la censura francese spieghi un'azione identica e concorde colla nostra per quanto si riferisce alle notizie che giungono dalla Russia. Margerie ha riconosciuto che in Francia si .lascia troppo pubblicare ma scagiona la censura del ministero degli Mfari Esteri che è severamente applicata. Mi ha detto ne ·intratterrà Ribot.

9 -Documenti dipLomatici -Serie V -Vol. IX

(l) -Del 22 settembre, non pubblicato: l'eventuale presidenza assegnata al rappresentante americano presso il Comitato Interalleato in Europa non conviene all'Italia anche perché gli Stati Uniti non sono in guerra con l'Austria Ungheria. (2) -Non rinvenuto.
251

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2812/436. Pietrogrado, 20 ottobre 1917, ore 15,15 (per. ore 14,10 del 23).

Neratoff mi ha detto che le sfere militari dirigenti ammetterebbero l'invio in Russia di tre o quattro divisioni giappones·i che concorreTebbero alla difesa del fronte nord per arrestare l'eventuale avanzata germanica su Pietrogrado, ma 'le difficoltà provengono oggi dal Giappone. L'ambasciatore del Giappone dal canto suo mi ha detto che il suo Governo non prenderebbe in considerazione che una spedizione di g'rande stile e cioè con mezzi tali (un milione e mezzo di uomini) da battere l'esercito tedesco ma che le difficoltà tecniche per un simile invio sono insuperabili. Quanto ad un piccolo invio di truppe non è il caso di parlarne, la loro situazione in Russia e di fronte ai nemici essendo troppo aleatoria.

252

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2813/437. Pietrogrado, 20 ottobre 1917, ore 15,05 (per. ore 14,10 del 23).

19 ottobre. Ho rimesso oggi a Terescenko nostra nota di riserva per l'isola di Castellorizzo di cui al suo telegramma n. 1328 (1).

253

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2822/435. Pietrogrado, 20 ottobre 1917, ore 16,05 (per. ore 13 del .24).

19 ottobre.

Mentre il peso della guerra contro l'Austria-Ungheria grava ognora più sull'Italia sembra che l'interesse di alcuni circoli politici alleati, assorbiti forse dalla lotta contro la Germania, si intiepidisca per la causa che noi senza vanti, ma con molti fatti, sosteniamo in favore delle nazionalità oppresse della duplice monarchia. V'è persino a temere che non manchi in questi circoli chi considera

la nostra guerra soltanto una competizione itala-austriaca, la quale quand'anche restasse senza soluzione definitiva servirebbe ad ostacolare la impressionante forza espansiva dell'Italia. Essi dimenticano però che fallirebbero lo scopo comune della guerra se la liberazione delle nazionalità, oggi sostenuta quasi esclusivamente dall'Italia, rimanesse un voto platonico. Essi dimenticano altresi che per fiaccare il germanesimo è necessario scomporre l'Austria-Ungheria e che anche strategicamente su quest'ultima si devono concentrare gli sforzi per la più sollecita fine della guerra. L'opportunità di contrapporre a quella ,tendenza una estesa ed intensa propaganda mi sembra matura. La costituzione a questo scopo di un comitato composto di rappresentanti di tutte le nazionalità soggette all'Austria Ungheria sarebbe a mio avviso meritevole di incoraggiamento. Con tali comitati di coalizione si sfaterebbero i dubbi dei germanofili e a noi dannosi circa l'inconciUabilità di alcune stirpi slave con l'italiana e si attenuerebbero le relative polemiche della stampa; si contrasterebbe la corrente in favore di una Jugo-slavia nell'orbita austriaca (che sarebbe per noi la peggiore delle soluzioni) e con l'efficacia di una azione concorde si richiamerebbe un p'iù vivo interesse pubblico sulla lotta contro l'Austria-Ungheria e una più viva agitazione nell'interno di questa.

Naturalmente dal programma del comitato si dovrebbe ora eliminare ogni argomento che potesse dar luogo a dissensi e porvisi invece in evidenza il grande comune scopo e la conditio sine qua non della riduzione dell'Austria-Ungheria. Quanto al programma mi permetto di riferirmi anche ai concetti esposti nel telegtramma 428 (1).

Il dott. Gayda, assaggiando presso elementi czechi, jugoslavi, romeni, polacchi, avrebbe trovato disposizioni favorevoli per la costituzione di un simile comitato a Pietrogrado. Se V. E. ed il ministro Scialoja non vi hanno obiezioni egli potrebbe procedere in via beninteso del tutto estranea alla R. ambasciata agli opportuni passi per la formazione di un primo comitato. A questo scopo converrebbe inoltre che e~li fosse munito di un mandato da parte di un'associazione irredenta in Italia. Egli lo solleciterebbe presso il Conte Samminiatelli ed il comm. Scornio con telegramma che separatamente trasmetto all'E. V.

(l) Cfr. n. 167, pag. 113.

254

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2837/438. Pietrogrado, 20 ottobre 1917, ore 21,20 (per. ore 16,40 del 25).

Telegramma di V. E. n. 1686 (2).

Ministro degli Affari Esteri mi ha dichiarato che tutti i membri della missione russa alla conferenza di Parigi saranno di nomina governativa e avranno un programma unico e cioè quello del Governo di cui sarà interprete

il capo della missione ossia il ministro degli Affari Esteri. Avendo io osservato che comitato esecutivo dei Soviet aveva determinato il suo programma (mio telegramma odierno 1110) (l) e che questo era in assoluto contrasto col presumibile programma ~overnativo. Terescenko mi riaffermò che i·l Governo non avrebbe derogato in alcun modo dal principio della unicità di direttive della missione e che qualora ciò riuscisse impossibile egli rrinunzierebbe a recarsi a Parigi. Ho motivo di credere che Terescenko abbia in vista riunioni per scambi di vedute fra i soli ministri le quali precederebbero la conferenza ove, in sostanza se non nella forma, non si farebbe che ratificare le decisioni adottate nelle riunioni suddette. Queste ultime potrebbero aver luogo a Londra oppure altrove per minor disagio di V. E. Egli suggerisce rinvio data •convegno a Parigi al 22 novembre nuovo stile perché si trovi così il tempo per le riunioni... (2). Rinvio non verrebbe annunziato che dopo la partenza della missione da Pietrogrado.

Buchanan mi ha detto che Balfour non g1li ha finora comunicato obiezioni ci<rca composizione missione russa. Ambasciatore di Francia ha notizia che Ribot sta concertandosi in proposito con V. E. e con Balfour.

Anteriore pubblicazione del surriferito programma del comitato esecutivo dei Soviet crea seri imbarazzi a Terescenko e può mettere in forse suo intervento alla conferenza.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 216, pag. 155.
255

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4501/1209. Londra, 20 ottobre 1917.

Con riferimento al telegramma ministeriale n. 1314, del 5 corrente (3), mi onoro di informare V. E. che non ho mancato di assumere presso questo Governo, le opportune informazioni circa i passi che la Turchia intenderebbe di fare prossimamente per riconciliarsi col Re dell'Hegiaz.

Il Foreign Office mi ha ora risposto colla nota che, ad ogni buon fine, mi onoro di quì unito trasmettere in copia. Da essa risulta che al Foreign Office sono giunte eguali voci a quelle indicate da V. E., ma che questo Governo ritiene, anche se esse fossero vere, che non vi sia ragione di allarmarsi, fiducioso com'è che il Re dell'Hegiaz rifiuterà di prestar ascolto alle proposte turche.

La nota aggiunge che, secondo ultime notizie, l'ex-Kedivé avrebbe lasciato la Svizzera per Costantinopoli.

ALLEGATO

BALFOUR A IMPERIALI

CONFIDENZIALE. Londra, 18 ottobre 1917.

The Secretary of State for Foreign Affairs presents his compliments to the Italian Ambassador and, in reply to His Excellency's memorandum No. 4257 of the 5th instan,t, rrelative to the ex-Khedivé of Egypt, has the honour to state that

H.M. -Government have received a report regarding Abbas Hilmi's intentions similar to that which has reached the Italian Government. H.M. -Government do not consider, however, that the information, even if correct, need be viewed with serious apprehension as they are confident that the King of the Hejaz will refuse to listen to any overtures which may be addressed to him by the Turkisch Government. - H.M. -Minister at Berne, the ex-Khedive has left Switzerland for Constantinople.
(l) -Cfr. n. 260, pag. 187. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Non pubblicato, ma cfr. p. 130, nota.
256

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 577/115. Corfù, 20 ottobre 1917.

Rispondo al dispaccio del 6 corrente (1).

Quanto è stato riferito a V. E. circa i pochi montenegrini che trovansi a Corfù è, nel complesso, esatto. Trattasi per lo più di montenegrini arrolatisi in America per venire a battersi per l'ideale jugoslavo e ~che, giunti qua, sono stati irritati dalle arie di superiorità dei serbi, o, fors'anco, dall'aver compreso che l' • ideale jugoslavo » comportava secondo i serbi la scompa•rsa dello Stato montenegrino.

Su un lato piuttosto delicato della questione, cioè i tentativi di partenza da Corfù per •l'Italia di montenegrini aventi contratto un impegno militare colla Serbia, ho riferito col rapporto n. 111 del 10 corrente (l) incrociatosi col dispaccio di V. E.

257

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1377. Roma, 21 ottobre 1917, ore 19,30.

Mi riferisco... (2) precedente. R. incaricato d'affari ad Addis Abeba ha telegrafato richiesta Ras Tafari ottenere permesso importazione 3.000 fucili che trovansi Gibuti, motivando richiesta su necessità armare suoi fidati partigiani

a difesa intrighi suoi nemici. Richiesta Tafari veniva contemporaneamente presentata questo ministero da ambasciata francese Roma.

Ho risposto alla R. Legazione ed a ambasciata francese che data incertezza situazione Governo etiopico e dati ripetuti precedenti dinieghi R. Governo non riteneva opportuno concedere permesso tremila fucili. Ho poi osservato che questione armi alla Etiopia è ora oggetto d'i nuovo esame da parte Potenze alleate per nostra iniziativa e con criterio Testrittivo. Quanto precede per opportuna norma di V. E.

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato,
258

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2834/439. Pietrogrado, 21 ottobre 1917, ore 20 (per. ore 15,43 del 25).

Mi riferisco al mio telegramma Gab. n. 435 (1). Sempre che V. E. ed il min:istro Scialoja non vi abbiano obiezioni, sono a pregarLa di comunicare al conte Sanminiatelli ed al comm. Scendic il seguente telegramma di Gayda:

• Sto concertando con rappresentanti czeco-slovacchi, jugoslavi, polacchi e romeni, la creazione di un comitato di coalizione delle nazionalità oppresse 'in Austria-Ungheria. Tale comitato di stampa e agitazione deve avere lo scopo di difendere nei paesi alleati e nell'Austria-Ungheria suoi elementi nazionali per combattere l'indifferenza alle tendenze austrofile che si disegnano in alcuni paesi ed intensificare fra i popoli austriaci le agitazioni nazionali secondo il nostro programma. Il comitato escluderà punti contestati o controversi fra le varie nazionalità attenendosi ad una formula generale d'accordo. Ritengo azione dovrebbe estendersi a Londra e Parigi. Permettomi intanto sollecitare, per debito di formalità, di precisare il mandato di trattare a nome degli italiani irredenti che potrebbe essermi conferito dal comitato emigrazione trentinaadriatico oppure da altri irredenti. Data urgenza accordo sostanziale già raggiunto sarei grato di soUec'ita risposta •.

259

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A MADRID, BONIN, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 1382. Roma, 22 ottobre 1917, ore 22.

Mi viene riferito e segnalo la notizia alla E. V. che con l'invio del nuovo ambasciatore la Francia spererebbe in un futuro accordo tra Governo francese e Governo spagnuolo. Spagna concederebbe forte prestito alla Francia che da parte sua concederebbe speciali facilitaz·ioni per importazione prodotti spagnuoli e principalmente vini.

(l) Cfr. n. 253, pag. 182.

260

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3877/1110. Pietrogrado, 22 ottobre 1917 (per il 25 ).

20 ottobre. Comitato centrale dei Soviet ha approvato seguenti istruzioni al suo delegato alla conferenza di Parigi: nuovo trattato sugli scopi della guerra deve essere pubblico e basato sul principio di una pace senza annessioni né contribuzioni e diritto dei popoli di scegliere propria sorte. Questione territoriale: l) Condizione imprescindibile per conclusione pace deve essere ritiro

de1le truppe germaniche dai territori russi occupati. Russi lasceranno libera scelta propria sorte ai polacchi lltuani e lettoni. 2) Armenia turca riceverà piena autonomia e otterrà diritto scelta propria sorte dopo che nel paese verranno insediate autorità locali e create garanzie internazionali. 3) Questione Alsazia Lorena verrà risolta in base libero plebiscito di queLle popola~ioni. Plebiscito verrà organizzato dalle autorità locali dopo il ritiro delle truppe dei due gruppi belligeranti. 4) Belgio verrà restituito nelle sue primitive frontiere e rifusione dei danni da esso subiti verrà prelevata da un fondo internazionale. 5) Serbia e Montenegro verranno restituiti ricevendo soccorsi materiali del fondo internazionale. Serbia deve ottenere sbocco al mare. Autonomia Bosnia Erzegovina. Territori contestati nei Balcani otterranno autonomia provvismia seguita da plebisc'ito. 6) Romania ristabilita nei suoi primitivi confini si obbligherà a lasciare pieno diritto di disporre delle proprie sorti aUa Dobrugia che riceverà immediata autonomia provvisoria. Romania si obbligherà ad applicare deliberazioni del Congresso di Berlino circa israeliti abolendo ogni restrizione di diritto a loro danno. 7) Nei territori italiani appartenenti aH'Austria verrà istituita autonomia e organizzato plebiscito che deciderà delle loro so:cti. 8) Restituzione colonie germaniche. 9) Restaurazione Grecia e Persia. Libertà dei mari. Neutralizzazione stretti che danno accesso ai mari interni ed a quelli dei canali di Suez e Panama. Libertà navigazione mercantile. Abolizione delle navi corsare. Interdizione silurare navi mercantili. Combattenti rinunceranno a rifusione di danni diretti o ind·iretti e verranno restituite tutte le contribuzioni prelevate durante la guerra. Trattati di commercio non faranno parte integrale del trattato di pace e Potenze si obbligheranno ad astenersi da qualsiasi blocco economico o alleanza per dopo guerra ed a concedere a tutte le nazioni clausola de<lla nazione più favorita. Pace verrà stipulata al

futuro congresso dai rappresentanti delle istituzioni popolari. Condizioni pace saranno ratificate dai Parlamenti (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 1339 del 26 ottobre.

261

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2895/477. Jassy, 22 ottobre 1917, ore 21,30 (per. ore 5,50 del 31).

Mio telegramma Gab. n. 475 (1).

Programma della permanenza qui di Masaryk è stato cambiato in seguito agli inviti che gli sono stati fatti. Stamane egli ha fatto colazione dal ministro di Serbia insieme a Take Jonesco e ad altre personalità rumene. Stasera pranzo a Co11te insieme ai ministri d'Italia, d'i Serbia, di Russia e d'America, quest'ultimo perché d'origine czeca. Domattina ministri esteri sono invitati con lui a colazione dal ministro dell'Istruzione Pubblica. Masaryk mi ha annunziato la sua partenza per stasera. Bratiano e Take Jonesco mi hanno parlato dei colloqui avuti con Masaryk e dai quali hanno riportato una impressione molto soddisfacente. Ad ambedue egli ha detto che vuole tenersi lontano da ogni velleità panslavista e che considera indispensabile per la riuscita del Congresso delle nazionalità dell'Austria Ungheria l'intesa con l'Italia. Ha aggiunto di avere visto a Pietrogrado quel R. ambasciatore e di essersi messo completamente d'accordo con lui. Come sede del congresso 1\-Iasaryk aveva pensato a Cristiania o a Parigi. Bratiano è contrario a Cristiania come a qualunque altra capitale neutrale perché esso·, teme che il Governo austro-ungarico vi organizzi per suo conto un congresso delle nazionalità il quale faccia da contrappeso al congresso predetto. Masaryk avrebbe allora voluto tenere il congresso a Parigi facendolo coincidere con la conferenza interalleati, giacché riteneva che questa conferenza dec'idesse degli scopi della guerra e l'ha consigliato a ritardare il congresso per aver tempo di organizzarlo meglio. Circa data Masaryk ha finito col riservarsi di prendere una decisione al suo imminente dtorno a Pietrogrado dopo aver conferito coi suo'i ambasciatori. È tuttavia rimasto d'accordo con Bratiano sul numero dei delegati di ciascuna nazionalità il quale dovrebbe essere di tre o cinque al massimo e sul programma che dovrebbe escludere tutto ciò che potesse provocare dissensi tra le nazionalità e limitarsi quindi a proclamare la necessità dela divisione dell'Austria Ungheria ed il diritto delle varie nazionalità che attualmente ne fanno parte a costituirsi in Stati indipendenti od unirsi agli Stati di uguale stirpe già esistenti. Take Jonesco mi ha detto pure che Masaryk (il quale è accompagnato da un capitano czeco dei corpi d'armata in formazione in Russia) afferma che il primo corpo d'armata è completo di 42 mila uomini ed ufficiali czechi fino al grado di capHano e russi pe'r i gradi superiori. Questi corpi d'armata mancano solamente dell'artiglieria, la quale però è forni.ta dall'Inghilterra e sarebbe anzi già giunta in Russia. Masaryk desidererebbe che il primo corpo d'armata anziché andare a Kiew ove è destinato, venisse in Roman'ia.

(l) Non pubblicato.

262

IL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI BRITANNICO, BALFOUR, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

N. 194362/W/ 44. Londra, 22 ottobre 1917.

With reference to my Note of the 9th instant, relative to the trade be,tween Eritrea and the coastal ports of Arabia, I have the honour to state 'that I have now received from the British Authorities concerned a report on the whole subject.

As you are aware, all the difficulties have arisen from the fact that, as part of the generai scheme of the wa:r, a British blockade of the Arabian coast at the southern end of the Red Sea became a military necessity.

A certain amount of loss to trade is an inevitable result of such a blockade; and when, as often happens, individuai traders endeavour in their own interests to evade the blockade, regrettable incidents are apt to occur.

In order to make the blockade effective, inoreasing restrictions have had to be placed upon the number of dhows trading with Jaizan. These restrictions apply equally to French and British trade, and, as far as I am aware, Italian traders are at no disadvantage as compared with their French and Br'itish brethren. If indeed we can base conclusions upon the pre-war trade of the three countries with this part of the Arabian coast, it would seem that the blockade has inflicted a far greater loss upon French and British commerce than upon that of Italy.

I hope that these considerations will convince you that the inevitable losses caused by the blockade do not press with any exceptional severity upon ltalian interests, and that the regulatioilJS which have been laid down are not only fair in themselves, but are an unavoidable consequence of the war conditions now prevailing in the southern portion of the Red Sea.

263

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 2866/485. Jassy, 23 ottobre 1917.

Riferisco con preghiera mantenere segreto che il Re di Romania, a mezzo Misciù, dirige oggi al Re d'Inghilterra un telegramma molto energico chiedendo:

l) mantenimento della divisione serba sulla fronte romena;

2) invio sulla fronte stessa del corpo d'armata ceco;

3) sollecito invio di viveri, abiti, biancheria, medicine ecc.

Telegramma contiene amare recriminazioni per la condizione in cui è lasciata Romania (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. gab. 1745 del 29 ottobre.

264

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 2815/362. Atene, 23 ottobre 1917, ore 14 (per. ore 0,10 del 24).

Da qualche tempo si parla con insistenza dei progetti di matrimonio del re Alessandro con la signorina Manos, figlia del secondo scudiero di corte del <re Costantino, ora in Svizzera con lui. Nei circoli realisti questo progetto è considerato con aperta ostil'ità e molti mi hanno assicurato che ciò condurrebbe ad una nuova rivoluzione comprometterebbe completamente il prindpio monarchico in Grecia. Mi sto accorgendo che il ministro di Francia e quelli fra i ministri greci che più gli sono ligi favoriscono sotto mano il progetto e data passione amorosa del giovane sovrano non è da escludere che possa riuscire. Se queste macchinazioni portassero allo stabilimento della repubblica in Grecia i piani francesi verrebbero completati perché repubbl'ica qui significherebbe tale un disordine ed uno sfacelo da dar facile ,pretesto ad un nuovo intervento delle Potenze protettrici che naturalmente, come al soJito, sarebbe in modo preponderante un intervento francese, segnando un passo ulteriore nello stabilimento del protettorato francese in Grecia, via su cui si è già tanto avanti.

Mi si assicura Ven:izelos la prima volta che (sembra dal re stesso) ebbe conoscenza del divisato matrimonio, vi si dichiarò contrario ma poi pare che si è riconciliato con quell'idea.

Solo rimedio potrebbe essere forse spingere progetto che sembra si sia ventilato di far sposare al re una principessa inglese.

V. E. giudicherà se sia il caso di tenere :parola di tutto ciò a Londra. Mi sembra comp<rendere che questo ministro d'Inghilterra sarebbe desideroso di entrare in argomento con me ma trattandosi di cosa assai delicata non lo farò senza autorizzazione di V. E.

265

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2816/338. Parigi, 23 ottobre 1917, ore 21,20 (per. ore 4 del 24).

Painlevé tenta, come si prevedeva, il rimpasto. Da molti si crede non sia probabile egli possa conserva<re la presidenza del Consiglio ma generalmente si desidera egti rimanga ministro della Guerra. In seguito alla riconchliazione di Clemenceau con Poincaré si crede non improbabile un ministero ClemenceauThomas del quale potrebbe far parte Barthou. Però Painlevé tenta il rimpasto limitando a liberarsi di Ribot che potrebbe essere sostituito forse da Jonnart.

Tutto dò è semplice eco deLle voci che circolano ma la soluzione è tanto incerta che nessuno sa fare previsioni.

266

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4617/1245. Londra, 23 ottobre 1917.

Come il R. incaricato d'affari ebbe a riferire col suo rapporto n. 1195 del 19 corrente (1), alla domanda del famigerato signor King se gli alleati intendono rispondere alla nota pontificia per la pace, lord R. Cecil rispose, pochi giorni sono, coll'invitare il deputato a presentare un'interrogazione in proposito, lasciando così chiaramente intendere che sarebbe stato meglio non insistere sull'argomento.

Malgrado tale risposta di lord R. Cecil, il signor King, nella seduta di ieri presentò al segretario di Stato per gli Affari Esteri un'interrogazione per sapere se gli alleati manderanno una risposta collettiva alla nota pontificia per la pace o se la risposta data dagli Stati Uniti deve considerarsi comprendere quella degli alleati.

lil signor Trevelyan interrogò a sua volta il primo ministro circa l'intenzione o meno del governo britannico di rispondere alla nota pontificia.

A tali interrogazioni il signor Balfour rispose che non v'è finora motivo di aggiungere nulla alle dichiarazioni che già sono state fatte al riguardo dal Governo.

267

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2626/790. Berna, 23 ottobre 1917.

Ho l'onore di trasmettere qui unito all'E. V. il secondo numero deil Bulletin Monténégrin, Oil·gano del noto Comitato montenegrino per l'Unione nazionale presieduto dall'ex presidente del Consiglio montenegrino Andrea Radovich.

Sull'attività di tale comitato ebbi occasione d'intrattenermi alcuni giorni or sono col signor Dusann Gregovich, già maresciallo di Corte del Re Nicola e ministro degli Affari Esteri, il quale risiede da più di un anno a Ginevra. Il Gregovich si è espresso piuttosto sfavorevolmente sull'azione svolta dal Comitato in parola. Secondo lui tale azione non è che l'espressione di un crocchio relativamente poco numeroso e poco importante di emigrati politici matlcontenti e disillusi nelle loro ambizioni personali. Essi si atteggerebbero a legittimi rappresentanti delle tendenze oggi prevalenti nel piccolo reame ma tale atteggiamento sa<rebbe arbitrario, giacché, da notizie che il Gregovich diceva di

aver assunte da buona fonte, i montenegrini sarebbero tutt'a<ltro che unanimi, anche all'infuori dei drcoli di Corte, nel desiderare una dedizione senza condizione ed una fusione col nuovo Stato jugoslavo. Tutti questi movimenti d'opinione, provocati artificiosamente da alcune personalità che perseguono fini personali atteggiandosi a salvatori della patria sono, concludeva il Gregovich, prematuri e, come tali, potrebbero anche nuocere gravemente alla causa per la quale esse pretendono di combattere. Il Gregovich mi diede lettura di una lettera che egli aveva diretto in tal senso a questo Ministro di Serbia (1).

(l) Cfr. n. 246, pag. 179.

268

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2824/364. Atene, 24 ottobre 1917, ore 14,30 (per. ore .21).

Il re mi ha invitato ieri a colazione e mi ha intrattenuto lungamente a colloquio. Si è amaramente !agnato dei provvedimenti del suo Gove~no: terrorismo, persecuzioni, vendette personali, calunnie, delazioni. Gli hanno tolto d'intorno la maggior parte delle personi fedeli alla dinastia; le ·poche che restano non tarderanno a dover partire; gli pagano a rilento la lista civile; egli è imbarazzato a provved~e al mantenimento della Corte reale ed al sostentamento della sua famiglia in Svizzera interamente a suo carico avendo re Costantino rifiutato l'assegno propostogli dalle Potenze protettrici. Anche per la proprietà privata della famiglia il Governo greco fa vessazioni di ogni sorta per impedi·re [a regolare amministrazione.

Malumore è generale nel Paese ed esso si manifesta soprattutto in una avversione del popolo a prender parte alla guerra. Al solo annunzio di un prossimo 'invio alla fronte oltre 800 reclute hanno disertato.

Nel seno dei venizelisti appaiono gravi dissidi ed il re aveva dovuto testé firma1re 111 decreto di destituzione del capo della polizia che era stato finora uno dei più saldi appoggi del partito.

Allorquando Venizelos gli parla di politica estera non fa che procurar di mettere in cattiva luce l'Italia. Parlando del suo prossimo viagg.io ha detto

• disgraziatamente dovrò passare per l'Italia •. Il re mi ha detto 1la sua soddisfaz'ione per la rinnovata missione italiana per la riorganizzazione della gendarmeda ellenica. Al colonnello Gandini che gli prometteva di creare in Grecia un corpo simile a auP.llo dei Carabinieri Reali, egli ha detto: Spero che saprete ispirargli il sentimento di fedeltà al sovrano che è stato sempre la gloria di Carabinieri Reali.

(l) Annotazione marginale: « 30/X. Salerno: In visione al barone Romano»,

269

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMMISSARIO GENERALE PER l RIFORNIMENTI, MAYOR, A LONDRA

T. 1388. Roma, 24 ottobre 1917, ore 22.

Macchi interessato nel senso del telegramma di V. E. n.... (l) telegrafa aver sempre vigilato az"ione Francia Inghilterra Washington per ottenere tonnellaggio amedcano recente manifestazione bisogni francesi avvenuta un mese addietro egli colse subito occasione per presentare Shipping Board memoriale esponente nostri bisogni. D'altro lato, secondo Macchi, ing.lesi e francesi sarebbero in gran parte responsabili ritardo Stati Uniti fornirci tonnellaggio: inglesi ostacolando politica tonnellaggio nord-americano, francesi con domande truppe americane in Francia e relativa dispersione tonnellaggio della quale risentirebbero oggi tristi effetti. Sembra anzi che Painlevé abbia telegrafato Tardieu far presente Governo Washington necessità sospendere invio truppe americane ·in Francia per utilizzare tonnellaggio drca approvvigionamenti più urgenti e vitali. Pur tenendosi opportunamente estraneo conflitto interessi anglo-americani Macchi dichiara aver sempre perseguito nostri interessi. In recente nota rimessa e commentata verbalmente al segretario di Stato egli ha prospettato nuovamente anche sotto aspetto politico gravissimo problema nostra alimentazione e nostri trasporti. Sullo stesso argomento ha intrattenuto Shipping Board e Food Controller. Risulta che Wilson ha preso personale interesse alla cosa promuovendo conferenza apposita fra War Trade Board Shipping Board e Food Controller. Macchi riservasi telegrafare risultati, dei quali terrò al corrente V. E.

270

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3871/649. Berna, 24 ottobre 1917, ore 8,40 (per. ore 1,30 del 25).

Seguito mio telegramma n.... (1).

Miei colleghi Francia Inghilterra hanno telegrafato rispettivi Governi comunicazione Scherrer Fullemann confermando anche loro ·circa opportunità opporsi nel modo più efficace alla partecipazione delegati provenienti da Stati Intesa alla conferenza. Ministro Inghilterra che considera senza altro Conferenza come manovra tedesca intende ritirare passaporti a sudditi inglesi residenti Svizzera i quali nonostante opposizione suo Governo prendessero parte conferenza. Tra i membri delle commissioni trovo nomi del Bignami, dell'Urna

no, del Ghisleri, del Michels. Qualora V. E. lo ritenesse opportuno potrei adoperarmi perchè almeno gli ultimi due e forse anche l'Umano ritirassero .Ja loro adesione.

Prego telegrafarmi istruzioni.

(l) Il numero è illeggibile.

271

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3878/1115. Pietrogrado, 24 ottobre 1917, ore 12,30 (per. ore 10,40 del 25).

Seguito mio telegramma n. 1110 (1).

Verrà soppressa diplomazia segreta. Governi si obbligheranno a non più concludere trattati segreti. Questi ultimi, se conclusi, non avranno valore. Trattati non entreranno in vigore se non dopo approvazione Parlamenti. Disarmo graduale forze navali e terrestri e istituzione milizie. Lega per la pace proposta da Wilson potrebbe essere accolta a condizione che tutti gli Stati vi partecipino a parità di diritto e venissero democratizzati. Alleati dovranno dichiararsi pronti ad iniziare trattative di pace appena che avversari vi consentiranno, con rinuncia a conquiste. Alleati 'rinunzieranno altresì a trattative segrete di pace e si obbligheranno concludere pace in un congresso e vi parteciperanno anche neutrali. Verranno eliminati tutti gli ostacoli aLla conferenza dl Stoccolma e consegnati passaporti ai delegati (2).

272

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 2828/474. Londra, 24 ottobre 1917, ore 10,30 (per. ore 12,35 del 25).

Balfour condivide pienamente impressione di V. E. che cioè offerte di pace tedesche erano una semplice manovra. L'unico punto degno di nota era, a suo parere, il fatto che per la prima volta Germania le aveva fatte per un tramite ufficiale. Chiesto~i se alla risposta data eras'i in alcun modo replicato, rispose negativamente, osservando il silenzio nemico da lui preveduto non cagionavagli alcuna sorpresa. Dalle prime indagini finora eseguite e che cercherò di continuare sarei indotto a ritenere che ritardata comunicazione agli alleati sia precipuamente dovuta alle cause accidentali che io additai a

V. E. (assenza di ministri, solite lentezze burocratiche, prolungate discussioni Gabinetto dl guerra). Finora almeno non avrei del pari motivo per corroboraTe sospetto previa comunicazione alla Francia.

(l) -Cfr. n. 260, pag. 187. (2) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 1400 del 26 ottobre.
273

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3884/1113. Pietrogrado, 24 ottobre 1917, ore 12,30 (per. ore 13 del 25 ).

21 ottobre.

Ieri si è inaugurato Consiglio provvisorio della Repubblica. Kerenski vi dichiarò che compito del Consiglio è d'ifesa patria e riorganizzazione esercito per scacciare nemico cui successi sono dovuti unicamente alla debolezza russa, e che Governo provvisorio ha dati per poter assicurare che popolo russo, volendo, potrebbe uscire dalla presente situazione molto più presto di quanto lo pensino suo'l nemici. Fece elogio marina ma dichiarò che truppe di terra non oppongono dovuta resistenza al nemico. Della vergogna e sventura che colpisce Russia egli, disse, sono colpa ignoranza ereditata dal vecchio regime e propaganda anti-patriottica che vinse esercito. Soluzioni diplomatiche dei problemi suscitati dalla guerra sono strettamente collegate colle forze dell'esercito. Democrazia russa vuole pace e ritorno alla pacifica collaborazione dei popoli ma non piegherà mal capo sotto una forza brutale che offenda sua coscienza del diritto e della giustizia. Kerenski fece quadro fosco deHa situazione dipingendo crisi viveri combustibili e incombente sfacelo economico. Dichiarò che tutte le misure prese per rimediare a tanti mali si sono spezzate contro apatia e incoscienza dei circoli responsabili dinanzi al ... (l) e alla libertà. Disse che solo ripristinamento industrie disciplina esercito possono salvare Paese e che soluzione questione agraria interessa soprattutto coloro che colla rovina della libertà e della rivoluzione russa perdm-ebbero ogni possibilità di effettiva riforma agraria possibile soltanto col possesso di sufficiente numero di terre. Presidente del Consiglio provvisorio Avkesentieff mandò caloroso saluto a"i popoli alleati dichiarando che nella triste ora presente Russia deve rinfrancarsi al pensiero che alleati sono vincolati ad essa dal sangue insieme sparso e dalle aspirazioni ad una prossima ed onorata pace. Rappresentanti dei massimalisti e internazionalisti assemblea si levarono in piedi salutando rappresentanti potenze alleate presenti. Massimalista Trotzki dopo aver violentemente attaccato Governo e Consiglio provvisorio che disse strumento della borghesia ·invitò suoi compagni abbandonare Consiglio e mettere in guardia operai soldati e contadini di tutta la Russia. Terminò gridando evviva immediata e onorata pace democratica, tutto il potere ai Soviet, tutta la terra al popolo, evviva la Costituente. Massimalisti abbandonarono la sala fra le recriminazioni dell'assemblea.

(l) Gruppi indecifrati.

274

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2836/472. Londra, 24 ottobre 1917, ore 22,30 (per. ore 14 del .25).

Parlando ieri con Balfour della prossima conferenza di Parigi, gli significai in modo categorico la ferma decisione di V. E. di non parteciparvi qualora alla mede•sima si pensi di fare assistere una rappresentanza del Soviet. Tale decisione, dissi, è • finale • e su1la medesima V.E. non intende in alcun caso ritornare. Balfour prese nota e, senza dirmelo apertamente, mi lasciò intendere che egli la pensava come V.E. Da informazioni private, avrei motivo di credere che la decisione di V.E., già notificata da Borghese, sia giunta molto gradita. Dai colloqui avuti ieri ed oggi con Balfour, Hardinge ed altri, ho potuto rendermi conto del sentimento di .totale sfiduc'ia e disillusione qui prevalenti a riguardo della Russ!Ìa e degli uomini che ora la governano a cominciare da Kerensky. Nella ignoranza totale in cui siamo tuttora deUe E;Ventuali proposte del sedicente Governo russo, permettomi, condividendo parere di Carlotti (telegramma di V. E. Gab. 1700) (l) di rappresentare a V. E. opportunità di un previo e ·confidenziale scambio di vedute tra Roma, Londra e Parigi per non essere presi di sorpresa, ed adottare identica linea di condotta in caso, sia di inaccettab'ili proposte di revisione di accordi preesistenti, sia di nuove esigenze per impegni ed affidamenti alla Russia, di continuare ad esempio guerra fino alla restituzione delle regioni ora perdute unicamente per colpa del Governo rivoluzionario. È questo, a m:io remissivo parere, un punto capitale importanza sul quale una previa intesa italo-francese-britannica sarebbe altamente desiderabile.

275

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2837/473. Londra, 24 ottobre 1917, ore 22,20 (per. ore 15,30 del 25).

Giusta istruzioni verbali di V. E. intrattenni ieri Balfour sospeso sussidio Montenegro, rappresentando necessità di l'iprendere pagamenti. Ministro degli Affari Esteri, interrogato ufficio competente, mi assicurò sussidio già interrotto durante tre mesi per ragioni di contabilità, è stato ristabilito fin dal luglio. Il Re Nicola però continua a lagnarsi di non averlo ricevuto. Si stanno ora eseguendo indagini per accel'tare se vi è stato disguido dei fondi che Tesoreria

assicura avere regolarmente erogati. Balfour osservava essere strano che mentre Francia ha realmente sospeso sussidio Re Nicola si lagni dell'Inghilterra che continua a corrisponderlo.

Giusta istruzioni verbali di V. E. co1si occasione per rinnovare a Balfour, pregandolo di prenderne nota, la nostra riserva in favore della futura reintegrazione del Montenegro. Tale riserva, ricordai, è in consonanza con accordi adriatici del 1915, base dei quali fu mantenimento indipendenza lVIontenegro. Ripetei a Balfour quanto avevo già detto in passato a Grey, cioè rhe per ovvie imperiose ragioni strategiche in nessun caso noi potremmo consentire che Cattaro e Lowcen vadano a cadere sotto dominio di altro Stato che non sia Montenegro. Balfour, dopo aver preso nota, senza elevare alcuna eccezione, si limitò a <rilevare che la condotta del Re Nicola era stata, a dir poco, equivoca e che, pertanto, simpatie opinione pubblica britannica per sua persona erano sens·ibilmente affievolite. Risposi non volevo addentrarmi in discussione sul passato contegno del Re Nicola, al riguardo del quale, del resto, la verità dei fatti era stata per opera interessata dei serbi pure un poco travisata. Comunque insistevo ad ogni buon fine sulla chiara ed esplicita manifestazione ripetutamente fatta degli intendimenti del Governo del Re circa sorte futura Montenegro in connessione con quella di Cattaro e del Lowcen. Nello stesso senso mi sono oggi espresso con Hardinge.

(l) Non pubblicato.

276

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 342. Parigi, 25 ottobre 1917, ore 14,05 (per. ore 17,25 ).

Barthou venuto oggi a vedermi mi ha tenuto un discorso molto cordiale circa i suoi sentimenti personali e le sue intenzioni per le relazioni fra Francia e Italia. Ciò mi ha dato occasione di parlargli molto francamente profittando anche della imminente mia partenza che dava un carattere più che altro personale al mio discorso. Egli si dimostrò grato de1la accentuata franchezza con la quale gli parlavo e mi ha detto che spera di rimanere al ministero abbastanza per dare prova dei 'suoi sentimenti personali e indirizzare in modo anche più amichevole le nostre buone relazioni togliendo di mezzo le piccole questioni alle quali gli ho accennato e che possono fare impressione meno favorevole. Le sue dichiarazioni furono molto esplicite per cui credo che realmente se ne possa sperare, se il ministero avrà vita più lunga di quanto non si creda in questo momento.

277

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1715. Roma, 25 ottobre 1917, ore 18.

Telegramma di V. S. n. 649 (1).

Riterrei opportuno nessun italiano intervenisse conferenza (2), dove senza nessuna utilità per noi essi farebbero 'il giuoco della manovra tedesca. Autorizzola agire col maggior tatto e riserva in questo senso per dissuadere quanti più possibile andarvi.

278

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1714. Roma, 25 ottobre 1917, ore 23.

Per sua informazione e norma di linguaggio e condotta le invio seguente comunicazione diretta ieri dal Generale Cadorna ai generali Foch e Robertson:

• Le mie previsioni si avverano. Già il 21 settembre u.s. io avevo segnalato all'alto comando francese e britannico la probabilità -che aveva per me valore di certezza -che fosse per scatenarsi una vasta offensiva austro-tedesca sulla fronte Giulia; e fu appunto questa una delle principali ragioni che mi indussero a rinunziare alla seconda fase della nostra offensiva, affinchè l'attacco avversario non avesse a sorprendere il nostro esercito su posiz·ioni mal preparate ed in crisi di complementi e di munizioni. Oggi il poderoso concentramento di forze e di artiglierie avversarie sulla fronte Giulia non rlascia più dubbi sulle intenzioni del nemico. L'offensiva come è risultato da più fonti ed è stato confermato da due ufficiali disertori di nazionalità rumena ieri l'altro presentatisi alle nostre linee dovrà svilupparsi sull'intero fronte da Plezzo al mare, con preponderanza di sforzi fra la conca di Plezzo e la testa di ponte di Tolmino, entrambi compresi; obiettivo principale le testate del Natisone e del Judrio, per tentare di qui la discesa nella pianura e girare da nord le difese dell'Intera fronte GiuJia. I primi atti di questa offensiva hanno avuto inizio stamane. Nella mia comunicazione 4511 del 21 settembre avevo previsto che le forze austriache sulla fronte italiana sarebbero aumentate proprio a 562 battaglioni; e sono oggi infatti 592, comprendendovi le divisioni 26 e 27 la cui presenza è quasi certa. Vi si aggiunge una intera arrmata germanica, sembra la 14ma, comandata dal generale von Bulow, forte per ora di nove divisioni (84 battaglioni), 4 delle quali risulterebbero già schierate in primissima linea sulla fronte di Tolmino. Queste forze certo aumenteranno se l'avversario si propone, come è logico, al pari, di compiere uno sforzo pro

lungato, e chiamerà ancora nuove unità per alimentare. È infatti già segnalato come probabile lo spostamento della terza armata austriaca dalla fronte rumena. Quanto allo schieramento dell'artiglieria avversaria sulla fronte Giulia, questo è stato potentemente rafforzato e ne fanno già parte un centina'lo di batterie germaniche. Ai 676 battaglioni austro-tedeschi già presenti sulla nostra fronte, formati su 4 compagnie e corrispondenti perciò a 900 dei nostri che ne hanno tre sole, noi contrapponiamo in complesso 844 battaglioni. Soggiungo, sebbene ciò sia perfettamente noto agli alti comandi allleati, che le divisioni austriache, come queHe germaniche, sono meglio dotate delle· nostre per artiglierie di piccolo calibro. E non debbo tacere che andamento della nostra fronte fra lo Stelvio e la conca di Plezzo e la possibilità di azioni diversive del nemico, che è ancora !ungi dall'·impedirsi, mi vietano di sguarnire la detta fronte oltre un certo limite, e riducono perciò la massa di fo!'ze e di mezzi che mi è consentito di concentrare nel settore principale attaccato senza compromettere la sicurezza dei rimanenti. Una di queste puntate si è già verificata ier l'altro in Cadore ed è stata tentata da più battaglioni austriaci col concorso di riparti germanici contro le nostre linee di monte Piana. L'attacco è stato resp'into.

Quanto oggi si verifica conferma la fondatezza delle mie previsioni dello scorso settembre e la bontà della risoluzione allora presa, di rinunziare ad ulteriori operazioni offensive da parte nostra. Debbo soltanto deplorare che in seguito a tale mio divisamento gli Alti Comandi alleati mi abbiano, con si' repentina decisione, ·tolto gran parte delle loro artiglierie, che si trovavano in quel momento sulla fronte italiana ed il cui personale aveva già acquistato conoscenza del nostro terreno; e ciò sebbene io, pienamente conscio della situazione che andava maturandosi, avessi pregato di !asciarle ancora su questa fronte. E ciò tanto più io sono indotto a deplorare, in quantoché nell'azione, che qui si sta per svolgere, sono in giuoco non le sorti dell'Italia soltanto, ma quelle di tutta l'Intesa.

Da parte mia attendo lo svolgimento degli avvenimenti con perfetta serenità e con piena fiducia •.

(l) -Cfr. n. 270, pag. 193. (2) -Si tratta della conferenza per la pace durevole che doveva tenersi a Berna il 15 ~ettembre e fu poi rinviata.
279

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 19.3.16 Roma, 25 ottobre 1917.

Risponde al telegramma n. 14490 del 21 corrente (1).

In relazione al telegramma suindicato convengo con la E. V. circa l'opportunità che il R. Governo, analogamente a quanto hanno fatto i Governi francese ed inglese, riconosca il Comitato naz'ionale polacco, con sede a Parigi, presieduto dal Signor Dmowski, come organizzazione ufficiale, considerando il signor Constantin Skirmunt rappresentante ufficiale in Roma del comitato stesso.

(l) Non pubblicato.

280

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PER I PRIGIONIERI DI GUERRA, SPINGARDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 43078. Roma, 25 ottobre 1917.

Come da incarico avuto dal Ministero della Guerra ho senz'altro iniziato, ponendoml in diretti rapporti col Signor Hlavacek, Capo del Consiglio Nazionale czecoslovacco di Roma, a dar pratica attuazione alla formazione del reparti in oggetto.

Risolute in massima, secondo le istruzioni avute dal Ministero della Guerra, alcune questioni di minore importanza, rimane da definire quella più complessa della nomina dagli ufficiali che il Consiglio Nazionale chiedeva che fosse a lui riservata.

Il Ministero della Guerra, al quale sottoposi la questione, esprimendo l'avviso che tale provvedimento verrebbe ad alterare sotto l'aspetto amministrativo e disciplinare la posizione di quei neo-ufficiali e potrebbe quindi non essere concil'labi!le col principio stabilito di conservare agli czecoslovacchi, di fronte all'Austria, la posizione giuridica dei prigionieri -sia pure a piede libero -, m'invitò di prendere al riguardo istruzioni da codesto Ministero.

Allo scopo di meglio chiarire il punto di vista del Consiglio Nazionale czeco slovacco, ho avuto stamane un nuovo colloquio al riguardo col Signor Hlavacek.

Questi ml ha fatto osservare ,che più che di una questione di sostanza, si tratta di una questione di forma avente soprattutto carattere morale.

Più che a nominare gli ufficiali da adibirsi alle centurie czeco slovacche, il Consiglio stesso terrebbe a designarli e ad affidar loro direttamente tale incarico.

Il numero degli ufficiali czeco-slovacchi prigionieri essendo tale che dovrebbe per ora ampiamente bastare per coprire i posti occorrenti pel comando delle centurie. Il Consiglio non avrebbe alcuna difficoltà a scegliere i propri ufficiali dapprima fra questi e si riserverebbe solo pel caso che il numero degli ufficiali fidi dovesse esaurirsi, a designare altr'l pdgionieri che, per la loro istruzione, fede politica ecc., diano affidamento di poter adeguatamente coprire tali ,cariche.

Il Consiglio ci terrebbe pure a notificare direttamente agli interessati la loro nuova designazione con una formula da concretarsi, nella quale sarebbe detto a un dipresso:

• Il Sig. X è designato al Comando della centuria N..... col grado di... •.

Tale è •la proposta del Hlavacek che si sottopone a codesto Ministe•ro per le sue decisioni, soggiungendo che a giorni sarà di ritorno a Roma il Signor Benès, col quale si potranno definire tutte le questioni che non fossero ancora risolute.

281

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2856/354. Madrid, 25 ottobre 1917 (per. ore 10,30 del .26)

S.M. il re Alfonso parlandomi stamane dell'offensiva austro-tedesca mi disse che egli credeva che lo ,sfo'l"zo principale nostri avversari si producesse sUll fronte Trentino. Avendo io chiesto su che fondava tale opinione mi disse che gli ufficiali spagnuoli che visitarono un mese fa fronte austriaco avevano rifer1to forti concentrazioni di truppe germaniche in quel settore e costruzione di numerose strade coperte da servire anche in tempo di neve. Sua Maestà pe'l"ciò non escludeva attacco Alto lsonzo avesse carattere dimostrativo.

282

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2839/475. Londra, 25 ottobre 1917, ore 22,30 (per. ore 14,30 del 26).

Stamane ho parlato io da solo con Lloyd George. Con energica franchezza gli ho rappresentato imperiosa necessità di accogliere nella loro integrità le nostre domande per grano. A nome del R. Governo gli ho senza retlcenze dichiarato che se quella questione vitale sarà risoluta come no'i chiediamo, il nostro Paese potrà continuare a resistere malgrado tutte le insidie nemiche, in caso contrario non rispondevo di nulla perché la deficienza del pane genererebbe fatalmente contro la guerra una agitazione che nessun Governo sarebbe per ragioni di piena evidenza capace di fronteggiare. Tale dichiarazione categorica ho illustrato ·con argomenti tanglblili basati sulle constatazioni personali durante mio recente soggiorno in Italia. Gli ho poi consegnato un promemoria confidenzialissimo redatto dal ministro Arlotta e da Attolico in base a quello inviatomi dal ministro Orlando. Lloyd George mi ha ascoltato con viva attenzione e mi ha detto che avrebbe subito esaminato promemoria di cui avrebbe senza ritardo reso edotto il Gabinetto di guerra. Da lord Rhondda che ho veduto successivamente ho saputo che mio molto vibrato linguaggio aveva prodotto impressione. Ho po'i intrattenuto primo ministro di altri argomenti ed al riguardo riferirò domani con altro telegramma. Lloyd George vedrà domani ministro Arlotta che ha invitato con me a colazione. Della questione grano ho anche nei medesimi termini parlato a Balfour ed altri min'istri.

283

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2871/443. Pietrogrado, 25 ottobre 1917, ore 21,03. ( per. ore 16,20 del 27)

Voce finora incerta relativa destinazione Giers a Londra mi viene confermata da fonte sicura. A Giers è stata offerta ambasciata di Londra ed a principe Trubetzkoi quella di Roma.

284

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 676/215. Jassy, 25 ottobre 1917.

Facendo seguito al mio telegramma Gab. n. 482 in data 23 corrente (l) mi pregio ,informare V. E. che il signor Masaryk ha testè concesso al giornale Romania un'intervista che riassumo qui appresso.

Il signor Masaryk dopo aver detto che la gravità dei sacrifici fatti in questa guerra impedisce che ad essa si ponga termine prima della definitiva soluzione di tutte le questioni che le hanno dato origine, ha affermato che la guerra attuale è destinata tra l'altro a organizzare le piccole nazionalità che si trovano nel centro dell'Europa. L'Austria e la Turchia dovranno fatalmente scomparire essendo due Stati non corrispondenti alla nostra concezione dello Stato. I Tedeschi dell'Austria e gli Ungheresi potranno formare con il territorio da loro abitato una monarchia più piccoJa ma solo limitatamente a tale territorio. Se viene rispettato il diritto dei popoli di disporre di loro stessi, le altre nazioni dell'Austria rifiuteTanno di unirsi con simile compagnia. La nota degli Alleati al Presidente WiJson nella quale si precisano le condizioni di pace, l'ultimo discorso del signor Asquith in cui si parla della libertà delle piccole nazioni e la risoluzione russa proclamante il diritto dei popoli di disporre della propria sorte, sono la conferma dello smembramento cui l'Austria è destinata. Secondo il concetto austriaco e turco la nazione è un mezzo per lo stato, mentre secondo gl'i Alleati lo Stato è un mezzo per la nazione. Lo Stato austriaco è una dinastia degenerata e una aristocrazia reazionaria. Gli Alleati dovranno scegliere tra questo Stato e le nazioni che lo compongono e la scelta non può essere difficile. Interrogato circa la forma del futuro stato ceco-slovacco, il signor Masaryk ha risposto di credere personalmente che esso sarà una repubblica giacché non v'è dinastia nazionale; si tratta ad ogni modo di una questione secondaria: quello che importa è 'l'istituzione di ordinamenti democratici e questi sono possib'lli anche in un regno. Importanti interessi economki spingono il futuro stato ceco-slovacco ad avvicinarsi alla Romania (quantunque una frontiera comune non sia possibile), giacché l'uno ha carattere industriale e

l'altro agricolo ed entrambi hanno lo stesso passato di sofferenze ed hanno nei Tedeschi e negli UngheTesi gli stessi nemici dell'avvenire. Infine ad analoga domanda postagli circa eventuale presenza delle nazionalità austro-ungariche nella futura conferenza della pace, il signor Masaryk ha risposto che la questione lo preoccupa e che è stato deciso di chiedere l'ammissione alla conferenza, almeno con voto consultivo, dei delegati di quelle nazionalità che non possono valersi della diplomazia di uno Stato cointeressato. Gli interessi dei romeni dei serbi e degli italiani saranno sostenuti dat rappresentanti dello stato romeno serbo e italiano, ma nessuno potrebbe parlare in nome degli interessi cechi. Sarebbe assurdo che nella conferenza si trattasse delle sorti di nazioni senza la presenza dei rappresentanti delle nazioni stesse.

(l) Non pubblicato.

285

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO

T. GAB. RR. 2841/477. Londra, 26 ottobre 1917, ore 22 (per. ore 3,50 del 27 ).

Lloyd George che si mostrava ieri pieno di fiducia nel successo della nostra azione difensiva, era invece oggi visibilmente allarmato per il telegramma poco prima giuntogli, con le tristi notizie dell'importante successo nemico. Il primo ministro era soprattutto turbato per l'avviso espresso dal generale Cadorna suLla serietà nostra situazione. Io gli ricordai ieri che i fatti avevano giustificato le previsioni del nostro generale e che in realtà la situazione presente era naturale conseguenza del collasso russo, il quale ci faceva trovare in circostanze escluse dai nostri accordi.

Sugli altri punti che fecero argomento del colloquio di ieri, e che date le circostanze del momento hanno importanza secondaria, parmi superfluo riferire. In sostanza io mossi a titolo personale le osservazioni già sottoposte ::t

V.E. e di esse il primo ministro assicurò avrebbe tenuto il debito conto.

286

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2840/476. Londra, 26 ottobre 1917, ore 22 (per. ore 4,15 del 27).

Mio .telegramma Gab. 472 (1).

Balfour in via confidenziale mi scrive che il Governo britannico condivide pienamente 'il parere di V.E. che nessun rappresentante degli organi democratici russi debba essere ammesso a partecipare alla conferenza di Parigi.

Conseguentemente Balfour ha dato istruzioni a Buchanan di • lasciar discretamente intendere a Tereschenko che qualora egli venga accompagnato da un rappresentante del Congresso democratico, questi non sarebbe autoriz

zato a partecipare alle discussioni visto che egli non sarebbe responsabile verso chicchessia, né sarebbe membro di un Governo alleato. Governo britannico sarebbe tuttavia lieto di sentire vedute di quel signore, sia separatamente s'Ìa in presenza del ministro degli Affari Esteri in conformità di qualsiasi desiderio del ministro stesso », Balfour ha motivo di sapere che l'ambasciatore di Francia a Pietrogrado riceverà istruzioni identiche dal proprio Governo.

(l) Cfr. n. 274, pag. 196.

287

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2848/165. Stoccolma, 26 ottobre 1917, ore 19,35 (per. ore 12 del 27).

Mio telegramma Gab. n. 164 (1).

Scebecko e Dobiecki hanno di nuovo rappresentato ai colleghi alleati ed a me urgenza che potenze dell'Intesa proclamino con dichiarazione collettiva e solenne di considerare come uno scopo di guerra il ristabilimento della unità del1la Polonia con libero accesso al mare. Essi dicono che gli Imperi Centrali tengono l'opinione pubblica all'oscuro di quanto avviene nei nostri Paesi facendo credere invece che la loro potenza militare è invincibile per indurre i polacchi a prendere partito per loro. Temono che gli Imperi CentTali (quando non si tratti della Galizia e delle province polacche della Russia) facciano alla Polonia ogni sorta di promesse di ingrandimento territoriale verso oriente pur di strappare la formazione di un esercito che potrebbe riunire circa 800 m"ila uomim e rendere disponibili altrettante forze austroungariche. Miei colleghi di Francia, Inghilterra e Russia comunicano anche ai loro Governi tali domande e ministro degli Stati Uniti ne informa il suo. Per parte mia aggiungo che se non vedo inconveniente a che i Governi alleati facciano una dichiarazione collettiva circa la Polorria, credo che Scebeko e Dobieki si siano lascjati un poco troppo impressionare da certi discorsi del conte Roniker secondo cui sarebbe possibile il completo accordo (compresa anche la collaborazione militare) fra la Polonia e la Germania ove questa ultima accetti certe condizioni e specialmente l'abbandono di tutti i poteri nelle mani del Governo polacco e la riurrione alla Polonia futura di una parte della Lituania e deùla Russia bianca (abitata in maggioranza da polacchi) nonché la dipendenza delle terre puramente lituane da un'intesa fra polacchi e lituani. Mi sembra che la Germania (anche in mala fede e colla premeditata intenzione di non mantenerlo) non potrà mai decidersi a prenderre sim:iJ.e impegno. In ogni caso poi mi sembra inconcepibile che gli uomini i quatl.i hanno la direzione del movimento nazionale polacco a Varsavia non comprendano che una tale combinazione sarebbe disastrosa per la Polon·ia la quale si alienerebbe così completamente le Potenze dell'Intesa e rimarrebbe in completa balìa della Germania cioè della sua naturale ed irriducibile nemica. Segue :ropporto.

(l) Cfr. n. 230, pag. 1G9.

288

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2881/446. Pietrogrado, 26 ottobre 1917, ore 21,41 (per. ore 24 del 29).

Mi consta che in segreta riunione della commmissione per gli affari esteri (ufficio creato nel proprio seno con elementi di tutti i paTtiti dal Governo provvisorio della Repubblica) è stato discusso con Terescenko l'insieme delle note istruzioni del Soviet degli operai e soldati a Scobeleff. Il ministro sarebbe riuscito a convincere i più riottosi della necessità di revisione delle istruzioni in parola dimostrando che formule teoriche in esse indicate non condurrebbero a risultati concreti, che non vi si è tenuto conto di importanti interessi della Russia e che causa delle nazionalità vi è trascurata. Si deve notare che Scobeleff oltre che dal Soviet degli operai e soldati è stato nominato anche dal Soviet dei contadini e che QUesto non è punto soddisfatto del programma dei primi. Considerando ... (l) e naturale hmdenza alle transazioni sia da parte dei Soviet che del Governo, non è da escludere che le loro divergenze finiscano per trovare un terreno di compromesso che dia una certa soddisfazione ai Sov.iet con l'affermazione indeterminata di alcuni dei loro principi. Nella stampa dei Soviet si rileva una minore intransigenza su alcuni punti che prima sembravano irrevocabili capi saldi della loro politica. Per esempio la ricostituzione dell'esercito incomincia ad essere ammessa, sebbene per lo scopo non già di intensificare la guerra ma di negoziare ·in condizioni migliori la pace. Quantunque sia prematuro far previsioni mi sembrano sintomatici questi segni di evoluzione della democrazia russa.

289

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 495/143. Pechino, 26 ottobre 1917.

Alle parole pronunctate dal Visconte Ishii a Nuova York hanno seguito poco dopo quelle attribuite al capo detl.la Missione parlamentare giapponese a San Francisco il quale, se si presta fede al resoconto telegrafico pervenuto a Pechino, avrebbe accennato in termini non ancora ben precisi alla speranza, ossia per tradurre il vero pensiero nascosto dalle espressioni usate, alla pretesa che in tutti gli affari di politica importanza concernenti la Cina, le Po

tenze rappresentate presso questa repubblica si sarebbero consultate col Governo di Tokio p:-ima di prendere qualsiasi determinazione concreta. Tale sarebbe in verità un punto di vista propugnato dagl'l ambienti più influenti a Tokio. Il medesimo ebbe una recente pratica manifestazione in occasione dei consigli inopportunamente dati da questo lVI'lnistro degli Stati Uniti al Governo della repubblica circa il miglior modo di assicurare la pace interna.

Le dichiarazioni del Visconte Ishii vengono ora ·interpretate in senso vago e !"estrittivo dalla stampa giapponese, a quanto si crede, ispirata dallo stesso Governo preoccupato dalla diffidenza e dal risentimento assai diffuso benché celato, all'estero; il timore di un nuovo minacciato imperialismo panasiatico potrebbe causare seri imbarazzi diplomatici a chi preferisce la dissimulazione.

Il Governo giapponese il quale non manca di uomini abili e ponderati, si sforzerebbe ora, secondo ritiene anche questo mio collega degli Stati Uniti, di calmare le diffidenze, rinunciando, almeno per ora, alla forma più brutale delle occupazioni territoriali più o meno larvate, e contentandosi di stendere in tutto il paese i suoi lacci finanziari e commerciali appoggiati ad una complicata rete poliziesca.

Il problema appassionerebbe più che mai 'il pubblico delle isole del Sol Levante, ed intorno ad esso si svolge una lotta assai caratteristica tra il Gabinetto Terauchi e il partito dell'opposizione.

Vengo informato in proposito che il Gove!"no di Tok'io sarebbe perfino disposto a restituire la colonia tedesca di Tsingtao ai cinesi a patto però di sostituirsi a tutti i diritti contrattuali già posseduti dai tedeschi nello Shantung compreso i posti di polizia, le concessioni ferrov'iarie, bancarie ed altre.

Vengono in pari tempo attivati negoziati in corso tra il Giappone e la Cina circa la ria!"ganizzazione deUe Banche di Stato che cadrebbero in buona parte sotto il controllo giapponese, siccome ebbi già occasione di riferire 'in precedenti miei rapporti. Un prestito per la fornitura di armi servirebbe pure di pretesto per fa:-e accettare al Governo cinese buon numero di uffic·iali ed agenti giapponesi futuri strumenti di penetrazione politica. Queste ed altre imprese promettono di essere in parte coronate da successo, nonostante la campagna mossa da vari organi cinesi contro simili forme di ·invadenza cui si prestano vari membri di questo Governo. Si annuncia perciò una P!"Ossima crisi di gabinetto provocata dalla intricata situaz·ione locale; il Presidente del Consiglio sarebbe insidiato dallo stesso Presidente del ConsigUo [sic].

Intanto la stampa giapponese protesta di aver voluto sempre difendere la integrità territoriale della Cina e i principi di porta aperta o di uguale condizione pel commercio estero a favo!"e di tutte le potenze, di cui il Governo americano continuerebbe a farsi il campione. Il Signor Reinsch, parlandomi di queste proteste di sincerità nipponica a riguardo delle potenze estere, mi diceva recentemente che ciò non diminuirà la forte pressione nipponica affidata ad ·innumerevoli agenti giapponesi o a studenti cinesi educati in Giappone ligi agl'interessi dei loro maestri. Contro tali mezzi noi, mi osservava amaramente il mio collega, difficilmente potremo lottare.

Il gabinetto di Tokio in tutto ciò mostra un'abilità e una pieghevolezza assai notevoli.

(l) Gruppo indecifrato.

290

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2601/508. Cairo, 26 ottobre 1917.

Uno dei primi decreti firmati dal nuovo Sultano è stato quello, in data 20 corrente, relativo all'arruolamento degli indigeni nell'« Egyptian Labour Corps • nel « Camel Transport Corps • ed in ogni altro servizio militare ausiliario dipendente dalle forze di S.M. Britannica. In virtù di tale decreto, le persone che si arruoleranno per un periodo consecutivo di un anno in questi corpi speciali, saranno esentate dall'obbligo del servizio militare ordinario al quale sono astrette in confo>rmità del decreto 4 Novembre 1904. Come è noto gli indigeni hanno sempre prestato servizio nell'esercito egiziano, ben distinto daHa guarnigione che l'Inghilterra mantiene in Egitto dall'epoca dell'occupazione. Tale stato di cose non venne mutato neppure dopo la proclamazione del protettorato inglese, cosicché l'esercito egiziano non prese né può -giusta gli impegni assunti dal Governo Britannico -prendere parte ad operazioni di guerra nell'attuale conflitto europeo. Il decreto di cui sopra rappresenta una via di mezzo perché, pur riguardando corpi speciali non combattenti nei quali erano già ammessi gli indigeni che ne facessero domanda, parifica e sanziona legalmente, in certo qual modo, il servizio militare egiziano a quello britannico. Si assicura che il defunto Sultano si fosse recisamente opposto a qualsiasi innovazione in questo campo per tema della impopolarità che avrebbe incontrato fra la popolazione indigena la quale, come è noto, simpatizza coi Turchi. Non credo che l'impressione sarà ora essenzialmente diversa da quella paventata dal Sultano Hussein tanto più che Fuad I, il quale passa pe>r un tiepido musulmano, dovrà vincere non poche prevenzioni prima di acquistarsi la fiducia del suoi sudditi. A parte quest'atto, impostogli forse dagli Inglesi e che sarebbe stato più politico rimettere di qualche tempo, bisogna riconoscere che il neo Sultano non ha tralasciato occasione alcuna, in questi primi giorni di regno, per guadagnarsi le simpatie generali. Degli arabi, mediante elargizioni alle fondazioni religiose e di beneficienza, con la visita in forma ufficiale all'Università dell'Azhar e con il recarsi solennemente nella Moschea della Cittadella per farvi la preghiera del venerdì. Dei sudditi locali non musulmani e delle colonie europee mediante un contegno e parole semplici ed affabili nelle numerose udienze accordate. Particolarmente cortese e p•remuroso si è mostrato poi con i rappresentanti della stampa locale, indigena ed europea, ciò che gli ha valso articoli unan·imemente elogiosi. Pare che abbia saputo produrre favorevole impresS'lone anche sui numerosi Principi della Casa Sultaniale e dissipare, in alcuni di essi diffidenze.

antipatie ed invidie ben naturali, facendo appeno alla solidarietà di famiglia ed alla loro cooperazione per il bene del Paese.

Il Corpo Diplomatico e Consolare è stato pure ricevuto in udienza in occasione del Capo d'Anno musulmano.

Ho creduto opportuno di intervenire anch'io al ricevimento -che ha avuto luogo in forma semplicissima -dopo essermi accertato che (salvo il Ministro di Spagna noto per 'la sua germanofilia) tutti i miei Colleghi, compresi i neutri e quello di America che, al pari di noi, non ha riconosciuto il nuovo regime in Egitto, si sarebbero recati a felicitare Sua Altezza Fuad.

La mia assenza sarebbe stata, senza fallo, notata e male interpretata, tanto più dopo le assicurazioni ufficiose datemi all'Alto Commissariato che gli atti di cortesia resi al Sultano non potevano in nUtlla pregiudicare il punto di vista del Regio Governo sulla questione del protettorato.

Sua Altezza ci ringraziò degli auguri e disse a tutti parole amabili che a me rivolse, quasi ostentatamente, in italiano.

Egli volle, H giorno appresso, ricevere in udienza privata il Tenente nonché il Maggiore Caccia, Addetto Militare presso la Regia Agenzia Diplomatica ai qual'i manifestò sentimenti di viva simpatia per il nostro Paese e per il valoroso suo esercito, del quale egli pure fa parte, nonché di profonda e g>rata devozione verso Sua Maestà il Re e la Reale Famiglia.

291

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. 1401. Roma, 27 ottobre 1917, ore 15.

(Per Berna). Telegrammi S.V. 637 (l) e 641 (2).

(Per gli altri). R. ministro a Berna telegrafa quanto segue:

• Consigliere nazionale... •.

(Come nel telegramma n. 3826/641).

Ho risposto a Paulucci quanto segue:

(Per tutti). Governi italiano, francese ed inglese hanno convenuto di non rilasciare passaporti a connazionali che li domandino pe·r prendere parte nota conferenza.

Ciò stante R. Governo è d'avviso convenga lasciare senza risposta la lettera del consigliere nazionale ed ho telegrafato ai RR. ambasciatori Parigi, Londra, Pietrogrado perché si adoperino affinché eguale decisione sia adottata da quei Governi.

(Per Parigi, Londra, Pietrogrado). Prego agire in questo senso e telegrafarmi.

(l) -Non pubblicato. (2) -T. 3826/641 del 20 ottobre da Berna non pubblicato. Richiesta scritta del consigliere Scherrer Fullemann a tutte le legazioni affinché interessino i rispettivi Governi al rilascio dei passaporti ai delegati Conferenza del 12 novembre.
292

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1734. Roma, 27 ottobre 1917, ore 17,50.

Informo ad ogni buon fine V.E. che secondo notizie pervenute questo Ministero da alcune fonti, tedeschi avrebbero tolto dalle loro riserve dell'Alsazia 55.000 uom'ini con molta artiglieria dirigendole sulla stazione austriaca di Meran e Bolzano allo scopo di offensiva verso Italia su altipiano Sette Comuni.

293

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1733. Roma, 27 ottobre 1917, ore 18.

Notizie dal nostro fronte indicano grav1ss1ma la situazione. Nemico ha sfondato nostra linea in parecchi punti e sembra persegua un piano di grande stile di cui è impossibile prevedere conseguenze. Riferendomi contenuto mio tel. 1714 (l) e notizie pervenute· dai capi missione militari inglese, francese presso Comando supremo prego V.E. richiamare subito attenzione di codesto Governo sulla necessità di preordinare con la massima sollecitudine e urgenza invio contingenti secondo accordi intervenuti a suo tempo tra i varii Comandi supremi.

294

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2853/334. Madrid, 27 ottobre 1917, ore 16,20 (per. ore 23,.20).

Nel ricevermi stamane in udienza di congedo S.M. il re Alfonso mi annunciò le dimissioni del ministero Dato ancora ignorate da tutti e aggiunse pregandomi telegrafarlo a V.E. che egli fin d'ora assicura ·che qualunque sia il suo successore l'indirizzo della politica estera sarà mantenuto identico a quello seguito dal Signor Dato. Le dimissioni di Dato essendo cagionate da agitazioni nella giunta militare nella quale prevalgono tendenze germa

nofile, il nuovo Gabinetto risponderà necessariamente ai loro deside•ri e pertanto mi sembra difficile malgrado le ottime intenzioni del re Alfonso che il nuovo Governo possa mostrare agli alleati le stesse buone disposizioni del dimissionario.

(l) Cfr. n. 278, pag. 198.

295

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. UU. 2851/478. Londra, 27 ottob1·e 1917, ore 8,36 (per. ore 7,50 del 28).

Per mia tranquillità prego V.E. telegrafarmi d'urgenza se il suo telegramma Gab. n. 1714 (l) e quello oggi direttomi da S.E. Orlando vanno interpretati quali istruzioni di chiedere esplicitamente a questo Governo aiuti militari. In tal caso le sarei grato telegrafarmi colla massima urgenza più precise istruzioni e possibilmente indicazioni pa•rticolareggiate circa nostre richieste. Del resto, come V.E. avrà rirlevato dal mio telegramma Gab. numero 477 (2), io avevo già parlato e forte a Balfour ed a Lloyd George sia della triste conferma data dagli avvenimenti alle previsioni del generale Cadorna, sia del fatto che le forze austro-tedesche ora contro di noi combattenti oltrepassano d·i gran lunga queLle che nei nostri accordi ci eravamo impegnati a fronteggiare. Addetto militare mi riferisce che Comandi Supremi britannico e francese telegrafarono a Cadorna di esseTe disposti a prestar immediato aiuto se richiesto.

296

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1132. Pietrogrado, 27 ottobre 1917, ore 21 ..32 (per. ore 20,15 del 30).

Tornano a circolare voci di agitazione nelle vie che massimalisti starebbero organizzando per i primi giorni di novembre nuovo stile in occasione riunione a Pietrogrado Congresso dei Soviet massimalisti di tutta la Russia convocato dal Soviet della capitale. Grande maggioranza del Com"itato Centrale dei Soviet è contraria a tali agitazioni ben sapendo come esse siano fomentate anche da elementi reazionari che vogliono sfruttarle per i loro fini e come buona parte cittadinanza di Pietrogrado, fra cui israeliti minacciati da pogrom, siano stanchi di diso-rdini e si dispongono a reagire. Kerensky, rivenuto seno consiglio provv•isorio, ha ieri rivolto severo monito a coloro che sotto bandiera democrazia tentano sovvertire ordine pubblico e Terescenko mi ha detto che Governo prenderà tutte le misure necessarie

per reprimere ogni tentaUvo siffatto, a quanto gli è stato riferito massimaUsti vorrebbero prevedere disordini sotto bandiera di una grande dimostrazione per pace immediata e contro Governo provvisorio. Secondo mie impressioni stato psicolog,ico della massa militare e operaia e seguace del massimalismo a Pietrogrado, si presta attualmente ad azioni violente. Anarchia ha toccato anche le loro organizzazioni e loro apatia si va estendendo. Se però massimalisti arrivano a creare qùalche causa di grave malcontento sia per deficienza alimentare sia altrimenti, non è da escludersi che loro appello sortisca qualche effetto (1).

(l) -Cfr. n. 278, pag. 198. (2) -Cfr. n. 285, pag. 203.
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L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, RODD, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

NOTA VERBALE. Roma, 27 ottobre 1917.

His Britannic l\'lajesty's Embassy have the honour under instructions from Mr. Balfour, to inform the Royal Italian Ministry for Foreign Affairs that the Swiss member of the Centrai Committee of the International Organisation for promoting a lasting Peace has addressed a letter to all the Allied Reprei'Seintatives at Berne stating that an International Conferen~e consisting of members of belUgerent and neutra! states will meet at Berne on November 12 to discuss the principles of a lasting peace.

Although in the first portion of the letter a categorica! statement is made to the effect that the Conference will restrict itself to a discussion of generai postulates but will carefully avoid all discussion about the end of the present war, the writer states further on • that the chief aims of the Entente Powers will be the subject of discussion ». The Allied Representatives are therefore asked to procure passports for their nationals wishing to attend the Conference.

The letter, which asks for an early reply, concludes by decJining ali responsib'ility if the request for passrports is not answered.

His Majesty's Minister at Berne has learnt from a good source that the Germans propose to use this Conference as a means of working on the pacifist and socialist elements in ltaly.

The British and French Ministers refrained from acknowledging the letter in question and referred the matter to their respect'ive Governments for instructions. The Royal ltalian Minister would appear to have informed the Swiss Secretary that he would ,tJransmit it to his Government.

The penultimate paragraph of the 'letter stated that in the event of the Entente Powers declining to allow Delegates to attend the Conference those Powers would only be represented by such of their citizens who happened to be already 'in Switzerland.

Sir H. Rumbold is of opinion that this Conference would try to get hold of peace cranks, undesirables and Russian Jews etc. of whom there

are always a good number in Switzerland. He therefore recommends wide publicity being given to the 1letter in order to expose this Austro-German manoeuvre.

In bringing the above to the knowledge of the Royal Ministry for Fore'lgn Mfairs His Majesty's Embassy are instructed to inform them that His Majesty's Minister at Berne has been instructed that he need not reply to the letter from the Committee and that he should inform his Allied Colleagues that his Majesty's Government will not grant passports to British subjects wishing to attend the Conference. His Majesty's Gov,ernment trust that the Royal Italian Government will similarly refuse passports to Italian subjects wishing to attend the Conference.

(l) Ed. in ToscANO, L"inizio della rivoluzione societtea, cit., p. 2b.

298

IL CONSOLE A MOSCA, MAJONI, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

R. 5777/145. Mosca, 27 ottobre 1917.

Il recente connubio avvenuto, come sarà noto a V.E., tra l'Avv. Ledniszki ed il Principe Matteo Radziwill, ha cagionato in questi circoli nazionalisti polacchi, una viva agitazione. Non ne riferirei a V.E., considerandolo come un episodio di piccole beghe interne, se non venisse attribuito ad esso il carattere di un sintomo e d'l un'antipatica tendenza germanofila, ,che si farebbe strada fra alcuni grandi proprietari polacchi, preoccupati dall'idea di un insuccesso finale dell'Intesa in causa delle sconfitte russe.

Come ho già avuto occasione di accennare nel mio rapporto del 7 settembre u.s. N. 5558 (1), violenti attacchi si muovono dai nazionalisti polacchi di Mosca all'Avv. Ledniszki, l'uomo di fiducia del Presidente Kerensky per gli affari di Polonia. Ma attualmente anche gli altri partiti ,che non fanno capo direttamente ai nazionalisti, e persone equilibrate, le quali non hanno mai negato al Signor Ledniszki il merito incontestabile di essere riuscito ad ottenere dal Governo russo ingenti fondi a soccorso dei rifugiati polacchi, non risparmiano le più gravi accuse contro di lui. Di questi giorni per ciò, forse anche per ripercussione della parte che si pretende abbia il Signor Ledniszki avuto nella Conferenza Democratica polacca di Pietrogrado, esse hanno assunto un tono di asprezza estrema che denota il fermo proposito di voler demoli<re l'uomo. La stampa polacca di qui ad eccezione dell'Echo Polskiy, che ha coll'Avv. Ledniszki strette aderenze, si scaglia feroce contro di lui, e pare che un foglio d'indole militare, l'A1·mja Polskja, si accinga a fare rivelazioni sensazionali sul suo conto. Oltre all'opposizione alla formazione delle speciali unità mi<litari polacche autonome, al suo atteggiamento a Stoccolma, gli si imputa un'eccessiva tenerezza per la causa della Russia nei riguardi della soluzione della questione polacca, una tiepida benevolenza per l'Intesa ed una malcelata tendenza ad intendersi colla Germania sul futuro assetto della Polonia. Io non ho elementi per sapere quale

base abbiano tali accuse, fondate fors'anche sulle simpatie germanofile di certe persone che più frequentano l'Avv. Ledniszki a Mosca: certo a V.E. riuscirà più agevole di vagliarle. Ad ogni modo la posizione sua è qui completamente scossa, destituita di qua,lsiasi prestigio. A ciò ha contribuito anche l'annuncio del riconoscimento ufficiale fatto, mi si dice, dal Governo francese e da quello inglese del Comitato Nazionale Polacco, sedente a Parigi e composto del Conte Dmowski, del Conte Maurizio Zamoyski, del Conte Platter e del Signor Piltz: Comitato al quale il Signor Ledniszki è notoriamente avverso. A tal proposito aggiungo per incidenza che parecchi notabili polacchi mi hanno espresso con un certo senso di rincrescimento la loro sorpresa che il nostro Governo non abbia finora seguito l'esempio dei due Governi alleati.

Ora, date tali premesse, non è da stupirsi che gli attacchi mossi all'Avv. Ledniszki si estendano anche al Principe Radziwill, accusato di apostasia dal piccolo partito realista di cui era membro per fondare un sedicente partito radicale a tendenze alla Ledniszki. Lo si vuole difatti far dimettere dalla presidenza di un circolo, che riunisce tutti i nazionalisti polacchi di qui. L'altro ieri sera poi ad un banchetto dato in onore de'l mio collega degli Stati Uniti (l'America è in questo momento alta nel cuore dei polacchi, che sperano nel suo aiuto ed in quello del Giappone per la causa dell'Intesa, che è la loro) la Principessa Radziwill si trovava completamente isolata.

Beninteso, ml tengo completamente a parte da tali dissidi, come fanno daltronde i miei colleghi dell'Intesa, e continuo a tenere col Signor Ledniszki e col Principe Radziwill, le cui simpatie per noi sono innegabili, gli stessi rapporti di prima.

Del presente rapporto ho mandato copia al R. Ministero.

(l) Non pubblicato.

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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, ALL'AIUTANTE DI CAMPO DEL RE, BRUSATI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, DELLA GUERRA, GIARDINO, DELLA MARINA, DEL BOSCO, SENZA PORTAFOGLIO, SCIALOJA, E AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL

BOLLETTINO DI GUERRA 887. Zona guerra, 28 ottobre 1917, ore 13 (1).

La mancata resistenza di reparti della 2a Armata vilmente ritiratisi senza combattere ignominiosamente arresisi al nemico, ha permesso alle forze austro germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia. Gli

« Di quello che io ritenni e ritengo la causa prima del disastro di Caporetto il pubblico fu informato dal mio bollettino del 28 ottobre. Poiché esso suscitò le più aspre critiche, e poiché anche nel Senato del Regno fu chiesto che "la Commissione d'inchiesta facesse le dovute indagini, desidero fare alcune dichiarazioni e osservazioni in proposito.

Il bollettino è firmato da me, fu da me riveduto e approvato, quindi è mio. Come assumo la responsabilità delle operazioni, assumo intiera la responsabilità del bollettino

10 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

sforzi valorosi delle altre truppe non sono riusciti ad impedire all'avversario di penetrare nel sacro suolo deHa patr1a. La nostra linea si ripiega secondo il piano stabilito. I magazzini ed i depositi dei paesi sgombrati sono stati distrutti. Il valore dimostrato dai soldati in tante memorabili battaglie combattute e vinte durante due anni e mezzo di guerra, dà affidamento al comando supremo che anche questa volta l'esercito, al quale sono affidati l'onore e la salvezza del paese saprà compiere il proprio dovere.

(l) Si pubblica qui di seguito la • memoria • presentata da Cadorna alla Commissione d'Inchiesta, e pubblicata dallo stesso nel suo volume: PQ.gine polemiche, Milano, Garzanti 1951, pp. 253-256.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3903/1118. Pietrogrado, 28 ottobre 1917, ore 10 (per. ore 17,30).

24 ottobre.

In seno Comitato esecutivo Soviet dei contadini Scobeleff disse che rappresentanti democrazia alla conferenza di Parigi dovranno fare ogni sforzo per avvicinare pace. Alleati devono onestamente formulare condizioni alle quali sono disposti concludere pace. Debolezza interna della Russia rende difficile situazione suoi rappresentanti alla conferenza, ma noi non vogl'iamo che onta di una pace inaccettabile ricada sulla democrazia rivoluzionaria. Dobbiamo quindi dichiarare francamente nostri scopi ed a quali patti siamo pronti a cessare guerra.

Comitato esecutivo si e pronunziato per un solo rappresentante della democrazia alla conferenza ed ha approvato candidatura Scobeleff.

del 28 ottobre. Ne rispondo davanti al Paese, davanti alla storia, come ne rispondo di fronte alla mia coscienza.

Sta di fatto però che essendo stato compilato da altri, come di consueto, qualche aggettivo e qualche parola possono, ad un più freddo esame, essermi apparsi diversi da quelli che io avrei adoperato per dire l'identica cosa. Come pure l'essere stato compilato, come tutti

gli altri bollettini, solo in base ad una valutazione oggettiva dei fatti, senza altra preoccupa

zione se non quella di dire la verità e senza mie antecedenti istruzioni perché questa verità servisse a fini particolari, mi ribera di fronte a!!a mia coscienza di soldato -e per me questo è l'essenziale -da qualsiasi rimorso di aver cercato meditatamente di gettare su gli altri, e soprattutto sull'esercito, le mie responsabilità. Io non ho mai cercato, né cercherò degli aribi.

La verità è che in quel momento chi viveva nell'ambiente del Comando Supremo e aveva le notizie dirette di quanto era avvenuto sulla prima linea e di quanto stava avvenendo nella ritirata; chi aveva la visione dello sbandamento che già appariva nei suoi caratteri di « sciopero militare » e sapeva nei suoi dettagli quale fosse stato il contegno di alcuni riparti, e ne vedeva i tragici effetti e l'enorme danno che ricadeva sul Paese, non poteva esprimere spontaneamente la sua valutazione della realtà che così come era stata espressa. In quell'ambiente, in quel contatto immediato ed evidente dei fatti, nessuno dubitò che ciò che il bollettino esprimeva con rude chiarezza era assolutamente vero e solo una parte del vero. Di fronte allo sfasciarsi di una Armata e alle conseguenze disastrose che potevano anche sembrare irrimediabili, nessuno poteva dubitare che il segnalare alla indignazione dell'esercito e del Paese alcuni riparti fosse un semplice atto di giustizia, non certo più impietoso di quello che fa affiggere i nomi dei disertori sulla porta della casa paterna. E questa fu la ragione per cui persona, estranea al Comando, ma per la sua posizione politica e sociale degna di essere interprete dell'opinione pubblica, essendo presente approvò la sincerità del bollettino e non ne sentì la sconvenienza. Questa è forse anche la spiegazione di come due ministri non interrogati in proposito, né in alcun modo partecipi alla sua compilazione, non dissero parola contraria che certo, nella loro coscienza di uomini di Governo, mi avrebbero detto subito se avessero avuto la sensazione di cosa assolutamente contraria agli interessi del Paese.

Nell'approvare quel bolletUno e nel parvi il mio nome, non certo distrattamente, io ho seguito due considerazioni che mantengono ancora per me tutto il loro valore.

Anzitutto io credevo che il biasimo, sia pure severissimo, inflitto a taluni riparti di una Armata, mentre si esaltava il valore di altri e si dimostrava fede che questi con le truppe della III Armata potevano e dovevano far fronte alla situazione, limitando le responsabilità, limitava anche la sfiducia che in quei giorni -lo sapevo e lo sentivo

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2876/483. Londra, 28 ottobre 1917, ore 15,55 (per. ore 20,45).

Telegramma di V. E. n. 14386 (1), giuntomi stamane ore 10. Del noto bollettino radiotelegrafico giunto all'Ammiragliato fui informato ieri nel pomeriggio dall'ufficio de1l'addetto navale. Esaminata possibilità impedirne pubblicazione, mi resi subito conto essere ciò impossibile. Bollettino era già stato diramato alle varie agenzie telegrafiche e comunicato a tutti i dubs, alberghi abbonati. Era evidente d'altra parte ·inutilità di ogni mia azione presso il Press Bureau per oppormi alla pubblicazione bolletttno ufficiale emanato dal Comando Supremo, firmato dal generale Cadorna e passato dalla censura. Alle

avvolgeva tutto l'esercito. Io pensavo che, poiché quanto avveniva alla fronte non era ignoto al Paese, ma piuttosto esagerato dalla immaginazione, dalle false notizie, dai propagatori del disfattismo, meglio valeva colpire d'infamia chi meritava di essere colpito che lasciare il disprezzo e il dubbio avvolgere genericamente i combattenti e togliere la fede nelle truppe eroiche che dovevano salvare il Paese. Meglio che lasciare l'impressione caotica e paurosa di uno sfacelo generale era dir chiaramente ciò che era, per me, la verità: che in un punto della fronte dei riparti avevano tradito il loro dovere verso la Patria, lasciando all'avvenire giudicare quale preciso carattere abbia avuto questo tradimento.

Per chi, d'altronde, nascondere i fatti? Non per il nemico che sapeva, che vedeva. Il nemico infatti che aveva tutto l'interesse ad esagerare le difficoltà superate, e quindi il nostro valore, non ha saputo nascondere la realtà veduta da lui, come la stampatedesca può dimostrare.

N o n per gli alleati, a cui la frana che travolgeva due anni di successi presto 0 tardi doveva essere spiegata nella sua realtà dolorosa, per la stessa necessità di rimediarvi. Gli alleati, d'altronde, hanno dimostrato la più acuta e calma valutazione dei veri limiti del fenomeno che ci ha colpito, avendo essi l'esperienza di simili cedimenti morali. L'ho constatato nei primi miei rapporti a Versailles e in tutte le conversazioni avute con uomini rappresentativi del pensiero, della politica, degli eserciti alleati.

Non per il Paese, infine, che già tutto sapeva prima del bollettino, e più che il bollettino non dicesse; sapeva da quei testimoni oculari della disfatta che erano i profughi, sapeva dalle orde degli sbandati che avevano gettato il fucile, dalle parole con cui proclamavano chiaramente la fine della guerra, dal loro atteggiamento cinico, e aveva compreso quanta viltà e ignominia fosse nella torbida tragedia da cui improvvisamente erano stati travolti. Nascondere con parole la verità si poteva; ma nessuno, né in Italia né fuori, avrebbe creduto a quella parola. Né l'opinione pubblica, per qualche diversa frase adoperata nel bollettino, avrebbe mutato la valutazione precisa dei fatti che risulta da troppe testimonianze perché qualche menzogna convenzionale o ufficiale la possa riformare.

L'altra considerazione era che le piaghe vanno curate a tempo col ferro e col fuoco,

non con le ipocrisie di una falsa pietà patriottica.

Era necessario dire al Paese e all'esercito una parola grave e forte.

La macchia c'era, era meglio, secondo me, che l'esercito e il Paese sentissero subito la necessità di lavarla. Per più di due anni avevo scritto bollettini esaltanti il valore dell'esercito italiano; sentivo che, perché quelli avessero valore, e avesse valore l'eroismo vero, che ancora esisteva, che già si riaffermava, era necessario chiamare la vergogna di un'ora e di alcuni riparti col suo nome.

Di questo parere sono stati anche uomini che della vita e dell'onore militare e nazionale hanno altissimo sentimento. Cito per tutti il ..... che me lo ha affermato personalmente.

Quanto all'effetto benefico che la verità ha in se stessa, anche se ingrata, so di non essermi ingannato. Qualunque possa essere stato l'effetto prodotto nel mondo politico, abituato ai mezzi termini, il bollettino che, nonostante le correzioni governative, fu nell'esercito e in gran parte del Paese conosciuto nella sua forma originaria produsse una reazione violenta, ma risanatrice. La logica popolare é molto semplice, e il bollettino poneva con virile e militare chiarezza delle premesse, le cui conclusioni pratiche furono una ondata di sdegno contro ogni viltà, e una ondata di entusiasmo patriottico verso gli eroici difensori della Patria, che furono certo sostenuti sulla Piave da uno spirito profondamente mutato di tutto il Paese.

Per questo non mi pento del bollettino del 28 ottobre e non mi lamento se esso fu rivolto come una grande accusa contro di me. Sebbene considerazioni di prudenza personale potrebbero oggi sconsigliarmi di ripubblicarlo nella stessa forma, pure, per considerazioni d'indole generale che debbono prevalere su tutto, e per il salutare rivolgimento che esso contribuì ad affrettare in quei giorni, non esiterei a rimettervi, senza nulla mutare, il mio nome».

ore 22 mi ·pervenne solito bollettino in francese a firma ministro Scialoja. Predetto bollettino era più mite di quello precedente circa contegno truppe. Mutata così la situazione telefonai immediatamente nuovo testo alla Reuter pregandola di diramarlo subito ai vari giornali. Agii in pari tempo presso Press Bureau per invitarlo a dare istruzioni ai giornali di pubblicare predetto secondo bollettino sostenendo che esso solo doveva considerarsi come comunicazione ufficiale del Governo. Press Bureau con molta buona grazia si adoperò nel senso desiderato presso quei giornali che non erano ancora andati in macchina. Tutti i giornali di Londra pubblicano pertanto stamane secondo bollettino, ma può darsi che qualche giornale di provincia abbia pubblicato il primo. Comunque impressione è stata purtroppo già prodotta, e se ne scorge qualche velata traccia nei commenti della stampa, la quale però, per quanto in termini diversi a riguardo resistenza nostre truppe, sostanzialmente concorda nel sostenere enfaticamente che l'Italia deve essere a qualunque ·costo aiutata. Sembrami superflua ogni più calda raccomandazione perché nella futura redazione bollettini, di cui testo diramato all'estero deve essere unico, si tenga debito conto dell'effetto da essi destinato a produrre non solo in Italia ma anche sull'op·inione pubblica all'estero. Va pure ad ogni buon fine tenuto presente che in questi giornali comincia già a farsi strada da un lato tendenza a biasimare autorità militari britanniche e dall'altra ad attenuare !''importanza e numero effettivo di nemici specialmente tedeschi combattenti contro di no'i.

Ciò per salvaguardare come al solito suscettibilità Russia rivoluzionaria i cui rappresentanti militari si agitano per combattere ovvia impressione prodotta nel pubblico che cioè nostri rovesci siano precipua conseguenza defezione della Russia. Nel colloquio avuto stamane con Derby, il quale mi ha confermato in termini cordiali note disposizioni già date per invio di rinforzi, ho rappresentato ener~icamente a Sua Signoria, nell'interesse non solo delle buone relazioni fra i due Paesi, ma anche della causa comune, necessità di fare possibile per impedire discussioni e controversie su questo tema delicato concludendo essere ora di agire e non di discutere. Derby ha convenuto. Mi ha poi rivolto varie domande dalle quali traspariva qualche dubbiosa apprensione riguardo la Tesistenza truppe lavorate diceva lui da intensissima propaganda, sul contegno più o meno energico del Paese ecc. Ho risposto essere mia assoluta ferma convinzione che in questa ora suprema gli italiani senza eccezione di partito faranno il loro dovere. Derby con particolare interesse mi chiedeva notizie che non potei dargli sulla soluzione della crisi sulla designazione capo futuro Governo, ecc.

(l) Non pubblicato.

302

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3906/1124. Pietrogrado, 28 ottobre 1917, ore 10 (per. ore 21,10).

25 ottobre. Comunicato del ministero Mfari Esteri alla stampa annunzia che in prossima seduta del Consiglio provvisorio ministro darà esauriente spiegazione circa voci corse di nuovi tentativi germanici per conclusione pace a spese Russia. Comunicato aggiunge che ministero fin d'ora dichiara che Germania, impaurita dall'idea di una nuova campagna invernale, cerca con ogni mezzo di seminare zizzanie fra gli alleati.

303

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3905/1124. Pietrogrado, 28 ottobre 1917, ore 10 (per. ore 21,20).

25 ottobre. In seguito pubblicazione delle istruzioni del comitato esecutivo del Soviet al rappresentante della democrazia russa alla conferenza di Parigi, questo ministro del Belgio ha diretto al com:itato esecutivo una letterra neLla quale, pur ringraziando delle sue dichiarazdoni riguardo Be.lgio, fa rilevare che esso non può essere ricostituito che colla stessa sovranità e libertà di cui godeva nel 1914.

Ministro oppugna inoltre equità di una rifusione di danni a1l Belgio prelevato da un fondo internazionale cui Belgio stesso concone, adducendo che persino Germania si è dichiarata obbligata rifonderlo dei danni inflittigli. Comitato ha risposto dicendosi d'accordo col ministro di Germania circa integrale ricostituzione Belgio e dichiarando di lasciare alle future trattative di pace definizione del fondo internazionale per indennità da accordare al Belgio al quale lo stesso Belgio neutrale deve concorrere.

304

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 350. Parigi, 28 ottobre 1917.

Ho parlato oggi con Barthou circa conferenza Parigi. Egli concorda con

V. E. necessità esclusione rappresentante Soviet e spera governo inglese si pronunzi contrario recisamente come già lo fece Governo francese e Governo italiano.

305

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3909/1119. Pietrogrado, 28 ottobre 1917 (per. il 28).

24 ottobre. In seduta Consiglio provvisorio ministro deLla Guerra in un lungo discorso sulla situazione militare dichiarò che efficienza dell'esercito russo è dimostrata

dal fatto che tedeschi tengono impegnate contro di esse 130 divisioni. Quattro classi sono state congedate ma demobilitaz'ione offre ostacoli peTché vari reparti rifiutano di ritornare alle loro case. Per migLiorare compagine esercito è stata istituita una serie di scuole ove istruisconsi ufficiali inferiori e soldati. Si procede inoltre alla formazione di truppe ucraine, estonie, geo•rgiane, secondo principio nazionalità. Se Russ'ia non troverà in essa stessa la forza per ristabilire ordine interno, questo le verrà imposto dalle baionette germaniche. Ministro della Marina dichiarò che disordini del bacino ca•rbonifero del Donetz diminuendo produzione combustibile obbligano molte fabbriche a cessare il lavoro. Disse che ristabilimento disC'iplina può restituirsi soltanto sulla base della reciproca fiducia nei generali ed ufficiali e stigmatizzò acerbamente condotta dei reparti arresisi al nemico. Generale Alexeieff dichiarò che immediata conconclusione pace segnerebbe completa rovina della Russia ed eccitò paese e Consiglio provvisorio a dedicarsi senza indugio alla ricostituzione eserclto. Kerensky assicurò truppe ed esercito sono fedeli nuovo regime e disse mirava instaurare regime dittatodale ma non a restaurare monarchia, se fanatici e traditori non avessero distrutto opera nella rivoluzione popolo russo, egli disse questo avrebbe ottenuto pace che io gli avevo promesso vittoriosa per Natale. In fine seduta minorista internazionalista Wlkoff spiegò permanenza suo partito nel Consiglio provvisorio colla lusinga che ibrido connubio della democrazia

colle classi borghesia sia per venire meno in prossimo avvenire.

306

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2863/351. Parigi, 28 ottobre 1917, ore 21,55 (per. ore 1,25 del 29).

Addetto militare mi informa che parte per l'Italia generale lord Robedson e che due divisioni inglesi verranno appena linee ferroviarie sgombere da trasporti divisioni francesi.

307

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2865/85. Madrid, 28 ottobre 1917, ore 17,40 (per. ore 3 del 29).

Crisi ministeriale sembra essere stata provocata da S. M. il re che rappresentò 'ieri mattina al signor Dato opportunità consultare vari capi parlamentari sulla condotta da seguire circa annunziato memorandum giunta militare. Presidente del Consiglio ravvisando in ciò una prova di diminuita fiducia del re, presentò dimissioni. Re Alfonso vuole ad ogni costo ingraziarsi l'elemento militare. Caduta di Dato sarà accolta con viva soddisfazione da ambasciata germanica la quale stava sostenendo con esso discussione alquanto vivace intorno ai sottomarini evasi negando che il capitano avesse impegnata la sua parola d'onore, mentre il signor Dato afferma avere, come realmente ha, le prove scritte, e minacciando di pubblicarle.

308

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2899/448. Pietrogrado, 28 ottobre 1917, ore 20,45 (per. ore 15 del 31).

Composizione missione russa a Parigi non è ancora definitivamente determinata. Oltre ministro degli Affari Esteri, che ne sarà a capo, essa comprenderà delegato esercito russo ne1la persona del generale Golowin, capo dello Stato Maggiore, di Tcherbaceff, delegato del ministero della Guerra per quanto concerne forniture materiali, delegati del ministero delle Finanze e ministero del Commercio, il capo dipartimento de1la cancelleria ministero Affari Esteri; non è ancora sicuro che vi prenda parte Skobeleff. Commissione degli Affari esteri del Consiglio provvisorio, a quanto mi risulta, sta r·ivedendo le note istruzioni che probabilmente assumeranno carattere di dichiarazione di princip'io senza precisioni tassative, il che potrà facilitare accordo fra Soviet e Governo. Buchanan mi ha detto confidenzialmente che probabilmente si •recherà a Londra. Ho motivo di credere che sua mandata sia predisposta d'accordo con Terescenko che nelle numerose e importanti trattative da condurre a Londra conta sul di lui appoggio di amichevole intermediario.

309

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4695/1264. Londra, 28 ottobre 1917.

Il 24 corrente ebbe luogo a Sheffield un numeroso comizio di propaganda per la guerra, il quale espcesse in una mozione " l'inflessibile determinazione di continuare fino alla vittoria finale la lotta in favore degl'i ideali di libertà e di giustizia che sono le aspirazioni comuni e sacre degli alleati ».

In quest'occasione il Generale Smuts ha pronunziato un discorso che qui

riassumo brevemente, non perchè le idee da lui espresse possano ritenersi

un indice del pensiero di questo Governo, o comunque meritevoli, nelle presenti

contingenze, di speciale rilievo e considerazione, ma perchè il discorso ha pro

vocato un articolo dell'organo maggiore del partito radicale, 'il Manchester

Guardian, nel quale si ritorna a prospettare con simpatia l'ipotesi di una pace

che salvi l'integrità deH'Austria.

Il Generale Smuts, dopo aver detto che scopo principale della guerra è

l'abolizione del " mHitarismo • e degli eserciti permanenti e che è necessario continuare la lotta finchè non si potrà ottenere una pace che garantisca da nuovi conflitti, ha indicato come altre condizioni della pace: la riconquista, prima di iniziare i negoziati, dei territori occupati dalla Germania, la tutela dei diritti delle piccole nazionalità, concedendo loro se non l'indipendenza, almeno l'autonomia. • Non vogliamo •, disse il Generale Smuts, • smembrare il'Austria o la Germania, ma S'i deve addivenire ad un assestamento che garantisca i diritti delle piccole nazionalità •.

Il Manchester Guardian, nel commentare il discorso dopo aver detto che quando la Germania si sarà convinta della indissolubilità dell'unione degli ahleati, forse si piegherà a discutere circa l'Alsazia e la Lorena e ad affidare senza <riserve il nuovo assestamento dell'Europa ad una conferenza internazionale. Se la Germania, continua il giornale, non è ancora disposta alla pace, le cose stanno diversamente per l'Austria. In quest'anno essa sarebbe stata disposta a finire la guerra a condizioni moderate ed è rincrescevole che in Inghilterra si sia a volte tenuto un linguaggio tale da scoraggiare il Governo austro-ungarico dal fare passi decisivi. • Siamo perciò lieti •, aggiunge il Manchester Guardian, • che il Generale Smuts abbia ripudiato la politica di smembramento, la quale deve evacuare i territori che ha occupati, ricostituire la Romania, la Serbia ed il Montenegro nella loro piena integrità ed indipendenza. Questo ci riguarda, come pure viguarda i nostri impegni di alleati H garantire una ragionevole intesa sulle divergenze che esistono fra l'Austria e l'Italia •. Oltre a ciò la Gran Bretagna non ha nessun interesse, osserva l'organo radicale, e nessun obbligo di infliggere all'Austria una punizione più grave di quella da essa già avuta. Se alla pressione militare si fosse unita quehla diplomatica, si sarebbe potuto avere il distacco dell'Austria dalla Germania. Ma, conclude il Manchester Guardian, gli eventi militari mostreranno se è ormai passato il tempo per una simile politica.

Nell'allegare al presente rapporto il discorso del Generale Smuts, com'è riportato dal Times ed il predetto articolo del Manchester Guardian ... (1).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 1747. Roma, 29 ottobre 1917, ore 21.

Trasmetto per conoscenza a V. E. copia di lettera inviata il 26 corrente dal generale Cadorna ai generali Foch e Robertson:

• L'attesa offensiva austro-tedesca iniziatasi, come è noto, nelle prime ore del giorno 24 corrente all'ala sinistra della fronte giulia ha condotto col favore di fittissima nebbia e di pioggia temporalesca che paralizzò completamente gli organi attivi della difesa alla rottura delle nostre linee di sinistra Isonzo nel tratto fra Plezzo e Tolmino.

La difesa prontamente riorganizzata lungo gli apprestamenti della linea di confine è riuscita, aspramente combattendo ieri ed oggi, a contenere l'irruzione, non ad arrestarla; infatti anche la resistenza alla testata delle valli del Natisone e dei suoi affluenti, di fronte all'incalzante pressione nemica è stata vinta, determinando un arretramento della nostra fronte lento e graduale attraverso successive linee di resistenza da me stabilite.

Hanno contribuito ad aggravare la situazione ardite puntate offensive nemiche lungo la valle dell'Isonzo che mi hanno indotto a sgombrare quasi completamente l'altipiano di Bainsizza onde evitare che arrivando il nemico sui ponti precludesse la ritirata alle truppe operanti sull'altipiano stesso. Il ripiegamento per quanto incalzati dal nemico anche su questa fronte si è potuto ordinatamente compiere.

Al presente ho stabilito un forte schieramento difensivo a tanaglia fronte a Nord (M. Maggiore -Pargessimo -Korada), schieramento che si salda ad angolo retto alla linea di difesa principale della fronte giulia (Korada -Sabotino -Isonzo -Vallone). Su tale fronte ho deciso di resistere ad oltranza e affrontando J.e sorti della battaglia tentare di arginare l'irruzione e respingerla.

Però, nella doverosa previsione che le vicende della lotta ci siano avverse ho tutto predisposto per il ripiegamento a scaglioni delle forze impegnate suhla fronte giulia sulla linea del Tagliamento, nell'intento di riordinare le forze ed opporre qui una nuova resistenza. Ho altresì tutto predisposto perché in contemporaneità con questo movimento si effettui un primo ripiegamento delle forze dislocate in Carnia ed in Cadore sulle rispettive linee di resistenza ad oltranza creando così una situazione di transizione e sopratutto un avviamento allo schieramento a massa dell'Esercito che mi propongo di compiere quando fosse imposto dalla si,tuazione fronte a nord nel Trentino e fronte ad est lungo il corso del Piave.

La situazione quale obiettivamente ho rappresentato sia in atto sia in rapporto alle possibilità future basta a porre in luce l'utilità somma dell'intervento diretto alleato nella misura concordata o anche in maggiolfe misura e nel segnalare siffatta utilità agJ.i alti comandi alleati francese e britannico io mi faccio interprete anche dell'apprezzamento del R. Governo che per via d~plomatica intende agire nello stesso senso presso i Governi dell'Intesa •.

(l) Non rinvenuti.

311

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 1407. Roma, 29 ottobre 1917, ore 22.

Mio telegramma 1393 (1). Il R. ministro ad .Atene telegrafa quanto segue: • Ho parlato in proposito coi miei colleghi francese ed inglese. Ministro di Francia mi ha detto

l) che è d'accordo per il porto Prevesa del cui controllo avremo direzione pure tenendoci "in contatto eone autorità navali francesi di Corfù; 2) per l'ammissione dei nostri rappresentanti ai controlli degli altri porti egLi non ha istruzione. Personalmente vi è favorevole; 3) Per l'obbligatorietà del placet delle nostre autorità a Corfù per ,le persone che vanno nell''isola egli è egualmente senza istruzioni ma vi è personalmente contrario, ripetendo argomento che Corfù è base navale francese e quindi tutto vi deve dipendere dallo Ammiraglio francese; ho ribattuto che a quanto mi risulta Corfù nell'ultima conferenza Parigi fu dichiarata base navale e militare interalleata e quindi nostre autorità debbono conservare diritto di escludere dall'isola persone sospette. Non abbiamo potuto intenderei e Ministro di Francia mi ha promesso riferire al suo Governo e poi risponderm:i.

Ministro d'Inghilterra è del tutto ignaro della questione e privo d'istruzioni. A titolo personale mi ha detto che per porto Prevesa essendo nella zona francese egli se ne disinteressa. Per i nostri delegati nel controllo degli altri porti egli ha espresso opinione contraria perché teme che francesi, se noi otteniamo quella concessione, ne profitteranno per esigere di avere dei loro delegati nei forti della zona 'inglese; circa questione visto passaporti Corfù non ha espresso nessuna opinione.

Anche egli mi ha promesso chiedere istruzioni e poi darmi risposta •.

Ricordo a V. E. che risoluzione circa base ·interalleata Corfù fu proposta da Ribot nella seduta conferenza di Parigi del 26 luglio ed adottata all'unanimità. De Billy è quindi male informato.

Pregola soLlecitare istruzioni codesto Governo al proprio rappresentante in Atene.

(l) Non pubblicato. È la ritrasmissione a Londra e a Parigi del t. 3796/358 del 16 ottobre da Atene: proposta di controllo misto itala-francese per il porto di Patrasso e di controllo italiano per il porto di Nauplia.

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IL CONSOLE A LIONE, MORDINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 2877/16272. Lione, 29 ottobre 1917, ore 17,10 (per. ore 22 ).

Mi viene riferito e riferisco con riserva che frontiera svizzera verrà chiusa oggi, frontiera spagnuola domani, linea ferroviaria Modane guardata militarmente e che treno artiglieria parte per Italia. Notizia circa avvenimenti militari in Italia prodotto profonda impressione questa città dove giornali svizzeri recano comunicati austro-tedeschi.

313

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2879/67. Berna, 29 ottobre 1917, ore 2,40 (per. ore 23,50)

In vista dei fortissimi motivi politico-militari che motivarono la chiusura deLla nostra frontiera verso la Svizzera permettomi rilevare l'opportunità di provocare analoga misura per la frontiera franco-svizzera. Constami che gli agenti degli Imperi centrali fermati nostro confine tentano di girarlo per la via di Francia. Medesima via sarebbe con ogni verosimiglianza utilizzata per la diffusione di manifesti sovversivi fra le nostre truppe predisposta dalla propaganda germanica.

314

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2875/66. Berna, 29 ottobre 1917, ore 8,40 (per. ore 2 del 30).

Un diplomatico neutrale qui residente riferisce che i membri di questa Legazione di Germania con i quali è in quotidiana relazione, dicono apertamente che secondo il piano dello Stato Maggiore austro-tedesco l'esercito di ·invasione dovrebbe raggiungere Genova entro sei settimane e piombare poi sulle spalle dei francesi imponendo la pace prima dell'intervento americano. Queste notizie sono sostanzialmente confermate da informatori giunti in Svizzera dopo l'apertura della frontiera svizzera-austriaca che com'è noto rimase ermeticamente chiusa dal 20 settembre al 19 corrente.

Questi per nostra norma aggiungono che in quest'ultimo mese transitarono dalla Germania per Innsbruck 200 treni mWtari di 35 vagoni con 48 uomini ognuno, cioè circa 330 mila uomini, più numerosissimi treni di artiglieria e materiale ferroviario e provviste.

315

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. RR. 2383/484. Londra, 29 ottobre 1917, ore 2.2 (per. ore 9,35 del 30)

Non debbo nascondere a V.E. che noto bollettino di ieri, pe!r quanto non pubblicato dai giornali di oggi, non ha ricevuto meno larga circoil.azione e prodotto, secondo quanto mi viene riferito da varie parti, penosa impressione sulla grande maggioranza di coloro che l'hanno letto. I tristi avvenimenti così autorevolmente confermati accennano a genera<re in questa pubblica op·inione, manifestatasi fin qui così spontaneamente cordiale, un senso di apprensione e di dubbio non solo sulla validità della resistenza ulteriore delle truppe ma anche sull'energico contegno col quale il paese nostro fronteggerà la grave situazione. Da vari autorevoli giornali amici vengo da ieri sollecitato concedere interviste, inviare messaggio alla nazione britannica allo scopo di rassicurare sulla saldezza di propositi dell'Italia e mantenere così intatta la corrente di calda simpatia ora prevalente per no'i. Ho declinato. Per quanto intensa sia mia fiducia che nostro Paese saprà e potrà superare con

onore l'arduo cimento, mi 'ripugna in principio tenere linguaggio equivalente a captazione d'i benevolenza. Non credo poi, neLl'ignoranza in cui sono della situazione nostra interna, avventurarmi in pubbliche dichiarazioni e ritengo pure che al momento presente se si parla in nome dell'Italia occorre che la parola venga da bocca più autorevole della mia.

Sembrandomi però urgente affermare in modo solenne qui e dovunque che l'Italia unita e concorde farà i<l suo dovere fino all'ultimo e manterrà con onore i propri impegni senza vacillare, permettomi attirare l'attenzione tutta del R. Governo sulle considerazioni di cui sopra lasciando a V.E. giudicare se e sotto quale forma convenga provvedere per meglio raggiungere lo scopo.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4699/1268. Londra, 29 ottobre 1917.

Il movimento dei Sinn Fein va sempre più delineandosi in opposizione alla Convenzione per J.'Irlanda e la sua organizzazione assume forme più nette ed attitudini più risolute.

Nel rappovto del R. Incaricato d'affari N. 1073 del 2 corrente (1), dicevasi che tanto i Nazionalisti quanto gli Un:ionisti dell'Ulster si rendono conto del grave pericolo che costitui,rebbe il fallimento della Convenzione. Parmi ora che, in seguito alle nuove manifestazioni che si prospettano dell'attività dei Sinn Fein, e che mi accingo a riferire all'E.V., non solo il fallimento, ma anche un troppo indugiarsi della Convenzione nell'addivenire ad un accordo o del Parlamento nell'approvarlo, non sarebbe scevro da nuove e pericolose agitazioni in Irlanda, ove i Sinn Fein potrebberro provocare una situazione di cose tale da richiedere una repressione energica.

Dopo aver rifiutato di partecipare alla Convenzione, i Sinn Fein avevano assunto verso di essa un'attitudine più che ostile, indifferente. Uno dei loro capi, il Signor Griffiths, infatti, in un discorso pronunziato lo scorso settembre, invitò il partito a non turbare i lavori di essa e ad • ignorarla ». Ma sia pel naturale svolgimento dell'azione di questo, sia per alcune recenti dichiarazioni ottimistiche sui lavori della Convenzione, venute da varie personalità politiche, i Sinn Fein sembra vogliano spingere la loro azione a tal segno da turbare i lavori della Convenzione, sperando di farla fallire, ovvero da frustrarne i risultati, nell'eventualità che essa giungesse ad un accordo e che venisse applicato.

Probabilmente essi prevedono che nel caso in cui la Convenzione riuscisse a concordare un progetto di assestamento per l'Irlanda e il Parlamento lo accettasse, il loro partito ne rimarrebbe forse definitivamente diminuito e le loro aspirazioni separatiste, compromesse, e quindi hanno costituito a Dublino

una loro Convenzione allo scopo di • formulare una Costituzione pel governo dell'Irlanda, secondo i principi di Sinn Fein •. La Convenzione si è riunita il 25 ottobre e vi hanno partecipato i delegati di più di mille organizzazioni del partito.

Le risoluzioni di maggior rilievo prese da essa sono: l) partito si avvarrà di quatlsiasi mezzo per la soppressione dell'Autorità britannica in Irlanda; 2) si opporrà alla volontà del Parlamento Britannico e della Corona e di qualsiasi altro governo estero; 3) il Comitato esecutivo bandi<rà un appello alle armi qualora lo ritenesse necessario; 4) le organizzazioni del partito eleggeranno una • Assemblea Costituente •, la quale sarà la suprema Autorità nazionale e governerà l'isola senza riguardo alcuno per le leggi e l'Amministrazione esistenti; 5) i Sinn Fein doV1ranno intanto impossessarsi delle amministrazioni locali e sostituire con enti irlandesi tutti quelli inglesi che sono connessi colla vita economica dell'isola, come banche ecc.; 6) essi si rifiuteranno di pagare le imposte al Tesoro Britannico.

Se la Convenzione dei Sinn Fein ha dimostrato la forza e la buona organizzazione del partito, essa ha anche dimostrato che questo manca di una linea di condotta politica pratica ed efficace e di un duce. Il Signor de Valera, presidente del movimento, è uomo d'azione, violento, esercita un certo fasC'ino sulle folle, ha facoltà organizzatrici, ma è privo dell'equilibrio e della ponderazione dell'uomo politico. La linea di condotta rivoluzionaria che 'intendono seguire i Sinn Fein, poi, mentre non potrà mai condurre aLla realizzazione delle loro aspirazioni separatiste, a meno che l'Inghilterra non venga a trovarsi in condizioni che per ora almeno sembrano ben lungi dal verificarsi, può essere solo momentaneamente ed in parte tollerata dal Governo Britannico per eV1itare reazioni pericolose durante la guerra e capaci di compromettere il risultato della convenzione da esso promossa. Ma è chiaro che, quando questi due motivi di tolleranza verranno meno, i Sinn Fein dovranno mutar attitudine, perché, libero da preoccupazioni esterne, il governo non potrebbe esimersi dal rep<rimere un'agitazione rivoluzionaria.

Malgrado però gli errori e le deficienze dei Sinn Fein i propositi da essi fermati nella loro Convenzione, non possono non preoccupare anche pel prossimo futuro. Potrà il Governo Britannico permettere che essi li attuino? Un grave dilemma si p<resenta: se hl governo vorrà continuare la sua poHtica di tolleranza, fra breve tutta l'Irlanda sarà nelle mani dei Sinn Fein, resi più forti dopo aver pervasa tutta l'isola sia nella sua vita politica, per mezzo dell' • Assemblea Costituente • e deLle amministrazioni locali, che in quella economica per mezzo delle banche e degli altri istituti affini; se invece il governo si opponesse, esso dovrebbe affrontare gravi agitazioni e disordini.

Mi è stato riferito che il Governo Britannico, ad evitare in parte questi due pericoli, avrebbe in an'lmo di affidare il governo dell'Irlanda a un comitato composto di irlandesi designati dailla Convenzione, e che tale soluzione provvisoria sarebbe ben vista anche da qualche Sinn Fein.

Non mi sembra che siffatto comitato potrebbe aver l'appoggio e calmare le agitazioni dei Sinn Fein, e ciò per molteplici ragioni: l) Essi hanno più volte dichiarato di non riconoscere l'autorità della Convenzione perché escludono che il Governo Britannico abbia il diritto di provvedere all'assestamento

dell'Irlanda; 2) essi mi:rano all'indipendenza sovrana dell'isola e quindi sono contrari a qualsiasi accomodamento che venga a rendere meno acuta e pressante la questione irlandese, la cui soluzione credono più facile durante la guerra o alla conferenza della pace; 3) gli attuali dirigenti del partito difficilmente abdicherebbero neHe mani del predetto comitato la direzione e la padronanza che essi hanno sulle masse.

Sembrami pertanto di poter ·concludere che le nuove manifestazioni dell'attività dei Sinn Fein prospettatesi nella recente Convenzione di Dublino, varranno a render ancora più grave la situazione irlandese, la quale, come accennavo al principio del rapporto, potrebbe migliorare solo se la Convenzione costituita dal Governo Britannico addivenisse in breve tempo ad una soluzione soddisfacente e questa fosse approvata dal Parlamento Imperiale.

(l) Non pubblicato.

317

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 493/221. Stoccolma, 29 ottobre 1917.

Da alcune settimane si trova qua il Principe Ladislao Lubomirski, polacco suddito russo, il quale dal prindpio della guerra fino a qualche mese fa ha dimorato a Vienna, dove lo si è lasciato più o meno indisturbato, grazie alle sue alte aderenze. Sua moglie è austriaca di nascita, Baronessa de Vaux, sorella dell'ex-Consigliere dell'ambasciata austro-ungarica presso la nostra Corte. In questi ultimi tem!)i il Principe Lubomirski, il quale si dimostra anzi tutto patriota polacco e non dissimula i suoi sentimenti anti-tedeschi, si è messo in rapporto con me e cogli altri colleghi alleati. Egli mi ha rife.rito circa l'Austria-Ungheria alcune impression·i, che, se non debbono essere prese come informazioni di speciale autorità, rappresentano però probabilmente l'opinione corrente nelle sfere aristocratiche di Vienna.

Il nuovo Imperatore e l'Imperatrice sarebbero divenuti moilto popolari per la loro semplicità ed il loro interessamento per le sofferenze del popolo: le classi troverebbero anzi che essi sono • troppo democratici ». L'imperatrice Zita o, più ancora, sua madre, la duchessa di Parma, vedova avrebbero per un certo periodo esercitato grande influenza sulla Corte e sull'Imperatore, ma da qualche tempo sarebbero state messe da parte. L'Imperatrice Z'lta, che prima non si peritava di ostentare la sua avversione per la Germania, sarebbe ora più prudente.

Il Conte Czernin sarebbe il vero arbitro della situazione. L'Imperatore aV'rebbe una cieca fiducia in lui e si affretterebbe a ripetergli qualunque cosa gli venisse detta da altri. Malgrado le aderenze czeche della sua famiglia, il Conte Czernin viene considerato come un germanofilo convinto. Se, nella politica interna austriaca si segue un indir·izzo, che può sembrare contrario agli interessi tedeschi, ciò sarebbe per forza ineluttabile delle cose e non per merito del Ministro degli Affari Esteri.

Invece nell'aristocrazia, nell'esercito ed anche nella popolazione dell'Austria il malumore contro la Germania sarebbe sempre vivissimo. Nelle sue ultime visite a Vienna l'Imperatore Guglielmo vi avrebbe trovato accoglienza assai fredda.

Il Principe L. Lubomirski mi ha inoltre confermato che nella Monarchia austro-ungarica il desiderio di pace è fortissimo e che le autorità fanno di tutto per infondere nelle masse la convinzione che la pace si farebbe prima della fine dell'anno. Quando invece si vedesse che il termine della guerra è ancora lontano, la ripercussione morale sulle popolazioni sarebbe assai grande. Naturalmente queste impression·l non sono recentissime e non è possibile dire in quanto gli ultimi eventi militari abbiano potuto modificare la situazione.

318

L'INCARICATO D'AFFARI A L'AJA, GUARNERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1522/387. L'Aja, 29 ottobre 1917.

Il giornale socialista Het Volk del 26 ottobre ha pubblicato un « Manifesto delle Delegazioni delle Nazioni neutrali a Stoccolma ai partiti appartenenti all'Internazionale •.

Tale manifesto tende a formare una opinione pubblica favorevole a una pace immediata ed a prepararne l'accettazione delle condizioni.

Vari giornali olandesi hanno rilevato che in mancanza della Conferenza, che era stata resa impossibile, 'il Comttato organizzatore ha redatto da solo le condizioni di pace. Se la Conferenza di Stoccolma -essi hanno detto -ha fatto molto rumore, in sostanza ha assai poco prodotto :

H deputato Troelstra, ritornato dalla Svezia insieme ·col senatore Kool, ha illustrato con un suo recente discorso, tenuto in Amsterdam davanti una numerosa assemblea, il manifesto in questione ed ha sostenuto che l'Intesa non vuole la pace a causa della sua situazione e che il rifiuto dei passaporti è stato dketto in gran parte contro il socialismo e l'Internazionale. Disse poi non esser vero che la conferenza di Stoccolma sia andata a vuoto; se essa non è riuscita per quanto concerne 'la pace, tuttavia è stata una fase di liberazione degli spiriti, un periodo durante il quale si è fatto per la pace più che non sia stato fatto da alcun altro simile tentativo. • Stoccolma non è più responsabile ora del procedere degli avvenimenti. Tutta la classe operaia deve riprendere adesso il.'opera nostra e si deve insistere fino a tanto che non si oserà più rifiutare i passaporti. Il • Manifesto • indica le esigenze massime delle due parti belligeranti. Noi diciamo: cercate d'intendervi •.

Il • Manifesto • pubblicato dal Het Volk, dopo aver esposte le condizioni alle quali dovrebbe farsi la pace, termina con un appello solenne a tutti i socialisti d'ogni paese per la formazione d'una lega delle Nazioni basata sul disarmo, l'arbitrato obbligatorio, Ja soppressione d'ogni guerra economica e l'applicazione del controllo parlamentare sulla politica estera. Domanda poi ai socialisti di far conoscere, avanti il primo dicembre, il loro parere al comi

tato olando-scandinavo e di insistere per la concessione dei passaporti allo

scopo di tenere una conferenza generale.

Contro tale manifesto hanno protestato i socialisti bulgari per quanto concerne la Macedonia dicendo che in esso vengono rifiutati alla Bulgaria i più antichi territori de11a Macedonia essenzialmente bulgari; quei territori nei quali hanno avuto luogo le lotte per la rigeneraZJione della Bulgaria e che sono stati ,tante volte teatro di sanguinose ribellioni. Il Comitato neutrale olandascandinavo, al pari di quanto da 60 anni hanno fatto i più grandi nemici dei popoli b~canici, incoraggia inutilmente e senza ragione pratica la Serbia nelle sue aspirazioni malsane tendenti ad ottenere la Macedonia bulgara. È da sperare che l'Internazionale socialista continuerà la protesta illuminata fatta nel passato, comprenderà quanti mali si nascondono in una simile idea e potrà indurre i popoli balcanici a seguire una politica di riavvicinamento ragionevole entro i limiti delle loro giustificate aspirazioni nazionali.

Circa il • Manifesto • suddetto l'opinione generale in Olanda è che, il tentativo pacifista essendo abortito, i delegati olandesi hanno cercato di mettere Stoccolma nella miglior luce possibile allo scopo di mantenere la !loro situazione in seno al proprio partito e all'Internazionale.

La stampa olandese non si è molto occupata di queste diverse manifestazioni dei delegati a Stoccolma, fatta eccezione dei periodici del partito stesso e di alcuni giornali di minore importanza i quali però non vi hanno dedicato che brevi articoli.

Nel trasmettere aJla E. V. la traduzione del • Manifesto • ... (1).

319

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. CAB. 1750. Roma, 30 ottobre 1917, ore 12,25.

Ambasciata inglese informa che generale Robertson ha lasciato Londra la sera del 28 per l'It~ia avendo il Gabinetto di Guerra ritenuto opportuno un colloquio personale del Comando Supremo allo scopo di meglio stabilire l'aiuto che il Governo inglese è disposto a dare nelle presenti circostanze al Governo italiano.

320

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1751. Roma, 30 ottobre 1917, ore 13.

Da rapporti telegrafici che ricevo dai nostri agenti in Europa ed in America traggo consiglio sulla opportunità di tener conto dei nostri bollettini di guerra delle impressioni che essi suscitano all'estero. È stata specialmente

rrichiamata la mia attenzione sul bollettino del 28 corrente che nella sua prima forma fu diffuso nel mondo per le vie di Basilea e di Coltano. Constatando e segnalando ufficialmente gravi deficienze delle truppe italiane si rischia: l) di svigorire il desiderio dei Governi e delle nazioni alleate di mandare uomini e materiale per aiutarci: corriamo il pericolo di essere trattati come la Russia. Non si può attendersi che altri incontrino volentieri sacrifici per chi non sl difende da se, supplendo alle deficienze morali nostre; 2) si disperde il capitale di simpatia stima e sentimento di solidarietà acquistato in due anni e mezzo di lotta ·-capitale che ci è tanto utile sia per ottenere constantemente, in mezzo a generali difficoltà, prestazioni d'ogni sorta, fra cui principale il tonnellaggio, e più ancora per ottenere i più utili risultati della guerra quando si tratterà la pace in mezzo alle competiziond generali (1).

(l) Non allegata.

321

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2888/68. Berna, 30 ottobre 1917, ore 12,50 (per. ore 17).

Ricevo da Chiovenda telegramma seguente: • Guisi riferisce quanto segue: l) informatori di Nyon assicurano che i manifesti preparati a Ginevra per le note progettate insurrezioni salfebbero già stati introdotti in Italia e in Francia; a Lione avrebbe avuto luogo un primo movimento e lo scoppio... (2) generale in Ital'la sarebbe fissato per hl 2 novembre; 2) notte scorsa un consigliere di legazione austro-ungarico di Berna si sarebbe recato a mezzanotte al domicilio del principe Tossun in Ginevra, comunicandogli che Governo austroungarico desidera far conoscere al Governo inglese la sua intenz·ione di offrire la pace separata all'Italia contro ripristino statu quo ante. Tossun avrebbe comunicato quanto precede al dottor Parodi capo servizio informazioni inglese in Ginevra che ne avrebbe informAto Gulsi. Parodi telegrafò in proposito al suo Governo •.

A manifesti sovversivi alludeva già mio telegramma Gab. n. 67 di ieri notte (3) ·e rapporti pari data (4).

322

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI ALL'ESTERO

T. 1410. Roma, 30 ottobre 1917, ore 18.

Nonostante avverrsa fortuna delle armi, Paese fidente nel valore delle nostre truppe provato in oltre due anni di guerra, dà mirabile esempio di calma, di compattezza, di severa concordia.

Prego diffondere notizia in questo senso.

(l) -In SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 323-324 è edita la minuta di questo telegramma leggermente diversa nella forma. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. n. 313, pag. 222. (4) -Non pubblicato.
323

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1413. Roma, 30 ottobre 1917, ore 22.

Mio telegramma 1348 (1).

Incaricato d'affari Inghilterra ha trasmesso a ministero delle Colonie una nota da Londra in data 13 ottobre ·ln cui Governo britannico incarica ambasciata inglese Roma discutere con il R. Governo questione rifornimento munizioni a Idris Senusso facendo rilevare che se per mancanza armi e munizioni Idris non potesse fronteggiare elementi turcoflli facilmente sorgerebbero gravi torbidi Tripolitania, nel qual caso Inghilterra causa suoi impegni in Palestina non potrebbe rendere alcun servizio al Governo italiano tranne azione difesa frontiera egiziana.

Incaricato d'affari inglese ripeteva verbalmente a questo ministero in data 23 ottobre stesse dichiarazioni aggiungendo essere parere Wingate pascià non dovere Italia scontentare Idris che è il solo che possa aiutare Italia 'ln Libia e impedire che nemici di essa abbiano prevalenza. Wingate ritiene anche che in forza accordo, forillitura armi a Idris spetterebbe Italia di ciò Wingate Pascià avrebbe già dato comunicazione Idris.

Evidentemente dichiarazioni inca·ricato d'affari inglese basate su nota Foreign Office 13 corrente non costituiscono risposta a nostra domanda contenuta in mio teL 1348, comunicata per iscritto da codesta ambascia.ta al Foreign Office il 17 corrente.

Prego perciò V.E. sollecitare risposta al telegramma 1348 avvertendo specialmente che Idris non domanda solo armi e munizioni, bensì anche danaro, mezzi di trasporto, viveri, vestiario; e che opinione di Wingate pascià che immigrazione armi spetti Italia non è esatta essendo aiuto armi e munizioni escluso tanto per Italia che per Inghilterra da accordo per Senussi del 31 luglio 1916.

324

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 1412. Roma, 30 ottobre 1917.

(Per Londra). Per V.E. e per Mayor:

(Per tutti): Scarsa importazione grano avvenuta settembre ottobre limitati arrivi previsti per novembre nonché strao!'dinari bisogni amministrazione militare -rendono preoccupante situazione granaria che non potrà migliorare che nel dicembre. Si renderebbe quindi necessario avere prestito grano dalla

Francia e Inghilterra per consegna via mare o mediante cessione qualche piroscafo ora :Llottante destinato Inghilterra o Francia.

Prego agire in conseguenza.

Interesso analogamente R. ambasciata Londra, Parigi.

(l) Cfr. n. 198, pag. 141.

325

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2891/352. Parigi, 30 ottobre 1917, ore 21,50 (per. ore l del 31).

Telegramma di V. E. n. 1134 (1).

Barthou mi dice d'aver ricevuto un telegramma identico e non ha :risposto perché il principio ammesso da Francia Italia ed anche Inghiltevra di non consentire presenza delegati Soviet implica risposta favorevole al desiderio di Bratiano (2).

326

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2922/190. Copenaghen, 30 ottobre 1917, ore 15,08 (per. ore l del 31).

A conferenza pro pace, che per iniziativa tedesca sarà tenuta Berna 12 novembre, sotto gli auspici associazione internazionale per una pace duratura, prenderanno parte, secondo quanto mi viene riferito, tedeschi Derburg, Erzberger, Scheideman e Bernstein, danese dottor Jersild ... (3) piuttosto anglofilo, un inglese, tre russi ed un italiano, del quale non ho potuto sapere nome.

Germania lavora attivamente per fare partecipare più nazionalità che può. Apprendo in via riservata che questa legazione di Germania darà ai partecipanti una diaria ed il rimborso di tutte le spese.

327

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2893/354. Parigi, 30 ottobre 1917, ore 21,50 (per. ore 1,25 del 31).

Barthou mi ha dichiarato stasera ripetutamente che il Governo francese convinto della necessità di aiutare l'Italia in questa circostanza farà quanto è possibile. Mi ha aggiunto che Painlevé è partito per Londra per concertarS'i a questo proposito ,col Governo inglese. Ho creduto opportuno d'informare Imperiali.

(l) -Numero probabilmente errato. (2) -Ritrasmesso a Jassy con t. gab. 1761 del 31 ottobre. (3) -Gruppo indecifrato.
328

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2894/355. Parigi, 30 ottobre 1917, ore 21,55 (per. ore 1,35 del 31).

Dalla censura francese apprendo Gabinetto presidente Consiglio dei ministri ha telegrafato censura italiana pregando di non lasciar pubblicare notizie precise riguardanti arrivo truppe francesi in Italia. Censura francese mi ha fatto dire in via ufficiosa che forse sarebbe opPQrtuno dare la massima diffusione al comunicato francese col quale già è detto che la Francia è disposta a venire in aiuto dell'Italia. Ciò taglierebbe corto agli appelli dei giornali al concorso :francese che qui sembrano inopportuni.

329

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2890/449. Pietrogrado, 30 ottobre 1917, ore 23,37 (per. il 31 ).

Nei debiti modi ma energicamente ho dimostrato a Terescenko 'il dovere e l'interesse deLla Russia di porre tosto in azione le proprie forze contro il nemico ovunque ciò sia possibile. Tanto più categorico è quel dovere in quanto più si aggrava in questa ora la sua responsabilità verso gli alleati. Tanto più grande è il suo interesse di agire in quanto nella guerra contro l'AustriaUngheria Italia rappresenta il suo essenziale alleato. Tanto più urgente è per essa l'opportunità del momento per intervenire in quanto sul fronte italiano il nemico ha concentrato i suoi sforzi lasciando così alla Russia la libertà d'azione incomparabilmente più larga di quella che mai abbia avuta. È necessario ed urgente di far sentire al nemico come ogni suo tentativo per potente e violento che esso s·ia, diretto a costringerci alla pace germanica ci trovi tutti compattamente solidali e irremovibili nella difesa della causa comune.

Terescenko che si mostrava profondamente penetrato delle constatazioni che io gli venivo esponendo mi ha risposto aver motivo di credere che le armate IV, VI e IX agli ordini del generale Tcherbasceff siano ora in condizioni soddisfacenti e tali da permettere un'efficace pressione sul nemico. Aggiunse non potermi dare oggi alcun affidamento, ma voler recarsi domani (mercoledì) al Quartiere Generale per conferire con Duconin circa la possibHità di un'azione dal fronte romeno. Accennò pure ad alcuni reparti in buone condizioni di stanza nel Caucaso, che potrebbero essere utilizzati ed alla squadra del Mar Nero, il cui impiego potrebbe venire combinato colle operazioni del fronte romeno. Ad analoga mia domanda il ministro degli Affari Esteri disse sembrargli difficile che il.'azione possa essere intrapresa prima di qualche settimana.

Per parte mia non posso nascondere a V. E. che data la nota situazione dell'esercito russo non conviene farci illusioni sulla possibilità ed eventualmente sull'efficacia deLla sua azione. Ciò non di meno poiché l'imprevisto non può mai escludersi in questo paese, non trascurerò mezzi che siano in mio potere per spingere il Governo ed i fattori responsabili a prendere d'urgenza tutte le iniziative di cui siano capaci.

Kerensky è qui atteso domani e chiederò subito di vederlo.

330

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3925/1130. Pietrogrado, 30 ottobre 1917, (per. il 31).

27 ottobre.

In merito convocazione fatta dal Soviet di Pietrogrado dei rappresentanti di tutti i Soviet comunalisti di Russia per provocare passaggio di tutti i poteri ai Soviet, il Soviet dei contadini ha dichiarato di riteneve che tale passo potrebbe avere fatali conseguenze per la rivoluzione e per il paese e condurre Russia alla guerra civile utile soltanto al nemico ed agli avversari della democrazia.

331

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3927/1129. Pietrogrado, 30 ottobre 1917 (per. il 31).

27 ottobre.

Movimento diplomatico russo comprende seguenti definitive nomine:

" Parigi, Maklakoff, uno dei capi più in vista del partito dei cadetti; Madrid, Stakovic che appartiene egli pure al partito cadetti e che recentemente copriva carica Governatore generale della Finlandia; Berna, Evraimoff già capo del partito progressista alla Duma.

332

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3932/1131. Pietrogrado, 30 ottobre 1917 (per. il 31 ).

27 ottobre.

In seno Consiglio provvisorio Kerensky ha dichiarato Governo provvisorio non abbandonerà capitale che quando interessi dello Stato lo 'imporranno.

Ambiente Pietrogrado si è sensibilmente migliorato e migliorata è situazione fronte occidentale per quanto né Governo né Comando Supremo possano fare dichiarazioni di sicuro affidamento. Tuttavia in pTevisione di possibili complicazioni in primavera, Governo provvisorio deve preparare terreno perché eventuale trasferimento della capitale avvenga termini minimi e ordinatamente. Governo pur credendo che situazione Pietrogrado permetterà in inverno alla Costituente di iniziare suoi lavori con sufficiente tranquillità reputa opportuno di preparare a Mosca locali adatti accogliervi Costituente ed altri organi del potere. In seguito dichiarazioni di Kerensky Consiglio provvisorio ha votato seguente ordine del giorno: • Constatando che Governo provvisorio ha manifestato decisione difendere Pietrogrado ad oltranza, rimanervi sino a minaccia di imminente pericolo Consiglio provvisorio della Repubblica consenziente col Governo propone a o.uest'ultimo di rivolgere alla popolazione un appello contenente sovraccennati suoi intendimenti •.

333

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, E ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1759. Roma, 31 ottobre 1917, ore 12,50.

Ho fatto rilevare a Giers l'opportunità, anche dal punto di vista politico oltreché militare, che in questo momento di assalto austro-ungarico contro l'Italia, l'esercito russo facesse qualche sforzo, il maggiore che gE fosse possibile, per impegnare il nemico da quella parte.

Giers assicurava che egli avrebbe vivamente incitato il suo Governo a farlo (1).

334

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2902/67. Madrid, 31 ottobre 1917, ore 18,15 (per. ore 2.2,15).

Ricostituito ministero. Prego V. E. voler provvedere, senza indugio, alla des·lgnazione del mio successore a Madrid. Nomina di questi e suo pronto arrivo sono necessari, non solo per i nostri interessi, ma anche per quelli collettivi dell'Intesa, il lavoro germanico facendosi qui sempre più intenso.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 202-203.

335

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 1760. Roma, 31 ottobre 1917.

Giers mi riferiva che esistono due comitati polacchi coi quali il Governo russo è in contatto: il comitato nazionale polacco di Parigi, capitanato dal Dmowski, che reclama l'istituzione di un esercito polacco anche in Russia; e l'altro, con intonazione più democratica, avente sede in Russia, presieduto da Lewinski, e nella cui direzione vi sono pure alcuni russi. Questo secondo comitato che ha molta presa anche sulla popolazione della Polonia russa ora occupata dai tedeschi, in vista del pericolo che la costituzione formale in Russia di un esercito polacco distinto non avesse a spingere gl'Imperi Centrali a fare altrettanto da parte loro, e a bandire nelle provincie poJacche da loro occupate la coscrizione, rifornendosi con ciò di parecchie centinaia di migliaia di uomini, si contenta del sistema ora adottato dal Governo provvisorio russo di formare dei 'reparti speciali di nazionalità polacca, facenti per ora parte integrale degli eserciti russi.

I!l Governo russo non ha nulla da obiettare a che ·i Governi alleati riconoscano ufficialmente il comitato nazionale polacco di Parigi (1).

336

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2901/356. Parigi, 31 ottobre 1917, ore .21,45 (per. ore 2,25 dell' 1 novembre).

Mio telegramma n. 354 (2).

Naturalmente ieri, appena ricevuto il telegramma di V. E. Gab. n. 1747 (3), ne ho parlato con Barthou che mi ha confermato essere già in viaggio quattro divisioni francesi e due inglesi e che Painlevé è a Londra per trattare questione degli aiuti all'Italia. Non avendo più ricevuto da V. E. le comunicazioni ignoro se debba insistere per un ulte<riore invio di truppe o di materiali.

337

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2903/488. Londra, 31 ottobre 1917, ore .21,50 (per. ore 12 del 3 novembre).

Perdurando per i noti motivi nei giornali, malgrado mie raccomandazioni a lord Derby (mio telegramma Gab. n. 483 (4), polemiche insinuazion·i sulla

esagerata entità dei contingenti nemici contro di noi, sulla nessuna .responsabilità di questo Stato Maggiore ecc. ho creduto di attirare oggi stesso rul fatto la seria attenzione di Balfour. Ho osservato non sembrarmi da un lato dignitoso profittare delle nostre disgrazie per controversie interne che non ci conce:-nono, sembrarmi invece dannoso alla causa comune alimentare in queste difficili circostanze polemiche e discussioni che, conosciute poi in Italia, dove il pubblico ignorando i retroscena, avrebbero per unico scopo di travisare i sentimenti reali della nazione britannica della quale era sicuro si sarebbero apprezzate le dimostrazioni di genuina cordialità. Ciò tanto più poi in quanto che tutte queste tendenziose informazioni ·sono tutt'altro che esatte, secondo risulta dalle varie comunicazioni del generale Cadorna. Ha replicato Balfour che condividendo pienamente le mie vedute avrebbe provveduto per quanto stava in lui a troncare tal'i postume inutili discussioni da lui sinceramente deplorate.

Nel corso della conversazione ho detto essere ormai assai probabile che nelle pianure verrete abbiansi a decidere le sorti della guerra generale. Occorre quindi che gli alleati si rendano ben conto che aiutando poderosamente l'Italia a:iutano ·se stessi e favoriscono il trionfo della causa comune. Il ministro ha replicato sulla prima mia osservazione non parergli possibile ancora pronunziarsi in modo assoluto, l'importanza però dell'azione militare nel Veneto essere comunque di piena evidenza, ed al riguardo della medesima avere questo Governo, al pari di quello francese, gli • occhi bene aperti •.

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 203-204. (2) -Cfr. n. 327, pag. 231. (3) -Cfr. n. 310, pag. 220. (4) -Cfr. n. 301, pag. 215.
338

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI ALL'ESTERO

T. s. N. Roma, l novembre 1917, ore 0,40.

S. M. il Re ha accettato dimissioni Ministero BoselU, incaricando Orlando. Nuovo Gabinetto cui partecipo come Ministro Esteri prestato oggi giuramento.

339

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1765. Roma, l novembre 1917, ore 20.

Nost-ro informatore in Svizzera assicura Kerensky avrebbe promesso ufficialmente che nel caso Potenze centrali riuscissero far scoppiare rivoluzione Italia egli per incoraggiare italiani pace concluderebbe pace separata per Russia. Le comunico quanto precede con ogni maggiore riserva.

340

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1766. Roma, 1 novembre 1917, ore 21.

Telegramma V. S. 488 (1).

Solo giornali e Soviet han parlato di conferenza di tenersi a Parigi per ridiscutere fini guerra. Realmente dovevasi tenere riunione capi militari che forse per avvenimenti svo·lgentisi ora alla nostra fronte dovrà essere rimandata. Inoltre si è parlato di eventuale conferenza capi Governo o ministri esteri se e quando Terescenko effettuava viaggio in Occidente -non per esaminare fini guerra ma per concertarsi sulla ·COndotta della guerra. Non si è agitata questione dell'intervento o meno dell'uno o dell'altro Stato alleato. Informazioni quindi rife•rite a Bratiano su contegno Itailia nei riguardi della Romania sono 'insussistenti. Quando si tenesse conferenza di alleati a Parigi

o altrove non dubito che interverrebbe rappresentante Romania.

Ella può assicurare Bratiano mio vivo desiderio mantenere e rinsaldare in ogni circostanza relazioni amicizia cordialità fra Italia e Romania riconoscendone specialissima utilità durante e dopo guerra.

341

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1768. Roma, 1 novembre 1917, ore 21.

Il generale Robertson che veniva dal nostro fronte mi comunicava francamente dietro mia richiesta le sue impressioni.

Egli ritiene tutto riparabile a patto di volerlo fortemente, di un energico lavoro di tutti gli ufficiali superiori, mantenendosi ·in contatto diretto e di persona con le truppe; di severa punizione e vigorosa riorganizzazione dei reparti che si sono sbandati o hanno fallito al loro dovere. Occorre arrestare con la massima fermezza ogni propagazione del contagio di rilassamento morale e di apatia nelle truppe. La sua impressione è che converrebbe difendere il Tagliamento ma si rimette per questo ai giudizi del nostro Comando.

L'ho assicurato quanto al contegno del Paese, e quanto ai decisi propositi del Governo, pregandolo di ringraziare il Governo inglese della spontaneità delle sue offerte e contando sulla sua azione personale presso i maggiorenti a a Londra per gli opportuni maggiori concorsi (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p, 204.
342

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, E AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1769. Roma, l novembre 1917, ore 21.

Page mi narrava riservatamente dei passi da lui fatti presso H suo Governo per dimostrargli l'opportunità di dichiarare la guerra anche all'Austria-Ungheria rischiarando così tutta la situazione degli Stati Uniti nel presente conflitto, anche nei riguardi del futuro Congresso per la pace. Egli mi chiedeva se, anche indipendentemente da una formale dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria, riuscirebbe gradito a1l R. Governo che qualche distaccamento di truppe americane venisse in Italia per prender parte alla lotta presente. Avrebbe desiderato saperlo prima di fare alcun passo in questo senso presso il presidente Wilson.

Ho risposto un po' vagamente tenendomi molto sulle generali, in attesa di sapere l'opinione di V. E. in proposito. Naturalmente nella m:igUore ipotesi si tratterebbe più di una partecipazione morale alla nostra guerra, che non di un vero soccorso militare, poiché per molto tempo ancora non potrebbe essere questione che di ben poche migliaia di uomini.

Certamente l'effetto morale sia all'interno sia presso gl'Imperi centrali non sarebbe privo d'importanza (1).

343

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. GAB. 1770. Roma, l novembre 1917, ore 21.

Ministero della guerra comunica che Cadorna prospetta eventualità ritiro truppe Albania, Libla.

Per quanto rigua!'da Albania faccio considerare estrema gravità simile risoluzione che riuscirebbe irriparabile qualunQue sia per essere esito guerra e disastroso effetto su spirito pubblico in Italia ed all'estero, rinvigorendo nostri nemici, rendendo disperata soluzione assetto Adriatico. Occorre anche considerare che nostra difesa marittima nell'Adriatico senza Valona sarebbe fortemente pregiudicata, e nostre città su quella sponda resterebbero ancora più esposte offensiva nemica. Quanto Libia associami interamente considerazioni telegrafate da collega Colosimo (2).

(l) Ed., ad eccezione dell'ultima frase, in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 324-325.

(2) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., p. 325.

344

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN

T. 1416. Roma, l novembre 1917, ore 23.

Telegrammi di V. E. nn. 323 e 340 (1). Premetto che ministero Affari Esteri germanico parla a nome Imperi Centrali mentre minaccia contro navi ospedale fu formulata da sola Germania ed accordo conseguente fu concluso con Germania. Del resto Austria-Ungheria ha già fatto pervenire una prot~sta per tramite autorità diplomatiche spagnuole. Comunque, poiché trattasi rispondere accusa inumanità, V. E. potrà comunicare codesto ministro Stato che Italia ha sempre rispettato disposizioni convenzione Ginevra e che attacco nostri aeroplani non fu diretto contro nave ospedale austriaca ma contro nave trasporto truppe. R. ministero Marina riferisce a tale proposito quanto segue:

Mattino 28 settembre due nostri aeroplani esploranti rada Durazzo avvistarono ore 10 piroscafo in moto di circa 7.000 tonnellate con carico truppe, proveniente da Capo Durazzo con rotta sud-est che dirigevasi velocemente per entrare porto. Piroscafo aveva scafo dipinto in bianco, con grosso fumaiolo giallo, e due alberi; nessuna striscia verde lungo fianco nave fu rilevata, né bandiera Ginevra ·In testa albero. Tali constatazioni, insieme a tonnellaggio nave (molto superiore a quello « Baron Call » che ha stazza lorda tonnellate 3.104) indussero nostri aviat01ri attacco; essi si portarono sopra obiettivo a 1.800 metri ed osservarono con assoluta sicurezza presenza in coperta numerose truppe in tenuta grigio-verde. Solamente allora lasciarono cadere due granate mine che scoppiarono vicinanza piroscafo.

345

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2905/486. Londra, l novembre 1917, ore 20,10 (2) (per. ore 6,25 del 2).

Ieri S. M. il re Giorgio mi fece chiamare per telefono. Disse che in questo momento così doloroso per noi e per l'Intesa tutto il suo pensiero si rivolgeva affettuosamente al nostro Sovrano Augusto cui inviava caldo messaggio di simpatia esprimendo piena fiducia nella ripresa attività vittoriosa

nostro esercito. Inghilterra presterà il massimo possibile appoggio ana Nazione alleata. Risposi che la causa dell'Italia è oggi più che mai la causa degli alleati. Aiuto prestatoci quindi in questa O·ccasione si risolve in un vantaggio generale. Ad una domanda di Sua Maestà di esprimergU con massima franchezza ed in via affatto personale la mia impressione su contegno del nostro Paese, risposi essere mia assoluta incrollabile convinzione che Paese urrito e compatto farà il suo dovere fino all'ultimo e di ciò non esitavo a rendermi mallevadore. Replicò il re che le mie assicurazioni gl'l cagionavano confO'rto. Ritornando sul tema militare col calore e impulsività di linguaggio noto a

V. E. disse non arrivava a consolarsi dell'avvenuto e che nessun avvenimento del prinC'ipio della guerra gli ha recato maggiore penosa impressione. I piani di Cadorna erano perfetti, le truppe ampiamente sufficienti a f•ronteggiare sicuramente il nemico disponente, in realtà, di effettivi assai minori di quanto si è detto. Ciò nonostante si è verificato così immane disastro dovuto a defezione del quarto corpo d'armata composto in maggioranza di meridionali. Rilevai in risposta :

l) anzitutto il numero delle truppe nemiche era assai più considerevole di quanto, non so perché, si vuole qui 'in certi circoli sostenere, senza parlare della preponderanza schiacciante d'artiglieria, già preannunziata dal generale Cadorna;

2) quanto al contegno IV corpo d'armata la storia insegna che d'i panico sono stati a momenti suscettibili tutti indistintamente gli eserciti più valorosi del mondo e mi bastava ricordare il contegno di intere divisioni francesi a Charleroi ed in Lorena;

3) meridionale io stesso, per quanto prima e soprattutto italiano, non potevo inchinarmi senza osservazione ad un addebito fatto ai soldati del sud che in due anni di continue vittorie hanno non meno di quelli del nord dato prove tangibili di ero"ismo incontestabile. Replicò Sua Maestà contegno quarto Corpo non derivava da panico ma da preordinata defezione, conseguenza di intensa propaganda socialista e clericale. Ciò era dimostrato dal fatto che altre truppe avevano splendidamente resistito. E qui ·i·l Re cominciò ad imprecare contro il Papa, i socialisti neutralisti, ecc. Proseguendo disse che purtroppo il recente successo avrebbe ringa1luzzito l'Austria che, come egli sapeva di • certa scienza era finita al punto che l'Imperatore mostravasi disposto a fare pace a qualunque costo ed a qualunque prezzo •. Vittoria conseguita però non varrà a migliorare disperata situazione economica duale monarchia, la quale non potrà tirare a lungo avanti. Risposi che mi permettevo dissentire. Non avevo ma·i creduto a questa chimera qui accarezzata di una possibile pace separata austriaca e meno che mai vi credevo ora che la Germania ha preso sotto la sua ferrea direzione la totalità dell'esercito austro-ungarico. Non vedevo come in tale stato di cose potrebbe l'Impero separarsi dal predominante alleato. Rep>licò il Re che messa alla disperazione l'Austria farebbe la pace lo stesso deponendo semplicemente 'i • tools •. In conclusione Sua Maestà insistette sull'intera fiducia inspiratagli dal generale Cadorna che ha dimo

strato di non perdere la calma neanche in momenti così terribili. D'ailtra parte la costituzione del nuovo Gabinetto pre~leduto dall'onorevole Orlando e con la partecipazione di V. E. gli dava pieno affidamento che l'Italia avrebbe vittoriosamente superata la grave crisi. Risposi tale essere il mio fermo convincimento.

Sul linguaggio di Sua Maestà evidentemente rispecchiante le impressioni raccolte a destra e a manca faccio i seguenti rilievi:

l) Le osservazioni sull'entità delle forze nemiche vengono evidentemente dallo Stato Maggiore che si studia di diffonderle dovunque per arginare forse l'intensità della segreta campagna inspirata da Lloyd George in certa stampa contro Robertson.

2) Sulla questione della pace separata austriaca avrei ogni motivo dl ritenere impressioni del re non ugualmente condivise dai membri più autorevoli del Governo a cominciare da Balfour e ormai mi ass:icurano da ogni parte e me lo ripeteva ieri anche Cambon, tutte le persone se'fie si rendono conto della falsa strada battuta nello accarezzare la speranza di svincolare l'Austria. Balfour, mi risulta da buone sorgenti, ha manifestato nel Gabinetto di guerra la sua convinzione che è ora di farla finita con questi da lui definiti • side shows •, di possibili intese separate con Austria, Bulga,ria ecc. -A tali concetti generali si è appunto inspirato il Llinguaggio dl lui alla Camera ieri, nonché le recentissime dichiarazioni di Ceci! il quale disse: • Gli alleati hanno messo tutto in comune anche il loro onore. »

3) Circa il contegno del nostro paese ritengo invece apprensioni vi~lbili del re riproducono fedelmente l'impressione generale. Ciò mi venne confeTmato nel massimo segreto da persona di fiducia mia dalla quale ho saputo che già da due mesi erano giunte a Lloyd George da fonte privata non responsab'ile, informazioni allarmanti sulla situazione in Italia. Segnalavasi ostilità generale contro la guerra, animosa avversione contro ·l'Inghilterra, intensa propaganda nell'esercito. Rodd interpeUato qui, escluse tali catastrofiche previsioni, riducendo queste voci alle loro reali proporzioni. Donde ora in cedi circoli risentimenti e critiche contro Rodd tacciato d'ingiustificato ottimismo, preconcetta italofilia ecc. ecc. Confido che il mio risoluto Unguaggio con Sua Maestà, con Derby ed oggi con Balfour varrà a rimuovere queste apprensioni. Su dl esse indubbiamente porrà una pietra finale l'energico concorde patriottico contegno del nostro paese, del quale già s'intravvedono confortanti disposizioni, nonchè la vittoriosa e valorosa resistenza delle nostre truppe. FeC'i dare stamane la massima diffusione al telegramma del presidente del Consiglio a Cadorna e provvedo stasera perchè i giornali di domani mattina pubblichino il telegramma di V. E. del quale detti ogg'i conoscenza a Balfour. Egli mi disse in via privata ed a titolo personale e confidenziale che erasi apprezzato il mio contegno calmo e fiducioso. Gli ho risposto che avevo resistito ahle personali sollecitazioni di giornali per interviste, messaggi rassicuranti ecc. perchè il farlo mi sarebbe sembrato equivalente ad ammettere la possibilità di un dubbio sul patriottismo dei miei concittadini, dubbio contro il quale mi ribellavo con tutto l'animo di italiano.

(l) -Non pubblicati. (2) -Il telegramma fu minutato il 31 ottobre.
346

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2908/485. Londra, l novembre 1917, ore 20,10 (per. ore 6,30 del 2) (1).

A fornire a V. E. dimostrazione tangibile dello stato d'animo qui prevalente e purtroppo alimentato da quei fatali bollettini, <riferisco, con vero orrore, voce sparsasi ed oggi riferitami che defezione quarto corpo d'armata sia stata conseguenza vero tradimento di cui sarebbero stati complici anche i generali comandanti di un'ità. A parlare con necessaria franchezza impostami dalla gravità circostanze, io ritengo necessario che nessun mezzo si tralasci che valga ag.li occhi di questo pubblico a ridurre penosissimo isolato ep·isodio alle sue reali proporzioni.

347

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3959/61. Tokio, l novembre 1917, ore 22 (per. ore 13,40 del 2).

Trasmetto all'E. V. copia due note che saranno scambiate domani o dopodomani fra il segretario di Stato ed il visconte Ischii il quale imbarca S. Francisco di California per 'il Giappone 7 corrente. Tali note che saranno pubblicate dopo il 7 stabiliscono perfetto accordo fra i due Paesi come segue:

• Stati Uniti riconoscono che per ragioni vicinanza .territoriale Giappone ha speciali interessi in Cina soprattutto nelle regioni limitrofe. Tuttavia sovranità territoriale Cina rimane integra e Governo degli SS.UU. ha ogni interesse riguardo assicurazioni Governo giapponese che mentre posizione geografica dà al Giappone tali interessi, tranne essi, non ha alcun desiderio ... (l) contro i commerci di altre Nazioni o mancare riguardo ai diritti commerciali finora accordati dalla Cina in trattati con altre nazioni. I due Governi negano qualsiasi loro intendimento violare indipendenza od integrità territoriale Cina e dichiarano aderire sempre a·l principio ispirato all'uguale possibilità commercio e industria in Cina. Dichiarano inoltre che sono ambedue contrari acquisti da parte qualsiasi Governo speciali diritti o negare a cittadini o sudditi di qualunque paese pieno godimento all'uguale possibilità nel commercio e industria Cina •. Questo ministro Affari Esteri ha fatto oggi stesso identica comunicazione miei Colleghi Inghilterra Francia Russia e mi ha detto movente precipuo scamb'lo note è sventare trama germanica per rottura a danno due Paesi.

(l) -Il telegramma fu minutato il 31 ottobre. (l) -Gruppo indecifrato.
348

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2915/450. Pietrogrado, 1 novembre 1917, ore 24 (per. ore 13,30 del 3).

Nel colloquio che ho avuto testè con Kerensky gli ho rappresentato la responsabilità ognora più grave che ricadrebbe sulla Russia se questa, misconoscendo i suoi obblighi nonché H comune e primario suo proprio interesse, non intervenisse con azione immediata contro un nemico che non potrebbe attualmente opporle valida resistenza. Dissi essere ovvio il proposito della Germania di costringerci a subire la sua politica. Contro siffatto tentativo, l'Italia con una volontà sola e con un esercito potente che durante due anni e mezzo ha dato continue mirabili prove di valore, lotta strenuamente, ma sul fronte italiano si stanno per decidere le sorti di tutta la guerra e l'immane sforzo del nemico, sebbene concentrato contro di no·i, minaccia tutti gl:i alleati. L'ora è decisiva per l'avvenire della libertà d'Europa e nessuna democrazia consc'la dei proprii doveri può oggi rimanere inattiva se vuole sa[vare la sua missione e la sua stessa esistenza.

Kerensky mi ha risposto essere ben consapevole della gravità dell'ora presente per i comuni ideali ed interessi e di ave'l: già dato d'accordo con Terescenko e con Dukhonin urgente ordine alle armate russe del fronte romeno di procedere a dimostrazioni quanto più possibile impressionanti. Purtroppo non si possono attualmente attendere offensive di grande stile e seria efficacia, ma Russia confida poter almeno trattenere le forze nem·iche trovantisi al suo fronte. Secondo i dati dello Stato Maggiore, soltanto cinque divisioni nemiche ne sarebbero state trasferite. Alle mie energiche denegazioni su questo punto, Kerensky vi ha insistito ed ha anzi espresso suo rincrescimento che nella stampa italiana vengano diffuse esagerate voci circa il quantitativo delle provenienze dal fronte russo. Alla mia domanda su quale altro settore potrebbero iniziarsi testè le azioni russe, Pres'idente del Consiglio dei Ministri rispose che CO'l maggior zelo avrebbe studiato la questione e fatto il possibile ma che non poteva assumere impegni. Concluse manifestando sua salda fede nel nostro valoroso esercito e formando calorosi voti pel suo pieno successo.

Impressione avuta dal mio colloquio è stata che Kerensky, pur essendo penetrato della necessità ed opportunità per la Russia di agire prontamente non si faccia illusioni sulla rea,ltà della situazione ossia della importanza militare di questo Paese nelle circostanze in cui sta ve·rsando. Per fievole che possa essere ogni mia speranza, non sciupo un solo istante e con ogni mezzo e con ogni persona proseguo campagna per qualsivoglia possibile intervento (1).

(l) Ed. in TosCANO, L'inizio della rivoLuzione sovietica, cit., pp. 25-26.

349

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2914/451. Pietrogrado, l novembre 1917, ore 23,59 (per. ore 13,35 del 3).

Avvenimenti sul fronte italiano producono qu'l vivissima emozione. Manifestazioni di simpatia e caldi auguri a~ nostro indirizzo mi giungono da ogni classe di persone. Parimenti la stampa, salvo rare eccezioni nel campo estremo (lo Novaja Gisni, per esempio, che ha anche sfruttato l'accenno del comunicato italiano alle manchevolezze della seconda armata), è concorde nel riconoscere che gran parte delle forze nemiche riversatesi su noi furono tratte dal fronte orientale, nel deplorare l'inerzia russa, nell'esprimere voti e salda fiducia nella riscossa delle nostre arm'i. Una corrente in favore della ripresa dell'offensiva da parte della Russia si va disegnando. In altri tempi un simile movimento dell'opinione pubblica avrebbe giustificato buoni pronostici per il concoii"sO effettivo che la ... (l) alleata 'in uno dei suoi slanci avrebbe potuto prestare. Oggi purtroppo sulle sue stesse migliori intenzioni non si potrebbe fare assegnamento. Tuttavia a noi conviene comunque di alimentare e coltivare quelle ancora esigue correnti per i risultati che possono darC'i neU'avvenire non fosse altro sotto il riguardo politico. A quest'uopo deve conco•rrere anche la nostra propaganda. Essa dovrebbe in primo luogo fornire alla stampa ogni elemento atto a P<Jrre in evidenza che sul fronte italiano stanno per decidersi le sorti di tutta la guerra, che tutti gli alleati hanno quindi il dovere e l'inte•resse di intensificare le loro attività, di tendere i loro sforzi per troncare od infrangere i tentativi nemici d'imporci la sua pace e la sua legge. Converrebbe poi negli opportuni modi far sempre più risultare la responsabilità del lungo armistizio di fatto se non di nome esistente sul fronte russo, segnalando unità artiglieria che ne provengono, scelta potuta fare dei più aggumriti reparti, pienezza loro efficienza dopo gli indisturbati riposi. Infine l'entità della grandiosa lotta che l'Italia sostiene per quanto sia nota dovrebbe venire rappresentata in modo da poP<Jlarizzare ammirazione e fede nehl'opera nostra e nell'immancabile suo finale successo. Elemento episodico nelle relative notizie dovrebbe occupare ampio posto. Nel sottoporre a V. E. queste principali direttive che anche ufficio propaganda di Pietll"ogrado terrà presente nel suo lavoro, permettomi di attirare benevola sua attenzione suLl'opportunità che nei telegrammi a quell'ufficio destinati, siano densamente raccolte nella maggior copia possibile tutte le notizie ai detti scopi conducenti. Permettomi chiederle altresì se non ritenga opportuno che da Pietrogrado si mandino alle legazioni in Danimarca e Svezia brevi cenni su~i articoli comparsi nei giornali russi in seguito alla nostra propaganda. Non sarebbe forse inutile che si diffondesse e sl insinuasse a Berlino che la Russia non rimane malgrado tutto indifferente agli avvenimenti sul fronte italiano.

Prego V. E. voler comunicare quanto precede a S. E. il ministro Scialoja.

(l) Gruppo indecifrato.

350

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4660/1252. Londra, l novembre 1917.

Con riferimento al pregiato dispaccio di V. E. in data dell' 11 ottobre scorso n. 36 Gab. (l) ho l'onore di informarLa che questo Segretario di Stato per gli Affari Esteri, con sua nota 29 ottobre, mi ha accusato ricevuta delle copie delle note scambiate nei mesi di luglio ed agosto scorso (2) fra il R. Ambasciatore a Parigi ed il Governo Fvancese circa l'Asia Minore, da me fattegli pervenire e mi ha pregato d'i ringraziare l'E. V. per la cortese comunicazione.

351

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 903/126. Tokio, l novembre 1917.

Confermando le mie informazioni telegrafiche, ho l'onore di trasmettere a V.E. le copie qui unite dei progetti di due note, che saranno scambiate domani o dopodomani a Wasl:rington fra il Segretario di Stato ed il Visconte Ishii sull'argomento indicato in margine.

Nel rimettermi oggi questi documenti, il Ministro degli Affari Esteri, Visconte Motono, mi ha detto che essi potranno forse subire qualche lieve modificazione di forma, rimanendone però la sostanza invariata.

ALLEGATO l

LANSING A ISHII

I have the honor to communicate herein my understanding of the agreement reached by us in our recent conversation, touching the questions of mutuai interest to our Governements relating to the Republic of China.

In order to silence mischievous reports that have from time to time been circulated, it is believed by us that a public announcement once more of the desires and intentions shared by our two Governements with regard to China is 1advisabie.

The Governments of the United States and Japan recognize that territorial propinquity creates special re1ations between countries, and consequently the United States Government recognizes that Japan has speciai interests in China, particularly in that part to which her possessions are contiguous. The terdtorial sovel1eignity of China, nevertheless, remains unimpaired, and the Government of the United States has every confidence in the repeated assurances of the Imperial Japanese Government that, while the geographicai position gives Tapan such speciai interests, they have no desire to discriminate against the trade of other nations or to disregard commerciai rights heretofore granted by China in treaties with other Powers.

The Governments of the United States and Japan deny that they bave any purpose to infringe in any way the independence or the territorial integrity of China, and they declare furthermore that they always adhere to the principle of

Il -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

the so-called open door or equal opportunity for commerce and industry in China. Moreover they mutually declare that they are opposed to the acquisition by any Government of any special rights or privileges that would affect the independence or the territorial integrity of China, or that would deny to the citizens or subjects of any country full enjoyement of equal opportunity in the commerce and industry of China.

I shall be glad to have Your Excellency confirm this understanding of the agreement reached by us.

ALLEGATO Il

ISHII A LANSING

I have the honor to acknowledge the receipt of your note of to-day, communicating to me your understanding of the agreement reached by us in our recent conversation, touching the questions of mutuai interest to our Governments relatings to the Repubhlc of China.

I am happy to be able to confirm to you, under authorization of my Gov,ernment, the understanding in question set forth in the following terms:

In order to silence mischievous reports that have from time to time been circulated it is believed by us that a public announcement once more of the desires and intentions shared by our two Governments with regard to China is advisable.

The Governments of Japan and the United States recognize that territorial propinquity creates special relations between countries, and consequently the United States Government recognizes that Japan has special interests in China, particularly in that part to which her possessions are contiguous. The territorial sovereignity of China, nevertheless, remains unimpaired, and the Government of the United States has every confidence in the repeated 'assurances of the Imperial Japanese Government that, while the geographical position gives Japan such special interests, they have no desire to discriminate against the trade of other nations or to disregard commerciai rights heretofore granted by China in treaties with other Powers.

The Go'\'ernments of Japan and the United States deny that they have any purpose to infringe in any way the independence or the territorial integrity of China, and they declare furthermore that they always adhere to the principle of the so-called open door or equal opportunity for commerce and industry in China. Moreover they mutually declare that they are opposed to the acquisition by any Government of any special rights or privileges that would affect the dndependence or the territorial integrity of China, or that would deny to the subjects or citizens of any country full enjojment of equal opportunity in the commerce and industry of China.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. serie V, vol. VIII, nn. 737, pag. 239 e 996, pag. 678.
352

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2908/357. Parigi, 2 novembre 1917, ore 17,35 (per. ore 21).

Telegramma di V.E. n. 1767 (1). Ho visto Barthou insistendo perché sia d'urgenza deciso l'invio altro contingente osservando come invio a spizzico non assicura lo scopo al quale anche

Francia deve mirare nell'interesse comune e facendo notare che risulta che almeno due divisioni germaniche sono state tolte da fronte francese per mandarle in Italia ciò che deve facilitare l'invio di forze francesi. Barthou confermando le sue buone disposizioni e convenendo nelle mie considerazioni ha dovuto limitarsi a promettermi di portare la questione al Comitato di guerra che si convoca .... (l) domani sera al ritorno di Painlevé e generale Petain tuttora a Londra. Ho telegrafato stamane a Imperiali Painlevé Londra e urgenza agire anche presso di lui.

(l) T. gab. 1767 del 1° novembre, non pubblicato. Risponde al t. gab. 356 da Parigidel 31 ottobre: cfr. n. 336, pag. 235.

353

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2911/5246. GM. Comando Supremo, 2 novembre 1917, ore 19,30

Risposta a telegramma n. 1769 Gab. (2). Concordo con V.E. sul giudizio circa valore morale partecipazione americana su nostro fronte e ritengo si possa in Questo senso rispondere a Page.

354

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 1420. Roma, 2 novembre 1917, ore 22.

(Per Londra) Ho telegrafato al R. ambasciatore a Parigi: (Per tutti) In data 22 ottobre R. Ministro Atene ha telegrafato quanto segue: (Riprodurre 3851/465 (3) R. console Corfù . . . sentimenti notoriamente grecofili).

Risposi a Bosdari quanto segue:

(Riprodurre telegramma 1395 ( 4) partenza: • Autorizzola . . . da noi occupati •).

Bosdari telegrafa ora quanto segue:

(Riprodurre 3943/500 (5): • In seguito ... da cui ha ottenuto passaporto • ).

Nostro punto di vista è pienamente legittimo. Francia ha riconosciuto all'Italia situazione privilegiata in Albania. P>regola agire energicamente perché legazione Francia Atene riceva istruzioni ammettere nostra proposta che manteniamo immutata.

(Per Londra) Pregola agire stesso senso presso Foreign Office.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 342, pag. 238. (3) -T. 3851/465 del 22 ottobre da Atene, che non si pubblica: istituzione di un ufficio interalleato a Corfù per il controllo di passaporti. (4) -T. 1995 del 25 ottobre di Sonnino, che non si pubblica: autorizzazione a proporre una soluzione per il visto dei passaporti albanesi a Corfù. (5) -T. 3943/500 dell'l novembre da Atene, che non Sii pubblica: questione dei passaporti agli albanesi.
355

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. 1418. Roma, 2 novembre 1917.

Circoli austro-tedeschi Zurigo assicurano esistenza trattato austll'o-o,landese contenente clausola segreta relativo intervento Olanda a fianco Imperi centrali. Pregola controllare riferirmi (1).

356

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. UU. PRECEDENZA ASSOLUTA 2910/490. Londra, 2 novembre 1917, ore 12,12 (per. ore 4,16 del 3).

Salvago mi ha testè telegrafato di insistere presso Painlevé e questo Governo per affrettare decisione invio ulteriori ingenti rinforzi. Ho creduto opportuno ~conferire anzitutto con Lloyd George. Egli mi ha 'letto un telegramma di Radcliffe il quale riferisce pressantissime istanze generale Cadorna per pronto invio di rinforzi in proPQrzioni assai più larghe di quelli per strada che sono definiti • una semplice goccia in un vaso •. Lloyd George in presenza della gravità della situazione mi ha detto partiva domattina per Parigi insieme a Painlevé e generali Robertson e Wilson (che vuolsi sia suo candidato • in pectore • al posto di Robertson). Da Parigi i due primi ministri intendono proseguire domenica per Italia, affine di incontrarsi col nostro presidente del Consiglio. Esaminata la situazione militare d'accordo con S.E., verranno seduta stante emanate disposizioni occorrenti. Lloyd George prega V.E. fargli sape,re a Parigi in quale città d'Italia deve aver luogo il convegno. Nel corso della conversazione ho rinnovato enfaticamente al primo ministro le assicurazioni date da V.E. a Robertson sul contegno del Paese, manifestando la mia assoluta incrollabile fiducia che Paese ed esercito faranno il loro dovere e anche

di più. Ho aggiunto potevo commettere indiscrezione di confidargli che nostro presidente del Consiglio aveva da Londra riportato impressione graditissima e nutriva a riguardo sua persona sentimenti di sincera ammirazione e cordiale simpatia. Al che ha replicato il primo ministro potermi senza complimenti dichiarare analoghi sentimenti avergli ispirato S.E. Orlando. In vista concertata partenza per l'Italia di Painlevé e dopo quanto mi aveva detto Lloyd George ho ritenuto inutile vedere il primo ministro francese. Informo Salvago.

(l) Cfr. n. 372, pag. 257.

357

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3958/1137. Pietrogrado, 2 novembre 1917, ore 4 (per. ore 9,50 del 3 ).

31 ottobre.

Commentando operazioni sul fronte italiano Vecernie Vremia scrive: • Nostra valorosa alleata trovasi critico momento vittima dello sfacelo esercito russo. Undici divisioni germaniche e otto austriache trasportate dal fronte russo e da quello balcanico hanno ingrossato forze nemiche sull'Isonzo e loro urto ha scosso resistenza italiana. Uomini e organizzazioni che lavorano sul fronte russo per dissoluzione esercito hanno recato gravi colpi anche agli alleati facilitando p'lani tedeschi. Ma italiani sorti a difesa libertà dei popoli mercè loro numerose riserve di uomini e di materiali sapranno anche questa volta arrestare avanzata o:rde germaniche, aiutare alleati a riportare trionfo su tiranni imperialismo tedesco ».

Birsgevia Viedomosti scrive che situazione miHtare italiana non è mai stata

tanto minacciata come ora. Austro-tedeschi distogliendo sempre maggiori forze

dal fronte russo fanno contro Italia isolata sforzo disperato. Un'avanzata del

l'esercito russo in questo momento avvicinerebbe pace molto più facilmente di

tanti discorsi e delibe•razioni.

Russo Volia dopo aver rammentato aiuto che italiani portarono ai russi

quando questi ritiravansi da Tarnopoli, scrive che Hindenburg per prevenire

grave colpo che esercito italiano minacciava portare all'Austria ha o•ra preso

poderosa offensiva servendosi di numerose truppe tolte dai fronti russo e ro

meno.

Entente invia rispettoso saluto a valorosa Italia e dichiara che avveni

menti che la colpiscono possono rattristare non scoraggiare alleati. Tal'i avve

nimenti dimostrano che Austria è lungi dall'essere esaurita e che occorrerebbe

diffidare dei preconcetti e luoghi comuni. Confida che italian'l sapranno presto

riparare colpo subito e spera che Russia malgrado difficoltà interne possa ten

tare sul fronte salutare diversione.

358

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1773. Roma, 3 novembre 1917, ore 18.

D'accordo con presidente del Consiglio e CadoTna ho fatto conoscere a Page che ero persuaso del valore morale della diretta partecipazione americana alla nostra guerra e che ogni ulteriore concorso degli Stati Uniti compreso invio reparti mi<litari al nostro fronte sarebbe certamente stato utile ed accolto con riconoscenza dal nostro Paese.

359

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

(ACS, Carte Orlando)

T. RR. 5.278. Italia, 3 novembre 1917, ore 20,30 (per. ore 22).

G.M. Azzurro. Linea Tagliamento data anche sopravvenuta magra acque non offre sicurezza. Durante giornata reparti nemici riusciti passare su destra fiume. Sono stati attaccati e possono essere temporaneamente contenuti. Ho OTdinato Tipiegamento sulla Piave dove intendo giuocare l'ultima carta battendomi risolutamente per quanto lo consentirà lo spirito delle truppe, poiché una ulteriore ritirata su una linea p'iù arretrata equivarrebbe allo sfacelo dell'esercito senza salvare l'onore armi. Prego di comunicare S.E. ministro della Guerra.

360

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2918/68. Madrid, 3 novembre 1917, ore 19,30 (per. ore 3,30 del 4).

S.M. -il Re mi invitò stamane a colazione congedo e mi colmò di cortesie, rimettendomi insegne collare Carlo III ·che non si usano dare a sudditi esteri. S.M. -il Re mi ha parlato con molto interesse nostra situazione militare che egli giudica in modo piuttosto pessimista. Mi Tipeté essere sua opinione che altro più grande attacco verrà dal Trentino orientale.
361

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3963/373. Stoccolma, 3 novemb1·e 1917, ore 17,55 (per. ore 7 del 4).

Comitato ordinatore conferenza sociaUsta ha pubblicato memorandum rimessogli dai rappl'esentanti del partito socialista serbo Duscian Popovitch e Kaclerovic i quali evidentemente sono fautori degli Imperi Centrali che li hanno lasciati venire qua.

Tale memorandum pur affermando che la • riunione della Serbia colla Bosnia-Erzegovina è esigenza naturale e logica •, finisce col formulare un ;, programma minimo ", comprendente completa restaurazione della Serbia e sua unione al Montenegro, accesso al mare, ma non all'Adriatico sibbene all'Egeo. Salonicco con una certa libertà dovrebbe divenire porto comune della Serbia, Grecia e Bulgaria, ma questa sarebbe soluzione soltanto provvisoria della questione macedone. Macedonia, dove varie nazionalità sono troppo commiste fra di loro dovrebbe essere poi compresa come una parte autonoma in una repubblica federale balcanica.

Memorandum aggiunge che l'Italia non ha nulla da fare né in Albania, né in Dalmazia, né altrove nei Balcani e che socialisti devono ·combattere tanto imp€•riaUsmo austriaco che quello italiano che è più pericoloso p€rché sostenuto da una borghesia giovane ed omogenea meglio in grado di opprimere e colonizzare territori occupati. Costituzione di uno Stato albanese presenta gravi difficoltà pratiche specialmente di natura economica, ma sarebbe anche p'iù pericoloso spartire Albania fra Serbia e Grecia.

362

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3962/345. Madrid, 3 novembre 1917, ore 19,30 (per. ore 7,50 del 4).

Signor Garcia Prieto è riuscito finalmente comporre ministero su basi quasi esclusivamente di sinistra.

Vidi stamane nuovo presidente del Consiglio dei min'istri e mi ha assicurato con molto calore sua politica sarà la stessa seguita da Dato, cioè di stretta neutralità con tendenza benevola agli alleati.

Non dubito che il programma sa•rà identico, ma esecuzione, v'isti numerosi elementi germanofili che comprende Gabinetto, sarà probabilmente non poco diversa.

363

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2926/352. Pietrogrado, 3 novemb1·e 1917, ore 10,55 (per. ore 17,15 del 4).

2 novembre.

Discorso di Terescenko, di cui V. E. avrà già ampio riassunto pubblicato dalle agenzie, è sembrato al Consiglio della Repubblica troppo blando verso i massimalisti e internazionalisti ed è invece apparso a questi ultimi una requisitoria imperialista contro le note istruzioni del Soviet a Skobeleff. Il ministro degli Affari Esteri, che si appoggia sulla sinistra degli elementi borghesi e sul centro socialista del Consiglio provvisorio, potrebbe ancora contare, a quanto si afferma nelle sfere governative, sopra una maggioranza a lui favorevole,, ma non v'ha dubbio che la sua posizione va divenendo sempre più difficile a cagione del suo disaccordo col Soviet circa direttive delegazione alla conferenza di Parigi. Nei circoli del Consiglio provvisorio si parla della possibilità delle sue dimissioni.

364

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. U. PRECEDENZA ASSOLUTA 1775. Roma, 4 novembre 1917, ore 10,30.

S.M. il re di Spagna parlando ieri con conte Bonin della nostra guerra ha ripetuto essere sua opinione che altro più grande attacco verrà dal Trentino orientale.

365

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2932/380. Parigi, 4 novembre 1917, ore 14,25 (per. ore 17,45).

In questi giornali si ripete da due giorni che l'esercito austro-tedesco invasore è composto di assai poche division'i e ciò produce impressione deplorevole nel pubblico considerando che non solo le prime truppe italiane avrebbero facilmente ceduto i valichi dei monti ma che le due armate sarebbero state inseguite nella pianura da un esercito molto inferiore in numero. Di questo nuovo indi11izzo dell'opinione pubblica è indizio l'articolo del Journal des Débats di ier sera che invio. Se fosse possibile sarebbe utile avere dati da opporre a tale affermazione.

366

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. UU.RR. 2966/491. Londra, 4 novembre 1917, ore 16,32 (per. ore 19,45).

Nel primo colloquio avuto con Lloyd George anteriormente ai tristi avvenimenti, io non mancai di manifestargli a titolo strettamente personale le varie impressioni raccolte in Italia, tra le quali quella che tra la Francia e la Gran Bretagna esistesse, per tutte le questioni d'interesse comune dell'alleanza, una intimità maggiore di quella nel fatto esistente con noi. Osservai tale impressione, che a me pareva non del tutto infondata, occorre assolutamente per ovvi motivi dissipare non a parole ma con i fatti. Lloyd George non contestò ma obiettò precipua cagione del fatto esseTe dovuta al fatto che vicinanza permette ai ministri inglesi e francesi di tenersi in continuo diretto contatto, mentre la maggiore distanza impedisce così frequenti convegni con i nostri ministri. Con grande enfasi egli accentuò ·importanza da lui annessa a che uguale contatto diretto possa stabilirsi anche con noi. Nel colloquio di avantieri primo ministro ritornò sull'argomento annunziandomi senza entrare in particolari un suo progetto, accettato da Painlevé, relativo alla istituzione di una specie di permanente consiglio direttivo interalleati al quale dovrebbero naturalmente partecipare anche i rappresentanti politici e militaTi nostri. Alla vigiJia importante convegno con presidente del Consiglio e, presumo, pure con V.E., ritengo doveroso informare V.E. di quanto precede aggiungendo che questo frequente incontro con i ministri alleati è divenuto per Lloyd George una specie di idea fissa che al momento presente soprattutto parmi sia nostro interesse di coltivare come stanno da un anno facendo i francesi con ottimi tangibili risultati a tutto loro pro.

367

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2965/363. Parigi, 4 novembre 1917, ore 18,10 (per. ore 22,25).

Mio telegramma n. 361 (1).

Ho veduto Painlevé che mi ha confermato parte alle 8,25. Egl:i ignora quando arriverà a Nervi. Painlevé ha evitato entrare in merito questione maggior concorso truppe trincerandosi risposta evasiva che tutto dipenderà da conversazioni con Presidente del Consiglio de'i Ministri e V.E., confermando suo

buon volere e desiderio del Governo Francese dimostrare solidarietà alleati.

Avendo ,cercato prolungare la .conversazione ho potuto accertare seguenti punti: l) inglesi intendono continuare loro offensiva nelle Fiandre e avverrà progettato allungamento ·inglese con conseguente accorciamento fronte francese;

2) malgrado ciò Governo inglese avrebbe dichiarato che occorrendo aumento concorso alleati a Italia truppe inglesi contribuiranno a tale aumento ma non sono riuscito a sapere se è stabilita proporzione oppur no;

3) riduzione fronte francese rende disponibili sei divisioni francesi;

4) successi francesi nell'Ailete accorciando fronte lasciano libere fo'l'ze francesi che però non sono riuscito a far precisare.

Avverto che nel corso della conversazione ho detto come idea mia (dichiarai molto chiaramente non avere alcuna indicazione al riguardo dal R. Governo) che credevo fosse sommamente necessario per noi avere in questo primo momento maggiore concorso possibile dagli Alleati anche se entro breve termine dovessimo !asciarne ritornare una parte perché mi pareva logico pensare che entro un mese o due avremmo potuto ricostituire gran pa'l'te della seconda armata con nuova classe e riserve del Paese. Ciò mi sembrò riuscisse gradito e mi si disse che trattandosi di un contributo per uno o due mesi potrebbe essere maggiore.

Ho fatto osservare pure circostanza che alcune divisioni tedesche in Italia provengono da fronte francese e siccome Painlevé non sembrava saperlo ho precisato che secondo le notizie da me avute si tratterebbe di tre o quattro divisioni ciò che provocò .correzione da parte del presidente del Consiglio che riducendole a due confermò in sostanza la notizia.

Presidente del Consiglio non mi sembrò incline a profittare diminuzione forze nemiche sul fronte di Alsazia per decidere un'offensiva ma piuttosto convenne meeo che tale circostanza si aggiungeva a quella delle sei divisioni liberate in seguito ai successi dell'Ailete per decidere un maggior concorso. Faccio però notare che queste impressioni di Painlevé, che non è militare, possono profondamente mutare dopo conversazione con generale Foch.

Cercherò vedere Lloyd George e se saprò qualche cosa telegraferò a Nervi.

(l) Non pubblicato.

368

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. RR. 2927/494. Londra, 4 novembre 1917, ore 16,25 (per. ore 3 del 5).

Deploravo amaramente avant'ieri con Lloyd George che l'unica conseguenza pratica del suo piano geniale di offensiva a fondo dal nostro fronte sia stata l'attuazione del medesimo da parte nemica. H primo ministro mi rispondeva essere egli inconsolabile. A titolo confidenza assolutamente personale e segreta mi dette conoscenza integrale di una lettera da lui diretta nell'agosto scorso al generale Robertson ed al Gabinetto di guerra. In quel documento il primo ministro dimostrava la somma importanza di un pronto largo concorso britannico all'offensiva da noi sferrata ed allora promettente cosi brillanti risultati e concludeva con l'atti-rare ,la massima attenzione di Robertson e del Gabinetto di guerra sulla grave responsabilità che si addossava l'Inghilterra nel negligere una occasione così propizia di ottenere per la prima volta un successo veramente risolutivo di cui le conseguenze potevano essere incalcolabilmente favorevoli ad affrettare la pace. • Purtroppo, soggiungeva il primo mirristro, non mi hanno voluto dare retta •.

Rilevo questa osservazione in quanto essa conferma ancora più le informazioni mie sulla intensità dell'opposizione che da parte dehlo Stato Maggiore e di alcuni membri del Gabinetto di Guerra ·incontrano spesso le vedute del primo Mirristro quando esse non collimano con quelle dei gene<rali, i quali stanno ora ancora una volta dimostrando profondità osservazione, essere cwe gU inglesi con tutte le loro qualità incapaci di vedere più di una cosa alla volta.

369

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2934/493. Londra, 4 novembre 1917, ore 21,22 (per. ore 3 del 5).

In un nuovo per noi cordialissimo articolo del Times leggevo ieri il seguente passaggio: • Possiamo bene capi•re le reticenza del Comando Supremo italiano durante questo periodo critico, ma confidiamo che al primissimo momento possibile esso vorrà dare indicazioni alquanto più precise sui recenti avvenimenti. Il pubblico dei Paesi alleati che sta seguendo la situazione colla più viva e profonda ansietà e simpatia, deve quasi interamente contentarsi delle informazioni provenienti dal nemico, le quali sono car'icate e dimostrano interna evidenza di una certa esagerazione •.

Credo doveroso segnalare il precedente passaggio risultandomi da varie fonti che esso rispecchia i sentimenti di autorevole frazione dell'opinione pubblica a noi caldamente favorevotle ma sulla quale non producono meno profonda impressione gli insistenti trionfali bollettirri tedeschi con le indicaz'ioni circa il numero sempre crescente di prigionieri fatti e di cannoni presi. Compatibilmente beninteso colle esigenze militari e la situazione interna, sarebbe a mio remissivo parere assa'i desiderabile non ritardar troppo a fare qualche comunicazione ufficiale concordata tra Governo ed iil Comando Supremo per ristabilire la verità dei fatti. Scopi precipui di detta comunicazione dovrebbero essere: l) restringere nelle debite proporzioni di fatto e di motivi le notizie accreditatesi sul contegno delle truppe e ciò in ·Correlazione con quanto ho riferito nel mio telegramma Gabinetto 488 (l); 2) specificare in modo assolutamente irrefutabile entità forze nemiche (specialmente germaniche) contro di noi combattenti, dimostrando se possibile che esse per numero ed importanza

in fanteria ed artiglieria sono assai più poderose di quelle che questo Stato Maggiore per noti suoi fini particolari, si è adoperato a dare ad intendere al pubblico.

Questo secondo punto ha, a mio avviso, per noi considerevolissima importanza anche dal punto di vista politico. Dato infatti che la base fondamentale della nostra partecipazione alla guerra fu l'esclusione di qualsiasi concentramento dehla totalità dell'esercito austriaco contro di noi è chiaro il sommo 'interesse nostro a poter dimostrare che tale condizione fondamentale non solo non si è verificata, ma è avvenuto invece proprio il contrario per essersi agli austriaC'i aggiunti i tedeschi. A parlar chiaro, qui e lo dimostra in modo evidente la risposta data avant'ieri dal sottosegretario di Stato alla Guerra, si va gradatamente radicando la convinzione che per numero truppe, perfetta organizzazione difensiva, abili piani del comando, no'i ci sentivamo sicuri di .resistere con successo aHa poderosa offensiva austro-tedesca, che non avevamo pertanto chiesto aiuti e che causa precipua del rovescio è stata deficienza da noi stessi ammessa della resistenza delle truppe. Circa motivi di tale deficienza circolano sommessamente calunniose voci di ogni genere. Importa dunque, urge anzi, che la verità vera appaia, se possibile, luminosa a tutela non solo dell'onore e del prestigio del R. esercito, ma anche dei supremi interessi politici generali dell'Italia e durante la guerra ed al momento della pace. In quest'ora di grande amarezza e così intensa ansietà ritengo non potere in coscienza dissimulare al R. Governo che i recenti disgraziati eventi ci hanno fatto alquanto disperdere dal pinnacolo cui agli occhi di questo Paese ci avevano elevato le vittoriose gesta dei due primi anni. Il pubblico inglese ha però ancora p·iena intera fiducia nella solidità e nel fervore del patriottismo degli italiani. Non esito qu'lndi con ardente patriottica fede ad affermare che superato vittoriosamente questo supremo cimento grazie al valore dell'esercito ed al concorde robusto contegno del Paese non solo avremo moralmente e materialmente riguadagnato il terreno perduto ma il rispetto e la considerazione inglese per l'Italia saranno di gran lunga maggiori di prima. Per quanto l'argomento esor

biti totalmente da1la mia competenza vorrei permettermi di attirare l'attenzione del R. Governo su eventuale convenienza di far pubblicare l'insolente trionfale telegramma dell'imperatore di Germania. Conoscenza del medesimo varrebbe senza dubbio ad aprire gli occhi a tanti poveri illusi e ad ·infondere neLl'animo di tutta intera la nazione legittimi sentimenti di odio implacab'ile contro i barbari nemici.

(l) Cfr. n. 337, pag. 235.

370

IL MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO, BISSOLATI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. PRECEDENZA ASSOLUTA. Treviso, 5 novembre 1917, ore 16,30 (per. ore 18).

Truppe al'to Tagliamento cedono compromettendo ritirata colonne Carnia. Nemico incalza direzione occidentale insistendo movimento aggirante. Nostro Comando trovasi sprovvisto esatte notizie circa cause prevalenza nemica. Interpellato Comando impiego deputati ebbi risposta migliore impiego sarebbe loro presenza fra truppe combattenti cosa non possibile per tutti. Complessivamente situazione niente rassicurante, ciò ripeto crudamente per vostra norma tale essendo mio dovere. Personalmente tu sai mia fermezza disposto a tutto.

371

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3980/1142. Pietrogrado, 5 novembre 1917, ore 12 (per. ore 21,50).

2 novembre.

Anche Comitato esecutivo de'i Soviet dei contadini ha elaborato progetto di istruzione al rappresentante della democrazia russa alla ·conferrenza di Parigi, dal quale viene riconosciuta formula di pace senza annessione nè contribuzioni, in base alla libera scelta delle proprie sorti da parte dei popoli. Future relazioni internazionali dovranno riposare su basi che garantiscano ai popoli pacifica loro collaborazione. Alleati si obbligheranno a non concludere pace separata né a intraprendere trattative in tal senso. Tutti gli Stati si obbligheranno a rinunciare a qualsiasi blocco economico dopo guerra. Truppe delle due coalizioni evacumanno territori da esse occupati. Territorio Russia dovrà sussistere intatto. Indipendenza alla Polonia russa ed a quella tedesca ed austriaca, diritto di sce~ta delle proprie sorti sotto garanzia internazionale. Belgio verrà ricostituito e danni causatigli requisizioni e contribuzioni gli verranno risarciti dalla Germania, quelli generali da un fondo 'internazionale. Serbia, Montenegro e gli altri piccoli Stati verranno ricostituiti con libero ac,cesso all'Adriatico. Romania verrà ricostituita e si obbligherà applicare decisioni Congresso Berlino concernenti israeliti. Risoluzione della questione Alsazia Lorena mercé plebiscito sotto garranzia internazionale. Piena autonomia dell'Armenia turca sotto garanzia internazionale. Tutte le altre questioni internazionali e territoriali connesse con la guerra presente, quali in Austria questione jugoslava, circa italiani verranni risolte mercé plebiscito con reale garanzia di sincera votazione.

372

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3990/247. Aja, 5 novembre 1917 (per. il 6).

Telegramma di V. E. 1418 (1). Notizie proverrienti Zurigo drca esistenza trattato austro-olandese con clausola intervento Olanda non è a mio avviso attendibile. Forse tale notizia ha

tJOtuto nascere in seguito conclusione aggiustamento economico e finanziario fra Austria Olanda per scambio alcuni prodotti.

Ferma conosciuta volontà Olanda evitare a qualunque costo essere coinvolta nel conflitto esclude assolutamente possibilità essa abbia potuto sottoscrivere tale patto. Tale è pure avviso questi miei colleghi (1).

(l) Cfr. n. 355, pag. 248.

373

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2290/262. Atene, 5 novembre 1917.

Facendo seguito ai miei rapporti del 29 ottobre n. 256 e 257 (2), ho il'onore di trasmettere qui unito a V.E. la traduzione dell'opuscolo del Signor Sculudis menzionato nel primo dei citati rapporti, e varii estratti di giornali di lingua francese contenenti i principali fra i dispacci privati e personali scambiati fra il Re Costantino e la Regina Sofia da una parte e la Legazione ellenica a Berlino e l'Imperatore di Germania dall'altra, pubblicazione a CU'i feci allusione nel secondo rapporto.

In merito al primo documento ho da osservare che il Signor Sculudis, con molta sobrietà e dignità, spiega il prestito che la Grecia dovette contrarre in Germania, colla circostanza che la mobilitazione decretata da Venizelos, e poscia non mai lasciata togliere dalle legazioni di Francia e di Inghilterra, aveva stremato le finanze del Regno ellenico al punto che anche la vita quotidiana ed ordinaria dello Stato era divenuta addirittura impossibile; e che, d'altra parte, le stesse Potenze deU'Intesa rifiutavano ad una Grecia non governata da Venizelos qualsiasi aiuto finanziario. Lo Sculudis afferma che la concessione del prestito da parte della Germania avvenne senza esigenze politiche da parte di questa; né dai documenti finora pubblicati è lecito desumere che questa asserzione non risponda al vero.

Rispetto alla resa del forte di Rupel lo Sculudis non fa che ricordare quante volte le legazioni dell'Intesa furono prevenute che i tedesco-bulgari stavano per avanzare nella Macedonia Orientale, e che se ciò accadeva la Grecia, fedele al suo programma di neutralità, ,si sarebbe ritirata ed avrebbe lasc,iato quelle regioni campo aperto alle lotte dei due gruppi belligeranti. Tutti noi siamo testimonii di quei replicati avvisi, e quindi in coscienza dobbiamo affermare che la resa di Rupel da parte della Grecia potette essere una necessità militare o, se si vuole, un errore politico, ma tradimento non mai. In tutta questa parte dell'opuscolo dello Sculudis debbo dire che ho cercato invano una frase cui avrei potuto non sottoscrivere.

Assai più impressionanti, per verità, sono i documenti ,relativi aLla corrispondenza segreta fra le Corti di Atene e quella di Berlino. La parte giuocata

dalla Regina Sofia appare, conviene riconoscerlo, maggiore di quello che si credeva. Ma quando si pensa all'insana provocazione che costituì contro la Grecia la discesa armata deH'Ammiraglio Dartige du Fournet ben si comprende che i Sovrani ellenici, i quali non dovettero tardare ad accorgersi che tutto quell'armeggio pendea unicamente a detronizzarH ed a rendere Venizelos, e per lui i francesi, padroni del paese, tentassero un supremo sforzo per essere soccorsi dalla Germania. Il soccorso non venne, e in quel tempo ben sapemmo che il diniego ricevuto da Bertlino fu la causa dell'arrendevolezza greca. Tutto ciò non toglie che se le altre Potenze dell'Intesa, ed in modo speciale l'Italia, non fossero riuscite ad impedire la Francia di effettuare il suo folle proposito di romperla colla Grecia, questa, volente o nolente, avrebbe dovuto buttarsi contro l'esercito di Sarrail. Qualunque cosa adunque la corrispondenza ora pubblicata possa presentare di inatteso e di impressionante, essa non fa altro, a m:io credere, che confermare la saggezza della linea di condotta che H R. Governo credette di adottare durante la ,crisi ellenica.

Una questione che amerei di fare, sarebbe quella della opportunità o meno di queste postume rivelazioni. Innanzi tutto presentando al pubblico ora per la prima volta, ,come recenti scoperte, le prove del tradimento del Re Costantino, si dà ad esso pubblico il diritto di chiedere su quali altre prove il Re Costantino fu condannato, visto 'Che quelle che si dichi!lll"ano probanti vengono scoperte solo ora frugando nella sua corrispondenza privata. L'effetto in generale mi sembra poi del tutto contrario a queUo che si vuol produrre, perché tutto questo rimurginare ,che ,si fa del passato non riesce ad altro che a persuadere sempre più la gente imparziale e di buon senso che le vessazioni dell'Intesa contro la Grecia sono state causa e non effetto della germanofilia di questa, qualunque estensione ed importanza si voglia attribuire a quel sentimento il quale nacque ben tardi qui dopo l'apertura delle ostilità europee nell'agosto del 1914.

Il partito imperante poi continua allegramente in questa campagna di rivelazioni, di scandali, di processi e di persecuzioni perché con ciò la vanità greca si illude, e la furbizia greca spera di far credere agli a1tri, ,che il Governo del Signor Venizelos stia spiegando un'azione vasta ed importante in favore dell'Intesa, mentre tutto si riduce a manovra per consolidare sempre più la tirannica onnipotenza del partito.

Mentre io scrivo il Signor Venizelos è assente dalla Grecia, né vi tornerà prima di qualche settimana. V. E. l'ha veduto a Roma ed avrà forse inteso dalla bocca di lui promesse e domande, delle quali alla ,saggezza di V. E. non sarà certo sfuggita la fallacia e l'esagerazione. Egli ora sta fra Parigi e Londra, ed a poco a poco si saprà se e come egli abbia risoluto i problemi, pressoché insormontabili, che ritardano tuttora questa tanto strombazzata entrata della Grecia in campagna. Il più paurosamente minacciante di questi problemi è la fame che già incombe sul paese senza che si sappia nulla di positivo, senza che mai giunga nessuna notizia rassicurante sul modo con cui sarà risolto. Certo la imprevidenza e tla cattiveria del Governo venizelista sono per molto nello stato pressoché disperato di cose 'che si è venuto formando. L'accaparramento è enorme e scandaloso a segno che i prodotti più comuni e più abbondanti nel paese, quali l'olio ed til formaggio, fanno completamente diffetto.

Moltissimo va per l'Esercito d'Oriente, molto credo è esportato clandestinamente, e forse con velieri o per via di terra va anche in Bulgaria od in Tul'chia. Ad ogni modo lo sperare che i greci, moralmente divisi e demoralizzati e per di più a ventre vuoto, vogliano battersi a nostro favore non è altro che una pericolosa illusione, l'ultima credo, non per mancanza di capacità di erra~e ancora, ma per mancanza di materia, che l'Intesa ha deliberato di commettere nei Balcani.

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 1429 del 7 novembre. (2) -Non pubblicati.
374

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2947/498. Londra, 6 novembre 1917, ore 20 (per. ore 5 del 7).

Manchester Guardian che giorni or sono pubblica artico,lo biasimante le eccessive pretese della Francia, ritorna stamane sull'argomento degli scopi finali della guerra, che vuole riesaminati e definiti una volta per sempre. Trascrivo il passaggio che ci concerne: • Uno degli scopi particolari dell'ItaJ.ia è stato non solo la rettificazione della sua debole ed esposta frontiera ed il ricupero dei distretti essenzialmente italiani, ma anche la predominanza sull'intera costa adriatica opposta alla sua, i cui distretti sono quasi puramente serbi o albanesi. Desidera ora essa che la guerra continui fino al conseguimento di tale scopo, o sarebbe essa soddisfatta del regolare ricupero delle sue terre e della protezione della sua frontiera? Nel caso della Francia abbiamo analoga ambiguità ecc. •.

Segnalo il passaggio anzidetto che viene a confermare anche di più le osservazioni ripetutamente sottoposte a V. E. circa il contegno dei radicali nella stampa e nel Parlamento. E non oserei assumermi, dopo le recenti nostre disgrazie, la responsabilità di escludere che siffatte tendenze, oggi come in passato manifestate dai soli radicali, non abbiano ad estenderS'i anche ad altri partiti e prendere consistenza il giorno in cui si cominciasse seriamente a dlscute:re di una pace a base di compromessi, della quale fortunatamente per noi non s'intravvede per ora alcuna possibilità.

375

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2945/501. Londra, 6 novembre 1917, ore 20 (per. ore 6,45 del 7).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1698 (1). Foreign Office informa che questa censura ha per sistema di considerare caso per caso telegrammi privati dalla Russia contenenti notizie allarmanti

e non lascia passare nulla che possa deprimere l'opinione pubblica. Foreign Office aggiunge che sarebbe grato di avere possibilmente qualche esemplare di telegramma fermato dalla censura italiana contenente notizie catastrofiche per verificare quanta responsabilità abbia avuto censu:ra britannica nel !asciarlo passare.

(l) Non pubblicate.

376

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2949/499. Londra, 6 novembre 1917, ore 10,08 (per. ore 6,50 del 7).

Pubblicazione dei telegrammi greci, dai quali vengono ora in modo irrefutabille confermate le voC'l circolate l'anno scorso sulla condotta subdola della Corte greca e sui complotti orditi col nemico a danno dell'Intesa, producono qui sensazione. Alcuni giornali ne traggono occasione per addebitare al Fòreign Office cecità, remissività ecc. Manchester Guardian va più oltre chiedendo nettamente • quali forze segrete impedirono agli alleati di fare il loro ovvio dovere prolungando la guerra e sottoponendo la Gran Bretagna a tanta umiliazione •.

Queste postume rivelazioni temo contribuiscano a ribadire presso questa opinione pubblica, impressione favorevole alla tesi francese.

In un recente colloquio Balfour a proposito del viaggio di Venizelos mi chiedeva se era esatto che V. E. avesse per lui una invincibile antipatia e quali ne fossero le cause. Risposi che V. E. non aveva né simpatie né antipatie per chicchessia. Nostro atteggiamento verso Venizelos fu coerente e corretto. Quando egl'i si ribellò alle autorità costituite del suo Paese non volemmo avere con lui alcuna relazione. Non appena è J.egalmente divenuto capo del Governo ellenico lo abbiamo come tale subito riconosciuto stabilendo con tangibile prova di equità e spirito conciliante le migliori relazioni, che non abbiamo che io mi sappia, alcuna difficoltà a renderle anche più cordiali a patto beninteso che Venizelos o qualunque altro capo del Governo ellenico comp'ia lealmente i suoi obblighi verso di noi e non cerchi di nuocere ad essenziali interessi nazionali il che non potremmo tollerare. Conversazione ebbe carattere accademico.

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IL COMMISSARIO GENERALE PER I RIFORNIMENTI, MAYOR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2944/816. Londra, 6 novembre 1917, ore 4,30 (per. ore 7,40 del 7).

Times di oggi ha importante telegramma da Washington.

Sulla parte politica e strategica si biasimano alleati di non avere, quando potevano, fatto ,impeto su Lubiana e di avere mancato di cooperazione militare, dando così origine alla presente situazione. La stessa mancanza di cooperazione

e di coordinazione caraHerizza il contegno ed il procedere degli alleati agli Stati Uniti a segno che talvolta ,i loro interessi vengono in conflitto ,e fanno a soverchiarsi. Ognuno domanda denaro, battelli, vettovaglie, munizioni, rifornimenti di guerra in relazione ai propri bisogni senza alcun p'iano definito riguardo alle esigenze dell'Italia nel suo totale e senza alcuna norma circa alla priorità dei rifornimenti. Ciò è contrario agli intenti espliciti del Presidente Wilson. Mentre questi si espresse nel senso che vi dovesse essere la più pratica cooperazione di consiglio e di azione tra l'America d 'i Governi in guerra contro la Germania, si trova che cotale pratica cooperazione non è mai esistita e non esiste fra gli alleati stessi. Sin qui il telegramma.

Soggiungo che da informazioni che giungono da troppe parti per non essere esatte la nostra posizione è indebolita agli Stati Uniti dalla politica anti inglese seguita colà, dalla nostra ambasciata e dalla mancanza di buona intesa fra Cellere e il suo collega d'Inghilterra. La sconnessione dell'azione degli alleati, l'isolamento deLl'azione nostra parmi risultassero pure da telegramma di Cellere riassunto in quello di V. E. n. 1388 del 25 ottobre (1).

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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 2754/826. Berna, 6 novembre 1917.

Facendo seguito ad analoghi precedenti invii, ho l'onore di trasmettere qui accluso aLl'E. V. fogli informativi di questo Centro militare di raccolta dell'esercito, numeri 9489 D. e 9492 D.

Tenendo presenti le notizie contenute in detti fogli, ho approfittato stamarre di un colloquio avuto coll'on. Motta per fargli un vago accenno delle r1pel'cussioni che avevano avuto in Svizzera gli ultimi dolo'l"osi avvenimenti militari. Non ho nascosto a quel Consigliere federale pur non prestandovi dal canto mio alcuna fede, le voci che qui correvano con una certa strana insistenza, e che avevo raccolte così a Berna, come a Zurigo, a Ginevra ed a Lugano di atteggiamenti a noi più che mai ostili da parte degli alti circoli militari svizzeri, e sovrattutto dell'ufficialità accantonata nel Ticino. Mi erano state anzi riportate parole, più imprudenti che audaci, di stolta minaccia, profferite contro di noi. Ero stato pure assicurato che l'armamento della frontiera elvetico-italiana era stato febbrilmente proseguito in questi ultimi giorni. Si ripetevano d'altra parte le solite affermazioni sull'attitudine incerta della Germania, che la settimana scorsa aveva fatto fare, per cura dei suoi informatori, un'inchiesta diligente sulle forze attuali della Confederazione, sull'armamento, suLle munizioni, e sullo spirito così dell'eserc'ito elvetico come della popolazione civile.

Mi rispose il Consigliere Motta che tutto gli faceva credere non poter oggi nutrire la Germania alcun bieco disegno a danno della Svizzera. Che cosa avrebbe guadagnato il potente impero vicino con un atto simile di violenza? Più che un errore militare, sarebbe stato questo un gravissimo errore politico, i cui svantaggi evidenti apparivano di gran lunga superiori al torna

conto problematico. Ché, se egli era certo che la Germania non avrebbe tentato di traversare il suolo svizzero, egli era poi • certissimo • -e • vi avrebbe anzi messo la sua testa • -che mai la Svizzera avrebbe· fatto 11 benché minimo gesto ·contro l'Italia. Era forse la centesima volta che egli me lo ripeteva, sapendo poi che io ne era, se possibi~e, più convinto anche di lui; ma egli stima necessario, data l'insistenza di questa pericolosa e tendenziosa campagna di calunnie, di ridido ancora su tutti i toni. Il nostro paese, nell'ora di sventura che attraversa, poteva contare assolutamente sull'attitudine amichevole della Svizzera senza far attenzione a voci isolate delle solite teste calde che non mancano in nessun paese ed in nessun esercito. L'autorità del Consiglio Federale sulle truppe e sul paese era aumentata di recente, mentre era diminuita-e il mio interlocutore me lo diceva in via riservatissima e personale quehla del generale Wille, il quale dava segni di soverchia maturità senile. Il Motta concludeva ripetendomi ancora che il pericolo per l'Italia non veniva certo da questa parte.

Sono io pure, senza alcuna reticenza, dell'avviso del Consigliere Motta, principalmente sulla seconda ipotesi, ritenendo io più che mai inverosimile in questo momento alcun atto ostile ahl'Italia da parte della Svizzera, se naturalmente non le daremo, sul terreno economico, un serio pretesto. Quanto ad un tentativo della Germania di co~pirci al fianco, attraversando la Svizzera, non lo credo oggi probabile, ma so che lo Stato Maggiore svizzero ha studiato seriamente questa eventualità. Da ottima fonte sono stato anzi assicurato che il Colonnello von Sprecher, da buono svizzero, e da abile stratega qual'è, sarebbe in favore del ripiegamento dell'esercito della Confederazione sulla linea francese, per conservare così intatte le sue truppe ed appoggiarle a quelle della Repubhlica vicino a Belfort; mentre invece il Generalissimo, avversando questo piano, preferirebbe ritirarsi sulla catena del Giura, svalutando così le sue forze.

(l) Cfr. n. 269, in realtà del 24 ottobre, pag. 193.

379

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2951/248. Washington, .... novembre 1917 (per. ore 13,50 del 7).

Ho chiesto oggi a Lansing quali fossero le sue informazioni dall'Italia. Mi ha risposto che esse portavano ad ammettere la necessità di dover abbandonare la linea del Tagliamento e probabilmente anche quella del Piave per ritirarci e mantenerci sopra una fronte più ristretta che non mi ha saputo specificare ma che implicherebbe l'abbandono di Venezia. Mi ha detto pure essergli stato riferito che la nostra 2a armata era stata interamente distrutta e che la sua mancata resistenza sembrava doversi attribuire all'infiltrazione della propaganda socialista. Ha aggiunto che il contingente mandatoci dagli alleati ammonterebbe a 100 mila uomini ma che per organizzarli ed incorporarli si richiedevano almeno quindici giorni. Avendomi chiesto a sua volta le mie notizie gli ho confermato il proposito fermo del R. Governo e la decisa resistenza del Paese. Egli ne fu ,convinto e mos1Jrandosene anche informato mi ha detto di sapere che la sola Toscana cagionerebbe qualche perplessità ma che si contava sull'autorevole influenza di V. E. su quelle provincie. Ho naturalmente ·insistito sul maggiore e più pronto aiuto americano.

380

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONE DEL COMANDO SUPREMO, MARCHETTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, E AL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO

T. UU. A MANO 11582. Roma, 7 novembre 1917.

Reputo interessante comunicare la seguente informazione proveniente da fonte ·che si ha ragione di ritenere seria:

• Un Ministro austriaco presso una Corte estera ha dichiarato negH ultimi giorni di ottobre a persona di sua assoluta fiducia che il favorevole sviluppo della prima fase dell'attac,co combinato austro-tedesco contro li.'Italia ha deciso i due Governi ad una azione a fondo contro l'antica alleata e, profittando del primo scompiglio, calcolano raggiungere rapidamente la pianura del Po. Siccome d'altra parte non è intenzione de'i due governi, e tanto meno dell'austriaco, 'l'occupazione pennanente di larghi tratti del territorio italiano, già sarebbero avviate pratiche per provocare un intervento della Santa Sede che s'interporrebbe, con sicurezza preventiva d'essere ascoltata, fra gli eserciti combattenti ed arresterebbe l'invasione. Il detto uomo politico si faceva interprete della convinzione che da un primo contatto diplomatico con l'Italia nascerebbe inevitabilmente la pace generale •.

381

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4010/685. Londra, 7 novembre 1917, ore .2,40 (per. ore 2,48 dell' 8).

Mozione presentata dal solito gruppo pacifista ebbe solito risultato. Terminati discorsi Balfour e Asquith grandissima maggioranza Camera non permise agli altri oratori pacifisti di parlare. Chiusura proposta allora dal Governo fu approvata con 249 voti contro 31.

Deputati proponenti rinunziarono a provocare votazione in merito mozione.

Ecco i passaggi che ci riguardano nei discorsi Balfour ed Asquith:

l) Balfour: • Che cosa vi è d'imperialistico nel provvedere a che Italia possa avere restaurazione suo proprio suolo, possa abbracciare quell:i della sua lingua, della sua civiltà? •

2) Asquith: • Non posso astenermi dal ritenere, e ritengo questo sentimento largamente condiviso, che non sia opportuna questa discussione al momento in cui tutte le nostre simpatie sono o dovrebbero essere concentrate sul valoroso sforzo che si sta compiendo dai nostri alleati italiani e sono lieto di aggiungere che con assistenza francese e britannica potranno respingere l'invasore dal Ioro territorio e continuare degnamente la lotta da essi così splendidamente e coraggiosamente proseguita negli ultimi due anni e mezzo. (Applausi).•

382

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4016/1155. Pietrogrado, 7 novembre 1917 (per. L'8).

In seguito appello dei capi massimalisti alla rivolta contro Governo provvisorio, Kerensky ha annunC'iato al Consiglio de1la Repubblica che l'approvò decisione di arrestare colla forza ogni tentativo di sommossa. Truppe di Pietrogrado in maggioranza acquisite al massimalismo hanno frattanto occupato e tengono sotto il controllo loro senza incontrare finora resistenza alcuna uffici governativi fra cui quelli telegrafico e telefonico. Affermarsi però che truppe fedeli al Governo siano già in viaggio inviate dal Quartier Generale per difesa nazionale e ristabilire ordine a Pietrogrado. Kerensky sarebbe partito per mettersi alla loro testa. Più che forze dei massimalisti i quali al postutto non dispongono che di masse disordinate e imbelli, desta pveoccupazione indecisione finora dimostrata dal Governo che avrebbe da tempo potuto padroneggiare situazione ove avesse proceduto con energia contro i perturbatori (1).

383

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 4023/597. Washington, 7 novembre 1917 (per. ore 0,50 del 9).

Telegramma di V. E. 1373 (2). Manifestai al segretario di Stato con apposita nota il desiderio del R. Governo che la presidenza dell'Interallied Council fosse assunta dal delegato americano. Lansing con sua nota confidenziale odierna mi pa•rteC'ipa che Governo Stati Uniti per siffatto desiderio vi aderisce consentendo che proprio delegato, nominato nella persona del signor Crosby, assuma presidenza quando il Consiglio sarà costituito. Lansing prega mantenere segreta questa nomina sino ad annunzio dell'arrivo di Crosby in Inghilterra.

(l) Ed. in ToscANo, L'inizio detla rivoluzione sovietica, cit., p. 30.

(2) Cfr. n. 248, pag. 180.

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IL SENATORE, SIW, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

L. P. Roma, 7 novembre 1917.

Ieri sera domandai al Cardinale Gasparri la sua impressione intorno alla notizia pubblicata da alcuni giornali, di una prossima offensiva, austro-tedesca, contro l'Italia. Egli mi rispose essere Za cosa non improbabile, e v'insistette, mi parve, con intenzione.

La Russia ha accolto quanto, per la libertà della chiesa cattolica, aveva domandato la Santa Sede. La legge che vi si riferisce consente, tra l'altro, la residenza, nello stato, delle congregazioni creligiose, anche monastiche, e dei gesuiti ai quali sl è fatto l'onore di un articolo speciale; la nomina dei vescovi verrà fatta dopo sentito il Governo se nulla ha da eccepire, dal punto di vista esclusivamente politico, sul candidato ecc.

La questione della rappresentanza della Santa Sede presso il Governo russo è stata rimandata a dopo la costituente.

Nel penultimo rapporto, fine settembre, del nunzio di Monaco, monsignor Pacelli, veniva segnalato il grande ottimismo che regnava in Germania sia dal punto di vista militare che da quello degli approvvigionamenti.

Il Ministro Serbo dichiarò, pochi giorni fa, che la Serbia, contrariamente a quanto avevano stampato i giornali, era ben soddisfatta della nota 'pontificia. Il Cardinal Gasparri aveva creduto che H Ministro Serbo avesse chiesto udienza per presentare la protesta del suo Governo, e si era disposto a non accoglierla, dichiarando che si resp·ingeva perché non giusta, né giustificabile.

Il Governo inglese dopo la prima cortese, deferente dichiarazione di ricevimento della nota pontificia per la pace, fece, a mezzo del suo Ministro, chiedere al Cardinale Gasparri se gl'imperi centrali avrebbero risposto e che cosa avrebbero risposto.

Il Card. Gasparri fece allora vive premure per ottenere dagli imperi centrali la risposta, che non fu così esplicita come si desiderava, ma che in fondo, da informazioni particolari, si ritiene solo diplomaticamente riservata e involuta. La risposta che soffrì ritardo, .per la permanenza dell'Imperatore Guglielmo a Riga, fu comunicata all'Inghilterra ·con, ex novo, il suggerimento dell'abolizione della coscrizione militare, e con preghiera che la risposta fosse tale da ,lasciare adito ad ulteriori passi, schiarimenti e trattative (1).

385

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 14869. Roma, 8 novembre 1917, ore l.

Comando Supremo mi informa aver fornito a codesto Capo centro raccolta notizie sulla entità nemici al nostro fronte perché ne fosse fatto un

comunicato alla stampa che valesse a controbattere le infondate asserzioni War Office intese a svalutare importanza operazioni nemiche contro l'Italia.

V. E. si sarebbe opposta diramazione detto comunicato, in attesa mie istruzioni, ed avrebbe espresso desiderio comunicato eventualmente pa~tisse da Roma a mezzo Agenz,ia Stefani. Indipendentemente da quanto Agenzia Stefani potrà far conoscere in proposito ed a meno che V. E. vi ravvisi speciali obiezioni che gradirei conoscere d'urgenza telegraficamente, pregola autorizzare diramazione comunicato compilato da Comando Supremo.

(l) Ed. in MARGIOTTA BROGLIO, Italia e Santa Sede, cit., pp. 343-344.

386

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2962/364. Parigi, 8 novembre 1917, ore 23,15 (per. ore 2,45 del 9).

Ho fatto la mia prima visita a questo ministro degli Affari Esteri che mi accolse con molta cordialità e mi parlò subito de"i sentimenti fraterni della Francia a nostro riguardo dei quali era nuova prova la spontaneità onde senza attendere il nostro appello era stato deciso di venire in nostro aiuto.

Ho colto l'occasione per insistere sull'importanza che per la causa di tutti gli alleati aveva il nostro fronte e sulla necessità che l'aiuto fosse il maggiore possibile. Egli mi assicurò che si manderebbe tutto quanto .si potrà senza sguarnire fronte anglo-francese.

Dalle ·informazioni che qui si hanno e che certamente sono note al Governo del re l'invio almeno per ora sarebbe di non più di sei divisioni. Allo stato delle mie istruzioni e vista soprattutto la presenza in Italia dei due primi ministri alleati non ho creduto poter entrare in discussione circa gli effettivi che si mandano al nostro fronte.

387

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR, 2964/504. Londra, 8 novembre 1917, ore 20,45 (per. ore 7 del 9).

Telegramma di V. E. Gab. rr. 1713 (1).

Ho intrattenuto oggi confidenzialmente Hardinge dei progetti di matrimonio del re di Grecia, chiedendogli se questo Governo ne aveva sentore e quale azione eventuale intendeva spiegare al riguardo.

Sua Signoria mi ha detto che per il momento qui si attendevano più particolareggiate indicazioni, nonché le impressioni che solo sopra luogo è possibile raccogliere. Questione, ha soggiunto, va considerata sotto due aspetti:

da un lato è chiaro che le condizioni di nascita della signorina, sulla cui moralità nulla vi è da obiettare, non sono tali da rendere il matrimonio desiderabile. D'altro canto è da tener presente che, a quanto sembra, il giovane re è invaghito ail punto da dichiarare che preferirebbe rinunziare al trono anziché al matrimonio. Se le cose stanno realmente così, concludeva Hardinge, il frapporre ostacoli al matrimonio potrebbe avere appunto le conseguenze che per ovvi motivi occorrerebbe evitare. Per cause delicate già da me più volte accennate, dato il vento che spira attualmente in Par,lamento e nell'opinione pubblica a riguardo della Grecia, inclinerei personalmente a credere che qui vorranno eventualmente procedere nella questione con massima cautela e comunque sempre in modo da premunirsi contro qualsiasi rimprovero di troppa sollecitudine per interessi dinastici.

(l) Non pubblicato.

388

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. POSTA 14893. Roma, 8 novembre 1917.

In data 2 corrente ho diretto ai RR. consoli con sede nelle località più importanti pel nostro traffico marittimo il seguente telegramma in cifra: • Personale. Riservatissimo. Ai capitani al comando nostri piroscafi è stato consegnato il nuovo codice mercantile tables per comunicazione radiotelegrafica esclusiva in caso di assoluta necessità. I detti 'capitani all'estero si rivolgeranno alle autorità inglesi specialmente designate per le loro informazioni e richieste servendosi però del tramite della R. autorità consolare. In caso di sostituz·ione del capitano al comando questo cederà al nuovo titolare l'esemplare del codice tables mediante ricevuta ed in presenza di V. S. Dell'avvenuto cambio ella ne informerà direttamente e immediatamente il R. ministero della Marina ispettorato per la difesa del traffico marittimo nazionale, del presente telegramma posta ella mi accuserà ricevuta a mezzo rapporto colla voluta cautela ed in solo caso di necessità dia identiche 'istruzioni al R. agente consolare dipendente con sede in porto ove giunga piroscafo nazionale che abbia bisogno di sostituire il capitano al comando •.

Prego V. E. volere impartire istruzioni identiche ai RR. Consolati in Giamaica e Bermude. Siccome nei porti di Portland & Grimsby e Middlesbrough non abbiamo RR. agenti consolari prego V. E. volere richiedere a quelle autorità locali inglesi incaricate della distribuzione delle • Mercantiles Tables • e C'ioè al • Shipping Intelligence Officer • nei primi due porti e al • Naval Transport Officer » nel terzo di segnalare direttamente l'avvenuto cambio innanzi a loro, del capitano al comando di un nostro piroscafo e della regolare eseguita consegna del codice tables, informazione che V. E. vorrà direttamente telegrafare al R. ministero della Marina.

Gradirò un cortese cenno di ricevuta e di assicurazione che i provvedimenti sopradetti siano stati pr«:>si.

389

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. 1435. Roma, 9 novembre 1917, ore 0,50.

Questo ambasciatore di Inghilterra mi ha informato che Governo russo appoggia il desiderio del Governo serbo di ristabilire una amministrazione serba nelle regioni che sono state rioccupate fra cui la località di Pogradez. Pogradez si trova nelle vicinanze del lago Ocrida in Albania ed il Governo serbo pretende che questa località fa parte integrante della Serbia e non fu attribuita all'Albania che sotto pressione deH'Austria-Ungheria. Avendomi Rodd espresso il desiderio di conoscere il modo di vedere del Governo italiano in argomento, gli ho risposto che non avevo alcuna obbiezione che i territorii facenti parte della Serbia prima della guerra fossero dati, man mano che saranno occupati, alla Serbia perchè li amministri, ma che non potevo ammettere che si dessero oggi alla Serbia de•i territori già assegnati all'Albania, la questione dovendo essere esaminata e decisa a suo tempo, cioè alla fine della guerra e in tutto il suo complesso. Qualunque azione intesa a dare ora alla Serbia delle località facenti parte dell'Albania sarebbe considerata da noi, specie in questo momento, come un atto poco riguardoso verso d'i noi.

390

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 4036/232. Cristiania, 9 novembre 1917, ore 17 (per. ore 2,30 del l0).

Mio telegramma n. 212 e mio rapporto 377 del 12 ottobre (1). A quanto mi viene riferito questo ministro di Germania testè tornato da un soggiorno di qualche settimana in Germania avrebbe p•rorposto al Governo norvegese la immediata conclusione di un accordo economico simile a quello stipulato con altri Stati neutrali europei. Germania si impegnerebbe fornire alla Norvegia in compenso del pesce o di ailtro articolo di sua produzione, determinata quantità di petrolio e lubrificanti, di carbone pe•r le navi da pesca e persino di grano. Con ogni probabilità i tedeschi non potranno in pratica mantenere tali promesse. Evidentemente essi mirano a vincolare Norvegia, come sembrano avere fatto con altri paesi, in modo da renderle impossibile almeno per qualche mese di p-Legare alle esigenze degli Stati Uniti. Ministro degli affari esteri norvegese che persevera in un contegno poco chiaro di fronte alleati parrebbe incline a prestarsi al giuoco della Germania. Questa sarebbe una delle prime conseguenze della lentezza ed indecisione degli Stati Uniti nella politica di blocco commerciale delle Potenze alleate per quanto concerne Norvegia.

(l) Non pubblicati.

391

PROCESSO VERBALE DELLA CONFERENZA TENUTA AL QUARTIER GENERALE ITALIANO A PESCHIERA (l)

SEGRETO. Aix-les-Bains, 9 novembre 1917 (2).

THE KING OF ITALY, at the outset, expressed his great regret that the advice of Mr. Lloyd George had not been followed and that the Allies had not made use of the Italian campaign to crush Austrian resistance. He had fully shared the view of Mr. Lloyd George, and regretted deeply that, whereas a few months ago Austria was on the point of breaking down, she had had the opportunity, with German assistance, of turning the tables on Italy.

MR. LLOYD GEORGE regretted that His Majesty was not present at the Rome Conference, where he had strong,ly urged his views in favour of a comb'ined move on the Italian front.

THE KING OF ITALY agreed with Mr. Lloyd George's remarks, and added that he did not always have the opportunity of having his own views carried out. The King then went on to give an account from his personal observat.i.on of the breakdown of the Italian army under the combined Austro-German attack. The main causes of the Italian failure he attributed to

(a.) A very thick fog which prevailed on the day of the attack on the northern flank of the Italian army, and which made the use of the artillery impossible.

(b.) The absence of highly trained professional officers who could properly manoeuvre the Army when the retreat commenced.

He said that the ltalian army had lost approximately 30,000 officers during the war, and that the younger officers had not been properly trained and could not handle their men under the difficult conditions which arose with the 'retreat. The men again were also insuffidently trained, and were really only fit to hold trenches and to make a simple advance. They had not been sufficiently instructed to manoeuvre for purposes of retreat, and when the retreat took piace it soon degenerated into confusion. He had observed the same experience with the Austrian armies. As soon as the Italians had broken through the Austrian line in the'ir recent advance, the Austrian soldiers, who were also inadequately trained, could not conduct a proper retreat, and fell a prey to the advancing Italian army. He thought that undue importance

had been attached to the extent that the Pacifist movement had progressed in the Italian army. No doubt a certain amount of mischief in isolated cases had been done by the preaching of priests, and to a smaller extent by the influence of Soc'lalists; but on the whole he did not think that the Italian moral had been seriously undermined by these influences. He attributed more importance to the effects of the duration of the war, which made the men tired and depressed, and he remarked that it was generally observed that men who carne back from leave were depressed and disheartened by the state in which they had found their families and their small affairs. .Ailthough charges of treachery had also been made, not a single case had been proved, and he was convinced that the Italian army had not been successfully tampered wlth by the enemy.

With regard to the retreat itself, he said that the retirement of the Third A'l"my had been quite successfully conducted, and that even the very large number of wounded of this Army had been successfully evacuated during the retreat. The Second Army had largely broken up in the retreat, but hundreds of thousands of men had been collected in the rear and would again be organised into proper units as soon as possible. He did not think that the moral of the men had been very seriously affected by the retreat, and he spoke from personal observation of these men during their retirement.

With regard to the three divisions that were further north in the Cadore, one had successfully retreated, but two had not been heard of for some days, and it was stili uncertain whether they had been cut off by the enemy, or whether they were retreating successfully through the foot-hills of the Alps in a westerly direction.

With regard to the future. The King thought that the Piave line could certainly be held; 400 siege guns and other heavy guns were already mounted on the Tight bank, as well as 600 field guns. Trenches were being made, and the embankments of the river also afforded excellent cover. If this line was not held the situation would become serious, not only because Venice would be lost-and that in itself was a serious matter-but because the loss of Venice would mean the retreat of the Italian fleet to Brindisi and Taranto, as there was no suitable base further north on the ltalian coast. With the Austrian fleet and submarlnes dominating the Adriatic, the naval position would become very much worse. Therefore, in his opinion, every effort should be made to hold the Piave line. The real danger to this line, in his opinion, was in the north along the head waters of the Piave River, to which the German forces on the right flank of the Austrian army were rapidly pressing forward. Should the Germans succeed in crossing the Piave higher up and seize Monte Grappa between Asiago and the Piave River, the position a·long the Piave would be turned, and a further retreat might become necessary. Monte Grappa was now being occupied, and everything was being done to check the rapidlty of the German advance, but there was no doubt that grave danger was threatening on that sector.

M. LLOYD GEORGE then spoke very strongly about the state of the Italian High Command. He said the accounts which had reached the British and French Governments were such as to make them press strongly for a complete change. They were all the more entitled to make these representa.tions, not only in the interest of the Italian army itself, but of the British and French armies, which were now appearing in Itaiy, and wh'.lch would come under the supreme direction of the Italian High Command.

THE KING OF lTALY repl'ied that, although he did not in every respect agree with the criticisms which had been made against Gene:!"a<I Cadorna, yet be thought that great weight shouid be attached to the representations that had been made, and his Government had aiready deC'ided to remove Generai Cadorna from the command and to appoint in his piace Generai Diaz, who, although a comparativeiy junior officer, had been on the Generai Staff both before and since the war, and was generally •:!"ecognised as the brains of the Italian army and a profound student of the science of war. He himself (the King of Italy) had very great confidence in Generai Diaz, who certainiy wouid be his own cho'ice from among the officers of the Italian army. To strengthen the staff stili further, the Government had decidE:d to appoint Generai Giardino, the former Minister of War, as assistant to Generai Diaz. Generai Giardino was stated to be a man of great executive energy, and would usefully suppiement the work of Generai Diaz.

MR. LLOYD GEORGE explained, with reference to the situation on the Piave and Trentina fronts, that the British and French Governments and military advisers were not certain that the best use was being made of the four French divisions in moving them west of Lake Garda aiong the Val Giudicaria, especially in view of the consid~ations aiready referred to by His Majesty, that the real danger was threaten·lng between the Asiago Plateau and the Upper Piave. Both the British and French Governments were therefore agreed, in view of the great urgency of the situation, that complete discretion shouid be given to Generais Wilson and Foch to move the six Allied divisions now in Itaiy to sectors of the ltaiian front where they thought the best use could be made of them.

It was ag>reed that-

Generais Wilson and Foch should proceed forthw'lth, with Signor Bissolati to the Italian headquarters at Padua, and there consult with Generai Diaz on the military situation, and thereafter move the six Allied divisions to the points of greatest danger on the Italian front without further reference for instructions to their Governments. They were, however, requested to consuit w'ith the British and French generai officers commanding these divisions.

(At this stage Generals Robertson, Foch, and Wilson were called to the Conference and the abot•e instructions were explained to them).

THE KING OF lTALY appeared cheerful throughout the Conference and said that he wouid do his best to continue working for victory for the Allied cause. He felt that moore might have been made of the Italian campaign, and now more than ever he thought that the Italian campaign might assume very large and important proportions in the immediate future, and he expressed his great pleasure and gratitude that his British and French Allies were prepared to support the Italian armies to the full in the phases of the campaign which were now opening.

(l) -Alla Conferenza, tenuta a Peschiera 1'8 novembre, parteciparono, oltre al re d'Italia, il primo ministro Lloyd George e il generale Smuts per l'Inghilterra; il presidente del Consiglio Painlevé e il ministro di Stato Franklin Bouillon per la Francia; il presidente del Consiglio Orlando, il ministro degli esteri Sonnino e il ministro Bissolati per l'Italia. Non è stato rinvenuto il processo verbale della conferenza italo-franco inglese tenuta a Rapallo il 6 e 7 novembre, edito in ALDROVANDI, Guerra diplomatica, cit., pp. 140-174. (2) -In ALDROVANDI, Guerra diplomatica, cit., pp. 178-181, tn cui è edita la traduzione quasi letterale di questo documento, è detto a pag. 177: • Nessun segretario ha assistito alla Conferenza. Ma, secondo ho poi saputo, il gen. Smuts dette più tardi alcuni particolari della Conferenza ad Hankey, che ne formò, in viaggio, un documento da lui comunicatomi. Il documento è datato: Aix-les-Bains, 9 novembre •.
392

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 517/167. Le Havre, 9 novembre 1917.

V.E. sarà stata informata di una proposta fatta indirettamente alcune set· timane or sono dalla Germania alla Francia di venire ad una intesa circa la questione d eH' Alsazia Lorena. Di ciò si fece cenno nel Parlamento francese e sopra tutto nel comitato segreto della Camera dei Deputati.

Da vari parti mi venne riferito che intermediario della proposta sarebbe stato il Barone di Broqueville, Capo del Gabinetto belga e Ministro degli Affari Esteri. In questi ultimi giorni soltanto ho potuto assicurarmi della notizia.

Le cose starebbero così:

Sollecitato da uomini d'affari tedeschi, il Signor Coppée, importante industriale del Belgio, avea pregato il Barone di Broqueville di parlaa:e della detta proposta al Signor Briand. Il Signor de Broquevi1le acconsentì ed il Signor Briand rispose che ne avrebbe intrattenuto il Signor Ribot, ma che desiderava aver prova che la proposta provenisse dal Governo germanico.

Il Governo francese di ciò informato si sarebbe doluto che il Signor de Broqueville avesse parlato al Signor Briand il quale non fa più parte del Gabinetto francese.

Mi risulta pure che vi è stato malumore fra i Ministri belgi, i quali avrebbe avuto conoscenza del passo del Signor de Broqueville assai in ritardo e non da lui, rimproverandogli di continuare le abitudini del suo predecessotre agli Affari Esteri, Barone Beyens, e che furono la principale causa della sua uscita dal Gabinetto. Da alcuni si vuole che ,l'incidente potrebbe provocare una nuova crisi. Ma di ciò non si può oggi dire nulla di preciso.

Da buona fonte mi è stato smentito che ass'ieme al tentativo fatto dalla Germania con la Francia, nuove proposte di pace sarebbero state fatte al Belgio.

393

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. GAB. 263. Roma, 10 novembre 1917, ore 19,30.

Mi è stato rimesso il prospetto di formazione di corpi volontari, di cui accludo copia (1). Ho fatto rispondere al maggiore Ricc"iotti Garibaldi, che me lo aveva rimesso, che è questione non concernente il ministero degli Affari Esteri.

Nel comunicare quanto precede a V.E. credo però opportuno soggiungere in via riservata che nella situazione presente, anche di fronte all'estero ed ai nostri Alleati, ritengo non sia assolutamente da accettarsi la proposta di cui si tratta.

(l) Non rinvenuto.

394

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. l 796. Roma, 10 novembre 1917, ore 20.

Ministro dell'Istruzione Berenini parte questa sera per Parigi dove interverrà in nome R. Governo a convegno cui prenderà parte anche Lloyd George e di cui è al corrente Franklin Bouillon. Prego facilitare in ogni modo suo arrivo e permanenza costà provvedendo anche conveniente interprete franco-inglese per colloqui Berenini-Lloyd George.

395

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2978/506. Londra, 10 novembre 1917, ore 15,16 (per. ore 20,50).

Discorrendo ieri col collega americano accennai ahla non dichiarata guerra all'Austria. Page mi disse ignorava le intenzioni del presidente; non ne aveva bene capito il pensiero al riguardo. Supponeva W'ilson avesse finora sperato in un'accettabile proposta di pace della Germania attraverso l'Austria. Avendo egli ri,levato che il non trovarsi l'America in guerra con l'Austria non aveva alcuna pratica conseguenza, ai fini della guerra generale, feci osservare che, a prescindere dall'assistenza efficace militare che lo stato di guerra permetterebbe all'America di darci con la cooperazione effettiva della sua flotta alle nostre operazioni adriatiche contro la costa e le navi austro-ungaif'iche, la dichiarazione di guerra avrebbe oggi più che mai incalcolabili effetti morali. Tale affermazione di solidarietà diretta 'italo-americana contro il nostro storico nemico sarebbe immensamente apprezzata in Italia e potentemente contribuirebbe a rinsaldare ancora più i vincoli già così stretti di amic'izia fra i due Paesi di cuore e di fatto già alleati. Questi accenni spiegai bene originavano da impressiorri raccolte in Italia, rappresentavano naturalmente un'iniziativa puramente mia e trovavano giustificazione oltre che nelle amichevolissime relazioni nostre personali, nel sentimento di profonda simpatia e sincera ammirazione che, in ricordo dei cinque anni passati in America io conservo per il suo Paese. Page mi disse in conclusione che le mie osservazioni gli sembravano meritevoli di considerazione, !asciandomi intendere che ne avrebbe reso edotto il presidente.

396

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2980/505. Londra, 10 novembre 1917, ore 15,16 (per. ore 21,45).

Per quanto mi riuscisse per ovvi motivi penoso ritenni doveroso assistere ieri sera al banchetto del lord Mayor. La mia assenza sarebbe stata certamente commentata e interpretata come indizio di sconforto e abbattimento. Tale impressione, erronea del resto per quanto mi rigua>rda, importa in questo paese più che altrove evitare a qualunque costo. Nei discorsi pronunziati dai vari ministri, attraverso ottimismo esponente indomita tenacia britannica, non si accorgevano meno tracce di preoccupazioni ed ansietà cagionate dalle gravi notizie russe e dalla situazione militare italiana. A nostro riguardo linguaggio dei ministri Curzon, Bonar Law e Smith fu naturalmente simpatico, cordiale e fiducioso. Comunicazione dello stabilito comando interalleato produsse buona impressione. In brevi conversazioni private con i vari mirristri mi furono rivolte domande rilevanti perdurante ansietà. A tutti detti opportune categoriche assicurazioni.

397

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1438. Roma, 10 novembre 1917, ore 22.

Rapporto di V.E. n. 1272 (1).

Ho dato telegrafiche istruzioni RR. ambasciatori Parigi, Pietrogrado e Washington appoggiare passi rispettivi colleghi britannici per ottenere adesione quei Governi accordo concluso con Germania per immunità navi ospedale.

398

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 2984/253. Washington, 10 novembre 1917 (per. ore 7 del 12).

Mio telegramma Gab. n. 250 (1).

Ho chiesto stamane a Lansing se aveva parlato con Wilson e se poteva manifestarmene pensiero. Mi ha risposto di avergli parlato e dopo avermi confermato che non può dichiarare guerra all'Austria senza il Congresso del quale non potrebbe neanche il presidente anticipare di un mese la convoca

zione, mi ha aggiunto: • Per sottoporre una proposta contro Governo alleato (?) fosse al Congresso Wilson ha bisogno d'altra parte di sondarne e predisporne gli intendimenti. Voi comprendete infatti qual disastro politico sarebbe per il Presidente se la proposta gli fosse respinta. Ecco perché Wilson non può impegnarsi adesso con dichiarazioni •.

Gli ho chiesto se potevo interpreta,re queste parole nel senso che Wilson non scartava la possibilità di una dichiarazione di guerra. Mi rispose annuendo. Gli ho chiesto allora se quando ciò avvenisse gli Stati Uniti avrebbero considerato pure mandarci loro reparti di truppe. Mi ha risposto di sì. E concludeva dicendo: • Voi conoscete le ... (l) di qui e vi rendete conto di quanto cautamente occorre procedere in siffatte contingenze •. Vi ho convenuto aggiungendo che per intanto le sue parole mi erano di conforto.

Proseguo ad agire attivamente sull'opinione pubblica provocando pure con risultati tangibili l'iniziativa di personaggi ed enti influenti.

(l) Non pubblicato.

399

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4090/1171. Pietrogrado, l0 novembre 1917, ore 22 (per. ore 5,40 del 16).

Ho veduto stamane ministro del Belgio che già fin dal suo arrivo qui si era messo in contatto con capi partito massimalisti. Egli mi disse movimento attuale destinato fallire stante recisa opposizione passiva ufficia-li e funzionari. Stessi capi massimalisti rendevansi oramai conto fallimento. Signor Destré ritiene personalmente massimalisti siano presto costretti abbandonare il potere, prima di aver avuto tempo di convincere se stessi e popolo, impossibilità veder realizzarsi loro aspirazioni. Qualora massimalisti soppressi senza essere esautorati, stante inevitabile faUimento programma, persistessero sempre loro agitazioni rivoluz·ionarie, troveranno appoggio popolo russo che desidera pane, pace.

Destré pessimista immediato avvenire non esclude colpo di mano tedesco per impadronirsi di Pietrogrado.

400

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4093/1172. Pietrogrado, 10 novembre 1917, ore 22 (per. ore 6 del 16).

A quanto mi risulta movimento massimalista sta per essere soffocato. Kerenski e Savinkoff con cosacchi e artiglieria si troverebbero già a Carskoe

Selo e starebbero avvicinandosi a Pietrogrado. Massimalisti non avrebbero opposto che lieve resistenza e le navi loro avrebbero già abbandonato la Neva, gli equipaggi dichiarando di essere stati ingannati dai massimalisti che gli avrebbero chiamati a Pietrogrado sotto pretesto di desiderata libertà. Il comitato di sicurezza pubblica formatosi dietro iniziativa del municipio sta cercando disarma["e plebaglia e hanno avuto luogo parecchi disordini con morti e feriti. Sembra che Lenin e Trotzski siano spariti. Già nel pomeriggio massimalisti avrebbero offerto al municipio di arrendersi purché fossero assicurati loro due portafogli di ministri nel Governo, Schreider rifiutò ogni trattativa in tal senso.

(l) Gruppo indecifrato.

401

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4112/1163. Pietrogrado, 10 novembre 1917, ore 15 (per. ore 5 del 17).

Faccio seguito a'l telegramma marchese Carlotti in data 7 corrente (1). In seguito alla sollevazione massimalisti della guarnigione di Pietrogrado, Governo provvisorio rifugiatosi Palazzo Inverno difeso da alcuni allievi ufficiali e da un battaglione di donne. Verso ore 21 dell'8 truppe rivoltate aprirono fuoco sul Palazzo Inverno che pure bombardato da un incrociatore • Aurora • ormeggiato di fronte sulla Neva e dalla fortezza Pietro Paolo. Alle 2 e 1/2 governo provvisorio S'i arrese sicché Pietrogrado trovasi attualmente mano Soviet che intitolasi Comitato militare rivoluzionario. Antichi Ministri imprigionati eccettuato Kerensky fuggito Verkowsky assente. Rivoluzionari impadronitisi pure Banca di Stato, uffici giudiziari, uffici postali, stazione ferroviaria. Parlasi dar partecipazione Gabinetto Lenin che avrebbe dichiaTato suo programma consiste seguenti tre punti: cessazione immediata guerra, controllo da parte popo,lo dei mezzi di produzione e ripartizione ricchezza, divisione terre. D'altra parte cresce in città resistenza contro massimalisti che fa capo sindaco signor Schreider (teleg. Marchese Carlotti 1159) (2) intorno al quale tendono raggrupp.arsi truppe in marcia per sopprimere massimalisti e dicesi Kerensky si sarebbe già impadronito di Cateina. Finora tali notizie mancano conferma. P& contro Buchanan avrebbe detto iersera a Carlotti, prima sua partenza, che generale Careinisoff Comandante truppe fronte settentrionale sarebbe passato ai massimalisti. Cercherò appurare tale notizia 3).

12 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

(l) -Cfr. n. 382, pag. 265. (2) -Cfr. n. 402, pag. 278. (3) -Ed. in ToscANO, L'Inizio della rivoluzione sovietica, cit., p. 31..
402

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4111/1159. Pietrogrado, l0 novembre 1917, ore 15,49. (per. ore 6,30 del 17).

Prima di lasciare Pietrogrado non ho mancato di concertare col sindaco, che è anche presidente del comitato di salute pubblica, ogni opportuna misura per eventuali bisogni di viveri in favore di nostra colonia. Sindaco Schreider, che per lunghi anni fu in Italia, di cui serba i migliori ricordi, mi ha assicurato che nostri connazionali possono in modo sicuro contare sul suo appoggio in ogni circostanza. Egli mi ha detto che pericolo difetto viveri può ritenersi eliminato ed ha espresso avviso che città non possa rimanere che per pochi giorni nelle mani dei massimalisti, isolamento dei quali è crescente. Ho fatto conoscere aila colonia in qual modo dovrà regolarsi nel caso ·in cui dovesse rico-rrere al municipio.

403

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRIMO AIUTANTE DI CAMPO GENERALE DEL RE, CITTADINI

T. U. PRECEDENZA DELLE PRECEDENZE. Roma, 10 novembre 1917.

Ignorando ancora se e di quale cifrario si serva collega Bissolati debbo rivolgere nuovamente preghiera a V.E. di fargli pervenire seguente comunicazione. In'iziata pressione nemica a nord della linea del Piave determina evidente immediato pericolo ripetersi manovra aggiramento. Riesce assolutamente incomprensibile inazione alleati che tengono inoperose truppe che potrebbero salvare la situazione. In tale senso telegrafo più largamente a S. E. Diaz col quale S.E. Bissolati potrà conferire. Come uomo politico egli potrà più specialmente insistere sulla penosa impressione che già comincia a fare nel paese U fatto inesplicabile di forze che non vengono adoperate mentre sovrasta il più grave pericolo da cui quell'intervento potrebbe efficacemente difendere. Venendo poi ad altro argomento benché meno importante ed urgente,

S.E. Bissolati potrebbe far presente Generali Foch e Wilson che attivazione trasporti militari tra Francia e Italia potrebbe ricevere largo sussidio usufruendo linea marittima Marsiglia Genova. Tale viaggio potendosi fare di notte, pericolo sottomarini rimane quasi eliminato. Governo Italiano potrebbe avere a sua disposizione da quattro a sei grossi transatlantici capaci di trasportare in un solo viaggio ci<rca una diviS'ione. Ciò potrà valere per i piani futuri ma per ora urgenza assoluta sembrami decidere quei Generali di mandare avanti le loro truppe. Chiedo scusa disturbo.

404

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRIMO AIUTANTE DI CAMPO GENERALE DEL RE, CITTADINI

T. PRECEDENZA DELLE PRECEDENZE. Roma, 10 novembre 1917.

Prego far pervenire seguente :comunicazione S. E. Bissolati non risultandomi né suo attuale indil'izw né cifrario di cui ,si serve: • Ricevuto tuo telegramma ieri sera. Ti prego precisarmi volta per volta luogo in cui rispondere nonché serv,irti Cifrario Z. 2 ritenendo preferibile che Questo genere di comunicazioni non passi attraverso i Prefetti. Tu sai Quanto io sia convinto necessità truppe alleate portinsi in linea. Sai pure che George è di questa opinione, ma esperienza dimostra che egli non si sovrappone ai tecnici. Anche Sonnino è di opinione che ulteriore tentativo verso George sarebbe inutile. Tutto dipende da decisioni che prendonsi costà. Io penso che in una estrema ipotesi dovrebbesi profittare buona disposizione Foch :per indurlo mandare avanti una parte delle sue truppe e ritengo che in tal caso anche Wilson si deciderebbe. Fa'i rilevare nella forma che credi bollettino austriaco di ieri magnifica ero:ica resistenza nostre truppe. Comunicazione ufficiale nomina Badoglio fu fatta. Concordo teco essere preferibile inv1tare popolaz;ioni non abbandonare territorio. Feci circolare Prefetti in tal senso. Altro potrete fare costà, ma credo mezzo più decisivo essere queLlo di non seminare ec,cessivi allarmi come avvenne a Venezia. Persino a Milano è cominciato un e'sodo. Bisogna dire parole di fiducia anche se non sentite. Sta bene inca11ico provvisorio affida,to Porro [n luogo Cadorna: :ripeto però che sembrami indispensabile che in questi momenti colloqui decisivi con Generali alleati ,abbiano luogo con la partecipazione diretta deLl'attuale Comando e dello stesso Diaz. Quanto a sostituzione definitiva non sembrami siavi urgenza e vorrei farne argomento di colloqui personali da avere costà, dove conto recarmi appena chiusa la Camera la cui adunanza è definitivamente stabilita per mercoledì •.

405

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

Roma, 11 novembre 1917, ore 10,50.

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA SULLE PRECEDENZE ASSOLUTE 1797.

Circola voce che Germania abbia presentato ultimatum alla Svizzera per passaggio sue truppe verso Italia. Prego telegrafarmi massima urgenza in proposito.

406

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. l 798. Roma, 11 novembre 1917, ore 13.

Mi consta in via segreta che codesto Governo ritiene che V. S. si sia espressa in termini denigratori della Grecia con codesto ministro di America. Ne informo V. S. per una norma eventuale.

407

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1799. Roma, 11 novembre 1917, ore 19.

Rapporto di V. S. n. 826 del 6 novembre (1).

Quanto ella mi riferisce in fine di detto rapporto mi sembra assai grave. Erano ben diverse le dichiarazioni che nel passato Le erano state fatte da codesto Governo. Secondo esse l'esercito svizzero avrebbe contrastato vigorosamente in ogni modo e ad ogni costo una invasione tedesca violatrice del territorio svizzero. Ora Ella mi riferisce studi di codesto Stato Maggiore per ritirarsi, in una simile eventualità, in una linea più o meno arretrata. Agli effetti pratici per noi nelle presenti contingenze la cosa è ben diversa. Occorre EJla abbia subito un franco colloquio con codesto Governo per accertarne le intenzioni. Prego telegrafare.

408

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1800. Roma, 11 novembre 1917, ore 20.

Sono informato in via assolutamente segreta che Psychas avrebbe fatto conoscere al suo Governo taluni pretesi discorsi di V. S. attribuenti responsabil'ità disastri italiani agli alleati che avrebbero abbandonato il nostro Paese il quale si vedrebbe contestati i diritti da Serbia e Grecia. Governo greco vedrebbe in questi discorsi di V. S. tentativo per ottenere successo diplomatico vatlendoci di disastro militare. Quanto precede le comunico per esclusiva confidenziale norma di condotta di V. S. coi suoi colleghi.

(l) Cfr. n. 378, pag. 262.

409

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. 1444. Roma, 11 novembre 1917, ore 22.

Mi viene segnalata e la segnalo all'E. V. per gli opportuni richiami a codesto Governo, la seguente corrispondenza del giornale l'Éclair:

• Il Comando Supremo italiano e rl.a truppa sono stati inferiori al loro compito. Si mandino in Italia soccorsi alleati e quindi si ponga la questione del comando unico in Italia.

Chi lo eserciterà? (Segue un brano censurato).

Sarà utile dare alle unità italiane un certo numero di comandi francesi. È questo un sistema che è riuscito vantaggioso alla Germania rispetto ai suoi a11eati.

In tale modo la Francia potrà avere, particolarmente nei riguardi italiani, una gran parte del successo ».

410

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4049/739. Parigi, 11 novembre 1917.

Polemica giornalistica fra Clemenceau e Caillaux si è svolta ieri principalmente intorno al soggiorno del secondo in Italia. Mentre egli afferma essere stato oggetto di molte cortesie da parte Governo italiano, Clemenceau sostiene che senza intervento Governo francese egli sarebbe stato espulso dal regno.

411

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 603. Washington, 11 novembre 1917.

Subito dopo avere ottenuto credito 230 milioni dollari, di cui al mio tel. 566 (l) insinuai a questo ministro del tesoro opportunità che in vista gravi perdite subite dal nostro esercito ci venisse assicurato un maggiore credito che desse sicurezza di coprire per tutto l'anno 1918 le necessità che affrontiamo per più vigorosa prosecuzione della guerra, accentuando in pari tempo benefici effetti morali siffatta prestazione. Mia domanda ha trovato

eco simpatica, adeguata al convincimento di queste sfere dei nostri urgenti e gravi bisogni. Ma prima di decidere ha risolto telegrafare a Crosby a Londra d'l manifestare alla conferenza degli alleati che, mentre delle nostre necessità si è qui completamente immedesimati, esse dovrebbero formare oggetto di discussione alla conferenza medesima, nella fiducia che anche Francia e Inghilterra vogHamo contribuire a sopperirvi. Converrebbegli che nostri delegati agissero prontamente e fortemente su Crosby, fornendogli anche maggiori possibili accurate informazioni. Egli ha transatto per incarico di ... (l) tutte le operazioni di credito cogli alleati ed io non ho avuto in sostanza che a compiacermi di lui • (2).

(l) Non pubblicato.

412

IL MINISTRO DELLA MARINA, DEL BONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R. P. 912/G. Roma, 11 novembre 1917,

Con riferimento alle determinazioni prese 'in Consiglio dei Ministri, ho il pregio di rimettere, per opportuna conoscenza e norma, copia di due telegrammi (3) del contrammiraglio Salazar, Comandante Superiore Navale dell'Ionio, e di lettera che S. E. il Capo di Stato Maggiore della Marina ha diretto al Comando Supremo del R. Esercito sulla eventualità di uno sgombero delle basi navali di Valona e di Santi Quaranta.

ALLEGATO l

SALAZAR A THAON DI REVEL

T. 38. 8 novembre 1917.

Tornato ora da Argirocastro. Generale Dalmasse fonda sua condotta sulla speranza nemico non effettui minacciata azione su Albania meridionale. Qualora invece questa azione dovesse effettuarsi prevede sgombero. Ev>entualità difendere conservare Santi Qua,ranta non contemplata. Pregioni richiamare nuovamente attenzione V.E. sulla eccezionale gravità ,abbandono Santi Quaranta e conseguentemente costa al sud anche in relazione conseguente impossibilità conservare base interalleata Corfù. Armata Francese sarebbe obbligata partirne immecHatamente. Occorrerebbe in tutti modi preavvisare Alleati e specialmente Francesi. Non si deve escludere questi tenterebbero assumere difesa Santi Quaranta.

ALLEGATO li

THAON DI REVEL A DIAZ

Roma, 9 novembre 1917.

Invio a V.E. stralcio di due telegrammi direttimi dal Comandante la Divisione Navale dell'Jonio, circa eventuale sgombero di Valona e di Santi Quaranta.

Al riguardo riaffermo, nel modo il più esplicito, la necessità di mantenere a qualunque costo il possesso delle due anzidette località, perché senza Valona, o peggio ancora, con Valona Base NaV'ale Austriaca, la situazione della Marina, già irta delle più gravi difficoltà, verrebbe d'un tratto posta nel più deleterio stato di inferiorità rispetto al nemico.

Se, come mi auguro, i telegrammi dell'Ammiraglio Salazar sono stati determinati da disposizioni precauzionali e preventive, impartite dal Comando Supremo, non rispondenti al concreto progetto di addivenire allo sgombro di dette basi Navali, ritengo mio dovere prospettare all'E.V. la opportunità di imparti11e precisi ordini alle Autorità dipendenti sullo argomento, affinché la loro attività e l'impiego dei mezzi di cui dispongono convergano esclusivamente al fine di mantenere integra la nostra posizione sull'altra sponda Adriatica.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1806 del 13 novembre. (3) -All'originale risulta allegato un solo telegramma di Salazar.
413

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AI CAPI DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, DIAZ, E DELLA MARINA, THAON DI REVEL

T. GAB. U. PRECEDENZA ASSOLUTA 1801. Roma, 12 novembre 1917, ore 12.

Questo ambasciatore di Spagna mi comunica che ministro d'Austria Ungheria a Berna lo .prega a nome del suo Governo di chiedere urgentemente ed ufficialmente al Governo italiano se Venezia deve essere considerata come città aperta di cui le fortificazioni non sono bombardate. Desidera avere risposta con telegramma urgente. Prego V. E. comunicarmi quale risposta io possa far pervenire marchese di Villa Urrutia.

414

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1802. Roma, 12 novembre 1917, ore 13,15.

Viene riferito che Direttore della Freie Presse di Berna, suddito tedesco, si è recato varie volte a Parigi con passaporto speciale e che egli si trova in relazioni seguite con Signor Huguenin Capo ufficio stampa francese a Berna, per comunicazioni indirette interessanti Governi Francia Germania.

Prego farmi conoscere se e quale fondamento abbia tale informazione.

415

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1808. Roma, 12 novembre 1917, ore 20.

Ministero Marina mi ha rappresentato assoluta necessità che marine inglese, francese, giapponese e americana mettano al più presto a nostra disposizione in AdTiatico numero venti cacciatorpediniere di grosso tonnellaggio.

Con telegramma per posta Gab. 1803 (l) ho riprodotto a V. E. tutte le conS'iderazioni esposte dal ministro della Marina che gius-tificano questa richies-ta dando a V. E. istruzioni di agire in conseguenza presso codesto Governo.

Essendo desiderabile si agisca con la maggiore sollecitudine, prego V. E. sottoporre subito domanda del ministero della Marina salvo a svilupparla quando le giungeranno gli elementi contenuti nel citato mio telegramma.

416

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1805. Roma, 12 novembre l917, ore 20,30.

Barrère mi comunicava che • la conferenza dei Governi alleati si riunirà a Parigi lunedì 19 novembre, e che al Governo della Repubblica, come pure al Governo britannico, era sembrato che la riunione in questione doveva comprendere il meno posS'ibile di delegati ma ,che date le circostanze il Governo francese ha invitato tutte le Potenze alleate alla seduta d'apertura della Conferenza a1lo scopo di fissare, pur non urtando la suscettibilità delle piccole potenze, un metodo di lavoro che risponda alle intenzioni dei Governi delle grandi Potenze ».

Ho risposto che sarebbe bene determinare meglio in precedenza quale dovesse essere il programma di lavori viS'to che si erano successivamente accennati in Europa e in America a vari compiti dis-tinti cui dovesse soddisfare detta Conferenza. Tale determinazione gioverebbe anche alla migliore scelta dei rappresentanti da inviarsi. Dovevasi pure tener conto pel R. Governo nelle presenti contingenze delle difficoltà che il presidente del Consiglio o il ministro degli esteri si assentassero per parecchi giorni dall'Italia (2).

(l) -Cfr. n. 420, pag. 287. (2) -Ed. in SoNNINO, Diario, Ili, cit., pp. 211-212.
417

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. 271. Roma, 12 novembre 1917, ore 21.

Questo ministro di Svizzera ha informato il ministero degli Affari Esteri che dai vari consoli svizzeri gli viene segna,lata una vivissima agitazione ed ostilità contro gli svizzeri dimoranti nel Regno. Alcuni concittadini dicono essere in pericolo di vita. A Genova furono licenziati per ordine dell'autorità militare tre cittadini svizzeri (Locher, Saamels e Huber) daJ.le officine elettriche. Dopo la chiusura dell'HOtel Palace si minaccia di chiudere altri alberghi appartenenti in tutto o in parte a sudditi svizzeri, compromettendo così irrimediabilmente considerevoli interessi di quel Paese.

Anche i giornali (viene segnalato l'articolo del Popolo d'Italia n. 310 del1'8 novembre intitolato • I nemici in casa •) conducono una vivissima campagna col risultato di eccitare l'opinione pubblica contro la Svizzera e di preparare il terreno al ripetersi dei dolorosi fatti di Milano del maggio 1915. Il ministro di Svizzera chiede energiche istruzioni tanto alla censura quanto ai prefetti che valgano ad evitare uno stato di cose che potrebbe avere le più gravi ripercussioni nella opinione pubblica svizzera.

Prego V. E. voler tener conto nella misura del possibile delle considerazioni di questo ministro di Svizzera e dare istruzioni in conseguenza ai prefetti e all'ufficio Censura.

418

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2991/76. Berna, 12 novembre 1917, ore 21 (per. ore 23,10).

Mi riferisco al mio telegramma dell'H settembre (1). Risposta categorica datami da V. E. il 13 settembre (2) varrebbe a consigliarmi di non più intrattenerLa di questo affare se non mi fossero state fatte recentemente e non mi si continuassero a fare nuove pressioni sempre per lo stesso tramite dell'altra volta perché il nostro paese e i suoi alleati prestino maggiore attenzione al problema ungherese. So che un nuovo emissario (il conte Z['ichy]) è venuto qui appositamente dall'Ungheria tre giorni otr sono. Le nuove vittorie degl"imperi centrali e la possibilità della riunione del:la Polonia sotto lo scettro degli Asburgo hanno destato ancora maggiormente i timori del partito magiaro nazionalista che pretende non poter l'Ungheria conservare più a lungo l'antica influenza di fronte al blocco dell'elemento germanico. Questo partito in una delle recen

tissime sedute avrebbe dichiarato che la sola salvezza dell'Ungheria è in un accordo colle Potenze dell'Intesa sulla base dello statu quo.

Ungheria, colla Polonia e gli Stati Balcanici formerebbe il più forte antemurale contro i due imperi centrali. Alla Romania, cui i Magiari non potrebbero mai cedere la Transilvania dove vivono tanti lO<ro nazionali, potrebbero essere dati compensi territoriali in Bessarabia e Bucovina. Emissari ungheresi hanno fatto fare oltre che a me queste stesse dichiarazioni anche all'Ambasciatore di Francia. Ho parlato della cosa col signor Beau ·che, cinico da principio suLl'importanza di questo sforzo, parrebbe essere adesso convinto del valore che potrebbe prendere questo affare se bene ·compreso, bene condotto e bene aiutato. Egli ne ha riferito subito al suo Governo (1).

(l) -Cfr. n. 39, pag. 26. (2) -Cfr. n. 46, partito in realtà alle ore 22 del 12 settembre, pag. 30.
419

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2990/508. Londra, 12 novembre 1917, ore 20 (per. ore 24).

Con i miei telegrammi Gab. 493 (2) e 497 (3) ritenni doveroso sottoporre il mio parere condiviso dall'addetto militare al riguardo dell'urgente necessità di un comunicato ufficiale del R. Governo, mirante a ristabilire circa l'entità reale delle forze nemiche combattenti contro di noi, la verità delle cifre che questo Stato Maggiore per suoi motivi particolari si è con ogni sforzo adoperato a diminuire. Rinnovate insistenze del colonnello Mola per persuadere [o Stato Maggiore a consentire la pubblicazione in un nostro comunicato obiettivo delle particolareggiate indicazioni telegrafate dal nostro Comando relativamente al numero delle divisioni austro-ungariche e germaniche sono riuscite finora infruttuose. Obiezioni di ogni genere furono sollevate, e ·in ultima analisi Derby dichiarò avant'ieri che la questione doveva essere sottoposta al Gab'inetto di guerra. Intanto la campagna giornalistica imprudentemente 'iniziata in occasione dei nostri rovesci contro questo Comando Supremo da alcuni giornali con sospettata ispirazione del primo ministro, si è acutizzata e purtroppo ne abbiamo fatto le spese noi. Stampa sostenitrice dello Stato Maggiore si è accanitamente trincerata nella svalutazione sistematica della potenza numerica offensiva nemica ed ha approfittato delle affermazioni ufficiali del noto bollettino del Comando Supremo per attribuire rovesci ad insufficiente resistenza e peggio. Continuano intanto polemiche interne. Decisioni di Rapallo circa formazione di un consiglio supremo interalleato sono accolte dalla stampa in generale con dubbio, esitazione, critiche e domande insistenti di chiarimenti. Alcuni accenni comparS'i in un giornale di ieri a possibili mutamenti Comando Supremo britannico non contribuiscono certamente a ristabilire la calma, data la generale popolarità di Haig e la posizione relativamente solida di Robertson. Al

riguardo però ho saputo da buona fonte testè che il Gabinetto di guerra non intende, checchè ne pensi il primo ministro, toccare né l'uno né l'altro.

In tale stato di cose, prescindendo beninteso interamente dalle controversie ·intestine inglesi nel,le quali non abbiamo da ingerirei, permane tuttavia l'importanza già da me segnalata dal doppio aspetto militare e politico di ristabilire la verità circa il numero di forze nemiche. Occorre, urge, che non abbia ad accreditarsi presso questo grosso pubblico l'impressione certamente falsa ed assurda ma pur a lungo andare difficile a cancellarsi che l'unica causa dei nostri rovesci è stata non il soverchiante nemico ma la codardia e il tradimento.

Colonnello Mola sottopone quindi al Comando Supremo un progetto di comun·icato da emanarsi da Roma del quale pregherei V. E. prendere previa conoscenza. Giudicherà il R. Governo se i termini del medesimo e 1la particolareggiata specificazione sulle divisioni nemiche corrispondano alle esigenze della situazione interna. Ma, in qualunque modo, confermo che una parola serena e obiettiva del R. Governo per ristabilire la ve'I"ità si impone a tutela non solo del prestigio del R. eserc>ito e della nazione tutta ma anche dei nostri interessi generali politici di fronte agU alleati. V. E. può ben comprendere con quanto dolore io segnali le sopra dette impressioni, ma d'altra parte il mio preciso dovere verso il R. Governo è di non dissimulare né attenuare la verità. Non sfuggirà al R. Governo l'importanza di evitare: l) che oggi qui si formi nell'opinione pubblica una corrente poco simpatica all'invio di ulteriori forze inglesi sul nostro fronte; 2) che domani a vittoria ottenuta C'i si abbia a rinfacciare il salvataggio non solo materiale ma anche morale.

Dal canto mio nulla ho tralasciato e nulla tralascio per fare intendere a questa gente che siffatto contegno si risolve a beneficio tota1le di quella propaganda tedesca qui tanto deplorata e che i giornali rimproverano al Governo di non avere a sufficienza controbilanciato. In proposito mi riservo di parlare energicamente a Lloyd George al suo ritorno salvo ordin:i in contrario dì V. E.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 329-330.

(2) -Cfr. n. 369, pag. 255. (3) -Non pubblicato.
420

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN

T. GAB. PER CORRIERE 1803. Roma, 12 novembre 1917.

Il Ministro della Marina mi ha rimesso una copia di una lettera da lui indirizzata al presidente del Consiglio e così concepita:

« Come l'E.V. ben comprende, la mutata situazione militare terrestre si ripercuote in grave modo su quella militare marittima in Adriatico; per la difesa di esso la Marina viene a trovarsi in ben serie difficoltà alle quali urge provvedere col congruo concorso che 'i nostri Al!leati, fortissimi in mare, sono in condizioni di poter dare agevolmente.

Alla nostra Marina, ora più che mai, è affidato il compito della protezione e difesa del fianco orientale tutto della nostra Italia, il quale, per ~a sua lunghezza, è suscettibile di ogni sorta di offese da parte dei sommergibili e del naviglio sottile e di linea nemico, sia pure a scopo terroristico e politico contro le popolazioni, e richiede dislocazione d·i abbondante numero di cacciatorpediniere, che noi non abbiamo disponibili. In questo momento, più che mai, sarebbe infatti esiziale 'il distogliere le poche navi che proteggono il traffico in Tirreno, traffico che deve garantire i rifornimenti tanto necessari al Paese.

In Adriatico la R. Marina deve inoltre garantire le retrovie dell'esercito da qualunque sbarco od Incursione tentata di sorpresa da naviglio nemico.

In queste condizioni s'impone un sollecito concorso delle marine alleate ed io prego la E.V. di volersi compiacere concedere il suo autorevole interessamento affinché le Marine inglese, francese, giapponese e degli Stati Uniti mettano al p·iù presto a nostra disposizione, in Adriatico, n. 20 cacciatorpediniere di grosso tonnellaggio.

Pregiomi informare V.E. che intrattengo intanto sull'argomento gli addetti navali d'Inghilterra, di Francia e del Giappone •.

Alla mia volta prego V.E. di voler informare di quanto precede codesto addetto navale e spiegare Ella stessa una energica azione presso codesto Governo nel senso desiderato dal ministro della Marina.

421

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2989/374. Parigi, 12 novembre 1917, ore 20,10 (per. ore 0,40 del 13).

Margerie ha chiesto a Ruspoli se io volessi ... (l) presso V. E. perché sia tolto il veto al visto al passaporto di Essad. Egli ha rievocato i buoni rapporti già esistiti tra il Governo italiano ed Essad e la sua attiva generosa azione per esodo esercito serbo. I sentimenti dimostrati verso l'Intesa e la F'l'ancia e la penosa impressione che la misura contro Essad avrebbe prodotto presso il popolo e l'esercito serbo ponevano il Governo francese in grave imbarazzo e questo lo spingeva d'o:vdine di Barthou a esprimere il voto che il R. Governo volesse riprendere la cosa in esame. Impressione di Ruspoli è che il Governo francese non potrà rifiutare passaggio a bordo piroscafo francese. Dato dò

V.E. considererà se non convenga nel presente momento fare cosa gradita alla Francia tanto più che il nostro divieto non impedirà con ogni probabilità il ritorno di Essad in Albania. Margerie ha pure detto a Ruspoli che il Governo francese solo per ragioni di bilancio del ministero degli affari esteri aveva nominato il suo rappresentante presso Essad ma che il titolare non avrebbe raggiunto il suo posto.

(l) Gruppo indecifrato, intercedere?

422

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4113/1164. Pietrogrado, 12 novembre 1917, ore 21,55 (per. ore 5 del 17).

10 novembre.

NeTatoff mi ha detto che se massimalisti pervenissero al potere funzionari ministero affari esteri avrebbero rifiutato loro cooperazione e si sarebbero dimessi in massa. Neratoff aggiunse che Trotzki, commissario per affari esteri del comitato rivoJ.uzionario, si sarebbe già presentato al ministero Affari Esteri chiedendo visione trattati segreti tra Russia ed alleati allo scopo informare popolo russo direttive guerra. Al che Neratoff avrebbe risposto ignorare esistenza simili trattati.

423

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4116/476. Pietrogrado, 12 novembre 1917, ore 21,50 (per. ore 7 del 17).

Nella mattinata dell'11 corrente a1lievi ufficiali fiduciosi imminente arrivo Kerensky e obbedendo al Comitato sicurezza pubblica presero possesso ufficio centrale telefonico scacciandone a viva forza massimalisti. Questi rinforzati marinai assalirono allievi ufficiali e dopo aspro combattimento riusdrono riprendere ufficio telefonico ammazzando barbaramente ufficiali; massimalisti assalirono pure due scuole allievi ufficiali facendo medesimi prigioneri e inviandoli fortezza Pietro e Paolo. Suddetti combattimenti che durarono cinque ore provocarono panico in città ma masS'imalisti non commisero eccessi. Pietrogrado sempre in mano massimalisti e forze Kerensky si troverebbero Krasnoe Selo incapaci proseguire. Sarebbero in corso trattative fra Kerensky e massimalisti stabilire accordo e Gabinetto coalizione. Ambasciata protetta da un distaccamento di truppe polacche inviate dallo Stato Maggiore (1).

424

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4118/1178. Pietrogrado, 12 novembre 1917, ore 22 (per. ore 7 del 17).

Mio telegramma n. 1176 (2). Iniziativa per stabilire accordo fra massimalisti e Governo provvisorio sarebbe stata presa da Cernoff noto zimmervaldista che ha avuto sempre un atteggiamento poco favorevole verso causa alleati.

Egli avrebbe collaborato in Svizzera alla redazione di un giornale tedesco istituito scopo propaganda fra i prigionieri di guerra russi. Il Consorzio ferroviario avrebbe deciso proclamare sciopero generale se 24 ore non fosse cessata guerra civile e formato accordo fra partiti. Trotzky avrebbe dichiarato che fra giorni procederà esame trattati segreti ed altri documenti trovantisi ministero affari esteri.

(l) Ed. in ToscANo, L'inizio de!la rivoluzione sovietica, cit., p. 32.

(2) Non pubblicato.

425

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4856 /1316. Londra, 12 novembre 1917.

Mi riferisco ai miei telegrammi di Gabinetto dai nn. 493 (1), 497 (2), 508 (3).

V.E. troverà qui uniti i principali articoli pubblicati dai giornali inglesi fin dall'inizio dell'offensiva austro-germanica contro l'Italia.

Gli articoli sviluppano due opposti punti di vista. L'uno riconosce: l) la preponderanza delle forze nemiche operanti contro di noi; 2) la subitanea -rapidità dell'attacco; 3) la stretta relazione di dipendenza fra il nostro scacco e l'estremo decadimento bellico della fronte russa; 4) la necessità di trasformare immediatamente il nostro fronte in fronte principale alleato; 5) l'occasione poc formulare recriminazioni contro l'opposizione fatta dallo Stato Maggiore all'iniziativa del Signor Lloyd George, ritenuto avveduto fautore della predetta teoria, ancora molto prima degli sciagurati eventi.

L'altro concetto è l'opposto. La sciagura sarebbe dovuta l) non a forze soverchianti nemiche, ma allo scarso e codardo animo di reparti dell'esercito italiano, il q_aale sarebbe stato ritenuto in ogni epoca dallo stesso nostro Comando Supremo in piena efficienza ed in forze adeguate a resistere all'eventuale concentrato attacco nemico; 2) che pertanto ogni progetto d'invio sul nostro fronte di forti contingenti alleati non avrebbe risposto a necessità; 3) che anzi detta tendenza avrebbe prodotto disperdimento di forze a scapito del vittorioso fronte occidentale; 4) che sarebbe fatale seguire questo concetto, se non, beninteso, nella sola eccezione d'inviare in Italia, nel momento attuale, le truppe indispensabili per arrestare il nemico; 5) che da tutti questi argomenti risulta in modo evidente l'assenza di qualsiasi responsabilità dei paesi alleati nello scacco italiano.

Siccome V.E. l'ossocverà, i due concetti fanno capo, a loro volta, a due teorie principali ed opposte: la prima, consistente nel propugnare l'unicità del fronte offrente nella sua parte italiana forti possibilità di offensive decisive; la seconda, invece, nell'esaltazione del cosiddetto • occidentalismo • del fronte generale, del quale, quello italiano, dovrebbe far solo parte secondaria.

Ora, sfortunatamente, le due teorie si trovavano ad esseTe sostenute, in

contrapposizione, dal Signor Lloyd George e dal Generale Robertson, le cui divergenze di vedute e di ·carattere si erano andate delineando sempre più in questi ultimi tempi, tanto da far correre la voce di una non lontana sostituzione del capo di Stato Maggiore. Donde, e com'era del resto naturale, il rovescio italiano è servito malauguratamente di potente argomento agli attacchi ed alle difese dei giornali partigiani dell'uno e dell'altro personaggio; e, come di solito accade, il tono del dibattito e della polemica, appoggiantesi del resto su qualche nostro comunicato, è andato sovente oltre ai doverosi riguardi dovuti al paese a1leato. A ciò si aggiunga che, data l'imprecisione delle forze nemiche operanti contro di noi e la mancanza d'un nostro preciso comunicato al riguardo, tra gli argomenti più spesso addotti dalla stampa parteggiante per questo Capo di Stato Maggiore, ha primeggiato quello del poco rilevante numero di truppa tedesca operante sulla nostra fronte, e ciò a prova della mancanza di responsabilità dei governi alleati nella sciagura che ci sovrasta.

In questo quadro generale, infine, è venuto ad innestarsi la ·campagna antiboloista, sostenuta più vivacemente dai giornali, che vorrebbero vedere nel doloroso rovescio italiano solo uno smarrimento di fede e d'energia combattiva.

La divisione della stampa è divenuta infine, o meglio sta per divenire, più acuta, pel fatto che i giornali di Lord Northcliffe, che è qui tornato dalil'America, mostrano finora di voler parteggiare per l'attuale comando in capo, cioè per il generale Robertson ed il Generale Haig; donde non solo gli odierni accenni allo smarrimento dei reparti italiani, ma anche le loro critiche all'istituito Comando Generale di Guerra in Versaihles.

V. E. riconoscerà dall'esposizione generale, che ho avuto l'onore di riassumerLe qui innanzi con ogni cura, quanto sia disgraziata la circostanza che, nelle dispute interne politico-militari di questo paese, i dolorosi eventi italiani si prestino a servire di argomento ai dibattiti partigiani; e che anzi sieno ritorti, e talvolta contraffatti, a seconda dell'opportunità della polemica. Da ciò

V.E. vorrà spiegare l"lnsistenza con la quale io sollecitai presso di Lei la redazione d'un diffuso comunicato generale.

Ora, di fronte a siffatta increscevole situazione, so bene che opere di propaganda, ed altre simili iniziative, non possano riescire ad avere alcun effetto dirimente; onde non posso che formare dal vivo del cuore il forte voto che ~a fortuna delle armi voglia di nuovo corrispondere alla santità degli intenti nazionali, cementati ormai in così lunghi mesi di guerra da rtanto puro sangue italiano (1).

« .•• Il Colonnello Mola mi ha cortesemente comunicato la sua corrispondenza di addetto militare col nostro Ministero della Guerra. Da essa risulta che abbiamo buoni amici nelle sfere militari elevate, ma nelle sfere dirigenti abbiamo pure .avversarli...

Il Colonnello Mola ritiene che gli elementi a noi avversi siano una minoranza; ma questa mtnoranza è imperante e s'impone sinora allo stesso primo ministro. Si spera che dopo che il Signor Lloyd George abbia parlato, mutino le cose. E Lloyd George ha parlato ieri sera con notevolissimo successo oratorio e parlamentare, al quale dobbiamo augurare tenga dietro un mutamento nel War Office, per cui colpa, per il cui proposito di difendere i proprii piani strategici, il nostro esercito ha avuto per quindici giorni in Inghilterra une mauvaise presse.

Di ciò non avrei parlato in questa corrispondenza, l'argomento esorbitando dalla mia competenza, se questa Delegazione nelle sue trattative non avesse, dei cennati dissensi, subito le conseguenze. Mentre in alcuni ambienti i nostri Delegati hanno sentita la medesima cordialità che in addietro, in altri, in quelli che dipendono dal War Office ed hanno con esso lui più stretti rapporti, hanno notato un contegno mutato •.

(l) -Cfr. n. 369, pag. 255. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 419, pag. 286.

(l) Si pubblicano, qui di seguito. alcuni brani del R.r. 1652!777 di Mayor, datato Londra 20 novembre, sul medesimo argomento del presente rapporto.

426

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, RODD, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Traduzione)

L. P. Roma, 12 novembre 1917.

Con riferimento alla nostra conversazione di sabato ed in vista delle dichiarazioni che saranno fatte mercoledì prossimo alla Camera circa le relazioni con gli Alleati, e nella eventualità che non possa rivedere V.E. prima di quel giorno, desidero :richiamare l'attenzione di V.E., con la maggiore premura, sulla grave natura della propaganda contro gli Alleati che si sta conducendo in questo Paese. Forse, nelle sue moilte cure ed occupazioni, ciò non giunge all'orecchio di V.E., come giunge a me; ma io sono convinto dei pericoli di questa campagna e mi duole dover dire che molti accettano e tengono per vere le calunnie che poi vengono ripetute perpetuamente perché pensano che se non avessero fondamento molto più si direbbe ufficialmente intorno alla cooperazione degli Alileati.

Poco ci gioverebbe che noi stessi contraddicessimo queste dichiarazioni perché saremmo considerati come interessati e come agenti unicamente per nostrri scopi. A parte le storie che accennai a V. E. l'altro giorno intorno alle asserite ipoteche di porti italiani, numerose altre favole circolano e trovano credito ed hanno lo scopo di rendere gli Alleati dell'Italia ancor più impopolari dei suoi nemici. Si crede generalmente perché ciò vien detto alla gente, che noi abbiamo concesso dei prestiti all'Italia ad interesse rovinoso ed usurario e profittando della situazione finanziaria, mentre V. E. sa che è precisamente l'opposto e che noi stessi non possiamo p'iù procurarci danaro alle condizioni alle quali l'abbiamo dato a prestito. Non sarebbe prudente di dire questo ma si potrebbe fare una qualche dichiarazione generale che rettificasse le erronee impTessioni che prevalgono al riguardo. Noi ripartiamo lealmente tra i nostri Alleati tutte le risorse di cui possiamo disporre, ma nessuno dice questo alla gente ed essa può credere tutto quelle che gli agenti nemici gli dicono quando noi siamo rappresentati come dei succhioni della vita del loro paese.

Io sono sicuro che se questo perdura e se non è ribattuto da una efficace contro-propaganda avrà effetti rovinosi per la causa. Questa non è solamente la mia opinione ma è quella di molti italiani che hanno avuto ile migliori occasioni per farsi questo giudizio e che hanno ricorso a me perché fosse arrestata la crescente marea di false calunnie.

Spero con tutto il cuore che alla riapertura della Camera il Governo troverà occasione per premunire il pubblico contro la insidiosa campagna di falsità dirette contro gli Alleati e più particolarmente contro di noi, mentre noi lealmente, in questi critici momenti, facciamo quello che possiamo senza riserve e senza alcuna idea di personale interesse.

Non è necessario di specificare con esempi particolari ma una dichiarazione generale che convincesse il paese, avrebbe nell'attuale momento un immenso valore. L'E.V. mi ha sempre incoraggiato a dire francamente quello che io penso ed è per questo che io non esito a dire che sarei amaramente disilluso se questa dichiarazione non venisse fatta.

Se la cosa è messa in termini P'iani che tutti ,la possano capire io ho troppa fiducia nel generoso sentimento degli Italiani per non essere convinto che essi accoglieranno il vero e ripudieranno iii. falso.

427

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2992/254. Washinghon, ... novembre 1917 (per. ore 4 del 13).

11 novembre. Telegramma di V.E. Gab. 1792 (1).

Ringrazio l'E.V. della fiducia dimostratami. Telegramma del Times segnalato da Mayor riproduce esattamente pensiero di questo Governo del quale manifesta legittime recriminazioni contro uno stato di cose che si è qui effettivamente prodotto e malgrado i suoi lamenti lungamente protratto in conseguenza della mancata coordinazione in conseguenza del fabbisogno degli alleati e delle affannose sopraffacenti domande che per sopperire alle rispettive esigenze ed in conformità delle rispettive istruzioni ciascuno di noi ha dovuto avanzare separatamente. A questo stato di cose Governo degli Stati Uniti cercò rimediare proponendo già da tempo queil Com'itato interalleati in Europa che disdplinasse le varie richieste e che io sostenni presso V.E. appunto perché consapevole dei sentimenti di qui e dei dann'i derivantici dalla concorrenza che sul terreno finanziario degli acquisti e dei trasporti ci veniva opposta dalle smodate prepotenti domande francesi ed inglesi e, mi sia lecito dirlo, dalla campagna non sempre learle di alcuni funzionari tecnici di entrambi che non hanno per screditare le domande nostre esitato svalutare subdolamente i bisogni. Se ciò malgrado e lottando con immense difficoltà ho potuto senza mai urtare nelle suscettib'llità altrui conseguire sempre in sostanza (salvo in materria di tonnellaggio per le note cause di forza maggiore che colpiscono tutti) quanto ci veniva chiesto da Roma appare meno fondato affermare che la posizione dell'Italia sia stata o sia qui indebolita. V.E. m'i consenta affermare a mia volta con sicura coscienza che è proprio l'opposto. Se altre prove mancassero lo confermerebbe interamente il contegno americano a nostro riguardo nell'attuale grave dolorroso nostro frangente. Mi duo,le dovere contraddire pure le affermazioni non so dove desunte da Mayor tanto rispetto alla mia pretesa politica anti-inglese quanto alla minore buona intesa coll'Ambasciatore d'Inghilterra. Avendo accennato oggi a quest'ultimo, nel corso di una visita, a voci private pervenute a V.E. circa il mio supposto contegno, egli si è offerto spontaneamente di telegrafare subito al Foreign Office per ristabilire verità.

Mi ha fatto tenere amichevolmente di poi copia del telegramma spedito che riproduco tradotto:

• Ambasc·iatore d'Italia dice che ministro de~li Affari Esteri lo ha informato 'Privatamente che corre voce in Londra che egli ha seguito una politica anti-inglese e che è in cattivi termini coll'ambasciatore inglese. La verità è il contrario. Non vi è collega col quale io stia in termini migliori ed abbiamo agito durante la guerra in perfetto accordo. Il suo aiuto ed i suoi consigli sono stati di grande utilità (great service) in molte occasiorrl come vi ho già riferito. Spero che vorrete dare istruzioni a Rennell Rodd di fare una comunicazione privata a questo effetto al ministro degli Affari Esteri al più presto possibile •.

(l) Non pubblicato.

428

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1809. Roma, 13 novembre 1917, ore 21.

Comando Supremo segnala corrispondenza pubblicata 2 novembre da Bureau Presse del ministero guerra francese contenente erronee notizie sulle forze austro-tedesche contro di noi con effetto svalutare o neutralizzare reazione prodottasi nell'opinione pubblica de'i Paesi alleati per realizzare concetto essenziale fronte unico. Comando Supremo osserva divisioni germaniche accertate sul nostro fronte sono sei e non due: quelle austro-ungariche sono cinque e mezzo e non una: sono segnalate quattro altre divisioni austroungariche: altre div'lsioni austro-ungariche e germaniche in numero non ancora determinato e controllato si trovano nelle retrovie del nostro fronte. È accertato sul nostro fronte la presenza del comandante germanico deLla 14a armata. Comando Supremo osserva infine che valutazione quantitativa e qualificativa delle forze austro-tedesche sul fronte russo data dal comunicato francese cioè 84 divisioni tedesche, 32 austriache, 2 bulgare con effettivi doppi e 3 turche oltre a 10 divisioni di cavalleria tedesca e a tutta la cavalleria austroungarica è tendenziosa e non sufficientemente fondata.

Prego V.E. fare rettificare in base ai dati sopra enunciati.

429

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 2995/78. Berna, 13 novembre 1917, ore 20,45 (per. ore 23).

Rispondo suo telegramma Gab. 1799 (1). Premettendo che la questione cui avevo accennato vagamente nell'ultima parte del mio rapporto del 6 corrente non è di mia competenza, mi lusingo

però di potere con brevi spiegazioni dissipare del tutto 'il grave dubbio sorto neLl'animo di V.E. da qualche frase forse troppo succinta di quel mio rapporto. Non vi ha il menomo dubbio (e mi astengo quindi dal chiedere a Palazzo federale un nuovo inutile colloquio ad hoc) sulle intenzioni del Governo elvetico in caso di una invasione del territorio da parte di qualsiasi dei suoi quattro vicini. Il Motta la settimana scorsa me ne aveva ridato l'assicurazione ed anche ieri l'altro il consigliere federale De Coppet me lo ripeteva in modo indiretto. Scherzando sulla questione tuttora indecisa dell'elmetto da adottarsi per l'esercito svizzero il capo del dipartimento mhlitare finiva dicendo non essere questo un affare che gli desse pensiero ,perché o i francesi in caso di invasione tedesca o i tedeschi in caso di invasione francese vi avrebbero provveduto.

Questa frase del consigliere federale De Coppet illustra e spiega quanto accennai nel mio rapporto. Il vecchio piano che il Wille vorrebbe tuttora tenere in piedi avrebbe opposto tutto l'esercito svizzero all'invasore sulla linea di 'confine e poi su quella del Jura facendosi con ogni probabilità battere dalle forze soverchianti del nemico. L'esercito svizzero avrebbe costituito una unità indipendente non collegata a quelle del naturale alleato nemico deU'invasore. Il nuovo piano di guerra studiato dallo Sprecher d'intesa collo Stato Maggiore francese lascierebbe invece intatto il grosso deLle truppe che si ripiegherebbero sulla linea francese costituendo così per il nemico una gravissima minaccia sul fianco se tentasse traversare il territorio senza tener conto delle forze elvetiche-francesi. Questo piano di cui ignoro i particolari, che ,potrebbero forse essere chiesti con discrezione prudente a Parigi, è, mi si assicura, di piena soddisfazione dello Stato Maggiore francese. Naturatlmente il colonnello Sprecher avrebbe pure ordinato un altro piano d'intesa colla Germania per l'ipotesi di una violazione della Svizzera da parte della Francia. Ripeto infine che nulla fino ad oggi si osserva che possa dare consistenza a timori di aggressione della Svizzera da parte dell'Impero germanico.

(l) Cfr. n. 407, pag. 280.

430

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 79. Berna, 13 novembre 1917.

Da buona fonte ho avuto conoscenza di una conversazione del conte Wenckeim, ciambellano dell'Imperatore Carlo col conte Czarnecki, e da questi riferito al mio informatore.

Parlando dell'offensiva contro di noi, il ciambeLlano avrebbe detto le seguenti testuali parole: • cette offensive est la dernière carte sur laquelle nos deux Empires risquent tout leur enjeu •·

Il conte Wenckeim, avrebbe detto pure al suo amico essere stato incaricato Monsignor Valfrè di Bonzo di far sapere a,l Pontefice che l'Imperatore Carlo e 1'1mperatr1ice Zita si sono proposti di vegliare a che la campagna nel Veneto non sia condotta coi metodi troppo soldateschi dei il:oro alleati (sic).

Egli ha aggiunto (la conversazione rimonta alla settimana scorsa) che i due Imperatori non erano affatto d'acco.rdo nella soluzione del problema polacco nè in quella della pace colla Russia. Ha detto pure che si sapeva che nella seconda nostra Armata vi era del marcio, ma ·Che non si poteva mai sperare in un successo così grandioso e completo, assai maggiore di qualsiasi aspettativa la più ottimistica. Naturalmente si pa11lò pure a lungo e con grande insistenza della necessità della pace per l'Austria-Ungheria.

431

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2997/509. Londra, 13 novembre 1917, ore 10 (per. ore 7,15 del 14).

Appena tornato oggi Lloyd George ha convocato il Gabinetto e questa sera sarà ricevuto dal re. A giudicarlo dal linguaggio dehla stampa, sul discorso di Parigi si ha l'impressione, testè confermata del resto anche da due deputati bene informati, che spiri vento di tempesta. Il quale acquista carattere più minaccioso per provenire da parti diametralmente opposte, ossia dai conservatori intrasingenti e da'i radicali estremi. I primi, Morning Post in testa, guerrafondai ad oltranza sostengono in buona fede e con accanimento lo Stato maggiore che non vuole saperne di dirimenti direttive del nuovo Consiglio interalleato. I secondi (Daily News e Nation), animati da notorie tendenze pacifiste, i quali pur recentemente rivolgevano acerbe critiche contro Comando Supremo britannico, ne sono ora a un tratto d'lvenuti caldi difensori, precipuamente per loro avversione a Lloyd George considerato come transfuga e quindi cordialmente detestato. Un dibattito alla Camera sembra inevitabile. Del medesimo però, a quanto mi si dice, non si avrebbero fino a oggi, e salvo circostanze imprevedute, motivi di prevedere fatali conseguenze per la sorte del Gabinetto e più precisamente per la persona stessa del primo ministro messo direttamente in causa. Lloyd George però dovrà dar prova di tutta la sua abilità in quanto mi si assicura che il sentimento nelle due Camere per un verso o per l'altro non appare favorevole al sottoporre l'attività Comando Supremo britannico alle decisioni di un consiglio interalleato. Tale la situazione al presente momento.

432

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3012/461. Pietrogrado, 13 novembre 1917, ore 21,30 (per. ore 6,05 del 17).

T. 1171 (1).

Questo Ministro del Belgio mi disse che aveva parlato ieri con un capo massimalista il quale gli avrebbe detto principale preoccupazione del partito

essere attualmente il ristabilimento dell'ordine a Pietrogrado dove avvengono in media quattrocento furti ogni notte. Lo stesso individuo avrebbe aggiunto che Trotski si rende conto pienamente delle difficoltà opponentisi all'attuazione del programma della pace immediata e la parola • immediata • deve interpretarsi non nel significato stretto ma nel senso di pace fra tre o quattro mesi. Ministro del Belgio sempre del parere che devono farsi concessioni ai massimalisti perché anche sopprimendo il movimento non si distrugge spirito che lo ha promosso (l).

(l) Cfr. n. 399, pag. 276.

433

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 4127/s. N. Berna, 13 novembre 1917 (per. il 17).

Questo personale della legazione di Russia ha telegrafato al ministro degli Affari Esteri, Teresenko, dichiarando di rinunciare ad ogni col!laborazione col Lenin e compagni. L'ambasciatore di Francia è stato pregato di prendere eventualmente in consegna gli archivi segreti ed inviarli a Parigi.

434

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1810. Roma, 14 novembre 1917, ore 0,05.

In data 9 corrente Comando Supremo telegrafa quanto segue: • A rettifica di quanto ambasciatore di Russia ha comunicato a codesto ministero (Tel. di Gab. 1782/190) (2) si informa che: l) divisioni germanièhe accertate presenti sul fronte Giulia non sono tre, ma 6 di cui quattro (Alpen Korps -200esima 117esima -quinta) venuta diretta da fronte orientale e due (12esima e 26esima) da fronte francese, la cui diminuzione è stata ,compensata da trasferimento di quattro divisioni tolte dal fronte orientalle (sesta -ottava -22esima e prima G) e già accertate su fronte franco-inglese.

2) Informatori e Stati Maggiori alleati, tra cui quello russo, segnalano partenza per fronte italiano di altre quattro divisioni germaniche dislocate sul fronte orientale (208esima -settima Landwehr -21esima -12esima).

Si tratta quindi complessivamente di dodici divisioni già sottratte o in via trasferimento da fronte orientale. •

(l) Ed. in ToscANO, L'inizio delta rivoluzione sovietica, cit., p. 170.

(2) Non pubblicato.

435

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2999/377. Parigi, 14 novembre 1917, ore 14.

Caduta ministero Pa·1nlevé era preveduta, benché all'ultimo momento favorevole accoglienza che Camera aveva fatto alle sue dichiarazioni di politica estera avesse lasciato credere per uu tratto della seduta che si sarebbe, almeno ieri, salvato. Crisi appare determinata da desiderio della maggioranza di avere un Governo più forte contro le macchinazioni pacifiste all'interno. I più quotati per la successione sembrano Viviani, cui però nuocciono le sue relazioni con Malvy, Briand e Clemenceau il quale ultimo ha per sé un serio movimento di opinione pubblica, ma incontra l'ostilità dei sociaUsti e l'avversione personale del presidente della Repubblica.

436

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1813. Roma, 14 novembre 1917, ore 17.

Mio telegramma Gab. n. 1807 (1). Richiamo sotto le armi di altre classi più anziane oltreché per ragioni g1a date non è oggi possibile perché mancherebbe ,la relativa dotazione di fucili.

437

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1811/1172. Roma, 14 novembre 1917, ore 17,30.

Telegrammi di V. E. Gab. n. 374 (2) e 375 (1).

R. Governo non può oggi considerare Essad altrimenti che come un aperto e dec'iso nemico d'Italia.

Se Governo francese insiste potrò, unicamente per riguardo ad esso, consentire a lasciare Essad traversare Italia a ·COndizione che non vi si fermi affatto.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 421, pag. 288.
438

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

RELAZIONE RISERVATISSIMA. Roma, 14 novembre 1917.

L'ora decisiva della storia e della resistenza d'Italia si è aperta con i recenti fatti militari. Confidiamo che la sorte delle armi volga a favore nostro o dei nostri alleati. Confidiamo che la nostra resistenza abbia ragione della resistenza nemica, e che la nazione italiana trovi nella vittoria finale il compenso che essa attende per i lunghi sacrifici sostenuti, per la guerra volontariamente intrapresa con la nobiltà d'intento che giustamente pose in rilievo 11 Presidente del Consiglio francese nel suo recente discorso.

Tuttavia è compito doveroso di prendere anche in considerazione l'eventualità che gli avvenimenti volgano al peggio. L'azione politica di Stato non prescinde dalle previsioni del futuro, nei limiti del possibile. E poiché oggi l'esistenza del paese è posta in giuoco, dobbiamo pur esaminare se vi è modo di conseguire una qualche contro-assicurazione della ipotesi di un ,possibile disastro.

L'Italia deve, nell'ora dell'avversità, mantenere la fede all'alleanza, a salvaguardia del suo onore nel mondo. Ma se per forza d'i sciagurati eventi, dovesse precipitare tale un generwle disastro da ridurre la stessa alleanza alla condizione di un atto puramente formale, sostanzialmente sorpassato, privo di ogni pratico contenuto e di ogni pratica efficienza, non sarebbe indegno degli uomini di Stato italiani l'aver preveduto e provveduto a lasciare aperta una via, mentre ancora s'ia tempo, al salvataggio. Tale previsione e tale provvidenza non sono politiicamente inconciliabili con la fede all'alleanza, che dobbiamo mantenere, per l'onore d'Italia, finché sopraggiunga l'attimo estremo di vita o di morte. Non si tratta di operare contro l'alleanza, si tratta di prevedere la possibilità che, per forza di cose, venga meno il soffio vitale aLla stessa alleanza. Allora, salus Reipublicae suprema lex esto.

In quest'ordine d'idee, le situazione deLl'Italia, prospettata nel prossimo avvenire, risulta dai seguenti elementi:

l) Il Paese, mirabilmente unito sotto la sferzata della invasione nemica, sostanzialmente stanco della guerra, come più o meno tutti i belligeranti; ma sarebbe pericoloso fare a fidanza su di una lunga resistenza morale del popolo italiano.

2) Difficoltà del tonnellaggio, dei rifornimenti di grano e carbone, del cambio, della ascesa de'i prezzi della vita. 3) Condizione del nostro esercito e situazione militare che non esclude tle ipotesi peggiori. Incertezza sull'entità dell'aiuto militare alleato.

4) Situazione della Russia, che non esclude una pace separata seguita da una pace separata della Romania con pratico annullamento del blocco di guerra.

5) Possibilità di pubblica proposta di pace del nemico.

6) Possibilità che si affermino in Francia correnti di opinione pubblica a noi contrarle.

Da1la concomitanza totale o parziale di questi elementi può sorgere a un dato momento una situazione di fatto in forza della quale la continuazione della guerra dipenda dall'attitudine del partito socialista e del partito cattolico, ·1 quali hanno diretta presa sulle masse e sono in grado di determinare moti interni e pressioni tali da forzare la mano a qualsiasi governo.

Di fronte a questa possibilità, due sono le vie aperte: l) Il Governo lascia che la pressione socialista e cattolica sia unica e autonoma determinante della pace -e in ta'l caso soccomberemo nella pace del vinto. 2) Il Governo è in grado di guidare l'azione socialista e cattolica in modo da .servirsene come stromento di azione politica internazionale, e in taJ caso, volgendo le cose al peggio, l'opera di salvataggio diventa possibile.

A raggiungere quest'ultimo risultato sarebbe necessario:

l) Stringere legami di politica interna coi socialisti e coi cattolici (se occorre, mediante ricomposizioni ministeriali) in modo da togliere ad essi il più possibile di libertà d'azione e farli agire nel momento ritenuto opportuno ai fini internazionali.

2)) Intraprendere contatti indiretti col nemico per tramite irresponsabile e sconfessabile, e nel modo che dirò appresso, sulla base della seguente formula iniziale: Qualora l'Italia dichiarasse agli ailleati suoi che crede giunto il momento di iniziare trattative comuni di pace, che cosa ci offrono Germania ed Austria per questa nostra iniziativa?

E difatti una simile iniziativa nostra costituirebbe pel nemico un vantaggio assai considerevole; nella ipotesi, dunque, che a tale iniziativa fossimo costretti, provvediamo affinché essa non a solo vantaggio del nemico, ma anche a beneficio nostro possa risultare. La susseguente trattativa, suscettibile di svolgimento vario, dovrebbe lasciare la possibilità d'essere quando si voglia interrotta.

Questa azione non potrebbe essere qualificata di tradimento verso gli alleati:

a) perché non sarebbe nell'ol'igine dissimile dagli scambi d'idee o negoziati che ebbero luogo fra i nostri a1leati ed i nemici e di cui in alcuni cas'l non ci fu data comunicazione ed in altri casi cl fu data comunicazione tardiva

-o incompleta. Questi contatti subirono negli ultimi tempi una modificazione per effetto della nuova intransigenza germanica riguardo l'Alsazia Lorena (ma questa è circostanza che potrebbe, in dati casi, agevolare il nostro interesse speciale); - -o uno dl essi prenda per conto suo l'iniziativa preliminare della pace, a tutto suo profitto e a danno nostro;

c) perché la grave nostra situazione riguardo grano, carbone e cambio, da cui sarebbe in parte originato il nostro passo, è imputabile agli alleati ('ingiusta ripartizione del tonnellaggio, rifiuto de:Lla parità trattamento con Francia).

Il difetto di consimili negoziati indiretti consiste in ciò che non sono impegnativi. Essi servono però sempre • à savoir à quo'i s'en tenir •. Tuttavia, presentemente, non ci mancherebbe forse il modo di conseguire la necessaria garanzia, senza pericolo di compromettersi: valersi del Vaticano, di cui conosciamo le strette relaz·ioni colla Germania in occasione della nota papale dell'Agosto scorso. Il Vaticano dovrebbe essere in grado di ottenere la garanzia della parola dei Sovrani nemici. Il Vaticano ha un suo proprio assai evidente interesse di agire, e di agire con efficacia, vale a dire mantenendo il segreto. Quando il segreto non fosse mantenuto, potremo sempre sconfessare ogni cosa; in qualunque modo, saremo sempre sospettati dagli alleati, che diffidarono di noi nonostante la dirittura della nostra politica, assai più diritta della loro.

Queste direttive non debbono però escludere la necessità suprema di conseguire, con ogni più intenso sforzo, il ristabilimento del prestigio e dell'onore delle armi italiane. Se la guerra terminasse restando l'Italia sotto il peso della sconfitta vergognosa dello scorso Ottobre, ne deriverebbe tale un indebolimento della forza politica dell'Italia, come fattore di politica internazionale, da compromettere gravissimamente, per lungo vo,lgere di anni, i suoi più vitali interessi politici ed economici nel mondo (1).

439

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 276. Roma, 15 novembre 1917, ore 13.

Tel. di V. E. Gab. 510 (2). La mutata situazione militare terrestre si ripercuote in grave modo su quella militare marittima in Adriatico. Per la difesa di esso la Marina viene a trovarsi in ben serie difficoltà a:lle quali urge provvedere col congruo concorso che i nostri alleati, fortissimi in mare, sono in condizione d·i poter dare agevolmente.

Alla nostra marina, ora più che mai, è affidato il compito della protezione e difesa del fianco orientale tutto della nostra Italia, il quale per la sua lunghezza è suscettibile di ogni sorta di offese da parte sommergibili e del naviglio sotttle e di linea nemico, sia pure a scopo terroristico e politico contro le popolazioni e richiede dislocazione di abbondante numero di cacciatorpediniere che noi non abbiamo disponibi>li. In questo momento più che mai sarebbe infatti esiziale il distogliere le poche navi che proteggono il traffico in Tirreno, traffico che deve garantire i rifornimenti tanto necessari al Paese. In Adriatico la R. Marina deve ·inoltre garantire le retrovie dell'esercito da qualunque sbarco ed incursione tentati di sorpresa da naviglio nemico.

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp, 330-334.

(2) Non pubblicato.

440

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDO SUPREMO

T. GAB. 1817. Roma, 15 novembre 1917, ore 13.

Giornali Svizzera pubblicano quanto segue:

• Secondo varie voci che circolano con insistenza in Svizzera e spedalmente negli Stati belligeranti limitrofi, la Svizzera sarebbe stata in questi ultimi giorni solleC'itata a lasciar passare truppe o materiale da guerra attraverso il suo territorio.

Il Dtpartimento politico dichiara che queste voci sono prive di fondamento. Il Governo federale non ha ricevuto nessuna domanda di questo genere da alcun belligerante ».

441

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4082/613. Washington, 15 novembre 1917, ore 1,50 (per. ore 15).

14 novembre. Discorso tenuto avantieri da Wilson a Bufalo ai rappresentanti della

American Federation of Labour, ha avuto profonda eco in paese. Stampa lo diffuse per intero e lo commenta favorevolmente; oltre un invito agli operai americani cooperare vittoria portando al massimo sforzo produttivo e risolvendo pacificamente disputa del lavoro, discorso d'l Wilson è appello eloquente al paese a voler risolutamente fare quanto occorre per assicurare il trionfo stabile degli ideali di libertà e pace minacciati da potenza tedesca.

Nel discorso è pure una parte per discutere mire politiche territoriali pangermaniche e le dichiara volte alla conquista politica del mondo; e un'altra parte intesa a combattere i pacifisti d'ogni credo e d'ogni paese. Si riconosce al discorso anche portata internazionale, e lo si riguarda destinato oltre a popolo americano anche al popolo tedesco, austriaco, russo. Verrà quasi certamente tradotto in molti linguaggi e diffuso all'estero.

Come primo risultato pratico si annunzia la cessazione di una serie di scioperi già deliberati non importanti stabilimenti ausiliari.

442

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1818. Roma, 15 novembre 1917, ore 20.

Telegramma di V. S. n. 80 (1). Sono d'accordo col presidente del Consiglio, che ne ha informato l'altro giorno personalmente De Pianta, che tutte le misure saranno prese per impe

dire compatibilmente alla sicurezza del nostro Paese qualsiasi fatto pregiudizievole ai cittadini svizzeri e quindi ai buoni rapporti italo-svizzeri. Sono già state date le disposizioni necessarie. Circa ,corrispondenza telegrafica anche De Pianta ha vagamente accennato ad opera di sabotaggio da parte delle nostre amministrazioni, cosa che escludo. Per quanto riguarda corrieri d'i Gabinetto svizzero seguiamo stessa linea di condotta del governo francese, che ha rifiutato adottare qualche temperamento meno categorico da noi proposto dopo sentito Comando Supremo.

(l) Non pubblicato.

443

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3030/84. Berna, 15 novembre 1917.

I rapporti attualmente esistenti tra la Germania e ,la Svizzera hanno formato il precipuo soggetto del mio colloquio d'oggi col consigliere Motta.

Entrando subito in materia, ho chiesto a questo consigliere federale se, dopo i primi success·l dell'offensiva imperiale in Italia, ed i supposti disegni militari che l'avevano guidata, egli ed i suoi colleghi del Consiglio si fossero posti il problema della possibilità d'una tentata invas"lone germanica della Svizzera per assicurare e migliorare coll'occupazione della linea del Gottardo, i rifo.rnimenti dell'esercito tedesco. -Che cosa pensava egli e che cosa pensavano gli altri consiglieri di quest'ipotesi? -E che cosa lo Stato Maggiore? Quali disposizioni si sarebbero prese al riguardo?

Il mio interlocutore mi ha risposto colla sua solita franchezza che la mia questione non aveva preoccupato e non preoccupava menomamente né lui né i suoi colleghi. Anche recentissimamente H ministro elvetico a Berlino aveva dato le assicurazioni le più assolute sull'assurdità di questa ipotesi nelle attuali contingenze. La Germania aveva già troppi nemici per volerne aumentare così leggermente il numero. L'imperatore stesso aveva tenuto a dtchiarare personalmente al ministro Haab che la Svizzera non aveva nulla da temere dalla Germania. La neutralità elvetica sarebbe stata sempre rispettata scrupolosamente dall'Impero tedesco. La Germania avrebbe cercato invece di aiutare in tutti i modi la sua vicina, alla quale era riconoscente d'l quanto aveva compiuto nel vasto campo della carità. L'imperatore aveva pure fatto dare ordini ai Ministri per l'invio rego,lare del carbone alla Svizzera. Anche il generale e lo Stato Maggiore erano tranquillissimi. Essere assolutamente falso che il generale o il colonnello von Sprecher avessero chiesto recentemente che fosse aumentato il numero deUe truppe in servizio attivo, come era stato affermato da varie parti. L'esercito contava adesso da 40 a 42 mila soldati al massimo, come egli, ministro delle Finanze, poteva sapere dai conti (e qui il Motta mi mostrò il bilancio e la selva delle cifre, che portano !l'attuale spesa giornaliera a circa 800 mila franchi, compresa quella per attrezzi, munizioni, lavori, ecc.; il soldato, col sussidio alle rispettive famiglie, costa da 10 a 12 franchi al giorno in media); ché, se ci fosse stato il menomo sentore di

pericolo, si sarebbero chiamate sotto le armi nuove truppe. Quanto poi alle disposizioni che prenderebbe lo Stato Maggiore elvetico nel caso di una tentata ·invasione germanica, egli mi confessava di ignorare i particolari del piano. Certamente i francesi sarebbero accorsi in aiuto degli svizzeri, ma egli non sapeva né come né dove. Supponeva che la grande difesa sarebbe fatta sul Gottardo; ma tutte queste eran sue supposizioni gratuite. Sapeva solo che la Svizzera si sarebbe difesa unguibus et rostris, e che mai avrebbe permesso a nessuno di violare impunemente il territorio nazionale.

444

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3002/511. Londra, 15 novembre l 917, ore 23,01 (per. ore 3,10 del 16).

Venizelos col quale ebbi nel 1913 le migliori relazioni, giunto qui martedì con Lloyd George, venne subito a vedermi ieri mattina. La conversazione ebbe carattere generale e accademico, mi disse che durante il suo breve soggiorno a Roma non aveva avuto agio di parlare con V. E. di affari. Si riservava di farlo al suo ritorno. Nel modo più enfatico Venizelos insistè nel protestare meco contro le accuse rivoltegli di nutrire sentimenti ostili all'Italia, accuse da lui qualificate semplicemente non giustificate. Inutile aggiungere che il primo ministro ellenico è fatto qui segno a dimostrazioni di calda accentuata considerazione e simpatia. Circa disposizioni del Governo britannico verso Ven"izelos e desiderio qui nutrito di stabilimento relazioni sinceramente buone con noi, nonché circa i vantaggi che esse presenterebbero per i nostri stessi interessi a controbi>lanciare influenze altrui in Grecia, non ho alcun motivo di modificare oggi impressione e subordinato parere già sottoposto a V. E. e da ultimo col mio tel. n. 334 (1).

445

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3005/512. Londra, 15 novembre 1917, ore 23,01

(per. ore 5 del 16).

Mio telegramma Gab. n.... (2).

Dichiarazioni fatte ieri dal primo ministro in risposta alla precisa interrogazione di Asquith circa la portata e lo scopo del Supremo Consiglio e soprattutto quella speciale che esso non avrà poteri esecutivi, hanno scemato interamente ed eliminato momentamente almeno il pericolo di maggiori complicazioni interne. Permane però l'impressione sul discorso di Parigi. Essa si

può senza esagerazione qualificare disastrosa e riassumere così: costernazione degli amici, indignazione degli avversari, deplorazione generale. Sembra impossibile che il primo ministro siasi lasciato trasportare dalla sua impulsività al punto da non rendersi conto deWinevitabile effetto prodotto in questo Paese dalle acerbe e poco velate critiche da lui rivolte in terra straniera contro il Sup!·emo Comando. Lloyd George ha abilmente fatto rinviare H dibattito a lunedì. La dilazione gli darà tempo di calmare gli animi, ristabilire l'armonia seriamente turbata nel seno del Gabinetto e lavorare la stampa. Il linguaggio giornali di Lord Northcliffe ritornato dall'America è stato sibillino con intonazione critica e con indicazioni di possibile passaggio ed aperta ostilità. Non escludesi Lloyd George pensi a propiziarsi Lord Northcliffe mediante offerta di portafoglio. Con le debite riserve circa l'esito della discussione di lunedì riterrei poter confermare l'impressione già riferita in senso contrario ad una generale crisi ministeriale. Ciò precipuamente per la difficoltà di trovare in questo momento il successore di Lloyd George. Asquith non vuole tornare perché 'intuisce la sua ora non essere ancora giunta. Balfour è stanco, invecchiato e poco popolare nei Comuni. Altri possibili candidati non si vedono. Certo è però che da questa avventura, Lloyd George, ,la cui posizione per le cause già da me varie volte indicate, andava indebolendosi, non esce rinforzato in prestigio ed autorità. Come mia personale impressione conclusiva vo.rrei aggiungere che il primo ministro ha, a parer mio, commesso un grave errore nel profittare delle nostre disgrazie per sfogare la sua inveterata avversione contro Robertson ed anche contro Haig. La campagna inspirata in giornali devoti e, peggio ancora, il discorso di Parigi, non erano certo i metodi migliori per raggiungere l'intento. D'altra parte Lloyd George ha, ritengo involontariamente, reso un pessimo servizio a noi col provocare a nostre spese, da parte dei militari attaccati, una campagna difensiva che altrimenti non avrebbe avuto luogo. Fra i motivi non confessati dalla scarsa simpatia qui incontrata dal Consiglio Supremo precipuo mi venne pure additata l'apprensione del sopravvento che nel medesimo potrebbero gradatamente prendere i francesi a totale beneficio dei loro interessi diretti.

(l) -Cfr. serie V, vol. VIII, n. 542, pag. 347. (2) -Il numero manca anche nella copia conservata nel fondo ambasciata di Londra.
446

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4097/614. Washington, 16 novembre 1917, ore ... (per. ore 9).

15 novembre.

Telegramma di V. E. n. 1441 (1). Lansing mi si è mostrato informato stamane dehla proposta tedesca al Governo norvegese per la conclusione di un accordo economico, ma ha soggiunto di poter escludere in modo assoluto che la Norvegia vi acceda appunto perché si è convinti a Cristiania che la Germania non manterrebbe le sue promesse.

Mi ha detto pure di avere fiducia che i negoziati in corso fra gli Stati Uniti e la Norvegia approderanno felicemente.

Il) Non pubblicato. Si tratta della ritrasmissione a Londra e a Washington del n. 390.

447

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, VIGANOTII GIUSTI

T. GAB. 1820. Roma, 16 novembre 1917, ore 13.

Avendomi questo ambasciatore di Spagna comunicato che il ministro d'Austria-Ungheria a Berna lo pregava a nome del suo Governo di chiedere urgentemente ed ufficialmente al Governo Italiano se Venezia deve essere considerata ,come città aperta di cui 1le fortificazioni non sono bombardate ho dato oggi all'ambasciatore di Spagna la seguente risposta:

• Venezia città non è fortificata. Quanto alla Questione della difesa della zona di territorio nella quale essa si trova, non si ritiene che alcuna risposta possa darsi nella attuale fase delle operazioni di guerra • (1).

Tanto comunico per opportuna conoscenza di V. E.

448

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1462. Roma, 16 novembre 1917, ore 16.

(Per Atene) Suo telegramma n. 532 (2).

(Per Parigi) Suo telegramma n. 747 (2).

(Per Londra) Mio telegramma n. 1457 (2).

(Per tutti) Questa ambasciata di Francia ha esposto punto di vista Governo francese per esclusione altri rappresentanti nel controllo porti greci assegnato alla Francia. È stato risposto che noi non chiediamo controllo misto in quei porti ma soltanto presenza funzionario italiano subordinato per agevolare con la personale conoscenza usi e regolamenti italiani esercizio controllo sulle navi italiane che approdano porti greci e che del resto anche Inghilterra sembra propendere per questa soluzione.

(Per Atene) Mentre telegrafo analogamente a Parigi e a Londra ,pregola sostenere questo nostro punto di vista d'accordo con suo collega britannico facendo riJevare che non vogliamo menomare servizio controllo stesso nei riguardi navigazione italiana.

(Per Parigi e Londra) Il R. ministro ad Atene telegrafa in proposito quanto segue:

• Generale inglese... della Grecia •. (Riprodurre telegramma da Atene n. 4088/532). Pregola sostenere presso codesto Governo nostro punto di vista facendo

rilevare che non vogliamo menomare servizio controllo esclusivo della Francia ma solo agevolarlo nei riguardi navigazione italiana. (Per Londra) Attendo risposta a questo e ai miei precedenti telegrammi.

(l) -Questo capoverso è ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 212. (2) -Non pubblioato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1822. Roma, 16 novembre 1917, ore 17.

Telegramma di V. S. n. 76 (1).

Su consimili maneggi di ungheresi mantengo l'apprezzamento precedentemente manifestatole e cioè che non danno affidamento di avere seria importanza. A noi occorre non dare alcun sospetto agli Alleati d'i particolare attività in sensi consimili. Ma tenuto presente quanto precede, nulla vieta che

V. S. si tenga al corrente di eventuali seguiti che possa avere la cosa, ascoltando senza prendere menomo impegno chi voglia comunicarle checchessia e riferendomene (2).

450

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, DIAZ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3008/24015. Italia, 16 novembre 1917, ore 18,15 (per. ore 20,30).

Pronto riscontro telegramma Gab. n. 1816/192 (3), di V. E. forze austrotedesche sulla nostra fronte sono 57 divisioni di cui 48 austriache e 9 germaniche. Di queste sono accertate in prima linea 47 austriache e 6 germaniche e segnalate in seconda linea una austriaca e tre germaniche. Inoltre da fonti molto attendibili sono segnalate in arrivo da altre fronti tre divisioni austriache e due divisioni germaniche formando così totale generale 62 divisioni. Poiché nel telegramma cui si risponde è detto che notizie fornite da questo comando su entità delle forze nemiche non sono concordanti, pregasi voler far ,conoscere da quaH documenti tale sconcordanza risulti giacché unici documenti che ufficialmente rispecchiano il pensiero comando supremo sono bollettino giornaliero delle forze nemiche e probabile situazione quindicinale forze nemi

che alla fronte italiana pubblicati dall'ufficio situazione di questo Comando che non sono stati mai comunicati a codesto ministero. Contemporaneamente inviasi a codesto ministero comunicato richiesto da telegramma Imperiali

n. 2990 (l) noto a V. E. Presidente del Consiglio qui presente conviene convenga diramare tale comunicato come ordinario comunicato Stefani.

(l) Cfr. n. 418, pag. 285.

(2) Ed. in SONNINO, Cartengio, Il, cit., p. 334.

(3) Non pubblicato.

451

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL COMANDO SUPREMO, MARCHETTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 12034. Roma, 16 novembre 1917.

Si ha in data 13 c.m.:

• Secondo informazioni da fonte polacca confermate da fonte francese, gli avvenimenti di Russia avrebbero sospeso la pubblicazione delle decisioni concordate fra Austria e Germania circa la Polorria, ma non potrebbero annullarle perché esse farebbero parte di un tutto organico di accordi conclusi fra Helferich e Czernin. In ta,le patto il corrispettivo in favore della Germania dell'abbandono della Polonia all'Austria consisterebbe, non soltanto dell'annessione delle provinc'ie Baltiche alla Germania, quanto nell'accettazione del punto di vista tedesco circa il futuro regime economico delle Potenze centrali, imposto all'Austria ma,lgrado forti resistenze segnatamente del gruppo Karolyi e di altri parlamentari ungheresi. Tutt'al più è probabile che dal ritardo ad assumere la corona di Polonia l'Imperatore Carlo sia indotto a farsela offrire in gran pompa da una deputazione del nuovo governo o reggenza, costituito a Varsavia •.

452

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. P. 3010/85. Berna, 16 novembre 1917, ore 21 (per. ore 1,30 del 17).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1818/43 (2). Ho comunicato al presidente della Confederazione, non avendo potuto vedere stamane il signor Ador, H contenuto del telegramma di V. E. al quale rispondo. Egli mi ha incaricato di porgerLe i suoi ringraziamenti per le misure prese così per la protezione degli svizzeri come per la regolarità de:Lla corrispondenza telegrafica. Parlando del nervosismo attuale del signor de Pianta il signor Schultess se ne dà ragione sapendolo sempre assai nevrastenico nonostante l'ultima lunga cura estiva.

Oggi parecchi giornali svizzeri-francesi accennano apertamente a nuovi gravi sospetti della valigia diplomatica svizzera per Roma che sarebbero testè venuti "in luce. Banchiere di Zurigo Schoeller, nipote di de Pianta e che, come è ormai accertato, fece pervenire al Lenoir per mezzo della valigia diplomatica svizzera i noti dieci milioni, avrebbe pure inviato a Roma per mezzo valigia diplomattca svizzera una rilevante somma destinata a scopo altrettanto oscuro. Questo scabroso affare e la pubblicità che gli viene data porterà nuove scosse, come mi diceva oggi il presidente della Confederazione, al fisico e al morale del de Pianta benché egli si affrettasse a soggiungere codesto ministro elvetico essere totalmente innocente deU'atto indelicato dei suoi parenti. Il fatto dell'invio dei dieci milioni al Lenoir per mezzo della valigia diplomatica per Parigi, fatto riconosciuto da un odierno comunicato ufficiale di questo dipartimento politico della Confederazione, che afferma essere stato sorpreso nella sua buona fede, mi ha dato occasione di parlare delle ragioni che possono avere determinato la linea di condotta del Governo francese in tale materia, linea che no·i pure abbiamo adottato. Il presidente della Confederazione non ha potuto nascondere il suo malumore per il nostro rifiuto e mi ha chiesto di :rivolgere a V. E. una nuova preghiera a nome suo perchè si cerchi un temperamento. • Noi non possiamo essere tagliati fuori in tal modo. Se la nostra buona fede è stata qualche volta sorpresa adesso abbiamo aperto gli occhi e potrete esser certi che non accadranno più simili gravi inconvenienti •.

(l) -Cfr. n. 419, pag. 286. (2) -Cfr. n. 442, pag. 302.
453

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3011/380. Parigi, 16 novembre 1917, ore 14,05 (per. ore 10,30 del 18).

Telegrammi di V. E. nn. 1807 (l) e 1813 (2).

Comprendo importanza delle considerazioni svolte da V. E. e me ne varrò ove qui si ritorni sull'argomento. Devo però segnalare che mentre il mondo politico e, salvo rara eccezione, anche la stampa si mostrano convinti dell"importanza capitale del nostro fronte per l'economia generale della guerra e della necessità di aiutarci, l'invio di truppe in Italia non è veduto con eguale favore da tutta l'opinione pubblica. Non mancano coloro che manifestano timori per il fronte anglo-francese ed esagerano la poca solidità della nostra resistenza per pretendere che si lascino gli italiani difendersi da loro. Contribuisce a diffondere questa opinione nelle classi inferiori la presenza qui e nei dipartimenti soprattutto di frontiera di molti italiani apparentemente atti al servizio militare e per varie ragioni non partiti. Mi sono già rivolto a questo Governo per chiedere che si intensifichi l'applicazione delle misure contro i

13 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

disertori ma sarebbe bene che le operazioni relative ai rivedibili e la loro presentazione fossero affrettate quanto più possibile. Altro argomento si trae dal confronto tra l'età àei richiamati più anziani qui e da noi. Vi fecero allusione anche due deputati nell'ultima seduta della Camera. É uno stato d'animo del quale dobbiamo tener conto perchè può influire in qualche modo sulle decisioni del Governo francese al quale non dobbiamo lasciar dubbio che da parte nostra non si faccia tutto lo sforzo richiesto dall'ora presente.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 436, pag. 298.
454

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R. 3641/B. l. Roma, 16 novembre 1917.

Rispondo alle note dell'E. V. 11 e 12 volgente nn. 266 (l) e 271 (2) relative alle no,stre relazioni con la Svizzera.

Confermando, anzi tutto, comunicazioni precedenti assicuro che gli uffici di censura hanno ricevuto nuove e tassative istruzioni per evitare nel modo più assoluto alcuna pubblicazione, ·che alimenti la campagna intrapresa da qualche giornale contro i sudditi svizzeri dimoranti in Italia, e nutro fiducia che tali disposizioni, sulle quali ho personalmente richiamato l'attenzione dei Prefetti, siano scrupolosamente osservate.

D'altra parte, non ho mancato di far pratiche presso la stampa .perché sia esercitata una opportuna opera di propaganda all'interno per calmare le ingiustificate agitazioni contro l'elemento svizzero-tedesco, e mi consta che qualche pubblicazione già avvenuta ha incontrato il favore del Ministro Svizzero a Roma.

Informazioni, però, pervenutemi da qualche Prefettura segnalano che elementi svizzeri-tedeschi residenti in Italia manifestano una tendenza non certo favorevole al nostro Paese: sa.rebbe, quindi opportuno che anche il Ministro svizzero, da parte sua, cercasse di facil'itare l'opera comune, anche per mezzo dell'azione dei propri consoli perché tali sudditi non diano motivo, con il loro atteggiamento, a sfavorevoU prevenzioni od a doglianze.

Comunico, poi all'E.V. che in occasione di un colloquio recentemente avuto con S.E. De Pianta, ho cercato di chiarire la condotta del Governo a riguardo della delicata questione: se debbo, anzi, giudicare dal tono della lettera che il Diplomatico mi ha in seguito diretto e che accludo in copia, m'i sembra che egli sia rimasto soddisfatto delle misure e delle assicurazioni dategli.

Assicuro, infine, l'E.V. ·che in avvenire non si mancherà di dare a codesto On. Ministero preventiva comunicazione delle eventuali misure di polizia che saranno adottate al riguardo dei sudditi tedeschi.

Restituisco i rapporti comunicatimi.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 417, pag. 285.
455

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A W ASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1464. Roma, 17 novembre 1917, ore 15.

Governi alleati hanno fatto numerosi passi presso Governo russo per ottenere che prigionieri austro-tedeschi ancora validi non venissero restituiti mediante scambio e perché non venissero create zone di scambio invalidi a traverso frontiera russo-germanica.

Trattasi di 200.000 germanici e 750.000 austro-ungarici in Russia che darebbero, se restituiti, nuova pericolosissima forza agli Imperi Centrali.

Foreign Office suggerisce che Governo degli Stati Uniti rappresenti energicamente Governo russo necessità per Intesa che scambio di prigionieri si limiti a quelli asssolutamente inabili e solo attraverso Svezia.

Prego V.E. volersi vivamente adoperare per rapido energico intervento Governo Stati Uniti.

456

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3015/382. Parigi, 17 novembre 1917, ore 13,50 (per. ore 17)

Telegramma di V. E. n. 1808 (l) e 1803 per posta (2).

Ho fatto vive pratiche a voce e per iscritto presso questo ministro degli Affari Esteri mentre il R. addetto navale ha dichiarato aver fatto altrettanto presso il capo di Stato Maggiore della Marina. Quest'ultimo trova la nostra domanda perfettamente fondata ma la Francia è sprovvista, e ciò mi è confermato dal comandante Grassi, di unità del tipo richiesto. L'ammiraglio De Bon appoggerà la nostra domanda presso il Governo inglese che dispone di materiale abbondante ed anche di alcune unità giapponesi. Circa America risulta che non avendo dichiarato guerra all'Austria Governo federale non vuole che le sue navi da guerra entrino nell'Adriatico. Si vede in questa circostanza quanto sarebbe utile un comitato permanente interalleato anche per la Marina.

(l) -Cfr. n. 415, pag. 284. (2) -Cfr. n. 420, pag. 287.
457

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN, E AL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. GAB. 1825. Roma, 17 novembre 1917.

Questa Ambasciata d'Inghilterra m'informa che fin dal mese di Ottobre il Ministro d'Austria-Ungheria all'Aja, per mezzo di interposta persona, ha fatto di quando in quando capire al suo collega inglese che l'Austria sarebbe disposta a negoziare sulle basi seguenti: evacuazione totale del Nord della Francia, e del Belgio, restaurazione della Serbia nella posizione in cui trovavasi 'Prima del 1912 ed una lega generale di pace fondata sul disarmo. Ulteriori concessioni avrebbero potuto avere la Serbia dall'Austria, secondo Q.Uanto diceva i~ Ministro d'Austria-Ungheria. Le questioni dell'Alsazia Lorena, dell'ltalia e della Russia sarebbero entrate in discussione successivamente. Governo inglese ha mostrato ignorare questi passi non venendo essi fatti ufficialmente. Avendo tuttavia Ministro d'InghiHerra all'Aja fatto sapere che le proposte sarebbero scadute dopo il 20 Novembre e che dopo quella data Ministro di Austria Ungheria all'Aja avrebbe dovuto chiedere ulteriori istruzioni. Governo Britannico non ha considerato mossa austriaca come più che un assaggio ed ha in conseguenza dato istruzioni al proprio rappresentante all'Aja presentandosene l'opportunità dare al Ministro di Austria-Ungheria, se riteneva che il passo avesse un carattere serio, una risposta analoga a queUa data per mezzo di Madrid al passo germanico e cioè che il Governo Britannico era pronto a ricevere per discuterla insieme ai suoi alleati ogni comunicazione concernente la pace che il Governo austroungarico desiderasse fargli pervenire.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4142/1199. Pietrogrado, 17 novembre 1917, ore 15 (per. ore 2 del 18).

16 novembre.

Governo massimal'ista ha affidato tutela ordine alla famigerata guardia rossa, commina pena di morte delinquenti colti in flagrante, ordina chiusura porte imbrunire, obbliga abitanti stessi casa formare guardia notturna, fa appello popolazione ritorno occupazioni consuete, pro·ibisce in questi giorni entrare Pietrogrado. Inoltre autorizza perquisizione domicilio dietro mandato comitato militare rivoluzionario escludendo perquis'izione ·case rappresentanti este

ri, ma non di semplici sudditi esteri. Conferisco ambasciatore di Francia, ambasciatore d'Inghilterra c'irca ultime disposizioni ammettenti perquisizione case sudditi esteri ciò che può dar luogo seri inconvenienti essendo guardia rossa composta feccia popolazione.

459

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3019/516. Londra, 17 novembre 1917, ore 10,05 (per. ore 6,30 del 18).

Mio telegramma Gab. n. 512 (1).

Lloyd George aveva effettivamente offerto il ministero dell'Aviazione a lord Northcliffe elevando, per maggiore attrazione, il titolare al rango qui limitato di segretario di Stato. Offerta è stata rifiutata, contrariamente a tutte le consuetudini, con lettera pubblicata ieri nei giornali. Nella medesima Northcliffe dichiara voler conservare libertà di parola non potendo professare • lealtà • assoluta verso tutta l'amministrazione ad una parte della quale rivolge alcune vibranti critiche. Lettera è diversamente interpretata. Alcuni vi ravvisano aspirazioni ad un portafoglio più ·importante, altri imposizione di mutamento di diversi ministri (fra i quali Balfour), altri finalmente indizi di prossima più intensa campagna per sostituzione dello stesso Lloyd George. Intanto continuano trattative per sistemare controversie fra primo ministro e lord Robertson col quale il popolarissimo Haig sembra voler fare causa comune. Ad alimentare recriminazioni e malcontento ha contribuito la lettera pubblicata stamane di lord Cowdray, attuale presidente del ministero di Aviazione. Da essa risulta che egli ha appreso solo dai giornali •le trattative corse per la propria sostituzione. Malgrado la confusione e l'incertezza della situazione che potrà essere chiarita soltanto dopo il dibattito di lunedì prossimo, non crederei e per i motivi già indicati e per popolarità da Lloyd George ancora goduta all'infuori degli ambienti politici e parlamentari, modificare impressione condivisa pure da Cambon in senso contrario alla crisi generale. Primo ministro però deve in qualunque modo nell'interesse generale provvedere in modo abile e defin'itivo alla soluzione della questione primaria deHe relazioni sincere concordi e della conseguente efficace cooperazione tra i Governi e le supreme autorità militari. Persona autorevolissima biasimava primo ministro per linea di condotta da lui segu'ita a riguardo dei generali dei quali nella sua qualità di capo del Governo gli sarebbe riuscito al postutto non difficile ottenere dal

Gabinetto di guerra sostituzione, se avesse agito apertamente anzichè ricorrere, come ha fatto,a mezzi tortuosi e indiretti che hanno irritato anche quelli fra i suoi colleghi che erano in massima disposti ad appoggiarlo nella rimozione di Robertson.

(l) Cfr. n. 445, pag. 304.

460

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3017/515. Londra, 17 novembre 1917 ore 10,03 (per. ore 8,30 del 18).

Lloyd George mi fece chiamare ieri sera. Gli parla'i anzitutto con particolare insistenza della necessità di soddisfare le domande rispettive dei ministeri della Marina e del Tesoro. Promise d'intervenire presso Bonar Law e annunz'iò la partenza dell'ammiraglio Wemyaz. Disse poi in base a impressioni raccolte dal generale Porro, dubitare molto che noi si possa resistere a lungo sulla linea del Piave. Ciò nullamente per deficienza morale delle truppe ma per la sempre crescente pressione nemica specie in fatto di artiglieria. Se però si riuscisse a tenere la linea Piave il risultato sarebbe splendido per noi e disastroso per il nemico. Il primo ministro mi parve preoccupato, sopra pensiero ma non depresso. Ad alcune domande rivoltemi, come è suo costume a bruciapelo, per conoscere il mio pensiero sulla situazione politica e parlamentare in Italia, risposi attirando l'attenzione sua sull'importanza della manifestazione di concordia e virilità date dal nostro Parlamento. Tenete questo a mente, gl'i dissi, persuadetene i vostri colleghi e tutti in Inghilterra che noi italiani possiamo come ogni altro popolo avere i nostri d'ifetti ma nell'ardentissimo amore e devozione aLla patria, nella difesa dell'onore e del prestigio nazionale, nel rispetto scrupoloso deLla parola data e degli impegni presi non siamo seconcti a nessuno al mondo. Questo ve lo affermo nel modo più reciso e come ital:iano e come ambasciatore del mio sovrano le cui memorabili recenti parole rispecchiano l'animo, H cuore, i propositi di tutti i miei concittadini quale possa essere il Governo al potere. Replicò Lloyd George quantunque di tutto ciò egli fosse convinto gli riescivano gradite le mie affermazioni. A mia volta colsi l'occasione, senza accennare per ovvie ragioni di delicatezza alle attuali sue controversie collo Stato Maggiore, per rinnovare a lui le lagnanze e deplorare l'azione già manifestata a Balfour, al colonnello Buchan (capo dell'Ufficio Propaganda) e ad altri sul noto linguaggio scorretto e poco amichevole, soprattutto poco abilmente ispirato di alcun giornale, linguaggio equivalente in pratica ad un • Boloismo • puro e semplice. Lloyd George era già informato delle mie lagnanze, mi espresse cordialmente il suo vivo rammarico per l'avvenuto che se egli fosse stato qui avrebbe certamente impedito, assicurandomi che per quanto dipendeva da lui non avrei avuto più occasione di lagnarmi.

461

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4141/391. Stoccolma, 17 novembre 1917, ore 18 (per. ore 12 del 18).

In Finlandia socialisti si sono impadroniti del potere mediante rivoluzione cominciata 14 corrente. Dieta e Senato sono stati disciolti e dovrebbesi riconvocare vecchia Dieta in cui socialisti avevano maggioranza. Socialisti finlandesi hanno anche preso possesso di Yermez dove guarnigione rimasta ha fatto causa comune ·con loro. Frontiera è stata chiusa. Notizie da Pietrogrado ·sono sempre molto scarse vaghe e contraddittorie. Sembra però confermato che nuove truppe bolsceviche (si parla di 30 mila lettoni) hanno battuto quelle di Kerensky che in principio stavano prevalendo.

462

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4140/1206. Pietrogrado, 17 novembre 1917, ore 15 (per. ore 16 del 18).

16 novembre.

Perdura sempre stato anarch·ia, massimalisti accampando seguenti tre pretese che partiti non vogliono ammettere: l) maggioranza massimalista nel nuovo Governo; 2) che nuovo Governo sia responsabile di fronte comitato ·centrale operaio di nuova formazione che rappresenterebbe tutti i comitati operai; 3) che comitato centrale operaio divenga vero detentore potere dello Stato. Da un J.ato cresce isolamento massimalista, dall'altro fa difetto negl.i altri partiti attitudine ben chiara precisa e manca ai medesimi ogni organizzazione. Intanto s·i fa sempre più grave minacciosa carestia Pietrogrado e razione pane già ridotta. Ove non arrivassero altri viveri inevitabili gravi disordini.

463

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4143/1205. Pietrogrado, 17 novembre 1917, ore 15 (per. ore 19,45 del 18).

In un articolo intitolato • Lezione italiana • giornale Narodni Slovo scrive che disfatta militare italiana non deve imputarsi alla rivoluzione russa ed a

trasporto di alcune divisioni dal fronte orientale sull'Isonzo ma a cause ben più profonde. Malgrado sua superiorità civile su Russia, Italia rimane pur sempre una delle nazioni più arretrate di Europa e in questa guerra che richiede impiego di grandiosi mezzi tecnici sua potenzialità industriale economica si è dimostrata inadeguata ai bisogni. Ma mentre pericolo, sottolinea giornale, ha unito in Italia tutti i partiti per difesa patria, colpi del nemico hanno provocato sfacelo Russia.

464

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3028/463. Pietrogrado, 17 novembre 1917 (per. ore 1 del 19).

Massimalisti avendo preso sopravvento Mosca ed essendo prevedibile presto

o tardi verrà formato Governo in cui massimalisti avranno la maggioranza, Ambasciata d'Inghilterra riunì oggi capi missione allo scopo stabilire una linea di condotta di fronte alle autorità massimaliste attualmente dominanti in Pietrogrado e circa la questione dell'eventuale riconoscimento del nuovo Governo.

Buchanan rilevò a tale proposito che probabilmente il sud della Russia non avrebbe riconosciuto il Governo massimalista ma che d'altra parte non conveniva adottare ,contegno troppo intransigente per non lasciare campo libero ai tedeschi. Riunione decise per 'il momento di rimandare l'esame della questione del riconoscimento del nuovo Governo fino a quando non avrà avuto luogo l'effettiva costituzione del medesimo. Intanto circa le relazioni di fatto colle autorità massimaliste a Pietrogrado in attesa della costituzione del Governo si manifestarono discrepanze di vedute l'Ambasciatore degli Stati Uniti essendo del parere non convenire per ora entrare benché minimamente in relazione coi massimalisti neanche per domandare il permesso partenza connazionali. Ministro di Serbia propose che per casi urgenti quali protezione connazionali rappresentanti esteri dovessero ricorrere al tramite mun'icipi astenendosi relazioni dirette. Ministro di Homania facendo presente le importanti questioni da risolvere stante la comunanza dolorosa degli eserciti romeno e russo dichiarò di non potere rinunziare alle relazioni ufficiose di fatto con le autorità massimaliste. Il Ministro del Belgio propose allora che 'i Capi missione dovessero indirizzare una lettera conettiva al Sindaco di Pietrogrado per riaffermare l'intenzione di non lasciare la Russia per dichiarare che intendevano conservare la stretta neutralità nelle questioni interne della Russia che si sarebbero limitati ad entrare in relazione di fatto colle autorità ma che non avrebbero riconosc'iuto il nuovo Governo fino a che non fosse stato accettato dal popolo russo. Riunione però pur associandosi decise di non fare qualsiasi

dichiarazione scritta che potrebbe suscitare nuove polemiche. Tutti i Capi missione son d'i parere non convenire assolutamente partire dalla Russia per non spingerla in braccio dei tedeschi (l).

465

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3034/530. Jassy, 17 novembre 1917, ore 21 (per. ore 11,03 del .20).

Comunico a titolo confidenziale e con preghiera di mantenere il segreto, che il re di Romania passa attraverso delle vere crisi di disperazione a causa della situazione in cui si trova questo sventurato paese in seguito agli avvenimenti di Russia. Sua Maestà si considera, oltre che tradito dai russi, abbandonato dagli altri alleati. Sarebbe prudente che l'Intesa tenesse conto di questo stato d'animo che è del resto quello di tutti i romeni.

466

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3069/533. Jassy, 17 novembre 1917, ore 21 (per. ore 13,10 del .2.2).

Il comitato armeno d'Odessa chiese a questo ministro di Francia in occasione di una recente gita da lui fatta colà di essere ricevuto per esporgli la situazione degli armeni del Caucaso. Saint-Aulaire lo fece ricevere da un ufficiale francese. Il comitato espose quanto segue:

• La fronte russa del Caucaso tiene solamente per il fatto che vi sono delle unità composte di armeni, giacché il resto delle truppe russe •COlà come altrove non combatte. Gli armeni però temono di essere completamente abbandonati dai russi H che giustificherebbe il massacro da parte dei turchi di tutta la popolazione armena. Essi chiedono quindi l'invio di ufficiali francesi ed in ogni caso la protezione della Francia e delle altre Potenze dell'Intesa •.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1832 del 19 novembre. Ed. in ToscANo, L'inizio della rivoluzione sovietica, oit., pp. 172-173.

467

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R. 5890. Roma, 17 novembre 1917.

La situazione politico-militare in Tripolitania, come io la esposi in un recente Consiglio dei Ministri, si è andata aggravando come sforzo turco tedesco attorno ad Homs che ha coinciso con evidente contemporaneità con l'avanzata in grandi forze austro-turche-bulgare-tedesche in Italia. Mi sono grandemente preoccupato di questa organizzazione arabo-turco-tedesca contro i nostri presidii costieri, e, da parte mia, ho fatto ogni sforzo affinché non si togliesse alcun uomo dalla Libia e si ,cercasse di accrescere la efficienza delle truppe che vi si trovano con mezzi bel!lici terrestri ed aerei.

Tra di essi, efficacissimi per combattere i sommergibili nemici che trasportano appunto sulla costa misuratina i mezzi bellici di ogni genere al nemico e molestano dal mare i nostri presidii della Libia con grande effetto morale sulle popolazioni a nostro danno, sono appunto gli istrumenti aerei, dirigibili, areoplani, idroplani.

Sarà 1presto istituito a Tripoli un ufficio aereonautico diretto da un ufficiale superio,re del Genio per coordinare organicamente l'impiego di essi. Alcuni mezzi in misura modeste sono già in Libia, ma altri sono necessari1i per disorganizzare l'azione nemica dei sommergibili lungo le coste 1libiche, e io sono in comunicazione da molto tempo col Ministro delle armi e munizioni, e ora più specialmente col Commissariato Generale di Aereonautica di recente istituzione.

Trattandosi di argomento che riguarda uno dei fronti della nostra grande guerra, la Libia, che interessa la difesa del Mediterraneo orientale, e che quindi implica non una semplice questione coloniale, ma una questione vitale di politica internazionale di guerra, mi rivolgo alla E.V. per chiedere l'ausilio deLla Sua alta autorità da questo lato di sua competenza presso gli organi tecnici, sicuro che, come già altre volte ebbi a sperimentare, esso non mi mancherà. Di che Le porgo fin da ora la espressione del mio grato animo.

468

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1826. Roma, 18 novembre 1917, ore 13.

Risultando che generale Foch parte oggi dal nostro fronte ,per Parigi, prego informarsi presso codesto Governo se generale Cadorna attualmente a Roma debba recarsi costà per partecipare lavori con suoi colleghi ~comitato conSUiltivo miLitaTe :permanente o se debba attendere qui ulteriori disposizioni.

469

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 3020/257. Washington, ... novembre 1917 (per. ore 13,41 del 18).

17 novembre. Mio tel. Gab. 252 (1). Mi viene assicurato da fonte solitamente bene informata che Wilson modificando suoi precedenti intendimenti avrebbe dato .istruzioni al colonnello House di chiedere ai vari belligeranti comunicazione degli impegni reciproci che li legano e delle lo~o singole rivendicazioni. Mi si aggiunge che questo Governo non si dissimulerebbe la probabilità di una recisa opposizione a questa domanda (2).

470

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1468. Roma, 18 novembre 1917, ore 15.

Suo telegramma Gab. 495 (1).

Ministeri Commercio, Agricoltura, Trasporti accettano formUJla concordata tra Governi britannico francese circa messa ·in comune mezzi tonnellaggio.

Trasporti osserva necessità vi acceda anche Governo Stati Uniti il quale non ci ha dato ancora sensibile aiuto in materia trasporti ma anzi ci ha recato qualche danno requisendo tonnellaggio libero americano senza tener conto impegni nostro ministero Trasporti aveva concluso con privati armatori per trasporto dagl:i Stati Uniti. Ora abbiamo promessa per 25 piroscafi dei quali 5 ci furono assegnati e dai quali però tenute presenti perdite subite per decadenza contratti ci deriverà ben piccolo vantaggio. Sarà quindi oppo~tuno insistere per un maggiore aiuto da parte America e su necessità provvedimenti siano urgentemente concretati poiché da oltre un mese facciamo presente nostra difficilissima situazione per trasporto grano, metalli, senza aver ottenuto finora gran risultato. Circa formula suddetta non mi è pervenuta approvazione commissariato consumi, ma V.E. potrà intendersi con S.E. Crespi. Prego informare Mayor.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. gab. 1828 del 20 novembre.
471

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1827. Roma, 18 novembre 1917, ore 17.

R. ministro a Berna riferisce aver avuto da buona fonte conoscenza di una conversazione del conte Wenckeim ciambellano dell'imperatore Carlo con conte Czarneki nella quale parlando dell'offensiva contro di noi il ciambellano avrebbe detto le seguenti testuali parole: • Quest'offensiva è l'ultima carta sulla quale i nostri due imperi rischiano tutto il loro giuoco »,

472

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3023/386. Parigi, 18 novembre 1917, ore 20,40 (per. ore 0,40 del 19).

Ho avuto oggi il mio primo colloquio con Pichon il quale mi espresse in termini molto calorosi le sue amichevoli disposizioni e le sue ferme convinzioni che il fronte nostro ha per gli alleati la stessa 'importanza che il fronte anglo-francese. A mia osservazione circa l'urgenza d'adeguato concorso degli alleati a difesa nostro fronte egli mi ha detto che oggi stesso Clemenceau era stato informato dal Governo inglese che il Governo ita<liano aveva fatto pratiche presso codesta ambasciata britannica insistendo sopra urgenza ;invio nuovi contingenti e che Clemenceau aveva espresso opinione che si dovevano mandare. Stasera parte per Italia generale Fayolle che prenderà il comando delle truppe francesi.

473

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3024/388. Parigi, 18 novembre 1917, ore 10,40 (per. ore 0,40 del 19).

Telegramma di V. E. n. 1825 (1).

Pichon ha ricevuto da questa ambasciata inglese la stessa informazione. Mi ha detto che Francia darà ove ne s:la il ·caso stessa risposta che ha dato Governo inglese aggiungendo che proposta austriaca per essere presa in considerazione dovrebbe essere fatta in forma ufficiale.

(l) Cfr. n. 457, pag. 312.

474

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3027/389. Parigi, 18 novembre 1917, ore 20,40 (per. ore 0,40 del 19).

Mio telegramma n. 384 (1).

Governo inglese ha chiesto che conferenza interalleati venga rimessa al 29. Governo francese avrebbe preferito data 22 ma dilazione essendo stata chiesta a cagione della prossima discussione alla Camera dei Comuni è probabile verrà anche qui consentita. Pichon mi disse essere probabile che dei ministri inglesi intervenga Bonar Law e dei francesi i ministri delle Finanze, degli Armamenti e degli Approvvigionamenti. Essendo esclusi dal programma della Conferenza gli scopi della guerra non credo vi saranno delegati diplomatici. A me sembra però che essendo stato deciso sotto il precedente ministero che intervenisse Barthou, Pichon ora non potrà a meno di ·intervenire. Conferenza sarà inaugurata da Clemenceau. Mia impressione è che malgrado la prossima apertura non si hanno ancora qui idee precise circa programma. Pichon mi disse pure che H colonnello House arriverà quanto prima a Parigi e che la riunione della conferenza sarà preceduta da conversazioni fra delegati delle grandi Potenze, cioè Francia Inghilterra America Italia per preparare i lavori. Sarà quindi opportuno che i mirristeri che interverranno affrettino la loro venuta.

475

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3026/517. Londra, 18 novembre 1917, ore 12 (per. ore 5,10 del 19).

Da persona autorevole che ha conferito lungamente con lui ieri, mi viene riferito avergli Northcliffe lasciato chiaramente capire il suo intendimento di sostenere a spada tratta i generali nel conflitto col primo ministro. Di tale proposito è manifesto indizio l'articolo del Times di ieri nel quale Repington evidentemente imbeccato daHo Stato Maggiore confuta • seriatim • i vari addebiti del discorso di Parigi, rilevando i particolari della decisione di Calais allorquando Lloyd George senza avere prevenuto i suoi generali pose senz'altro l'eserdto inglese al comando di Nivelle. Per la parte che ci concerne Repington scrive che cooperazione italo-inglese fu intimissima, che ci furono 'inviati cannoni e munizioni, che tutti gli aiuti chiesti dal generale Cadorna furono dati (si dimentica però il subitaneo ritiro delle artiglierie pesanti), che la parola Lubiana

non figura in nessuna deHe comunicazioni qui dirette dal nostro generale, che finalmente il generale dopo aver riunito i suoi comandanti di armata ed in piena cognizione dell'imminente attacco aveva manifestato sua completa fiducia giustificata del resto dalla ~ande superiorità delle sue forze e dalle forti posizioni. Ad acuire ancora più tutte queste profondamente deplorevoli controversie hanno contribuito pure alcuni imprudenti accenni di deputati e giornali francesi in favore del comando unico da affidarsi naturalmente a un generale francese, progetto questo contro il quale si ribella l'enorme maggioranza di questa opinione pubblica. Di che profittano gli avversari per lasciar circolare velenose insinuazioni di intrighi orditi dal primo ministro a danno di Robertson per compiacere i francesi, che tacitamente ne caldeggiano Ja rimozione. Da altra buona sorgente mi viene riferito che Northcliffe, come del resto si intuisce dalla sua lettera, si proporrebbe d'iniziare a scadenza più o meno breve aspra campagna contro Foreign Office e suo capo.

(l) Non pubblicato.

476

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3029/518. Londra, 18 novembre 1917, ore 13,05 (per. ore 5,10 del 19).

Oggi ho avuto colloquio lungo e famigliare con questo ottimo mio collega americano. Sulla situazione attuale inglese, la scarsa possibilità di una crisi generale, la impellente necessità e la non meno grossa difficoltà di comporre dissidio acuto tra Lloyd George ed hl Comando Supremo, la indebolita posizione del primo ministro, le impressioni del collega americano collimano appieno con quelle già da me riferite. Per tutto questo stato di cose collega si mostrava molto addolorato e preoccupato anche per la constatazione fatta dalle non favorevoli impressioni ricevute dalla missione amer.icana giunta qui piena di sacro ardore per attirare vigorosa prosecuzione guerra, dalla subitanea crisi francese e dagli acri dissidi interni inglesi. Collega concludeva che la caduta di Lloyd George sarebbe al momento presente severamente giudicata dal pubblico americano che ne apprezza soltanto qualità ignorandone difetti, mentre d'altra parte il fatto cagionerebbe enorme soddisfazione nei Paesi nemici. Sugli affari di Russia collega mostrava naturalmente profondo pessimismo. Telegrammi di ieri ricevuti dal suo collega a Pietrogrado erano sommamente oscuri e confusi tali da impedirgli di rendersi qualsiasi conto della vera situazione attuale. Page ha riconosciuto fondamento dell'opinione da me sempre sostenuta e cioè che sulla cooperazione della Russia alla guerra, da vari mesi non era più lecito fare affidamento. Abbiamo poi parlato del comitato interalleato e Page ha confermato impressioni da me riferite su importanza, portata e scopi del medesimo nonché sui vantaggi pratici che potranno derivare dal risultato dei suoi lavori.

477

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 3070/535. Jassy, 18 novembre 1917, ore 14,20 (per. ore 14 del .20).

Re Ferdinando ha mandato presso di me e dei miei colleghi di Francia e di Inghilterra amministratore del demanio della corona per esporci quanto segue: In presenza della situazione in Russia e della ripercussione che essa ha anche ~sulle truppe russe di questa fronte Sua Maestà chiede se può contare ·che in ogni caso alleati si impegnino a non fare pace senza assicurare esistenza della Romania come stato indipendente almeno entro confini attuali coll'attuale dinastia ed a realizzare aspirazioni nei limiti consentiti dai risultati della guerra. Se Sua Maestà otterrà tale assicurazione spingerà resistenza fino agli estremi e cercherà anche di fare evacuare all'occorrenza una parte almeno dell'es&cito in quella parte della Russia, 'se pure ve ne sarà ancora una, su cui Intesa potesse ancora contare. Se invece alleati l'abbandonassero al suo destino non rimarrebbe a Sua Maestà da fare altro che evitare nuovi ed inutili sacrifici per il suo 'popolo e lasciare che il Suo Governo cerchi addivenire ad un accordo col nemico (1).

478

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4155/1213. Pietrogrado, 18 novembre 1917 (per. il 20).

In seduta Soviet del 16 corrente, Trotski parlando per la prima volta nella qualità di commissario affari esteri disse Duma municipale doveva dichiarare nettamente se contraria o se favorevole programma massimalista. Aggiunse composizione municipio non risponde aspirazioni maggioranza popolazione sicché converrebbe probabilmente procedere nuovamente elezioni le quali senza dubbio sarebbero favorevoli Soviet. Trotskd annuncia pure una politica di ilotta implacabile contro classi possidenti e che avrebbe prossimamente presentato ufficialmente a tutti i Governi proclama massimalista per la pace perché fosse preso in esame. Espresse fiducia nella solidità nuovo Governo che aveva già imposto rispetto diplomatici esteri i quali credevano trionfo Kerenski. Trotski disse avere ricevuto tramite Svezia saluto socialista tedesco Ledebour che avrebbe annunciato cooperazione massimalisti. Rispondendo interrogazione circa trattati segreti Trotski aggiunse risultargli che Neratoff li aveva consegnati

V. -E. dare di ciò comunicazione a codesto Governo, agendo perché esso pure consenta alla richiesta. Ritengo opportuno risposta collettiva venga data al più presto •.

ambasciatore d'Inghilterra. Mandato di cattura spiccato contro Neratoff (mio telegramma 1210) (l) e principali funzionari ministero Affari Esteri perché massimalisti decisi avere trattati a qualunque costo sebbene medesimi senza valore legale perché ispirati interessi borghesi. Trotski disse infine considerare la disfatta Kerenski Kaledin senza importanza.

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1843 del 23 novembre, con la seguente aggiunta: • R. Governo opina doversi dare assicurazioni richieste dal re Ferdinando. Prego
479

IL SENATORE SILJ AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

L. P. R. Roma, 18 novembre 1917.

Il Vaticano ha domanda.to agl'i imperi centrali il consenso per H ritorno del Vescovo di Udine nella sua diocesi, alla condizione che il Vescovo stesso non venga internato e lasciato libero nell'esercizio del suo ministel'o.

U Cardinale Gasparri è rimasto molto contrariato dal non aver avuta, dal barone Monti, la promessa risposta intorno alla richiesta fatta fare, oltre •che dal Governo spagnolo, dalla Santa Sede, al nostro Governo, se cioè Vene:llia si dichiarava città aperta o si voleva difendere. E più contrariato è rimasto quando ha saputo che il nostro Governo, senza nulla far sapere alla Santa Sede, da due giorni aveva dichiarato, per mezzo della Spagna, che Venezia era città aperta.

Sembra che l'Austria domanderà ulteriori informazioni, per mezzo della Spagna, al Governo 'italiano, intorno all'Arsenale di Venezia.

In Vaticano, mentre erano ignari delila dichiarazione di città aperta, avevano da Venezia fatto esprimere ieri il desiderio, di consenso col nostro Governo, di far pratiche perché Venezia venisse dichiarata città neutrale.

Sembra che gl'Imperi centrali mirino a tagliare le comunicazioni dell'Italia con la Francia.

Il Vaticano ha diramato una circolare ai vescovi deLle diocesi, prossime

alle operazioni militari, o comprese nelle operazioni militari (intorno a 20),

perché, col loro clero, rimangano, in ogni eventualità, al loro PQsto, spiegando

opera di assistenza, di aiuto e di conforto. Sono stati incitati anche g!li altri

vescovi d'Italia ad opera più assidua di patriottismo.

A questo riguardo si è sorpresi che le autorità civili abbiano dism-tato, o

disertino il loro posto, creando panico e seri imbarazzi specialmente alla popo

lazione più povera e bisognosa di assistenza. A Treviso le autorità hanno con

segnato o·spizi, ospedali e chiavi degli uffici a quel povero vescovo cappuccino,

che, senza risorse finanziarie né mezzi, ha dovuto assumere l'assistenza e l'ap

provvigionamento di vecchi, di orfani, di malati. Monsignor Bartolomei, ad osser

vazioni rivoltegli, ha scritto che, fin dal 24 luglio, aveva segnalato a S. E.

Boselli, l'indisciplina, la stanchezza fisica e morale delle truppe. Il Presidente

sembrò esser di tutto bene informato. Del resto egli pensa, che anche altre cause determinarono la disfatta.

Il Cardinal Gasparri non si spiega perché la censura non ha consentito, all'Osservatore Romano, di pubblicare che la Santa Sede aveva espresso la fiducia agli Imperi Centrali che nelle terre invase fossero rispettate le persone e le proprietà, le chiese, i monumenti; e l'affidamento avuto a questo riguardo (1).

(l) Si riporta qui di seguito il testo del t. 1210 del 17 novembre, da Pietrogrado: « Giornali pubblicano decreti Governo massimalista che ordinano arresto, deferimento tribunali di Neratoff perché sparito senza avere fatto consegna al commissario per gli affari esteri documenti ministero Affari Esteri russo. Mandato di cattura spiccato anche contro Kerensky ».

480

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3031/391. Parigi, 19 novembre 1917, ore 22,45 (per ore 3,10 del 20).

Ho visto stasera Clemenceau. Ha assistito al colloquio Crespi che rac

comandò vivamente la necessità del nostro approvvigionamento specialmente per grano. Avemmo entrambi dal presidente del Consiglio dei ministri ampie soddisfacentissime dichiarazioni delle migliori disposizioni del Governo francese e della sua convinzione che è interesse francese di aiutarci in tutti i modi per quanto è possibile. Avendo io accennato all'opportunità di aumentare l'invio di truppe egli mi ha detto che tutto sarebbe assai facilitato se da noi venisse accettato in principio il comando unico. Egli aveva ordinato al generale Foch di prolungare la sua permanenza in Italia per attendervi Fayolle ed elaborare un piano indispensabile anche per determinare l'entità di contingenti da inviarsi. Gli rappresentai le difficoltà che principio comando unico solleva. Egli le riconosce, ma è da prevedere che insisterà nella sua idea la quale è stata già accennata da qualche giornale di qui.

481

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 3032/519. Londra, 19 novembre 1917, ore 21,12 (per. ore 6,20 del 20).

Da persona amica, di cui per impegni d'onore non mi è lecito far nome, ho, sotto sigillo del segreto, saputo qui giunte informazioni che seria attenzione di questo Governo è stata attirata su perdurante attivissima ed indisturbata propaganda di agenti nemici nell'Italia settentrionale e meridionale, propaganda allo scopo di infiacchire la risvegliata energia de.Ua nazione e preparare la completa realizzazione dei piani militari e politici dei nostri nemici. Queste informazioni provenienti da fonte autorevole hanno prodotto qui grande sorpresa e dolorosa impressione. Ed hanno provocato un serio esame degli effetti

di simile propaganda in correlazione col pericolo cui essa potrebbe esporre gli inglesi ora in Italia. All'informatore risultava pure che Lloyd George si proponeva di telegrafare direttamente al nostro presidente del Consiglio. Ignorava però se lo avesse fatto. Data la sorgente ineccepibile di queste informazioni e assillante prospettiva delle molteplici gravissime conseguenze che con J.etale danno nostro Paese potrebbe produrre per l'ulteriore assistenza militare economica e finanziaria l'accreditarsi qui ed in America di simili voci, ritengo stretto mio dovere di mettere ad ogni buon fine V. E. al corrente delle confidenze fattemi. Per ovvie ragioni occorre assolutamente io non appaia in alcun caso edotto di tutto quanto precede. Quale che possa essere attendibilità di tali voci che a me appaiono inverosimili, mi permetto per quanto so e posso richiamare la benevola attenzione del R. Governo sulla imprescindibile necessità nell'esclusivo interesse nazionale che questo Governo e questo Paese acquistino la tangibile persuasione che la triste parentesi apertasi nelle gloriose gesta del nostro esercito e nell'energico compatto contegno della nazione è ormai definitivamente chiusa. E di ciò stanno appunto dando fulgida prova le nostre valorose truppe nella davvero eroica resistenza contro schiaccianti forze nemiche.

(l) Ed. in MARGIOTTA BROGLIO, Italia e Santa Sede, cit., pp. 345-346.

482

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3038/43. L'Aja, 19 novembre 1917, ore 11,35 (per. ore 11 del .20).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1825/12 (1).

Questo ministro d'Inghilterra mi conferma riservatissimamente punto per punto per quanto riferitomi da V. E. Egli aggiunge avere telegrafato ieri al suo Governo che intermediario avevagli assicurato: l) che termine 20 novembre era prorogabile fino fine questo mese perché conte Czernin farebbe dichiarazione a Budapest soltanto 3 dicembre: 2) che attuale situazione milita!I'e in Italia non cambiava disposizione Imperi Centrali. In seguito a ciò questo ministro d'Inghilterra chiese al proprio Governo dirgli chiaramente se era autorizzato o no avere personale abboccamento con questo ministro d'AustriaUngheria che egli conosce personalmente e che ritiene persona intelligente, seria, prudente, di grande bontà e che è intimo amico e parente del conte Czernin. Governo britannico non ha ancora risposto a tale telegramma. C. Sir W:alter Townley mi ha detto che a riguardo dell'Italia conte Szechényi avrebbe detto ad intermediario, pure persona ritenuta da mio coLlega di fiducia, seria ed autorizzata, di ritenere che l'Austria Ungheria non intenderebbe cedere nulla all'Italia ma non nutrirebbe neppure ora verso Italia intenzioni di annessioni. Aggiungerò che ad analoga domanda rivolta da questo mio collega

d'Inghilterra risposi che V. E. nel darmi riservatamente e per mia informazione comunicazione dell'attuale fase della questione non aveva fatto alcun commento né datami alcuna istruzione.

Ritengo Sir Walter persona seria leale discreta.

(l) Cfr. n. 457, pag. 312.

483

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4157/1215. Pietrogrado, 19 novembre 1917 (per. il 20).

Governo massimalista avrebbe manifestato intenzione inviare paesi alleati delegazione per indurre rispettivi Governi intavolare negoziati di pace. Questo ambasciatore di Inghilterra ritiene che qualora ciò avvenisse converrebbe che Governi alleati 11ispondessero non poter prendere in considerazione passo delegazione prima che assemblea costituente non si sia riunita ed abbia riconosciuto Governo provvisorio nazionalista. Intanto assemblea costituente che doveva riunirsi fine mese è rimandata al 1918 (1).

484

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

D. u. 22. Roma, 19 novembre 1917.

Mi pregio inviarLe qui accluso copia del telegramma del Conte Bonin Gab. 3027/389 (2) concernente la riunione della Conferenza Interalleati di Parigi.

Da1la indicazione delle personalità ingles-i e francesi che interverranno a detta Conferenza, l'E. V. potrà trarre norma per la designazione del Ministro

o dei Ministri incaricati di rappresentare il Governo Italiano, e po'iché i convegni preliminari fra i delegati delle maggiori Potenze ed 'il signor House possono assumere importanza maggiore di quella deLla stessa Conferenza ufficiale comprendente tutti gli Alleati, convengo pienamente nella opportunità rappresentata dal Conte Bonin che la partenza de'i rappresentanti italiani avvenga sollecitamente.

Con telegramma n. 4130/720 del 17 novembre (3) qui pure accluso in copia il R. ambasciatore a Londra segnalava l'opportunità che il nostro Ministro del Tesoro si recasse a Londra quanto prima per conferire esaurientemente con il signor Crosby prima dell'inizio dei lavori a Parigi.

Tale telegramma venne prima da me rimesso in copia al CoLlega Nitti.

(l) Ed. in ToscANO, L'inizio deHa rivoluzione sovietica, cit., p. 175.

(2) -Cfr. n. 474, pag. 321. (3) -Non pubblicato.
485

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 45185/687. Roma, 19 novembre 1917.

Il R. inca,ricato d'affari in Addis Abeba mi ha indirizzato 'in data 7 settembre u.s. un rapporto (l) contenente importanti informazioni sull'attitudine assunta di fronte al Governo Etiopico dai rappresentanti delle Nazioni Alleate durante lo svolgimento delle recenti trattative per far addivenire il Governo di Addis Abeba alla rottura delle relazioni con gli Imperi Centrali.

Credo utile riassumere il rapporto del Cavalier Cora per opportuna notizia di V.E.

Mentre la campagna delle truppe Scioane contro le forze di Ligg Jasu assediate sull'Amba Mandala si svolgeva 'in condizioni assai difficili, Ras Tafari si rivolse al signor Thesiger, nella sua qualità di decano del corpo diplomatico, chiedendo formalmente aiuti di materiale bellico, compresi alcuni areoplani, alle nazioni dell'Intesa. Il Signor Thesiger -pur facendo rilevare al Ras la stranezza della sua richiesta, visto che proprio in quel tempo era stato concesso a due noti intriganti tedeschi di uscir dall'Abissinia per recarsi con intendimenti ostili nel territorio della vicina colonia della Somala Francese dichiarò che avrebbe trasmesso e fatto trasmettere le domande di aiuti ai Governi dell'Intesa, se Governo Etiopico avesse dato una prova tangibile della sua amicizia verso gli Alleati: e, come esempio, indicò la rottura delle relazioni diplomatiche con le Potenze Centrali. Ras Tafari non entrò subito in quell'ordine di idee. AggravataS'i, però, in seguito, la situazione militare scioana, il Ras tornò dal Signor Thesiger dichiarandogli confidenzialmente che il Governo Etiopico sarebbe stato favorevole alla rottura delle relazioni diplomatiche con la Germania, a certe determinate condizioni. Queste condizioni -che sembrarono invero piuttosto modeste -furono telegrafate ai Governi dell'Intesa dai ripettivi Ministri in Addis Abeba (cfr. mio telegramma a V. E.

n. 929 del 13 luglio u.s.) (2).

Fin qui le trattative si erano svolte confidenzialmente tra il Ras Tafari e il Signor Thesiger, il quale ne riferiva poi ai suoi ~colleghi d'Italia e di Francia. Senonché a metà di luglio avvenne un fatto nuovo che modificò sostanzialmente l'indirizzo e l'aspetto delle trattative stesse. Questo fatto nuovo fu un discorso rivolto dal Signor De Coppet alla Colonia Francese di Addis Abeba in occasione del 14 luglio -nel qua,l discorso il Ministro di Francia fece chiaramente allusione alla rottura -prossima -delle relazioni diplomatiche tra le Potenze Centrali e l'Abissinia, 'la quale sarebbe poi anche uscita dalla neutralità, a fianco degli Alleati.

Dopo tale discorso del Signor De Coppet (in verità poco prudente ed opportuno) non fu p·lù possibile tenere il segreto delle trattative in corso: e di ciò approfittarono immediatamente tanto i nemici di Ras Tafari che i nostri.

Aggiungasi che il Ministro di Francia, dolente che le trattative fossero

condotte solo dal Signor Thesiger (malgrado le dichiarazioni fattegli dal

Cavalier Cora che ciò era preferibile data la necessità del segreto, e ,che il Ras si

era rivolto al Ministro d'Inghilterra perché decano del corpo d1plomatico e

non per una personale ragione di preferenza) -e non sapendo rassegnarsi a

non assumere nelle trattative la prima parte, si intromise nelle trattative

stesse venendo a contatto col Ministro del!le Finanze Etiop'ico (persona noto

riamente ostile agli Alleati e che Ras Tafari aveva tenuto all'oscuro di tutto)

e mettendolo al corrente delle trattative e delle condizioni poste dal Ras

per la rottura con la Germania.

Il Ministro delle Finanze si affrettò naturalmente ad accusare in Consiglio dei Ministri il Ras Tafari di segrete intese con gli Alleati, sostenendo che le domande del Ras erano irrisorie: conseguenza di ciò fu il cambiamento nelle condizioni poste dal Governo Etiopico, che divennero assai più gravi, tanto che -per alcune di esse almeno -si dovette senz'altro escludere anche di prenderle semplicemente in considerazione (cfr. miei telegrammi 1041 e 1059).

Esposti così i fatti che hanno caratterizzato e determinato lo svolgimento delle trattative col Governo Etiopico, il R. Incaricato d'Affari fa seguire nel suo rapporto le seguenti osservazioni e considerazioni sull'attitudine delle singole Legazioni alleate di fronte al Governo abissino:

• Desidero far rilevare a V. E. come queste trattative abbiano fatto risaltare quale sia la tendenza delle Legazioni dl Francia e di Inghilterra nel loro modo di trattare con questo Governo, indipendente, ma soprattutto incivile, del quale cercano con ogni mezzo di accaparrarsi il favore.

La Legazione di Francia, od almeno il Signor De Coppet, ha dimostrato ancora una volta con che facilità sia disposta a concedere delle armi al Governo Etiopico atteggiandosi come per il passato a protettrice dell'indipendenza dell'Abissinia. Il Signor De Coppet nel favorire ed "incoraggiare :ls aspirazioni etiopiche a partecipare alla spedizione militare alleata di Gerusalemme ed al futuro congresso della pace dimostra di voler persistere nell'antica errata linea di condotta di blandizie e di debolezza verso il Governo etiopico.

In quanto al Ministro d'Inghilterra è noto a Vostra Eccellenza come il Signor Thesiger si sia sempre dimostrato risolutamente contrario, per il passato, a qualsiasi introduzione di armi in Abissinia. Quindi non può a meno di sorprendere la sua attitudine attuale, favorevole alla importazione non solo dei sedicimila fucili di Gibuti, al1a quale egli si era più d'ogni altro opposto nel maggio scorso, ma anche a quella dei 30 mila gras e di sei milioni di cartucce! Ciò "induce naturalmente a credere che il Signor Thesiger abbia voluto approfittare della occasione e dei rapporti di simpatia che mantiene col Ras Tafari per prendersi una rivincita delle umUiazioni patite all'epoca di Ligg Jasu e per atteggiarsi a patrocinatore delle rivendicazioni abissine, sperando in seguito di poter più facilmente sistemare qualche questione pendente col Governo Etiopico, come ad esempio quella del Lago Tsana.

A mio parere questa attitudine delle Legazioni Alleate è assai dannosa agli interessi ed al prestigio delle Potenze confinanti dell'Impero etiopico. A me sembra che sarebbe ormai tempo d'i assumere verso l'Abissinia un atteg

giamento più dignitoso e più efficace. Poiché l'Abissinia ha sempre approfittato e speculato sulla rivalità e sulla disunione delle tre Legazioni per negoziare con tutti, per promettere a tutti e per cercare di ingannare tutti. Invece, data l'attuale alleanza tra le Potenze confinanti, l'azione delle tre Legazion~ dovrebb~ essere realmente unita ed intesa ad obbligare l'Abissinia a rendersi conto che è per essa una necessità vitale, per la sua posizione geografica, di non urtçre le vicine Nazioni che sono in possesso di tutte le vie di accesso all'Impe'o et:opico e che è piuttosto suo interesse cercare di acquistare il nostro favore mentre il suo dovrebbe venirci dalla natura •stessa delle cose.

Appunto perciò mi sembra che dovrebbe cessare una politica di blandizde verso un paese incivile, dove non esiste regolare giustizia per gli europei, dove fiorisce la schiavitù, dove sono posti intralci d'ogni sorta al libero commercio.

Sarebbe dunque un grave errore per le Potenze confinanti di privarsi del più efficace modo di far pressione sul Governo etiopico permettendo l'introduzione di armi e di munizioni prima di essersi accordate sul corrispettivo da domandare all'Abissinia in un momento in cui le questioni da regolare sono molte e mentre le guerre civili hanno enormemente diminuito le riserve di munizioni ed il potere offensivo dell'esercito abissino •.

Non posso che associarmi, d'accordo in ciò col Ministro delle Colonie, alle considerazioni e alle osservazioni sopra esposte del Regio Incaricato d'Mfari in Addis Abeba -specialmente per quanto riguarda l'atteggiamento di blandizie seguito dai rappresentanti di Francia e d'Inghilterra verso l'Etiopia e per quanto riguarda la necessità di una più stretta e sincera unione nell'azione delle tre Legazioni alleate.

È infatti innegabile che il continuare a trattare H Governo Etiopico con eccessiva condiscendenza (specie nella questione delle armi) e con dimostrazioni di eccessiva fiducia e considerazione, possa preparare per le potenze confinanti -e per noi in ispecie -giorr-ni non lieti, causati dalla sempre più erronea valutazione che, in base appunto al trattamento ricevuto dalle nazioni europee, il Governo Abissino farà di se stesso e dei suoi diritti di nazione indipendente.

Ad ovviare a tali inconvenienti e pericoli, occorre appunto una maggiore unione e una maggiore uniformità di vedute nell'azione delle tre Legazioni alleate. Finché ciascuna Legazione agirà per proprio conto -con spirito di preminenza e quasi di antagonismo, -non solo sarà impossibile l'applicazione, nel suo vero spirito, dell'accordo di Londra del 1906, ma si incoraggerà sempre più il Governo Etiopico a specware, a proprio vantaggio, sulla disunione e sulla rivalità delle tre Legazioni.

Sarà dunque opportuno che V. E. -tenendo presente, nelle linee generali, quanto sopra è esposto, e traendo argomento dalla questione del commercio delle armi (attualmente in discussione con codesto Governo in seguito alla presentazione del memorandum redatto dalla R. ambasciata in Londra, cfr. mio .telegramma 13520) (l) -·intrattenga il signor Balfour sulla necessità che siano impartite istruzioni precise e categoriche ai rappresentanti dell'Intesa in

Etiopia per una più amichevole, più schietta, più coordinata azione ,locale, da svolgersi di fronte a quel Governo, nel comune interesse degli Alleati: azione che deve in tutto corrispondere allo spirito di unione che regola oggi le relazioni generali tra gli alleati, e che deve -anche nelle questioni speciali -aver di mira essenzialmente il bene generale piuttosto che l'interesse di una, che può anche significare il danno di un'altra delle tre Potenze interessate.

Di fronte a questa azione concorde, e quindi più forte, delle Legazioni dell'Intesa, non v'ha dubbio che il Governo abissino si renderà più chiaramente conto della sua situazione e per conseguenza della necessità di agire in modo da acquistarsi il favore delle tre Potenze finitime, unite da conformi decisi propositi nei riguardi dell'Impero di Etiopia (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. Serie V, vol. VIII, n. 629, pag. 396.

(l) Non pubblicato.

486

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1471. Roma, 20 novembre 1917, ore 15.

Il R. ministro in Stoccolma mi telegrafava il 9 corrente:

(Telegramma da Stoccolma n. 4040/168) (2).

Successivamente Tommasini telegrafa:

(Telegramma da Stoccolma n. 4061/170) (3).

Convenendo ne1le idee Tommasini prego V. E. indagare presso codesto Governo se sia il caso fare unico accordo tenendo presenti nostri speciali interessi riguardanti traffici italiani con Sve2lia. Nostre esportazioni per il detto paese comprendono zolfo, canapa, filati canapa, marmo, alabastro, frutta candita, cappelli paglia, trucioli, feltro, nonché agrumi e loro derivati e importazioni cellulosa, ferro, acciaio laminato.

Occorre rilevare che mentre merci che importiamo da Svezia l!'iflettono vitali interessi nazionali, viceversa quelle che inviamo colà hanno quasi nessuna attinenza con condotta operazioni belliche, tranne zolfo, canapa, che però concediamo in quantità limitate e con speciali garanzie.

487

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1833. Roma, 20 novembre 1917, ore 19.

Mi viene segnalato che V. S. si sarebbe espressa assai pessimisticamente sulla situazione italiana accennando con personaggi del Governo e con suoi

colleghi alla possibilità di una rivoluzione in Italia. Come è evidente a noi conviene, per molteplici ,ragioni, neutralizzare ogni impressione di tal genere presso l'opinione pubblica svizzera assai scossa a nostro riguardo dai recenti avvenimenti. Prego agire in conseguenza e darmi assicurazioni. Confermo mio telegramma n. 1410 (1).

(l) -Annotazione marginale di Imperiali: • Preziosi: prepararmi un elaborato promemoria, omissis omittendibus e mutatis mutandis -27 novembre 1917 •· (2) -T. 4040/gab. 168 del 9 novembre, non pubblicato: negoziati per un accordo commerciale anglo-svedese. (3) -T. 4061/gab. 170 del 12 novembre, non pubblicato: il Governo inglese è pronto ad entrare in trattative economiche con la Svezia.
488

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1807. Roma, 20 novembre 1917, ore 20.

Telegramma di V. E. Gab. n. 373 (2). Non è possibile mettere a disposizione della FranC'ia mano d'opera di prigionieri austriaci fatti da noi. Già ne feci cenno a Rapallo ai ministri francesi.

I prigionieri austriaci non potrebbero essere inviati per lavorare fuori del Regno senza esporre a durissime rappresaglie i nostri molti connazionali prigionieri in Austria-Ungheria, che potrebbero essere inviati a lavorare in Turchia ed 'in Asia. I prigionieri austriaci che si trovano presso di noi ci sono inoltre necessari per sopperire, per quanto in piccola parte, ahla grande mancanza di braccia nelle campagne.

Non parmi neanche possibile né prudente richiamare oggi nuove classi. Si trovano già sotto le armi tutti i nati fino al 1874 inclusivo, comprese le ripetute revisioni di riformati, ed in questo momento, specie a causa dei lavori di seminagione ancora in corso, ogni ulteriore richiamo potrebbe produrre pericolose scosse tra le popoJ.azioni campagnole già durissimamente provate.

Prego V. E. valersi di questi giusti argomenti per evitare che sia formulata la domanda di cui è cenno nel suo telegramma.

489

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1473. Roma, 20 novembre 1917, ore 22.

(Per Cairo) Telegramma di V. S. n. 271 (2).

(Per Londra) Mio telegramma 1348 (3).

Situazione Idris Senussi aggravatasi per opposizione turco-arabe. Idris ha dichiarato Wingate pascià sua intenzione ritirarsi Solum se non venga rinforzata sua posizione con mezzi indicati mio telegramma 1348. (Per tutti)

Ministero delle Colonie in attesa risposta Governo inglese ha fatto tenere pronti per consegna Idris 1000 fucilli, 200.000 cartucce, 4 cannoni da montagna con 150 colpi ciascuno, quattro mitragliatrici con 20.000 ·cartucce, 75 sciabole, 200 pistole. Senonché richieste Idris comprendevano anche 4 autocarri, 2 automobili, 1000 vestiari tela e quadrupedi per somaggio, circa 70 muli con basto per 2 sezioni da montagna e 2 sezioni mitragliatrici. Tale secondo gruppo materiale non è disponibile né Italia né colonie. Dovrebbe quindi essere fornito da Egitto anche per maggiore facilità trasporto Cirenaica. (Per Londra e per Cairo) Data gravità urgenza situazione pregola ottenere che sia interessato AUo Commissario Egitto a fornire Cirenaica materiale richiesto anche per mostrare Idris perfetta identità azione due paesi alleati verso di lui

(l) -Cfr. n. 322, pag. 229. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 198, pag. 141.
490

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA

T. 1472. Roma, 20 novembre 1917.

Mio telegramma 1456 (1).

Governo americano secondo telegrafa Cellere· non ha ancora deciso trasferimento Cristiania negoziati norvegesi americani ma decisione può essere presa tra breve. Nessuna difficoltà nostra partecipazione da parte Governo stesso come penso nessuna ve ne sarà da parte Governi Londra Parigi.

Epperò quando suoi colleghi alleati avranno opportune istruzioni V. S. potrà partecipare negoziati, tenendo presente che pure associandoci politica generale blocco tendente impedire rifornimenti nemico desidereremmo fosse tenuto conto necessità di determinate esportazioni e scambi verso paesi scandinavi bene inteso nei limiti e con garanzie atti salvaguardare interessi belligeranti.

Limitazioni sulle più interessanti espo·rtazioni italiane verso Norvegia già esistono: poiché zolfo e canapa si sono sempre conceduti in quantità fisse annuali rimanenti al disotto reale fabbisogno interno codesto paese. Altre esportazioni come frutta secca candita, cappelli paglia, truciolo non possono neppure indirettamente servire usi guerra e comunque sono di maggiore interesse per noi come esportatori che per nazione acquirente. Agrumi verranno contingentati.

D'altra parte dalla Norvegia riceviamo cellulosa, baccalà ed altre specie pesci secchi od affumicati indispensabili nostro paese.

(l) Del 15 novembre, non pubblicato: trattazione accordi commerciali tra Norvegia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Esenzione del blocco chiesta dal Governo italiano per le merci non aventi diretto rapporto con le operazioni di guerra.

491

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4181/1224. Pietrogrado, 20 novembre 1917, ore 21,15 (per. ore 20,55 del 22).

Signora Kollontaj commissario benessere pubblico (mio telegramma n.

1163) (l) ha dichiarato che pa~rtito massimalista non desidera pace separata ma pace generale senza annessioni conclusa dalle democrazie di tutti i paesi belligeranti. Massimalisti propongono pure spartizione terre e ·introduzione sistema federativo Russia ragguagliata Stati Uniti d'America.

492

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

R. 584/163. Lisbona, 20 novembre 1917.

Faccio seguito al mio rapporto n. 528/150 del 12 ottobre u.s. (2).

La notizia che nella seduta della Camera dei Comuni del 15 corrente Lord Ceci! ha dichiarato che il Governo Britannico non è in modo alcuno responsabile delle proposte e delle affermazioni del Signor Henderson al congresso socialista di Londra e che al contrario la Gran Bretagna promette di difendere e proteggme le Colonie Portoghesi contro tutti i nemici, ha prodotto la migliore impressione in tutto il Portogallo.

Le dichiarazioni di Lord Ceci! sono considerate come un trionfo della diplomazia portoghese che in tal modo vede raggiunto l'obiettivo proposto colla partecipazione dell'esercito portoghese alla guerra e personalmente il successo è andato specialmente alla persona del Presidente della Repubblica, signor Bernardino Machado, poiché si è notato che la simpatica affermazione del Governo Inglese viene pochi giorni dopo il suo ritorno da Londra, mentre che invano si era atteso una parola di affidamento su questo punto durante e dopo ~ viaggi del Signori Alfonso Costa, Augusto Soares e Norton de Matos (3).

493

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL SENATORE SILJ

L. P. Roma, 20 novembre 1917.

Ti scrivo personalmente da casa, dove sono indisposto. Prendo atto di quanto mi scrivi e ti ringrazio.

Circa l'indugio di quella comunicazione, credi pure che non è dipeso da alcuna cattiva volontà, ma bensì dalle circostanze. La natura delicata dell'argomento fece sì che per concordare la risposta io mi recassi personalmente al quartier generale, da dove essa fu, come era naturale, comunicata per telegrafo al Ministro degli Esteri, mentre nell'altro caso, non esistendo comunicazioni in forma diplomatica ed ufficiale, io non potei fare la comunicazione che oralmente, e cioè appena tornato a Roma. Il ritardo, di cui mi dolgo, tu vedi bene come dipenda dalle circostanze e non da mancanza di riguardo·.

Quanto a fare di Venezia una zona esclusa daJle attuali operazioni militari, è chiaro che la cosa sarebbe di evidente interesse italiano. Ed è per questa ragione che io, quando fui a Venezia, dichiarai che nessuna iniziativa poteva in proposito venicr.-e da noi, ma che certamente non ci saremmo opposti alla cosa.

Circa l'allontanamento delle autorità civili, è certo che non vi è stata sufficiente organizzazione dei criteri e che deve attribuirsi alla maniera tragicamente fulminea con cui l'invasione si è verificata. Ora, per l'appunto, stiamo ordinando le cose.

Quanto alla censura di quella notizia, essa si collega con le disposizioni generali che abbiamo dato di non far discutere tutto ciò che riguarda le condizioni dei territori invasi, e ciò per ragioni politiche del momento che tu intendi. Siccome la notizia l'Osservatore la dava nella parte non ufficiale, essa rientrò nella regola generale della soppressione. Mi è pe,rò stato detto che si dichiarò che la pubblicazione sarebbe stata rispettata ove fosse avvenuta nella parte ufficiale. Ad ogni modo ulteriori notiz-ie danno l'incidente come definito.

P. S. -Era appena finita la presente, quando mi arrivò l'ulteriore tua lettera di oggi stesso, di cui ti ringrazio. Grazie anche degli auguri. Io sto a letto per una grossa infreddatura presa e trascurata 'in questi giorni di grande strapazzo; ma, fortunatamente pare sia cosa lieve (1).

(l) -Cfr. n. 401, pag. 277. (2) -Cfr. n. 194, pag. 138. (3) -Annotazione marginale: • 3-12 Piacentini: copia a Londra e a Colonie •.
494

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. 1838/16. Roma, 21 novembre 1917, ore 20.

Telegramma di V. E. n. 32 (2). Autorizzo.

(l) -Ed. in MARGIOTTA BROGLIO, Italia e Santa Sede, cit., pp. 347-348. (2) -Risponde al t. gab. 3043/32 di Romano Avezzana del 20 novembre: • Prego V. E. autorizzazione emettere una tratta di centomila lire per la sovvenzione •·
495

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1481. Roma, 21 novembre 1917, ore 22.

Suo telegramma n. 557 (1).

Disposto accettare in massima proposto accordo, abbiamo formulato emendamenti ed aggiunte come da dispaccio che segue; telegraferò se necessario nuovo testo integrale che proponiamo.

Prego fare analoghe comunicazioni codesto Governo.

496

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 1483. Roma, 21 novembre 1917, ore 22.

Mio telegramma n. 1121 (2).

R. ambasc'iatore a Londra comunica Governo inglese disposto accettare prima, terza, quinta delle condizioni poste da Governo etiopico per rottura Imperi Centrali; ed espulsione sudditi nemici territorio abissino (telegramma di V. S. n. 12 Gabinetto). Rifiuta invece proposta seconda (30 mila fucili e 6 milioni cartucce) e quarta (partecipazione Etiopia congresso pace).

Governo britannico afferma Governo francese espresso ugual parere e dichiara Francia Inghilterra pronte dare istruzioni loro rappresentanti Addis Abeba rispondere senso suesposto a Governo abissino, qualora Italia disposta aderire suddetto punto di vista.

Ho risposto che R. Governo si associa proposta avrei autorizzato V. S. uni!'si passo collettivo rappresentanti francese inglese senso suindicato se e quando essi riceveranno identiche istruzioni.

Prego uniformarsi tale linea di condotta.

497

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 3059/88. Berna, 21 novembre 1917, ore 20,40 (per. ore 23,10).

Il telegramma di V. E. Gab. n. 1833/46 (3) che implica un severo biasimo al titolare di questa legazione avrebbe potuto forse essere inviato come strettamente confidenziale e riserva,to alla mia persona a meno che il R. mini

stero non volesse infliggermi pubblicamente una umiliazione senza riconoscermi il diritto che ha pure qualsiasi accusato di difendersi da assurde e gratuite asserzioni delle quali mi è facile del resto immaginare l'origine e che duolmi vedere accolte sì facilmente dal superiore dicastero. Quanto fu :riferito alla

E. V. è assolutamente inesatto. O fu mal compreso il mio triste silenzio dei primi giorni o fu erroneamente interpretato il poco che io dissi poi. L'accenno alla possibilità di una rivoluzione in Italia è una utopia di fantasia malata, di invidia o di maHgnità. Ciò che io pensassi sulla nostra situazione lo dissi e scrissi in circolari ai consolati ed ai connazionali in conversazioni e discorsi fra i quali uno alla colonia di Berna dove celebrai la certezza del nostro trionfo in un senso diametralmente opposto a quello che mi si vuole attribuire dai miei detrattori.

Confesso che non avrei mai creduto che simile accusa potesse essere portata davanti a V. E. e tanto meno che fosse dal ministero accolta. Le accuse di oggi non sono che il seguito infelice e inverosimile di quelle di ieri (incidente Odescalchi) del quale scrissi ampiamente a V. E. lusingandomi d'avere risposto vittoriosamente. Vedo che mi sono ingannato e che mi si sospetta ancora. È nella mia dignità di non restare un solo minuto di più in questa posizione ·intenibile più che davanti a me davanti ai miei collaboratori. Se

R. ministero nutre ancora ,la benché menoma incertezza sulla lealtà della mia condotta e sulla verità di queste mie dichiarazioni preferisco, per quanto mi dolga, di darmi per vinto davanti a chi intriga a mio danno nell'ombra, di presentare a V. E. le mie dimissioni e lasciare Berna. Che se invece R. ministero può darmi un esplicito affidamento della sua fiducia e della nessuna fede prestata a simili accuse, oserei pregare cortesia di V. E. di far sì che telegramma cui rispondo, il quale nell'archivio di questa legazione segnerebbe per me una nota sgradita e, posso aggiungerlo pure sul mio capo e su quello di mio figlio, assolutamente ingiusta, sia considerato come non avvenuto.

(l) -T. 3507/557 del 27 ottobre, non pubblicato: il Governo americano desidera addivenire al più presto alla conclusione del proposto accordo militare. (2) -T. gab. 1121 del 21 agosto, non pubblicato: il Governo italiano è contrario a qualsiasi cessione di materiale di guerra al Governo etiopico. (3) -Cfr. n. 487, pag. 331.
498

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3056/521. Londra, 21 novembre 1917, ore 22 (per. ore 6,50 del 22).

Mie'i telegrammi precedenti. Nel dibattito parlamentare di lunedì scorso Lloyd George ha ottenuto un incontestabile successo. Esso è dovuto precipuamente alle cause seguenti:

l) alla manifesta ostilità del pubblico contro la possibilità di un ritorno al potere di Asquith e conseguentemente contro l'agitaz·ione della parte liberale e radicale;

2) ad una pratica capitolazione da parte del primo ministro nella controversia coi generali;

3) all'impressione, grazie a Lord Northcliffe, infiltratasi del non favorevole effetto che ritiro di Lloyd George avrebbe .prodotto in America; 4) all'abilità incontestabile da lui dimostrata nelle spiegazioni circa la costituzione del supremo Consiglio;

5) al contegno decisamente favorevole assunto alla ultima ora da Northcliffe.

Quali intese siano al riguardo intervenute, quali affidamenti dati circa l'eventuale sostituzione nel consiglio rimane tuttora un mistero. Prendono però consistenza le voci di non lontani mutamenti al Foreign Office contro cui convergono attualmente le critiche generali. Un nucleo di deputati d'i tutti i partiti si riunì ieri per esaminare i metodi migliori per eserc'itare più efficacemente il controllo della politica estera. Accenni alle nostre vicende nei discorsi di Aso.uith e dei vari deputati furono fatti in termini corretti tali da non dare motivi a lagnanze. Il linguaggio del primo ministro a nostro riguardo fu guardingo e reticente. Disse essergli difficile rispondere circa il nostro fronte per timore di ferire forse suscettibilità di un alleato. Preferiva non lo si obbligasse a replicare in merito a quanto aveva detto il generale Cadorna: • In principio vi è molto da dire pure sulle nostre vedute concernenti la posizione dell'esercito italiano. Noi non eravamo responsabili del fronte 'italiano ed ecco esatto il vantaggio del consiglio centrale. In un consiglio centrale avremmo avuto il diritto di rappresentare l'urgenza delle cose da noi conosciute, sospettate e credute c'irca l'esercito italiano altrettanto giusto di quello che avremmo avuto per il nostro esercito. Il Governo italiano sapeva qualche cosa al riguardo, ma naturalmente Robertson non poteva continuare a spingere oltre un certo punto 1la questione concernente un altro fronte. • In queste parole mi parrebbe lecito scorgere traccia delle impressioni riferite col mio telegramma n. 519 (l) ed in relazione col medesimo di una certa tal quale tendenza a interloquire nel consiglio centrale anche in Questioni militari di più diretta competenza del R. Governo e del Comando Supremo. Trasmetto per posta il testo del discorso che mi sembra degno di esser letto con attenz"ione.

499

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO.

T. GAB. R. 3060/244. Sgravenhage, 21 novembre 1917, ore 9,30 (per. ore 8,35 del 22).

Seguito mio telegramma Gab. n. 43 (2). Il Foreign Office ha risposto a sir Walter Townley ripetendo che il Governo inglese era pronto a ricevere per discuterle coi suoi alleati ogni comunicazione che 'il Governo austro-unga

rico desiderasse fargH pervenire ma che non poteva consentire che il suo ministro qui si incontrasse con questo ministro d'Austria-Ungheria. Nel riferirmi quanto precede e nel dichiararsi personalmente lieto di avere evitato una missione così delicata e difficile sir WaHer mi disse essere convinto che la cosa non avrebbe più seguito poiché il conte Széchényi ed il Governo austro-ungarico non consentirebbero mai a fare delle aperture ad un semplice intermediario a meno che tale intermediario fosse questo ministro degli Affari Esteri il quale è troppo timoroso secondo sir Walter per accettare tale incarico. Ciò mi ha confermato nell'idea che 'l'intermediario che sir Walter mi aveva detto ieri di non poter nominare non fosse il signor Loudon come si sarebbe potuto forse supporre. Io continuo a credere che l'intermediario possa essere un ecclesiastico e lo desumo anche dal fatto che sir Walter come pure sua moglie, ambedue ferventi cattolici, frequentano molti ecclesiastici.

Nel ritenere che il Governo austriaco rinunzierà a continuare i passi e che il ministro Loudon si rifiuterebbe ad assumere, se richiesto, la parte d'intermediario io credo che sir Walter si sbagli e che non tenga conto abbastanza da un lato del grande desiderio di pace che gli imperi centrali hanno e dall'altro lato le tendenze estremamente pacifiste del ministro Loudon e di tutto il popolo olandese. Il signor Loudon ebbe più volte a dire a me e ad altri miei colleghi che si guarderebbe bene dal proporsi come paciere a meno di essere sicuro che i due gruppi belligeranti vedrebbero volentieri la sua intromissione. Ma io sono convinto che egli accetterebbe tale missione con entusiasmo se ne fosse richiesto ora dai centri e se conoscesse le attuali disposizioni del Governo britannico che sembrano essere divenute ora così poco intransigenti a tale riguardo essendo l'Inghilterra la sola delle Potenze dell'Intesa che qui si teme veramente e che si vorrebbe evitare di contrariare.

(l) -Cfr. n. 481, pag. 325. (2) -Cfr. n. 482, pag. 326.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3075/522. Londra, 21 novembre 1917, ore 22 (per. ore 11,15 del 22).

Mercè il grazioso cortese intervento del collega americano ebbi stamane colloquio col colonnello House. Scambiati i soliti complimenti e premesso che parlavo per conto assolutamente personale ho accennato con argomenti già addotti a Page all'importanza vitale che avrebbe in questo momento speciale la dichiarazione di guerra degli Stati Uniti all'Austria-Ungheria. House statomi attento ad ascoltare ha ripetuto quello che mi aveva detto Page cioè che in pratica America era in guerra con gli altri nostri nemici. Il presidente, ha aggiunto, potrebbe oggi dichiarare ila guerra • in un quarto d'ora. • Non lo ha fatto perché gli è sembrato che la differenza di trattamento avrebbe sollevato dissidi e risentimenti fra Germania e le sue alleate, dissidi di cui si sono già avuti indizi. Senza contestare il valido argomento ho osservato essenzialmente:

l) che il risentimento in Austria, Turchia e Bulgaria contro la Germania sarebbe di gran lunga più intenso e più proficuo per noi tutti se quei tre paesi per causa appunto della Germania si vedessero coinvolti in una da essi non certo des·lderata guerra con la potente nazione americana;

2) che quelle che possano essere le loro recondite aspirazioni pacifiche i tre satrapi sono oggi in assoluta balìa del predominante alleato anzi padrone e hanno quindi perduto ogni libertà di movimento. È questo ormai un fatto positivo del qua,le purtroppo non si valuta ancora ugualmente e dovunque l'importanza né si traggono pratiche illazioni. La dichiarazione di guerra americana oltre all'impressione graditissima prodotta in Italia avrebbe effetti benefici anche sui tre satrapi balcanici alleati Romania, Serbia e Grecia ,i quali, avrei motivo di credere, vivamente desiderano sapere che il grande alleato americano è in guerra coi 1loro principali nemici Austria e Bulgaria. House ha trovato giuste queste mie osservazioni dl cui ha detto avrebbe reso edotto il presidente. Ad un suo accenno alle più confortanti notizie del nostro fronte ho risposto mettendo nella dovuta evidenza l'eroica resistenza delle valorose nostre truppe e assicurandolo che gli italiani a nessuno secondi in fatto di patriottismo danno e daranno al mondo tangibile dimostrazione di energia, concordia, virilità di propositi. Del che colonnello espresse fiducia e compiacimento. Ho insistito poi sulla suprema importanza della questione dei rifornimenti ed alla loro benefica influenza sul,la efficienza beUica del nostro Paese ora così crudelmente angustiato. Dai colloquì avuti con Crosby avevo riportato impressione favorevolissima. Da essi rilevavo che con rapida e giovanile percezione gli americani avevano benissimo afferrato il vero significato e la portata politica della formula " fronte unico • e si mostravano propensi ad entrare nel concetto da noi sempre sostenuto di una reale effettiva parità di trattamento fra gli alleati in adeguata commisurazione non solo dei sacrifiC'i sostenuti ma anche dei bisogni speciali in correlazione con le più pressanti esigenze momentanee. Non mi è sfuggita l'importanza speciale del comitato interalleato. Quale mi venne delineato da Crosby esso mi appare quasi come una diretta appendice del consiglio centrale di Versailles. Per tale motivo appunto avevo rappresentato la convenienza dell'eventuale partecipazione del ministro del Tesoro alle prime sedute. House ha convenuto osservando che l'ass'istenza americana specie in materia finanziaria deve essere proporzionata ai bisogni e non « competitiva • come fu finora. Ho trovato il suo suggerimento eccellente e ne ho caldamente augurato la possibile realizzazione. Mi ha detto pure che egli parteciperà alla prossima seduta del consiglio centrale; dovrà tuttavia partir subito per 'l'Amer'ica perché deve colà lavorare alla preparazione dell' • American Case » nella futura conferenza. Se necessario tornerà a partecipare eventualmente alle sedute nelle quali si dovesse discutere le misure decisive per questioni generali di eccezionale importanza. Generale Elis, capo dl stato maggiore, rimarrà per il momento a Versailles in attesa che il presidente designi altro generale per rappresentare l'America al consiglio militare interalleato.

Il colloquio molto cordiale mi ha lasciato piacevole impressione.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4189/1231. Pietrogrado, .21 novembre 1917, ore 14,10 (per. ore 21,45 del .22).

Majoni mi telegrafa ehe a Mosca si crede generalmente che nuovo stato di cose non possa durare. Si temono violenze da parte guardia rossa. R. console Tiflis telegrafa che maggioranza opinione pubblica del Caucaso contraria massimalisti, ad eccezione città Baku, dove successo massimalista possibile. Perdura grande anarchia amministrazione e aumenta brigantaggio; a Tiflis pure prevedesi breve durata massimalisti. Anche a questo ministero Affari Esteri si fanno previsioni analoghe, sebbene inerzia carattere russo possa prolungare situazione che, in ogni altro paese sarebbe intollerabile. Lenin e Trotzsky isolati in seguito dimissioni undici ·commissari, di cui al mio telegramma 1211 (l) e persino membri massimalisti della Duma municipale si sono dichiarati contrari scioglimento Duma desiderato da Trotzsky (mio T. 1213 (2), ad eccezione ministero delle Finanze, dove sbrigansi affari correnti, amministrazione sempre chiuse, malgrado minacce Trotzsky .togliere tessera del pane agli impiegati. Sebbene alcuni membri di ferrovieri tendano favorire massimalisti, (mio T. 1213) maggioranza però contraria e dipartimento Esteri Pietrogrado avrebbe dichiarato cessare lavoro se massimalisti ostacolassero funzionamento servizio. Si ritiene qui generalmente Trotzsky venduto alla Germania, mentre Lenin squilibrato fanatico sarebbe sincero.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3091/464. Pietrogrado, 21 novembre 1917, ore 16,37 (per. ore 16 del 23).

Questo Ambasciatore d'Inghilterra mi disse che ieri si sono recati da lui Signor Skobeleff e Signor Ciakowsky a nome Associazione contadini. Predetti Signori confidarono confidenzialmente a Buchanan essere loro intenzione recarsi al Quartiere Generale a Moglrileff per tentare di radunare un nucleo di truppe allo scopo di marciare su Pietrogrado per sopprimere massimalisti. Occon-eva però perché raggiungessero intento che Governi alleati dessero assicurazione formale ·che qualora si formasse in Russia un governo stabile riconosciuto dal

14 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

popolo russo ess·i avrebbero acconsentito riunione conferenza per discutere condizioni di pace. In tal caso predetti signori prendevano impegno di mantenere in piedi piccolo esercito per continuare resistenza qualche mese ancora durante ner1odo negoziati. Buchanan rispose che non poteva naturalmente dare assicurazioni richieste ma che avrebbe riferito al suo Governo. Buchanan mi disse noi confidenzialmente che nel telegrafare al Foreign Office quanto precede, aveva appoggiato desiderio predetti signori, riteneva di fatti opportuno per evitare che Russia si gettasse nelle braccia dei Tedeschi che Governi alleati si dichiarassero pronti a • iniziare effettivamente negoziati di pace •, ancorché questi poi non riuscissero a nulla. Negoziati non avrebbero impedito proseguimento della guerra nel frattempo. Buchanan aggiunse che aveva fatto presente ai signori in questione impossibilità per l'Inghilterra di concludere la pace senza garanzie per l'avvenire, che gli alleati non avrebbero mai abbandonato la Russia a meno che questa li abbandonasse. Essi pur ammettendo giustizia suo modo di vedere dichiararono d'altra parte che la Russia esaurita esercito sprovvisto di viveri e nella impossibilità assoluta di continuare la guerra. Buchanan è del parere che alleati dovessero fare tutto ed impedire che Germania si impadronisse delle risorse del paese. Prego segnarmi ricevuta presente (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 478, pag. 323.
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L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4201/1234. Pietrogrado, 21 novembre 1917, ore 21,10 (per. ore 19,10 del 23).

Soltanto oggi ho potuto avere traduzione decreto sulla pace che Governo massimalista fece pubblicare dopo -l'assunzione potere in seguito avvenimenti 8 novembre. Decreto dice Governo operai contadini propone a tutti popoli belligeranti iniziare immediatamente trattative per pace democratica senza annessioni forzate territori altri popoli e senza indennità.

Governo manifesta intenzione sopprimere diplomazia segreta, c1oe condurre trattative con la massima pubblicità e dare alla luce tutti i trattati segreti stipulati passati Governi capitalisti. Propone immediato armistizio tre mesi. Nel rivolgere suddetta proposta Governi e popoli belligeranti. Governo operai e contadini russi fanno appello special modo agli operai coscienti delle tre nazioni belligeranti più progredite e potenti Inghilterra, Francia, Germania e che hanno reso maggior servizio al socialismo.

(l) Ed. in ToscANO, L'inizio della rivoluzione sovietica, cit., pp. 175-176, con data 20 novembre.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4194/1228. Pietrogrado, 21 novembre 1917 (per. il 23).

20 novembre. Partito socialista minoritario ha rivolto operai soldati infiammato appello nel quale denunzia massimalisti quali traditori che aiutano i capitalisti tedeschi ad impadronirsi della Russia. Massimalisti, esso dichiara, promettono pace ma accendono guerra europea che aprirà fronte ai tedeschi e permetterà al loro kaiser di ristorare in Russia lo zarismo e imporre tributi finanziari non mai veduti. Azione massimalisti allontana pace invece avvicinarla.

505

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4230/ 351. Jassy, 21 novembre 1917 (per. il 25).

Telegramma di V.E. 14347 (1).

Con note di questo presidente del Consiglio e ministro de~li Affari Esteri in data di ieri e mia in data odierna trattato di commercio italo-romeno è prorogato d'un anno e cioè al 18-31 dicembre 1918.

Col prossimo corriere spedirò copia della nota.

506

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1482. Roma, 22 novembre 1917, ore 1,30.

Tel. di V.E. 683 (1). R. Governo confermando suo avviso nettamente contrario concessione armi Etiopia e partecipazione Abissinia congresso pace non ha difficoltà aderire al punto di vista inglese accettare primo, terzo, quinto delle condizioni poste da Governo Addis Abeba per rottura relazioni con Imperi Centrali ed espulsione sudditi nemici da territorio abissino, e respingendo condizioni seconda, quarta. Ho telegrafato quanto precede al R. incaricato d'Affari Addis Abeba autorizzandolo unirsi per passo collettivo senso suesposto a

rappresentanti Francia Inghilterra se e quando essi avranno ricevuto identiche istruzioni dai loro Governi. Prego dare comunicazione di quanto precede a codesto Governo.

(l) Non pubblicato.

507

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1840. Roma, 22 novembre 1917, ore 16,15.

Telegramma di V.S. n. 88 (1).

Duolmi mio telegramma 1833 (2) non fu per svista preceduto da avvertenza di comunicazione confidenziale alla persona di V.S. Prego V.S. considerare come non avvenuto mio telegramma suddetto, che Je fu inviato unicamente come comunicazione, che ritengo normalmente doverosa, di qualunque voce a carico e confermo V.S. mia piena fiducia.

508

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1841. Roma, 22 novembre 1917, ore 20.

Mi viene riferito che barone von Lanken, intermediario per le 1110te trattative Briand, si trova attualmente in Svizzera. Egli si sarebbe recato Briga dove si sarebbe trovato anche Schoen già ambasciatore tedesco Parigi che dava come motivo della gita il matrimonio di una propria nipote con segretario serbo. Contemporaneamente si sarebbe recato da Lausanne a Briga tale conte Baracchini di cui fu segretario noto Cavallini. Prego riferirmi quanto Le risulti in merito a quanto precede.

509

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1843. Roma, 22 novembre 1917, ore 21.

(Solo Jassy): Nel comunicare il telegramma di V. S. 535 (3) ai RR. ambasciatori a Parigi e Londra ho soggiunto quanto segue:

(Meno Jassy) R. ministro a Jassy telegrafa quanto segue in data 18 novembre: • Re Ferdinando ha ... ecc. ecc. (come nel telegramma Gabinetto

n. 3070/535).

(Per tutti): R. GoveTno opina doversi dare assicurazione richiesta dal re Ferdinando. Prego. V.E. dare di ciò comunicazione a codesto Governo, agendo perché esso pure consenta alla richiesta. Ritengo opportuno che risposta collettiva venga data al più presto.

(l) -Cfr. n. 497, pag. 336. (2) -Cfr. n. 487, pag. 331. (3) -Cfr. n. 477, pag. 323.
510

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3072/396. Parigi, 22 novembre 1917, ore 21 (per. ore 0,45 del 23).

In una parte dell'opinione pubblica e della stampa si manifesta qui una soverchia tendenza ad attribuiTe i nostri guai militari alla poca combattività del nostro soldato e a non tener conto dei fattori politici, degli intrighi pacifisti ed altri che avevano acceso il morale della seconda armata. Sarebbe cosa assai utHe se qualche autorevole corrispondente di giornale francese, come ad esempio Carrère, illuminasse il pubblico di qui a tale riguardo, dando i particolari che si possono della propaganda pacifista e nemica e mettendo in evidenza la buona condotta delle altre nostre truppe e la prontezza onde quelle stesse che hanno troppo prontamente ceduto aU'offensiva nemica ritornano ora al dovere. Cerco per mio conto di agire in questo senso sulla stampa, ma corrispondenze francesi che venissero di costà avrebbero assai maggiore efficacia.

511

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3057/393. Parigi, 22 novembre 1917, ore 24 (per. ore 4,10 del 23).

Conferenza interalleati r'iunirassi il 29. Saranno invitati alla prima seduta i delegati di tutti gli Stati alleati. Margerie mi parlò anche lui dell'opportunità d'uno scambio preliminare di vedute fra i delegati delle maggiori Potenze. Mi ha detto che il programma è ancora incerto e così la scelta dei delegati francesi. Mi informeTà appena possibile. Questo Governo desidererebbe Um'itarne il numero ma ciò dipenderà da quello che faranno gli inglesi. Da un rapporto dettagliato si sa che verranno Lloyd George e Bonar Law. House arriverà domani. Conferenza sarà secondo ogni probabilità inaugurata da Clemenceau e vi paTteciperà Pichon. Per le ·COnversazioni preliminari sopra accennate converrebbe che i nostri delegati fossero qui al principio della prossima settimana.

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IL COMMISSARIO GENERALE PER I RIFORNIMENTI, MAYOR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4191/832. Londra, 22 novembre 1917, ore 5,40 (per. ore 9,10 del 23).

S.E. Crespi prega trasmettere seguente telegramma:

• Rappresentanti del Governo degli Stati Uniti qui venuti hanno dichiarato che i:l contributo Nord America esportazione grano non può eccedere tre m'ilioni seicentoventimila tonnellate contro sette già preventivate e sulle quali gli alleati avevano basato il proprio programma granario.

Questa circostanza complica la situazione in maniera assolutamente imprevista perché aggiunge aHe difficoltà del tonnellaggio quelle dell'approvvigionamento in se stesso. Wheat excutive Londra avendo immediatamente esaminato la nuova situazione è concordemente venuto alle seguenti conclusioni che io per parte mia pienamente approvo:

Governi alleati dovrebbero tutti d'accordo compiere passi ufficiali presso il Governo degli Stati Un'iti nel senso:

l) che amministrazione americana debba comunque fare in modo che le esportazioni di cereali dal Nord America non siano per i mesi di dicembre, gennaio, febbraio, inferiori ad un milione cento mHa tonnellate mensili;

2) che il Governo degli Stati Uniti diriga tutte le sue energie per assicurare essiccazione granturco esportabile in quantità sufficiente da compensare le defiC'ienze nella esportazione di grano.

Telegrafo nello stesso senso al conte Cellere a cui, peraltro, prego inviare ,telegramma conferma presenti istruzioni ». Crespi.

513

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3076/526. Londra, 22 novembre 1917, ore 22,46 (per. ore 10,45 del 23).

Steed che nelle recenti dolorose circostanze si è mostrato vero e leale amico nostro mi narrava ieri che la Germania aveva interessato il Papa ad intervenire ora per favorire una pace separata tra l'Italia ed i nemici Imperi. Sua Santità avrebbe rifiutato per tema di una reazione neU'op·inione pubblica nazionale.

Steed però assicura non essere lontana una nuova offerta di pace generale sotto gli auspici del Vaticano. A suo avviso converrebbe che gli alleati prevenissero questi passi pacifici con una rinnovata esposizione da parte degli alleati degli scopi della guerra. Per quanto concerne specialmente l'Italia Steed (dominato evidentemente dalla nota sua idea fissa) sostiene che noi potremmo ottenere conseguenze incalcolabilmente benefiche per i nostri interessi anche dal punto di vista deU'affievol'imento dell'ardore nemico se ci facessimo apertamente e pure direttamente campioni della liberazione di tutte le varie nazionalità ora sotto il giogo austro-ungarico.

Riferisco per debito d'Informazione.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3083/524. Londra, 22 novembre 1917 ore 22,46 (per. ore 11,10 del 23).

Hardinge da me interpellato mi diceva che dopo la risposta di questo Governo non si è più sentito parlare delle note aperture pacifiche austroungariche. Sua impressione è che per il momento perdurerà silenzio da parte del nem:ico. Egli però personalmente insisteva nell'opinione che gli austriaci non ne possono più e vogliono assolutamente la pace prima di Natale. Avendo io obiettato che la volontà oggi predominante in Germania non è quella austriaca ma queUa germanica, replicò sua SignoTia che gli Austriaci se messi con le spalle al muro, fin·irebbero per deporre le armi e smetterebbero per conto loro di guerreggiare. Di ciò risposi, mi permettevo fino a prova contraria di dubitare. Hardinge mi disse anche qui esservi sentore dei discorsi del conte Wenkheim (telegramma di V.E. Gab. n. 1827) (1). Da altra persona benissimo informata ho raccolto oggi l'impressione che qui paTe prevalga nel senso cioè che tutti questi assaggi fatti ora dalla Germania ora da,ll'Austria ma sempre in evidente connivenza, altro non sono che insidiosi tentativi di intavolare segrete separate conversazioni coll'Inghilterra per poi informarne subito gli altri alleati nella fallace speranza di seminare zizzania ed alimentare sospetti sulla buona fede del Governo britannico.

Tutto ciò non toglie, a mio remissivo parere, che a noi specialmente nelle attuali dolorose circostanze, convenga p'iù che mai stare cogli occhi bene aperti. Lungi da me ogni idea di dubbio sulla lealtà del Governo Britannico in questa terribile guerra non di Governi ma di Nazioni intere, è sempre prudente contemplare i travolgenti movimenti delle opinioni pubbliche nell'eventualità di offerte di pace sostanzialmente eque ma pur non soddisfacenti aUe rivendicazioni di ciascun singolo alleato. Circa tale argomento per noi di così capitale importanza giudicherà il R. Governo sulla convenienza ed eventualmente sul modo di provocare, nei prossimi colloqui intimi di Parigi tra i Primi Ministri, esaurienti rassicuranti spegazioni da parte di Lloyd George nonché di Olemenceau e di Pichon animati a nostro riguardo di sentimenti più amichevoli dei loro predecessori. In vista poi dell'ormai incontestabile collasso russo, sorgente e causa precipua delle nostre disgTazie, giudicherà

pure V.E. circa il momento ed il modo di venire all'indispensabile fine del regolamento della questione in Asia Minore mediante l'accettazione da parte Francia della nota formula qui concordata tra V.E. e Cecil ovvero di altra qualsiasi che comunque consacrasse definitivamente l'acquisto del nostro titolo legale all'attribuzione quando che sia all'Italia dei territori e sfera d'influenza sanc'ita negli accordi.

Tutti i nostri dolorosi rovesci e le tristi cause che l'hanno determinati non possono davanti al sereno e leale giudizio dei nostri Alleati distruggere il fatto incontrovertibile che noi ci siamo impegnati a fare la guerra a quattro ponendo come condizione essenziale quella efficace cooperazione russa che ci è precisamente mancata e che se fosse stata data avrebbe già mutato totalmente con beneficio della causa comune tutto l'andamento ed il risultato delle nostre operazioni militari.

(l) Cfr. n. 471, pag. 320.

515

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3077/527. Londra, 22 novembre 1917, ore 22,56 (per. ore 11,40 del 23).

Il ministro di Romania mi disse ieri che in seguito alle istruzioni di Bratiano si proponeva d'accordo coi suoi colleghi di Grecia e Serbia di fare un passo presso questo Governo per spingerlo a fare sentire a quello americano la convenienza di dichiarare la guerra all'Austria, aLla Turchia e alla Bulgaria. Il m·inistro di Romania aggiunse che tastato il terreno previamente aveva trovato disposizioni favorevoli. Mi chiese se sarei stato eventualmente disposto a dire a Balfour una parola in appoggio. Risposi che personalmente non vi ravvisavo obiezioni. Avrei però chiesto prima a V.E. l'autorizzazione che le sarei grato favorirmi. Come V.E. avrà rilevato del resto dal mio telegramma n. 522 (1), già ho intrattenuto dell'argomento il colonnello House. Se Ella mi autorizza potrei informarne Misu.

516

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3099/467. Pietrogrado, 22 novembre 1917, ore 21,35 (per. ore 4,10 del 25).

Mio telegramma Gab. n. 464 (2).

Buchanan mi ha spiegato oggi che parlando di negoziati di pace intendeva dire non diretti colla Germania ma interalleati allo scopo di stabilire obiettivi di guerra e possibili condizioni cessazione.

(l) -Cfr. n. 500, pag. 339. (2) -Cfr. n. 502, pag. 341.
517

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3104/465. Pietrogrado, 22 novembre 1917 (per. ore 4,10 del 25).

Consiglio supremo dei commissari del popolo ha pubblicato oggi se

guente comunicato: • Consiglio dei commissari del popolo per delegazione consiglio dei Soviet si è assunto impegno d'l proporre a tutti i popoli e Governi belligeranti un armistizio immediato su tutti i fronti e l'inizio immediato di trattative per concludere pace su base democratica. Essendo potere dei Soviet ormai rafforzato nei punti più importanti del Paese, Consiglio commissari ritiene indispensabile fare immediate 'Proposte formali armistizio a tutti i paesi sia alleati che nemici. Commissione è stata indirizzata ai rappresentanti delle Potenze alleate in Pietrogrado. Per conseguenza commissioni ordinan~ al Comando supremo di rivolgere immediatamente ai comandanti esercito nemico proposta di arrestare subito operazioni di guerra aLlo scopo di iniziare trattative di pace.

In pari tempo Consiglio dei commissari ordina: l) di comunicare al consiglio stesso lo svolgersi delle trattative ~coi rappresentanti degli eserciti nemici; 2) di sottoscrivere armistizio soltanto col consenso preventivo del consiglio dei commissari •.

Firmato Lenin, Trotzky, Kr'llenko.

Appena venuto a conoscenza di quanto precede mi sono recato presso l'ambasciatore di Francia e d'Inghilterra che mi dissero di avere dato istruzioni ai capi missione militare presso il Quartiere generale di protestare presso il generale Dukhonin contro l'infrazione dell'accordo del 5 se,ttembre 1914. Ho perciò indirizzato al generale Romei seguente telegramma: • In seguito decisione presa odierna riunione capi missione alleati pregola associarsi passi fatti suoi colleghi di Francia, Inghilterra per protestare modo più reciso presso generale Duhonin contro proposta armistizio che costituisce flagrante violazione accordo 5 settembre 1914 ed ove attua avrebbe gravissime conseguenze Russia •.

518

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. 3115/466. Pietrogrado, 22 novembre 1917, ore 21,35 (per. ore 23 del 25).

Mio Tel. 465 (1). È pervenuta oggi alla R. ambasciata la nota qui appresso trascritta, firmata Trotzsky: • Colla presente ho l'onore informarvi che il congresso na

zionale dei Consigli dei deputati degli operai e soldati ha stabilito il 26 ottobre scorso vecchio stile un nuovo Governo della Repubblica russa sotto forma di consiglio dei commissari del popolo. Presidente di tale Governo è il Signor Lenin e la direzione politica estera è stata a me confidata Quale commissario del popolo per gli affari esteri.

Nell'attirare attenzione vostra sul testo della proposta d'armistizio e pace democratica senza annessioni nè indennità fondata sul diritto dei popoli di disporre di sè stessi ho l'onore pregarvi volere considerare differimento come una proposta formale di armistizio senza indugio su tutti i fronti e dell'inizio senza ritardo dei negoziati di pace, una proposta che il Governo plenipotenziario della Repubblica russa indirizza simultaneamente a tutti i popoli e governi belligeranti. Vi prego gradire assicurazione estrema perfetta considerazione e rispetto profondissimo del governo dei Consigli per il popolo italiano il quale anche come tutti gli altri popoli esaurito daH'attuale macello non può non desiderare ardentemente la pace •.

In seguito tale comunicazione Ambasciata d'Inghilterra convocò oggi capi missioni alleati per stabilire comune linea di condotta. Buchanan fece rilevare prima di tutto che di fronte minacciata doppia violazione accordi da parte massimalisti, cioè proposta armistizio (mio telegr. gab. 465) (l) e pubblicazione trattative segrete (miei tele·grammi 1213 (2), 1214 (3) e 1234 (4) non poteva esservi assolutamente questione riconoscere in alcun modo governo russo massimalista ed entrare in benché minima relazione col medesimo.

Fu deciso dunque quanto segue:

• Circa forma della risposta da darsi dai Governi alleati alla surriferita nota Trotzsky, risposta non doveva essere data da questi rappresentanti esteri ma indirettamente dai rispettivi Governi, cioè sia mediante dichiarazioni dei ministri de~li affari esteri nei parlamenti sia mediante comunicati da diramarsi alla stampa.

Circa tenore della risposta Governi alleati dovevano ispirarsi seguenti principi: che essi non potevano riconoscere un governo creato unicamente dalla forma, ma solo ... (5) rappresentante vera volontà popolo russo. Che governi alleati non avevano nessuna intenzione abbandonare Russia che sono disposti venirle in aiuto con tutti i mezzi possib'ili per riorganizzare esercito industrie che sono persino disposti discutere con governo russo obiettivi guerra, condizioni pace. Se però persistesse Russia attuale politica violazione accordi governi alleati avrebbero dovuto pensare ai propri interessi •.

Riunione intera è stata d'accordo che occorre sostenere in tutti i modi elementi sani della Russia e restare fedeli agli amici negando ai Massimalisti o·gni appoggio. Riunione desidera inoltre che Governi alleati non affrettino risposta alla nota Trotzsky ma temporeggino in attesa avvenimenti. Quanto relazioni di puro fatto con il governo massimaUsta fu deciso incaricare ConsoU ... (5) pratiche quali visite permessi circolazione ecc.

È stato deciso pure massima segretezza e che pur ammettendo coi giornalisti ricevuta nota Trotzsky non si doveva d'ire che medesima è stata trasmessa ai governi per non incoraggiare massimalisti (1).

(l) Cfr. n. 517.

(l) -Cfr. n. 517, pag. 349. (2) -Cfr. n. 478, pag. 323. (3) -Non pubblicato. (4) -Cfr. n. 503, pag. 342. (5) -Gruppo indecifrato.
519

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. UU. 1849. Roma, 23 novembre 1917, ore 18,30.

Presidente del Consiglio ed io stesso intendiamo recarci Parigi per conferenza 'interalleati e colloqui preliminari. Prego telegrafarmi urgenza se Ella ritiene opportuno nostro arrivo Parigi lunedì o se sufficiente martedì.

520

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3092/398. Parigi, 23 novembre 1917, ore 20,40 (per. ore 23).

Telegramma di V. E. n. 1843 (2).

Pichon mi ha detto che il re Giorgio ed il presidente Poincaré hanno inviato ciascuno un messaggio al re di Romania per confermargli che tutti gli impegni presi verso la Romania saranno mantenuti salvo s'intende che essa faccia la pace separata. Proposta contenuta nel telegramma cui rispondo è stata prevenuta e Pichon mi espresse la speranza che S.M. il re invierà messaggio analogo al re di Romania. Pichon si mostrava assai preoccupato della situazione che gli avvenimenti russi creano alla Romania e si proponeva di agire per mezzo della missione militare francese a Kiev per vedere se non si potesse trarre dal mezzodì della Russia qua1che elemento d'l so·ccorso ai romeni. Si proponeva anche di studiare la possibilità di un intervento di truppe giapponesi.

521

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3081/397. Parigi, 23 novembre 1917, ore 20,40 (per. ore 23,10).

Pichon mi ha detto che alla prima seduta che avrà luogo il 29 assisteranno i delegati di tutti gli stati alleati. Quindi si costituiranno le sottocom

missioni per esaminare le singole questioni d'ordine tecnico-finanziaro ed economiche. Le questioni militari saranno riservate al comitato militare permanente. Frattanto i delegati delle Grandi potenze esamineranno in riunioni ufficiose le questioni politiche. Alla prima seduta la Russia sarà rappresentata da incaricato d'affari, nuovo ambasciatore, per evidenti ragion'i, non avendo ancoTa potuto presentare credenziali. Egli però sarà invitato, ove ne sia il caso, aUe conferenze ufficiose sopraccennate.

(l) -Ritrasmesso a Londra da De Martino, con t. gat. 1866 del 26 novembre, con la seguente aggiunta: « Sarò grato a V.E. volermi accusare ricevuta del Telegramma presente». (2) -Cfr. n. 509, pag. 344.
522

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3088/89. Berna, 23 novembre 1917, ore 20,50 (per. ore 1,40 del 24).

Informazione che è oggetto del telegramma di V.E. Gab. n. 1841/48 (l) è stata telegrafata a Parigi alcun'i giorni or sono in termini quasi identici da questo ambasciatore di Francia.

Sta il fatto che von Lanken, già consigliere dell'ambasciata tedesca a Parigi ed oggi capo sezione politico della Kommandantur tedesca a Bruxelles e persona di fiducia di Kuhlmann, si recò a Briga con Schon il 12 corrente e che si trovava colà ancora il 20 corrente. ll Baracchini vi si era già recato uno o due giorni prima ma la coincidenza può essere puramente fortuita. Briga non può costituire ·in questa stagione lo scopo di una gita di piacere ed il matrimonio deLla nipote di Schon Signorina de Groote, figlia dell'ex ministro del Belgio a Berna, con Ristich, segretario di questa Legazione di Serbia, avvenuto giorni fa a Berna non può costituire un plausibile pretesto per una gita a Briga.

Nulla finora mi risulta c'irca lo scopo che può aver avuto il viaggio a Briga di questi due personaggi. Attendo notizie ulteriori e riferirò quanto Baracchini ... (2). Egli ha già formato argomento d'i mia corrispondenza con ministero dell'Interno principalmente a cagione della cognata con lui convivente e sulla quale pesavano sospetti.

Circa probabilità che egli possa essere coinvolto in conversazioni politiche di qualche importanza sarei propenso ad escluderlo data la nessuna serietà della persona.

(l) -Cfr. n. 508, pag. 344. (2) -Gruppi indecifrati.
523

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR.P. 3085/529. Londra, 23 novembre 1917, ore 22 (per. ore 3,45 del 24).

Balfour mi ha dato lettura testè di un telegramma in cui ministro d'Inghilterra a Berna riferisce risultargli da fonte ineccepibile che attraverso banche svizzere furono in questi ultimi giorni passate 'in Italia dalla Germania somme ingenti che si ritengono destinate a scopo di più intensa propaganda. In questa occasione Balfour, senza soffermarvisi, ha vagamente in termin'i generalissimi accennato ad istruzioni date a Rodd per relativa conversazione con V. E. sull'argomento di cui al mio telegramma Gab. segreto n. 519 (1).

524

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4205/737. Londra, 23 novembre 1917, ore 22,05 (per. ore 6 del 24).

Notizie eroica resistenza nostre truppe destano generale compiacimento e sincera ammirazione che ho potuto io stesso tangibilmente constatare in questi ultimi giorni. Pubblico segue con manifesta premurosa ansietà andamento nostre operazion'i e per quanto risultati appaiano ancora incerti, le contempla con maggiore ottimismo.

Giornali pubblicano articoli ispirati a viva simpatia con ,chiara tendenza a incoraggiare nostra resistenza in attesa non lontana entrata in linea truppe atl.leate.

Segnalo bellissimo articolo Daily Telegraph di avantieri. Odierno Times scrive che • l'indomita difesa degli italian'i nel Veneto rimarrà sempre come una delle più memorabili battaglie dehla guerra •. Ed aggiunge che • finora gli italiani hanno combattuto unicamente con proprie forze ed hanno nobilmente vendicato onore proprio esercito •. Sarà bene continuare invio frequenti comunicati illustrativi del tipo di quelli recentissimi che per forma e sostanza mi sembrano eccellenti.

Debbo pure segnalare spirito eminentemente amichevole per noi cui si sono finora ispirate corrispondenze dei giornalisti inglesi nostro fronte. Prego comunicare S.E. Gallenga.

(l) Cfr. n. 481, pag. 325.

525

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 42061741. Londra, 23 novembre 1917, ore 22,05 (per. ore 6 del 24).

Segnalo articolo odierno Morning Post dal titolo • Vaticano ed Alleati •. Articolo è molto severo. Addebita al Vaticano laTga responsabilità nostre disgrazie: gli rimprovera indifferente, parziale atteggiamento verso il Belgio, lo accusa di essere fino dal principio stato propenso all'Austria e di avere di recente furtivamente ma attivamente sposata causa austriaca.

Articolo deplora innocenza FoTeign Office che seguendo sistema adottato al riguaTdo tradimento re Costantino ignora, senza dubbio, ufficialmente e diplomaticamente attività Vaticano circa la quale opinione pubblica britannica francese, italiana non nutriva alcuna illusione.

Il Paese ha diritto di chiedere quali siano vedute Governo circa contegno Vaticano e se fu diretta alcuna protesta alla Santa Sede.

Articolo conclude con questo strano passaggio: • Come stanno oggi le cose noi non possiamo non concludere che in Italia vi è un centro di scontento in lega segreta col mortale nemico dell'Italia. Se di nuovo il Vaticano reclama esercizio potere temporale noi dovremmo essere gli ultimi a negarlo, ma dovremmo esigere che H Vaticano dichiari definitivamente da quale parte egli si schiera ed in base a ciò situazione verrebbe esaminata. La scusa della neutralità non regge più ".

526

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4207/738. Londra, 23 novembre 1917, ore 22,05 (per. ore 7 del 24).

Agenzia Reuter informa che Gabinetto britannico non autorizza rilascio passaporti a sudditi britannici diretti Svizzera per prender parte cosiddetta conferenza della pace.

Esso prescrive ·inoltre immediato ritiro passaporti sudditi britannici residenti Svizzera qualora desiderino partecipare detto convegno.

527

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4209/740. Londra, 23 novembre 1917, ore 10,05 (per. ore 10 del 24).

ArUcolo di fondo odierno Times riferendosi attuale sttua2lione russa e armistizio chiesto da Lenin invoca cessazione di qualsiasi aiuto finanziario e m!ilitare alla Russia. Il linguaggio è energico ma purtroppo giunge tardivo. Occorreva tenerlo qualche mese fa e non abbandonarsi come hanno concordemente fatto Governo, opinione pubblica britannica, a chimeriche illusioni, chiudendo occhi su fatali inevitabili risultati famosa rivoluzione russa di cui purtroppo siamo stati noi a subire conseguenze.

528

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4238/1240. Pietrogrado, 23 novembre 1917, ore 14,40 (per. ore 4 del 26).

Riassumo sommariamente discorso Trotzsky al Comitato del soviet. Disse rivoluz,ione massimalista non essere usurpazione potere ma inaugurazione nuova epoca storia. Classi dirigenti Europa non credevano vittoria massimalisti ma partito va sempre più rafforzandosi e acquistando simpatia contadini soldati. Persino diplomatic'i esteri rendevansi ormai conto che occorreva trattare coi massimalisti e gradatamente andavano entrando relazioni. In Italia dove più forti disillusioni guerra notizie rivoluzione accolte entusiasmo e America avendo raggiunto scopo indebolire Europa mostravasi anche conciliante. Germania obbligata da grave situazione economica favorire qualunque movimento pacifista.

Trotzsky disse pure essere ormai possesso trattati segreti rimessigli da Neratoff che avrebbe prossimamente pubblicato proposta armistizio e pubblicato tutte le lingue appello alla pace che avrebbe fatto distribuire tutti i paesi proletari per ottenere pace avrebbe impiegato tutti mezzi pressione governi occidentali e pace che sarebbe conclusa massimalisti non sarebbe patto vergognoso ma avrebbe permesso fraterna convivenza Russia altri popoli Europa.

529

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4239/1246. Pietrogrado, 23 novembre 1917, ore 21,42 (per. ore 4 del 26).

Organo del Soviet ha pubblicato seguenti documenti diplomatici segreti del ministero degli Affari Esteri russo:

l) promemoria senza data relativo accordo russo-italiano circa Turchia e Persia. 2) Telegramma di Sazonoff all'ambasciatore di Russia a Parigi, in data 5 marzo 1915, concernente questione Costantinopoli e Stretti.

3) Telegramma di Sazonoff all'ambasciata di Russia a Parigi, del 7 marzo 1915, concernente compenso alla Russia in Turch·ia e questione luoghi santi musulmani.

4) Telegramma di Sazonoff all'ambasciata di Russia a Parigi, del 25 febbraio 1916, concernente conferenza interalleati di Parigi. In detto telegramma ministro espone punto di vista del Governo russo sulle questioni polacche e scandinava ed espulsione sudditi tedeschi dalla Cina.

5) Telegramma di Pokrowsky all'ambasciatore di Russia a Parigi, del 30 gennaio 1917, concernente libertà d'azione degl'i alleati circa delimitazione loro future frontiere con la Germania.

6) Telegramma di Isvolsky al ministro degli Affari Esteri, del 13 febbraio, nel quale è annunziata avvenuta comunicazione a Briand del contenuto telegramma 507.

7) Copia di una nota del Ministero Affari Esteri all'Ambasciatore di Francia a Pietrogrado, del 14 febbraio 1917, colla quale Governo imperiale accoglie punto di vista del Governo della Repubblica circa futuro assetto sue frontiere colla Germania.

8) Terlegramma di Izvolsky al Ministero degli Affari Esteri, in data 11 marzo 1917, concernente riconoscimento da parte Francia libertà d'azione alla Russia circa futuro assetto sue frontiere occidentali.

9) Telegramma di Tereschenko ai rappresentanti russi a Parigi, Londra, Washington, Tokio, Stoccolma, 31 agosto 1917 concernente affare Korniloff.

10) Telegramma di Terescenko agli Ambasciatori a Parigi, Londra del 30 settembre 1917, nel quale rivelasi disposizione Governo Provvisorio ad accogliere concorso aLleati per riorganizzare trasporti, industrie russe.

11) Telegramma Terescenko ai rappresentanti russi, deJ. 9 ottobre 1917, nel quale annunziasi formazione Gabinetto coalizione e si delucida situazione interna. Telegramma di Terescenko agli Ambasciatori Londra, Roma concernente passi fatti dai rappresentanti Inghilterra, Francia, Italia presso Governo Provvisorio per sollecitare ristabilimento disciplina esercito russo e risposta di Kerensky.

12) Telegramma Terescenko all'Ambasciatore a Washington, del 9 ottobre, concernente risentimento Governo Provvisorio per passi fatti presso Governo degli Stati Uniti dagli ambasciatori d'Inghilterra, Francia, Italia per ristabilimento disciplina esercito.

13) Telegramma Terescenko ai rappresentanti a Roma, Londra, Parigi, delli 11 ottobre, manifestante risentimento Governo provvisorio per passi ambasciatori alleati e contenente preghiera non darvi pubblicità.

14) Telegramma Tereschenko ai rappresentanti russi concernente situazione ·interna.

15) Documento senza data contenente idea manifestata da Terescenko ai rappresentanti all'estero sulla presa di Riga, evacuazione Pietrogrado e opinione pubblica paesi alleati nei riguardi Governo provvisorio.

16) Telegramma dell'incaricato d'affari russo a Berna, del 17 settembre 1917, concernente segreti abboccamenti in Svizzera di finanzieri inglesi francesi e germanici per scambio vedute circa basi di trattative di pace (1).

530

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

D. 44. Roma, 23 novembre 1917.

Da buona fonte m'i vengono riferite impressioni sui sentimenti francesi a nostro riguardo e sulla influenza che le attuali vicende militari italiane hanno esercitato su tali sentimenti, che credo opportuno riassumere qui appresso:

• Poco alla volta J.'Italia si era imposta alla mentalità francese per le sue virtù, per le sue energie e per le sue magnifiche affermazioni di grande potenza. Ciò aveva fatto sorgere nell'animo di quel popolo un sentimento di rispettoso timore, più che di vera e sincera stima.

Questo sentimento però, tutt'altro che radicato nell'animo francese, era destinato a cadere alla prossima occasione. Invero gli ultim'i avvenimenti militari hanno messo alla prova l'animo francese verso di noi, che non ha potuto soffocare più oltre l'antica mal celata animosità.

La stampa che finora, in omaggio all'alleanza ed in grazia al felice andamento della nostra guerra aveva dovuto far coro a'i lusinghieri giudizi sull'Italia, si è affrettata a cogliere l'occasione per potere finalmente riprendere i suoi aspri apprezzamenti ed il tono di ostentata superiorità. Il Genera,le Verraux appena avuta notizia del doloroso rovescio da noi subito, ha subito pubblicato, col solito senno del poi, un articolo con acerbe critiche

allo schieramento del nostro Esercito, definendolo non soltanto difettoso, ma foriero di disastri; il Journal des Débats, l'Eclair e l'Information hanno esplicitamente manifestata la loro sfiducia negli alti comandi italiani, suggerendo persino di sostiturli con Quelli francesi. Gravissime accuse si leggono p<>i su quasi tutti i giornali sulla scarsa consistenza del nostro esercito, di cui si vogliono dimenticare al più presto le magnifiche prove di eroismo date in due anni di guerra.

Come se la presenza entro la cerchia delle Alpi delle truppe germaniche non bastasse o documentare l'estensione della nostra guerra contro tutto il blocco centrale, in Francia vi ha ancora chi invoca la ritardata dichiarazione di guerra alla Germania, per rivangare sospetti e diffidenze. Così pure altre critiche vengono mosse alla nostra politica di economia degli effettivi. Il Temps difatti scrive ,che • è molto comodo invocare il fronte unico per coloro che hanno sempre economizzato i sacri:llizi • e la Libre Parole, appreso dai bollettini austriaci H numero dei nostri prigionieri, rivela il suo lungo desiderio, scrivendo • esser sperabile che l'Italia si decida a chiamare finalmente sotto le armi gli uomini di età superiore ai 42 anni •.

Tutte le classi sociali -elevate e popolari -sono fermamente convinte che sarà la Francia a salvare gli Alleati ed a riorganizzare il nostro esercito; e guardano all'Italia con un sentimento di doloroso compatimento, reso a noi più sensib'ile dal silenzio della stampa più amica dell'Italia.

In sostanza, malgrado gli aiuti materiali che ,così prontamente stanno accorrendo dalla Francia in Italia, i rapporti morali attraversano in questo momento, una fase ben triste, forse paragonabile a quella che precedette la nostra dichiarazione di guerra alla Germarria •.

Ignoro se tali siano sentimenti francesi a nostro riguardo. In caso affermativo conto sull'attiva opera di V.E. perché vengano nella misura del possibile e gradatamente modificati. Come dato di fatto osservo che l'affermazione del Temps (essere desiderabile che l'Italia si decida a chiamare finalmente sotto le armi gli uomini di età superiore ai 42 anni), non risponde a verità poiché si trovano sotto le armi tutti i nati nell'anno 1874.

(l) Si riporta il testo integrale del t. 4262/1262 del 25 novembre, da Pietrogrado relativo allo stesso argomento: « Organo dei Soviet continua pubblicazione documenti del ministero degli affari esteri russo. Notevole fra essi un promemoria nel quale sono riepilogate le trattative degli alleati con l'Italia per la sua entrata in azione •.

531

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1918/1626. Parigi, 23 novembre 1917.

Il Signor Dmowski, Presidente del Comitato Polacco riconosciuto secondo il telegramma dell'E. V. del 16 corrente n. 1461 dai Governi alleati, è venuto a vedermi e mi ha rimesso l'unito documento diretto alla E.V. nel quale vengono riassunti gli scopi che si prefigge il Comitato ed ill suo modo di vedere intorno alla questione pola,cca ed alle altre concernenti le varie nazionalità che fanno parte dell'Impero austro-ungarico.

Nel rimettere qui allegato aHa E.V. il rapporto del Signor Dmowski mi valgo dell'occasione....

DMOWSKI A SONNINO

Parigi, 20 novembre 1917.

Le Comité National PolomJ.is croit de son devoir de soumettre à V. E. ses considérations sur certains moyens de lutte contre les putissances centrales qui, à son avis, pourraient contribuer à la défaite de celles-ci.

Malgré le succès des opérations militaires sur le front occidental et en AsieMineure, la cause des Alliés est menacée assez sérieusement, à l'heure qu'il est, l) parr la défaite ita,lienne et 2) par la tournure qu'ont prise les événements en Russie.

Ces deux échecs nous démontrent clairement l'importance de l'offensive politique de l'Allemagne dans sa lutte contre les Alliés. Les récents succès allemands sur le front itaU.en sont certainement dus en partie à la propagande pacifiste des agents al1emands en Italie et ce sont également les agissements politiques de l'Allemagne qui ont amené 1a désorganis,ation de l'armée russe et qui, actuellement poussent la Russie vers la paix. L'offensive politique des Empires centraux s'est, du reste manifestée dans tous les pays alliés, en provoquant parmi certains éléments de fortes tendances pacifistes.

La faiblesse des Alliés vis à vis des puissances centrales consiste surtout dans le fait que ceux-ci se bornent à une offensive militaire et économique, tandis que dans le domaine politique, ils restent sur la défensive. Ils combattent leurs pacifistes et déclarent n'avoir point de tendances agressives; jusqu'à présent ils n'ont pas essayé (excepté en Arabie) d'attaquer les point faibles de l'ennemi. Et oependant, les Empires centraux présentent certains còtés poU.tiques passibles d'atte1intes efficaces, et qui jusqu'à présent n'ont pas été sérieusement visés.

L'Allemagne forme sur son territoire national une unité très forte qu'il serait peu aisé d'attaquer au point de vue politique. Il est vrai qu'elle a ses difficultés intérieures, mais celles-ci se développant d'une façon indépendante, il y a bien peu de chances pour que les Alliés puissent ,en influenCI€r le cours.

Le terrain politique sur lequel une attaque des Alliés peut etre couronnée de succès est celui de l'Autriche-Hongrie et de la Pologne.

Les rapports toujours tendus des Allemands et des Hongrois avec les autres nationalités de l'Autriche-Hongrie, le sont devenus encore bien plus pendant la guerre. Il existe dans certa,ines régions de la Monarchie en Bohéme, par exemple, un ferment contenant des germes de révolution. Si l'on considère que, dans l'armée austro-hongroise formée sur une base territoriale, les régiments sont assez homogènes comme race (fait qu'on a du reste cherché à atténuer au cours de la guerre), on comprendra aisément que des mouvements révolutionnaires parmi les différentes nationalités de l'Empire auraient fatalement une répercussion dans l'armée, ce qui pourrait en amener la désorganisation.

La cause principale qui retient ces manifestations c'est la conviction que les Alliés n'ont pas J',intention de supprimer la Monavchie des Habsbourgs et que les peuples qui subissent actuellement le joug allemand et magyar sont condamnés à le subir également après la guerve. Les leaders politiques de ces nationalités opprimées considèrent qu'il est impossible dans ces conditions d'entamer une lutte contre la Monarchie austro-hongroise.

Si ces peuples avaient la certitude que les Alliés victorieux leur apporteront la liberté, que les Polonais, les Italiens, les Serbes et les Roumains, aujourd'hui sujets austro-hongrois seront incorporés demain à la Pologne, à l'Italie, à la Serbie et à la Roumanie que les Tchèques obtiendront leur indépendance politique, le mouvement anti-allemand et anti-hongrois de ces peuples prendrait C'ertes, des proportions qui pourraient fortement paralyser l'action de l'AutricheHongrie dans cette guerre.

Le second point propice à une attaque des Alliés est la question polonaise. La révolution ayant amené la désorganisatdon de la Russie, et les Allemands ayant perdu ainsi un puissant adversaire dans l'est, cette question a acquis une importance primordiale. Après la guerre le seui adv,ersaire sérieux de l'Allemagne dans l'est ne pourra ètre que l'Etat polonais, s'il obtient les conditions qui lui permettra1ient de s'opposer à son puissant voisin de l'ouest. Et ces conditions sont: l) la suppression de la domination allemande sur les territoires qui séparent la Pologne de la Baltique par l'incorporation à celle-là de tous les territoires polonais appartenant aujourd'hui à l'Allemagne, y compris les embouchures de la Vistule et du Niemen; 2) la suppression de la domination allemande sur les petites nationalités de l'Europe centrale, autrement dit, 1e démembrement de l'Autriche.

Si ces deux conditions n'étaient pas remplies, le futur Etat polonais, devrait forcément dépendre de l'Allemagne, et les Polonais seraient dans l'impossibilité de faire une politique anti-allemande.

La menace que représentent les négociations de paix entre les Empires centraux et la Russie, crée une situations très dangereuse dans la question polonaise.

Le programme des conditions de paix élaboré par le • Soviet • pour la prochaine conférence des Alliés exig,e entre autres l'évacuation par les AustroAllemands de tout le territoire de l'Etat russe, occupé par eux, donc l'évacuation du Royaume de Pologne, le • Soviet • offre à la Pologne russe le droit de librement disposer d'elle-mème. Il est compréhensible qu'on ne peut inventer une menace plus effrayante pour les Polonais, que celle de vouloir livrer la partie principale de la Pologne à l'expérimentation révolutionnaire du • Soviet •.

Les Empires centraux ne manqueront certainement pas d'exploiter ce fait pour faire un chantage aux Polonais, en leur posant cette alternative: ou bien de revenir à la Russie, ou d'accepter la solution de la question polonaise telle qu'ils la leur proposent.

Cette solution, comme an peut en conclure d'après les nouvelles qui nous parviennent sur les récents pouprurlers entre Berlin et Vienne, est de piacer le Royaume de Pologne ou du moins la plus grande partie de oelui-ci sous le sceptre de l'Empereur d'Autriche.

Si cela arrivait, si l'Empereur d'Autriche devenait Roi de Pologne pendant la guerre, il se croirait par ce fait, en droit de lever une armée en Pologne, et d'en faire usage encore pendant cette guerre. En tout cas les Empires centraux sel'a1ent assurés que, dans la prochaine guerre, toute la Pologne sera forcée de combattre à leurs còtés. C'est une perspective absolument désespérée pour les Polonais, mais tout s'arrange de façon à leur enlever l'espoir en un autve avenir.

C'est ainsi que les Allemands gràce à leur initiative et à leur activité

inlassable, font contre les Alliés une offensive dangereuse sur le terrain de la

question polonaise.

Les Alliés pourraient facilement y parer s'ils se décidaient à attaquer l'ennemi

sur le mème terrain, en prenant l'engagement de reconstruire un Etat polonais

sur tout le territoire national de la Pologne, y compris les province,s qui appar

tiennent à l'Allemagne et à l'Autriche avec l'embouchure de la Vistule et Dantzig,

un Etat dont le territoire serait assez vaste et la population assez nombreuse pour

qu'il puisse dans l'avenir s'opposer à l'Allemagne.

Les Polonais auraient alors la certitude, qu'en cas de victoi11e des Alliés,

ils swaient indépendants de l'Allemagne et ils puiseraient dans cette cerhltude

la force de résister et de supporter les plus grands sacrifices.

Le Comité National Polonais qui est en contact avec les organisations politiques

en Pologne, et qui 1es soutient dans leur lutte contre les intrigues des Empires

centraux, reçoit dans 1es derniers temps des rapports qui prouv,ent que le pays

entier attend un ade des Alliés dans lequel ceux-ci proclameraient leur ferme

décision d'assurer à la Pologne après la guerre les conditions d'une indépendance

complète.

La meilleure preuve du succès de l'offensive politique allemande dans les

pays alliés, c'est 1e fait que les Empires centraux y ont trouvé dans la question

de l'Autriche-Hongrie, ainsi que dans la question polonaise, de nombreux défen

seurs qui font leur possible, pour empecher une attaque des Alliés sur ces deux

points. Un grand nombre d'hommes politiques tiìchent de prouver qu'il est dans

l'intéret des Alliés de souver l'Autriche-Hongrie, ,et d'autres soutiennent qu'il ne

faut pas songer à supprimer la domination allemande à Dantzig, que ce serait

meme dangereux, car 1es Allemands ne pourraient jamais se résigner à cette

perte. Autant dire que la Pologne devra rester à l'avenir entièrement dans la

sphère de l'influence allemande, et par conséquent, la Russie devenir un • hinter

land • allemand.

Si cette action qui est menée dans les pays alliés, par les uns sciemment, par

les autres inconsciemment, au profit des Empires centraux, n'est pas !'adicalement

enrayée, les Alliés ne pourront faire qu'une offensive militll~We et économique, et

ils resteront dans le domaine politique, sur la défensive jusqu'à la fin de la

guerre. L'expérience récente nous démontre combien une attitude pareille est

dangereuse.

La prochaine conférence des Alliés sur les buts de la guerre, présente une

occasion de porter à l'ennemi un coup polimque qui peut provoquer chez lui de

graves complications intérieures, et avoir une forte répercussion dans son armée.

Nous nous permettons de soumettre à V. E. la proposition que la Fl'ance, l'Angleterre, l'Italie et les Etats-Unis concluent une convention dans laquene oes Puissances reconnaitraient comme buts de guerre, qu'ils s'engag1ent à réaliser en cas de victoire ce qui suit:

l -La reconstitution d'un Etat polonais indépendant qui comprendrait les territoires polonais appartenant jusqu'à présent à la Russie, à l'Allemagne et à l' Autriche, qui possèderait la partie de la cote baltique avec les embouchures de la Vistule et du Niemen et la partie polonaise de la Silésie, et qui aurait une étendue assez vaste ainsi qu'un nombre d'habitants assez important pour lui assurer la position d'une puissance européenne.

2 -La libération, dans la Monarchie des Habsbourgs, des nationalités qui se trouvent aujourd'hui sous la suprématie des Allemands et des Magyar,s en incorporant les territoires polonais, italiens, roumains et serbo-croates aux Etats auxquels les attachent les liens d'unité nationale, et en créant un Etat tchèque indépendant, comprenant la Boheme, la Moravie, la partie tchèque de la Silésie et la partie septentrionale de la Hongrie, habitée par les Slovaques.

Cette convention devrait etre rendue publique afin que tous les peuples intéressés en eussent connaissance.

Si ces questions devaient etre discutées à la prochaine conférence des Alliés, et si les représentants des Gouvernements jugeaient nécessaire d'avodr des éclaircissements plus amples à ce sujet, le Comité National Polonais se tient à leur disposition pour déléguer son l'eprésentant à cette fin.

532

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'l'. GAB. 3093/399. Parigi, 24 novembre 1917, ore 8,10 (per. ore 11,55).

Telegramma di V. E. n. 1849 (1).

Ritengo sufficiente arrivo martedi.

(l) Cfr. n. 519, pag. 351.

533

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1856. Roma, 24 novembre 1917, ore 21.

(Solo Pietrogrado) Nel comunicare telegramma di V. S. n. 464 (l) ai RR. ambasciatori a Parigi e Londra ho soggiunto quanto segue:

(Meno Pietrogrado) R. incaricato d'affari a Pietrogrado telegrafa quanto segue: • Questo ambasciatore ecc. (come nel telegramma Gag. 3091/464).

(Per .tutti) Non concordo con modo di vedere di Buchanan che Governi alleati possano assumere sia pure per fine temporeggiatore impegno ·per riunione conferenza per discutere condizioni di pace, potendo ciò avere gravissimi inconvenienti. Prego esprimersi in questo senso con codesto Governo telegrafandomene pensiero.

534

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1857. Roma, 24 novembre 1917, ore 21.

(Per Parigi): Telegramma di V. E. n. 398 (2). Prego telegrafarmi d'urgenza testo del messaggio inviato da re Giorgio e da presidente Poincaré al re di Romania.

(Per Londra): Mio telegramma n. 1843 (3). Pichon ha detto a Bonin che re Giorgio e Poincaré hanno già telegrafato al re di Romania. Prego telegrafarmi d'urgenza testo messaggio ·:re Giorgio.

535

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 3096/377. Atene, 24 novembre 1917, ore 14 (per. ore 22,05).

Nei Temps del 6 novembre nell'articolo di fondo leggo questa frase • se la Grecia fosse divenuta per la Germania l'aiuto utile e prezioso che sognava la regina Sofia non vi sarebbe più per i nostri alleati italiani né libertà nell'Adriatico né espansione nel Med'iterraneo orientale. Ad Atene diplomazia italiana non ha sempre rilevato questo pericolo ». Nessuno prima e più di me si è

preoccupato ed ha segnalato il pericolo tedesco qui e tutta la mia corrispondenza di tre anni resta a farne fede. Soltanto ho attribuito e attribuisco tuttora, né ho motivo dl ricredermi, l'ingigantire di quel pericolo che per se stesso sarebbe stato assai poco efficace, alla politica partigiana, subdola e provocante della Francia. Non mi pare ammissibile ,che l'organo del Quai d'Orsay sia lasciato pubblicare tali insinuazioni contro di me contro le quali protesto vivamente.

(l) -Cfr. n. 502, pag. 341. (2) -Cfr. n. 520, pag. 351. (3) -Cfr. n. 509, pag. 344.
536

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 15688. Roma, 24 novembre 1917, ore 23,30.

Suo tel. n. 743 (1). Potremo stabilire nell'articolo due giorni sessanta dalla data dell'accordo disponendo perché firma avvenga possibhlmente nel giorno stesso della presentazione al Parlamento, e sopprimendo quindi articolo nove per evitare che inizi sua efficacia nel Regno da un atto del Governo inglese. Accordo del resto V. E. procedere firma concertando questi punti come meglio crederà.

537

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4222/1194. Stoccolma, 24 novembre 1917, ore 19,10 (per. ore 4,40 del 25).

Da Pietrogrado 15 novembre. Risultami che dal 10 novembre in poi nessun telegramma cifrato partito da Pietrogrado. Rappresentanti esteri stanno organizzando quotidiano servizio corrieri Stoccolma dove loro telegrammi saranno inoltrati rispettive legazioni. Ad ogni buon fine informo V. E. che con telegramma 1167 (2) le riferii che 12 novembre funzionario ministero affari esteri si recò ambasciata per notiflcarmi ufficialmente che ministeri chiusi e resteranno chiusi attesa avvenimenti. Predetto funzionario aggiunse che Trotzky probabilmente si impadronirà forza trattati segreti dando pubblicità e che Neratoff avrebbe abbandonato suo alloggio e si sarebbe nascosto temendo arresto.

(l) -T. 4210/743 del 23 novembre, non pubblicato: modificazione dell'accordo relativo ai renitenti e ai disertori. (2) -Non pubblicato.
538

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GA3. 3100/401. Parigi, 24 novembre 1917, ore 21,30 (per. ore 6,20 del 25).

Questo ministro degli affari esteri mi prega comunicare a V. E. a richiesta Fasciotti il seguente telegramma identico inviato dal ministro di Russia a Jassy d'accordo ministro d'Italia:

• L'aggravation de l'anarchie en Russie exposant de plus en plus l'armée à ila double impossibHité de continuer la lutte et de se retirer en Bessarabie, les ministres de France et d'Italie demandent instamment à leurs Gouvernements d'adopter sans nouveaux délais les seuls moyens d'éviter s'il est possible encore un désastre irréparable sur le front russe-roumain:

l) Ils rappellent que par leur premier télégramme identique du 31 aout ils ont recommandé l'envoi des divisions serbes et tchèques sur le front roumain en vue de relever les plus mauvaises troupes russes qui ne sont capables que de trahir et de dévaster le pays. Ces troupes qui ne peuvent si elles restent en Russie qu'etre perdues pour l'Entente, devraient, à la fin de ne pas etre à la merci de J'anarchie, ètre entretenues sur un front interallié. Ce projet n'a pas encore reçu aucun commencement d'exécution.

2) L'Etat-Major roumain et le général Berthelot pensent que le concours militaire du Japon est ·indispensable pour maintenir une attitude meme purement défensive au front russe. L'armée russe qui est observée de plus près et qui est moins profondément décomposée qu'ailleurs gràce à l'exemple de l'armée roumaine, peut etre jugée avec plus d'optimisme.

3) Il importe de tenir compte des rapides progrès du mouvement separatiste ou autonomiste en Russie et d'établir un contact au moins officieux avec les nationalités avoisinantes la Roumanie, l'Ukraine, la Bessarabie cosaque, arménienne lesquelles peuvent apporter à l'Entente un concours vital pour cette rpartie dv ~ront tant au point de vue du ravitaillement, que de la coopération militaire. Ia ... (l) russe risque de laisser le champ complètement librf' à nos ennemis ... (1). Mettre aussi à la disposition des alliés des précieux moyens d'organisation. Cette action doit donc s'organiser sans délai auprès des nationalités susdites sous le contròle des ambassades à Pétrograd, mais en étroite liaison avec les représentants alliés à Jassy. Ainsi on pourrait constituer derrière le front roumain une zone continue habitée par populations vraiment alliées. Ces mesures en supposant qu'elles ne soyent pas déjà trop tardives, ne peuvent sans doute donner des résultats immédiats, mais le fait seul qu'elles soyent adoptées en attestant la sollidtude active des a1liés produirait ici un effet moral pas négligeable, étant donné l'état d'esprit dont témoigne la récente démarche du roi de Roumanie.

(l) Gruppi indecifrati.

539

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3102/532. Londra, 24 novembre 1917, ore 23,05 (per. ore 9,10 del 25).

Balfour cui chiedevo ieri notizie della Russia, mi diceva averne poche; intuì però che attualmente esistono due Russie: una in mano ai massimalisti e l'altra sotto la dominazione di Kaledin e cosacchi. Fino a prova contraria gli pareva dubbio che la Germania addivenisse a un serio trattato di pace in tali condizioni. Osservai intanto che dai giornali appariva il contrario. Colsi l'occasione per constatare con dolore le tristi conseguenze di quel mancato esame della situazione russa (mio telegramma Gab. n. 397) (l) sul quale da tanti mesi ho invano qui insistito. Ad una sua osservazione implicante dubbio sui risultati greci di tale esame replicai che una valutazione a tempo della situazione russa basata sui fatti e non sulle illusioni avrebbe forse potuto condurre da parte degli alleati ad intese concrete a scopo non solo militare ma anche diplomatico. E qui novellamente insistei nel rilievo che del non preveduto per quanto prevedibile sfacelo russo il danno maggiore ,l'abbiamo subito noi. Rispose Balfour che in verità anche aveva sovente attirato l'attenzione dei suoi coHeghi sui pericoli della situazione della Russia. Quest'ultima osservazione mi fece l'effetto di un cortese « contentino • non potendo io dimenticare le risposte vaghe e poco conclusive avute a tutte le mie premurose insistenze sulla gravità delle vicende russe. Hardinge mi diceva oggi che qui s'intende, semplicemente ignorare la recente comunicazione di Tivoscky ai rappresentanti alJeati a Pietrogrado. Da Sua Signoria ho saputo pure che i giornali russi hanno già iniziato pubblicare gli accordi segreti dei quali Lenin è finalmente riuscito ad impossessarsi. Questo disgraziato incidente lascia verosimilmente prevederE> un cumulo noiosissimo d'interrogazioni ai Comuni.

540

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3107/530. Londra, 24 novembre 1917, ore 23 (per. ore 9,10 del 25 ).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1843 (2).

Dai ,colloqui avuti ieri con Balfour ed oggi con Hardinge risulta che i termini del messaggio del re di Romania a questo Governo non sono precisamente identici a quelli comunicati a Fasciotti. Nel messaggio al Governo britannico non si parlava della esistenza della Romania come Stato indipendente

ecc., ma soltanto di realizzazione delle aspirazioni romene (Transilvania e Banato). Si enunciavano inoltre tre alternative: l) abdicazione del re previa nomina di un nuovo Governo ·in grado di venire ad accordi col nemico; 2) tentativo del re di farsi col suo esercito strada attraverso la Russia meridionale, Caucaso ecc. per andare ad unirsi a truppe britanniche in Mesopotamia; 3) evacuazione totale o parziale dell'esercito in queUa parte della Russia dove predominano oppositori Governo massimalista Pietrogrado. A questo messaggio fu risposto in data 22 corrente con due telegrammi uno del re Giorgio al re di Romania ed uno di Barclay. Nel primo Sua Maestà sconsigliava abdicazione e conclusione pace, rinnovava in termini generali promessa che i'l suo Governo ed Alleati non avrebbero abbandonato Romania ed avrebbero apportato ogni possibile assistenza finanziaria ed economica. Nel secondo telegramma Barclay deprecava prima alternativa, dimostrava inattendibilità pratica della seconda e consigliava la terza. Avendo io rappresentato a Barclay la necessità di dare senza indugio le chieste assicurazioni, osservò egli essere già stato risposto in senso conforme alla domanda e che comunque circa il proposto affidamento collettivo non gli sarebbe stato possibile di pronunciarsi in modo definitivo senza un previo scambio di vedute col Gabinetto di guerra. Aggiunse che del resto de1la questione si potrà discorrere nell'imminente convegno di Parigi. Dal linguaggio piuttosto vago di Barclay e dalla insistenza colla quale Hardinge accentuava oggi la differenza nei termini dei messaggi, sarei indotto a ritenerlo alquanto riluttante a dare un formale affidamento c'irca la realizzazione aspirazioni romene in Transilvania e nel Banato. E su tale riluttanza in relazione a mio telegramma n. 524 Gabinetto (l) ritengo ad ogni buon fine opportuno attirare l'attenzione di V. E.

(l) -Del 31 agosto: non pubblicato. (2) -Cfr. n. 509, pag. 344.
541

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3105/531. Londra, 24 novembre 1917, ore 23,05 (per. ore 10,40 del 25).

In relazione al mio telegramma Gab. n. 519 (2) e ordinari nn. 709, 720 (3) mi permetto sottoporre rispettosamente a V. E. quanto segue:

Vastità molteplicità nostre ineluttabili esigenze in materia finanziaria e di approvvigionamento, impresc'indibile necessità di fronte a concrete intese per assicurare pratica soddisfazione, mi fanno più che mai considerare desiderabile visita Londra Ministro del Tesoro per opportune e sperabilmente conclusive conferenze con questo ministro competente. Mi trovo in ciò pienamente d'accordo con S. E. Cresp'i. La visita del ministro Nitti potrebbe però riuscire

veramente fruttifera se preceduta negli imminenti convegni di Parigi da esplicite categoriche spiegazioni e intese di massima tra il presidente del Consiglio, House, Lloyd George e se necessario anche Clemenceau. A mio remissivo parere occorrerebbe rinnovare i più formali affidamenti sull'incrollabile proposito del

R. Governo di resistere ad oltranza, rimanere nell'alleanza fino a pace vittoriosa, dissipando con argomenti di fatto qualsiasi dubbio o esitazione per avventura serpeggiante neH'animo di questo od altro governante come conseguenza dei recenti dolorosi avvenimenti e delle cause interne che li provocarono.

Sarebbe d'altro lato altrettanto indispensabile porre nella più cruda evidenza le enormi molteplici difficoltà in cui il R. Governo è posto dal ritardo e dall'esitazione da parte degli alleati a provvedere in adeguata misura ai bisogni vitali del Paese. In difficoltà siffatte il R. Governo si vedrebbe a lungo andare per ovvi motivi nella materiale impotenza a fronteggiare la situazione se da parte degli alleati, dall'Inghilterra e dall'America in linea principale, non si adottino una buona volta rimedi immediati e veramente efficaci non solo a rinforzare la nostra efficienza bellica ma anche e soprattutto ad assicurare la tranquillità interna indispensabile per alimentare le concordi energie del Paese. Solo così si potrebbe seriamente combattere l'intensa propaganda nemica la quale è ormai chiaro ,comincia a inspirare qui serie apprensioni. Quando H nostro popolo in grandissima maggioranza sano e sinceramente patriottico tocchi con mano che è svanito ogni pericolo di deficienza del pane e dei generi di prima necessità, la temuta e probabile effettiva propaganda nemica avrà di fatto perduto uno de'l suoi precipui e più deleteri mezzi di azione comunque r'iuscirà indubbiamente più agevole e più provvida l'opera del R. Governo per eccitare il popolo a sottrarsi alla perniciosa insidia, confidare negli alleati e proseguire vigorosamente la guerra vantaggiosa ai suoi interessi morali e materiali. Questo ragionamento con brutale franchezza già da me tenuto a Lloyd George e ad altri ministri acquisterà peso ed importanza incomparabilmente maggiore se fatto con la suprema sua autorità dallo stesso capo del Governo di S. M. Giudichi il R. Governo circa l'opportunità di aggiungere in questa occasione qualche opportuno rilievo di politica generale in correlazione con la pattuita ma ormai svanita cooperazione russa.

(l) -Cfr. n. 514, pag. 347. (2) -Cfr. n. 481. pag. 325. (3) -Non pubblicati.
542

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4226/1196. Stoccolma, 24 novembre 1917 per. il 25).

Da Pietrogrado. 15 novembre.

Giornali riportano che imperatore d'l Germania in risposta proposte pace fatte massimalisti avrebbe dichiarato non potere trattare se non con un sovrano oppure dopo riunione assemblea costituente.

Riferisco quanto precede a titolo informativo.

543

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4241/1250. Pietrogrado, 24 novembre 1917, ore 14 (per. ore 4 del 26).

Notizia del proposto armistizio è stata accolta dalla guarnigione di Pietrogrado con entusiasmo e senza dubbio ha rafforzato posizione Trotski.

Gayda mi riferisce che Trotski avrebbe detto giornalisti che armistizio aveva solo scopo salvare Russia dalla catastrofe perché esercito privo viveri e se non smobilitato inevHabili gravissimi moti. Non era intenzione massimalisti concludere pace separata Germania ma solo armistizio. Trotski avrebbe poi lasciato capire che era preoccupato della possibilità che alleati concludessero pace spese Russia. Avrebbe poi dichiarato nutrire viva simpatia Francia Halia (1).

544

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4244/1253. Pietrogrado, 24 novembre 1917, ore 21,40 (per. ore 11 del 26 ).

Giornale Volia Naroda organo del partito socialista rivoluzionario scrive che massimalisti stanno compiendo contro Russia tradimento non mai veduto nella storia. Trotski e Lenin non potendo concludere pace per rendere guerra impossibile distruggono esercito Russia. Intanto German·ia ne approfitta per gettare tutte le sue forze sul fronte occidentale sperando schiacciarvi Italia repubblicana. Se massimalisti contro i quali schieransi tutti i -russi eccetto masse incoscienti dei soldati riusciranno a condurre a termine loro tradimento, Russia non sarà ammessa discutere trattative pace qualunque sia esito future operazioni militari sul fronte occidentale (2).

545

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4246/1254. Pietrogrado, 24 novembre 1917, ore 21,40 (per. ore 11 del 26).

Giornali pubblicano dichiarazione Trotski riguardo pubblicazione documenti segreti del Ministero degli affari esteri russo. Trotski afferma diplomazia segreta essere una delle armi impiegate dalle classi possidenti per sotto

mettere proletariato ai suoi interessi. Nella lotta contro la politica imperialista occorre sopprimere diplomazia segreta e inaugurare politica onesta e democratica. Per conseguenza Governo massimalista dà alla luce cifrari segreti, non occorrendo nascondere sua politica che mira alla pace sulla base accordo collaborazione popolo e abolizione capitale (1).

(l) Ed. in TosCANO, L'inizio della rivoluzione sovietica, cit., p. 181.

(2) lbid., p. 182.

546

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 4267/768. Berna, 24 novembre 1917 (per. il .27).

Facendo seguito alla corrispondenza sul medesimo argomento, ho l'onore d'informare V. E. che il comitato organizzatore della nota conferenza internazionale di studi per una pace durevole, la quale doveva riunirsi a Berna il 15 ottobre u.s. e che praticamente è stata in seguito rinviata sine die, di fronte alla impossibilità di fare incontrare i delegati dei Paesi deil.l'Intesa con quelli dei Paesi centrali, è venuto nella decisione di convocare una riunione preparatoria alla quale prendessero parte soltanto delegati di Paesi neutri con delegati di Paesi centrali. Secondo l'idea del predetto comitato, a tale riunione, che ebbe luogo in questa città dal 19 al 22 corrente, ne dovrebbe seguire fra qualche tempo un'altra, a Ginevra, nella quale dovrebbero incontrarS'i i delegati neutri coi delegati dei Paesi dell'Intesa.

Per quanto alla riunione di Berna abbiano preso parte alcune notevoli personalità dei Paesi centrali, quali i deputati tedeschi ETZberger, Bernstein, Gottheim, Heine, il deputato ungherese Huszard, il professore Oskar Jaszy, i professori Quide Schucking, Niemeyer, Elsner ecc., essa si risolse, com'era da prevedersi, in una sterile accademia. Gli intervenuti dovettero limitarsi ad ascoltare una serie di discorsi sulle questioni all'ordine del giorno, quali il problema delle nazionalità, lo sviluppo dell'opera deLle conferenze dell'Aja, la questione del disarmo, il problema di un controllo democratico sulla condotta della politica estera. Il presidente, consigliere nazionale ScherrerFiillemann, si diede molta pena perché, conformemente al,le decisioni prese, non venisse toccato neppure di lontano il problema delle cause e delle responsabilità della guerra.

Poiché fra i delegati tedeschi si trovavano alcuni degli uomini che passano nel loro paese per essere di opinioni più avanzate, si attendeva che essi facessero dichiarazioni o per lo meno allusioni di qualche interesse. Ma tale aspettativa fu delusa. Era evidente la loro predominante preoccupazione di non dir nulla che potesse comprometterli di fronte al J.oro Governo. Soltanto il deputato Bernstein, rappresentante de'i socialisti tedeschi minoritari, ha osato dichiarare che la democratizzazione radicale di tutti i Governi che avranno ad inviare i loro rappresentanti alla conferenza della pace è ila condizione sine qua non dello stabilimento di una pace durevole.

È degno di nota il fatto che il conte Karoly, del quale era stato ripetutamente preannunziato l'arrivo in !svizzera, non prese parte alla riunione.

(l) Ed. in ToscANo, L'inizio della rivoluzione sovietica, cit., p. 168.

547

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4343/1295. Pietmgrado, 24 novembre 1917 (per. il 29).

Ultimo scrutinio elezioni alla Costituente ha dato in Pletrogrado risultati seguenti: massimalisti voti 424.024, cadetti 247.414, socialisti 152.257. Si calcola che alla Costituente Pietrogrado sarà rappresentata da .sei masslmalisti, cadetti due, socialisti quattro. Commentando esito suddette elezioni il Dien scrive che in definitiva hanno vinto il liberalismo e l'an~t.rchia e che socialismo è passato in seconda linea.

La Novaia Gisni tradisce suo allarme per inaspettate successo dei cadetti e pur manifestandosi avverso all'integrale applicazione del programma massimalista ramment;;~ al proletariato che partito cadetti rappresenta peggior suo nemico.

548

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1859. Roma, 25 novembre 1917, ore 21.

Barrère nggi mi dferiva che gli ambasciatori a Pietrogrado proponevano ai governi alleati le tre seguenti manifestazioni: l) Rifiuto di entrare in relazioni ufficiali con un Governo ·la cui autoriti non si estende che a una piccola parte della Russia. 2) Protesta contro la violazione del comune patto del 5 settembre 1914.

3) Dichiarazione dinanzi ai Parlamenti e per mezzo della stampa che gli alleati non hanno intenzione di togliere il loro concorso di rifornimenti alla Russia quando questa non addivenga a una pace separata.

Pichon si mostrava favorevole alle due prime manifestazioni, ma non alla terza, ritenendo convenire per questa mantenere una riserva assoluta.

Barrère personalmente riteneva che quanto alla prima occorresse escludere tanto le relazioni ufficiali che ouelle ufficiose. Chiedeva, su tutto quanto il mio parere.

Ho risposto che, data la poco conoscenza che avevamo ancora della situazione russa, non parevami opportuno affrettarsi a fare dichiarazioni di sorta, potendosi fare inavvertitamente qualche passo che peggiorasse lo stato delle cose. Se ne sarebbe potuto meglio discorrr're in occasione della imminente riunione degli Alleati a Parigi (1).

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 215-216.

549

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1860. Roma, 25 novembre 1917, ore 21.

Parto questa sera per Parigi dove giungerò martedì mattina col treno ordinario. Presidente del Consiglio ministro Nitti, ministro Bianchi, giungeranno mercoledì mattina.

550

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4252/1260. Pietrogrado, 25 novembre 1917, ore 14,10 (per. ore 12 del 26).

Trotski ha indirizzato ai cap'i missione neutri nota per informarli proposte di armistizio e negoziati di pace e per pregarli di comunicare ufficialmente dette proposte ai Governi nemic'i.

In essa capi missione neutri sono pure pregati di render note misure prese a favore del Governo massimaHsta.

Nota conclude rilevando grandi sofferenze sofferte dagli operai dei paesi neutri 'in seguito guerra criminosa che minaccia di travolgere anche i paesi neutri.

Trasmetto testo per corriere.

Questo ministro dei Paesi Bassi mi ha detto che non aveva accusato ricevuta della nota in questione limitandosi a trasmetterla al suo Governo. Egli ritiene che i suo'i colleghi neutri abbiano seguito procedimento analogo perché non avendo ancora riconosciuto Governo massimalista (mio telegramma

n. 1227) (l) non si poteva considerarlo legale (2).

551

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4255/1261. Pietrogrado, 25 novembre 1917, ore 14,10 (per. ore 17,30 del 26).

Kirilenko avrebbe autorizzato tutti i comitati dei reggimenti a trattare ognuno armistizio per conto proprio.

Colonnello Muravieff, capo della circoscrizione militare di Pietrogrado, ha dichiarato ufficialmente essere guerra finita ed ha ordinato ad alcuni distaccamenti rimettere armi a'i depositi.

(l) Non pubblicato.

(2) Ed. in ToscANO, L'inizio della rivoluzione sovietica, cit., p. 183.

552

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4265/1263. Pietrogrado, 25 novembre 1917, ore .20,35 (per. ore 16,35 del .27).

Secondo la stampa, fra i partiti socialisti riunitisi al quartiere generale per formazione nuovo Governo, delineansi due correnti, l'una diretta da Cernov propugna Governo socialista con partecipazione massimalisti, l'altra diretta da Gotz e Skobeleff reclama Governo socialista omogeneo con esclusione massimalisti. Cosacchi avrebbero rifiutato partecipare qualsiasi Governo nel quale fossero rappresentati massimalisti. Contadini dal canto loro pretenderebbero di essere rappresentati nel nuovo Governo da una maggioranza del 75 %.

Giornali annunziano arrivo a Pietrogrado di Cernov che avrebbe ricevuto dal comitato dell'esercito incarico di addivenire accordo massima1isti per formazione nuovo Governo.

553

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN

T. 1510. Roma, 26 novembre 1917, ore 22.

Viene riferito che alla Palestina sarebbe dato un Governo anglo-francese con Gerusalemme quale sede dei due Governatori. Governatore francese sarebbe Picot, il quale sarebbe di recente passato per Atene. Prego verificare se quanto di vero in detta notizia.

554

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3119/534. Londra, 26 novembre 1917, ore 21,50 (per. ore 10 del 27).

Telegramma di V. E. Gab. 1857 (l).

Balfour mi comunica seguente parafrase del telegramma da lui inviato a Barclay: • Le varie proposte fatte da S. M. il re di Romania e le considerazioni sviluppate nel vostro telegramma sono state esaminate con la più

grande sollecitudine ed il Governo di Sua Maestà deprecherebbe fortemente ogni idea di negoziati di pace separata della Romania con le potenze nem'iche. La conoscenza degli avvenimenti in Russia è di necessità ristretta, ma vi sono segni evidenti che mostrano che gli effetti demoralizzanti dei recenti avvenimenti non hanno toccato le truppe cosacche nel sud della Russia, e se è così e la posizione dell'esercito in Romania divenga impossibile, noi propoTremmo che la più saggia risoluzione sarebbe quella di entrare in corrispondenza con i cosacchi per essere questi le più vicine truppe russe desiderose e capaci di azioni vigorose e di concertare i piani d'azione con essi. La profonda simpatia qui sentita per re Ferdinando attraverso tutte le sue vicissitudini essendo stata espressa nel messaggio inviato recentemente da re Giorgio, non trovo necessario per me di aggiungere una espressione di simpatia in questo telegramma. »

Ho inviato copia di questo telegramma a Parigi.

(l) Cfr. n. 354, pag. 362.

555

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3125/551. Jassy, 26 novembre 1917, ore 21,30 (per. ore 1,30 del 28).

Mi risulta confidenz'ia,lmente che l'ambasciatore del Giappone a Parigi ha dichiarato a quel ministro di Romania che sarebbl# oltremodo difficile inviare in Europa truppe giapponesi perché opinione pubblica del suo Paese è contraria partecipazione Giappone alla guerra terrestre.

D'altro lato questo addetto militare giapponese mi ha detto che mancando di notizie sulla situazione all'infuori di quelle trasmessegli dal suo collega dalla Stafka partirà in settimana per Pietrogrado (1).

556

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4278/1265. Pietrogrado, 26 novembre 1917, ore 14,51 (per. ore 13,30 del 28).

In lettera diretta giornale Dien, Neratoff spiega che ebbe a consegnare a Trotzky chiavi della cassetta dei documenti segreti (mio telegramma

n. 1240) (2) per evitare che famigerata guardia rossa scassasse colla forza e

15 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

frugasse archivi, ciò che avrebbe potuto avere per effetto smarrimento e furto documenti. Neratoff aggiunge che, in ogni caso, documenti consegnati racchiudono cose già note agli Imperi Centrali. Egli crede però che fatto della pubblicazione dimostra essere intenzione di Trotzky provocare rottura fra la Russia e suoi alleati.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1873 del 29 novembre. (2) -Cfr. n. 528, pag. 355.
557

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3120/403. Parigi, 27 novembre 1917, ore 10,35 (per. ore 17,35).

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 1857 (1). Ecco il testo del messaggio inviato dal presidente della Repubblica a

S. M. il re di Romania:

• J'ai à c<:eur e~primer à Votre Majesté dans Jes circonstances tragiques auxquelles Elle oppose un si noble et si tranquille courage, la profonde sympathie et les vceux chaleureux du peuple français pour Elle et pour ila va'illante armée roumaine. Je n'ai pas besoin de donner à Vo·tre Majesté l'assurance que le Gouvernement de la République restera fidèle aux accords passés entre nos deux pays et qu'il fera en outre tout ce que dépendra de lui pour seconder Ja Roumanie dans les dures épreuves qu'entrainent pour elle les événements de Russie. Je prie Vostre Majesté de recevoir meilleurs souhaits personnels et de croire à ma sincère amitié. Signé Poincaré. •

558

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1523. Roma, 27 novembre 1917, ore 23,30.

Mio telegramma n. 1500 (2).

Ricevo il seguente telegramma da Londra:

(cifrare i telegrammi 4243/748 e 4247 s.n. (3) del R. ambasciatore in Londra).

V. E. rimane autorizzata dare nostra adesione accordo intendendosi anche con colleghi alleati e tenendo presente che nostro punto di vista è quello che suggerisce Imperiali.

(l) -Cfr. n. 534, pag. 362. (2) -Del 24 novembre, non pubblicato: Wilson desidera che i negoziati con la Norvegia avvengano a Washington, anziché a Cristiania; il Governo francese preferisce invece Cristiania. (3) -Del 25 novembre, non pubblicati: proposta di accordo con la Norveglia in merito allo scambio delle merci. Imperiali chiede istruzioni sulla nostra adesione all'accordo con alcune riserve, identiche a quelle degli inglesi, sull'esportazione di determinati prodotti.
559

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. POSTA 1868. Roma, 27 novembre 1917.

Da fonte che si ritiene attendibile si annuncia che sarebbe intercorsa una convenzione fra l'ex re di Grecia Costantino ed i Governi bulgaro e tedesco, con conseguente relativo trattato di alleanza, in conseguenza del quale Costantino sarebbe rimesso sul trono di Grecia in compenso della cessione di Drama, di Cavalla, di Salonicco, della penisola Calcidica e dell'isola di Thasos che verrebbero passate alla Bulgaria.

Tanto comunico alla E. V. per opportuna informazione.

560

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER CORRIERE 3122 bis/536. Londra, 27 novembre 1917.

Telegramma di V. E. Gab. n. 1814 (per corriere) (1).

Informazioni circa malcontento francese di Venizelos mi forniscono nuovo argomento per confermare subordinato parere più volte sottoposto a V. E. circa interesse nostro a sostenerlo in pieno accordo e collaborazione con questo Governo, il quale più che mai ravvisa ·in lui l'unica persona capace di salvare la situazione, ed impedire eventualità paventata da Bosdari.

Qui nulla si è tralasciato dal Governo e dall'opinione pubblica per dare a Venizelos durante suo soggioTno ogni tangib'ile dimostrazione di stima, fiducia e simpatia. Hardinge mi diceva chiaramente giorni fa che caduta di Venizelos significherebbe per la Grecia rivoluzione antimonarchica, caos, anarchia e peggio.

561

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T GAB. R. PER CORRIERE 3147/537. Londra, 27 novembre 191 7.

Telegramma di V. E. n. 1510 (2). Graham mi ha detto notizia Governo anglo-francese in Palestina è priva di qualsiasi fondamento. Ho osservato notizia ormai sembrata inverosimile

per ovvi motivi. In via strettamente confidenziale mi ha informato Governo francese aveva chiesto che Picot attualmente al Cairo entrasse in Gerusalemme insieme con generale Allenby. È stato risposto che in caso di eventuale entrata Gerusalemme genera1le britannico sarebbe accompagnato soltanto dai comandanti contingenti italiano e francese in rappresentanza rispettivi Governi.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 553, pag. 372.
562

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER CORRIERE R.S.N. Londra, 27 novembre 1917.

Oggi persona di mia fiducia mi chiedeva nel corso di un colloquio familiare se era esatto che Rodd non è punto ben visto a Roma e che se ne ha abbastanza di lui, ed osservava qui erasi sempre considerato Rodd come un fedele anzi appassionato amico nostro. Risposi manifestando naturalmente somma sorpresa per tale voce ed aggiunsi di Rodd non solo non sentii mai dire ma,le da chicchessia in Italia, ma ebbi invece sempre motivo di ritenere egli godesse fiducia considerazione e simpatia generale presso tutte le persone che unicamente contano nel nostro mondo politico.

Da investigazioni eseguite per conoscere motivo di questa domanda è risultato voci partirebbero da alcuni centri influenti che vorrebbero collocare a Roma Hardinge di cui nel Parlamento e nella stampa s·i continua con insistenza ad esigere allontanamento dal Foreign Office. Credo doveroso informare subito V. E. di questo intrigo al quale avrei buon motivo di credere Hardinge stesso sia affatto estraneo. Hardinge è un mio buon amico: lo conosco bene e sinceramente ne apprezzo qualità. Non sono meno convinto però, che per la sua apparenza rigida e compassata, il suo fare altezzoso e spesso (quando ha i nervi) troppo tagliente, egli non sarebbe la persona meglio adatta a cattivarsi vere simpatie nei nostri ambienti politici dove si apprezzano prec'ipuamente semplicità e bonomia. Qualora pertanto R. Governo non abbia motivo di dolersi di Rodd e ne desideri pemanenza a Roma, sarebbe assai desiderabile cogliere, durante Je prossime conversazion'i di Parigi, qual·che propizia occasione per far sentire a Balfour e soprattutto a Lloyd George, che l'Ambasciatore è persona grata a Sua Maestà e molto apprezzata dal R. Governo. Tutto ciò beninteso in modo che non apparisca anche lontanamente io abbia riferito voci sopraindicate. Non ripeto telegramma a Roma.

P. S. Le sarei specialmente grato se Ella volesse compiacersi manifestarmi suo pensiero circa delicatissima questione, per opportuna mia norma eventuale di linguaggio.

563

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. SONNINO

T. 4287/1273. Pietrogrado, 27 novembre 1917, ore 21,17 (per. ore 3 del 29).

In seguito aUa protesta presentata al generale Dukonin da·i capi missione militari presso il quartier generale, Trotsky ha fatto pubblicare comunicato che riassumo qui presso:

• RappTesentanti militari alleati nel protestare contro armistizio separato non danno alcuna risposta alla proposta dl armistizio su tutto fronte. Protesta sembra " una ingerenza inammissibile nella vita interna del paese allo scopo di provocare gueTra civile». Essa equivale tentativo costringere con minaccia popolo russo a continuare guerra in conformità dei trattati conclusi dallo zar confermati dai Governi di Miliukoff e Kerensky, trattati che sono stati dichiarati lettera morta dal Soviet. Ne'l fare rilevare minaccia contenuta nella protesta dei rappresentanti militari alleati, la quale non varrà a farci abbandonare lotta per pace democratica, Soviet dichiara che non propose armistizio separato, ma generale conformemente asp·lrazioni non solamente popolo russo, ma dei proletariati di tutti paesi belligeranti. Popoli europei non permetteranno ai Governi borghesi cadere sul popolo russo, la cui sola c01lpa è quella di voler pace e frateTnità popoli. Per conseguenza soldati dovranno continuare a lottare per un armistizio immediato ad ottenere il quale Krilenko recasi oggi al fronte ».

564

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1486/830. Copenaghen, 27 novembre 1917.

Fallita la progettata conferenza social:sta internazionale pro pace, di Stoccolma, fallito il convegno di Berna e fallita anche 'l'iniziativa svedese per una conferenza di neutri, pare che i socialisti danesi comincino ora a svolgere un nuovo lavoro in favore della pace.

Già ho avuto l'onore di segnalare all'E. V. con telegramma n. 213 e rapporto n. 1480/826 (l) ambedue in data di jeri, le voci corse, e poi smentite, di passi fatti dalla direzione del partito socalista danese presso questo Ministro degli Esteri perché prendesse l'iniziativa di un passo comune dei Governi neutri presso i Governi belligeranti per offrire la loro mediazione.

Oggi si discute invece animatamente sull'invito rivolto dalla d:irezione del partito socialista danese all'olandese Troelstra onde riprendere i lavori concernenti la conferenza socialista in Stoccolma, che si vorrebbe tenere ad ogni costo. Il fatto è variamente commentato dai giornali, secondo le differenti tendenze ed ha dato luogo anche ad aspre critiche contro il Ministro socialista danese Stauning, cui il National Tidende ancora una volta rimprovera aspramente di ingerirsi di politica estera dimenticando la sua delicata posizione di Ministro senza portafoglio di uno Stato neutro. • Noi deploriamo grandemente, dice il giornale, che il membro socialista del governo danese abbia di nuovo organizzato un affare di politica estera ed esposto se stesso ad essere malinteso ed il governo danese ad essere sospettato all'estero. •

Pare poi che a Stoccolma il passo dei socialisti danesi sia stato mal compreso dagli stessi confratelli, i quali lo avrebbero interpretato nel senso che la progettata conferenza dovesse occuparsi della • pace separata • russo-austrotedesca, malinteso che lo Stauning si è affrettato a dissipare, ribadendo che il suo paTtito desidera appunto che tutti i paesi partecipino alla conferenza

• così che essa possa impedire la pace separata ed aprire il cammino alla pace generale •.

Pavlando della eventualità della pace separata lo Stauning tuttavia osserva che egli • la considera come una uscita poco felice, ma comprende anche come il desiderio della pace possa condurre a ciò •.

Pare che il belga Huysmans, segretario della Conferenza di Stoccolma, abbia aderito alla proposta dei socialisti danesi, sembrando anche a 'lui che il momento sia opportuno; egli si sarebbe anzi affrettato a renderne informato Henderson, affinché il partito socialista inglese si pronunci in proposito ed eventualmente si metta in rapporto con i confratelli di Francia e Italia. La proposta avrebbe due alternative: Conferenza a Stoccolma di tutte le organizzazioni dell'Internazionale; o, qualora i Governi dell'Intesa continuino a negare i passaporti, conferenza fra i socialisti della Russia, degli Imperi Centrali e degli Stati neutri.

È opinione, dicono i giornali socialisti, che se i lavoratori frances·i, inglesi ed italiani chiederanno loro il passapoTto, lo riceveranno sicuramente. Del resto, pare abbia osservato qualcuno, essi, non potendo partedpare di persona, potrebbero anche scrivere.

La conferenza dovrebbe aver principio già il 22 dicembre p.v.

Poiché non è affatto escluso che tutto ciò non sia che il risultato di nuove mene tedesche, cui ben si presta il partito socialista danese, non mancherò di fornire all'E.V. ulteriori notizie sull'argomento, se ne sarà il caso.

P.S. A conferma della mia supposizione che l'azione dei socialisti danesi possa esser frutto di mene tedesche mi giunge ora notizia che il Vorwaerts avrebbe scritto che i socialisti tedeschi devono caldamente ed energicamente appoggiare la progettata nuova conferenza di Stoccolma, che conviene tenere senza riguardo al rifiuto dei passaporti da parte delle Potenze dell'Intesa. Anzi. aggiungerebbe il giornale, sarà forse questo il miglior mezzo per persuadere le Potenze occidentali ad accordare i passaporti stessi.

(l) Non pubblicati.

565

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 582/163. Pechino, 27 novembre 1917.

La lotta armata, benché non molto sanguinosa, impegnata fra truppe del Sud e del Nord ha rivelato più che mai lo stato di anarchia prevalente nell'amministrazione cinese, l'incapacità del così detto ceto dirigente di formare un Governo stabile mentre le masse popolari rimangono inerti.

Già si sussurrava da tempo che il Presidente della Repubblica Feng Kua Chang per odio o paura del suo Primo Ministro Tuan, cercasse di scalzare quest'ultimo dal potere; la cosa è stata confermata ed è ormai perfino di pubblica ragione che gran parte dei Governatori ribelli del Sud erano stati segretamente istigati all'insurrezione per provocare la caduta del gabinetto presieduto dal MaresciaHo Tuan.

Il Presidente Feng si è dimostrato quale era d'ipinto nel mio rapporto del 6 agosto u.s. n. 98 (l) cioè falso, mutevole di propositi, indegno di qualsiasi fiducia, ossia senza carattere capace di qualsiasi tradimento. La paura sola lo farebbe talvolta indietreggiare dal ricorrere ai mezzi violenti.

Il Maresciallo Tuan si è invece, come si pensava di lui, dimostrato uomo di parola, tenace, amico degli alleati. Egli si è meritato e continua a godere la fiducia e l'appoggio per lo meno morale degl'l alleati, compreso il Giappone. Si afferma difatti che il Barone Hayashi ha spesso consigliato ed incoraggiato il Presidente del gabinetto che, dal canto suo ha cercato sempre di conciliare nella misura del possibile gl'interessi della Cina colle necessità di non scontentare troppo un vicino prepotente ed audace.

Ciò non toglie che nel Giappone vi siano partiti politici soprattutto fra l'opposizione parlamentare, che cerchino di prestare aiuti od 'incoraggiamenti al partito Kuomintang del Sud avente il suo quartiere generale a Canton.

Irritato e col proposito di sventare nuovi subdoli attacchi, il Tuan ha date le proprie dimissioni. Il Pres·ldente Feng spaventato dalle conseguenze dei suoi propri atti che gli attirano la nemicizia del potente partito Chin Pu Tang, ha cercato, per a ventesima volta, di cambiare strada promettendo al min'lstro dimissionario di sostenerlo fedelmente. In conclusione, la Cina è nuovamente senza parlamento e senza Ministero. Tutto è provvisorio e non promette di trovare, in un prossimo avvenire, neppure l'apparenza di uno stabile assetto qualsiasi.

La reggenza della Presidenza del Consiglio è stata assunta da Wang Ta Hsien il Ministro degl'l Affari Esteri, ammalato, che vorrebbe uscire quanto prima dal suo provvisorio imbarazzo. Si parla di varie combinazioni, mentre Tuan tenendosi in disparte vede crescere il suo credito ad aumentare ~a sua probabilità di un ritorno al potere in condizioni relativamente soddisfacenti.

In mezzo alla confusione si vedono nuovi sintomi di un movimento a favore del ristabilimento della monarchia. Non è del tutto escluso che venga rinnovato qualche nuovo tentativo analogo a quello di Chang Hsun che per poco non riuscì a rimettere sul trono il piccolo Imperatore.

(l) Non pubblicato.

566

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. 1527. Roma, 28 novembre 1917, ore 20.

Mio telegramma n. 1509 e suo Gab. n. 92 (1).

Prego V. S. comunicare quanto segue a codesto Governo:

Il R. Governo è disposto consenti-re durante chiusura frontiera scambio merci alle seguenti condizioni: l) il traffico speciale sarà ammesso solo per Chiasso dove Svizzera dovrà concentrare le merci; 2) la Svizzera dovrà continuare 1le sue normali spediz·ioni in Italia specialmente legname, rottami di ferro, macchine, materiali metallici, cellulosa, saccarina, colori, prodotti chimici.

A queste condizioni Italia lascerà partire da Como a) i trans·iti provenenti da Genova; b) seta, zolfo, panelli, piriti, uova, maiali, salumi: taU merci saranno concentrate a Como per essere spedite a Chiasso a vagoni ed a treni completi; c) il materiale ferroviario svizzero vuoto.

Gli scambi avranno luogo con le seguenti modalità: a) i treni viaggeranno solo neile ore diurne esclusivamente con locomotive e personale italiano; b) sarà autorizzata trasmissione telegrafica fra stazioni Chiasso e Como unicamente per 'l necessari accordi circa trazione treni. Chiasso avviserà Como appena avrà pronto un treno; c) ricevuto questo avviso Como porterà a Chiasso il materiale pronto e ritirerà da Chiasso il materiale svizzero; d) funzionari di pubblica sicurezza italiani acompagneranno c'iascun convoglio impedendo qualsiasi contratto tra ferrovieri italiani e svizzeri; e) i ferrovieri italiani faranno ·immediato ritorno nel Regno.

L'accordo avrà attuazione non appena sarà stato concluso.

Questione passaggio corriere diplomatico è ancora sotto esame. Conviene che due questioni passaggio merci e passaggio corriere siano scisse. Se autorità federale le parlerà della valigia diplomatica V. S. vorrà 'insistere perché sia intanto regolato scambio merci.

(l) Non pubblicati.

567

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1528. Roma, 28 novembre 1917, ore 22.

Suo telegramma 724 (1).

Notizia concerne sempre 25 navi promesseci dagli Stati Uniti e delle quaili fino ad oggi non ce ne sono state assegnate che sette per tonnellate 50.000 che in ciclo corrispondono portata lorda mensile 15.000 tonnellate soltanto; a quanto cioè Stati Uniti ci hanno privato per effetto requisizione che ha annullato contratti privati da noi conclusi precedentemente. Resta sempre a coprirsi deficit 271.700 tonnenate mensili delle quali particolari sono noti Crespi e Mayor e che in ogni modo invio a V. E. per dispaccio.

568

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1869 bis. Parigi, 28 novembre 1917.

De Martino mi telegrafa quanto segue:

• Ambasciata americana ha r'lcevuto confidenzialmente da Washington notizia che Governo degli Stati Uniti è stato informato da Berna che una sua spontanea dichiarazione nel senso che rispetterà la neutralità della Svizzera e l'inviolabilità del territorio svizzero finché tale neutralità sarà conservata dal Governo svizzero e rispettata dal nemico, sarebbe bene accolta.

Ambasciata americana è incaricata domandare Governo italiano se vede obiezioni da un punto di vista miìltare od altro a tale dichiarazione chiedendo urgente risposta. Ho detto che avrei telegrafato a V. S. e suggerito analoga domanda Le sia rivolta costì a mezzo del Colonnello House.

Prego appurare riservatamente origine questo passo Ambasciata americana e telegrafarmi Parigi parere di V. S. in proposito.

569

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4286/551. Atene, 28 novembre 1917, ore 2,40 (per. ore 2,25 del 29).

Tutti i giornali affermano che Inghilterra ha accordato alla Grecia prestito di 750 milioni, che potrà toccare il miliardo, e che Francia pone a disposizione Grecia materiale da guerra per circa un miliardo.

(l) Si trascrive qui di seguito il t. 4129/724 del 17 novembre da Londra: • Foreign Office comunica avere saputo da ambasciatore d'Inghilterra Washington che Shipping Board degli Stati Uniti ha destinato navi per 120 mila tonnellate a servizio Italia •·

570

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO, CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. s. 3126/287. Cairo, 28 novembre 1917 (per. ore 3,15 del 29).

R. addetto militare dal fronte Palestina telegrafa quanto segue: • Gerusalemme resiste ancora, tuttavia caduta sembra imminente. Generale in capo desidera se ne parli il meno possibile. Notizia verrà data Parlamento britannico dal .primo ministro in forma tale da non urtare nessuna suscettibilità. È stato stabilito che all'ingresso in Gerusalemme vi sarà assieme generale Allenby addetto militare Italia, Francia e forse anche rappresentanza militare due Potenze alleate. A Governatore di Gerusalemme è stato scelto generale Bartou fin qui direttore deile Poste Egitto. A Giaffa venne innalzata giorni fa bandiera britannica in presenza gendarmi turchi, scuole professionali, altre notabilità che hanno fatto atto di sottomissione inglesi. Questo fatto ha dato ombra ai francesi che protestarono. Appunto per evitare ripetizione simili incidenti saranno prese maggiori precauzioni in occasione entrata in Gerusalemme.

Prego comunicare quanto precede al comando di Stato Maggiore •.

571

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4291/178. Stoccolma, 28 novembre 1917, ore 17,45 (per. ore 5,25 del 29).

Huymans ha detto a Piscel che prima di dare risposta ufficiale alla proposta di Stauning di cui al mio telegramma 407 (l) vuole aspettare l'avviso di tutto il partito socialista aderente all'internazionale compreso naturalmente queLlo dell'Intesa. Personalmente egli è però contrarissimo ad una conferenza a cui non intervenissero socialisti francesi ed inglesi perché è convinto che in tal caso tedeschi raggirerebbero russi e concludeTebbero con essi pace separata la quale aggraverebbe straordinariamente situazione dell'intesa sul fronte occidentale, preparerebbe trionfo del militarismo tedesco e segnerebbe fallimento dell'internazionale. In tal caso egli è deciso a chiedeTe al Governo belga di accettarlo come volontario e ad andare a combattere al fronte dove il suo contributo personale materialmente piccolo avrebbe tuttavia valore di

un simbolo. Egli ha preparato una vivace lettera privata a Stauning in tal senso che spedirà appena avrà ricevuto risposta di Handerson che ha telegraficamente consultato in proposito. Anche delegazione socialista russa (in cui non sono compresi bolscevichi) aderente al Comitato olandese-scandinavo è contraria ad una conferenza alla quale non siano rappresentati socialisti dell'Intesa. Del resto è probabile che bolscevichi rifiuterebbero di partecipare ad una tale conferenza ed impedirebbero ai socialisti russi de~i altri gruppi di venire qua come hanno impedito Axelrod di tornare in Russia.

(l) T. 4259/407 del 26 novembre, non pubblicato: Stauning ha proposto a Troelstra di convocare immediatamente una conferenza internazionale socialista.

572

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTERO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3128/244. Cristiania, 28 novembre 1917 (per 8,30 del 29).

M'lo tel. 236 (1). Giunti qui stamane successivamente i Re di Svezia e di Danimarca sono stati ricevuti con straordinaria pompa ufficiale e fatti segno cordiale accoglienza popolazione.

Si continuano a fare molteplici congetture circa scopo convegno. A quelle già accennate vanno con la debita riserva aggiunti: esame di un progetto di atleanza difensiva politica e forse anche militare e discussione della situazione della sorte del Mar Baltico. Tutta la stampa si associa unanime al benvenuto del pubblico ma una grande parte di essa fa voti che il convegno non dia luogo ad impegni politici comuni contrarli agli interessi internazionali della Norvegia che non sono identic'l a quelli degli altri due stati del Nord ed insiste perché l'avvenimento rimanga in se stesso e nelle sue conseguenze esclusivamente interno scandinavo (2).

573

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4296/1275. Pietrogrado, 28 novembre 1917, ore 16 (per. ore 14 del 29).

Fin dal primo giorno rivoluzione massimalisti, sedi rappresentanze estere sono guardate distaccamenti soldati. Come riferii a V.E. con telegramma

n. 1189 (3) congedai però soldati inviati ambasciata non sembrandomi conveniente tenere in casa gente di cui non posso fidarmi. Stante crisi alimentare qui imperversante, situazione si fa però ogni giorno più pericolosa sicché ad ogni buon fine seguendo parere colonnello Pentimalli credo opportuno

prendere misure protezione ambasciata, archivi. Rivolgo perciò preghiera a

V.E. voler ottenere dal ministero della Guerra autorizzazione fare arruolare daLla miss:one militare otto fra gli italiani qui residenti soggetti al servizio militare, perché servano di guardia palazzo ambasciata. Ambasciata francese pure protetta da soldati facente parte missione militare francese.

(l) -T. r. 4125/236 del 17 novembre, non pubblicato: convegno fra i tre sovrani scandinavi organizzato in Cristiania dal 28 al 30 novembre su iniziativa del re di Svezia. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1877 del 29 novembre. (3) -Non pubblicato.
574

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB 3132/468. Pietrogrado, 28 novembre 1917, ore 11,30 (per. ore 18,35 del .29).

Suo telegramma Gab. n. 1859 (1).

Quanto Barrère riferì a V. E. corrisponde a quanto le comunicai con telegramma n. 466 (2) circa le decision·i prese nella riunione degli ambasciatori. Capi missione sono tutti d'acco-rdo nel ritenere impossib~le riconoscimento GC'verno massimalista ed entrare nelle benché minime relazioni ufficiali ed ufficiose sia perché col proporre armistizio e pubblicare i documenti segreti ha violato accordo con gli alleati, sia perché non riconosciuto dal Senato, sia perché la sua autorità non impera che in una piccola parte della Russia. Buchanan però preoccupatissimo del pericolo di spingere con tale linea di condotta la Russia nelle braccia tedesche desidera favor.ire in ogni modo l'elemento sano popolazione nella speranza di una reazione. Perciò Buchanan è del parere che occorra fare Ja nota dichiarazione che gl'i alleati non abbandoneranno la Russia. Invece il ministro di Romania ritiene prudente astenersi da qualsiasi specie di dichiarazione facendo spargere voci circa le gravissime conseguenze che avrà per la Russia un armistizio od una eventuale pace separata nella speranza che la popolazione si accorga dell'abisso cui va incontro. La situazione attuale a Pietrogrado è di vera anarchia; tutti gl'impiegati dei ministeri sono scioperanti; mancano viveri; carbone; probabilmente si verificheranno gravi diso-rdini fra non molto. A Mosca hanno preso sopravvento i massimalisti, a Odessa e Kiew sarebbe sorto governo separatista, in Ucraina e nel Caucaso si starebbe costituendo, secondo mi si riferisce dal R. Console in Tiflis, governi provvisori indipendenti. In Finlandia si rafforza il movimento separatista. Tutti i RR. consoli mi segnalano che atti violenza, furti, omicidi sono all'ordine del giorno. Al Quarter generale Tcernov Aksentiev Scobelev e altri capi partiti socialisti stanno discutendo tra loro gli uni desiderando la partecipazione dei massimalisti, gli altri escludendola. Dato il

carattere della discussione essa potrà andare per le lunghe. In ogni caso qualsiasi governo salga al potere si accingerà a fare una sollecita pace perché l'esercito senza viveri sta sbandandosi e la popolazione stanca della guerra è disposta a qualsiasi concessione e a qualsiasi bassezza. Non conviene quindi farsi iltlusioni circa l'ulteriore attiva partecipazione della Russia alla guerra (1).

(l) -Cfr. n. 548, pag. 370. (2) -Cfr. n. 518, pag. 349.
575

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4299/652. Washington, 28 novembre 1917 (per. ore 19,15 del 2.9).

Balfour rilasciò giorni fa a lord Rotschild, vice presidente federazione sionista inglese la seguente dichiarazione: • Governo di S.M. vede con favore stabilimento in Palestina di un centro nazionale ebraico e userà tutta la sua influenza per facilitare qui avvento ,con r·intesa peraltro che niente sarà fatto che possa pregiudicare diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche in Palestina né i diritti e stato giuridico di cui godono israeliti in qualunque altro··

Questa dichiarazione è stata accolta con entusiasmo dal... (2) ebraico americano il cui organo principale mi chiede di corroborarla. Mi sono adoperato sempre per vincolare alla nostra causa il partito ·israelita che è qui potentissimo e che ci è infatti favorevole. E poiché non converrebbe lasciare inevasa la domanda odierna, prego V. E. telegrafarmi in qual senso e entro qual limite possa pronunziarmi.

576

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. 4310/1285. Pietrogrado, 28 novembre 1917, ore 21,30 (per. ore 9,20 del 30).

Trotzki ha pubblicato comunicato nel quale afferma che vittoriosa rivoluzione russa ha posto questione pace e per conseguenza tutti i Governi belligeranti sono invitati a dichiarare categoricamente se sono disposti per il l o dicembre ad iniziare trattative per un armistizio immediato e pace generale. Trotzki aggiunge che se popoli alleati non consentono intavolare trattative suddette Russia le continuerà da sola. Se quindi Russia verrà costretta ad una pace separata Governi alleati ne saranno responsabili.

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1878 del 30 novembre. (2) -Gruppo indecifrato.
577

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4311/1289. Pietrogrado, 28 novembre 1917, ore 21,30 (per. ore 9,20 del 30).

Organo del Soviet pubblica oggi accordo Italia con Inghilterra, Francia, Russia per la sua entrata in azione. Pubblicazione non accompagnata da commenti. Non mancherò di inviarle per corriere raccolta documenti diplomatici pubblicati dall'organo del Soviet, giusta desiderio espressomi da V. E. col telegramma n. 398 (1).

578

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5044/1362. Londra, 28 novembre 1917.

Il dispaccio di V. E. segnato a margine (2), cui ho qui l'onore di rispondere, si è evidentemente ,incrociato con i miei rapporti n. 1335 e 1343 (3) riproducenti due comunicazioni pervenutemi dal Foreign Office ciTca il commevcio d'armi in Etiopia.

Come V. E. avrà già rilevato dalla lettura delle due note, il Governo britannico:

l) è incline a rimettere a più tardi -e quando le condizioni sieno più favorevoli -ogni passo presso il Governo abissino nel senso da noi proposto (memorandum della R. ambasciata delli 19 ottobre scorso).

2) mantiene -salvo eventuali emendamenti -le due proposte contenute nella nota del signor Balfour delli 28 giugno u.s., e cioè: a) proibizione assoluta di vendita d'armi in Abissinia; e b) consegna da parte de!l governo abissino di un egual numero di vecchi fucili, in cambio di ciascuna concessione di nuovi.

3) si dichiara disposto a concedere, d'accordo co>l governo francese, tremila fucili Gras a Ras Tafari.

In tale stato di cose, e nell'attesa delle istruzioni che V.E. vorrà compiacersi di impartirmi in connessione col contenuto delle suindicate comunicazioni del Foreign Office, stimerei più conveniente, salvo beninteso, ordini in contrario dell'E. V., di non sviluppare nel momento attuale presso il signor Balfour gli argomenti contenuti nel dispaccio precitato, ma di servirmene piuttosto opportunamente nell'esporgli, a tuo tempo, le eventuali obiezioni e controproposte diV. E. circa le due ultime di lu·i comunicazioni, innanzi ricordate.

ALLEGATO.

FOREIGN OFFICE A IMPERIALI

N. 215731/1/W. Londra, 17 novembre 1917.

The Secretary of State for Foreign Affairs presents his compliments to thli: Italian Ambassador and with reference to his memorandum of the 3rd instant and other correspondence relating to the arms question in Abyssinia, has the honour w state that the French Government have consulted His Majesty's Government as to the desirability of accepting a request which has been presented by Ras '.l1afard for three thousand G11as rifles (without ammunition) vequived for his own protection.

His Majesty's Government have r,eplied to the French Government that they share their view that the Entente Powers might concede this demand, the concession to be regarded as a personal favour and sign of good-will on the part of the three Governments. Mr. Balfour has proposed, moreover, that no conditions <:hould be attached to the importation of these particular arms, but that the grant t.hereof should be taken into consideration when the communication contemplated in Mr. Balfour's memorandum under reference is addressed to the Abyssinian Government.

(l) -Non pubblicato. (2) -Si tratta del d. r. 45185/687 del 19 novembre edito al n. 485, pag. 328. (3) -Non pubblicati.
579

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1533. Roma, 29 novembre 1917, ore 21.

Suo telegramma 637 (1).

Proponiamo testo seguente: Governo S. M. il re d'Italia Governo Stati Uniti d'America stimando comune interesse nella presente guerra provvedere guisa che i cittadini ciascuna due parti res'identi territorio dell'altra non si sottraggano adempimento obblighi servizio militare ma sia loro concesso soddisfarli nell'uno o nell'altro Paese, avuto riguardo condizion-i trasporti marittimi, hanno convenuto quanto segue: l) ciascuna parte contraente previo avviso all'altra può notificare propri cittadini nel territorio di questa ordine adempiere obblighi servizio militare e tenersi a questo fine disposizione determinate autorità proprio Stato, residenti Paese loro dimora. 2) Coloro che, chiamati presentarsi entro determinato termine autorità articolo l o, non ottemperassero ordine ricevuto potranno essere arrestati e posti a disposizione delle medesime per provvedimenti del caso. 3) Decorsi 30 giorni dall'avviso di cui all'articolo l, coloro che in seguito notificazione di cui detto articolo non fossero rimpatriati, saranno soggetti, nei limiti di età stabiliti rispettive leggi nazionali, prestar servizio secondo leggi locaili che si applicheranno loro per ogni riguardo come fossero cittadini del Paese salvo disposto articolo 4. 4) Persone soggette servizio militare norma articoli precedenti saranno esonerate quando sieno

munite certificato esonerazione o dispensa rilasciato loro dagli ufficiali diplomatici consolari proprio Paese per conto e nome Governo o in seguito richiesta formale ufficiali medes'lmi qualora già siano arruolate. 5) Per effetto questo accordo servizio militare prestato uno dei due Paesi, esonero o dispensa dal medesimo, saranno equivalenti servizio esonero dispensa nell'altro. 6) Autorità ciascuno due Paesi si adopereranno per arrestaTe tenere custodia disertori forze armate dell'altro e coloro che tenuti servizio militare si fossero allontanati dalla Patria dopo mobilitazione consegnandoli autorità che saranno designate dal rispettivo GoveTno. Per disertori navi da guerra e mercantili resta fermo disposto articolo l convenzione consolare; sarà peraltro sospeso finché accordo rimarrà vigore termine di cui ultimo capoverso detto articolo. 7) Riammissione nei due Paesi di coloro che fossero rimpatriati anche prima dell'accordo per adempiere obblighi servizio non potrà essere negata per circostanze o condizioni preesistenti rimpatrio o sopraggiunte dipendenza detto servizio. 8) Servizio militare prestato teTmine accordo e formaHtà relative non importeranno alcuna modificazione stato cittadinanza coloro cui esso st riferisce. 9) Chiunque possegga cittadinanza entrambi Stati contraenti sarà considerato egli effetti accordo cittadino del Paese in cui si trova; certificato autorità competenti costituirà prova legale cittadinanza. 10 e 11) Identici pTogetto americano. Preambolo inspirato accordi analoghi con Francia e Inghilterra. Primi quattro articoli semplificano disposizioni progetto americano rendendole più elastiche evitando inuti<li imbarazzi RR. uffici. Se clausola articolo 3 relativa limite ,età fosse respinta gradiremmo aggiungere capoverso seguente: • Autorità americane faciliteranno arruolamento volontario coloro che esenti obbligo servizio secondo leggi locali foo:sero disposti assumerlo, agli effetti articolo 5 essendo tenuti prestarlo secondo ,leggi italiane ». Accerti che benefici concessi famiglie pTofitteranno anche parenti rimasti nel Regno; altrimenti converrebbe precisare meglio clausola • per ogni riguardo • come nell'accordo italo-britannico. Termine trenta giorni potrebbe, occorrendo essere ampEato. Articoli 8, 9 migliorano disposto insufficiente artt. 6, 9 progetto americano ispirandosi predetti accordi. Gioverà rilevare che accordo attuale applicherassi anche italiani muniti prima caTta ricostituendo interrotta armonia tra legge americana e trattato. Altri emendamenti non richiedono spiegazioni. Non manchi far notare nel miglior modo come queste disposizioni avvantaggiano in fatto più Stati Uniti che Italia.

(l) T. 4195/637 del 22 novembre, non pubblicato: Lansing desidera che l'accordo rela. tivo agli obblighi militari dei cittadini italiani e statunitensi sia concluso prima dell'aper· tura del Congresso.

580

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1873 bis. Parigi, 29 novembre 1917.

Telegramma particolare del 27 corrente (1). Rodd è persona gratissima a Roma. Ciò per norma di linguaggio di V.E.

(l) Cfr. n. 562, pag. 376.

581

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. GAB. 3134 bis/93. Berna, 29 novembre 1917, ore 8 (per. il 29).

Telegramma di V. E. n. 399 (1).

Da qualche tempo certa stampa svizzera notor·iamente asservita aUa propaganda nemica, quasi obbedendo ad una parola d'ordine, conduce con preoccupante insistenza una campagna allarmista tendente ad intorbidare opinione pubblica svizzera e prospettando velatamente grande interesse che avrebbe l'Intesa da un punto di vista militare a coglie:re d'l sorpresa il nemico di fianco o alle spaHe attraverso la Svizzera. La Indépendance Helvétique di Ginevra faceva fra l'altro rilevare che mentre le truppe americane sarebbero destinate ad uno dei settori del fronte occidentale più vicini alla frontiera svizzera, il Gove:rno degli Stati Uniti non si trova legato ad alcun trattato riconoscente la neutralità svizzera né fece, dall'entrata in guerra della Repubblica nord-americana, alcuna esplicita dichiarazione in tal senso. Questo incaricato d'affari americano in un recente colloquio col signor Ador fece cenno a questa campagna ed ai suoi scopi tendenziosi. Ador rispose che realmente una dichiarazione fatta in questo momento dal Governo degli Stati Uniti ed analoga a quella che i Governi aLleati reiterarono più volte in questi ultimi tre anni sarebbe molto opportuna per togliere quals·lasi pretesto a consimili insinuazioni. Incaricato d'affari si affrettò a fare proposta in questo senso al suo Governo suggerendo però che dichiarazione venisse subordinata ad ogni buon fine all'osservanza da parte del Governo federale dei suoi obblighi d·l Stato neutrale nonché al rispetto della neutralità svizzera da parte degli Stati nemici.

Così stando le cose io non esito a ritenere che progettata dichiarazione non potrebbe dal punto di vista politico che produne buon effetto e che dal punto di vista militare non precluderebbe possibilità di prevenire o di parare una seria minaccia di violazione della neutralità svizzera da parte delle Potenze Centrati non appena tale minaccia di affacciasse o avesse principio di esecuzione.

582

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL COMANDO SUPREMO, MARCHETTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. A MANO 12798. Roma, 29 novembre 1917.

Si ha in data 27 c.m.: Nel suo prossimo discorso, il Cancelliere Hertling, parlerà della risposta alla nota del Papa, assicurando che la Germania è decisa a seguire il pro

gramma ivi espresso. Dopo il discorso di Hertling si chiuderà la Camera per un mese circa.

Nel dicembre, Hertling, farà ampie dichiarazioni sul Belgio, quelle dichiarazioni che, prima della conferenza con Erzberger, erano preparate pel d'iscorso del 29 novembre.

(l) Non pubblicato.

583

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4313/94. Berna, 29 novemb1·e 1917, ore 20,50 (per. ore 3,20 del 30).

Telegramma di V. E. n. 1527 (1).

Ho avuto un colloquio co•l De Pianta sul progetto relativo alla ripresa del traffico itala-svizzero a Chiasso per certe determinate categorie di merci. Gli ho detto sarei andato oggi stesso dipartimento politico a presentare la nota ufficiale ma che per un più ·rapido scambio di idee che ci potesse condurre senza perder tempo ad una conclusione pratica ritenevo opportuno una conferenza a quattro tra noi due il signor Ador ed il presidente della Confederazione, il cui risultato avrei telegrafato a V. E. Egli accettò hl mio suggerimento aggiungendo che avrebbe cercato di convocare la riunione per domattina. De Pianta mi ha parlato pure dell'ultima comunicazione fatta dal signor Segesser. Egli aveva decifrato soltanto parte del telegramma arrivato poche ore prima della sua partenza ma ricordava che istruzioni provenivano dal dipartimento dell'Economia Pubblica e che forse il capo del dipartimento (presidente della Confederazione) avrebbe dimenticato di parlarne al signor Ador. Ciò spiegherebbe e confermerebbe quanto a me aveva detto consigliere Schulthess circa le rappresaglie che non erano mai entrate nello spirito dell'Ador. De Pianta mi confessò invece che egli era interamente dell'avviso del consigliere Schulthess in vista eccitazione che chiusura assoluta del traffico aveva prodotto in !svizzera. Quanto questione della valigia diplomatica il ministro non mi ha nascosto che 1la sospensione del corriere di Gabinetto fu per lui dolorosissima perché in quel giorno non ha potuto avere le notizie particolareggiate che aspettava sullo stato della moglie la quale aveva dovuto sottoporsi ad una operazione richiedente intervento operatorio. Egli non mi nascose che se tale stato di cose dovesse durare ancora qualche tempo preferirebbe di andarsene. Rispondendo queste sue dichiarazioni forse da lui ripetute ad estranei e mal interpretate gli ho detto che la questione della valigia diplomatica era ancora allo studio ed ho colto la palla al balzo per fare cenno degli abusi ai quali certamente ad insaputa del dipartimento politico e della 'legazione di Svizzera a Roma quella valigia aveva dato luogo. Egli cercò scolparsi riversando la colpa al corriere del Vaticano e dell'ambasc'iatore di Spagna cui la valigia svizzera dava cortese ospitalità.

(l) Cfr. n. 566, pag. 380.

584

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4304/654. Washington, 29 novembre 1917 (per. ore 4,30 del 30).

In imminente apertura congresso, Lansing, al quale comunicai contenuto telegramma di V.E. n. 1481 (1), mi ha chiesto nuovamente se avessi ricevuto controproposte italiane. Richiamandomi mio telegramma n. 637 (2), mi permetto sollecitarne urgente trasmissione teJ.egrafica, aggiungo che la conferma di un accordo raggiunto fra i due Paesi per il servizio militare influirebbe favorevolmente sul congresso rispetto a eventuale dichiarazione di guerra degli Stati Uniti all'Austria-Ungheria, mentre mancato accordo fornirebbe anche esso materia di resistenza a coloro che vi si oppongono.

585

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4314/1283. Pietrogrado, 29 novembre 1917, ore 14 (per. ore 9 del 30).

28 novembre.

Rappresentanti deLle Potenze centrali eccettuato ministro dei Paesi Bassi hanno risposto alla nota di Trotzky di cui al mio telegramma 1260 (3). Ma mentre essi si limitano ad accusare ricevuta della nota impegnandosi trasinetterla ai propri Governi, l'Incaricato d'affari di Spagna signor Garrido, si esprime nei termini seguenti:

• Accusando :dcevuta della vostTa nota mi affretto, signor commissario, ad annunziarvi che in conformità del vostro giusto desiderio non mancherò di trasmettere oggi stesso per telegrafo al mio Governo il contenuto della nota suddetta affinché la porti a conoscenza del popolo spagnuolo e facc'ia per parte sua tutti gli sforzi necessari per facilitare conclusione della pace cui aspira l'umanità •.

Linguaggio del signor Garrido nel quale si ravvisa un riconoscimento del Governo massimalista ed un'adesione alla sua iniziativa, ha indignato alcune organizzazioni di questa stampa.

Il Veccer (ex Veccernil V1·emia) lo attacca violentemente dichiarando che la sua ulteriore permanenza in Pietrogrado non è ammissibile. Questo ministro di Romania mi ha detto per parte sua considerare azione dell'incaricato d'affari in Spagna estremamente grave e che gli alleati dovrebbero chiedere spiegazioni al GoveTno di Madrid.

Dalle informazioni assunte mi risulta che il signor Garrido sin dal suo arrivo a Pietrogrado, circa tre anni fa, manifestò apertamente i suoi sentimenti germanofili. La sua signora è di origine tedesca ed un suo cognato cadde combattendo contro l'eserc·ito italiano.

Il signor Garrido non nasconde con nessuno la sua avversione per l'Italia contro la quale si espresse acerbamente all'epoca della nostra entrata in azione.

(l) -Cfr. n. 495, pag. 336. (2) -Cfr. p. 387, nota. (3) -Cfr. n. 550, pag. 371.
586

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4321/1157. Pietrogrado, 29 novembre 1917, ore 14,40 (per. ore 11,10 del 30).

Telegramma di V. E. 14498 (l). Caduta speranza invio piroscafo nazionale ad Arcangelo (come V. E. me ne ha confermato col suo telegramma 13955) (l) rimpatrio dei 2.400 prigionieri "lrredenti diventa assai problematico. Loro situazione sarebbe stata meno dolorosa se non fossero stati concentrati. Ozio forzato e disagio di un inverno russo nei luoghi inadatti di Kibazarnov sono ben tristi prospettive per i nostri irredenti i cui messaggi sempre inspirati da caldo sentimento patriottico sono edificante testimonianza del loro elevato morale. R. ambasciatore non cesserà dal far pratiche per parziale rimpatrio a bordo piroscafi esteri sebbene finora non si scorgano 'indizi giustificate speranze.

587

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3138/469. Pietrogrado, 29 novembre 1917, ore 21,20 (per. ore 11,15 dell' l dicembre).

È stato consegnato oggi all'ambasciata il documento seguente:

• Per notizia ai rappresentanti diplomatki delle Potenze alleate della Russia.

Alla proposta formale dei commissari del popolo per l'apertura delle trattative dell'armistizio immediato su tutti i fronti allo scopo di concludere una pace democratica senza annessioni né contribuzioni col diritto a tutti i popoli di stabilire i propri governi nazionali il comandante in capo germanico ha risposto affermativamente. Tutti i documenti inerenti e le informaz·ioni di fatto sono stati da me pubblicati nell'Isviest del comitato esecutivo centrale.

Le operazioni militari sul fronte russo sono sospese; le trattative preliminari

cominceranno il 19 novembre -2 dicembre. Il consiglio dei commissari del

popolo crede opportuno, come lo ha creduto per l'innanzi, di intavolare simul

taneamente trattative con tutti gli alleati allo scopo di raggiungere al più

presto l'armistizio su tutti i fronti ed assicurare la pace democratica generale.

I Governi alleati e loro rappresentanti diplomatici vogliano degnarsi

rispondere se intendono o no partecipare alle trattative che si cominceranno

il 2 dicembre ore 17. Firmato il commissario per gli Affari Esteri Trotzky •.

(l) Non pubblicato.

588

VERBALE DELLA CONFERENZA INTERALLEATA

SECRET. Parigi, 29 novembre 1917.

La Conférence des Alliés s'est réunie en séance plénière le 29 novembre 1917 au Ministère des Affaires Etrangères, dans le grand salon de l'Horloge.

Assistaient à la Séance:

Pour la France :

M. Clemenceau, Président du Conseil, Ministre de la Guerre.

M. Stéphen Pichon, Ministre des Affaires Étrangères.

M. Georges Leygues, Ministre de la Marine.

M. Klotz, Ministre des Finances.

M. Clémentel, Ministre du Commerce.

M. Loucheur, Ministre de l'Armement.

M. Victor Boret, Minlstre du Ravitaillement.

M. Lebrun, Ministre du Blocus.

M. Tardieu, Haut-Commissaire du Gouvernement français aux États-Unis.

M. Jules Cambon, Ambassadeur de France, Secrétaire général du Ministère des Affaires Étrangères.

M. de Margerie, Ministre plénipotentiaire, Directeur des Affa'ire politiques et commerc'iales au Ministère des Affaires Étrangères.

M. ,le Général Foch, Chef d'État-Major général de l'Armée.

M. l'Amiral de Bon, Chef d'État-Major général de la Marine.

M. le Général Weygand, Représentant militaire français au Conseil supérieur de Guerre.

M. de Bearn, Secrétaire d'Ambassade.

Pour la Belglque:

S. E. le Baron de Brocqueville, Président du Conseil, Ministre des Affaires

Étrangères. Le Baron de Gaiffier d'Hestroy, Ministre de Belgique à Paris.

M. le Généml Buguoy, Chef d'État-Major de l'Armée belge.

Pour le Brésil:

M. O. de Magalhaes, Ministre du Brésil à Paris.

Pour la Chine :

M. Hou Wei Teh, Ministre de Chine à Paris.

M. le Général T'ang-T5a1 Li, Général de division de l'Armée chinoise.

Pour Cuba.

M. le Général Carlos Garcia Vélez, Ministre de Cuba à Londres.

Pour les États-Unis:

M. le Colone! House, Chef de Mission.

S. E. W. G. Sharp, Ambassadeur des États-Unis en France.

M. l'Amiral W. S. Benson.

M. le Général Tasker Bliss.

M. le Général Pershing. Commandant les troupes américaines en France.

M. l'Amiral Sims.

M. O. T. Crosby, Secrétaire-Adjoint du Trésor.

M. Vance McCormick, Président de la Commission du Commerce et de Guerre.

M. Bainbridge Colby, Membre de la Commission du Fret.

M. Taylor, Secrétaire de la Commission du Commerce de Guerre, Représentant de la Direction de l'Alimentation.

M. T. N. Perkins, Représentant de la Commission des Munitions.

M. P. Cravath, Conseiller juridique.

Pour la Grande-Bretagne:

S. E. M. Lloyd George, Président du Conseil.

S. E. M. A. J. Balfour, Secrétaire d'État aux Affaires Étrangères.

S. E. Lord Bertie of Thame, Ambassadeur de Grande-Bretagne en France.

S. E. Sir Eric Geddes, Premier Lord de l'Amirauté.

S. E. Earl Reading, Lord Chief Justice. Sir John Jellicoe, Premier Lord naval. Sir WHliam Robertson, Chef d'Etat-Major de l'Armée Impériale. Sir Joseph Maclay, Ministre des Transports maritimes. Le Vicomte Northcliffe, Président de la Mission militaire br'itannique aux

États-Unis. Sir George Clerk, du Foreign Office.

M. le Colonel Sir Maurice Hankey, Secrétaire du Cabinet de Guerre.

Pour la Grèce:

S. E. M. Venizelos, Président du Conseil.

M. Romanos, Ministre de Grèce en France.

M. Diomède, ancien Ministre des Finances, Délégué financier.

M. Argyropoulo, Gouverneur général de la Macédoine, Délégué du Ministère du Ravitaillement.

M. le Colone! Phrantzès, Délégué militaire.

M. le Commandant Botassis, Attaché naval à la Légation de Grèce, Délégué naval.

Pour l'ltalie:

S. E. M. Orlando, Président du Conseil.

S. E. M. Sonnino, Ministre des Affaires Étrangères.

S. E. le Comte Bonin-Longare, Ambassadeur d'Italie en France.

S. E. M. Nitti, Ministre du Trésor.

S. E. M. Bianchi, Ministre des Transports.

S. E. 'le Général Dallolio, Ministre des Munitions.

S. E. le Général Cadorna.

S. E. M. Crespi, Commissaire général pour le Ravitaillement.

S. E. M. Chiesa, Sous-Secrétaire d'État pour l'Aviation.

Pour le Japon:

S. E. le Vicomte Chinda, Ambassadeur du Japon en Angleterre.

S. E. M. Keishirò Matsui, Ambassadeur du Japon en France.

M. Honda, Conseiller de l'Ambassade du Japon à Londres.

M. le Contre-Amiral Kunakoshi, Attaché naval à l'Ambassade du Japon à Londres.

M. Nagaoka, Conseiller de l'Ambassade du Japon à Paris.

M. le Colone! Tanaka, Attaché militaire à l'Ambassade du Japon à Londres.

M. le Capitaine de Vaisseau Matsumura, Attaché naval à l'Ambassade du J apon à Par1s.

M. le Colone! Nagai, Attaché militaire à l'Ambassade du Japon à Paris.

M. Saburi, Secrétaire d'Ambassade de première classe.

Pour le Libéria: Le Baron de San Miguel, Chargé d'Affaires du Libéria à Paris.

Pour le Monténégro:

S. E. M. Popovitch, Président du Conseil, Ministre des Affaires Étrangères.

Pour le Portugal:

S. E. M. Alfonso Costa, Président du Conseil, Ministre des Finances.

S. E. M. Augusto Soares, Min:istre des Affaires Étrangères.

M. Joao Chagas, Ministre du Portugal en France.

M. le Colone! Roberto Baptista, Chef d'Etat-Major du Corps expéditionnaire portugais.

M. le Colone! Ortlgao Peres, Attaché militaire.

Pour la Roumanie:

M. Antonesco, Ministre de Roumanie en France.

M. le Général lliesco.

Pour la Russie:

M. Sevastopoulo, Chargé d'Affaires de Russie à Paris.

M. le Général Zankevitch.

Pour la Serbie:

S. E. M. Pachitch, Président du Conseil, Ministre des Affaires Étrangères.

M. Vesnitch, Ministre de Serhie en France.

M. le Général Ratchitch.

Pour le Siam: Le Prince Charoon, Ministre de Siam en France. La séance est ouverte à 10 heures.

M. Clemenceau, Président du Conseil, Ministre de la Guerre, prononce l'allocution suivante:

• Messieurs, Au nom de la République française, l'honneur m'échoit de vous souhaiter la hienvenue.

Dans la 'Plus grande guerre, c'est le sentiment d'une supreme solidarité des peuples qui nous réunit à cette heure, pour conquérir, sur les champs de bataille, le droit à une paix qui soit vraiment d'humanité.

A ce titre, nous sommes tous, ici, une magnifique rencontre d'espérances, de devoirs, de volontés en accord pour tous les sacrifices que commande une alliance dont aucune intrigue, aucune défaillance ne pourra jamais rien entamer.

Les hautes passions qui nous animent, il s'agit de les traduire en actes. Notre ordre du jour est de travailler. Travaillons •.

M. Pichon demande alors la parole pour proposer à l'assemblée une

méthode de travail. Le programme de nos travaux comporte, dit-il:

l. Des questions financieres;

2. -Des questions d'armement, y compris l'aviation, et de munitions; 3. -Des questions relatives aux besoins généraux d'importation des Alliés et aux moyens de transports maritimes; 4. -Des questions de ravitaillement; 5. -Des questions de blocus. Le Gouvernement français propose donc la création de C'inq grandes sec

tions correspondant à chacune de ces divisions: Section des Finances. Section de l'Armement et des Munitions. Sections des Importations et Transports maritimes. Section du Ravitaillement. Section du Blocus.

Chacune de ces sections pourra, s'i elle le juge utile, se subdiviser en Commissions spéciales pour organiser ses travaux. Je vous propose, si vous acceptez cette procédure, de suspendre la séance pendant un quart d'heure, pour permettre à chaque pays de désigner les

délégués qui le représenteront dans ces Commissions. Chaque Puissance aura ainsi la possibilité d'exposer ses vues sur les questions qui l'intéressent.

A la reprise de la séance, nous prendrons note de ces noms, et le Mlnistre français compétent se chargera de convoquer les délégués désignés pour les séances des sections.

Lorsque ces sections auront terminé leurs travaux, nous pourrons nous réuni:r de nouveau pour prendre connaissance de leur manière de voir, et dans une séance finale nous prendrons acte des décisions de l'assemblée.

La suggestion du Ministre des Affaires Étrangères de la République est adoptée à l'unanimité, et la séance est levée pendant un quart d'heure.

A la reprise de la séance à 10 heures et demie, M. Pichon appelle chaque délégation, en suivant l'ordre alphabétique des Puissances, et le chef de la délégation fait connaitre les noms des délégués chargés de représenter son Gouvernement dans les différentes sections.

La délégation beige désigne pour la représenter: Dans la Section de l'Armement: M. le GénéralBuguoy, Dans la Section des Importations et des Transports maritimes: M. le Baron de Brocqueville, M. le Baron de Gaiffier. Dans la Section du Ravitaillement: M. le Baron de Brocqueville, M. le Baron de Gaiffier, M. Van de Vyvere. Dans la Section du Blocus: M. le Baron de Brocqueville, M. le Baron de

Gaiffier, M. Van de Vyvere.

Le Ministre du Brésil représentera son Gouvernement dans 1les cinq sections.

Le Ministre de Chine se chargera de représenter son Gouvernement dans la

Section du Ravitaillement.

M. le Général Carlos Garcia Vélez exprime le désir de représenter le Gouvernement cubain dans la Section des Importations et des Transports maritimes et dans la Section du Blocus.

Les délégués des États-Unis seront: Dans la Section des Finances: M.O.T. Crosby, M. P. Cravath. Dans la Section de l'Armement et des Munitions: M.T.N. Perkins, M. 'le Général Williams, lVI. le Colonel BQJlling, M. le Comandant Corse, M. W.R. Burgess. Dans la Sectlon des Importations et des Transports maritimes: M.B. Colby,

M. Day, M. V. McCormick. Dans la Section du RavitaiHement: M. le Docteur Taylor. Dans la Section du Blocus: M. V. McCormick.

La délégation britannique désigne pour la représenter: Dans la Section des Finances: Lord Reading, M. J. M. Keynes. Dans la Section de l'Armement et des Munitions: M. Winston Churchill, le Vicomte Northcliffe. Dans la Sectlon des Importations et des Transports maritimes: Lord Reading, Sir J. Maclay. Dans la Section du Ravitaillement: Lord Rhondda, M. Beale. Dans la Section du Blocus: Lord Reading, M. Waterlow.

Les délégés de la Grèce seront:

Dans la Section des Finances: M. Romanos, M. Diomède.

Dans la Section de l'Armement et des Munitions: M. Venizelos, M. le Colone! Phrantzès.

Dans la Section des Importations ~et des Transports maritimes: M. Venizelos,

M. Argyropulo. Dans la Section du Ravitaillement: M. Venizelos, M. Aryropulo. Dans la Section du Blocus: M. le Commandant Botassis.

L'Ita1ie sera représentée: Dans la Section des Finances, par M. Nitti. Dans la Section de l'Armement et des Munitions, par M. Chiesa, M. le Général Dallo !io. Dans la Section des Importations et des Transports Maritimes, par M. Nitti

M. Bianchi. Dans la Section de Ravita'lllement, par M. Bianchi, M. Crespi. Dans la Section du Blocus, par M. le Comte Bonin-Longare, M. Crespi.

Les délégués du Japon seront: Dans la Section des Finances: M. Ronda, M. Saburi. Dans Ll.a Section des Importations et des Transports maritimes: M. Ronda,

M. Saburi. Dans la Section du Ravitaillement: M. Ronda, M. Saburi. Dans la Section du Blocus: M. Nagaoka, M. le Colone'! Nagai.

M. le Chargé d'Affaires du Libéria fait savoir que Ies délégués choisis par le Gouvernement des États-Unis seront également chargés de représenter le Libéria dans chacune des sections.

M. Popovitch exprime le désir de représenter le Gouvernement monténégrin dans la Section de l'Armement et des Munitions, et dans ,Ja Section du Ravitaillement.

Les délégués du Portugal seront: Dans la Section d es Finances: M. Affonso Costa, M. Mello Ba-rreto. Dans la Section de l'Armement et d es Munitions: M. le Colonel R. Baptista,

M. Ivens Ferraz, M. ,Je Colone! O. Peres. Dans la Section des Importations et des Transports maritimes: M. Affonso Costa, M. A. Soares, M. Armando Navarro. Dans la Section du Ravitaillement: M. A. Soares, M. Joao Chagas, M. José

d'Abreu. Dans la Section du Blocus: M. Joao Chagas, M. Melo Barreto.

Les représentants de la Roumanie seront: Dans la Section des Finances: M. Antonesco. Dans la Section de l'Armement et des Munitions: M. le Général Iliesco,

M. le Général Rudeano. Dans la Section des Importations et Transports maritimes: M. Antonesco. Dans la Section du Ravitaillement: M. Antonesco. Dans la Section du Blocus: M. le Général Iliesco, ~· le Général Rudeano.

La Russie sera représentée: Dans la Section des Finances, par M. Raffalovich. Dans la Section de l'Armement et des Munitions, par M. le Général

Ignatieff. Dans la Section des Importations et des Transports maritimes, par M. le

Général Dmitrieff. Dans la Section du Ravitaillement, par M. le Général Ignatieff. Dans la Section du Blocus, par M. Basily.

Les délégués du Gouvernement serbe seront: Dans la Section d es Finances : M. Pachitch. Dans la Section de l'Armement et des Munitions: M. le Général Rachitch. Dans la Section des Importations et des Transports maritimes: M. Vesnitch,

M. le Général Rachitch. Dans la Section du Rav'itaillement: M. Vesnitch, M. le Général Rachitch. Dans la Section de Blocus: M. Vesnitch.

Le Ministre de Siam explique qu'il n'y a pas lieu pour son Gouvernement de se faire représenter dans les différentes sections. Les délégués du Gouvernement français seront: Pour la Section de Finances: M. Klotz, M. Sergent, M. Tardieu, M. Luquet,

M. Octave Homberg, M. Celier, M. Bouniols, M. Casenave.

Pour la Section de l'Armement et des Munitions: M. Loucheur, M. le Général de la Panouse, M. le Colonel Remond, M. le Commandant de GraHly,

M. l'Ingénieur en Chef Mercier, M. le Colonel Camus, M. Janne.

Pour la Section des Importations et des Transports maritimes et pour la Section du Ravttaillement: M. Clémentel, M. Loucheur, M. Lemery, M. Vilgrain, M. Boret, M. Tardieu, M. Monnet, M. Chasseriaux, M. Berengier, M. Cablat, M. Blétry, M. Gillet, M. Delavaud, M. Seruys, le Commandant Puech,

M. Avenol, M. Dartiguenave, M. Laroche. Pour la Section du Blocus: M. Lebrun, M. Homberg, M. de Lasteyr'ie,

M. Chasseriaux, M. Laroche, M. le Controleur GaiLlard, le Capitaine de Marguerye, le Commandant Pissard, M. Delevaud, M. Seidoux, M. Seruys, M. A. Ribot, M. de Vitrolles, M. André.

Les différentes sections se trouvent donc composées de la manière suivante:

Section des Finances.

M. Klotz, Président. Brésil: M. O. de Magalba.es.

États-Unis: M. O. T. Crosby, M. P. Cravath. France: M. Klotz, M. Sergent, M. Tardieu, M. Luquet, M. O. Homberg,

M. Celier, M. Bouniols, M. Casenave. Grande-Bretagne: Lord Reading, M. J. W. Keynes. Grèce: M. Romanos, M. Diomède. Italie: M. Nitti. Japon: M. Ronda, M. Saburi. Portugal: M. Affonso Costa, M. Melo Barreto.

Roumanie: M. Antonesco. Russie: M. Raffalovich. Serbie: M. Pachitch.

Section de t'Arrnement et des Munitions.

M. Loucheur, Président.

Belgique: M. le Général Buguoy. Brésil: M. O. de Magalhaes. États-Unis: M. T. N. Perkins, M. le Général Wi1l'iams, M. le Colonel Bolling

M.le Commandant Corse, M. W. R. Burgess. France: M. Loucheur, M. le Général de la Panouse, M. le Colone! Remond

M. le Commandant de Grailly, M. l'Ingénieur en Chef Mercier, M. le

Colone! Camus, M. Janne. Grande-Bretagne: M. Winston Churchill, le Vicomte Northoliffe. Grèce: M. Venizelos, M. le Colone! Phrantzès. Italie: M. le Général Dallolio, M. Chiesa. Monténégro: M. Popovitch. Portugal: M. le Colonel R. Baptista, M. Ivens Ferraz, M. le Colone!

O. Peres. Roumanie: M. le Général Iliesco, M. le Général Rudeano. Russie: M. le Général Ignatieff. Serb'le: M. le Général Ratchitch.

Section des Importations et des Transports maritimes.

M. Olémentel, Président.

Belgique: Baron de Brocqueville, Baron de Gaffie!' d'Hestroy. Brésil: M. O. de Magalhaes. Cuba: M. le Général Carlos Garcia Vélez. États-Unis: M. Colby, M. Day, M. V. McCormick. France: M. Clémentel, M. Loucher, M. Lemery, M. Vilgrain, M. Tardieu,

M. Monnet, M. Chasseriaux, M. Berengier, M. Cablat, M. Blétry, M. Boret, M. Gillet, M. Delavaud, M. Seruys, le Commandant Puech, M. Avenol, M. Dartiguenave, M. Laroche.

Grande-Bretagne: Lord Reading, s·ir J. Maclay. Grèce: M. Venizelos, M. Argyropoulo. Italie: M. Bianchi, M. Nitti. Portugal: M. Affonso Costa, M. A. Soares, M. Armando Navarro. Japon: M. Honda, M. Saburi. Roumanie: M. Antonesco. Russie: Commandant Dmitrieff. Serbie: M. Vesnitch, Général Rachitch.

Section du Ravitaillement.

M. Clémentel, Président.

Belgique: Baron de B!'ocqueville, Baron de Ga·~ffier d'Hestroy, M. Van de Vyvere.

Brésil: M. O. de Magalhaes. Chine : M. Hou Wei Teh. États-Unis: M. le Dr. Taylor. France: M. Clémentel, M. Loucheur; M. Boret, M. Lemery, M. Vilgrain,

M. Tardieu, M. Monnet, M. Chasseriaux, M. Berengier, M. Cablat, M. Blétry, M. Gillet, M. Delavaud, M. Seruys, le· Commandant Puech, M. Avenol, M. Dartiguenave, M. Laroche.

Grande-Bretagne: Lord Rhondda, M. Beale. Grèce: M. Venizelos, M. Argyropoulo. Italie : M. Crespi, M. Bianchi. Japon: M. Honda, M. Saburi. Portugal: M. A. Soares, M. A. Chagas, M. J. d'Abreu. Roumanie : M. Antonescu. Russie: M. le Général Ignatieff. Serbie: M. Vesnitch, M. le Général Rachitch.

Section du Blocus

M. Lebrun, Président.

Belgique: Baron de Brocquevi1le, Baron de Gaiffier d'Hestroy, M. V an de

Vyvere.

Brésil: M. O. de Magalhaes.

Cuba: M. le Général Carlos Garcia Vélez.

États-Unis: M. V. McCormick.

France: M. Lebrun, M. Homberg, M. de Lasteyrie, M. Chasseriaux, M.

Laroche, M. le Contròleur GaHlard, M. le Capitaine de Vaisseau de

Marguerye.

M. le Commandant Pissard, M. Delavaud, M. Seydoux, M. Seruys, M. A.

Ribot, M. de Vitrolles, M. André. Grande-Bretagne: Lord Reading, M. Waterlow. Grèce: M. le Commandant Botassis. Italie: Le Comte Bonin Longare, M. Crespi. Japon: M. Nagaoka, M. le Colonel Nagai. Portugal: M. Joao Chagas, M. Melo Barreto. Roumanie: M. le Généml Iliesco, M. le Général Rudeano. Russie: M. Basily. Serbie: M. Vesnitch.

M. Pichon rappelle qu'il appartient au Ministre français dans les attributions duquel se trouvent les questions traitées de convoquer aussitòt que possible les délégués désignés pour prendre part aux travaux de la section qu'il préside.

Le Ministre des Affaires Étrangères ajoute que ·les questions d'ordre militaire et naval feront l'objet de réunions spéciales, dont s'occupent le Ministère de la Guerre et le Ministère de la Marine.

M. Clemenceau demande si quelqu'un a des observations à formuler. Personne n'ayant demandé la parole, la séance est •levée à 11 heures 15.

589

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3136 bis/95. Berna, 30 novembre 1917, ore 18.

Risposta a telegramma Gab. di ieri sera (l):

Nulla richiederebbe in questo momento una nostra dichiarazione di neutralità aJ!la Svizzera, che sarebbe se non erro la terza in un triennio da parte dell'Italia. Occasione della dichiarazione degli Stati Un'iti non mi sembra abbastanza rilevante da provocare passo solenne degli alleati. Da quanto ho potuto capire stamane da uno dei consiglieri federaE col quale accennavo, incidentalmente alla dichiarazione americana, non le si accorderebbe qui che una scarsa importanza. Oltre poi ad essere inopportuna una nostra dichiarazione odierna sarebbe a mio avviso inutile ripetizione che ne diminuirebbe valore potendo prestarsi ad inesatte e forse sgradite interpretazioni.

590

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2954/250. Washington, .... novembre 1917 (per. ore 13,40 del 30).

Telegramma di V. E. n. 1773 (2).

La mancata dichiaraz·lone di guerra degli Stati Uniti d'America all'Austria frutto di una personale e tenace concezione di Wilson poggiava fra l'altro, come sa V. E., sull'illusione che Vienna avrebbe potuto distaccarsi o venire distaccata da Berlino. Contro questa politica che non poteva essere affrontata direttamente, contro l'ibrida situazione che ne derivava e il danno che ne veniva soprattutto a noi, io mi sono adoperato incessantemente da mesi agendo con la necessaria riserva presso gli uomini influenti e attraverso la stampa sull'opinione pubblica sola dominatrice di Wilson. Gli odierni sciagurati eventi sono venuti ad ingigantire il movimento già avanzato tanto che gli incitamenti alla formale dichiarazione di guerra si riproducono da vari giorni con violenza sui giornali più importanti, in deliberazioni di comitati politici e da parte di membri del Congresso.

Producendo la necessità di rinvigorire la resistenza italiana anche coll'aiuto morale ho intrattenuto oggi lungamente Lansing manifestandogli che la formale dichiarazione di guerra all'Austria o l'invio di un reparto militare americano al nostro fronte avrebbero prodotto il più salutare effetto e sarebbero stati accolti con riconoscenza da nostro Paese. Lansing che pure attraverso la forzata riserva mi è sembrato sempre personalmente favorevole alla nostra tesi, dopo avermi ascoltato con evidente interesse... (3) avere obiezioni di

sorta mi ha detto che gli occorreva parlare a Wilson proponendosi farlo domani. Lo rivedrò fra due o tre giorni. Non ho accennato ai passi di Page. Per dichiarare la guerra Wilson necessiterebbe comunque del Congresso che s'i raduna al principio di dicembre. Invio di truppe, se consentito, consoliderebbe lo stato di guerra esistente.

(l) -Si tratta del t. gab. 1871 bis del 29 novembre. non pubblicato. Sonnino chiede se un'ulteriore dichiarazione di neutralità alla Svizzera sarebbe opportuna. (2) -Cfr. n. 358, pag. 250. (3) -Gruppo indecifrato.
591

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3146/245. Cristiania, 30 novembre 1917, ore 0,35 (per. ore 14).

Mio T. n. 244 (1). Le dichiarazioni fatte rispettivamente dai sovrani scandinavi ieri sera nei brindisi al pranzo di gala possono riassumersi come segue: • Quelli dei re di Danimarca e Norvegia si sono limitati ad invocare l'amicizia e l'altra collaborazione interna scandinava prevalentemente economica. Quello del re svedese ha avuto carattere nettamente politi·co internazionale e risponde con peculiare esattezza alla previsione da me formuilata al primo paragrafo secondo alinea del mio tel. n. 236 (2). Informazioni confidenziali da me ottenute da fonte sicura circa punti essenziaili del programma svedese confermano altresì nella maggior parte dei miei accenni preventivi in merito scopo prefissosi da re Gustavo nel provocare convegno. Essi sono: 1) convocazione della conferenza dei neutri, sembra col fine precipuo di promuovere una azione collettiva a favore della pace; 2) intesa politica fra gli Stati del Nord per sostenere solidalmente propri diritti e interessi di fronte ambedue i gruppi belligeranti (non si sa che cosa abbia inteso dire con dò il re di Svezia) ma in ispecie sul terreno delle divergenze economiche politiche con gl'i Stati Uniti d'America; 3) intensificazione degli scambi commerciali inter-scandinavi. Mi si assicura, sebbene non vi sia alcun ·cenno nel programma, che è intenzione del sovrano svedese e dei suoi ministri trattare nel convegno anche: l) della questione delle isole Aland allo scopo forse di ottenere appoggio diplomatico degli altri due Governi presso potenze occidentali per conseguire possibilmente annessione arcipelago; 2) progetto di una eventuale lega difensiva scandinava.

Tutto 1lascia ritenere però che i norvegesi non seguiranno Svezia in tali sue mire di grande politica. Essi si adopereranno a fare prevalere il loro concetto informativo del convegno nel senso interno scandinavo. Al che mirerebbe anche il loro programma dei punti essenziaili del quale pure ho ottenuto ragguagli a titolo riservato. Esso non ha di comune con quello svedese che il proposito intensificare gli scambi commerciali fra i tre Paesi del Nord. Inoltre contempla accordo per una azione comune contro spionaggio: per

vietare corrispondenza telegrafica in cifra interna in tutta Scandinavia anche da parte rappresentanze diplomatiche e consolari estere. Non sembra che Danimarca abbia presentato un proprio programma, ma essa si atterrebbe a quello Norvegia che si disporrebbe a secondare anche nell'atteggiamento di resistenza probabilmente più passiva che attiva per impedire che il convegno sia per avere conseguenze politiche internazionali e faccia capo ad una per quanto larvata un·ione scandinava sotto l'egemonia della Svezia (1).

(l) -Cfr. n. 572, pag. 383. (2) -Cfr. p. 383, nota l.
592

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A PARIGI

T. 15948. Roma, 30 novembre 1917, ore 21.

Questo ambasciatore di Russia è venuto a dire che d'accordo con l'ambasciatore di Russia a Parigi tiene a far consapevole il Governo italiano della profonda indignazione che prova per la pubblicazione a Pietrogrado degli accordi segreti conclusi tra la Russia e i suoi alleati, pubblicazione che costituisce da parte di chi l'ha fatta una odiosa violazione degli impegni assunti.

Giers ha espresso il desiderio che il Governo del Re si metta d'accordo col Governo francese per rendere contemporaneamente pubblica questa sua dichiarazione.

Prego farmi conoscere seguito che V. E. avrà dato alla proposta di Giers (2).

593

IL MINISTRO DELLA GUERRA, ALFIERI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, E AL GENERALE CADORNA, A PARIGI

T. uu. 132275 D.S.M. Roma, 30 novembre 1917, ore 22.

Relazione richiesta trasmessa al Comando Supremo comunicansi dati sforzo militare Italia. Classi chiamate alle armi 26 tutte rivisitate una volta ed è in corso seconda revisione generale con criteri molto restrittivi. Numero totale uomini chiamati alle armi e effettivamente presentatisi quattro milioni ·trecento cinquanta mila. Numero militari alle armi eselusi duecentocinquantamila feTiti ovvero malati ovvero in Jicenza di convalescenza e tenuto conto trecentom'ila

perdite definitive nelle azioni ottobre novembre può calcolarsi due milioni ottocentoquarantamila. Di questi sessantamila sono nelle colonie, centoventimila in Albania e Macedonia e cinquecentottantamila in paese. Di tali ultimi centotrentamila sono truppe di complemento in corso di istruzione e novantamila sono addette officine armi e munizioni.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1881 dell'l dicembre. (2) -Con t. 803 Sonnino autorizzò a pubblicare la dichiarazione dell'ambasciatore russo.
594

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4350/1303. Pietrogrado, 30 novemb1·e 1917, ore .22,10 (per. ore 1,30 dell' 1 dicembre).

Utrennia Viedmosti (Birsgevia Viedmosti) scrive che contro le aspettative e assicurazioni dei massimalisti in Italia non è scoppiata 'la rivoluzione, ma che tutti i partiti si sono uniti a difesa della Patria e persino Turati e Treves ed il municipio di Milano hanno eccitato proletariato a dedicare tutte le loro forze contro la invasione nemica.

595

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3140/473. Pietrogrado, 30 novembre 1917 ore 22,10. (per. ore 23,30 dell' l dicembre).

In seguito a nuova nota di Trotzky (mio tel. 469) (l) si è tenuta oggi riunione ·capi missione allo scopo di stabilire se e quali passi fare in v;ista progettato armistizio.

Riunione non ritenne opportune nuove proteste che inasprirebbero situazione provocando risposta. D'altra parte riunione è stata del parere che convenga prendere provved·lmenti per diminuire nella misura del possibile danno risultante da un armistizio. Su proposta quindi di questo ambasciatore di Francia riunione ammise che rappresentanti missioni militari pur non r"lconoscendo diritto massimalisti concludere armistizio potessero offrire al generatle Manicovsky capo stato maggiore suggerimenti di carattere tecnico per evitare che Krilenko accettasse ciecamente proposte tedesche. Non si tratta di passo ufficioso ma unicamente di suggerimenti personali tali da non compromettere rappresentanza ed eventuale scopo di evitare liberazione prigionieri, r'itiro truppe russe dalle attuali posizioni, invio viveri in Germania e che negoziati abbiano luogo nel campo nemico ciò che impedirebbe libere comunicazioni

16 --Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

dei delegati russi con questo Stato Maggiore. Questo ambasciatore di Francia disse Tisultargli che capo di Stato Maggiore russo aveva già accolto favorevolmente parecchi suggerimenti del genera1le Niessel ed inoltre aveva ritirato dimissioni già date per potere influire su Krilenko nel senso di quanto precede.

Ho comunicato quanto sopra al colonnello Bentimalli H quale agirà di concerto col generale Niessel (1).

(l) Cfr. n. 587, pag. 392.

596

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 4369/790. Berna, 30 novembre 1917 (per. il 3 dicembre).

Faccio seguito al mio telegramma di ieri Gab. n. 94 (2). Nella conferenza di stamani il progetto in discusS'ione è stato approvato nelle sue linee generali quasi senza osservazioni. Il presidente Schulthess ha chiesto soltanto che si riparasse a due omissioni che egli credeva involontarie. La prima si riferisce ai transiti provenienti • da Genova » ed egrli osservava a tal proposito che buona parte della merce svizzera tTovavasi pure in deposito ·in altre città, come per esempio a Milano, e che non vi sarebbe ragione di pronuciare l'ostracismo contro queste provenienze. La seconda è nell'enumerazione delle merci di cui l'Italia concederebbe l'esportazione. Queste non dovrebbero, nei rapporti con la SvizzeTa, essere limitate tassativamente ai sette articoli citati, perché in questi, per esempio, e certo per svista, fu omessa la canapa. Il presidente, come pure l'Ador, desidererebbero che prima dell'enumerazione di queste voci si mettesse la parola notamment. Lo Schulthess ha parlato pure del bisogno che ha la Svizzera di avere al più presto filati di cotone e il cotone greggio, ed a questo punto mi ha pregato d'i chiedeTe al R. Governo di far uscire le note partite di cotone della ditta Kunz. Perché non si elevino più obiezioni su questa casa, innocentata dalle due inchieste cui fu sottoposta, egli proporrebbe al Governo della Confederazione di rendersi acquirente di tutta la merce comperata da'l Kunz.

Ho risposto che avrei trasmesso e raccomandato al R. Governo tali desideri. Sperando di poter vedere entrare al più presto in attuazione il progetto, mi lusingavo ·che da parte pure della Svizzera si sarebbe inviato in Italia tutto ciò che desideravamo. Ho insistito principalmente sul legame e sui rottami di ferro e ad una obiezione dello Schulthess, che di rottami !a Svizzera aveva deficienza, ho risposto non sembrarmi questa la vera ragione dei recenti rifiuti, perché da varie parti ci era stato assicurato il contrario. Io speravo che la Svizzera avrebbe tenuto conto dei nostri bisogni più che di 'influenze estranee congiuranti a nostro danno. Il presidente mi rispose che avrebbe fatto fare un inventario dei rottami per convincermi dell'esattezza della cosa. Non elevò obiezioni per la saccarina, ceHulosa, colori, prodotti chimici, facendo presentire però una diminuzione del legname, causa pure le domande dell'America.

La discussione pareva chiusa a questo punto, quando il De Pianta ha chiesto la parola per dire che alla questione della ripresa degli scambi era intimamente connessa quella del ripristino della valigia. Mi sono affrettato a combattere questo abbinamento dei due affari dicendo che ciò avrebbe certo provocato un ritardo pregiudizievole ad ambo le parti, giacché se pel traffico tutto era deciso, la questione del corriere era invece ancora allo studio. L'Ador ha parlato pure dapprima in questo senso, ma poi si è schierato dalla parte del De Pianta e del presidente, il quale ha assicurato colla istituzione della S.S.S. (1), le merci svizzere devono essere accompagnate da tanta copia di documenti, e questi con la chiusura della frontiere richiedono l'impiego della valigia. S'i è pure aggiunto che la Svizzera non può tutelare gli interessi germanici in Italia col sistema attuale, ed i miei tre interlocutori hanno finito col ribadire che le due questioni non ne facevano insomma che una sola, e che occorreva risolverle quindi contemporaneamente. I miei sforzi in sostegno della nostra tesi sono riusciti vani.

Il presidente mi ha promesso di rispondermi ufficialmente al più presto.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1884 del 3 dicembre. (2) -Cfr. n. 583, pag. 390.
597

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. CONFIDENZIALE 3025/899. Berna, 30 novembre 1917.

Facendo seguito ai miei telegrammi Gab. n. 78 (2), 84 (3), ho l'onore di trasmettere qui acclusa a V. E. la copia di un rapporto diretto in data del 26 corrente di questo R. Addetto militare al Comando Supremo dell'Esercito concernente un supposto p·iano deillo Stato Maggiore svizzero nella eventualità di un'invasione del territorio della Confederazione da parte degli Eserciti degli Imperi centrali.

La conversazione avuta dal Colonnello Villa col Generale Morier, confermerebbe in sostanza che fra gli Stati Maggiori svizzero e francese abbia avuto luogo uno scambio di vedute su tale delicato argomento.

ALLEGAT...

VILLA AL COMANDO SUPREMO

R. 415. Berna, 26 novembre 1917.

Facendo seguito al mio rapporto N. 397 del 14 corr.ente ho l'onore di riferire a codesto Comando il risultato di una conversazione da me avuta col Generale Morier, addetto militare francese a Berna.

Nel mio rapporto citato, esponendo le mie ricerche sopra un supposto piano dello Stato Maggiore svizzero in caso d'invasione germanica (piano che sarebbe stato disegnato in accordo con lo Stato Maggiore francese, e che consisterebbe nel ripiegamento del grosso dell'esercito svizzero sulla linea f,rancese), concludevo che

la sola persona in grado di fornirmi maggiori informazioni era il Generale Morier allora assente da Berna.

Perciò, appena il Generale Morier fu ritornato, mi affrettai a chiedergli un colloquio. In esso, dopo una lunga conversazione, sulla situazione militare creata dagli ultimi avvenimenti della fronte italiana, io portai, come accademicamente, il discorso sopra l'ipotesi di un passaggio Germanico attraverso la Svizzera. Come si comporterebbe la Svizzera di fronte ad una richiesta di passaggio da pa,rte della Germania? E come si comporterebbe se tale passaggio, non ottenuto coi mezzi diplomatici, fosse tentato con la forza delle armi?

Il Generale Morier mi si disse pienamente persuaso che non solo la Svizzera avrebbe respinto diplomaticamente una simile proposta germanica, ma avrebbe opposto tutto il suo esercito a qualunque tentativo armato germanico.

In qual modo? domandai. Sapeva il Generale Morier (così esperto delle cose militari svizzere, sia per il lungo soggiorno, sia per gli antichi e costanti rapporti cogli alti ufficiali della Confederazione) come e dove l'esercito elvetico avrebbe opposto resistenza all'invasore? Sapeva, insomma, se lo Stato Maggiore elvetico avrebbe pensato ad una resistenza sulla frontiera, o ad un ripiegamento sopra una linea arretrata?

Mi rispose che pur nulla sapendo delle vere intenzioni dello Stato Maggiore elvetico, aveva tuttavia ragione di supporre che la resistenza sarebbe avvenuta sulla linea stessa della frontiPra. Un ripiegamento sarebbe avvenuto solo nel caso di un successo avversario.

E dove credeva, insistetti, che sarebbe, in caso, avvenuto un simile ripiegamento? Il Generale Morier mi ripeté di non conoscere le intenzioni del Comando svizzero, ma mi disse di supporre che l'Esercito svizzero avrebbe fatto perno di manovra sulle posizioni dell'Hauenstein; né mi seppe o mi volle precisare di più.

A questo punto, cautamente, io posi innanzi la questione del supposto accordo franco-svizzero, domandando al Generale Morier se non aveva mai avuto occasione di discutere con lo Stato Maggiore svizzero l'eventualità di una tale situazione, e l'opportunità, in conseguenza, di collegare l'azione dell'esercito svizzero con quella dell'esercito francese. Si, ci sono stati dei « pourparlers •, mi rispose. Ma, poiché io mostravo di dare alla parola il significato politico corrente, egli corresse, affermando trattarsi di • semplici conversazioni, come fra lui e me in quel momento •.

Io riportai tuttavia l'impr,essione che un accordo tra la Francia e la Svizzera nel caso di un'invasione germanica possa esistere: in qual forma e con quali modalità, non mi è possibile sapere. Ed è ben naturale del resto che, se un accordo esiste, esso dovette essere trattato da ambo le parti segretamente; onde né il Generale Morier né altri si sente autorizzato a rivelarlo all'insaputa del proprio Governo. Solo il Governo francese, se direttamente interrogato, dal Governo italiano, potrà volendo, dare informazioni esaurienti su tutta la questione.

E solo allora potrà venire in chiaro quale valore abbia il supposto piano di un ripiegamento svizzero sulla linea francese, col conseguente abbandono di quasi tutto il territorio nazionale e della zona d'accesso alla nostra frontiera; piano, che, come scrissi nel mio precedente rapporto, fu additato da questo R. Ministro al Ministro degli Esteri.

Comunque, l'attuale situazione militare, l'importanza vitale per l'intesa della fronte italiana la presenza di forze francesi in Italia, lo scopo stesso che mi propmrebbe oggi verosimilmente la Germania violando la neutralità svizzera (il passaggio cioè non già verso la Francia, ma verso l'Italia) dovrebbero costringeve a modificare quel supposto piano, ammesso che esista così come fu riferito.

A questo proposito aggiungo che questo R. Ministro, in un suo rapporto del 15 corrente al Ministero degli Esteri, riferisce che il Consigliere federale Motta gli dichiarò che nel caso, per lui 'inammissibile, d'una invasione germanica, non sapeva quali disposizioni avrebbe preso lo Stato Maggiore elvetico, ma si riteneva sicuro di una cooperazione francese, e supponeva una risoluta difesa del territorio nazionale.

(l) -Société Suisse de Surveillance Economique. (2) -Cfr. n. 429, pag. 294. (3) -Cfr. n. 443, pag. 303.
598

VERBALE DELLA CONFERENZA INTERALLEATA

Parigi, 30 novembre 1917.

Sono presenti: Per la Francia -Il Signor Clémenceau Presidente del Consiglio Il Signor Plchon Ministro degli Affari Esteri Per l'Inghilterra -Il Signor Lloyd George Primo Ministro Il Signor Balfour Ministro degli Affari Esteri Per l'Italia -S. E. Orlando Presidente del Consiglio

S. E. il Barone Sonnino Ministro degli Affari Esteri Per l'America -Il Signor House

Sono altresì presenti: il Signor De Margerie; il Colonnello Hankey e il Conte Aldrovandi.

LLOYD GEORGE -Legge un telegramma giunto ieri sera da Pietrogrado dall'Ambasciatore Britannico. Sir George Buchanan osserva che la situazione è disperata e che il solo modo di agire gli sembra quello di restituire alla Russia la sua parola e dire al popolo che comprendendo come esso sia consumato dalla guerra e nella ·impossibilità di proseguirla si lascia a lui la cura di decidere la sua sorte fra la Germania e gli Alleati. E' impossibile forzare una Nazione estenuata a combattere contro la sua volontà. Solo modo consigliabile è di lasciar libero il popolo di ag·lre come gU piace. La Germania ha già ottenuto il suo scopo distruggendo la Russia come esercito combattente; la sua politica attuale consiste a rompere i nostri legami con la Russ·ia. Insistere perché la Russia mantenga i suoi impegni è fare H giuoco della Germania. Solo mezzo è di lasciar vedere al popolo russo le conseguenze della pace tedesca. Dobbiamo impedire che la Russia diventi una colonia tedesca. Per noi è questione di vita o di morte impedire una alleanza russo-germanica dopo la guerra. Quali s'l siano le perdite che ci separano dalla pace esse saranno controbilanciate se l'Inghilterra e non la Germania riuscirà ad acquistare influenza sulla Russia. Non favorisco concessioni al Governo bolcevico.

ORLANDO -Questo è il punto.

CLEMENCEAU -Annuisce.

LLOYD GEORGE -Sir Buchanan osserva che se le promesse della pace germanica non appariranno mantenute la Russ·ia si accorgerà del danno che la Germania le ha prodotto. Il passo dei generali Alleati ci ha fatto molto male e sarebbe errore proseguire su questa via.

PrcHON -Domanda quale sia la proposta precisa di Buchanan ed avverte che il Signor Maklakoll ha fatto un passo presso di lui dichiarandogli che egli vede perfettamente poss·ibile la conclusione di una pace separata della Russia con la Germania e l'Austria.

BALFOUR -Questo è in contrario di quanto ha detto ieri.

PrcHoN -E' il discorso del Cancelliere germanico che .l'ha fatto cambiare di idea. Secondo i termini di questo discorso la Curlandia e la Litua

nia potranno disporre della loro sorte. Probabilmente la Curlandia chiederà di essere unita alla Germania o nella migliore delle ipotesi chiederà di esser posta sotto un protettorato tedesco. Così la Lituania che al massimo chiederà l'autonomia. Non parla dell'Ucraina che è prossima a dichiarare la sua ·indipendenza. La Besserabia forse darà nuovo giuoco alla Germania nei riguardi della Romania. Il discorso del Cancelliere è un discorso molto perfido e molto abile che fa credere al popolo russo che la Germania offra la pace che egli desidera, lasciando ai popoli di decidere sulle loro sorti. Le conclusioni di Maklacoff sono che non si deve rendere la parola alla Russia, ma egli insiste sulla sua .proposta che gli Alleati non dovrebbero scoraggiare i Russi sulla possibilità d'intendersi con loro sui fini della guerra. Pichon pensa che è impossibile promettere una conferenza della pace ma che forse si potrebbe dire ai Russi quando voi avrete un Governo stabile rispettoso degli impegni assunti con gli Alleati, del diritto internazionale ecc. noi saremo disposti di esaminare con lui i nostri fini di guerra.

Maklacoff è di opinione che non bisogna nemmeno apparire di trattare coi bolcevici. Egli stesso è un cadetto e mi ha portato oggi una protesta dell'Ambasciata di Russia contro il Governo bolcevico esprimente la profonda indignazione per l'avvenuta pubblicazione da parte sua dei segreti diplomatici.

Le nostre informazioni sulla Russia sono naturalmente scarse. Abbiamo però il testo del proclama del Governo di Lenin alle Potenze: oggi abbiamo i!l testo della risposta di Czernin al Governo della repubblica russa in cui il Ministro degli Affari Esteri austriaco accetta di trattare per un immediato armistizio e per la pace. Rendere la parola alla Russia mi sembra sarebbe fare una delle cose più pericolose. Noi dobbiamo in quals·iasi maniera cercare di continuare la lotta.

SONNINO -E' mia impressione che Tedeschi ed Austriaci sono ansiosi di riconoscere il Governo dei bolcevisti come il Governo della Repubblica. Non dobbiamo seguirli su questo punto.

Sm LORD BucHANAN Non dice di riconoscere il Governo dei

bolcevisti ma fare una dichiarazione al popolo russo. Ma una consimile di

chiarazione in questo momento, dopo la proposta bolcevica, dopo i discorsi

di Hertling e di Czernin avrebbe un importante significato. In Russia vi sono

due partiti: quello dei bolcevichi che dichiara di non volerla tenere alla

parola ed un altra parte che non fa sentire la sua voce. In questo momento

una nostra dichiarazione siffatta andrebbe contro gli amici che ci sono rimasti

in Russia dando autorità ai bolceviei. E' una ragione per cui noi non dobbiamo

aver fretta. Una nostra dichiarazione in questo senso darebbe notevoli esem

pi alla Romania ai Serbi.

ORLANDO -Ai nostri popoli.

SoNNINO -Anche in Italia chi vede le cose andar male chiederà al

Governo perché non fa come in Russia. Mi pare che convenga non affret

tarci; aspettiamo, vediamo ciò che accade in Russia.

CLEMENCEAU -Ma i Russi hanno ripresa la loro parola.

LLOYD GEoRGE -Non si tratta di una proposta del Governo inglese.

E' una proposta che viene dal nostro Ambasciatore a Pletrogrado. Buchanan

non desidera che si riconosca il Governo bolcevico; egli lo dice esplicitamente.

Ciò che egli suggerisce lo suggerisce come mezzo per disfare i bolcevici. Egli può aver ragione o torto. I:l Signor Pichon ha detto che il Signor Maklakoff è di opinione contraria; ma il Signor Maklakoff ignora ancora questa proposta. Mi pare che potremmo sentirlo. Noi non dipenderemo da ciò che egli dirà. Buchanan ha esposto il suo punto di vista; Knox nostro Addetto Militare in Russia che è un intelligente irlandese e che non si è mai sbagliato sull'apprezzamento della situazione in Russia è della medesima opinione di Buchanan. Chiediamo il parere a Buchanan a un cadetto e non un bolcevico. Egli pensa che la proposta non sia da accettarsi sta bene; io parlo di un paese che non conosco.

PrcHON -Non vorrei vi fosse un malinteso. Io non ho detto che il Signor Ma~lakoff respingeva una proposta di Buchanan, che d'altronde egli non conosceva; ho detto solamente che a giudizio di Buchanan si doveva procedere in via opposta a quanto aveva suggerito ieri esprimendosi meco Maklakoff. Del resto Maklakoff è a nostra intera disposizione oggi e domani.

CLEMENCEAU -Non ho l'abitudine di siedere in assemblee diplomatiche ma credo che anche in queste riunioni debba regnare il buon senso. Un amico mi ruba il mio portafoglio, mi s·i propone di dirgli è vostro. Mi pare che dobbiamo almeno riserbarci il vantaggio di essere stati traditi. Io sono d'accordo con Lloyd George di sentire Ma~lakoff. Sentiamo Maklakoff; ma avverto che se il cielo, la terra ·i pianeti e le costellazioni saranno d'accordo nel rendere la sua parola alla Russia, io solo dirò no.

LLOYD GEORGE -Allora non vi è ragione di sentire Maklakoff. Supponiamo che Maklakoff dica che questo è il solo modo di abbattere i bolcevici.

CLEMENCAU -Allora considererò nuovamente la cosa con voi. Consultiamo Maklakoff.

SoNNINO -Non ho mai pensato •che la proposta di Buchanan s•ia la proposta del Governo inglese. L'idea di Buchanan è quena di fare un atto che rinforza i bolcevici e che diminuisce coloro che loro sono contrarii. Noi dobbiamo considerare che vi è una parte della Russia la quale non vuole rompere i suoi impegni. Perché dovremmo fare una dichiarazione contro questo partito? Nostro scopo non è di ·avere l'influenza su l'uno o sul!l'altro partito. Mio scopo è la guerra. Il resto va in seconda linea. Quale vantaggio avremo per la guerra da questa dichiarazione? Che effetto avrà sui Romeni, sui Serbi e in Italia? Come potremo tenere i popoli? Ciò che dico per l'Italia potrà essere detto domani per la Francia o in minor misura per l'Inghilterra. Noi abbiamo i nemici in casa. Potremo avere in Italia un partito che tratta coi nemici. Voi volete tener alti gli spiriti e li disanimate nello stesso momento.

BALFOUR -Si potrebbero forse conciliare i due punti di v:ista: il punto di vista di Buchanan è di trattare la Russia ·ln modo da non gettarla interamente ed assolutamente nel campo opposto. Ma ne:l contempo noi dobbiamo non disarmarci e non tradire i nostri amici. Dopo colazione ho preparato un telegramma di risposta a Buchanan che mi sembra conciilii i due punti di vista. Se mi permettete ve lo leggerò pregandovi di considerare però che è stato fatto in gran fretta.

599

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1549. Roma, l dicembre 1917, ore 21,35.

Suo telegramma n. 766 (1).

Circa negoziati con Norvegia Cellere telegrafa: • Circa negoziati con ·la Norvegia, questo Governo dichiarando due giorni fa a Nansen di non poter accettare sua precedente proposta del 16 Novembre gli ha fatto pervenire per mezzo del War Board of Trade che conduce trattative la seguente contro proposta: Norvegia verrà fornita di quanto sarà considerato suo ragionevole fabbisogno per mezzo risorse Stati Uniti e se queste non bastassero Stati Uniti le darà ogni possibile ass-Istenza per coprire con lei fabbisogno altrove ... (2) accettare proposte Norvegia esportare annualmente non oltre 48 mila tonnellate pesce alle potenze centrali però col divieto assoluto esportare oUo pesce; tonnellaggio da commisurarsi per pesce fresco; proporzioni tra pesce e derivati da mantenersi in stessa misura seguiteranno nelle rispettive esportazioni a potenze centrali. Stati Uniti provvederanno rame sufficiente per soddisfare in misura seguita uso domestico Norvegia. Ciò stante quest'ultima dovrà sospendere esportazione (eccetto agli alleati e neutrali riconosciuti) facilitazioni cupro piriti ferro piriti e rame. Po,tranno esportarsi quel quantitativo rame grezzo o raffinato che si dimostra necessario allo scambio di rame manifatturato da essa ricevuto più uno ... (2) del 5 % ... (2). Stati Uniti consentono esportazione petrolio ai Norvegesi che venderà loro tutto carburo calcio che può espovtare. Norvegia deve proibire esportazione a Potenze Centrali ferro silico o molibdeno in qualsiasi forma. Stati Uniti concederanno esportazione concimi chimici Norvegia che in cambio venderà loro tutto nitrato cailcio che può esportarsi. Norvegia continuerà ... 2) attuale esportazione a paesi alleati nella misura da essi richiesta. Tutti gli accoTdi sono subordinati obbligo per Norvegia non esportare

o riesportare in nessun paese articoli che possano avvantaggiare nemici. Ciò che sarà oggetto di una clausola restrittiva da stipulare in occasione accordi finali • (3).

• Richiamo attenzione di queste autorità sulla omissione in dette proposte di clausola concernente manganese, nichel, stagno, voglio, antimonio, bismuto, titanio, mica. Suggerirò anche diminuzione esportazione pesce sebbene a questo riguardo Governo Stati Un'iti abbia già consolidato quantitativo in 48 mila tonnellate • (4).

(l) -T. 43251766 del 30 novembre, non pubblicato: variazioni all'accordo tra Stati Uniti e Norvegia relativo esportazioni merci. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -T. 4318/656 del 29 novembre. (4) -T. 4319/657 del 29 novembre.
600

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. POSTA 1880/1086. Roma, 1 dicembre 1917.

Telegramma di V. E. n. 508 (1).

Comando Supremo mi informa che situazione forze nemiche nostra fronte venne ormai elucidata direttamente fra Autorità millitari i1taliane ed inglesi in Itallia in base ad elementi positivi raccolti durante lo svolgimento delle operazioni ciò che indusse a non dar più seguito al comunicato proposto. Colonnello Mola è al corrente della decisione presa. Comunico quanto precede per opportuna notizia della E. V.

601

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3143/180. Stoccolma, 1 dicembre 1917, ore 17,45 (per. ore 6,10 del 2).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1877 (2). Non mi sembra indispensabH1e ricercare scopi reconditi del convegno dei ~tre sovrani scandinavi a Cristiania quando quelli pa,Jesi (che risultano dai miei telegrammi nn. 172 (3) e Gab. 171 e dai miei rapporti 201, 218, 227 ~e 235 (4) bastano ampiamente a giustificarlo. Dopo il convegno di Malmo la visi,ta di re Gustavo a Cristiania era ormai inevitabile. Essa è piuttosto avvenuta all'infuori dell'iniziativa del Gabinetto attuale e per suggestione dell'ex ministro degli affari esteri Wallenberg su Sua Maestà, la quale è sempre lusingata di poter fare un gesto che attiri l'attenzione sulla sua persona. Non sarei alieno dal credere che in ciò re Gustavo sia stato confortato anche dalla regina la quale voleva accompagnarlo a Cristiania ed ha forse redatto brindisi colà pronunziato da lui che prima della sua partenza da qui ha detto di averlo scritto egli stesso. Può essere in ciò egli sia stato mosso dal desiderio di esercitare una certa influenza sulla Norvegia ma in ogni caso tale influenza potrebbe difficilmente assumere un carattere det,erminarto e dul'evole sia per le correnti poLitiche che predominano in Norvegia sia per la presenza del Gabinetto liberale in !svezia. Pertanto il motivo precipuo del convegno è stato di mettere una pietra sugli avvenimenti del 1905. In quanto alle conferenze dei ministri esse dovevano aver luogo ugualmente a Copenaghen e se ne è soltanto spostata la sede. Tutto induce a credere che il convegno non abbia una speciale portata politica. In ogni modo indagherò e se mi risultasse qualche cos'altro in proposito informerò V. E. Impressione prodotta in !svezia e specialmente nei partiti democratici dal convegno e dal brindisi di re Gustavo è eccellente.

(l) -Cfr. n. 419, pag. 286. (2) -Non pubblicato. (3) -T. gab. 3001/172 del 14 novembre, non pubblicato: la notizia riportata da un giornale svedese secondo cui il comitato olandese-scandinavo avrebbe ritenzione di convocare a Stoccolma una conferenza dei rappresentanti delle varie fazioni dei socialisti russi austriaci, ungheresi e tedeschi minoritari, sarebbe infondata. ' (4) -Non pubblicati.
602

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3141/248. Cristiania, l dicembre 1917, ore 18,40 (per. ore 8,30 del 2).

Secondo appare dal comunicato uffidale trasmesso in riassunto col mio telegramma precedente in chiaro e secondo informazioni ,attinte a buona fonte, i risultati convegno sovrani scandinavi non avrebbero corrisposto né sarebbero per corrispondere agli scopi cui sembrava mirare re di Svezia. Niente atti di grande poHtica internazionale ma semplicemente di 'POlitica interna scandinava. Tuttavia come era già reso possibile dall'ascensione al Governo svedese della costituZ'ione liberale socialista avvenimento avrà in realtà per effetto una più stretta collaborazione fra i tre Stati del Nord la quail.e non mancherà forse farsi sentire anche di fronte alleati. A parte ciò, non sembrerebbe convegno di Cristiania sia nei riguardi situazione politica internazionale per avere una portata che sorpassi i limiti di quella ben modesta dei precedenti 'incontri scandinavi durante guerra (1).

603

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3145/540. Londra, l dicembre 1917, ore 1,55 (per. il 2).

Sulla strana lettera di Lansdowne (2) V. E. avrà potuto direttamente accogliere il pensiero e le impressioni di questi principali governanti. L'uno e le altre sono qui enfaticamente rispecchlate nel comunicato Reuter e nella protesta di ieri nella riunione del partito unionista. Il linguaggio della maggioranza di questa stampa è indubbiamente severo per Lansdowne. Vedute del marchese trovano però consenso nei fogli radicali, i quali si studiano di togliere aUa lettera il significato purtroppo manifestamente attribuitogli dal pubblico di una confessione cioè di slealtà ed impotenza e ne traggono nuovo argomento per insistere sulla necessità di una p'iù chiara e più precisa definizione degli scopi della guerra da parte degli alleati. Sui risultati pratici della mossa di Lansdowne è prematuro di fare previsioni. Occorre anzitutto osservare qua~e sarà il contegno assunto dentro e fuori del Parlamento dai capi autorevoli liberali e precipuamente da Asquith. Da lui si aspettava ieri una dichiarazione di dissenso. Finora però essa non è venuta. Su questo punto io non sono senza

qualche apprensione. Conoscendo quasi da otto anni Lansdowne che è una delle persone più prudenti, più caute, più riservate da me incontrate, non arrivo facilmente a persuadermi che egli abbia, siccome sostengono gli unionisti, presa una decisione di tanto momento per conto esolusivamente proprio. Se per semplice ipotesi Lansdowne si fosse previamente inteso con Asquith potrebbe verificarsi quella situazione incresciosa già da me ripetutamente adombrata e paventata nella mia corrispondenza derivante dalla formazione di un partito di vera e proprla opposizione liberale radicale con tendenza pacifista o quanto meno accentuata di transazione. Altl.'atto di Lansdowne non è lecito fino a prova contraria attribuire reconditi motivi di interesse personale. Non si potrebbe d'altra parte escludere la poss"ibilità che il marchese siasi fatto inconsapevolmente strumento di potenti interessi miranti a servirsi del suo prestigio altamente rispettabile e del suo carattere per addivenire ed ampliare nucleo dei numerosi acerrimi nemici di Lloyd George. Recenti avvenimenti mi inducono comunque a confermare il subordinato parere sottoposto alla E. V. col mio telegramma Gab. n. 524 (1). Ho telegrafato quanto precede al R. ambasciatore a Parigi, per S. E. Sonnino.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1885 del 2 dicembre. (2) -Edita nel Daily Telegraph del 28 novembre 1917 nella quale il Lansdowne sosteneva la necessità di giungere quanto prima ad una pace negoziata.
604

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4371/1316. Pietrogrado, l dicembre 1917, ore 21 (per. ore 5 del 4).

Alla seduta odierna del Soviet Trotzki ha annunziato avere ricevuto radiotelegramma da Czernin per informarlo che Governo austro-ungarico è disposto prendere parte alle trattative del 2 corrente in vista conclusione armistizio sulla base del programma russo di una pace senza annessioni né contribuzioni rispettando divitti dei popoli di disporre delle proprie sorti. Trotzki affermò a rta1e proposito che manterrà suddetto principio colla massima energia tanto di fronte nemici che alleati. Egli aggiunse che delegati tedeschi e austriaci coll'accettare inizio negoziati hanno pure ammesso condizione massima pubblicità dei medesimi sicché ogni parola detta nella riunione sarà immediatamente diffusa l'adiotelegraficamente. Accennando attuale tensione relazioni coll'Inghilterra dichiarò che se Governo inglese continuasse internare compagni russi egli avrebbe preso analoga misura contro sudditi inglesi che Russia sospetta che abbiano idee controrivoluzionarie. Annunziò pure che Dukonin e Quartiere Generale erano ormai isolati e che presa del Quartiere Generale avrebbe avuto luogo fra breve. Disse inoltre che smobilitazione è già cominciata e che ogni s01ldato poteva conservare armi allo scopo di formare guardia rossa nelle campagne. Relativamente voce corrente di una aggressione da parte Giappone Trotzki dichiarò non prestarvi fede né curarsene (2).

(l) -Cfr. n. 514. pag. 347. (2) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1568 del 4 dicembre.
605

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4377/1306. Pietrogrado, 1 dicembre 1917 (per. il 4).

Organo del Soviet pubblica comunicato dell'ambasciata inglese del senso seguente: dn intervista coll'Agenzia Reuter, lord Cecil avrebbe dichiarato che Governo britannico non può riconoscere nuovo Governo russo e ha dato istruzioni al proprio ambasciatore di astenersi da qua1lsiasi azione che potesse venire interpretata come riconoscimento del nuovo Governo russo. Lettera Trotsky con proposta armistizio generale è stata rimessa all'ambasciatore inglese 19 ore dopo che comandante in capo russo av,eva ricevuto ordine iniziare trattative col nemico. Alleati sono stati così messi dinanzi al fatto compiuto. Benché lettera di Trotsky sia stata comunicata immediatamente a Londra, ambasciatore d'Inghilterra non ha possibilità rispondere alla nota indirizzatagli da un Governo che non è stato riconosciuto. Oltre a ciò potere Governo provvisorio, come quello inglese, emanando da1l popolo esso non ha facoltà di risolvere questione di tanta importanza senza avere ottenuto per 1e sue decisioni previa autorizzazione degli elettori. Commentando suddetto comunicato dell'ambasciata inglese, organo del Soviet scrive che consiglio dei commissari non ha mai inteso mettere proprio appello alle autorità militaDi germaniche in dipendenza del consenso dei Governi alleati, non considerandosi ad essi legato dagU obblighi assunti vecchio Go,verno. Nella sua lotta per la pac,e, Governo dei Soviet si lascia guidare so1tanto dai principi della democrazia e dagli interessi dei proletariati del mondo intero ed è perciò che vuole una pace non separata ma generale.

606

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 551/182. Le Hàvre, 1 dicembre 1917.

Il mio collega di Russia ha tenuto a dichiarare al Governo belga che non riconosce quanto compiono nel suo paese le persone che si sono impadronite del potere.

Egli ha infatti indirizzato oggi una nota al Signor Ministro degli Affari Esteri in cui scrive che, i giornali di Pietrogrado avendo pubblicato i trattati segreti fra la Russia e i suoi alleati, manifesta la sua indignazione per siffatto procedere e che gli uomini i quali ne sono responsabili non rappresentano • la Russia ,legale e leale •.

Simile passo è stato probabilmente fatto dal mio collega d'accordo con l'Ambasciata a Parigi e altre rappresentanze russe all'estero.

Il Governo belga ha scarse notizie dalla Russia, la sola da rilevare è che il suo Ministro a Pietrogrado non giudica gli avvenimenti colà con pessimismo e crede possibile il ristabilimento d'una situazione non sfavorevole agli Alleati.

Occorre osservare che .il titolare della Legazione belga a Pietrogrado è il deputa,to socialista Destrée. Egli forse vede 1e cose sotto l'aspetto e secondo l'interesse della • Internazionale operaia •; d'altra parte le notizie da lui telegrafate datano da alcuni giorni, prima cioè dell'apertura delle trattative per l'armistizio.

Antecedentemente, all'ini:z<io del trionfo degli estremisti russi, il Governo belga credè prudente di telegrafare al suddetto Ministro a Pietrogrado di agire con la maggiore circospezione, astenendosi da qualsiasi atto che potesse far credere ad un riconoscimento da parte del Belgio di Lenine e dei suoi assodati.

607

DECISIONI PRESE NEL CORSO DELLE SEDUTE DELLA COMMISSIONE PER LE IMPORTAZIONI E I TRASPORTI MARITTIMI

SECRET. (1).

A. - MEMORANDUM.

Dans les séances tenues les 29 et 30 novembre et l•r décembre au Ministère du Commerce, les Délégués des États Unis, de la Grande-Bretagne, de l'Italie et de la France, réunis en Commission sous la présidence de M. Clémentel, ont unan'imement décidé qu'il est nécessaire d'adopter une forme de coopération entre ,Jes Alliés, qui permette d'atteindre les buts suivants:

a) assurer la meilleure utilisation possible du tonnage contròlé par tous les Alliés;

b) répartir ce tonnage entre les différents besoins des Alliés de façon à réaliser une contribution maximum à l'effort de guerre général; et

c) ajuster les programmes de besoins des différents Alliés pour les mettre en harmonie avec la capacité de transport du tonnage disponible.

Pour réaliser ce programme, la création d'un Conseil International avait été envisagée, avec pleins pouvoirs pour diriger un • pool • général du tonnage; mais oette idée a été abandonnée pour les raisons suivantes:

Il serait difficile, pour n'importe quel pays, et en par<ticulier pour iJ.'Amérique ou la Grande-Bretagne, de déléguer des ple·ins pouvoirs pour la dispos1tion de leur tonnage (élément essentiel pour la conduite de la guerre et la vie du pays) à un représentant faisant partie d'un conseil interallié dans 1equel ce Délégué pourrait étre mis en minorité. Ce Conse~l ne pourrait donner un bon rendement administratif d'une part parce que le contròLe effectif de tout le tonnage ne peut étre concentré en un seui point et, d'autre part, du fait que les membres de ce Conseil tendraient nécessairement à perdre le contact avec les rouages exécutifs et ne pourraient avoir l'autorité suffisante pour comprimer les différents programmes de ravita,illement, de fabrication de guerre, etc.

Le problème de l'allocation du tonnage est un problème d'ajustement sur les bases les plus rationnelles ,et les plus équitables des différents besoins qui

nécessitent des moyens de transport; ces besoins ne peuvent etre comprimés que par des spécialistes en chaque branche. Personne. par exemple, ne peut décider de la réduotion des programmes alliés en mnnitions dans les limites données, si ce n'est l'es experts en cette matière des différents pays alliés.

Les Alliés ont, en conséquence, arrèté d'accord: a) Que l'Amérique, la France, l'Italie et la Grande-Bretagne établiront et se communiqueront un état détamé, dressé autant que possible sous la mème forme:

l. -de chaque catégorie de besoins pour lesquels du tonnage est nécessaire;

2. -du tonnage actuellement disponible ou susceptible de le devenir par suite de constructions neuves, etc...

Ces besoins ayant été classés (avec indication des sources de ravitaillement) et ajustés:

l. -en vue de réaliser una base raisonnablement uniforme de proportionnaUté à la fois entre les différentes catégories de produits et entre les différents pays;

2. -en vue de ramener le total au niveau de la capacité de transport de l'ensemble des Alliés, formeront la base qui servira à déterminer la répartit,ion générale du tonnage. Les calculs seront revisés à intervaHes convenables en fonction des pertes, des constructions neuves, des nécessités de la guerre et des autres facteurs du problème; mais, un des caractères 'essentiels du système sera que, sauf cette re-distribution périodique, chaque pays gérera et surveillera le tonnage sous son contròle.

b) Que les navires neutres ou internés, obtenus de quelque manière ou par quelque pays que ce soit, seront employés de façon à accroitre d'autant le tonnage aff.ecté directement aux besoins de guerre, le tonnage supplémentaire étant affecté, pour autant que cela sera pratiquement possible, au besoin de guerre le plus urgent de n'importe lequel des Alliés. La méthode d'allocation sera déterminé ultérieurement, mais on reconnait ce principe: que c'est le degré d'urgence des besoins de guerr,e et non le mode d'obtention du tonnage, qui servira de crHérium.

c) Que des mesures seront prises pour faire rentrer au service des besoins de guerre tout le nouveau tonnage possible, tel que celui qui se trouve en Amérique du Sud, etc...

d) Que le contròle des cargaisons sera établi de manière à assurer que ces cargaisons satisfont bien aux plus urgents besoins de guerre, en considération desquels le tonnage a été alloué.

Pour l'exécution des paragraphes a) et b) ci-dessus, des organ·ismes alliés seront formés sur le modèle du Wheat Exec-utive, pour les divers besoins pl1incipaux en matières d'alimentation, munitions et matières premières, l'Amérique étant partie à ces organismes.

Il est nécessaire, pour la rapidité des décisions des Gouvernements respectifs, que chaque pays désigne un ou deux Ministres, les États Unis un ou deux

délégués spéciaux -qui seront responsables envers :J.eur Gouvernement respectif de l'exécution des accords intervenus et qui se réuniront en conférence au titre de représentants des Alliés chaque fois qu'il sera néc,essaire, soit à Paris, soit à Londres, suivant le cas, de leur propre initiative, ou sur la demande des organismes d'exécution. En conséquence, n a été décidé que • pour mettre en pratique la politique commune indiquée ci-dessus, les Ministres désignés en France, en Italie et en Grande-Bretagne, avec les représentants de l'Amérique, prendront toutes les mesures utiles pour réaliser les échang,es nécessaires de renseignement et de coordination dans la conception et dans l'exécution et établiront dans ce but, un bureau permanent, avec le personnel nécessaire ».

Après avoir considéré la situation actuelle du tonnage et les efforts des Alliés Européens, il a été convenu, à l'unanimité des représentants de l'Amérique, de la Grande-Bretagne, de l'ltalie ,et de la France, que la décll.aration ci-annéxée serai:t, au nom de la Conférence iruteralliée, présentée au Gouvernement américa1n comme représentant la charge que la situation actuelle crée à l'Amérique en ce qui concerne sa participation à la solution du problème du tonnage.

B. -DÉCLARATION ANNEXÉE

l. -Il est important que l'Amérique s'efforce de construire à raison de 6 millions de tonnes brutes (soit 9 mHlions de tonnes deadweight) au lieu du programme actuel de 6 millions de tonnes D.W., par an.

2. -Il est important qu'elle renforce l'aide donnée à la France et à l'ltalie par la Grande-Bretagne, en fournissant au moins un demi million de tonnes

D.W. dans un avenir immédiat et en augmentant ce chiiffre à une moyenne d'au moins un rrrillion et un quart de tonnes.

3. -En considération de l'effort militaire projeté par l'Amérique, il.'aide ci-dessus ne peut ètre fournie que si celle-ci :

a) prend toutes mesures possibles pour faire rentrer au service des besoins de guerre les navires neutres ou internés actuellement sans emploi ou affectés à d'autres besoins;

b) obtient le concours maximum du Japon;

c) réduit ses propres besoins d'importation (p. 'ex., en restreignant la consommation civHe) et réquisitionne impitoyablement les navires employés à son propre commerce.

4. -La Grande-Bretagne, en promettant son concours aux Alliés pour faire face à leurs nouveaux besoins en céréales, 1l'a fa1it dans l'espoir que l'Amér.ique lui apporterait le concours de nouveaux navires réservoirs en quantités suffisantes pour rendre inutile l'utilisation récemment introduite des doubles fonds des cargos ordinaires anglais pour le transport de combustible liquide pour la Marine (100.000 tonnes par mois). On espère que l'Amérique prendra les mesures nécessaires pour fournir en suffisance du tonnage réservoir à cet effet et pour compenser le déficit des stocks en réquisitionnant des pétroliers actuellement employés à des trafics commerciaux, 100.000 tonnes D.W. étant immédiatement nécessaires et 200.000 en plus dans un avenir aussi rapproché que possible.

(l) Il documento si inserisce sotto la data del lo dicembre 1917 poiché le sedute della commissione furono tenute nei giorni 29, 30 novembre e lo dicembre.

608

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1885 bis. Parigi, 2 dicembre 1917, ore 17.

(Solo Londra). Ho telegrafato alla R. ambasciata a Pietrogrado quanto segue:

(Per tutti). È stato approvato il seguente concetto da inviare come istruzioni per norma di linguaggio e di condotta ai rappresentanti diplomatici a Pietrogrado: I rappresentanti delle grandi Potenze firmatarie dell'.AJtto dii Londra del 5 settembre 1914 o che vi hanno in seguito aderito dichiarano che sono pronti a procedere all'esame dei fini di guerra e delle condizioni possibili di una pace giusta e durevole di concerto con la Russia non appena che essa si sarà data un Governo regolare riconosciuto dalla nazione.

Senza farne naturalmente oggetto di comunicazione al Governo massimalista che non è stato da noi riconosciuto prego V. S. di agire in conformità di quanto precede.

609

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1884 bis. Parigi, 2 dicembre 1917.

(Solo Londra). Ho telegrafato a R. ministro a J assy quanto segue:

(Per tutti). Ho riferito in una 11iunione dei presidenti dei Consigli e dei ministri degli Affari Esteri di Francia, d'Inghilterra ed in pres:enza del colonnello House il contenuto del telegramma di V. S. n. 535 (l) dichiarando che mi pareva giusto si dessero le assicurazioni richieste. Clemenoeau e Lloyd George hanno concorda,to meco che si diano alila Romania le stesse garanzie di restaurazione come al Belgio ed alla Serbia.

610

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1887 bis. Parigi, 2 dicembre 1917.

Questo ministro degli Affari Esteri mi dnforma risultargli che Governo svizzero gradirebbe fosse rinnovata nel presente momento dichiarazione rispetto sua neutralità. Prego accertarsene personalmente presso codesto Governo e nel caso intendersi coi suoi colleghi di Francia e Inghilterra e fare dichiarazione analoga alla loro. Tale dichiarazione dovrà avere forma co!llettiva ma separata.

(l) Cfr. n. 477, pag. 323.

611

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3190/567. Jassy, 2 dicembre 1917, ore 16,50 (per. ore 16 del 6).

Iersera è giunto un telegramma per filo col quale si annunziava che la Staffka col consenso delle missioni militari aHeate accettava intavolare trattative di pace. Ieri notte sono stati arrestati dai bolscevichi il genera1le russo che comandava a Comanesti ed i membri del comitato rivoluzionario locale. Si è poi sparsa voce che i massimalisti vogliono arrestare lo stesso generale Tscherbatcheff. Per esaminare misure d'ordine pubblico da prendersi si sono riuniti stamane soUo la presidenza di Bratiano lo stesso generale Tcherbatcheff il capo di stato maggiore e il ministro dell'Interno. Generale Tcherbatcheff ha dichiarato di non essere in grado di disporve neppure delle forze militari necessarie per porlo personalmente al riparo di un colpo di mano dei massimalisti e ha chiesto ai romeni di difenderlo. Si è deciso che le autorità militari romene pvendano misure necessarie per impedire disordini per le strade e lo notifichino ai comitati russi. Non si riesce a comprendere come tutto ciò possa verificarsi dal momento che gli stessi russi dicono che non vi sono più di 500 massimalisti. Le sole spiegazioni potrebbero essere l'universale desiderio di pace e la lezione da cui tutti i russi ahl'infuori dei massimalisti sembrano colpiti. Mi risulta del resto confidenzialmente che il g.enerale Tscherbatcheff riconosce che gli stessi ufficiali si lascino attirare dalla tendenza pacifista.

612

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5068/1677. Parigi, 2 dicembre 1917.

R'ispondo al dispaccio dell'E. V. del 23 novembre u.s. n. 44, Gabinetto (l)

Le informazioni pervenute all'E. V. e nel pvedetto dispaccio riferitemi han no purtroppo un fondo di veri<tà, comunque l'informatore dia prova di un pessimismo eccessivo. Come riferii all'E. V. nel mio carteggio particolare ho dovuto anche io notare nei primi giorni dopo il mio arrivo a Parigi così nella stampa francese come nell'opinione pubbHca una deplorevole tendenza ad esagerare la gravità della nostra pur grave sventura; si riteneva quasi da tutti che il nostro esercito non fosse più in grado di opporre una seria resistenza all'invasore e che il compito di arginare i progressi di 'esso dovesse ricadere interamente sugli alleati. Per quanto riguarda quel periodo di tempo le· impressioni dell'informatore di V. E. corrispondono al vero. Ma quel periodo può

(lJ Cfr. n. 530, pag. 357.

dirsi superato e, grazie alla bella resistenza delle nostre truppe sul Piave, resistenza che fu qui per molti una sorpresa, le impressioni si sono assai modificate, rapidamente nei circoli meglio informati, più lentamente nella generalità dell'opinione pubblica, ma ovunque grandemente migliorate. A ciò ha giovato assai la circostanza che gli aiuti alleati non sono tuttavia entrati in azione e che si deve qui riconoscere che la difesa efficace che si sta facendo del nostro suolo è tutta nostra. Di questa migliorata situazione si trova l'eco nella stampa che non parla più né di disgregamento delle nostre forze né di debolezze del nostro spirito militare e del nostro comando, e che nei suoi organi principali rende il dovuto omaggio ai nostri combattenti.

Ciò non vuole dire che dobbiamo essere interamente soddisfatti dell'atteggiamento di questa stampa. In taluno di questi giornali come il Matin pure in generale a noi benevolo, trapela ogni tanto il desiderio di attribuire il miglioramento della nostra situazione militare al concorso degli alleati; alcuni giorni or sono quel giornale diceva chiaramente che la resistenza sul Piave era dovuta ai consigli del generale Foch; ogg,i ancora nella sua cronaca militare esso ha delle frasi volontariamente imprecise che possono lasciare credere a chi lo vogllia che le truppe francesi sono già entrate in azione. Il Temps ha pubblicato due successivi articoletti sulle cause della nostra ritirata dn cui oltre molte inesatrtezze di informazioni si rivelava una severità d'apprezzamenti non conformi ai buoni sentimenti di un alleato. Altrettanto si nota negli articoli che al nostro fronte dedica il Journat des Débats il quale del resto non ci fu mai molto amico. Altri articoli a noi scarsamente favorevoli apparvero nel Petit Parisien e nel Petit JournaL Di tutto oiò ho tenuto parola al Signor Pichon il quale, mi affretto a dirlo, trovò i miei lamenti del tutto giustificati e mi promise tutto il suo concorso per dare a questa stampa un'indirizzo più intonato ai veri interessi dell'alleanza. Difatti i commenti del Temps sulla nostra ritirata cessarono da quel giorno. Il Signor Pichon mi promise, pur prevedendo di essere meno fortunato, di esercitare ogni possibile sua azione sui Débats. Pur troppo le dichiarazioni fatte dal Signor Clemenceau allla sua presentazione al Parlamento, circa la censura che egli affermò dovere ~essere limitata alle notizie di guerra di maggior importanza e aventi carattere segreto, vengono interpretate molto largamente dagli uffici di censura che non osano trattenere quasi nulla, e converrà rassegnarsi per qualche tempo a certe m~anifestazioni inopportune di questa stampa alle quali non converrà però dare da parte nostra una soverchia importanza. Nel fondo del carattere francese vive sempre i'antica tendenza millantatrice, le solite disposizioni a non rkonoscere che difficilmente le qualità, soprattutto le qualità militari degli altri popoli. I nostri quasi ininterrotti successi dei primi due anni e mezzo di guerra avevano grandemente modificato l'apprezzamento che qui si faceva di noi, ma la giustizia che si dove,va rendere alla nostra azione militare non andava scampagnata da un senso di poco benevola maraviglia e anche d'invidia. Era inevitabile che quando la fortuna ci diventò così inaspettatamente e così gravemente nemica, quei sentimenti tornassero a manifestarsi. A queste manifestazioni che serpeggiano qua ·e là nella stampa francese noi dobbiamo prestare ogni attenz,ione in quanto che possono ripercuotersi ed influire sulla pubblica opinione così in

Francia come da noi e pertanto dobbiamo cercare di ottenere che il Governo le freni per quanto può. È da osservare però che anche la nostra stampa, assai più della francese soggetta alla censura, non dà sempre prova d',eccessiva prudenza. Segnalerò a tale proposito una vecente corrispondenza parigina del Secolo pur non sospetto di scarsa simpatia verso la Francia, nella quale in due fatti poco fa avvenuti si ravvisa a torto una meditata offesa all'Italia. Il Corrispondente si duole che nel Comitato d'onore del nuovo • Cercle militaire interallié • di recente creazione non siano stati posti che i generalissimi inglese, americano e francese. Ora mi consta che l'offerta era stata fatta anche al generale Cadorna e non ebbe fin qui seguito per circostanze. del tutto estranee alla volontà del promotore. Il Secolo muove anche a Pichon il rimprovero di non aver nominato l'Italia in un suo recente brindisi nel quale parlò dell'unione delle armi franco-anglo-americane. Il Signor Pichon accennando a quell'appunto immeritato, mi osservava che parlò così perché si trattava di una riunione !limitata a rappresentanti di quelle tre sole nazioni. Non nominò noi come non nominò nessun altro alleato non presente; ci avrebbe nominati ad esclusione degli amevicani e degli inglesi se fossimo stati presenti e questi o quelli assenti. In tutti i casi il Signor Pichon ci ha sempre dato tali prove di schietta amicizia che dobbiamo considerarci fortunati d'averlo al Quai d'Orsay ed è del tutto inopportuno attaccarlo nei nostri giornali con scarso fondamento come avvenne in questa occasione.

In una paro,la, è mio giudizio che pur seguendo attentamente le manifestazioni di questa stampa e procurando sempre di frenarle ove possano nuocerei, non dobbiamo nelle presenti circostanze dar prova di eccessiva suscettibiLità, ed evitare con ogni cura che si accendano polemiche fra giornali dei due paesi. Non mancherò di fare per mio conto ogni sforzo perché il linguaggio di questa stampa almeno dei maggiori giornali si mantenga in un tono di cordialità conformi agli interessi comuni ed ai vincoli politici che uniscono le due nazioni.

613

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. R. 1555. Roma, 3 dicembre 1917, ore 19,20.

Mio telegramma n. 1527 (1). Rinnovata chiusura frontiera rende urgente conclusione intesa per speciali traffici durante tali periodi. Privat1i informatori comunicano che sera 30 novembre sarebbe stato esposto stazione federale Chiasso copia di un'ordinanza dipartimento politico federale contenente elenco paesi coi quali Svizzera intende vietare ogni commercio. Tra essi figurerebbe Italia, non Francia, Inghilterra.

Prego controllare notizia e telegrafare.

(l) Cfr. n. 566, pag. 380.

614

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 1891. Roma, 3 dicembre 1917, ore 20.

Avendo invitato la R. ambasciata in Londra a verificare quanto di vero vi fosse nella notizia riferitami che alla Palestina si savebbe da>to un governo anglo-francese con Gerusalemme quale sede dei due governatori e che il governatore francese sarebbe stato Picot di recente passato per Atene, il marchese Imperiali mi ha telegrafato quanto segue:

• Graham mi ha detto notizia Governo anglo-francese tn Pa1lestina è priva di qualsiasi fondamento. Ho osservato notizia erami sembra>ta inverosimile per ovvì noti motivi. In via strettamente confidenziale mi ha informato governo francese aveva chiesto che Picot attualmente al Cairo entrasse Gerusalemme insieme con generale Allenby. È stato visposto che in caso di eventuale entrata Gerusalemme generale britannico sarebbe accompagna,to soltanto dai comandanti contingenti itailiano e francese in rappresentanza rispettivi governi •.

615

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AI MINISTRI A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, A L'AVANA, CARRARA, A BOGOTA, MAZZA, A BUENOS AIRES, COBIANCHI, A COPENAGHEN, SACERDOTI, A CRISTIANIA, MONTAGNA, A LIMA, AGNOLI, A CITTA DEL MESSICO, MARTIN FRANKLIN, A MONTEVIDEO, MAESTRI MOLINARI, A RIO DE JANEIRO, MERCATELLI, A SANTIAGO, DI MONTAGLIARI, A STOCCOLMA, TOMMASINI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PANAMA, RAGUZZI

T. 1558. Roma, 3 dicembre 1917, ore 21.

(Solo per Buenos Aires, L'Avana, Messico, Montevideo, Panama, Rio de Janeiro). Mio telegramma n. 1267 (1).

(Per tutti). Codesto suo collega britannico ha ricevuto istruzioni di prendere accordi con colleghi alleati circa eventuale azione da svolg.ere diretta a prevenire che sottomarini nemici od altre navi sospette possano essere vifornite in codesti porti e venga loro permesso agire in acque territoriali. Autorizzo associarsi azione suo collega britannico.

(Solo Avana). Anche per San Domingo e Haiti. (Solo Lima). Anche per Equatore.

(l) Del 23 settembre, non pubblicato: Sonnino chiede ai titolari delle legazioni di Buenos Aires, Rio de Janeiro, Montevideo, Messico, Guatemala, Caracas, L'Avana e Panama di segnalare al Ministero della Marina ogni possibile notizia sulle operazioni di nuovi sottomarini nemici nelle acque dei rispettivi Stati di accreditamento.

616

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4400/1324. Pietrogrado, 3 dicembre 1917.. ore 21,20 (per. ore 14,40 del 5).

Mio telegramma n. 1302 (1).

Sindaco Pietrogrado mi ha rimesso una protesta con pr.eghiera divulgarla in Italia. Municipii Pietrogrado Mosca sebbene abbiano messo in opera principii vera democrazia in misura superiore qualsiasi altra parte del mondo, sono stati sciolti dal potere che Russia intera non vuole accettare c1ioè Consiglio commissari popolo. Sindaco Pietrogrado sebbene ben noto socialista rivoluzionario ed esiliato durante Governo zar, è stato arrestato perché ha protestato contro usurpazione prima assemblea costituente.

Consiglio municipale Pietrogrado protesta colla massima energia contro violenza verso organo municipale eletto suffragio universale ed invita municipi del mondo intero unirsi protesta per difendere libertà inviolabilità democrazia.

Circa risposta eventuale da farsi Schreider mi uniformerò linea di condotta questo ambasciatore d'Inghilterra.

617

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3182/573. Jassy, 3 dicembre 1917, ore 19 (per. ore 5,30 del 6).

Ho veduto ieri sera Bratiano. Egli mi ha detto che considera la situazione della Romania come disperata e che si manda l'esercito romeno al macello senza profitto alcuno. Egli ha aggiunto ritenere che i tedeschi non si daranno neppure la pena di intavolare trattative cona Romania attendendo che· un movimento rivoluzionario forzi il sovrano ed il Governo ad andarsene (mio telegramma Gab. n. 558) (2) oppure attaccando le truppe romene (mio telegramma Gab. n. 557) (2).

618

IL MINISTRO A BERNA, P AULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 4440/800. Berna, 3 dicembre 1917, (per. il 7).

Sono già incominciati i colloqui fra i delegati tedeschi generale Friedrich e Von Pol1entz e quelli francesi Panafieu e Cahon. È giunto pure il delegato

inglese lord Newton che dovrà abboccarsi in settimana coi rappresentanti ottomani Muktar e Iza Bey (a proposito di questi ultimi i giornali odierni annunziano che essi sarebbero stati trattenuti a Vienna dal Governo austriaco). Della d~ls:razione inglese fa parte pure una signora.

(l) -T. 4349/1302 del 30 novembre, non pubblicato: La Duma rivela che le attuali trattative col nemico portano soltanto a una pace a spese della Russia e che una pace deena può essere conclusa soltanto dalla Costituente. (2) -Non pubblicato.
619

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA R. 3208/99. Berna, 3 dicembre 1917 (per. l' 8).

In uno degli ultimi colloqui avuti col presidente, la conversazione fu da lui portata sull'argomento delle presenti condizioni annonarie della Svizzera.

Il signor Schulthess mi fece leggere gli ultimi telegrammi direttigli dal ministro elvetico a Washington nei quali si faceva comprendere al Governo federale che gli Sta'ti Uniti non intendevano permettere ·esporrtazioni di cereali per la Svizzera. Le autorità americane si sarebbero sbagliate nei calcoli (!), e mentre prima avevano permesso di provvedere almeno in parte ai bisogni della Confederazione, oggi si rifiutano con tale strano pretesto invitando la Svizzera a provvedersi nell'Argentina. Non si trattava che di una quantità relativamente piccola cioè di poco più di duecentomila tonnellate, sulle quali si era contato nella razione di pane sino adesso autorizzata, di grammi 250 giornalJeri per persona. Oggidì ii quadro si presentava con colori foschi. Non essendo più giunto grano dal giugno, i depositi svizzevi ne avevano appena per ancora tre mesi. Forse, servendosi pure delle patate e di altri succedanei, si potrebbe giungere a stento sino a tutto marzo. • Ma poi, che faremo poi? », mi chiedeva spaurito dallo spettro della fame, il presidente. La tessera del pane sarebbe ridotta in dicembre a 225 grammi, e diminuita probabilmente ancora in gennaio. Il Governo federale aveva acquistato nell'Argentina una certa quantità di cereali, ma il problema del nolo ne rendeva difficile il trasporto. che l'InghilteTra combatteva oggi più o meno apertamente. Il Foreign Office si era adesso ostina,to nella sua domanda del prestito di 120 milioni, e faceva una politka decisamente anti-svizzera, cercando di influire sui suoi alleati. « Che cosa si vuole e si crede di ottenere colle minacce? », Siamo un piccolo paese, ma abbiamo la nostra dignità, né intendiamo cedere alla prepotenza. Che cosa cerca l'Inghilterra? Si vorrebbe forse affamare la Svizzera? Sarebbe, mi sembra, una pessima speculazione. Noi speriamo che la Francia e l'Italia faranno sentire ragione ai loro alleati perché sia finita questa guerra a base di sospetti e di colpi di spillo ».

Il presidente invocò a questo punto l'avvento della pace, di una pace che impedisca gli attuali abusi di potere da parte dei grandi Stati verso i piccoili, una pace infine, egli concluse, che ci salvi da quella terribile carestia che vedo arrivare a gran passi non solo nel nostro ma anche in vaPi paesi dell'Intesa. E lo Schulthess sciolse qui un inno alla pace necessaria « se l'Europa non vuole morire dl fame », montando in uno stato di esaltazione quasi morbosa che mi ricordava gli ultimi giorni del periodo delle aspirazioni pacifiche dell'HoffrPann!!.

Oggi la Svizzera. o per meglio dire il dipavtimento politico federale, dopo quanto avvenne nel giugno scorso, è più che mai cauta e ponderata, e nulla lascia credere che il bisogno intenso di pace di questa popolazione, di cui è apostolo e propagandista lo Schulthess (per sua propria convinzione intima, aggiungo, e non per suggestione altrui, quale, è mia opinione, lo fosse pure Hoffmann) indurrà il Governo federale a far passi a noi sgraditi in questo senso, come la condotta recentissima nell'incidente Trotzky lo dimostra, a meno che una politica errata da parte nostra, la quale cercasse di ferirlo nella dignità e nello stomaco della sua popolazione, non lo obbligasse, a suo malincuore, di farlo.

620

VERBALE DELLA SEDUTA PLENARIA DI CHIUSURA DELLA CONFERENZA INTERALLEATA

SECRET. Parigi, 3 dicembre 1917.

La séance est ouverte à 3 heures.

M. CLEMENCEAU: Je vais donnes la parole au président de chaque section

pour qu'il r.ende compte des travaux de la section dont il a dirigé les travaux. La parole est à M. Leygues, Ministre de la Marine.

M. LEYGUES: J'ai l'honneur de faire connaìtre à la Conférence interalliée les résolutions adoptées par le Conseil technique naval. Il a été décidé de constituer un Conseil naval interallé pour assurer un contact plus étroit et une coopération complète entre les marines alHées.

Cette décision a été prise à l'unanimité des membres présents. Voici le texte des résolutions qui ont été adoptées:

l. Le Conseil est composé présentement des Chefs d'État-Majors des marines anglaise, française et italienne et d'amiraux désignés par le Gouvernement des États-Unis et par le GouV1ernement japonais; la question de la représentation de la Russ'ie dans le Conseil est réservée.

Le ConseH est présidé par le Ministre de la Marine du pays dans lequel le Conseil tient ses séances; les Ministres de la Marine des autres pays sont libres d'y assister.

2. -Le but du Conseil est de veiller sur la conduite générale de il:a guerre navale et la coordination de l'action sur mer. Il prépare les projets soumis à la décision des Gouvernements, se tient informé de leur exécution et en rend compte aux Gouvernements intéressés suivant les n:éctesslités. 3. -Les États-lVIajors généraux de chaque marine et le Commandant en Chef de chaque Puissance chargés de la conduite des opérations navales restent responsables vis-à-vis de leurs Gouvernements respectifs. 4. -La politique générale maritime suivie par tles différentes autorLtés navales est soumise au Conseil interallié de telle sorte que le Consedl puisse toujours etre informé de la progression générale des événements, puisse fixer

les méthodes qui assureront une complète coopération et déterminer la meilleure répartition des forces employées.

5. -Le Conseil naval interallié se réunit normalement à Londres. Il peut se réunir en tout autre endroit convenu suivant les c1irconstances. Le Conseil se réunit aussi souvent qu'il est nécessaire et au moins une fois par mois. 6. -Le ConseH naval interallié désignera tel Comité permanent qui sera jugé nécessaire pour le mettre à meme de remplir entièrement son ròle. Le Service des Renseignements des Amirautés alliées fournira au Conseil tous les éléments d'information qu'il possède.

M. CLEMENCEAu: La parole est à M. Klotz, Ministre des Finances.

M. KLoTz: Au cours de la première séance plénière de la Section financière, le Ministre français des Finances, président, a invité les délégués des diverses PUiissances représentées à faire connairtre s'ils avaient des questions à porter devant la Commission.

Les délégués de la Grèce, de l'Italie, du Portugal, de la Roumanie, de la Russie et de la Serbie déclarèrent qu'ils étaient dans ce cas, et l'ordre du jour de la section fut établi d'après leurs réponses.

Il fut décidé qu'il y aurait lieu de consacrer à l'examen de chaque question une réunion partielle qui comprendrait, d'une part, les délégués des États-Unis, de la Grande-Bretagne, de la France, d'Italie, et, d'autre part, les représentants de la Puissance intéressée dans la question.

Les délégués du Japon avaient fait connaitre que sans avoir à formuler ni demandes ni propositions, ils étaient chargés de faire savoir Q.ue leur Gouvernement était pret à donner son plein concours aux Alliés.

Ces réunions partielles eurent lieu les 30 novembre, ler et 2 décembre.

Leurs travaux ont abouti notamment à l'établissement d'accords comportant, en faveur de la Grèce et de la Roumanie, une aide financière immédiate.

Il fut rendu compte à une séance plénière tenue dans la soirée du ler décembre des résultats acquis. En les enregistrant, la Section financière se prononça, à l'unanimité pour l'adoption de· la résolution suivante:

• -Les délégués des Puissances à la Section financière es'biment déSiirable, en vue de la coordination des efforts, une réunion régulière pour préparer les solutions relatives aux paiements, au crédit et au change et assurer ainsi une action concertée •. M. -Crosby a indiqué que, dans son esprit, la réunion régulière envisagée devrait etre une organisation permanente. M. Klotz a ajouté, au nom du Gouvernement français, qu'il partage le meme sentiment.

Postérieurement à la séance plénière de clòture, 1es délégués des EtatsUnis, de la Grande-Bretagne, de la France et de la Grèce ont été amenés à examiner des arrangements particuliers intéressant le Gouvernement hellénique.

Les résolutions prises, aussi bien que les dispositions manifestées par les délégués au cours des délibérations de la section, témoignent du sentiment qu'ont les .AJlliés de la solidarité financièl'e; cette solidarité devra s'affirmer, dans la pratique, par une coordination méthodique des efforts, qui pourra seule assurer l'utilisation judicieuse des ressources et la meilleure distribution des forces.

M. CLEMENCEAU: La parole est à M. Clémentel, Ministre du Commerce, de l'Industrie des Postes et des Télégraphes et de la Marine marchande.

M. CLÉMENTEL: Les Commissions réunies des Importations et des Transports maritimes, et du Ravitaillement ont pris à l'unanimité certaines résollutions après avoir examiné ,tous les besoins des Alliés et les ressources dont ils disposent pour y faire face. Les délégués de ces sections ont entendu les demandes de certains États et ont reconnu qu'il était possible de donner satisfaction immédiate à certaines de ces demandes et prochainement à presque toutes les autres, lorsque l'organisme dont la création a été décidée sera en état de fonctionner.

Ces deux sections ont pris plusieurs résolutions importantes, qui contribueront grandement à la victoire, mais el,les désirent que leurs décisions ne soient pas publiées.

Ces résolutions comportent en effet, en ce qui concerne l'utilisation du tonnage neutre ou les mesures à prendre pour obtenir le tonnage neutre disponible, aussi bien qu'en ce qui concerne les restrictions de ,toutes sortes à mettre en vigueur, certaines dispositions qu'il convient de ne faire connaitre que lorsque l'organisme dont il est question ci-dessus sera en état de fonctionner définitivement.

Les délégués de ces deux sections sont arrivés à un accord complet et unanime sur le principe que les Alliés doivent mettre en commun tous leurs besoins et toutes leurs ressources, et ils ont exprimé cette résolution dans la déclaration suivante, qui résume leurs travaux:

" Les Alliés, considérant que les mo)"ens de transports maritimes à leur disposition, ainsi que les approvisionnements dont ils disposent, doivent etre utilisés en commun pour la poursuite de la guerre, ont décidé de créer une organisation interaHiée en vue de coordonner à cet effet leur action et d'établir un programme commun constamment tenu à jour permettant, en utilisant le maximum de leurs ressources, de restreindre leurs importations afin de libérer le plus de tonnage disponible en vue du transport des troupes amédcaines ".

M. CLEMENCEAu: La parole est à M. Loucheur, Ministre de l'Armement et des Fabrications de Guerre.

M. LoucHEUR: La Section des Armements et de l'Aviation a pris un certain nombre de résolutions d'ordre technique.

Elle a notamment envisagé les points suivants:

l. Les représentants des nations ont reconnu qu'une répartition des fabrications, tenant compte des moyens de production propres à chacune, devrait etre effectuée.

Il est indispensable d'obtenir que toutes 1es nations ne portent pas en meme temps leurs efforts sur une meme production, mais que le choix des productions à réaliser dans un pays soit toujours guidé par la considération du tonnage de bateaux moindre à employer, et par celle des possibilités en main-d'oeuvre plus ou moins experte.

2. -Les représentants de la Grande-Bretagne et de la France ont examine, d'accord avec les représentants du Gouvernement américain, la question de production de matériel d'artillerie et d'obus et ont constaté la possibilité d'armer dans de très bonnes conditions rles divisions américaines. 3. -Les représentants de la Grande-Bretagne e·t de l'Italie et de la France déclarent que les Généraux en Chef des armées de ces nations ont insisté avec la plus grande énergie sur le développement à donner aux fabrications de l'aéronautique.

En conséquence, les Gouvernements des trois pays ont décidé que toutes les fabrications d'aéronautique seraient classées en priorité tant au point de vue de la forniture des matières premières que de la main-d'ceuvre et des transports. Ils pensent utile d'appeler l'attention du représentant du Gouvernement amérìcain sur cette suggestion des Généraux en Chef pour que la mème demande puisse ètre faite par lui au Général Prershing, ne doutant pas que son avis sera conforme.

Dans ce cas, les quatre nations doivent etre d'accord pour qu'une effective priorité soit reconnue, pendant un certain temps, aux fabrications de l'aéronautique.

4. Il est constaté que la Grande-Bretagne et la France se communiquent déjà régulièrement tous leurs programmes de fabrication et leurs états de produotion et de stocks (armement et aéronautique).

Ces divers renseignements sont concentrés dans un Bureau de Statistiques existant à Paris, au Ministère de l'Armement. Les trois Gouvernements demandent au Gouvernement américain de vouloir bien communiquer les memes renseignements au Bureau des Statistiques.

Finalement, les représentants des quatre nations suggèrent que soit créé un comité permanent des munitions et de l'aéronautique qui siégera à Paris, composé, si possible, d'un représentant ministériel de chacune des na,tions pour les armements et les munitions, et d'un représentent ministériel, si possible, pour la fabrication du matériel d'aéronautique.

Chacun de ces représentants pourra etre assisté de délégués techniques. Il y aura au moins chaque mois une séance du comité permanent. Dans ce comité une section permanente pourra mème etre créée.

5. Les demandes de matériel présentées par les autres nations ont été examinées et pourront étre satisfaites dans une très large mesure.

La section a constaté que la situation générale de l'armement des armées alliées serait satisfaisante au }er avril, 1918.

M. CLEMENCEAU: La parole est à M. Lebrun.. Ministre du Blocus et des Régions envahies.

M. LEBRUN: La Section du Blocus a examiné en premier Iieu les conventions des Alliés avec la Suisse concernant les questions de blocus.

..

Comme conclusion des réunions tenues à Paris entre ,le 23 et le 30 novembre, 1917, les résultats suivants ont été obtenus:

l. Le projet d'arrangement entre les Éltats-Unis et la Suisse soumis à la Conférence a été approuvé à l'unanimité.

2. Les États-Unis nommeront des délégués pour participer aux délibérations de la Commission permanente internationale des Contingents, ainsi qu'à celle de la Commission interalliée de Berne.

La section a fait ensuite l'étude des mesures à prendre pour assurer le ravitaillement des pays envahis. Elle a adopté la résolution suivante:

• Les Alliés déclarent piacer en priorité de tous leurs approvisionnements le ravitaillement des populations belges et françaises envahies, sur la base du programme de la C.R.B. tel qu'il a été préoisé au cours des Conférences tenues à Londres entre la C.R.B. et le Gouvernement anglais. Ils garantissent le tonnage nécessa:ive à l'exécution de ce programme, compte tenu des navires que la

C.R.B. a présentement à sa disposition et de ceux qu'eHe pourrait se procurer dans l'avenir, soit directement, soit avec le concours des Gouvernements alliés •.

La section a jugé à propos de soumettre à la Conférence la déclaration générale suivante:

• La prolongation de la guerre ayant amené une consommation de produits de toutes sortes hors de proportion avec la production, il est évident que les ressources disponibles soit dans les pays Alliés, soit dans les différents pays neutres, sont inférieures aux besoins actuels du ravitaillement.

Il est, par conséq_uent, nécessail'e d'étendre d'une façon générale les principes posés dès la fin de juillet dernier par le Gouvernement américain.

Dans ces conditions, la Conférence demande que les besoins des Alliés et ceux des pays envahis soient les premiers servis; que les besoins des pays neutres ne soient pris en considération qu'en seconde ligne et sous les conditions suivantes:

l. Autant que possible, les neutres conserveront pour eux-memes et pour les Alliés toutes les ressources de leur propre sol.

2. -Ils ne recevront de produits du dehors, grevant les hansports des Alliés par terre et par mer, qu'en cas de nécessité absolue. 3. -Ils donneront aux Alliés toutes les garantries demandées de nonréexpédition vers les pays ennemis. 4. -Ils offriront en échange telles contre-parties que les Alliés jugeront utile de demander •.

M. CLEMENCEAU: La parole est à M. le Colone! House.

M. LE CoLONEL HousE: M. Clemenceau, Président du Conseil de la République française, a déclaré, en souhaitant la bienvenue aux divers délégués à cette Conférence que nous nous réunissions pour travamer. Ses paroles étaient prophétiques: nos réunions ont été caractérisées par une coordination et une

unité de vues qui promettent les meilleurs résultats pour l'avenir. C'est ma conviction profonde que, par des efforts unifiés 'et concentrés, nous pourrons atteindre le but que nous nous sommes fixés. Je désire profiter de la session de clòture pour adresser au nom de mes coNègues, mes remerciements aux personnalités du Gouvernement français, et par elles, à la nation française, pour la chaleureuse réception qui nous a été réservée et les égards qui nous ont été manifestés. Nous restons sur l'impression qu'en venant en FTance nous avons rendu visite à des amis. Depuis la fondation du Gouvernement américain, il a toujours existé entre nous des liens d'intérét et de sympathie -sympathie que cette guerre a transformée en une admiration passionnée. L'histoire de la France est une histoire de courage et de sacrifices; les hauts faits qui ont éclairé ces trois dernières années, ne nous ont donc pas surpris en Amérique; nous savions que, lorsqu',elle serait appelée à le faire, la France, par ses exploits, ajouterait encore un nouvel éclat à sa gioire.

L'Amérique adresse so n salut à la France, à ses fils héro'iques, et lui exprime la fierté qu'elle ressent de combattre aux còtés d'une Alliée aussi brave.

M. CLEMENCEAU: Puisqu'il est de mon devoir de prononcer 1la clòture de cette Conférence, permettez-moi d'ajouter quelques paroles à celles que vous venez d'entendre. J'étais venu ici avec l'intention formelle de garder le silence afin de vous laiser sous l'impression des belles paroles que vient de prononcer mon ami l'éminent Colone! House qui l'eprésente si dignement le noble peuple américain.

En l'écoutant, je n'al pu me défendre de penser que s'il y a une leçon à tirer des amitiés h'istoriques qui réunissent aujourd'hui dans un glorieux passé les nations française et américaine, il n'y a pas un moindre enseignement dans l'abolition totale des vieilles inimitiés.

Dans le passé, nous avons été amis de l'Amérique et ennemis de l'Angleterre. Français et Anglais ont lutté bravement et loyalement les uns contre les autres aussi bien sur terre que sur mer. Les deux peuples aujourd'hui sont tout à l'actions de solidarité, d'amitié. Il n'y a plus ici de grandes et de petites nations. Tous les peuples sont grands qui luttent pour le méme idéal de justice et de liberté, et sauront ,l'obtenir à force de sacrifices bientòt magnifiquement récompensés.

Si j'en crois les journaux, une lourde voix se serait fait entendre de l'autre còté des tranchées pour railler cette Conférence. Il n'y a pas ici matière à raillerie. Nos ennemis, qui ne voient rien au delà de la force brutale, ne peuvent nous comprendre.

Nous sommes tous au combat sous les ordres de la conscience humaine. Nous voulons la meme réalisation du droit, de la justice et de la liberté. Et nous sommes rassemblés pour faire que le droit, toujours promis, devienne réalité.

Méme si de l'autre còté du Rhin on ne veut pas comprendre, le monde attend notre victoire. Il l'aura. Tous le peuples ici représentés s'entr'aidenrt pour le succès de la plus grande cause. Nous travaillons pour conquérir par la force le droit à la paix.

Messieurs la séance est levée.

621

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3165/543. Londra, 4 dicembre 1917, ore 9,55 (per. ore 12 del 5).

Discorrendo oggi della piega sempre peggiore degli eventi in Russia, Cecil mi diceva che Trotsky ha chiesto il rilascio di Cicerin in forma equivalente ad un ricatto al quale egli personalmente opina non convenga sottomettersi. Cecil ritiene che· gli ispiratori della medesima sono i tedeschi e che Trotsky va cercando un motivo per litigare. Interpellato da me sul fondamento della notizia dei giornali della nomina di Cicerin ad ambasciatore a Londra, ha dsposto questo Governo non avere al riguardo rice'Vuto comunicazione alcuna.

622

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4416/1332. Pietrogrado, 4 dicembre 1917, ore 21,20 (per. ore 13,35 del 6).

Organo del Soviet pubblica oggi fra gli altri documenti diplomatioi del ministero Affari Esteri un telegramma incaricato affari russo a Londra in data 6 ottobre u.s. concernente proposte di pace della Germania all'Inghilterra pel tramite Governo spagnuolo.

623

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5094/1377. Londra, 4 dicembre 1917.

Mi riferisco al mio tel. di ieri n. 545 (1).

Nella seduta di ieri ai Comuni il deputato signor Lambert ha chiesto al Segretario di Stato per gli Affari Esteri se, alla fine della guerra, la Francia sia per ottenere· i possedimenti turchi in Asia Minore, convenuti con l'accordo del 21 Febbraio 1917, e precisamente la zona litorale della Siria, il vilaiet di Adana, nonché una parte dell'Armenia Minore; ed inoltre se sia tuttora intenzione degli alleati di combattere fino al momento in cui tale scopo non sia

raggiunto. Il deputato liberale chiedeva inoltre se il predetto accordo potesse ritenersi ancora in vigore e se gli scopi in esso indicati ancora rappresentino i fini di guerra degli Alleati.

Lord Robert Cecil si limitò a rispondere che nessun accordo del genere fu concluso ai primi mesi dell'anno in corso, e che alcuni accordi relativi all'Asia Minore, interceduti fra gli alleati menzionati (e cioè Inghilterra, Francia e Russia) non involgevano " annessioni , ..

Nel trasmettere qui unito a V. E. il resoconto parlamentare del dibattito...

(l) T. gab. 3188/545,non pubblicato: accordo anglo-franco-russo sull'Asia Minore.

624

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1681/434. L'Aja, 4 dicembre 191 7.

La questione che in questo momento preoccupa di più la Olanda è quella dei suoi rapporti con gli Stati Uniti. Malgrado la presenza della Commissione olandese a Washington e malgrado le trattative fatte da essa e da questo Ministro degli Affari Esteri direttamente con il Governo di Washington, trattative che continuano tuttora, le spinose questioni che sono in discussione non hanno ancora potuto essere risolte e la situazione non è mutata da quanto venne riferito, durante la mia assenza, da questo R. Incaricato d'Affari, Cavalier Guarneri, con il suo rapporto N. 1468/365 del 14 ottobre scorso (1).

Il Governo degli Stati Uniti continua a mostrarsi più che mai deciso ad impedire che i prodotti americani vadano sotto una forma o sotto un'altra in Germania, a traverso la Olanda e mantiene la proibizione di far carbone nei porti degli Stati Uniti ai vapori olandesi, i quali continuano ad essere trattenuti in America.

L'opinione pubblica olandese e la stampa di tutta l'Olanda si mostrano ogni giorno più ostili al Governo deg1i Stati Uniti, e si può dire che il risentimento già grandissimo che qui si aveva contro l'Inghilterra, per le misure da questa prese contro l'Olanda, ha dato posto a un risentimento ancora più forte e generale contro gli Stati Uniti.

Qui unito ho l'onore di trasmettere in traduzione all'E. V. il testo dell'intervista accordata da questo Presidente del Consig1lio dei Ministri al corr>ispondente in Olanda dell'United Press Association of America.

Le parole del Signor Cort van der Linden espongono chiaramente il punto di vista olandese, quale lo si riscontra 'in tutta questa stampa e quale questo Ministro degli Affari Esteri non manca mai di ripetere ogni volta che parla di tale questione con questo Ministro degli Stati Uni·ti e con noi rappresentanti dell'Intesa.

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto ieri che, malgrado la len

tezza delle trattative, egli nutriva buone speranze che un accordo, almeno

parziale, sarebbe intervenuto, e mi aggiunse che ora la questione sarà trattata

(!) Non pubblicato.

a Londra tra la Commissione economica americana e due Delegati olandesi, il Direttore della Sezione Commerciale presso questo Ministero degli Affari Esteri, che già si trova a Londra, ed il Signor van VoUenhoven, Capo della Commissione mandata a Washington, il quale è stato richiamato in tutta fretta dall'America.

ALLEGATO

Le président du Conseil, M. Cort van der Linden, a accordé une interview au correspondant en Hollande de la United Press Association of America. A la question

• -Comment V. E. explique-t-elle les sentiments du pubhlc hollandais concernant l'attitude de l'Amérique? • Le ministre a répondu comme suit: • -Cela n'est pas dif:f!icile, Notre peuple avait une foi inébranlable dans les messages idéalistes du Président, qui ont fait ici une profonde impression. Aussi ne comprend-i! pas l'attitude des Etats-Unis à l'égatrd d'un peuple qui ne veut étre qu'absolument neutre, et qui tente de sauver les premiers principes du droit international, en rappelant les belligérants au respect des règles consacrées, quand ces belligérants portent atteinte à ses droits ou à ~es intéréts.

L'Amérique tenait un ròle directeur dans l'reuvre de la civilisation. Et voici qu'elle arréte les navires d'un petit pays neutre, qu'elle 1e prive de vivres et de matières premières, de sorte que ce pays manquera de pain sous peu, et que le chòmage prend des proportions qui deviennent dangereuses pour l'ordre public. Comment s'étonner s'il déplore l'attitude de l'Amerique?

Des garanties que les vivres que nous reoeV'rions ne seraient pas exportés, on les aurait par le fait qu'ils seraient consignés au Gouvernement ou au N.O.T.; mais la meilleure des garanties, c'est que nous en avons fort besoin nous-mémes.

Sans doute, nous exportons du laitage et certains produits de l'agrdculture, en échange du charbon, du fer, de la potasse et des produits chimiques que nous recevons de l'Allemagne. Mais n'oubliez pas que nous offrons nos exportations aux deux parties dans la méme proportion. C'est la seule politique qui soit possible pour les neutres.

Au surplus, les quantités que nous expédions par notre frontière orientale sont si faib1es, en proportion de l'énorme population des empires centraux, qu'on a peine à concevoir comment la presse peut, à moins d'étre tout à bit mal renseignée, parler d'une Hollande qui nourrit l'Allemagne. Je ne pense pas ques les Etats-Unis exigent que nous rompions nos relations commerciales avec nos voisins de l'est. L'Amérique sait qu'elle ne le peut pas, car ce serait porter atteinte à l'essence méme de notre indépendance. J'espère que le gouvernement de Washington estdme ces choses à leur juste valeur, car je ne demande qu'à entretenir des relations amicales avec la grande république, que tant de liens htstoriques unissent à la Hollande.

Nous ne demandons pas autre chose que ce qu'il nous faut pour vivre et travailler, et nous sommes préts à payer pour cela n'importe quel prix, dans les limites de ce que nous permettent notre stricte neutmlité, notre conscience nationa:le et la sauveg·arde de nos intéréts vitaux. Voilà notre point de vue et il est regrettable qu'une partie du public américain ne veuille ou ne puisse s'en rendre compte. Les attaques dirigées .contre le gouvernement hollandais n'ont pas d'autre explication. Si la presse était parfaitement informée, son sentiment de jusUce, nous en sommes assuré, ferait d'elle l'avocat le plus éloquent de notre cause.

Evddemment, la presse américaine n'a pas fait beaucoup attention à un petit pays neutre, absorbée qu'elle était par les grands événements de la guerre. Il n'en est pas moins regrettable que l'Amérique juge injustement un pays qui s'attendait à trouver chez elle un protecteur de ses droits. J'espère que vous, les correspondants américains, vous tiìcherez de fa>ire paraitre en pleine lumière la politique de la Hollande.

Nous sommes assurés de pouvoir supporter cette lumière. Si le gouvernement et la presse des Etats Unis sont bien renseignés sur notre position, nos besoins et nos intentions, ils devront reconnaitre que notre politique était juste et que nous ne demandons qu'à etre traités conformément aux principes que l'Amérique veut voir régner sur les peuples •.

625

IL CAPITANO DI VASCELLO, ALOISI (l) AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3837 P. [Berna], 4 dicembre 1917.

Ho .l'onore di far seguito al mio rapporto n. 2816 del 2 corrente (2). Persona di fiducia, nostro informatore, ma che desidera non essere nominato, si è :incontrato col conte Karoly nel soggiorno fatto da quest'ultimo a Ginevra ed ha avuto con lui una lunga conversazione dalla quale ho potuto esattamente dedume l'oggetto della missione del personaggio ungherese in !svizzera e le basi sulle quali egli era autorizzato a sondare il terreno per la pace.

Le basi sono le seguenti:

l) RoMANIA: Reintegrazioni del regno con a.ualche rettificazione di frontiera da parte dell'Ungheria. Cessione della Dobrugia alla Bulgaria e in compenso acquisto della Bessarabia da parte della Russia.

2) SERBIA E MoNTENEGRO: Reintegrazione con cessione dell'Erzegovina alla Serbia e concessione di un porto nell'Adriatico, ma con unione economica dei due regni alla Duplice Monarchia. La dinastia dei Karageorgevitch sarebbe mantenuta; a difetto di questa al trono verrebbe povtata la dinastia del Montenegro.

3) ITALIA: Ritorno allo stato quo ante bellum, disinteressamento del regno delle questioni balcaniche. Costituzione dell'Albania in vegno sotto la protezione dell'Austria.

4) FRANCIA: Re"integrazione delle provincie invase. Probabile cessione della Lorena, ma mai dell'Alsazia. Cessione della Siria alla Francia.

5) INGHILTERRA: Cessione della Mesopotamia aH'Inghilterra e accomodamento per ciò che concerne le colonie, come più sotto è detto.

6) BELGIO: Completa reintegrazione.

7) RussiA: Polonia in regno indipendente ma senza Posnania. Restituzione del porto di Riga, detratto alcuni territori meridionali del governatorato di Kovno. Larga autonomia alla Curlandia e Lituania. Cessione della Bessarabia alla Romania.

8) PoLONIA: Ricostituzione del regno di Polonia senza alcun accesso

9) AusTRIA: Cessione della Galizia orientale alla Polonia. Mano libera nei balcani.

lO) GERMANIA: Cessione della Lorena.

11) TuRCHIA: La questione turca, greca ecc. è lasciata in sospeso, ma con l'intendimento che il territorio turco di Europa e in parte quello asiatico

restino a disposizione per soluzionare le questioni più diffici!li. La Turchia dovrebbe essere confinata nella provincia di Anatolia. Libertà del passaggio degli Stretti, probabile costituzione di Costantinopoli in città libera ecc. Rinuncia della Germania ai suoi disegni su Bagdad.

12) CoLONIE: Rinuncia della Germania alle colonie asiatiche e del Pacifico: restituzione e migliore ripartizione tra Francia, InghHterra e Germania delle colonie africane in maniera da costituire dei blocchi geograficamente compatti.

Ma dalle suesposte condizioni di cui ha parlato H conte Karoly, e che per conseguenza devono essere state autorizzate dal suo governo, se ne può dedurre:

a) Rinunzia dell'egemonia tedesca sulla nota formula dell'AmburgoBagdad.

b) Rimpiazzo di tale formula con l'altra Amburgo-Salonicco.

c) Tendenza di assicurare la pace: l o a spese della Turchia in Europa e in Asia. 2° Con un'intesa vantaggiosa per l'Inghi1lterra. 3° Riservando la questione russa. 4° Con lievissimi v;antaggi per la Francia. 5o Sacrificando l'Italia anche nella politica balcanica.

Queste sono le linee generali massime, soggette naturalmente a modificazioni di dettagli. È un programma puramente magiaro e non so in quali limiti sarà stato

o lo sarà dal Gabinetto di Berlino. In ogni modo riferisco quanto ha detto il conte Karoly e non v'è dubbio che l'informa,tore mi abbia riportata esattamente la notizia.

(l) -Aloisi prestava serv1z10 presso la legazione a Berna. (2) -Non pubblicato.
626

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI.

T. GAB. 1895. Roma, 5 dicembre 1917, ore 20,30.

(Per Pietrogrado). Telegramma di V. S. n. 1322. Nel comunicare alle R.R. ambasciate a Parigi, Londra, Washington suo telegramma ho aggiunto quanto segue: (Per Parigi, Londra, Washington). R. incaricato d'affari a Pietrogrado telegrafa quanto segue:

• Organo del Soviet pubblica che generale Judson, capo missione mitl.itare americano, ha visitato ieri Trotsky; egli avrebbe dichiarato non poter parlare ancora a nome del Governo degli Stati Uniti, riconoscimento del nuovo Governo russo non avendo avuto luogo, ma intenderebbe soltanto rannodare relazioni e dissipare malintesi. Generale avrebbe chiesto a Trotsky se nuovo Governo ha intenzione ·liquidare guerra di comune accordo con gli Alleati, i quali ,difficilmente 'potranno partecipare alle trattative del 2 corrente. Trotsky avrebbe esposto punto di vista del Consiglio dei Commissari e aggiunto che data pubblicità negoziati, Alleati potrebbero intervenire in una delle ulteriori fasi di essi.

17 -· Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

Generale avrebbe chiesto al Commissario autorizzazione di comunicare al proprio Governo tali dichiarazioni, aggiungendo essere passato il tempo delle minaccie e proteste contro il potere dei Soviet, se mai esse fossero esistite.

Avrebbe chiesto inoltre al Commissario se insisteva ancora per ottenere spiegazioni circa incidente con la Missione militare americana (lettera di protesta dell'Addetto militare americano di cui al mio teleg. N. 1304) (1).

Trotsky avrebbe risposto di ritenere incidente esaurito con la dichiarazione del Generale che il ,tempo delle proteste e minaccie contro il potere dei Soviet è passato •.

(Per tutti). Durante conferenza di Parigi si era rimasti intesi di non pregiudicare in qualsiasi modo atteggiamento Governi alleati v,erso la situazione russa. Prego interrogare codesto Governo in merito cose riferite dal R. incaricato d'affari a Pietrogrado e telegrafarmi.

627

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4410/296. Cairo, 5 dicembre 1917, ore 16 (per. ore 21).

R. addetto militare mi chiede, per sua norma eventuale condotta linguaggio, quale sarà posizione Italia dopo occupazione Gerusalemme, se cioè ci siano riconosciuti stessi diritti dell'Inghilterra Franciia e se questi si estenderanno alla Soria. Egli desidererebbe ricevere sollecite istruzioni.

628

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. 1570. Roma, 5 dicembre 1917, ore 23.

Suo telegramma n. 791 (2). Suo rapporto n. 1625 (3).

Situazione politica ,ed economica svizzera è certamente assai delicata e va trattata con equa prudenza e fermezza. Secondo nostre notizie situazione alimentare è meno buona, di quella industriale e secondo nostro avviso è quella che merita maggiore attenzione anche perché in Svizzera vi sarebbe più o meno spontaneamente sorta impressione che è l'Intesa che la affama. Di ciò va tenuto conto neHa fissazione nuovi contingenti come va tenuto che nel 1917 Svizzera ha dato ai nostri nemici esportazioni cuoi, vind., sete che, nonostante spiegazioni Société de SurveiUance Suisse appaiono pur sempre infrazioni alla lettera di accordi tra Svizzera Intesa od al loro spirito. Qualche maggior garanzia in proposito pel futuro sembrerebbe opportuno trov,are in occasione fissazione nuovi contingenti con opportune riduzioni quelli materie greggie per in

dustrie con modificazioni articolo 10 regolamento Société de Surveillance Suisse con impegni fornitura prodotti industriali svizzeri all'Intesa. Contingenti materie alimentari potrebbero invece essere mantenuti con prudente larghezza tenendo conto produzione svizzera e chiedendo Svizzera gravi sanzioni contro contrabbando e limitazioni esportazioni agli Imperi Centrali alle sole necessità di scambio per ottenere carbone ferro.

Quanto all'intervento delegato americano nella commissione contingenti sarei per parte mia favorevole.

(l) -Non pubblicato. (2) -T. 4290/791 del 28 novembre: conferenze interalleate hanno luogo a Parigi per accordarsi su regime razionamento Svizzera in relazione trattative Washington. (3) -Non pubblicato.
629

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. 1571. Roma, 5 dicembre 1917, ore 23.

Suo telegramma n. 790 (1).

È stato detto a De Pianta e pregola comunicare Governo federale che non abbiamo colle parole • transiti provenienti da Genova • inteso ililllli,tare spedizioni a quelle merci di transito che sono a Genova. È solo questione di raggruppare le partenze a vagoni pieni a Genova per le merci di transito che rtrovansi colà ed a Como per le altre meroi di transito o di esportazioni che sono altrove nel Regno.

È stato pure detto a De Pianta che non abbiamo difficoltà a menzionare canapa, cotone e filati cotone nello speciale elenco merci e neppure a far precedere questo e1lenco dalla parola specialmente.

Unico punto su cui insistiamo è clausola che sia stazione svizzera Chiasso quella che farà l'appello del personale e della trazione italiana e non Como che chiami Chiasso: è questa una modalità di garanzia su11a quale autorità militare insiste e che noi crediamo non costituirà intralcio alla reciproca normalità dei traffici.

Dopo di ciò e visto che De Pianta informa non essere stata fatta formale connessione tra questione traffici e questione valigia diplomatica prego comunicare quanto precede Ador e chiedere se siamo d'accordo.

Quanto a ditta Kunz ho telegrafato a Parigi da cui ora dipende soluzione.

630

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. 1569. Roma, 5 dicembre 1917.

Suo telegramma Gab. n. 94 (1). Come V. S. ha potuto constatare eccitabilità ed impulsività di De Pianta si è assai acuita causa sospensione corriere diplomatico ,e sospensione traffici

durante chiusura frontiera. Sin dalla sua prima lagnanza de Pianta si lamentò per mancanza di fiducia che sospensione corriere diplomatico dimostrava verso di lui e dichiarò che, se al Governo, egli non avrebbe esi,tato a 11ìtorcere provvedimento chiudendo frontiera Svizzera italiana. In altra faccenda egli ha esagerato, e cioè nel lamentarsi misura di precauzione o di repressione prese da nostra autorità di polizia verso pochi svizzeri di lingua tedesca da molto tempo sospetti e da tempo invisi al pubblico, ,e nel denuneiare pericoli per incolumità suoi connazionali che fatti han dimostrato non esistere. Ci>ttadini svizzevi godono in Italia in forza convenzione 1868 di larghi privilegi dei quali alcuni abusano e che agli occhi del pubblico possono far cr,edere anche a speciale protezione dell'autorità ed a disuguagLianze di trattamento. Taluni di essi sono impudenti e di modi duri che li rendono inv1isi al pubblico. Esager,a:ndo situazione de Pianta parlò alla Consulta e con presidente del Consiglio reclamando misure contro giornali e istruzioni ai prefetti. A entrambe le cose fu provveduto e de Pianta se ne mostrò soddisfatto e riconobbe, alla vigilia della part,enza, che situazione era calma. Oggi, però, legazione di Svizzera, in promemoria circa arresti di svizzeri accenna a • penosa situazione in cui molti svizzeri • si troverebbero nel Regno ed a nuova • inquietante nervosità che rimarcasi • per lagnarsi tra altro anche di un arresto ordinato da autorità giudiZJiaria.

Vorrei che V. S. assicurasse Governo federale che R. Gov~erno intende strettamente dare e mantenere agli svizzeri ogni dovuta protezione ~ed ogni mevitata libertà compatibile con stato di guerra come ai cittadini italiani: lo stesso presidente del Consiglio ha recentemente date severe istruzioni in tal senso alla censura ed ai prefetti i quali sono stati autorizzati a tenersi in contatto coi consoli svizzeri per essere informati prontamente e prontamente pr,endere le misure del caso. D'altra parte però conviene che condotta dei cittadini svizzeri sia irreprensibile e prudente e che Iegazione circoscriva sua azione 1in quei termini che ag1i svizzeri stessi faranno comprendere di non troval'e se non la protezione che meritano, e che alle nostre autorità non faranno nascere impr,essioni di essere intralciate in un'azione di difesa ispirata sempre ai più alti doveri verso la patvia. Una sua franca conversazione con Ador potrà provocare istruzioni in questo senso a de Pianta in occasione suo ritorno Roma.

(l) -Cfr. n. 596, pag. 406. (2) -Cfr. n. 583, pag. 390.
631

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3224/417. Parigi, 5 dicembre 1917.

Comunico a V. E. il seguente telegramma da Jassy:

• Le président du conseil nous a donné ce matin la 1ecture d'un télégramme reçu de son représentant à Paris. Il conclùt de l'insistance des alliés à demander, sans tenir aucun compte dit-il des réa,l1ités, l'év,acuation de l'armée roumaine en Russie, que nos Gouvernements exigent de la Roumanie ee qui consUtue actuellement l'impossible. Il a répliqué que l'armée roumaine se trouvait entre un million de russes hostilles et les forces austro-allemandes ennemies, tandis oue rien n'existe en ce moment en Russie méridionaie pour la recueillir et l'appuyer. Il a exposé son point de vue dans un télégramme adressé à M. Antonesco dont il nous a donné lecture. Sur le còté technique de cette question, nous nous référons à la correspondance des chefs de nos missions militaires. Bratiano dtit que si les alliés persistent à lui demander l'impossible, son Gouvernement sera contraint de se retirer. Il ne peut nous cacher que l'opinion pubblique roumaine devient hostile et à son Gouvernement et aux alliés. Il a conclu en disant qu'il reconnait que dans la situation actuelle la Roumanie est pour 1es alliés un embarras sans doute et qu'il leur appartenai<t d'apprécier s'ils préfèrent de se dégager de leurs engagements. Nous nous sommes recriés vivement contre dernière hypothèse. D'autre part Tscherbatcheff nous ayant avisés la nuit dernière de l'imminence de l'attentat maximaliste contre le commandement russe, tl.a légation de Russie et la dynastie, en nous demandant de provoquer du Gouvernement roumain les mesures de précaution ou éventuellement de répression les plus énergiques, nous sommes intervenus en ce sens auprès de Bratiano •.

632

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI

T. 4390/1950. Washington, ... dicembre 1917 (per. il 5).

Prego V. E. comunicare S. E. Sonnino:

• Lansing al quale in seguito a più recenti dati fornitimi da S. E. il mtmstro dei Trasporti ho prospettato di nuovo la nostra situazione del tonnellaggio e le impressionanti giacenze di materiali per armi e muniz1ioni nel solo porto di Baltimora mi ha riconfermato il proposito di venirci in aiuto compatibilmente ,colle esigenze del trasporto di truppe americane e loro rifornimenti in Francia ai quali questo Governo assegna priorità di 'tonnellaggio. Ho insistito per almeno una equa ripartizione reclamata dalla riconosciuta urgenza dei nostri bisogni ed ho pregato Lansing di tenerne parola ai suoi colleghi Guerra e Marina.

Quasi contemporaneamente lo Shipping Board che (sebbene di Vliaggio in viaggio) mi ha riconfermato senza riserve la riassegnazione dei vapori, datici per carbone, risponde ora, ad una mia domanda per la riassegnazione di un determinato vapore, che si riserva di decidere più innanzi in relazione ai bisogni dell'esercito americano.

Intensificazione delle truppe americane in Francia tende ostacolare perciò sempre più aiuto ripromessoci da questo Governo •.

633

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 3179/406. Parigi, 5 dicembre 1917, ore 21 (per. ore 2 del 6).

Clemenceau mi disse stamane che, secondo le notizie sue, è da aspettarsi un grosso attacco contro il fronte di Salonicco, dove il numero delle truppe bulgare sarebbe raddoppiato. Avendogli io accennato alla probabiUtà di un grosso tentativo nemico sul nostro fronte, egli mi rispose che non lo escludeva; mi parlò del ritardo delle due ultime divisioni inglesi da inviarsi in Italia, ritardo che egli attribuiva alla controffensiva tedesca nella zona di Cambrai. Avendogli io chiesto se non credesse opportuno concentvare maggiori forze sul nostro fronte, mi disse che l'idea di una controffensiva in Ital:ia per la quale accorrerebbero 20 divisioni alleate, era da studiarsi per prendeve una decisione appena che si conoscessero meglio i progetti tedeschi. Mi si mostrò molto preoccupato della situazione romena. Circa il messaggio di Wilson mi disse che lo trovava troppo verboso e in certi punti poco preciso, che però ciò importava poco essendo sicuro che l'America recherebbe agli Alleati tutto il contributo possibile.

634

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1894. Roma, 5 dicembre 1917 ore 22,15 (per. ore 8 del 6).

Incaricato d'affari degli Stati Uniti a Berna ha dichiarato al Governo svizzero che Stati Uniti rispetteranno neutralità della Svizzera e l'inviolabHità del suo territorio finché tale neutralità sarà conservata dal Governo svizzero e rispettata dal nemico. Questa spontanea dichtarazione ha fatto a Berna ottima !impressione. Miei colleghi di Francia e Inghilterra mi avevano proposto di unirei ad essi perché Italia, Francia, Inghilterra facciano alla Svizzera una dichiarazione collettiva ma separata analoga a quelLa americana. Avevo già dato istruzioni in questo senso a Paulucci di Calboli. Senonché il R. ministro a Berna al quale avevo domandato di accertare pveviamente se Governo svizzero avrebbe gradito una dichiarazione che per noi era la r-innovazione di assicurazione già fatta pubblicamente in passato, mi telegrafa che « il Consiglio federale ad unanimità (Ador essendosi anche eg[i arreso alle evidenti ragioni) ha manifestato parere che essa sarebbe adesso più che inutile dannosa •.

635

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3187/544. Londra, 5 dicembre 1917, ore 22,18 (per. ore 15,30 del 6).

A proposito delle varie interrogazioni rivolte dai soUti deputati radicali circa noto accordo franco-russo per la costituz'lone dello Stato neutro transrenano, persona bene informata mi narrava oggi confidenzdalmente che detto accordo caldeggiato da Poincaré fu concluso da Doumergue ,a Pietrogrado nel febbraio 1916 a totale insaputa del Governo britannico. Il quale ne fu informato solo einque mesi dopo in risposta ad una interrogazione rivolta a Parigi, motivata da un indiscreto accenno qui fatto alila cosa da un giornalista francese.

636

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3200/481. Pietrogrado, 5 dicembre 1917, ore 21 (per. ore 13,30 del 7).

Nell'odierna riunione dei rappresentanti delle potenze alleate per discutere modo di eseguire istruzioni ricevute in seguHo conferenza di Pari~i questo ministro di Serbia disse ritenere che massimalisti in ubbidienza alle suggestiollii tedesche proponevansi provocare rottura cogli aneati. Ministro di Romania ammettendo tale possibilità era del parere che in tal caso rappresentail!ti esteri dovessero recarsi al Sud del,la Russia per tenersi in contatto cogli elementi sani del paese. Ambasciatore d'Inghilterra riferì che da tre fonti diverse gli è stato riferito avere Trotzsky intenzione proceder,e al suo arresto quale rappresaglia contro Governo britannico pel suo r1ifiuto di mettere in 1ibei'tà due sudditi russi Cicerin e Petroff (mio telegramma n. 1300) (1). Disse pure che massimalisti gli ostacolavano invio corriere diplomatico. Ministro del Belgio manifestò anch'egli parere che massimalisti cerchino rottura.

Riunione ha risolto soprassedere pel momento da qualsiasi decisione (2).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DI SVIZZERA A ROMA, DE PLANTA

NOTA VERBALE. Roma, 5 dicembre 1917.

En réponse à ses notes verbales du 10 de ce mois, n. 1394, et n. 1395, concernant la situation des citoyens suisses en Ita<lie, et se référant aux entretiens

que le Ministre de Suisse a eu avec S. E. le Président du Conseil des Ministres, le Ministère Royal des Affaires Etrangères a l'honneur d'assurer la Légation de Suisse que des instructions catégoriques ont été renouvelées aux bureaux de censure afin d'empécher toute publication offensive contre les suisses résidant dans le Royaume.

D'autre part, les autorités compétentes n'ont pas manqué de faire tous leurs efforts pour calmer une certaine agitation qui s'était produite dans l'opinion publique à cause de la conduite recemment tenue par quelques étrangers demeurant dans le Royaume. Ces efforts qui ont déjà donné de très bons résultats, seraient certainement facilités si la Légation de Suisse voulait bien donner des instructions à ses consuls dans ile sens de conseiller à ses ressortissants de s'abstenir de toute manifestation qui puisse etre interprétée d'une façon peu favorable.

Le Ministère Royal des Affaires Etrangères a pleine confiance que par les mesures prises et par la conduite correcte des étrangers en Italie, tout incident regrettable sera évité.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1901/1100 dell'8 dicembre.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5088/1371. Londra, 5 dicembre 1917.

La lettera di lord Lansdowne è stata accolta con evidente riprovazione e disfavore. Anche i giornali liberali l'hanno giudicata inopportuna e fonte di malintesi; mentre quelli radicali, sebbene di sfuggita, hanno pur ,essi riconosciuta l'intempestività della pubblicazione.

In fondo, l'opinione prevalente è che bisogna colpire il documento più per quanto può desumersi dal suo contenuto, che per ciò che risulta daHo stretto contesto delle misurate argomentazioni. Queste, forse, potrebbero identificarsi con concetti precedentemente espressi dal Presidente amer>icano e da responsabili statisti britannici; ma il senso della let,tera farebbe invece capo ad una disposizione di spirito condannevole, la quale, pur senza identificarsi con quella dei pacifisti veri e propri, sarebbe ~tuttavia atta a produrre lo stesso miserevole effet,to: cioè a dire la rassegnazione ad una pac'e immediata, sebbene stertle -pericolosa anzi -· perché significante solo un indugio innanzi alla necessaria evenienza d'un nuovo maggiore conflitto. Ciò stante, è poco discussa la base stessa del ragionamento di lord Lansdowne circa la necessità della formazione di una lega di nazioni a permanente custodia della pace del mondo; rilevandosi che tale lega sarebbe meramente formale, qualora il militarismo prussiano non avesse ad essere previamente distrutto.

In tanto mi sono sofferma.to sui commenti di questa stampa -ed anzi mi affretto ad accludere a V. E. tutti gli articoli finora comparsi -, in quanto essi possono agevolare la risposta ati due necessari quesiti: che seguito possono avere le idee espresse da lord Lansdowne? che valore esse hanno rispetto alla totalttà della pubbHca opinione britannica?

Ova, parmi che l'iniziativa di lord Lansdowne non possa esse·re considerata, malgrado le stesse contrarie asserzioni di Sua Signor1ia, come un atto affatto solitario e personale. È vero che queste idee a lui erano acquisite sin da quando era Ministro senza portafogli del Gabinetto di coalizione, si che furono causa del suo allontanamento dal Governo al formarsi del susseguente Ministero; ma questa antica genesi non sembrami escluda necessariamente una certa intesa preliminare od un tacito consenso formatosi !in qualche ambiente, innanzi la pubblicazione del documento.

L'ipotesi più ovvia era quella d'un'armonia di vedute con i liberali ed il signor Asquith. Lo facevano intuire il senso e la portata delle quattro concrete proposte; i frequenti riferimenti a discorsi dell'ex-Premier; certe evidenti concomitanze con note dichiarazioni di lord Grey: ed infine il mancato preciso ripudio del signor Asquith o dei suoi organi. Però, detto ciò, non posso non aggiungere che queste induzioni, sebbene consistenti, non valgono a giustificare l'asserZJione eventuale d'un compiuto accordo. Anzi, informazioni assunte a sorgente che dovrei ritenere buona, mi indurrebbero a credere che· il signor Asquith abbia resistito, almeno finora, alle ~nsistenti pDemure di alcuni suoi più bollenti seguaci, che lo spingevano a pronunziarsi apertamente in favore di tutti i principi propugnati dal Marchese di Lansdowne.

Un'ailtra ipotesi è che la lettera sia potuta sorgere da un moto di sdegno del vecchio statista contro la crescente e semi dittatoria influenza dii lord Northcliffe e di tutto l'ambiente che circonda il Primo Ministro; ovvero da una prudente solLecitudine di classe per contrastare le incognite soCiiali del domani, sempre più minacciose col prolungarsi del conflitto; o da uno spirito di devozione alle tradizionali dottrine economiche pericolanti al cospetto de1i formidabili pvoblemi dell'avvenire. Ciascuna di queste ipotesi, e tutt'esse insieme, non appaiono però sufficienti a motivare un documento così grave, la profonda eco del quale non poteva sfuggire alla consumata esperienza dell'autore.

Comunque, in tutte le ipotesi fatte, parmi essere una parte di vero. Il docu

mento appare infatti un risultato di considerazioni politiche, militari, 'economi

che, sodali e sentimentali; un prodotto cioè d'un complesso stato d'animo, e per

ciò difficile ad attribuirsi a questa od a queHa tendenza; a questo od a quel

partito; ,a questa o a quella classe sociale. Ed è forse per ciò che nessun gionnale

ha potuto difendere, o riprovare, o far propria la nuova tendenza in tutto il suo

insieme. I conservatori infatti l'hanno condannata apertamente nello spiirito, ma

non già in ogni singola proposta; e i liberali si sono limitati ad appoggi1are

qualche determinato punto, sempre però imperniando ogni argomentaz1ione sulla

base del principio formulato da lord Grey: necessità d'una pace che stabilisca

• public right as the law of the civilized world and delivers humanity from the power of the sword •.

Cosicché il valore della teoria del Marchese di Lansdowne nei rispetti della totalità dell'opinione pubblica britannica parmi limitato. E tanto più limitato, in quanto presso il popolo la ferma volontà di vincere il prorompente mi1itarismo prussiano non risulta vacilli contro l'auspicato progetto d'una lega di nazioni siccome un mezzo pacifico, ma pur atto ad infrangere quella costante minaccia. Sarebbe tuttavia avventato l'escludere in modo assoluto ogni ripercussione del documento presso queste classi operate. Già il signor Henderson ha fatto dichtarazioni di consenso allo spirito informativo delle argomentazioni di lord Lansdowne; mentre la questione deHa revisione degli scopi di guerra, pur così acuta ai tempi della conferenza di Stoccolma, può prendere nuovo vigore. A tutto ciò infine sarà bene aggiungere che il prolungato sforzo bellico, malgrado ~e buone condizioni di vita e di guadagno qui esistenti, potrà pur produrre, come già in altre nazioni, sensi e voti di stanchezza, i quali, malauguratamente, non mancherebbero di trovare voci di ispirazione dalla lettera di Lansdowne.

Il Governo britannico ha ripudiato intanto solennemente ogni connivenza coll'antico Segretario di Stato, giungendo a minacciare financo, per bocca del signor Bonar Law, l'eventualità di elezioni generali. Con eguale energia il partito unionista ha condannato l'antico suo "leader», Con vivacità di frasi e con forti recriminazioni la maggior parte del pubblico ha infine Cl'iticato il senso della lettera, riassumendo il suo giudizio nel noto adagio: • Toute verité n'est pas bonne à dire ».

Ora, tali costatazioni, così importanti, rassicurano certo, e frus~trano ogni ipotesi di vacillamento nelle sfere dirigenti e nella maggioranza del paese. Senonché, come già ho avuto l'onore di sottoporre a V. E., questa guerra è essenzialmente una guerra di popoli, e, come tale, sfugge ad un inflessibile, duraturo controllo da parte dei governanti, fossero pure essi i meglio intenzionati, i più illuminati, i più pugnaci. Movimenti travolgenti d'idee, di simpatia sociale e politica, di contagi spirituali possono sempre modificare, lentamente

o d'un tratto, l'opinione pubblica dei paesi, contro ~la stessa volontà ,e la stessa politica dei Governi rispettivi. Donde parmi che ogni eventuale valutazione degli effetti probabili di teorie e di progetti, che mettan capo alla definizione degli scopi del conflitto, alla possibile durata della guerra, alla sistemazione futura politica, economica e sociale dei diversi paesi, rimanga oltremodo difficile: ogni normale e particolare argomento di giudizio perdendo d'entità rispetto alla totalità dell'avvenimento, ed all'insieme dei suoi effetti.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3169/262. Washington, ... dicembre 1917 (per ore 4,55 del 6).

Ieri alla v,igilia del messaggio presidenziale circondato da Wilson del più grande mistero, Lansing mi assicurò confidenzialmente che esso avrebbe contenuto 'la raccomandazione al Congresso di dichiarare l'esistenza dello stato di guerra coll'Austria-Ungheria. Oggi, subito dopo la lettura del messaggio, vari membri del Gabinetto con in testa Lansing si sono compiaciuti cordialmente con me per l'avvenuta raccomandazione che segna il principale evento del giorno e che è stata accolta dal Congresso con applausi fragorosi. Wilson si è espresso così:

• Un ostacolo assai imbarazzante alla nostra via è che siamo in guerra con la G€rmania e non coi suoi al!leati. Perciò io raccomando con tutto lil calore che il Congresso dichiari immediatamente lo stato di guerra fra gli Stati Uniti dell'America del Nord e Austria-Ungheria •. E subito di poi: • Austria-Unghel'ia è presentemente non padrona di sé ma pura vassalla del Governo tedesco. Dobbiamo riguardare i fatti quali sono ed agire in conseguenza prescindendo da ogni sentimento in matel'Ia così rigida. Governo austroungarico non agì di propria iniziativa nè d'accordo coi desideri delle sue popolazioni ma come strumento di un'altra nazione.

Dobbiamo contrapporre le nostre forz'e alle sue e considerare gH Imperi Centrali come una cosa sola. La guerra non può essere condotta con successo in nessun altro modo •.

Rispetto alla Bulgaria e la Turchia W.ilson soggiunse: • La stessa logioa comporterebbe la dichiarazione di guerra anche alla Bulgaria e la Turchia ma pur essendo anche esse strumenti tedeschi non sono ,ancora un vero ostacolo alla nostra azione necessaria. Andremo dovunque le necessità della guerra ci conducano ma ritengo che dobbiamo agire soltanto dove ci spingono necessità pratiche ed immediate senza curarci delle altre •.

Nella imminente discussione al Congresso vi è da prevedere che gli oppositori cercheranno di fare una discriminazione tra le pretese ed il riconoscimento delle aspirazioni italiane giovandosi pure della recente divulgazione russa dei pretesi patti in base ai quali Italia entrò in guerra. Ho preso già anche a questo proposito previe misure.

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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 3227/100. Berna, 6 dicembre 1917.

Il Consiglio federale, nella sua seduta di ieri mattina, ha deciso che la direzione del dipar>timento politico sarebbe affidata pel 1918 al nuovo presidente della Confederazione.

Questa decisione che il decreto del giugno, provocato dall'incidente Hoffmann, lasciava prevedere come naturale, non è stata presa invece, (da quanto ho saputo confidenzialmente da fonte sicura) che con grave difficoltà e dopo vivissima discussione. L'attuale presidente signor Schulthess che aveva sempre combattuto il sistema rotativo quale si praticava pDima del 1914, aveva sottomano incoraggiato la campagna menata da buona parte della stampa della Svizzera tedesca contro il nuovo ordine di cose stabilito pel dipartimento politico. Facendosi forte della sua autorità, lo Schultess, dopo aver già convertito alla sua idea due suoi colleghi, avea posto la sua candidatura per quel dipartimento. Vista l'opposizion€ della maggioranza dei suoi colleghi, egli ha dovuto a malincuore ri:nunziare alle sue aspirazioni. A successione del signor Ador sarà quindi chiamato nel 1918 il futuro presidente, consigliere Calonder.

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IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4425/90. Lisbona, 6 dicembre 1917, ore 16,45 (per. ore 3,10 del 7).

Scoppiata rivoluzione gravissima. Iersera Lisbona truppe terra rivoltate contro il Governo che è sostenuto dalla marina da guerra; tutta la notte, tutta la mattinata di oggi nav1i da guerra hanno bombardato posizioni della città dove sono piazzate batterie da campagna di due reggimenti d'artiglieria che rispondono con fuoco nutritissimo. Molte g~anate cadute· ovunque, una scoppiata nell'hotel dove abito: continua tuttova lancio bombe v,ivissimo avendo marina effettuato sbarco. Città immersa nel terrore alla mercè degli svaligiatori. Ieri, prima comunicazioni fossero tagliate, giunta notizia gravissimi moti in molte città del nord, segnatamente Oporto.

Presente telegramma spedito per il cavo sottomavino inglese.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3191/409. Parigi, 6 dicembre 1917, ore 23,10 (per. ore 3,10 del 7).

Questo ministro degli Affari Esteri mi prega di comunicare a V.E. i seguenti due telegrammi identici dei ministri di Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Italia a Jassy:

• Primo, ricevuto il 5 dicembre. Un journal russe publie une note inspirée par le commandement russe disant que le général Tcherbatcheff a proposé à l'ennemi un armistice avec le consentement des roumains et • après en avoir informé les représentants alliés •. Ainsi qu'il résulte de notre télégramme du trois de ce mois dans la situation qui s'est produite et en présence de laquelle l'initiative du général Tcherbatcheff ne représente que l'unique moyen d'eviter une paix immédiate, nous n'avons pas cru de pouvodr prendre sur nous de protester contre l'intention dont Bratianu nous a fait part au nom du commandement russe. Les représentants alHés, se trouvant ainsi publiquement mis ·en cause, il appartient à leurs Gouvernements d'apprécier s'ils doivent ou non etre invités à protester offioiel1ement en leur nom contre toute tractation avec l'ennemi. Il est à remarquer que dans le·s circonstances actuelles cette protestation pourrait avoir au point de vue local des sérieuses conséquences.

Deuxième télégramme en date du cinq décembre: La situation s'aggrava:nt rapidement peut d'un moment à l'autre exiger des décisions :immediates en vue desquelles nous demandons à nos Gouvernements de nous adresser d'urgence leurs instructions. Quelle doit etre notre attitude dans :les hy>pothèses suivantes: l) Dans le cas où contrairement aux prévisions du général Tcherbatcheff les pourparlers d'armistice n'empecheraient pas les débandades des troupes russes qui aboutiraient à la conclusion de la paix séparée, devonsnous admettre que le Gouvernement roumain s'associe ou l'engager à quitter le pays ce qui impliquerait un GouV'ernement constitué par les ennemis et hostile à l'Entente?

2) Dans le cas où Tcherbatcheff serait remplacé par un comma:ndant maximaliste devrons nous éviter tous rapports avec ce dernier? Il y a lieu de remarquer que cet événement exposerait à un danger plus grave la famille royale et 1e Gouvernement. Leur départ s',imposerait alors et ne pourrait-etre organisé qu'avec le concours d'autorttés de fairt russes. A fin de donner à nos Gouvernements tous les éléments d'appréciation nous signalons que le commandement russe a reçu une communication d'après laquelle le Gouvernement de :l'Ukraine voudrait la paix à tout prix. D'autre part d'après des télégrammes de la presse le général Kaledine observe en peu de temps une attitude réservée ce qui est confirmé par :l'inertie des cosaques du front roumain. Eillfin d'après l'avis des chefs des missions milJi,taires anglaise et française ainsi que de l'Etat-Major roumain l'anarchie de la Russie méridionale et l'absence de toute organisation rendent ~actuellement impossible il'évacuation de l'armée roumaine en Bessarabie. L'attaché miliitaire américain ne partage pas cet avis. Il va de soi que si les événements permettaie:nt d'améliore·r la situation dans la Russie méridionale de façon à y rendre possible l'évacuation de l'armée roumaine nous agirons de tout notre pouvo:ir en ce sens •.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4453/1341. Pietrogrado, 6 dicembre 1917, ore 21,10 (per ore 23,25 dell' 8).

Organo del Soviet pubblica comunicato del consiglio dei commissari che riassumo qui presso: • Alla conferenza di Brest-Litov:sky hanno pamecipato rappresentanti Germania, Austria-Ungheria, Turchia, Bulgaria. Hindenburg e Conrad hanno commesso trattative al principe Leopoldo di Baviera che a sua volta si è fatto rappresentare dal suo capo di stato maggiore generaile Hoffmann. Alle dichiarazioni dei nostri delegati sugli scopi della pace delie~ti nemici risposero no:n essere autorizzati che a trattare condizioni milita11i dell'armistizio e che essi nulla avevano da aggiungere alle dichiarazioni di Czernin e Kiihlmann.

In seguito a tale risposta evasiva nostri delegati proposero che Germania e suoi aUeati invitassero gli altri belligeranti non rappresenta'ti alla con:Jierenza a partecipare alle trattative di un armistizio su tutti i fronti. Anche a questa proposta delegati del nemico risposero evasivamente dichiarando di non avere relativi poteri; dietro nostro invito ,essi accettarono bensì di soHecitare presso loro Gove1mi tali poteri ma sino a quattro antimeridiane del 5 corrente alla delegazione russa non pervenne alcuna risposta in proposito. Nostra delegazione presentò suo progetto di armistizio cui punti fondamentali sono interdizione al nemico di gettare truppe dal fronte orientale a quello occidentale ed evacuazione dell'Isola Mohon da esso occupata. Nemico presentò contro progetto d'armistizio sul fronte dal Mar Nero al Baltico.

Disse che le nostre proposte potevano farsi soltanto ad un paese vinto e le qualificò inaccettabili.

Alla nostra dichiarazione che nostro scopo è di stipulare armistizio su tutti i fronti per addivenire a pace generale democratica sulle basi formulate dai Soviet russi e delegati nemici risposero nuovamente non poter porre trattative su tale terreno essendo essi autorizzati soltanto a trattare armistizio colla delegazione russa non essendo presenti alle trattative delegati delle altre Potenze belligeranti.

Si procedette quindi all'esame del progetto del nemico. Primo punto messo in discussione fu durata dell'armistizio che nemico voleva di quattordici giorni a datare dal 21 dicembre, nuovo stile, ma che acconsentì a prolungare sino a 28 giorni con tadto prolungamento in caso di non avvenuta disdetta 7 ~orni prima della scadenza. Ogni azione militare dov11ebbe venire interrotta sino a stipulazione dell'armistizio.

Nostra delegazione ha avanza,to esigenza che prossimo incontro delegati abbia luogo su territorio russo ed ha chiesto sospensione trattative per una settimana.

Popoli alleati devono sapere che trattative sono cominciate e continueranno indipendentemente dall'atteggiamento dell'attuale diplomazia dei Gorverni.

Popoli alleati, loro Parlamenti e specialmente partiti socialisti dervono immediatamente decidere se attuale condotta della diplomazia degli alleati è conciliabile coi loro interessi •.

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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 3229/97. Berna, 6 dicembre 1917 (per. il 10).

Il conte Karoly è giunto a Berna il 22 novembre u.s. lo stesso giorno m cui la nota riunione per la così detta pace durevole, alla quale contrariamente a quanto era stato preannunziato, egli non prese parte, chiudeva i suoi lavori: e ripartì per Budapest il l" corrente per trovarsi colà in occasione della apertura delle Delegazioni. Partendo avr,ebbe fatto comprendere che ,intendeva tornare in Svizzera nel prossimo gennaio.

Condivido coi miei colleghi francese ed inglese l'opinione che alla missione, se così si vuol chiamarla, del conte Karoly in Svizoora si sia data rm'importanza alquanto eccessiva, visto soprattutto che, dopo lÌ recenti avvenimenti alle fronti italiana e russa, le idee e le tendenze che il Karoly pretende di rappresentare non sembrano poter attualmente avere ne:l suo paese H seguito e l'influenza che erano andate acquistando sino a qualche tempo fa. Certamente il Karoly prima di partire per la Svizzera e di ottenere i relativi passaporti ebbe colloqui coi dirigenti della politica del suo paese ed anche, come risulta, col Czernin; ma a quanto il Karoly stesso avrebbe dichiarato, le direttive da essi ricevute si sarebbero limitate ad un vago incarico di saggiare, con la più grande prudenza, le disposizioni concvete dell'Intesa; e soprattutto della Francia di fronte al problema della pace. Ciò non esclude che H conte Karoly, seguendo gli impulsi del suo spiri<to relativamente indipendente e spinto dall'ambizione di • Jouer un ro1e • importante nelle future trattative pacifiche·, abbia poi agito anche di testa sua prendendo contatti intorno ai quali egli non intendeva di rife11ire 1in alcun modo al proprio Governo. E forse per questo che egli fu strettamente sorvegliato anche da agenti delle legazioni tedesca ed austro-ungarica.

Il Karoly si diede molto d'attorno per vedere il maggior numero possibile di persone influenti e di autorevoli giornalisti svizze11i o dei paesi alleati ma non credo che egli sia riuscito ad abboccarsi con alcuna personalità politica alleata di qualche valore, se non forse col mezzo di messaggi verbali per interposte persone.

Ho motivo di credere che il Karoly abbia tenuto un linguaggio assai differente secondo le persone con cui egli veniva a contatto, e ciò spiegherebbe la grande diversità di supposizioni ed interpretazioni cui diede luogo la sua venuta e l'attivi'tà da lui svolta in Svizzera. Mi sono state per esempio riferite par.ecchie versioni delle condizioni di pace ritenute dal Karolly possibili o probabili. Una di tali versio·ni, per quanto in alcuni poco verosimile, è esposta nel foglio accluso da un informatore di fiducia di questo centro di raccolta della Marina. Credo inutile dilungarmi a riferire variazioni sullo stesso tema, che mi sembrano alquanto inconcludenti, •essendone anche troppo dubbia :l'autenticità. Come mezzo per propiziarsi gli animi dei suoi interlocutori intesofili, il Karoly non mancò di esprimere il suo vivo desiderio di vedere riannodate anche durante la guerra le antiche relazioni di simpatia tra gli ungheresi liberali e le Potenoo dell'Intesa, e dichiarò a sazietà che l'invadenza germanica era ormai divenuta intollerabile alla maggior parte dei magiari. Egli si espresse anche in termini di viva antipatia al riguardo così del conte 'I1isza come del Czernin.

Non mi pervenne dal Karoly alcun invito diretto od indiretto di incontrarmi con lui personalmente o per interposta persona; e, tenendo presenti le precedenti istruzioni di Vostra Eccellenza in occasione di ripetuti tentativi di approccio da parte di ungheresi, mi .astenni dal canto mio dal prendere qualsiasi iniziativa, pur essendo disposto ad accoglie11e proposte di abboccamenti che mi fossero state fatte per conto del Karoly o di persone da lui incaricate. Mi sarei peraltro naturalmente limitato ·ad ascoltare ed a prendere atto delle cose dettemi. So soltanto che il Karoly ·ebbe ripetutamente ad esprimere il desiderio di abboccarsi possibilmente anche con italiani.

Se da una parte sono propenso a non dare una eccessiva importanza a questa cosidetta missione del Karoly, credo, dall'altra, che non si debba disconoscere che le frequenti venute di notevoli personalità politiche degli Imperi Centrali in Svizzera non mancano di ottenere un cevto effetto, se anche nOIIl immediato, su circoli ed ambienti così svizzeri come dei paesi aUeati. Se è vero che questo Paese va divenendo ogni giorno più una specie di crogiuolo per il quale :tìiltra l'opinione pubblica dei vari stati belligeranti e neutrali sui pl'obLemi della guerl'a e della pace, questi continui focolari di incontri, di abboccamenti, di conversazioni più o meno autorizzate od autorevoli tenuti viV'i dai Gowmi degli stati nemici, hanno le loro ripercussioni graduate dalla sottile infiltrazione di scetticismo sugli scopi della guerra dell'Intesa sino al più grossolano inganno sugli scopi umanitari e democratizzanti del pacifismo nemico. Inoltre, questi agenti eseguiscono un prezioso lavoro di informazione avendo essi accesso in molti ambienti e potendo discutere con una certa libertà su argomenti di interesse internazionale con persone che, in buona fede, si prestano a fare il gioco degli agenti medesimi ripetendo ed esagerando le loro insidiose promesse.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 1896. Roma, 7 dicembre 1917, ore 20,30.

Suo telegramma n. 296 (1).

Da articoli di giornali francesi dopo il conViegno di S. Jean de Maurienne e dai documenti diplomatici pubblicati dal Governo massimalista di Pietrogrado risulta ormai di pubblica ragione che conforme gLi accordi intervenuti fra i Governi di Gran Bretagna, di Francia, di Russia e d'Italia un regime interna

zionale sal'ebbe da stabilire in Palestina. È pertanto fuori questione che neLl'assetto definitivo della Palestina dopo la guerra do·vranno essere riconosciuti all'Italia gli stessi diritti che all'Inghilterra o a qualsiasi altra Potenza. Durante le operazioni militari, com'è noto, le Porflenze interessate ne hanno lasciata la direttiva all'Inghilterra, con la partecipazione di contingenti italiani e francesi. Occorre però Viigilare affinché nel periodo di guerra non avvengano fatti compiuti di carattere politico che possano in seguito menomare la situazione di eguaglianza alla quale ha diritto l'Italia. A tale proposito la S. V. e il R. addetto militare dovranno diligentemente tenermi a corrente di quanto avviene evitando naturalmente di cveare incidenti o di intralciare le operazioni militari.

Per quanto riguarda la Siria, le intese fra gli alleati contemplano un regime del tutto separato.

(l) Cfr. n. 627, pag. 438.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. R.R. S.N. Roma, 7 dicembre 1917, ore 21,35.

Telegrafo Ambasciatore d'Italia a Parigi quanto· segue:

• S. E. Cadorna informa che Gabinetto inglese avrebbe di sua esclusiva iniziativa revocato invio Italia di una sesta divisione che erasi stabilito !inviare a ciò a causa dell'aumentata pressione nemica su Cambrai senza interpellare comitato supremo interalleato residente a Versailles. Tale decisione sorprende poiché contiene una effettiva esautorazione dell'istituto recentemente fondato mentre ne l'esta praticamente danneggiato il mostro interesse militare. È evidente che comitato interalleato non può prendere iniziative mentre esse potrebbero compe·tere al consiglio politico che secondo convegno Rapallo è costituito dai tre primi ministri. Prego V. E. di fare qualche passo esplorativo presso codesto presidente del consiglio dei ministri per sapere quale sia La sua impressione sull'argomento e se egli intenderebbe associarsi ad un passo amichevole da fal'e a Londra per rilevare l'incidente. Gradirò 11isposta cortesemente sollecita data urgenza ed importanza dell'argomento. Sembrami oppol1tuno informare V. E. di tale passo per quelle eventuali informazioni che V. E. potrebbe raccogliere costà con riserva di ulteriori comunicazioni 1in seguito alla risposta che attendo da Parigi •.

647

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4452/264. Washington, 7 dicembre 1917 (per. ore 18,45 dell' 8).

Congresso ha votato testè unanimità stato di guerra con Austria-Ungheria.

648

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 4532/101. Berna, 7 dicembre 1917 (per. il 12).

Risposta a telegramma riservato n. 1569 (1). Non avendo trovato oggi l'Ador, ho avuto col presidente della Confederazione una • franca conversazione • sul caso De Pianta, esponendo allo Schulthess

le considerazioni svolte da V. E. nel telegramma di ier l'altro. Il presidente ha convenuto meco che il De Pianta era in questi ultimi tempi assai nervoso ed eccitato, ma mi ha aggiunto che i suoi rapporti e telegrammi da Roma non tradivano tale stato di animo, almeno per ciò che riguardava la protezione degli svizzeri ed i suoi rapporti colle RR. autorità, di cui faceva anzi i più vivi elogi. Il De Pianta aveva inviato ieri un telegramma dove rendeva conto dei negoziati colLa Consulta per la ripresa del traffico; anzi, a tale proposito, lo Schulthess ha notato che il De Pianta doveva essere oggi più tranquillo perché non abbinava più la questione della valigia con quella degli scambi. Il ministro elvetico a Roma, e ciò mi confidava in via privata lo Schulthess, aveva inviato pure un telegramma dove faceva rilevare la critica posizione in cui si trovava causa lo scandalo Waldkirch-SchoeLler (di cui a mio telegramma Gab. n. 85) (1), dicendo tale posizione insostenibile, se non vi fosse una franca dichiarazione del Consiglio federale che lo innocentasse Coram populo.

Congedandomi dal presidente, l'ho pregato di far se,ntire alla prima occasione propizLa al rappresentante elvetico in Roma una parola di calma e di pace, consona alla politica seguita dalla Svizzera verso di noi.

• Lo farò-mi ha detto lo Schulthess -. Questa parola di calma e di pace sarà soprattutto una parola di amicizia •·

(l) Cfr. n. 630, pag. 439.

649

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5103/1382. Londra, 7 dicembre 1917.

Facendo seguito al mio telegramma a margine indicato 2), ho l'onore d'inviare all'E. V. la qui allegata copia della nota n. 223841/W/16, con la quale il Foreign Office mi comunica le vedute di questo Governo circa i vifornimenti richiesti da Idris.

ALLEGATO

FOREIGN OFFICE A IMPERIALI

N. 223841/W /16. Londra, 28 novembre 1917.

On the 21st instant the Italian Ambassador communicated a memorandum

reporting the views of his Government with regard to the despatch of va11ious war

materia! to Idris.

Sir R. Wingate is instructing the Gov.ernor of the Western District to endea

vour to arrange for an early meeting with Idris in orderr-to inform him that thf'

materia! which the Italian Government will supply is ready to start the moment

he will indicate the port where he will reoeive it. The Governor will also convey

\1) Cfr. n. 452, pag. 308.

to him a message of encouragement urging him to have confidence and to stand by his people. This procedure is being adopted in order to save time and on the presumption that the Benghazi Authonities are sending or have sent an official notification on the subject to Idris.

In the opinion of His Majesty's Government, the Italian Government should give Idris such assistance in arms and materia! as they consider suffident to enable him to hold his own aga:inst the forces of Sayed Ahmed and the Turkish faction.

With regard to the enquiry as to the amount of material that can be furnished from Egypt, a reply will be given as soon as possible. The substance of this memorandum has already been telegraphed to His Majesty's Ambassador at Rome for communication to the ltalian Government.

(2) T. 4327/769 del 30 novembre, non pubblicato: Il Foreign Office comunica le vedute del Governo inglese circa gli aiuti italiani a Idris.

650

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3210/411. Parigi, 8 dicembre 1917, ore 0,05.

Questo ministro degli Affari Esteri mi prega comunicare a V. E. seguente telegramma identico dei ministri Francia, Italia, Inghilterra, Stati Uniti in Jassy:

• S'inspirant au télégramme adressé en ce sens au ministre de France, nous avons déclaré au président du Conseil des ministres que l'Entente est opposée à tout armistice et que l'armée roumaine doit se replier à tout prix.

Sur la question de l'armistice, M. Bratianu nous a répété que par suite de la trahison de la Russie, l'armée subit un cas de force majeure.

Il a ajouté que selon la déclaration antél'lieure le Conseil, réuni ce matin sous la présidence du roi, a donné pour instruotion aux parlementaires roumains de se maintenir sur le terrain strictement militaire de l'armistice. En ce qui concerne· l'évacuation de l'armée roumaine en Russie, Bratianu nous a répété qu'elle est actuellement impossible, rien n'ayant pu, faute de crédit, étre préparé ..... (l) ni organisés des dépòts de vivres sur la ligne de la retraite. Le ministre de France ayant été chargé d'informer le roi de l'ouverture de crédit illimité pour le ravitaillement de l'armée roumaine nous avons insisté pour que tout soit tenté en vue de cette ..... (l) si les événements laissent un délai de temps suffisant pour y pourvoir. Afin de permettre l'utilisation immédiate de ces crédits, il est indispensable d'aviser dès leurs ouvertures, les banques d'Odessa et de Kiew. Enfin Bratianu nous a demandé d'examiner l'éventualité de départ de la famille royale et du Gouvernement en tl'aversant la Russie. Nous confirmons que ce départ ne peut s'effectuer qu'avec le concours des diverses autorités de fait de Russie. Les événements peuvent se précipiter, il importe d'inviter sans délai les représentants alliés en Russie à agir officieusement et discrètement auprès d'elles à cet ·effet •.

(l) Gruppi indecifrati.

651

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3212/415. Parigi, 8 dicembre 1917, ore 11,45 (per. ore 17).

Ho avuto ieri sera una lunga conV'ersazione con questo ambasciatore di Russia ed ho avvertito nel suo linguaggio un notevole mutamento. Mentre fino a poco fa egli si esprimeva sul conto massimalisti in modo ostile e sprezzante ieri mi disse che gli alleati non dovrebbero troppo osteggLare le loro trattative di armistizio e di pace ma anzi consentire che la Romania, la quale non ha del resto altra via aperta, vi partecipasse. Governo rumeno eserc.Uterebbe così una specie di sorveglianza sulle trattative. Lenin e Trotzki avendo posto il principio della pace democratica cioè senza annessioni né indennità né impedalismi sarebbero così posti nella alternativa o di farla .accettare dalla Germania rompendo in caso contrario ovvero di smascherarsi; in tutti 1i casi non si perderebbe nuLla.

Avendo tio osservato che Lenin troverebbe sempre lil modo di intendersi con la Germania di cui mi pareva essere più o meno l'agente, il mio collega lo negò affermando che Lenin potrà agire per fanatismo ma che è assolutamente incorruttibile. Non dubito che mio collega avrà tenuto stesso linguaggio con Pichon che lo ricevette subito dopo (1).

652

IL SOTTOSEGRETARIO PER LA PROPAGANDA, GALLENGA, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 2719. Roma, 8 dicembre 1917, ore 18,30 (per. ore 20,30).

Prego comunicare Comm. De Filippi : Sarei lieto aderire sua proposta recarsi America ma, d'accordo con generaLe Mola qui presente, riconoscendo assoluta necessità istituire L<mdra ufficio-permanent1e propaganda penso che nessuno meglio di Lei potrebbe dirigere ta1le delicato lavoro. Spero accetterà riserbandomi mandarLe presto ulteriori particolard. Gradirei assai che Ella prendesse .accordi tale senso col R. Ambasciatore il quale confido non ci negherà l'autorevole suo consiglio ed aiuto. PregoLa vivamente conferire mio nome con Sidney Brooks 80 Addison Road chiedendogli se reoasi Ame11ica e se tale caso parlerebbe della nostra guerra.

(l) Ritrasmesso a Londra con t. 1911 del 9 dicembre.

653

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1907. Roma, 8 dicembre 1917, ore 21.

(Meno Parigi) Mi riferisco ai telegrammi identici fa<Hi da Jassy pervenire per il tramite del ministro degli Affari Estevi in Francia. Ho telegrafato al

R. ambasciatore a Parigi quanto segue: (Per Parigi) Telegrammi di V. E. n. 408 (l) 1e 409 (2). (Per tutti) Autorizzando V. E. di concertarsi con codesto Governo su

risposta da darsi a quesi,ti rivolti ai Governi alleati da Bratianu e da rappresentanti nostri a Jassy, esprimo parere doversi tener speciale conto di situazione difficilissima della Romania, e non spingerla a partiti estremi che potrebbero mettere Moldavia in possesso dei nemici, e annichilire ogni appoggio futuro che Alleati potessero trovare nell'esercito romeno. Occorre lasciare larghe,zza di facoltà per decisioni urgenti ai rappreseiJJtanti degli alleati in Jassy, raccomandando loro di evitare con cura ogni maggiore sopraffazione dei massimalisti russi e owni rapporto con questi. Anche eventuale stipulazione armistizio tra nemico e russo-romeni potrebbe limitarsi a termine preciso, per aver tempo di rendersi meglio conto delle condizioni di resistenza e di appoggio in Ukrania tra cosacchi e in Transcaucasia (3).

654

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. R. 1583. Roma, 8 dicembre 1917, ore 21.

Olanda e Germania -Sono state riferite, da fonte attendibile, seguenti informazioni :

• Germania avrebbe concluso con l'Olanda accordo segreto condizioni seguenti: Germania consegnerà Olanda grandi quantità acciaio e ie consentirà il

suo aiuto finanziario.

Olanda dal canto suo, costruirà per la Germania akune navi mercantili.

Un comunicato falso sarà pubblicato dalla stampa per nascondere la verità

e coprire ufficialmente la neutralità dell'Olanda. La Germania, si ripromette di concludel'e accordi consimili con gli a1tl"i neutrali suoi vicini •. Pvego V. S. controllare esattezza notizia.

(l) -T. gab. 3194/408 del 5 dicembre, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 642. pag. 448.

(3) Ed. in SoNNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 346-347.

655

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3214/256. Washington, ... dicembre 1917 (per. ore 21,35 dell' 8).

Telegramma di V. E. Gab. n. 4845 (1). Tanto il passo dell'addetto mili1tare americano a Fietrogrado quanto il passo successivo del colonnello Judson sono stati sconfessati pubblicamente dal Dipartimento di Stato coll'osservazione che entrambi gli ufficiali hanno agito di propria iniziativa, nessuna istruzione essendo loro pervenuta da questo Governo. La versione del resto qui trasmessa dal Judson farebbe credere ch'egli si fosse limitato a parlare in nome proprio e nel senso di raccomandare a Trotsky di non dimenticare il patto che vincola la Russia agli alleati al quale scopo Folk m.i diceva comunque oggi di deplorare l'iniziativa del colonnello e in attesa di più esau11ienti notizie non escludeva la possibilità del suo richiamo. Dalla lunga conversazione odierna con Folk ho avuto la conferma che l'atteggiamento presente degli Stati Uniti rispetto alla Russia vuol essere quello di un'assoluta freddezza ed attesa. Folk mi manifestava come sua opinione personale che la Germania non possa concludere in definitiva nessuna pace in vista soprattutto della ripercussione sulle popoLazioni degli imperi centrali di un accordo cogli attuali rappresentanti russi. Egli è portato a credere che la Germania mira a guadagnar t,empo e non esclude che scoperto il giuoco i bolscevichi potendo dichiarare alle masse di aver tentato una pace popolare e di non averla conseguita, l'inducano a riprendere le armi. Si specula qui d'altronde molto sui bisogni essenziali specialmente monetari della Russia che la Germania non potrebbe soddisfare. A buon conto questo Governo ha troncato ogni sovvenzione finanziaria e ha sospeso ogni spedizione. Nell'incertezza, comunque, esso ritiene consigliabile di non impegnarsi per ora in nessun modo.

656

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. 4456/92. Lisbona, 8 dicembre 1917, ore 19,15 (per. ore 5 del 9)

Miei telegrammi 90 (2), 91 (3). Sera giorno 5 Consiglio dei ministri decise resistenza oltranza; dato ordine alla Marina eseguire forte sbarco, ma Marina rifiutato, allora continuato per altre 24 ore bombardamento da parte navi da guerra deUe posizioni occupate alla rotonda dai ribelli, cui forza essendo for

mata quasi totalità truppe Lisbona dintorni, ammonta circa 6.000 uomini con abbondante artiglieria.

Governo contava sulla Marina, guardia repubblicana e qualche elemento truppe terra. Quartiere guardia repubblicana situato presso R. legazione venne violentemente bombardato; si arrese pomeriggio ieri: tutto il 6 continuato violentissimo duello artiglieria; ieri Governo tentato ultimo sforzo marinai 'ed il resto truppe fedeli in due colonne, una delle quali comandata dal miuistro della guerra, tentato assaltare posizione ribelli, ma respinta due volte con gravissime perdite: intanto def,ezioni anche di marina:i aumentavano ed il campo rivoluzionario rinforzavasi nuove truppe giunte proviincia. Nella notte Governo tentò inutilmente trattative armistizio non accettate dai rivoluzionari ed alle tre di stamane rassegnò le dimissioni.

Giova notare che non sono in Lisbona il presidente del Consiglio ed il ministro degli Affa11i Esteri ancora non giunti da Parigi. Sorpresi in viaggio dal colpo di Stato, pare siano rimasti in Spagna per evitare arresto.

Squadra resistendo ancora, rivoluzionari inviato ultimatum arrendersi avanti le nove di stamane, altrimenti tutte le batterie da costa dominanti porto passate ai ribelli avrebbero conc,entrato su di ,essa fuoco. Squad11a arresasi all'alba innalzata bandiera rossa indicante adesione completa movimento; segnale issato da tutti i posti militari, così rivoluzione interamente Vlittoriosa.

Capo di essa è il maggiore di artigLieria Sidonio Paes ministro plenipotenziario Berlino dichiarazione guerra appartenente partito Brito Camacho capo opposizione al Governo Costa.

Intanto mancando Governo, popolo svaligia indisturbato qualsiasi spec,ie magazzini, porto; stamane distrutte redazioni giornali, club partiti politici cessato Governo e le abitazioni dei ministri.

Gruppi soldati. borghesi armati iniziata caccia ex ministri e dei loro partigiani.

(l) -Numero errato, forse si tratta del 1845. (2) -Cfr. n. 641, pag. 448. (3) -T. 4443/91 del 7 dicembre, non pubblicato.
657

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3216/549. Londra, 8 dicembre 1917, ore 21,47 (per. ore 7,10 del 9).

Mio telegramma n. 526 (1).

A una colazione offerta giorni fa nei locali delta Camera dei Comuni sotto la presidenza di Derby ad ufficiali della divisione serba proveniente dalla Russia, l'unico invitato estraneo fu il nostro capitano PaUavicino. L'addetto militare serbo nel corso della conversazione amichevole insisté pamico1armente con Pallavicini sul,Ia necessità di continui e di comuni accordi e d'intensificare

la propaganda dissolvente fra gli elementi jugoslavi dell'esercdto austro-ungarico ed al riguardo rilevò i vantaggi positivi che agli scopi predetti delLa propaganda trarrebbero l'Italia e la Serbia se, abbandonando gli • eccessi • d'ambo le parti riuscissero i due Governi a trovare un terreno favorevole per franche d.scuss.oni e successivamente per sincere e chiare intese. Il linguaggio del coll:=ga serbo lasciò in Pallavicina la fondata impressione del vivo desiderio da parte serba di raggiunger una siffatta intesa. La quale, per motivi ovvii già noti, non ho bisogno di additare a V. E. quanto apprezzata sarebbe qui e quale benefica influenza a nostro vantaggio potrebbe esercitare sulle disposizioni del presidente e dell'opinione pubblica americana, e per conseguenza quanto a mio subordinato parere riuscirebbe in complesso gio'vevole per i più vitali interessi nazionali in seguito a un cumulo di circostanze derivanti dalla non lieta situazione generale presente. Aggiungerò a ogni buon fine essermi stato da buona fonte riferito che il presidente Wilson mostrasi interamente favorevole alle aspirazioni degli jugoslavi (1).

(l) Cfr. n. 513, pag. 346.

658

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4467/1348. Pietrogrado, 8 dicembre 1917, ore 14,40 (per. ore 20,40 del 9).

7 dicembre. Giornali pubblicano che sarebbe ,imminente promulgazione decreto secondo cui:

l) sarebbero annullati prestiti conclusi dalla Russia all'estero, nonché

tutti i presti,ti conclusi estero con garanzia Governo per mezzo banche agrarie

e ferrovie;

2) cesserebbe il pagamento interessi e quote ammortamento prestiJti

suddetti;

3) sarebbero annullati titoli prestito Stato all'interno, ovvero conclusi all'interno con garanzia Stato che si trovassero all'estero alla data pubblicazione presente decreto.

Richieste particolari informazioni funzionario ministero de1le Finanze, egLi

opina che gravi difficoltà cui Russia ,esporrebbesi promulgando simile decreto

provocherebbe immediatamente ritiro medesimo.

Comunque, data azione Governo commissad, promulgazione decreto non

deve escludersi.

Noto redattore finanziario Berliner Tageblatt già fin dal 25 novembre

scorso consigliò russi sospendere pagamenti cuponi, ciò che sarebbe nuova

prova che massimalisti agiscono di concreto con Germania.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 347-348.

659

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3221/1486. Pietrogrado, 8 dicembre 1917, ore 14,27 (per. il 9).

7 dicembre.

Agenzia telegrafica di Pietrogrado annunzia che il 28 nocembre' scorso la Dieta finlandese si è dichtarata munita di poteri sovrani. L'ambasciatore d'Inghilterra mi disse che la delegazione :llinlandese si era recata da lui per chiedere che l'Inghilterra riconoscesse l'indipendenza della Finlandia. Buchanan rispose non potere il Governo inglese fare simile atto se l'indipendenza non fosse prima riconosciuta dalla Russia. Qualora la Russia consenta, l'Inghilterra aderirebbe a tale riconoscimento.

660

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. S.N. Roma, 9 dicembre 1917, ore 11.

Facendo seguito al mio telegramma precedente stimo opportuno comunicare seguente telegramma pervenutomi dal nostro ambasciatore a Parigi: • Ho veduto Clemenceau il quale mi ha detto dividere per:llettamente modo di vedere. EgLi ha fatto già stamane vive pratiche a Londra affinché si inviino in Italia le due divisioni inglesi che mancano al numero stabilito. Ora ritelegraferà insistendo per tale invio facendo amichevole rilievo cui accenna V. E. circa necessità non esautore comitato Versailles mediante iniziative del genere di quella presa dal Governo britannico. Ho detto a Clemenceau che V. E. farà a Londra comunicazione analoga ».

Prego V. E. voler fare in conformità passi opportuni.

661

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1912. Roma, 9 dicembre 1917, ore 21.

Barrère riferiva che la Finlandia si era dichiarata repubblica indipendente. L'agente francese consigliava agli alleati di riconoscere il nuovo Stato, prevenendo un'azione in tal senso della Germania. Pichon si mostrava piuttosto favorevole, pur riconoscendo che la cosa potesse venire male interpretata. Chiedeva il parere degli alleati.

Ho risposto che un riconoscimento formale avrebbe contrastato con le disposizioni manifestate dai Governi alleati nelle recenti riunioni di Parigi, non volendosi allora fare atti che potessero dall'elemento russo a noi amico venil'e interpretati come un abbandono completo dell'alleanza russa. La Germania avrebbe in caso di riconoscimento nostro deHa indipendenza della Finlandia lavora,to presso l'opinione russa per dimostrare che gli alleati tendevano a sbriciolare lo Stato russo. Il caso della Polonia era diverso perché la sua indipendenza era stata proclamata dagli stessi partiti russi.

Consigliavo di rispondere che gli alleati non avevano in massima nulla da opporre ad una indipendenza finlandese che risultasse voluta dallie popolazioni, ma che dovevano riservare ogni decisione ufficiale a quando si fosse meglio assestata la cosa pubblica in Russia (1).

662

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4471/94. Lisbona, 9 dicembre 1917, ore 12,10 (per. ore 2,30 del 10).

Costituita giunta rivoluzionaria formata Sidonio Paes (mio telegramma

n. -92) (2) Machado Santos capo rivolta militare 16 dicembre (mio telegramma n. -98 del 1916) e da Feliciano Costa capitano cavalleria. Sembra presidente non sia contatto colla Giunta rivoluzionaria. Ministri caduti col comandante della squadra si sono rifugiati a bordo

nave da guerra inglese. Corre voce Costa ex presidente del Consiglio arrestato Oporto. Lisbona sembra ritornare tranquillità quantunque ancora percorsa da ban

de armate. Non mi consta alcun italiano danneggiato persona proprietà.

663

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3236/487. Pietrogrado, 9 dicembre 1917, ore 22,45 (per. ore 24 dell' 11).

Mi sono riferite notizie intorno a pretese avanzate dalle Potenze centrali per la conclusione dell'armistizio. La durata dell'armistizio proposto dai tedeschi avrebbe dovuto essere solo di quattordici giorni allo scopo di poter iniziare presto il trattato di pace. L'armistizio relativo alle truppe romene dovrebbe concluderSti dopo intesa fra i Governi russo e romeno. Le truppe russe della Macedonia dovrebbero comprendersi nell'armistizio ed essere trasportate in

Russia per cura dei tedeschi. La Persia dovrebbe essere sgombrata daUe truppe russe e dalle truppe turche. La linea di demarcazione fra gLi es,erciti dovrebbe essere quella esistente. Gli atti di ostilità tanto per aria che per mare' dovvebbero essere sospesi. Le forze navali della Russia non avrebbero dovuto passare la linea Sulina Trebisonda. Le navi dell'Intesa trovantisi a nord di quella linea dovrebbero trattenersi. Le forze navali non passerebbero la linea delle foci del Dnester. Nel Baltico l'armistizio vige a partire dal 24° grado ~ongitudine est Greenwich. Le forze navali degli Imperi centrali non passer'ebbero linea Spituddè-Russaro né la linea delle acque territoriaLi finlandesi. Immediatamente dopo la conclusione dell'armistizio le parti contraenti dovrebbero iniziare il trattato di pace, dal canto loro tedeschi obbligati non rinforzare truppe sul fronte russo, non preparare offensive e non ~trasportare truppe nel territorio russo da esse occupato. Venne rifiutata la domanda di continuare a fraternizzare. Le condizioni suddette sebbene poco gravose non sono state accettate dai russi perché le delegazioni si proponevano lo scopo di tastare il terreno per venire a conoscere le condizioni di pace tedesche e non aV1evano istruzioni circa le domande militari. Mi è stato rifedto che il generale Hoffman avrebbe ammesso apertamente coi delegati russi avere la Germania magg,ior bisogno di pace che non la Russia.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 222-223. (2) -Cfr. n. 656, pag. 458.
664

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, BONIN

T. 1591. Roma, 10 dicembre 1917, ore 14,30.

In seguito a premure ministro di Cina furono nel 1915 portati a quasi compimento trattative per stipulazione convenzione arbitra,le Italiia-Cina. Trattative vennero da noi all'ultimo momento sospese in attesa avvenimenti politici. Ora che Cina ha dichiarato guerra Germania ed Austria-Ungheria e che anche reclami italiani preesistenti sono stati regola,ti, ministro di Cina ha rinnovato premure per stipulazione convenzione. Prego V. E. assicurarsi che tale nostro atto non creerebbe in questo momento imbarazzo alcuno a codesto Governo.

665

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1922. Roma, 10 dicembre 1917, ore 20.

Questo ambasciatore di Francia mi ha parlato dell'attuate situazione in Russia e dell'atteggiamento delle Potenze dell'Intesa di fronte al Governo dei massimalisti ed alle provincie meridionali.

Ho risposto a Barrère in conformità al contenuto del mio telegramma

n. 1909 (l) aggiungendo che le nostre relazioTIIi con i rappresentanti delle provincie meridionali non avrebbero dovuto avvenire per il tramite· delle ambasciate a Pietrogrado ma per altre vie, come per esempio via Teheran cui autorizzavo la R. ambasciata a Pietrogrado a dirigersi eventualmente in conformità a quanto avessero fatto le ambasciate alleate. Ho notato da recenti indizi che specie l'ambasciata britannica a Pietrogrado aveva tendenze ad entrare in relazione coi massimalisti ciò che mi sembrava non privo di 'inconvenienti.

666

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO ALL'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI

T. 1578. Roma, 10 dicembre 1917, ore 20.

Mi viene riferito che autorità diplomatiche, consolari e militari in Spagna studiano possibilità di imbarcare su sottomarini i sudditi tedeschi mobilitati residenti in Spagna.

Prego V. E. controllare e concordare con colleghi eventuale azione diretta sventare tale progetto tedesco.

667

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1909. Roma, 10 dicembre 1917, ore 21.

Delegazione russa giunta dal Caucaso a Teheran ha comunicato che provincie meridionali della Russia: Caucaso, Tersk, Kuban, Don, Ucraina e Costa Mar Nero hanno formato temporaneamente governi provv.isorii locali investendoli di ogni autor<ità finché sarà organizzato definitivamente Governo centrale russo. Si chiede se Governi alleati non riterrebbero possibile far sapere· a questi Governi locali che alleati non entreranno minimamente in rapporto coi bolc,eviki di P1ietrogrado e non pensano riconoscere questi ultimi come autorità legale. Osservo che allo stato delle cose e dopo disposizioni prese dai masimalisti contro alleati come pubblicazione documenti segreti, offerta armistizio, annullamento prestiti contratti all'estero ecc. sarei favorevoLe accedere desiderio dei delegati stati meridionali russi, ma usando prudenza per non provocare altri atti peggiori da parte dei massimalisti.

(l) Cfr. n. 667.

668

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1921. Roma, 10 dicembre 1917, ore 22.

Tra i documenti segreti pubblicati costà, ve n'è uno, secondo i giornali tedeschi, in data 21 febbraio 1917 -relativo ad un accordo fra Inghilterra, Francia e Russia per 1la spartizione delle zone d'influenza in Asia Minore. Prego telegrafarmi se la suddetta data corrisponde alla pubblicazione russa.

669

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4488/97. Lisbona, 10 dicembre 1917, ore 14,05 (per. ore 0,15 dell '11).

Ambasciatore Brasile, decano del corpo diplomatico, ha ricevuto questa notte comunicazione di Sidonio Paes, presidente giunta rivoluzionaria, dl quale dichiara che assumendo potere pubblico intende stringere relazioni tra la nuova Repubblica portoghese e le nazioni amiche alleate, 1'11spettallldo tutti gli accordi del Governo precedente, pregando comunicare quanto precede corpo diplomatico.

Stamane capi missione ci siamo riuniti ambasciata Brasile dopo lunga discussione abbiamo risoluto aspettare fino domani mattina per autorizzare decano corpo diplomatico segnar ricevuta comunicazione 1e riferire che aspettiamo istruzioni rispettivi Governi.

Ministro d'Inghilterra l'icevette analoga comunic1azione circa ,assunzione potere pubblico con affermazione nuovo Governo si mantiene fedele all'alleanza. Sono in continui rapporti con i ministri d'lnghilterra Francia e tutte le nostre deliberazioni sono preventivamente accordate.

670

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3240/488. Pietrogrado, 10 dicembre 1917, ore 18 (per. ore 10,40 del12).

Mi risulta che addetto militare russo a Madrid ha comunicato allo Stato Maggiore russo che qualche giorno fa sotto pressione personaggio in vista e di ufficiali vario grado comprati dai tedeschi Governo spagnuolo avrebbe preso una dec1isione che ammette entrata eventuale in campagna della Sp·agna contro gli alleati. Sarebbero state iniziate d'urgenza preparazioni piano mobi

litazione in relazione decisioni suaccennate. Conformemente a ta1e piano Spagna prenderebbe offensiva al sud Francia contemporaneamente ad una offensiva della Germania in Italia allo scopo di riunire fronti. Riferisco quanto precede per notizia (1).

671

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. u. 1599. Roma, 11 dicembre 1917, ore 11,45.

Suoi telegrammi 785 (2), 792 (3). Consentendo interpretazione e riserve circa articolo quinto autorizzo procedere firma accordo.

672

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3234/260. Washington, ... dicembre 1917 (per. ore 19,15 dell' 11).

Telegramma V. E. n. 1870 (4).

Il Dipartimento di Stato mentre mi assicura aver fatto pervenire una risposta al governo montenegrino per mezzo dell'ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi, si schernisce dal manifestarne il tenore. Da questa reticenza desumo risposta non favorevole.

673

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1928. Roma, 11 dicembre 1917, ore 21.

(Meno Jassy). Ho telegrafato al R. ministro a Jassy quanto segue: (Per tutti). Circa recenti telegrammi relativi alla situazione attuale in Romania ripeto mio parere essere:

l) di non spingere affatto dinastia o Governo romeno a lasciare la Moldavia;

2) di tener conto di situazione speciale Romania nell'ammettere che consenta ad armistizio se contegno esercito russo ve la costringe;

3) di preferire armistizio con 'termine determinato, che conceda tempo di orientarsi sulla solidità del movimento antimassima:Lista della Russia meridionale;

4) di sconsigliare per ora ogni trattativa di pace definitiva; 5) di assicurare Romania che alleati .intendono mantenere tutti i loro impegni di fronte a dinastia e Romania; 6) di consigHare Governo romeno di entrare in rappovti con Governi provvisori della Russia meridionale; 7) di lasciare libertà discrezionale di decisione ai Rappresentanti alleati a Jassy nei casi di urgenza, entro la linea delle suddette dire<ttive generaLi. Ho fatto analoga comunicazione a Parigi, Londra, Pietrogrado, Jassy (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1948 del 12 dicembre. (2) -T. 4458/785 dell'8 dicembre, non pubblicato: modifiche ad alcuni articoli dell'accordo militare italo-britannico relativo ai renitenti e disertori. (3) -T. 4478!792 del 10 dicembre, non pubblicato: fissazione data della firma dell'accordo italo-britannico. Alcune interpretazioni e riserve britanniche sull'articolo quinto dell'accordo. (4) -Non pubblicato: richiesta di gradimento di Planematz quale rappresentante del ~ontenegro a VVashlngton.
674

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. PER CORRIERE 1924. Roma, 11 dicembre 1917.

È stata richiamata la mia attenzione sul fatto che le agenzie ed i giornaLi spagnuo1i, specialmente .in questi ultimi tempi, ricevono numerosi telegrammi da Parigi viguardanti l'andamento e le previsioni sulle operazioni alla fron<te italiana: alcuni di tali telegrammi riproducono notizie assolutamente errate sugli avvenimenti italiani: si dice, ad esempio, che a Mantova non si stampano più giornali perché essendo vicino il nemico le redazioni sono fuggite; che generali italiani avrebbero affermato che i1l nostro esercito deve ritirarsi immediatamente sul Mincio, ecc.

Tali notizie diffuse in Spagna da una fonte non sospetta come Parigi producono grave impressione e sono assai dannose per il nostro Paese. Prego pertanto l'E. V. di voler segnalare l'inconveniente a codesto Governo perché sia con opportuni provvedimenti rapidamente ·eliminato.

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L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4500/309. Cairo, 11 dicembre 1917, ore 13,40 (per. ore 0,35 del 12).

A queste autorità giunta notizia proclamazione indipendenza da parte Caucaso ove è stato costituito un parlamento di quaranta socialistL Prego comunicare ministero della Guerra.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, Cit., pp. 350-351.

676

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3237/550. Londra, 11 dicembre 1917, ore 22 (per. ore 5,25 del 12).

Telegrammi di V.E. nn. 1908 e 1919 (1).

Balfour mi ha de·tto testè avere questo Governo deciso di riconoscere l'indipendenza finlandese solo quando essa sarà stata Jegalmente sanzionata dall'assemblea costituente russa. Balfour osservava che la decisione britannica gli pareva tenesse conto delle osservaz·ioni di V.E. in quanto subordinava il riconoscimento all'assenso della Russia. Ha poi aggiunto che Pichon avrebbe desiderato il riconoscimento avesse avuto luogo senza alcun ritardo.

677

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4506/797. Londra, 11 dicembre 191 7, ore 11,20. (per. ore 5,45 del 12).

Telegramma di V. E. 1599 (2). Accordo per renitenti e disertori firmato oggi.

678

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4507/836. Berna, 11 dicembre 1917, ore 21 (per. ore 7,13 del 12).

Regime delle aperture e delle chiusure della frontiera italo-svizzera continua a dar luogo alla più grande incertezza e questa è fonte seri inconvenienti.

Apertura iniZJiata sera 6 corrente che era stata preannunziata giorno stesso a questa legazione per la durata di 24 ore venne invece protratta fino a ieri e in questo momento ignoro se frontiera sia ancora aperta.

Avvi•ene così che questa legazione ed uffici consolari Svizzera non possono seguire alcuna norma sicura per vistare passaporti e 1inv:io Regno di militari che devono presentarsi alle armi o di qualsiasi altra persona che a no1i interessa far rientrare nel Regno.

Prego V.E. voler quindi disporre d'urgenza perché R. legazione sia tenuta sistematicamente al corrente volta per volta delle aperture frontiera e della loro durata.

(l) -Non pubblicati. (2) -Cfr. n. 671, pag. 466.
679

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3242/552. Londra, 11 dicembre 1917, ore 20 (per. ore 10,30 del 12).

Telegrammi di V.E. n. 1909 (l) 1920 (2) e 1922 (3).

Hardinge osservava ieri che, a quanto gli risulta, le provincie meridionali russe 1indicate nel telegramma di V.E. non rappresentano un solo stato ma vari stati tutti più o meno aspiranti ad una indipendenza propria. Ciò stante apparirebbe malagevol·e e poco prudente entrare con essi in relazione e dare gli affidamenti richiesti. Notizie qui giunte non darebbero motivo di l'liportare fiducia nel risultato dell'azione del generale Kaledin che dispone di forze non ingenti e non sembrerebbe propenso siccome si è affermato a marciare contro Pi,etrogrado.

Sul medesimo argomento Balfour mi diceva oggi che la situazione generale russa è oscura e confusa al punto da non permettergli di formarsi una opinione. Egli divide pienamente l'opinione del Gov.erno francese circa la convenienza di evitare la rottura coi massimalisti anche e soprattutto in vista della necessità di assicurare la incolumità delle numerose coloni·e linglesi in Russia. Ha dato all'ambasciata inglese tassative istruzioni di astenersi da qualsiasi relazione con Kaledin od altri elementi del sud. In generale il Governo britannico non vuole menomamente avere l'aria di ingerirsi nelle questioni interne russe, ogni sua azione ha mirato e mira precipuamente a salvare, se possibi~e. l'esercito romeno e cercar di spingere Russia a non concludere pace separata. Siffatto contegno è legittimo e perfettamente difensibile.

Il linguaggio di Balfour parmi dimostri chiaramente il suo studio di trovarsi sempre in grado di dare soddisfacenti risposte alle interrogazioni che piovono quotidianamente da parte dei soliti estremi radicali pacifisti.

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L'AMBASCIATORE A W ASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3241/267. Washington, 11 dicembre 1917 (per. ore 10,35 del 12).

L'unanimità deUa votazione dello stato di guerra con Austria-Ungheria e l'ormai accertato favore incontrato unanimamente della stampa sono p:iù significativi di qualsiasi commento. Il Congresso avrebbe votato con uguale convinzione la guerra contro la Turchia e la Bulgaria se non trattenutone da Wilson

18 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

presso cui ,le notizie interne di entramb'l i paesi non fanno abbandonare tuttora la speranza di vederli distaccati dalla Germania. Ne desumo la conferma dane paro,le di Lansing il quale rilevando l'opportunità di combattere la Germania anche con l'arma diplomatica mi accentuava l'importanza del parUto turco ostile agli Imped Centrali e si manifesta sempre meno convinto di un fedele perdurante attaccamento agli Imperi medesimi da parte della Bulgaria. Il persistente concetto wilsoniano traspare d'altronde dallo stesso suo messaggio e spiega talune sue nebulose lusinghe al popolo austriaco pur dichiarando guerra al suo alleato. Alla mancata odierna dichiarazione di guerra ai due Paesi hanno contribuito considerazioni speculative. Lansing mi citava tutti i molteplici int~ressi americani in Turchia. Durante il colloquio desiderando vagliare n significato di quella dichiarazione di Wilson che potrebbe interpretarsi in contrasto colle nostre rivendicazioni adriatiche ho ribadito e illustrato a Lansing che quest'ultime trovano loro legittimo fondamento sull'assoluta necessità deUa nostra sicurezza nazionale. Anche a questo proposito persisto nel ritenere che Wilson si mantenga di proposito nel vago e che a maturare le sue convinzioni e a determinare il suo futuro atteggiamento gioveranno oltremodo gli eventi. Non intendo dire con ciò che dovremo riposare in attesa dei fatti. E' noto che indipendentemente daU'Aust11ia anzi contro l'Austria Wilson simpatizza in cuore suo colle aspirazioni jugoslave. p,ermane quindi la necessità di un lavoro costante di penetrazione e di convincimento. Ma su questo terreno è certo, a mio avviso, che un componimento dell'odierno dissidio se conseguibile ci gioverebbe presso gli Stati Uniti più di ogni altra cosa. Alle nostre ragioni deriverebbe immensa forza dal riconoscimento che venisse loro da parte di chi le combatte tuttora strenuamente. E Italia e Serbia unite nel sostegno dei rispettivi interessi conciliati costituendo il più saldo baluardo contro l'Austria dirimerebbero presso Wilson ogni ulteriore motivo di peTplessità. Quanto al possibi,le invio di reparti americani combattenti in Italia Lansing vi conviene oramai apertamente. Che ciò debba prodursi in un avvenire prossimo esi,to però tuttora ad ammettere. Se l'effetto morale di un contingente anche lieve è riconosciuto e per ciò accarezzato dal Dipartimento di Stato, è tenuto in minore conto presso queste sfere militari gelose solo del concentramento e del successo delle truppe americane in Francia. Mi adopero ad ogni modo nel possibile.

(l) -Cfr. n. 667, pag. 464. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 665, pag. 463.
681

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3259/601. Jassy, 11 dicembre 1917, ore 21,30 (per. ore 11,05 del 13).

Mio telegramma Gabinetto n. 555 (1).

Pitstorn telegrafa da Novo Cerkatzk che non si può contare su Kaledin e sui Cosacchi perché: l) dispone solo di tre divisioni di cosacchi del Don

e di qualche ·reggimento di turcomanni; la propaganda massimalista prende piede tra gli stessi cosacchi; 2) i cosacchi vogliono combattere specialmente fuori dei loro territori. Tuttavia il Governo britannico persiste nel proposito di agire sui cosacchi, sulla Ucraina e sul Caucaso. Il ministro d'Inghilterra a Teheran ha proposto la formazione e l'inV1io sui luoghi di una missione britannica divisa in due sezioni una politico-militare ed una finanziaria sotto la direzione del generale Shore dell'esercito di Mesopotamia allo scopo di cercare di organizzare quelle tre regioni ed utilizzarle in favore dell'Intesa.

Per quello che riguarda in particolare l'Ucraina il generale Berthelot è avvertito teLegraficamente che essa ha proclamato la propria indipendenza: ciò è considerato come un errore che aggraverà la situazione del generale Tscherbatcheff la cui posizione è resa ancor più difficile pel fatto che aV1endo ormai anche il comandante interinale della fronte sud-ovest aderito al Governo bolscevista, egli dmane il solo tra i comandanti di gruppo d'armata che non lo abbai fatto. Comunicazioni qui giunte al generale Tscherbatcheff dalla Staffka lascerebbero credere che vi è colà ancora una cel'ta tendenza a non sottomettersi completamente ai massimalisti. D'altra parte il generale si è posto in comunicazione anche col comandante della fronte del Caucaso il quale l'ha informato che il generale turco ha chiesto l'armistizlio e che i parlamentari russi sono stati designati per entrare in trattative con lui. Il comandante ha convenuto col generale Tscherbatcheff di mantenersi in contatto con lui.

(l) T. gab. 3134/555 del 27 novembre, non pubblicato: m1sswne del Dr. Fitzwilliam della Croce Rossa britannica a Novo Cerkatzk per accordarsi con Kaledin.

682

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3274/490. Pietrogrado, 11 dicembre 1917, ore 21 (per. ore 12,30 del 14).

12 dicembre [sic].

Oggi il signor Sciulghin segretario di Stato per gli affari esteri dell'Ucraina, ha fatto pervenire alle ambasciate e legazioni allea.te pel tramite dell'ambasciata di Francia la nota che qui appresso riassumo:

• In assenza in Russia di un potere centrale generalmente riconosoiuto da tutti i popoli della federazione russa .il segretariato di Stato dell'Ucraina si è costJi,tuito in GovePno completo e indipendente e la Rada ha proclamato in Ucraina la repubblica democratica che resterà in stretta relazione con la Russia considerandola sempre come alleata di tutte le Potenze che lottano colla Russia contro gli Imperi Centrali. Data la situazione attuale l'attentato di Krilenko contro Staffka e l'inizio deLl'armistizio da parte del generale Tcherbatcheff comandante delle truppe russe in Romania il segretariato di Stato senza avere avuto il tempo di accordarsi con gli alleati, si è V1isto obbligato ad iniziare trattative di armistizio inviando i suoi delegati al fronte sud-ovest. Il Governo ucraino riceverà con piacere tutte le suggestioni e consigli che i nostri alleati ci daranno per l'interesse comune », Sciulghin prega portare a conoscenza dei Governi alleati quanto precede 1insieme al testo delle istruzioni date ai delegati per l'armistizio, testo che non è ancora pervenuto. Di comune accordo i rappresentanti hanno deciso di dare mandato all'agente militare a Kieff di accusare ricevuta della nota in questione assicurandolo che era stata trasmessa ai rispettivi Governi. Data l'ultima frase della nota e le buone disposizioni che dimostra il Governo dell'Ucraina, gli ambasciatori di Francia e di Inghilterra ritengono opportuno ed utile entrare in relazione con esso.

683

IL MINISTRO DEL PORTOGALLO A ROMA, LEAO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

NOTA VERBALE. Roma, 11 dicembre 1917.

J'ai l'honneur de porter à la haute connaissance de V.E. qu'il s'est produit un mouvement révolutionnaire en Portugal et que je viens de r1ecevoir un télégramme de M. S'idonio Paes, Commandant en Chef des forces révoilutionnaires lequel, déclarant que le mouvement est triomphant, me prie de communiquer au Gouvernement ltalien:

• Que l'on assurera l'ordre, en harmonie avec les principes de la Répub1ique; que l'on maintiendra, fidèlement, tous les engangements pris au nom de la Nation, ainsi que l'alliance séculaire avec l'Angleterre, réputée comme base de la vie du Pays dans le concert des Nations, et que le mouvement concerne seulement la vie interne du Portugal •.

684

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. s. N. Roma, 12 dicembre 1917, ore 17.

La ringrazio vivamente dei suoi telegrammi e dell'opera utile ed illuminante prestata. Prendo attenta nota delle generali osservazioni che V. E. fa rispetto all'intervento diplomatico francese.

Mentre attendo ulteriove esito dell'azione dell'E.V. nella quale confido ritengo che debbasi far valere la dimostrazione purtroppo tangibile data dai fatti, circa la intenzione del nemico di condurre a fondo l'offensiva contro di noi.

In questo senso coincidono anche 'tutt<e le informazioni. Ma ripeto che ancora più di esse vale il fatto deHa continuazione dell'offensiva con forze sempre maggiori e sempre nuove. Anche senza essere un militare si comprende che il nemico non sacrificherebbe le sue truppe per l'acquisto di qualche ... (l) di kilometri quadrati di montagna. Esso intende evidentemente sboccare in

pianura e mira a fiaccare definitivamente la nostra resistenza. Sembrami quindi che a parte il sentimento della solidarietà un grande interesse comune dovrebbe determinare gli alleati a portare in Italia il loro maggiore sforzo, visto che la campagna invernale si combatterà in Italia e che gli effetti di una disfatta sarebbero irreparabili nell'interesse stesso dell'intesa.

(l) Gruppo indecifrato.

685

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. GAB. 1940. Roma, 12 dicembre 1917, ore 19.

Prego V. E. comunicare contenuto mio telegramma 1939 (l) al generale Cadorna richiamando sua attenzione su necessità assoluta che consimili documenti non vengano comunicati che in sunto o in forma completamente diversa al consiglio superiore interaHeato e ciò per salvaguardare segreto nostra cifra.

686

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4520/99. Lisbona, 12 dicembre 1917 (2).

Stamane decreto giunta rivoluzionaria revoca mandato Presidente della Repubblica che continua prigionia. Arrestati Ministro degli affari esteri, Presidente della Camera, Presidente del Senato.

Decano del corpo diplomatico accusata ricevuta comunicazione giunta rivoluzionaria secondo formula di cui al mio tel. 97 (3).

687

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3255/799. Londra, 12 dicembre 1917, ore 9,48 (per. ore 3,20 del 13).

Nell'annunziare ieri avant'i alla Camera la caduta di Gerusalemme, Bonar Law disse che il generale Allenby sarebbe entrato, oggi, in città accompagnato dai capi dei contingenti italiano e francese e dal capo della missione politica

francese. Recatomi ieri a prima ora da Graham gli ho chiesto spiegazione su questa parte deLla dichiarazione ufficiale manifestando una sorpresa per la contraddizione esistente fra la medesima ·e quanto egli stesso mi aveva detto (mio telegramma n. 754) (1), Graham ha risposto che la redazione della comunicazione di Bonar Law non preparata al Foreign Office non era felice in quanto che si prestava a produrre inesatta impressione. Picot che, siccome è noto, partecipò insieme con Sykes ai nego2'!iati che condussero ai noti accordi anglo-francesi insieme con Clayton del quartiere generale tnglese, vd è addetto con l'incarico di partecipare ai negoziati per la frontiera della nota zona francese. Negli affari di Palestina Picot quindi nulla ha da vedere. Governo francese voleva farsi rappresentare dal ministro al Cairo ma ebbe l"lisposta negativa. Replicai che tutto ciò stava bene, ma che questa spiegazione non avrebbe dissipato l'impressione prodotta dalla dichiarazione di Bonar Law tanto più poi in vista del fatto che alla nostra giustificata domanda per l'invrio di Senni, domanda sulla quale insisteva, non erasi data alcuna risposta. Graham rispose che Allenby si oppone recisamente alla presenza di funzionari civili mentre durano le operazioni militari, ed aggiunse che se si acconsentisse alla nostra domanda le altre Potenze chiederebbero immediatamente di inviare propri funzionari. Della questione credetti opportuno intrattenere Balfour il quale dichiaratosene affatto ignaro si riservò di investigare. Ho motivo di ritenere siasi in proposito telegrafato a Rodd.

(l) -Si tratta della ritrasmissione a Parigi e Londra del t. gab. 3231/2470 di Ferrero del 10 dicembre relativo a voci circa l'invio di truppe greche a rinforzare il fronte italiano a Premeti. (2) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. 1608 del 13 dicembre, con l'aggiunta: • Poiché i vari capi missione avevano stabilito di segnare ricevuta della detta nota dichiarando di aspettare istruzioni in proposito dai rispettivi Governi, prego V. E. farmi conoscere quale atteggiamento crede di adottare codesto Governo nella questione». (l) -Cfr. n. 669, pag. 465.
688

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3248/424. Parigi, 12 dicembre 1917, ore 21,50 (per. ore 4,30 del 13).

Telegramma di V. E. n. 1926 (1).

Pichon mi disse che ha inviato al ministro d'i Francia a Jassy istruzioni identiche a quelle di V. E. a Fasciotti ad eccezione di quelle concernenti il termine dell'armistizio perché ha ricevuto oggi notizia che l'armistizio è già concluso. Tale armistizio cui partecipano truppe rumene concerne il fronte tra il Dniestr e le foci del Danubio e cesserà di avere vigore tosto che i Comandi Supremi degli eserciti centrali da un lato e russi e romeni dall'altro avranno concluso l'armistizio comprendente tutto il fronte dal Baltico al Mar Nero. L'armistizio all'articolo 9 interdice l'indebolimento del fronte cui si l'iferisce allo scopo di rinforzare gli altri fronti. Pichon non mi sembrò molto fidente sull'efficacia pratica di quest'ultima clausola. Egli è poi assai pessimista nelle sue previsioni circa la Romania; mi disse se il Governo tedesco crederà di potere trattare con un nuovo Governo costituito dagli elementi romeni germanofiLi distruggerà senza riguardo alcuno il regime attuale per sostituire a re Ferdinando un sovrano tedesco.

(l) Non pubblicato.

689

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3278/491. Pietrogrado, 12 dicembre 1917, ore 21,30 (per. il 14).

Si sono costituiti nel sud della Russia tre Governi distinti: in Ucraina e nelle regioni del Don e nel Caucaso. Ho discusso con questi ambasciatori d'Inghilterra e di Francia attitudine da tenere di fronte suddetti Gove-rni.

Siamo rimasti d'accordo che ambasciate alleate non avrebbero avuto per ora alcuna relazione col Governo del Caucaso dimostratosi spiccatamente massimalista e di nessun valore politico militare. Abbiamo invece riconosciuto l'opportunità entrata in relazione col Governo Ucraina (mio tel. odierno n. 490) (1). Quanto al Don che ha carattere antimassimalista non abbiamo riconosciuto possibHe entrare in rapporti con esso e ci è sembrato opportuno che eventuali relazioni possono essere intrattenute dalle missioni militari o dalle legazioni in Romania (2).

690

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3279/606. Jassy, 12 dicembre 1917, ore 21,30 (per. ore 19,20 del 15).

Mio T. gab. 600 (3). Ministro di Russia mi è venuto a dire di essere stato informato da Bratiano della sua destituzione. Egli si propone di lasciare dl più presto possibile legazione rimettendo le chiavi ad un cancelLiere onorario. E' probabi,le quindi che avremo qui un rappresentante diplomatico russo massimalista. Potrà la Corona fare a meno entrare in rapporti almeno ufficiosi con lui? E potranno astenersene forse gli stessi ministri dell'Intesa specialmente se si dovesse provvedere alla sicurezza e più ancora alla partenza del corpo diplomatico, del re Ferdinando e della famiglia reale e del Governo romeno? In relazione infatti al tel. di V. E. gab. 1907 (4) ritengo che se il Governo massimalista non sarà abbattuto e finirà coll'intendersi cogli Stati centrali o sempl,icemente se carest,ia o guerra civile indurranno le truppe russe ad abbandonare fronte, il re, la famiglia reale e il Governo romeno saranno posti nell'alternativa, se non vorranno cadere prigionieri del nemico, o di entrare in trattative con esso

-o di andarsene. E se Intesa vuole che essi prescelgano questa seconda al.ternativa bisognerà che provveda 'essa ad assicurarne l'esodo, né si vede come in tal caso sarebbe possibi,le farlo senza entrare in negoziati sia pure ufficiosi coi massimalisti al potere e ciò non solo qui ma anche a Pietrogrado (5).
(l) -Cfr. n. 682, pag. 471. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1953 del 15 dicembre. (3) -T. 3282/Gab. 600 dell'H dicembre, non pubblicato. (4) -Cfr. n. 653, pag. 457. (5) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1955 del 16 dicembre.
691

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, CARLOTTI, A PARIGI, BONIN, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 1937. Roma, 13 dicembre 1917, ore 20.

(Meno Berna) Ho telegrafato al R. ministro a Berna quanto segue:

(Per tutti) Mi viene riferito che costà si starebbero facendo pressioni perché Governo elvetico riconoscesse Governo massimalista russo. Prego appurare se notiZJia sia esatta adoperandosi eventualmente perché tale riconoscimento non avvenga.

(Meno Berna e Madrid) Ho comunicato tale telegramma al R. ambasciatore a Madrid soggiungendo quanto segue:

(Meno Berna) Prego riferirmi se analoga agitazione esista in Spagna adoperandosi ad impedire riconoscimento del Governo massimalista da parte del Governo spagnuolo.

(Solo Parigi e Londra) Prego V.E. comunicare quanto precede a codesto Governo interessandolo a dare analoghe istruzioni ai suoi rappresentanti a Berna e Madrid.

692

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1613. Roma, 13 dicembre 1917, ore 21.

Tuttora in attesa di un riscontro al mio telegramma n. 1533 (l) concernente accordo servizio militare con codesto Governo, informo V. E. che analogo accordo tra Governi italiano e britannico è stato firmato Londra 11 corrente.

693

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI

T. GAB. 1945. Roma, 13 dicembre 1917, ore 21.

Prego assumere informazioni e riferirmi se codesto ambasciatore di Russia abbia aderito oppur no a Governo massimalista. In caso affermativo Ella vorrà astenersi dall'avere rapporti con lui.

(l) Cfr. n. 579, pag. 387.

694

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI E AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. 1610. Roma, 13 dicembre 1917.

(Per Stoccolma) Telegrafo ambasciatore Londra quanto segue:

(Per Londra) Urgente -Suoi telegrammi 749 (l) e 800 (2).

(Per tutti) Condividendo punto di vista V.E. otrca 1llJOstra linea di condotta in trattative con Svezia accettiamo come base accordo generale le proposte del Governo br~tannico e per quanto riguarda nostri speciali interessi mi richiamo mio telegramma 1471 (3) e schema accordo zolfo ceillulosa da noi concordato nel 1915 con le modificazioni che si ritenessero necessarie relativamente rum riesportazione cellulosa in Germania (vedi rapporto Tommasini n. 218 annesso mio dispaccio 28 novembre 1916 n. 949) ed avV~ertendo che zolfo americano dovrà avere stesso trattamento che H nostro.

Codesta ambasciata è incaricata rappresentarci trattative a mezzo funzionario che crederà più adatto.

(Per Stoccolma) Succitato telegramma 1471 comprendeva suo telegramma gab. n. 160 ed alcune osservazioni circa nostri interessi riassunte per V.S. col mio telegramma 1486 (4).

695

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3262/425. Parigi, 13 dicembre 1917, ore 20

(per. ore 0,50 del 14).

Telegrammi di V. E. nn. 1912 (5) e 1946 (6).

Ho chiesto stamane a Pichon quali ,istruzioni aveva da,te aH'ambascilllta di Francia a Pietrogrado circa il riconoscimento dell'indipendenza della Finlandia. Egli mi ha risposto che erano ispirate agli stessi concetti espressi da V.E. a Barrère.

(l) -T. 4280/749 del 27 novembre, non pubblicato: trattative con rappresentanti svedesi per accordo circa blocco. (2) -T. 4525/800 del 12 dicembre, non pubblicato: è giunta a Londra la commissione svedese per iniziare le trattative relative al nuovo accordo commerciale. (3) -Cfr. n. 486, pag. 331. (4) -T. 1486 del 21 novembre per Stoccolma, non pubblicato: istruzioni all'ambasciatore a Londra perché cerchi di intendersi col Governo inglese per concludere un unico accordo con la Svezia. (5) -Cfr. n. 661, pag. 461. (6) -Non pubblicato.
696

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 3263/555. Londra, 13 dicembre 1917, ore 21,50 (per. ore 8 del 14).

Lloyd George che vidi avant'ieri mi diceva a proposito della subitanea sospensione dell'invio di due divisioni al nostro fronte (argomento circa lil quale ho riferito direttamente al presidente del Consiglio in esecuzione suoi ordini) che generale inglese si era allarmato dopo insuccesso di Cambrai, dovuto unicamente al loro • mismanagement •.

Ciò gli era stato esaurientemente confermato da Northcliffe che aveva ricevuto prima di me. Aggiungeva testualmente Lloyd George: • Sapete bene come sono questi generali, un giorno mi assicurano che arriveranno Dio sa dove e l'indomani vedono il n<>mico a Calais •.

Suppongo che conseguenza della conversazione tra Lloyd George e Northcliffe sia stato l'articolo di critica comparso ieri nel Times. Dal canto suo Bonar Law dichiarò ~eri sera alla Camera dei Comuni che causa e responsabillità dell'insuccesso di Cambrai faranno oggetto dii accurate investigazioni. Malgrado le intenzioni di Lloyd George e del Gabinetto d:i guerra contro i generali non avrei, finora almeno, motivo di ritenere probabile un mutamento almeno del capo di stato maggiore. Persona bene informata escludeva oggi tale eventualiità osservando che mutamento sarebbe comunque grave errore proprio a1la vigilia del preveduto più o meno imminente attacco nemico su vasta scala. Robertson e Haig, come V. E. sa, hanno potentissimi appoggi e scalzal'lli pertanto appare tutt'altro che facile. Con Lloyd George però è sempre prudente non avventarsi in previsioni troppo assolute, colpi di scena essendo sempre possibiLi. Generale Wilson continua ad essere il suo favorito ma egli ispira profonda antipatia negli alti circoli militari e conservatori che gli rimproverano di corteggiare il primo ministro e mischiarsi di politica per realizzare le sue ambiziose aspirazioni. Finché questa complessa e delicata situazione a base di intrighi e di attriti e di divergenze interne non sarà in un modo o nell'altro chiarita, inclinere'i personalmente a riporre fiducia alQuanto relativa nei risultati del consiglio interalleati di Versailles.

Mi risulta inoltre che qui ha prodotto cattiva 1impressione il linguaggio di Tardieu che nel Petit Parisien ha attdbuiJto agli Stati Uniti d'America del Nord desiderio di vedere nominato un generalissimo di tutte le forze alleate. Tale desiderio mi fu fatto osservare è notoriamente ,esclusivamente francese. Wilson, per ora almeno, non lo ha lasciato menomamente intravedere e con le tendenze che di giorno in giorno va manifestando di assumere azione dirigente, non è uomo da ricorrere ad intermediari per far conoscere 1e sue intenzioni. Ripeto che nomina di un genera.Iissimo incontrerebbe qui viva opposizione.

In questo senso esprimevasi stamane Manchester Guardian non certo sospettabile di eccessive tenerezze per Robertson ed Haig che in questioni militari sovente rispecchia le vedute del Gabinetto privato di Lloyd George.

697

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3278/492. Pietrogrado, 13 dicembre 1917, ore 23,15 (per. ore 5,30 del 15).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1913 (1).

Trascrivo H testo letterale dell'art. 15, dell'accordo per l'entrata in azione dell'l·talia:

• Francia, Inghilterra, Russia assumonsi l'obbligo di sostenere l'ItaLia nel non ammettere un rappresentante della Santa Sede in qualsiasi passo diplomatico sul terreno della conclusione della pace o sistemazione delle questioni connesse con la guerra attuale •.

Telegramma di V.E. surriferito essendo giunto mutilato prego di farmi conoscere se presente comunicaz1ione risponde alle istruzioni che V.E. mi ha dato.

698

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4561/1386. Pietrogrado, 13 dicembre 1917, ore 23,16 (per ore 5,33 del 15).

Trotsky pubblica nota informando che de:Legazione russa è partita per riprendere trattative armistizio e se questo sarà firmato per intraprendere trattative pace .egli dichiara che armistizio separato è dovuto al rifiuto degLi altri Governi di p11esentare sino ad oggi loro condizioni.

Dopo arvere ripetute note condizioni pace, Trotsky fa appello alle democrazie alleate perché con ogni mezzo assicurino partecipazione loro Governi alle trattative pace e invita proletariato degli Imperi Centrali obbligare loro rappresentanti riconoscere effettivamente e non a parole principio pace democratica.

699

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4565/673. Washington, 13 dicembre 1917 (per. il 15).

Lega nazionale boemi di America in occasione dichiarazione guerra Stati Uniti Austria Ungheria pregano a mezzo proprio presidente dottor Fisher trasmettere R. Governo espressioni simpatia czeco-sloveni per nazione italiana

con augurio vittoria per nostre armi onde, distruggendo monarchia Absburgo, si operi liberazione nazionalità oppresse. Ringrazia tr!llttamento accordato in Italia czeco-slovacchi sperando si permetta loro combattere colle nostre truppe.

(l) Non pubblicato.

700

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. RR. s. N. Roma, 14 dicembre 1917, ore 20,45.

Ringrazio suo telegramma. Stimo opportuno V.E. faccia pervenire primo ministro inglese una informazione che conferma trasporto di truppe agguerrite e di grosse artiglierie dal fronte russo a quello italiano dove lo sforzo s'intende portare sino in fondo. Questa "informazione ha un valore di attendibi~ità assolutamente eccezionale poiché proviene da un neutrale residente in Berlino in condizioni di sapere la cosa e che per un insieme di circostanze favorevoli poté far perven·ire la notizia. Non posso dare maggiori particolari neanche in via riservatissima data estrema delicatezza argomento ma V. E. può assicurare primo ministro che la fonte della notizia è tale da assicurare più che una grande attendibilità assoluta certezza.

701

L'INCARICATO D'AFFARI AD ATENE, NANI MOCENIGO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3275/384. Atene, 14 dicembre 1917, ore 13 (per. ore 21,30).

In una intervista pubblicata ieri dal giornale di Atene, questo ministro degli Affari Esteri dice che Venizelos ha ottenuto dalla Francia, Inghilterra e America un prestito di 700 milioni. Sarà qui istituita una commissione finanziaria interalleati per il controllo sulle spese di detta somma. Anche se tale controllo non fosse stato chiesto, Grecia stessa l'avrebbe domandato poiché alleati hanno diritto di constatare che denari che essi danno per scopi militari non siano spesi altrove.

Parlando oggi con questo ministro degli Affari Esteri gli ho chiesto se egli non era preoccupato di questa nuova ingerenza straniera nel1e cose interne del Paese che aggiunta a quanto già esiste per l'esercito e la marina, potrebbe finire col diminuire la stessa persona<lità giuridica e la figura internazionale della Grecia e la sua sovranità.

Politis mi ha risposto con tutti gli argomenti che avrebbe potuto addurre una autorità non greca tanto che io ne ho avuto chiara l'iimpressione già avuta in pare,cchie occasioni dal conte Bosdari di trovarmi di fronte ad un agente straniero.

702

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1616. Roma, 14 dicembre 1917, ore 22,15.

Comando Supremo comunica seguente telegramma del generale Romei in data del 5 dicembre:

• Un membro di questa missione ha avuto intervista con un ufficiale delle truppe polacche già direttore della nota banca austriaca • N1ederosterreicherin Diskont Gesellschaft • e buon conoscente di cose o persone della Piccola Russia (Ukraina).

Detto ufficiale è convinto che Intesa pensa ancora trarre profitto in Russia di notevoli forz·e nazionali che conservano forte coesione e vivi sentimenti di indipendenza, i polacchi e gli ukraini. I primi non chiedono altro che riconoscimento del carattere internazionale della risurrezione della Polonia ed indipendente con una garanzia da parte dell'Intesa in tal senso. Essi sono pronti sempre a formare un grande volenteroso eserdto coH'usbergo polacchi incorporati ora esercito russo: due corpi d'arma·ta sono già pronti. Gli Ukraini sono meno evoluti e organizzati rispettivamente polacchi. Hanno però capi intelligenti e decdsi che ne tengono fortemente le redini: Petliura, Cruscerrsky, Dohoscenko, Vinnicenko ecc.; ora membri e duci della • Rada • Ukraina; costoro però sono da qualche tempo guadagnati alla causa austriaca mediante denaro. Tutto movimento ukDaino è fortemente alimentato dall'Austria ed è apertamente austrofilo. Ma gli stessi caporioni passerebbero volentieri dalla parte dell'Intesa se questa si deoidesse a seguire la stessa politica dell'Austria, quella del denaro. Uffioiale intervistato come direttol'e della citata banca ebbe già a comprare qualche personaggio politico ucra"lno e ne conosce bene le pretese: assicura il più importante fra di essi si può comprare con 50.000 rubli; gli a11tri con somme minori.

In questo momento sono in corso trattative fra polacchi ed alcuni personaggi ukraini per una alleanza politica antimassimalista. Ukraina possrede già pavecchi corpi d'armata nazionali che obbediscono alla

• rada • ukraina che ha indetto convocazione di una costituente speciale per Ukra1ini dal punto di vista militare.

Considerando le forze attualmente disponibili la coalizione poQacco-ukraina potrebbe oggi mettere insieme circa 300.000 uomini; a questi si dovrebbe·ro aggiungere i ... (l) ufficiali romeni (circa 250.000 uomini e circa 70.000 cuzovalacchi tratti dai prigionieri austriaci e inquadrati e armati dalla Francda). Grandi sono però le riserve polacche ed ukraine ».

Il Comando Supremo dal canto suo così commenta 1e informaz,ioni del Generale Romei:

• Si ritiene opportuno segnalare l'importanza che hanno assunto le regioni meridionali de1la Russia nelle presenti contingenze. L'Ukraina e le regioni dei cosacchi già unite da affinità ed interessi (sono tutte contrarie alle riforme

sociali e specialmente agrarie massimaliste) potrebbero accordarsi per opponi al movimento massimalista. Agli eserciti ukraino e cosacco potrebbero unirsi anche polacchi res>identi in Russia (600-700 mHa sono incorporati nell'ese,rcito russo). Sono già stati costituiti a Kiew due corpi d'armata polacchi i quali non possono parteggiare pel Governo massimalista che li mette alla mercè delle cupidig,ie austro-tedesche.

Il forte blocco politico-militare che risulterebbe dall'insieme dei suddetti elementi ai quali si appoggerebbe compenserebbe in parte l'Intesa delle defezioni del Governo massimalista russo •.

Tanto comunico ad opportuna conoscenza di V.E.

(l) Gruppo indecifrato.

703

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. s. 1618. Roma, 14 dicembre 1917, ore 23.

Suoi telegrammi n. 285 (l) e 299 (2).

Padre Cimino informato già delle premure francesi di far giungere presto Palestina i religiosi francesi ora Alessandria Egitto, non ne è sembrato molto preoccupato. Egli conta che francescarni .italiani e Presidente Custodiale rimasti Gerusalemme sapranno mantenere diritti dell'Ordine e privilegi italiani. Egli conta pure sUil più sollecito arrivo colà Senni e Padre Jacopozzi, e intende partire egli stesso al più presto per Gerusalemme.

Prego conferire con Senni se ancora costi e telegrafarmi se intanto sarebbe da cornsigliare Padre Cimino a trasferirsi al più presto Egitto.

Prego pure dire Senni che Padre Cimino sembra propendere per rinviare nomina nuovo Custode dopo suo viaggio Gerusalemme volendo ben ponderare scelta. Su tale scelta gradirò Senni mi fornisca se può qualche indicazione.

704

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4560/805. Londra, 14 dicembre 1917, ore 10,10 (per. ore 5 del 15).

Telegramma di V. E. n. 1608 (3).

Questo ministro Portogallo mi diceva ieri che nella rivoluziorne nel suo Paese non si deve scorgere alcun indizio di mutamento nella politica estera portoghese.

Rivoluzione ha avuto carattere esclusivamente interno ed è stata precisamente provocata da grave disagio economico. Opinione analoga mi ha manifestata oggi Hardinge.

(l) -Non pubblicato. (2) -T.r. 4402/299 del 5 dicembre, non pubblicato: il Conte Senni fa pres.ente l'opportunità di sollecitare la nomina del ministro generale dell'Ordine dei Francescani e di inviare in Egitto alcuni frati italiani quali superiori dei principali conventi della Palestina. (3) -Cfr. p. 473, nota 2.
705

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3272/557. Londra, 14 dicembre 1917, ore 10,10 (per. ore 5,30 del 15).

Oggi nell'anticamera di Hardinge ho trovato Cambon e nel mattino Oroff. Quest'ultimo fuori dalla grazia di Dio per la notizia pubblicata dai giornali di ieri sera dell'occupazione giapponese di Vladivostok, sostenendo che il fatto avrebbe fornito potentissimo argomento ai tedeschi per aizzare ancora più la popolazione russa contro gli alleati. Cambon ed io gli abbiamo detto che circa tale notizia nulla sapevamo all'.infuori di quanto avevamo letto nei giornali. Hardinge mi ha detto successivamente che per quanto qui risultava la notizia era falsa.

706

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4567/GAB. 106. Berna, 14 dicembre 1917 (per. il 15).

Telegramma di V. E. n. 16379 (1).

Ho messo il signor Ador al corrente dello stato delle cose •in Italia per quanto riguarda protezione degli svizzeri. Prendendo pretesto da un artico[o comparso ierisera nel Bund sull'argomento ho protestato per questa campagna assolutamente infondata che fu certamente iniziata dal Signor De Pianta nella occasione del suo ultimo soggiorno qui. Ho detto che se dovessimo seguire il sistema adottato dal mio coiJ.lega elvetico a Roma io dovrei protestare tutti i giorni presso il Governo federale e lagnarmi ben altrimenti, con maggior ragione, così di certe autorità come di certa stampa, sebbene questo Paese non sia come noi in guerra. Che l'articolo del Bund fosse esagerato lo provava pure il fatto che le lagnanze del De Pianta non erano state rinnovate e che null'altro egli aveva riferito al dipartimento politico su quell'argomento. Il signor Ador dopo avermi incaricato di ringraz·lare V. E. delle comunicazioni e delle misure adottate mi ha detto che avrebbe fatto pubblicare dal! Journal de Genève una replica a quanto aveva scritto il Bund. Egli non dava soverchia importanza all'arresto di 10 svizzeri ma mi raccomandava che fossero messi in libertà provvisoria al più presto. Aveva poi scritta una nota al De Pianta perché consigliasse

la maggiore calma e prudenza di linguaggio a tutta la colonia svizzera invitando i consoli a sorvegliarla e ben consigliarla. Assicurò avrebbe scritto in questo senso facendo capire al ministro come egli non dubitasse che il primo esempio di questa calma e prudenza sarebbe partito da lui.

(l) Non pubblicato.

707

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. RR. 3301/610. Jassy, 14 dicembre 1917 ore 21 (per. ore 8,50 del 19).

Bratiano che ho visto ieri mi ha comunicato sotto il vincolo del più stretto segreto quanto segue:

Il generale Berthelot ieri stesso, poco prima della mia visita ,si era recato da lui e gli aveva dato lettura di un telegramma con cui il Signor Clemenceau prendendo argomento daUa frase di Bratiano • di riconoscere che la situazione attuale della Romania è per gli alleati un peso senza equivalente vantaggio e che spetta ad essi di giudicare se intendano svincolarsi dai loro impegni • (vedi mio telegramma Gab. 587 (l) e radiotelegramma identico del 7 corrente), frase fraintesa a Parigi, accusava Bratiano di voler abbandonare l'Intesa e gli rivolgeva i più aspri rimproveri di ingratitudine e le più violenti minacce. Bratiano si era fatto 11ipetere dal Generale Berthelot il telegramma e l'aveva anzi scritto sotto dettatura. Di tale telegramma egli mi ha dato lettura e debbo riconoscere di avere avuto raramente occasione di prendere notizia di un documento così vioil.ento. Bratiano mi ha detto poi di aver risposto al generale che dopo la fedeltà di cui aveva dato prova ed i sacrifici che il suo paese ha sopportato per l'Intesa non si attendeva certo una simile accusa; che il suo Paese fosse anche ridotto a mal partito non avrebbe sopportato che lo si cercasse di umiliare. La risposta era stata così energica che Berthelot aveva pregato il presidente del Consiglio di non tener conto della comunicazione fattagli finché non avesse avuto tempo di telegrafare p,arigi per c·ercare di aggiustare la cosa avvertendo Clemenceau che vi doveva essere stato un malinteso. In seguito a dò Bratiano ha presentato le sue dimissioni ma Sua Maestà ha risposto di non accettare in nessun caso il cambiamento di Gabinetto provocato da ingerenze straniere. Le cose sono a questo punto ed è probabile che si accomoderanno senza un mutamento di Gabinetto perché è possibile ora meno che mai un Gabinetto basandosi sui liberali che hanno ·la maggioranza nel Parlamento, ma mancherei al mio dovere se non richiamassi nel modo più espressivo l'attenzione di V. E. sul peTicolo di acuire il malcontento contro l'Intesa ed aumentare la tentazione di dare ascolto alle blandizie del nemico. Mi risulta infatti che Bratiano ne ha informati suoi colleghi e che uno di essi e precisamente il ministro di Giustizia che appartiene al partito conservatore e che si è certamente ispirato a rivalità di partito,

ha emesso l'opinione che si dovrebbe dare nuova... (l) all'Intesa. Bratiano ha replicato che i sacrifici subiti finora dal1la Romania e le dichiarazioni che il suo Governo aveva fatto per l'avvenire dovevano essere sufficienti e che pur riconoscendo la situazione privilegiata che la presenza di ufficiali francesi crea qui al generale Berthelot non ammetteva che il capo di una missione militare si ingerisse nelle cose p01litiche. Ho cercato di calmare il presidente del Consiglio, ma egli mi ha detto di non poter rimanere al potere se i suoi stessi alleati non avevano fiducia in lui e di non ammettere che gli affari politici veng,ano trattati pel tramite delle missioni militari anziché per quel1lo regolare delle legazioni. Avendomi il presidente del Consiglio ripetuto che mi confidava quanto procede a titolo puramente personale non volendo sollevare la questione presso gli alleati prima che Jl generale Berthelot avesse ricevuto la risposta di Clemeceau mi sarei astenuto dal telegrafarne a V. E. se questo affare non fosse stato portato in Consiglio dei Min:lstri. Mi sembra che l'Intesa si trovi in presenza di sufficienti difficoltà per non aver bisogno di aumentarle essa stessa con atti impulsivi. Prego mantenere il segreto.

(l) T. gab. 3265/587 del 6 dicembre, non pubblicato: convocazione dei ministri d'Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti a Jassy da parte del ministro di Russia per esporre loro le vedute del generale Tscherbatscheff.

708

IL MINISTRO DEL PORTOGALLO A ROMA, LEAO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

NOTA VERBALE. Roma, 14 dicembre 1917.

J'ai l'honneur de communiquer à V. E. que je viens de recevoir une télégramme du Ministère des Affaires Etrangères, de Lisbonne, me faisant savoir qu'à la suite de la récente révolution il s'est constitué un nouveau Gouven1ement composé comme suit:

Présidence, Guerre et Affaires Etrangères -M. Sidonio Paes -; Intérieur

M. Machado Santos -; Justice-M. Moura Finto -; Finances -M. Santos Viegas -; Marine -M. Aresta Branco -; Commerce -M. Xavier Esteves -; Colonies

M. Tamagnini Barbosa -; Instruction -M. Alfredo Magalhaes -; Travail -M. Feliciano Costa.

709

IL MINISTRO DI SVIZZERA A ROMA, DE PLANTA, AL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI

N. 1514. Roma, 14 dicembre 1917.

Au cours des entretiens que Vous avez bien voulu m'accorder ces derniers temps, j'ai eu l'occasion de Vous signaler à plusieurs reprises certains articles parus dans des journaux de Gènes au sujet d'arrestations de citoyens suisses, articles qui approuvent ces arrestations de façon en tout cas prématurée, alors que la justice suit son cours et doit prononCier à leur égard.

Je me permets de Vous remettre sous ce pli un numéro du Secolo XIX, du 12 décembre, contenant un article de cette nature à propos de l'arrestation de M. Locher, et d'attirer d'autre part Votre bienveillante attention sur le Messaggero d'aujourd'hui qui, dans le paragraphe intitulé • Uno dei tanti • des ses c Note del giorno •, s'étend longuement et violemment sur ce meme cas Locher.

Je Vous serais très reconnaissant de b'ien vouloir Vous entremettre obligeamment en vue d'éviter la publication d'articles semblables, qui ne font qu'exoiter :l'opinion publique contre nos concitoyens.

En Vous :remerciant à l'avance de Votre efficace intervention...

(l) Gruppo indecifrato.

710

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5194/1417. Londra, 14 dicembre 1917.

Ho l'onore di rispondere al telegramma di V. E. per posta n. 15092 del 12 novembre u.s. (1).

CoLla nota n. 226684/IOF/L7 di cUli mi onoro qui unito trasmettere copia a V. E., questo Segretario di Stato per gli Affari Esteri mi fa conosceDe il pensiero del Governo britannico sul testo dell'accordo nippo-americano per la Cina.

Detto pensiero coincide con quello manifestato dall'E. V., nel senso cioè che la dichiarazione generica deH' • open door • non debba essere considerata come un mezro di salvaguardare la posizione politica ed economica delle Potenze Centrali in Cina.

Circa il contenuto dell'ultimo capoverso il Governo britannico non ritiene che esso debba considerarsi applicabile al caso dell'eventuale acquisto da parte di una potenza nemica della Germania dei settlements tedeschi e austrounga11ici

o di porzione di essi.

ALLEGATO.

BALFOUR A IMPERIALI

N. 226684/lOF/17. Londra, ... dicembre 1917.

The Secretary of State for For,eign Affairs presents his compliments to the Italian Ambassador and with refel'enoe to His Excellency's communication of November 20th has the honour to reply as follows:

His Majesty's Government sharr-es the view of the Italian Government that the Japanese and American Governments do not intend their declaration regarding the c open door • etc., to be interpreted as in any way safeguarding the politica! or commercia! position of enemy Powers in China. Further His Majesty's Govern

ment does not consider that the declaration contained in the American-Japanese Agreement was intended to apply or can be interpreted as applying to the question of the acquisition by any of the Allied Powers of German territorial concessions in China or of the whole or part of any German or Austrian Concession in a Chinese Treaty Port which would appear to be a matter for negotiation between the Allied Powers and the Chinese Government.

(l) Non pubblicato.

711

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 3653/374. Washington, 14 dicembre 191 7.

Con riferimento ai miei telegrammi Gab. n. 262 (l) e n. 267 (2) del 4

e del 10 corrente, mi onoro dl trasmettere qui unito il testo integrale del

recente messaggio di Wilson al Congresso, il testo della dichiaraz,ione di

guerra degli Stati Uniti all'Austria-Ungheria, il resocolllto della relativa discus

sione tanto al Senato che alla Camera, e da ultimo il proclama col quale venne

determinato lo stato giuridico dei cittadini austro-ungarici in America (allegati

l, 2, 3 e 4) (3).

Nel discorso del Presidente, oltre alla più volte enunciata determinazione deHa nazione americana di vincere la guerra ad ogni costo, due parti emergono: la proposta dichiarazione di guerra all'Austria e l'enunciazione dei fini della guerra.

La raccomandazione di estendere la guerra al Governo austro-ungarico è commentata da Wilson con la necessità di eliminare un ostacolo che si frappone al conseguimento della vittoria. Nell'ideologia di WHson la guerra americana è guerra al principio autocratico rappresenta'to da Berlino e dal militarismo prussiano. Il Governo austriaco non è che uno strumento nelle mani di Berlino, così come lo è il popolo tedesco. A Berlino si appuntarono quindi anzitutto le armi americane. Ma poiché non combattere apertamente anche il GO'Verno austriaco poteva pregiudicare ormai il successo finale, Wilson chiede di portare le armi pure contro l'Austria-Ungheria.

Abilmente coltivato dagli Imperi Centrali, il disegno vagheggdato da Wilson era stato fino ad oggi quello di separare l'Austria-Ungheria dalla Germania. Forti ragioni d'ordine interno, onde venisse confermato alla guerra americana carattere di lotta per la Iibertà e venissero attenuate a un tempo le opposizioni degLi elementi di origine tedesca e dei pacifisti, coruermarvano Wilson in questo disegno. Perciò questo Governo alla rottura di relazioni dichiarata all'Austria si era guardato dal rispondere colla dichiarazione di guerra. All'Austria-Ungheria stanca della guerra, insoddisfatta della dominazione prussiana, divisa internamente per le lotte dei suoi popoli, battuta sul fronte

italiano, gli Stati Uniti avrebbero rappresentato al momento voluto la possibilità di far pace separata colle· potenze dell'Intesa. E colla Germania isolata, la v>ittoria sarebbe stata sicura ·e pronta. Per alimentare fino all'ultimo questa illusione gli Imperi Centrali mentre più viva si sferrava l'offensiva austrotedesca contro l'Italia non esitarono a far diffondere da Copenaghen la notizia che le vittorie sul nostro fronte erano accolte con amarezza in Austria perché tali da ritardare la pace agognata.

Le stesse vittorie austriache però, gli avvenimenti russi, la necessità vieppiù paLese di un'azione coordinata presente e avvenire fra tutti gli alleati, con la conseguente immediata possibilità che le forze degli Stati Uniti potessero dover agire nell'Adriatico e sul fronte 1italiano, sono state altrettante ragioni che sorrette dal consenso dell'opinione pubblica hanno indotto Wilson ad uscire dalla più equivoca delle situazioni per schierarsi recisamente contro l'Austria-Ungheria.

H proposito di rincorare lo spirito pubblico italiano e con esso la resistenza delle nostre truppe è stato pu11e un valido coefficiente nel:la deliberazione di Wilson. Neila discussione al Congresso H Governo faceva partico'larmente accentuare infatti, a mezzo di parlamentari che v'hanno ~portato il suo pensiero, la nota delle necessità militari.

Dacché però, almeno nella sua pa11te formale, 1la guerra americana è guerra al principio autocratico rappresentato dal Governo germanico, così la dichiarazione di guerra odierna è rivolta al Governo e non al popolo d'AustriaUngheria \llerso il quale Wilson mostra nel suo messaggio una sollecitudine amichevole pari a quella già dimostrata al popolo germanico. Sollecitudine che vuol essere ancora di lusinga ai governi di Turchia e Bulgaria contro i quali la dichiarazione di guerra non è stata estesa malgrado le pressioni del Congresso e dello spirito del paese. A questo riguardo menzionai a V. E. nei citati miei telegrammi il colloquio ch'ebbi con Lansing.

La raccomandazione per la dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria, è preceduta nel messaggio presidenziale dalla enunciazione dei fini della guerra. Wilson riprende a questo riguardo il suo messaggio del gennaio scorso, nel quale, dopo essersi riferito all'appello rivolto ai due campi belligeranti perché formulassero i propositi e le mire della lotta e dopo averne enunciate le risposte ricevute, egli espose al Congresso il punto di vista americano nella guerra d'Europa e le condizioni da lui ritenute indispensabili ad una pace durevole nel mondo. Gli Stati Uniti sono entrati da allora anch'essi nel no\llero dei belligeranti; e come già prima fra i neutri, essi hanno coscienza di primeggiare in forza fra gli Stati in contesa. La loro volontà di influire in modo profondo, materialmente e moralmente, sulle sorti della guerra e della pace, è manifesta.

Wilson ha parlato in un'ora assai grave per le sorti deUa guerra, in con

fronto di gravi avvenimenti militari, della defezione russa e delle voci di

un minor fervore di lotta serpeggianti nel campo alleato. L'idea primordiale

del suo discorso è stata perciò la vittoria ad ogni costo, per il tr,ionfo della

libertà e della giustiz·ia; vittoria quindi senza rappresaglie, a pro' dei vincitori

e dei vinti; libertà pei popoli di vivere 'e di organizzarsi secondo ragione e

volontà, per la ricostituzione finale del mondo su basi solide ed eque.

I fini della guerra s'impostano di tal guisa, nel messaggio presidenziale, così alti e il loro contenuto ne deriva così disinteressato e puro, da eliminare ogni sostanZJiale opposizione e da cementare unanimità di consensi. Mentre d'altra pal'te la dichiarazione enfatica della volontà di vincere mira a ravvisare fervore di entusiasmo e di propositi in America e nei paesi alLeati.

Se anche Wilson parli a nome del popolo americano l'obietto del suo discorso è l'umanità. E le ideologie tradizional:i su cui la nazione americana riposa i propri ordinamenti sociali e politici ed alle quaili guarda con fierezza come al proprio patrimonio ideale, improntano profondamente di sé questa parte del messaggio presidenziale. Nel quale la nazione americana, come manifestano i commenti della stampa, trova espressa la propria volontà e di cui si compiace fino a professare di 11itenere il discorso di Wilson il portavoce degli ideali e della volontà nonché de>ll'America, di tutti gli Alleati. Oltre ai denari la libera America ama dare e vuol dare ai paesi europei direttive e ideali.

A mò d'applicazione e di esemplificazione delle sue dichiarazioni sui fini della guerra, Wilson chiede nel messaggio odierno la restituzione del Belgio e del nord della Francia; la liberazione dell'Austria, degli Stati balcanici e della Turchia dal potere tedesco; il diritto dei popoli di questi Stati di vivere indipendenti e di prosperare; il libero sbocco ,al mare per ,tutte le nazioni, grandi e piccole, amiche e nemiche. E alla Germania assicura che nessun male le sarà fatto, nè che intromissione avverrà nei suoi affari inte11ni e che la si ammetterà nei liberi rapporti del mondo civile se il suo governo dia le volute garanZJie di onestà e di rispettabilità. Per rispetto alla Russia, addita fra le cause dei recenti avvenimenti l'inesatta conoscenza dei fini della guerra.

La studiata indeterminatezza di siffatte enunciazioni tende ad escludere d'altra parte ch'esse rappresentino qua!lcosa di rigorosamente definito e di preciso nella coscienza del popolo americano e nella mente di Wi1lson. E' più ragionevole ammettere che pur esprimendo un ordine di pensiero profondamente sentito, esse abbiano carattere di espediente politico e mirino essenzialmente a cementare unità di consensi ed a raccogliere le forze della nazione americana per la lotta comune. Il contenuto pratico che queste stesse enunciazioni assumeranno a guerra finita sembra perciò dover essere determinato soprattutto dagli eventi, dalle circostanze dal1le esigenze e dai voleri degli Stati interessati, se anche tutti questi fattori debbano ,in certa guisa impTontarsi a quello ch'è il sistema wilsoniano della guerra.

Fra le affermazioni presidenziali sono più specialmente degne di nota nei nostri rispetti quelle che riguardano il libero accesso al mare dell'AustriaUngheria e i1l suo diritto di organizzarsi a propria soddisfazione, assieme colla dichiaraz·ione che la nazione americana non 1intende di menomare nè di ingerirsi a riordinare in alcuna guisa l'Impero austro-ungarico. Anche per il fatto che cotali enunciazioni assumono forma alquanto più concreta di altre, H pensiero che esse manifestano sembra contrastare le nostre rivendicazioni adriatiche. Che se anche Wilson abbia voluto ribadire con esse il concetto che la guerra americana è guerra al principio autocratico e militarista e non alla nazione austriaca, la loro apparizione non richiede meno da parte nostra, avvisata opera in difesa delle nostl1e finalità e dei nostri diritti.

Le rivendicazioni italiane nell'Adriatico non possono dirsi ancora interamente apprezzate qui al loro giusto valore. Nel fa1Jicoso lavoro che questo paese sta compiendo per penetrare nel pensiero europeo .e per familiarizzarsi colle poste poUtiche del gran giuoco che si svolge in Europa, molte idee sono ancora imperfettamente conosciute e moLti dati sono tuttora mal valutati. All'epoca della nostra entrata in guerra quando l'America era neutrale, la stampa e la propaganda tedesca si sforzarono di far apparire la nostra azione mossa da sentimenti egoistici di tornaconto e di ambizioni espansionistiche. La stampa e la propaganda jugo-slava aiutate da certi quartieri inglesi hanno costruito su queste imputazioni nemiche il castello dell'imperialismo italiano nell'Adriatico. Wilson, nelle sue dichiarazioni precedenti all'entrata in guerra degli Stati Uniti e in quelle susseguenti ha per contro esaLtato il valore morale della guerra, la necessità che le sue aspirazioni siano pure e generosi i suoi fini. L'opera nostra, intesa a rivendicare di fronte al pubblico la verità storica e il di11itto italiano è rimasta in parte paralizzata da deficienza di mezZJi opportuni, mentre a quella ufficiale, necessariamente costretta in limiti determinati, si è opposta e si oppone dagli avversari una campagna vasta ed audace. A ciò conviene porre rimedio.

L'influenza degli Stati Uniti ana conferenza del1a pace per il riassetto delle cose europee non può stimarsi abbastanza. I governanti americani d'altra parte ubbidiscono forse più che altrove alla volontà popolare che essi magari si foggiano. Convincere l'opinione pubblica americana della purezza, del disinteresse e della legittimità della nostra causa si presenta quindi come coefficiente necessario del successo finale. Se finora, per mancanza di mezzi disponibili non si è potuto opporre alla propaganda avversa una propaganda adeguata ogni ulteriore indugio da parte nostra potrebbe riuscire di grave danno.

Attorno a questo lavoro di propaganda e ai mezzi necessari per compderlo, che le abitudini del paese richiedono necessariamente larghi, ho intrattenuto anche ultimamente S. E. Gallenga col telegramma del quale mi onoro di a>llegare copia (allegato 5). Dalla opportuna e sagace impostazione delle nostre rivendicazionii nel sistema teorico nel quale Wilson delinea la guerra e al quale questo popolo crede profondamente, e dall'accorta diffusione di queste stesse rivendicazioni, le nostre ragioni e i nostri diritti troveranno qui, è lecito credere, valido riconoscimento ed appoggio. Potranno accompagnarle, altrimenti diffidenza e sconoscenza.

Pei cittadini austro-ungarici intanto Wilson ha già fissato lo stato giuridico esonerandoli dalle limitazioni per vero non gravi da lui fissate di recente pei cittadini tedeschi. Il fatto che cittadini austro-ungarici in America siano in maggioranza di nazionalità non tedesca e che molti di essi simpatizzano più per la causa degli Alleati che non per queUa degli Imperi centrali, creava in considerazione anche del loro largo impiego in imprese minerarie e industriali dalle quali sarebbe stato dannoso per l'economia americana di distoglierli, un grave problema che Wilson ha risolto o almeno ha inteso risolvere usando verso tutti i cittadini austro-ungarici indistintamente clemenza e bontà.

Oltre al proclama che fissa lo stato giuridico dei cittadini austro-ungarici unisco quello, già emesso da alcune settimane, che fissa lo staì;o giuridico dei cittadirri dell'Impero germanico. (Allegato N. 6).

(l) -Cfr. n. 639, pag. 446. (2) -Cfr. n. 680. pag. 469. (3) -Mancano gli allegati.
712

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 3242/1051. Berna, 14 dicembre 1917.

Le elezioni di ieri, all'Assemblea federale riconfermarono in carica i sei Consig~lieri uscenti, con votazioni che da un massimo di 197 suffragi, riportati dall'Onorevole Motta, scesero ad un minimo di 16 per lo Schulthess. Al posto del Forrer risultò eletto con 163 voti l'ingegnere Roberto Haab. Il Consigliere Calonder, già Vice Presidente pel 1917, fu nominato Pl'esidente della Confederazione pel 1918, ed alla vice presidenza fu chiamato il Consigliere Miiller, nonostante gli sforzi fa·tti dai deputati romandi perché quel posto fosse devoluto all'Ador. Sembra anzi che tale loro •insistenza 'Perché al membro del Consiglio che è il più avanti negli anni fosse accordato questo turno di favore per averlo Presidente nel 1919, avesse provocato forti dissensi in seno al part~to radioale, sì da dover venire ad un compromesso secondo ill quale l'Ador sarebbe proposto a Vice Presidente l'anno prossimo, perché possa salire alla suprema magistratura nel 1920. E' certo che l'on. Motta, parlandomi ieri di questi dolorosi dissensi di gruppi e regioni che rimpiccOiliscono la serietà delle discussioni, diminuendo poi la personalità degli eletti, mi diceva esser disposto sin d'ora a cedere l'anno prossimo all'Ador il proprio turno.

Intanto, come fiche de consolation, l'Ador è stato riconfermato a membro della delegazione degli Affari Esteri, insieme, naturalmente, al Calonder, Presidente, ed allo Schulthess, cui fu pure assegnata quella carica (invece che al Vice Presidente al quale sarebbe spettata) per calmarne le ire, dopo il rifiuto oppostogli dai colleghi per la direzione del Dipartimento Po:LLtico (vedi mio teLegramma n. 837) (1).

Quanto al nuovo Presidente Calonder, la corrispondenza di questo Ufficio ne fece già due volte cenno, così al momento della sua nomina, nel 1913, come a quello della sua elezione a Vice Presidente, l'anno scorso (vedi mio rapporto n. 826 del 14 dicembre scorso anno).

Sul conto di quest'uomo di stato non posso quindi che aggiungere poche parole a conferma di quanto scrivevo allora. Abbiamo a che fare con un Grigionese di pura razza, che sente istintivamente diffidenza e antipatia per noi. Egli si è sempre schierato fino ad oggi col Miiller in qualsiasi occasione. Ma se questi è un avversario aperto e rude, il Catlonder invece è il nemico più temibile, sotto la maschera loio1esca. Come intellig~enza lo credo (e non sono il solo nel ciò ritenere) il meno intelligente dei sette savi del Consiglio supremo.

Del nuovo Vice Presidente della Confederazione non ebbi mai, sinora, occasiome di scrivere. Il mio predecessore deve però, se non erro, aver inviato nel dicembre 1912 un apposito rapporto a V. E. su quel personaggio, sul conto del quale non mi resta che aggiungere poche parole.

Dei sette membri dell'Aeropago elvetico, il Mi.iller è senza dubbio queno che soffre di più feroce italofobia. Ne ebbi già varie prove di fatto, e più volte me ne lagnai a Palazzo Federale. Come Ministro della Giustizia egli si è sempre invero mostrato rigidissimo, per non dire ingiusto, contro quei nostri nazionali che per fas o per nefas dovettero aver rapporti coll'autorità giudiziaria svizzera.

D'altra parte non lo conosco abbastanza a fondo per poter giudicare delle sue qualità e delle sue tendenze. Da varie parti mi si afferma essere egli intelligente e perspicace, sottile giurista, ed ottimo dialettico. Tutti concordano però nel dipingerlo testardo e autoritario quant'altri mai. Non è nel Consiglio Federale, benché decano, che una figura secondaria. Quando l'Hoffmann ne faceva parte il Mi.iller, che nutriva pel suo collega un'ammirazione e stima illimitate, ne era il fedele e silenZJioso luogotenente.

Circa infine al nuovo Consigliere Signor Haab, ho l'onore dii richiamarmi al telegramma n. 72 del 31 gennaio ed al rapporto n. 28363 dell'8 febbraio (1), nei quatli questo Incaricato d'affari dava contezza a V. E. della sua nomina allora a Berlino, prevedendone pure, con non comune acume, che sarebbe successo al Forrer.

A quanto scriveva allora il Marchese Durazzo mi permetto solo aggiungere che se l'Haab partì di qui incolore e indipendente, dieci mesi di soggiorno a Berlino l'hanno germanof.iLizzato ad oltranza.

Sarebbe quindi illusione l'attendersi di avere nel nuovo elettorato un amico del nostro paese, come lo era il Forrer, grazie principalmente così al suo culto profondo per la letteratura latina ed italiana, come ai sani principi democratici che gli facevano tanto apprezzare il progresso fatto nella via della libertà dal nostro Paese (2).

(l) Non pubblicato.

713

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, CARLOTI'I, A PARIGI, BONIN, A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BERNA, PAULUCCI, A COPENAGHEN, SACERDOTI, PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, A CRISTIANIA, MONTAGNA, A JASSY, FASCIOTTI, A LISBONA, SERRA, A STOCCOLMA, TOMMASINI, A TEHERAN, ARRIVABENE, E ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. s. 1620. Roma, 15 dicembre 1917, ore 15.

Data attuale situazione Russia prego V. E. astenersi rigorosamente dal vidimare qualsiasi passaporto ordinario rilasciato a sudditi russi anche se funzionar'i o militari senza preventiva autorizzazione di questo ministero. Qualsiasi passaporto diplomatico russo dovrà pure essere d'ora innanzi sottoposto

a vidimazione per entrata nel regno sempre previa mia autorizzazione. Provvedimento ha carattere segreto. Pregola comunicare quanto precede RR. consoli di carriera dipendenti colonie comprese accusandomi ricevuta.

(l) -Non pubblicati. (2) -Il rapporto fu inviato in visione al Presidente del Consiglio.
714

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 1951. Roma, 15 dicembre 1917, ore 19.

Telegramma di V. S. n. 423 (1).

A Barrère che domandava il mio avviso sulla condotta da seguirsi ne& riguardi della Finlandia dichiaratasi repubblica ,indipendente risposi parermi che gli alleati non dovevano avere in massima nulla da opporre ad una indipendenza finlandese che risultasse voluta dalle popolazioni ma che mi sembrava opportuno riservare ogni decisione ufficiale a quando si fosse meglio assestata la cosa pubblica in Russia.

Tanto comunico ad opportuna e personale conoscenza della S. V.

715

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 19fi2. Roma, 15 dicembre 1917, ore 19.

Questa ambasciata d'Inghilterra mi informa che il Governo britannico, in vista dell'incerta situazione di Pietrogrado e della possibilità che in un dato momento possa sopravvenire una crisi, ha dato a quel suo rappresentante istruzioni nel senso che se in un momento qualsiasi egli crede che questa crisi possa essere anticipata col ritirarne l'ambasciata britannica e coll'affidare nelle mani dei consoli la protezione dei sudditi britannici, egli ha facoltà di adottare simile provvedimento. Prima di fare qualunque passo di questo genere il rappre:oentante britannico a Pietrogrado dovrà naturalmente consultarsi coi suoi colleghi alleati.

716

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI

T. GAB. 1954. Roma, 15 dicembre 1917, ore 20.15.

Telegramma Gab. n. 1871 (2). Prego farmi conoscere se le è stato possibile di sapere in che modo Governo russo venne a conoscenza dei nostri cifrari.

(l) -T. 4552/423 del 13 dicembre, non pubblicato: il ministro degli esteri svedese comunica che un membro del Senato finlandese si è rivolto alla legazione di Svezia a Pietrogrado per chiedere che il Governo svedese riconosca l'indipendenza della Finlandia. (2) -Non pubblicato.
717

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DEL TESORO, NITTI

T. 17861. Roma, 15 dicembre 1917, ore 23.

Comunico qui appresso a V. E. il telegramma del barone Mayor in data 13 corrente oggi giuntomi del quale era parola nel mio telegramma n. 17775 del 14 corrente (l):

• Stamane ha avuto luogo la prima seduta del Comitato interalleati per l'acquisto dall'America di quanto occorre agli alleati per il proseguimento della guerra. Il ministro del Commercio francese sostenne la tesi che l'azione del Comitato suddetto deve essere coordinata con quella della Conferenza Permanente decisa a Parigi nella recente riunione degli uomini dirigenti dei paesi alleati. La conferenza stessa di cui fanno parte due Ministri di ciascuna potenza alleata stabilirebbe i programmi, la priorità delle ordinazioni ed H tonnellaggio necessario ai trasporti. Il comitato interalleati, oltre agli altr'i suoi compiti esaminerebbe le decisioni della conferenza permanente in correlazione con la potenzialità finanziaria degli Stati Uniti, salvo, se mai occorresse, proporre riduzioni a:lla conferenza stessa. Questo risultato faticosamente raggiunto viene sottomesso in giornata al cancelliere dello scacchiere e questa sera ci riuniremo nuovamente. Il Governo francese avrebbe voluto dapprima vi fosse un comitato finanziario. Domanda che secondo le circostanze il comitato si riunisca a Parigi e a Londra con un segreta11io permanente a Londra ed un ufficio corrispondente a Parigi. Per maggiori particolari mi riferisco al telegramma di Attolico al Comitato dei ministri e mi associo all'augurio da lui espresso che un nostro ministro responsabile venga a far parte del Comitato interalleati Crosby. Lo fanno gli altri alleati che pure sono in contatto facile coi rispettivi Governi. Più che ad essi occorrerebbe a noi che siamo più lontani •.

Invio copia del presente a S. E. il Presidente del Consiglio lasciando a

V. E. di prendere le intese che crederà del caso cod colleghi interessati.

718

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, AL MINISTRO A LISBONA, SERRA

T. 1625. Roma, 15 dicembre 1917, ore 24.

Ambasciata inglese informa che codesto ministro d'Inghilterra ha ricevuto istruzioni rispondere in via non ufficiale presidente comitato rivoluzdonario che prende atto con piacere dell'intenzione comitato manrtenere alleanza e tutti gli impegni presi in nome nazione portoghese ma che fino a quando Governo istituito dal comitato non abbia ricevuto espresso consenso popoJo portoghese legazione britannica potrà soltanto trattare in via non ufficiale affari correnti ed urgenti.

Autorizzala fare privata comunicazione nello stesso senso.

(l) Non pubblicato

719

L'INCARICATO D'AFFARI A PIETROGRADO, CATALANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4604/1395. Pietrogrado, 15 dicembre 1917, ore 21,20 (per. ore 22 del 16).

Con nota diretta ieri missioni diplomatiche Trotzki dichiara che malgrado mancato riconoscimento da parte Governi alleati, il Governo dei So·viet esiste di fatto; essergli perciò necessario stabilire relazioni diplomatiche non solo coi Governi ma con i partiti rivoluzionari socialisti che cercano abbattere attuali Governi, fa ri·levare come rifiuto visto passaporto corrieri diplomatici del commissariato del popolo da parte alcune ambasciate, costituisce politica del tutto unilaterale perché Commissario per gli affari esteri è continuamente sollecitato per permessi e certificati per corrieri diplomatici a1leati, dispone quindi perché d'ora in po<i non venga concesso alcun lasciapassare e non sia accordata, in generale, alcuna facilitazione ai rappresentanti di quelle ambasciate che hanno sollevato contro potere dei Soviet minuziose difficoltà protocollo (1).

720

L'INCARICATO D'AFFARI AD ATENE, NANI MOCENIGO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2574/302. Atene, 15 dicembre 1917.

Parlando giorni sono con questo Ministro degli affari ester•i mi venne fatto di accennare alla poco diligenza che questa stampa mette nel pubblicare il nostro bollettino di guerra. Il signor Politis, pur lamentando questa negligenza, pregiudizievole, secondo lui, alla causa comune e mettendo a disposizione della R. Legazione i servizi del Bureau de la presse, esistente presso questo Ministero degli affari esteri, mi disse di non esserne sorpreso, dato che noi non paghiamo nessun giornale.

Aggiunse poi che egli stesso trova gravi difficoltà a far stampare sui giornali ateniesi alcune pubblicazioni che egli dirama sulla persecuzione dell'elemento ellenico in Turchia da parte del regime turco-tedesco che impera a Costantinopoli. Pure, aggiungeva, trattasi di argomento che dovrebbe stare a cuore più di ogni altro ad ogni cittadino greco. Sta di fatto che le comunicazioni in parola -di cui il signor PoHtis si propone di fare prossimamente una pubblicazione ufficiale -sono state raccolte in misura molto limi

tata ed incompleta dalla stampa ateniese, la quale riserba il poco spazio che la scarsezza della carta le consente, alla crisi alimentare, ben più interessante per i'l pubblico che non quella dell'ellenismo ottomano.

Concetti analoghi il signor Polits ha espresso ad un redattore dell'Atine al quale ha dichiarato che il governo non è affatto soddisfatto dell'attitudine dell'opinione pubblica ateniese al riguardo. I doveri nazionali non sono ancora ben chiari davanti alla coscìenza del cittadino ellenico. L'indignazione manifestata da questa opinione pubblica di fronte agli orrori della persecuzione dell'ellenismo in Turchia svelati dalle recenti pubblicazioni, non è stata quale egli se la attendeva e quale avrebbe dovuto essere.

Lamentò l'insensibilità e l'indifferenza del pubblico davanti alle persecuzioni, alle espulsioni, alle torture ed alle ignominie di cui sono vittime ottocentomila elleni ottomani nonché alla sorte dei quarantamila greci della Macedonia orientale, che già le sofferenze e la fame avrebbero fatto scomparire, e pose a raffronto questa indifferenza con l'onda d'indignazione che travolse tutta la Grecia, una diecina d'anni or sono, al tempo della distruzione di Stenimaca da parte dei bulgari, in cui non si trattava che della sorte di poche migliaia di pe-rsone.

• Vi prego insistere su questo punto, aggiunse il Politis nell'intervista, perché parlo per tutto il popolo greco, con un vero e profondo dolore dell'animo mio ».

Interrogato sull'epoca approssimativa 'in cui, a giudizio del governo, la Grecia potrà riparare con le armi ai danni che ha subito in causa del ritardato suo intervento nel conflitto mondiale, Politis ha risposto che non è possibile fissare la data di tale azione, ma che essa non potrà avere per ,iscopo che il ricupero dei territori perduti ed il tentare di restaurare l'ellenismo irredento. Bisogna per questo essere disposti a subire con fermezza dei sacrifici equivalenti all'appoggio che gli alleati della Grecia sono disposti a darle. Soltanto dopo ciò si potrà pensare al riordinamE'nto dello Stato e delle sue risorse.

Riferisco queste note del signor Politis per quel che valgono. Qualche giornale ha riportato l'intervista e l'Embros vi aggiunse un breve commento per lamentare che la causa dell'ellenismo in Turchia non abbia più il potere di scuotere gli animi.

Ma non è che la causa dell'ellenismo sia caduta dal cuore di questa opinione pubblica, nè che questa abbia acquistato il senso della misura e della proporzione nelle sue aspirazioni nazionali. La ragione vera dell'appar,ente indifferenza odierna è soltanto nella prevalenza e precedenza su ogni altro problema di quello alimentare. Questo è giunto a tale che potrebbe non solo impedire una politica ed un'azione militare diversa da quella attuale di riservata attesa e preparazione, ma influire sull'ordine pubblico. Dal signor Venizelos, alla cui virtù taumaturgica si attribuisce oggi persino il richiamo del generale Sarrail, si aspetta anche il miracolo dell'abbondanza. Ma anche se ciò non si verificasse, come appare probabile, non è per questo da credere che, venuta una stagione più opportuna, le cicale dell'Attica avrebbero dimenticato il canto preferito, specie se il tema ne fosse proposto da una voce migliore e più popolare di quella del signor Politis.

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1967 del 19 dicembre.

721

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 3284/269. Washington, 16 dicembre 1917 (per. ore 12,25).

Telegramma di V. E. n. 101 (1).

Dal mio telegramma n. 267 Gab. (2) V. E. ha ~ilevato già il mio pensiero consono a quello di Imperiali circa i vantaggi di una possibile intesa amichevole italo-serba sul terreno jugoslavo. Ne ricaveremmo l"lispetto agli Stati Uniti il seguente duplice considerevole beneficio: unir•e anziché disgregare le forze avverse all'Austria ed ·eliminare le campagne a noi ostili neille quali questi agenti serbi non esitano a trascendere, incoraggiati come sono dal terreno morbido che trovano presso Wilson e dal sostegno morale e finanziario che derivano da Londra. A questo riguardo provocai giorni addtetro un colloquio co'l ministro di Serbia. lVIastratomi consapevole della sua attività smodata e del suo linguaggio non sempre compatibile con quello di un rappresentante alleato, gli manifestai che le nuov~e aspirazioni jugoslave se in contrasto con le più legittime rivendicazioni italiane potevano bensì formare ogge•tto di uno scambio di vedute fra i due paesi destinati nel reciproco interesse ad una futura convivenza amichevole ma non di una campagna che per la stessa forma in cui era condotta appariva sconoscente e riprovevole e della quale in ul,tima analisi avrebbe tratto profitto il nemico comune. Che ciò abbia valso a moderare il !linguaggio a nostro riguardo dei propagandisti jugoslavi è possibile. Che però sia rimasta paralizzata o scemata la loro campagna sostanzialmente antiitaliana non appare. Quel giorno comunque mio collega non esitò ad ammettere che una cordiale discussione fra le due parti avrebbe corrisposto al reciproco interesse ed addotto verosimilmente ad un'intesa che a suo pensiero sarebbe stata facilmente raggiungibile se patto di Londra non si fosse firmato ... (3).

722

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. S. N. Roma, 16 dicembre 1917, ore 15.

PregO'la far presente al primo ministro Lloyd George che la situazione in Italia causa mancanza di grano e di carbone va facendosi sempre più grave e che dovremo ridurre buona parte produzione armi e munizioni come già abbiamo ridotto il servizio ferroviario viaggiatori e merci ed il gas togl1iendolo a 130 città, conservandolo in solo otto, se non si provvede a fornire all'Italia quantitativo mensile da me personalmente richiesto a Londra nel maggio scorso, sollecitato ripetutamente, domandato nuovamente a Parigi dai delegati

italiani addì 10 Dicembre. Nostre condizioni, ove ancora accorressero dimostrazioni, potranno essere particolarmente esposte dal barone Mayor in ordine al tonnellaggio assai modesto indicato a Pavigi come strettamente necessario nostri trasporti. Raccomandate vivamente al Governo britannico di non indugiave ulteriormente a fare il possibile per soddisfare gli urgenti bisogni dell'Italia. Riguardo alla situazione carbone basti considerare che gli arrivi attesi pel mese di dicembre in misura eguale appena alla metà di quella necessaria al consumo ristretto, si verificano notevolmente più scarsi di quelli previsti. Null'altro può ormai prelevarsi dalle scorte, come si fece finora per riparare all'insufficienza degli arrivi, che scorte sono ormai quasi del tutto esaurite. Se mi rivolgo io stesso all' E. V. pregandola di rivolgersi direttamente al capo di codesto Governo gli è che la quistione del momento attuale non è tecnica ma essenzialmente politica. Tecnicamente nostre grandi deficienze furono ancora una volta riconosciute nell'ultima conferenza di Parigi e la Francia aveva assunto di fornirci straordinariamente 150 mila tonnellate riservandosi di richiederle all'Inghilterra. Pare che l'Inghilterra non possa assumere questo impegno; non posso interloquire sulla quistione come si presenta tra i due Governi alleati ma ripeto che l'urgenza dell'Italia è tale da rendere necessario un aiuto immediato. Anche arrestando ogni movimento di armi e munizioni e limitando l'uso del carbone alle sole ferrovie bisogna avvertive che :hl consumo, anche dopo le estreme riduzioni di treni già avvenute, ascende a 215 mila tonnellate per mese. Ai primi di dicembre le ferrovie possedevano lOOmila tonnellate al 12 dicembre erano arrivate solo 50mila. Già il movimento ferroviario d'Italia comincia ad arretrarsi: circa tremila carri carichi dd cose essenziali alla vita sono fermi per mancanza di carbone nei depositi [sic] è oramai quotidiano. Senza aiuto immediato la situazione non potrà che pegiorare con effetti forse

più gravi di una stessa disfatta militare.

Questa è la situazione che io debbo dichiarare con doverosa franchezza. Nè certo ci si può rimproverare tardività nel segnalare la situazione poiché

V. E. ricorderà che sin dal maggio io venni appositamente costà per far presente appunto tutta la gravità della situazione. Sorpassando sopra ogni discussione dei tecnici, occorre immediatamente provvedere per lo meno all'invio di quelle 150.000 tonnellate di cui si parlò nella conferenza di Parigi.

Eguale comunicazione faccio all'ambasciatore di Italia a Parigi.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 680, pag. 469. (3) -Gruppi indecifrati.
723

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'INCARICATO D'AFFARI AD ATENE, NANI MOCENIGO

T. GAB. 1959/266. Roma, 16 dicembre 1917, ore 20,30.

Non approvo che V. S. abbia tenuto a codesto Ministro degli Affavi Esteri discorso riferitomi nel suo telegramma n. 384 (l) essendo evidenti inconvenienti che può produrre presso Governi alleati eventuale eco di consimile discorso.

(l) Cfr. n. 701, pag. 480.

724

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E AL MINISTRO A LISBONA, SERRA

T. 1633. Roma, 16 dicembre 1917, ore 22.

(Solo Lisbona) Telegramma di V. S. n. 103 (1).

(Meno Parigi) R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue: " Atteggiamento ecc. ecc. tel. 4580/844) (2). (Solo Parigi) Telegramma di V. E. n. 844. (Meno Lisbona) Ho telegrafato al R. mtnistro a Lisbona quanto segue: (Per tutti) Concordo con atteggiamento assunto dal Governo francese e la

prego di tenersi contatto coi colleghi di Francia e d'Inghilterra per tenere linea di condotta analoga.

725

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3285/427. Parigi, 16 dicembre 1917, ore 19,28 (per. ore 24).

Ho avUJto ieri sera la visita del tutto inattesa del signor Venizelos che non conosco se non per averlo incontrato alla conferenza interalleati. Egli mi dtsse che desiderava esprimermi le sue speranze che le dlifficoltà esistenti fra Italia e Grecia andranno eliminate e la sua ferma convinzione che una soluzione soddisfacente per ambo le parti sarebbe agevolmente ragg,iunrta. Egli riassume le questioni pendenti in tre gruppi:

Asia Minore, Epiro, Dodecanneso. La questione d eH' Asia Minore è secondo lui attualmente eliminata o almeno aggiornata dagli avvenimenti, le Potenze dell'Intesa anziché pens,are a :smembrare la Turchia sarebbero liete di staccarla dalla Germama e concludere con essa una pace separata. Circa l'Epiro egli riconosce come assolutamente indiscutibili i diritti dell'Italia su Valona ed un conveniente hinterland, egli richiamava in proposito gli accordi italiani greci elaborati sotto gli auspici dell'Inghilterra nei primi mesi de~ 1915 e dopo avere avuto conoscenza dei fatti di Londra pubblicati dai mass'imalisti constatava che non erano affatto incompatibili con le aspirazioni della Grecia. Circa il Dodecanneso egli mi disse che prima della guerra egli si era già dimostrato disposto a riconoscerei la piena sovranità di Stampa11ia che ha la maggiore importanza militare. Ora la nostra dominazione sulle 1isole essendosi prolungata, era dispo

sto a riconoscerei maggiori diritti e quindi anche la piena sovranità su Rodi, la sola isola che presenti un qualche valore. Egli pensava quindi che su questa base sarebbe facile un'intesa fra l'Italia e la Grecia che egli considerava vantaggiosa per entrambi i Paesi. Ho accolto come di ragione l'esposizione di Venizelos con tutta la opportuna cortesia ma anche con la necessaria riserva. L'ho ringraziato delle amichevoli dichiarazioni che mi faceva all'indirizzo del mio Paese ed ho aggiunto che non potevo entrare nel merito delle varie questioni non solo perché non autorizzato a farlo ma anche perché non avendo avuto occasione di occuparmene nel mio posto precedente che ho lasciato da poche settimane, conoscevo insufficientemente i particolari delle questioni medesime. Ho avuto anche cura di !asciarlo ·in dubbio circa l'esattezza dei documenti pubblicati a Pietrogrado. Ho avuto l'impressione che Venizelos desideri veramente di venire ad intesa con noi. Egli mi ha detto che appena che avrà definito qui le questioni di vettovagliamento che lo trattengono a Parigi, si fermerà nel viaggio di ritorno per Roma e parlerà di tutto quanto a V. E.

(l) -T. 4577/103 del 15 dicembre, non pubblicato: destituzione Presidente della Repubblica portoghese e dimissioni del ministero Costa. (2) -Del 15 dicembre, non pubblicato: atteggiamento di attesa del Governo francese di fronte agli avvenimenti portoghesi.
726

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DEL TESORO, NITTI

T. 17888. Roma, 16 dicembre 1917.

Mio telegramma 17861 del 15 corrente (1).

Il Barone Mayor telegrafa quanto segue:

• -Il Comitato interalleati ha preso nome Comitato degli acquisti di gue1-ra e loro funzionamento. In esso Crosby ha sollevato questione circa spiegazioni da darsi al Giappone per non ammetterlo. Si è deciso che Crosby addurrà all'ambasciatore del Giappone che suo Paese non è compratore, soggiungendo però, che quando l'occasione lo comporti sarà sempre inteso e consultato. Si studia il metodo uniforme di presentare il fabbisogno e le questioni delle riduzioni necessarie domande alleati superando disponibilità mensile Tesoro Governo Stati Uniti a loro favore nella proporzione fino ad ora di 7 a 2. • -Prego ancora sollecitare invio di tutti i nostri particolareggiati e completi fabbisogno •.
727

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3289/558. Londra, 16 dicembre 1917, ore 22,18 (per. ore 4,50 del 17).

Mio telegramma Gab. n. 550 (2). Questo incaricato d'affari russo mi ha dato lettura avant'ieri di una nota da lui diretta a Balfour in base ad una comunicazione ricevuta dall'ambascia

tore a Parigi relativa alla Finlandia. A mia preghiera egli me ne inviò copia. Maklakoff opina essere interesse russo e degli alleati di adottare un contegno comune e definito rispetto alle esigenZle finlandesi appoggiando i partiti adoperantisi a ristabilire l'ordine. Ciò allo scopo di eV'itare che Finilandia cada in mani tedesche. È essenziale trattare la questione come un problema • de facto • senza pregiudicare la sua soluzione legale. Riconoscimento della Finlandia non può avvenire senza partecipazione della Russia perché costituirebbe una violazione dei suoi diritti. Creazione di uno Stato indipendente in così stretta prossimità della capitale della Russia metterebbe in serio pericolo la sicurezza dello Stato vicino. Non sarebbe del resto avveduto riconoscere uno Stato che non ha dato garallZiia alcuna contro una invasione della Russia attraverso proprio territorio. Sarebbe per tali motivi desiderabile stabilire relazioni d'affari con Finlandia, avere quivi temporaneamente i rappresentanti ufficiosi e :rtinv:iare soluzione definitiva della questione costituzionale alla conferenza della pace e quanto meno fino al momento in cui sarà istituito in Russia un potere costituzionale sovrano. Nell'adozione di qualsiasi altro provvedimento non .potrebbe consentire Russia. Nabokoff nel corso della conversa2lione attirò il.'attenzione mia specialmente su di un passaggio della comunica2lione Maklakoff relativa in tesi al movimento separatista in Russia. Nabokoff manifestò la sua ferma convinzione che lo stabilimento di un dittatura militare di cui l'autorità si estendesse a tutta la Russia è attualmente impossibile. • In Russia, diceva lui, l'unico dittatore possibile era lo zar che oggi non esiste più •. La dittatura imperiale del resto era soprattutto morale e spirituale poiché nel fatto varie provincie del vasto impero erano governate dai rispettivi governatori. Gli alleati commetterebbero grave errore se aspettassero la noti2Jia della istituzione di simile dittatura per entrare in relazione con colui che si addossasse siffartta sovrumana responsabilità. Occorre invece mettersi in contatto con organizzazioni patriottiche contrarie ai massimalisti. Notizi,e giuntegli indicano che tali organizzazioni si stanno formando nella Russia meridionale. È dunque a quei

• Governi provvisori • che occorre fare appello dando loro sostegno morale ed appoggio materiale che li aiuti a combattere il comune nemico riusdto ad impadronirsi del fronte settentrionale e delle due capitali della Russia.

Nabokoff concludeva essere necessario persuadersi che 'la Russia settentrionale è ormai praticamente nelle mani tedesche. Necessità quindi convergere gli sforzi per salvare praticamente e militarmente Russia meridionale con che si verrebbe anche in soccorso della Romania. Tali intendimenti si è ancora in tempo a raggiungere con oculata efficace abile azione presso i vari Governi provvisori.

(l) -Cfr. n. 717, pag. 494. (2) -Cfr. n. 676, pag. 468.
728

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4603/813. Londra, 16 dicembre 1917, ore 18 (per. ore 7,10 del 17).

Comitato economico interalleato. Dai telegrammi di Mayor e di Attolico ho constatato che erano esatte impressioni circa importanza e vastità compito

19 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

comitato, e conseguenti giusUficate raccomandazioni che mi ero permesso di sottoporre coi miei telegrammi nn. 709 (l) e 720 (2) e Gabinetto n. 518 (3) e n. 522 (4). In vista nostri interessi richiedenti partecipazione di un ministro della Corona, permettomi di ritornare sull'argomento rinnovando premure, istanze perché predette mie raccomandazioni siano prese in considerazione benevola dal R. Governo.

Parmi comunque di primaria necessità ed urgenza che alla prossima riunione del comitato i nostri delegati siano posti in grado di esporre con dati precisi, esaurienti, ineccepibili il nostro fabbisogno generale in connessione con la speciale nostra situazione presente dal triplice aspetto economico, finanziario e militare.

729

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4607/1397. Pietrogrado, 16 dicembre 1917 (per. il 17).

Organo del Soviet pubblica che ieri quartier generale ha comunicato al consiglio dei commissari la conclusione dell'armistizio. Mi risulta che data scadenza armistizio sarebbe 12 gennaio nuovo stile. Condizioni dell'armistizio non sono state pubblicate.

730

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1638. Roma, 17 dicembre 1917, ore 23.

Mio telegramma 1610 (5).

Il R. ministro in Stoccolma fa riflettere nostra situazione di fronte negoziati con Svezia è ora modificata specialmente nei seguenti punti in relazione a quella che era esposta nel memorandum da lui mandato nel 1916 a V.E. per

Attolico:

l) Svez,ia pel momento non ha grande bisogno nostro zolfo per fabbricazione cellulosa ed è avversa ad impegnarsi non riespo!"tare piriti Germania. Molte fabbriche cellulosa lavorano ora con pil"iti e sono anche arrivati carichi considerevoli zolfo americano. A noi conviene, per contro, procurare non perdere per quanto possibile vecchi clienti svedesi nostro zolfo. 2) Transito per Russia ha ormai poca importanza per noi data situazione interna Russia e difficoltà navigazione. Del resto concludendosi accordo fra Potenze alleate e Svezia Governo svedese dovrebbe per l'avvenire essere in genere molto più corrivo

neLla questione transito. 3) Sebbene produzione svedese cellulosa sia diminuita per mancanza materie prime non credesi (all'infuori qualsiasi compenso) avremo difficoltà a poterla esportare quando disponessimo tonnellaggio necessario esistendo Svezia scorte considerevoli cellulosa.

Prego tener presenti tali rilievi osservando quanto importante sia che zolfo americano abbia stesso trattamento che nostro.

(l) -T. 4096/709 del 16 novembre, non pubblicato: colloquio con Crosby circa funzionamento Comitato Interalleati. (2) -T. 41301720 del 17 novembre, non pubblicato. (3) -Cfr. n. 476, pag. 322. (4) -Cfr. n. 500, pag. 339. (5) -Cfr. n. 694, pag. 477.
731

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 1640. Roma, 17 dicembre 1917, ore 23.

Suo telegramma n. 673 (1). Pregola ringraziare lega boema assicurandola simpatie nazione ita!Liana per nazione czeco-slovacca.

732

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DEL TESORO, NITTI

T. s. N. Roma, 17 dicembre 1917.

Mio telegramma 17888 del 16 corrente (2).

Il R. ambasciatore in Londra telegrafa che dai telegrammi di S. E. Mayor e del comm. Attolico egli ha constatato che erano esatte le sue impressioni circa importanza e vastità compito Comi,tato, e conseguentemente giustificate le raccomandazioni di lui (vedi miei telegrammi 15846 del 16 novembre e 15932 del 18 novembre u.s.) (3). In vista dei nostri interessi richiedenti partecipazione di un Ministro della Corona, il Marchese Imperiali ritorna sull'argomento rinnovando premure ed istanze perché le predette sue raccomandazioni siano prese in considerazione benevolmente dal R. Governo.

Egli crede comunque di primaria necessità ed urgenza che alla prossima riunione del Comitato, i nostri delegati siano posti in grado di esporre con dati precisi, esaurienti, ineccepibili il nostro fabbisogno generaLe in connessione con la spec:iale nostra situazione presente del triplice aspetto economico, finanziario e militare.

Circa le impressioni sul Comitato interalleato di cui sopra è parola i.J. R. ambasciatore si riferisce ad una sua precedente comunicazione del seguente tenore:

• Non mi è sfuggita l'importanza speciale del Comitato interalleato. Quale mi venne deLineato da Crosby esso mi appare quasi come una diretta appendice del Consiglio centrale di Versailles. Per tale motivo appunto avevo rappresentato la convenienza dell'eventuale partecipazione del Ministro del Tesoro alle prime sedute. House ha convenuto osservando che l'assistenza americana specie

in materia finanziaria deve essere proporzionata ai bisogni e non • competitive • come fu finora. Ho trovato il suo suggerimento eccellente e ne ho caldamente augurato la possibile realizzazione. Mi ha detto pure che egLi parteciperà alla prossima seduta del Consiglio centrale: dovrà tuttavia partire subito per l'America perché deve colà 1avorare alla preparazione dell' • American Case • nella futura confel'enza. Se necessario tornerà a partecipare ,eventualmente alle sedute nelle quali si dovesse discutere le misure decisive per questioni g,enerali dì eccez,ìonale importanza ».

Gradirò conoscere le decisioni che V. E. avrà preso in argomento d'accordo coi colleghi interessati.

(l) -Cfr. n. 699, pag. 480. (2) -Cfr. n. 726, pag. 500. (3) -Non pubblicati.
733

IL COMMISSARIO GENERALE PER I RIFORNIMENTI, MAYOR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4615/851. Londra, 17 dicembre 1917 (per. il 18).

Nella seduta unica di sabato del comitato ìnteralleato acquisti e finanziamento, Clemente! fece lunga ,esposiZlione sacrifici Francia sue perdite in uomini e territori, sua diminuita produzione, disquilibrìo prezzi derivatone ecc. Parlò dei bisogni della Francia in denaro per nuovi acquisti, per restituzione pagamenti in battelli ed in carichi; concludendo con l'invitare Governo Stati Uniti a fare se occorre uno sforzo anche maggiore di quello rep1icatamente fissato da Crosby in 500.000.000 dollari mensili per sei mesi. Oiò che importa è resistere in questi prossimi mesi a qualunque costo. Crosby mostrò le difficolità in cui travasi Governo Stati Uniti derivanti dalle non iUimitate disponibilità, dalla mentalità del Congresso, dall'opinione pubblica, dalla legislazione esistente. Invitò alleati a cercare denaro anche presso i p,aesi neutrali obbligandoli, poiché ne abbiamo i mezzi, ad accettare le nostre condiztoni come si fa ora specialmente con successo con l'Argentina. Occorrendo, il comitato convocherebbe 'le loro rappresentanze diplomatiche. Circa proseguimento lavori Crosby conferma che prodotti alimentari avranno assoluta priorità e rìducibi1ità minima. Egli però desidera conoscere quanto ciascuno acquista nei paesi neutrali prima e poi agli Stati Uniti; desidera avere di ciascuno la bilancia deJ. commercio, importazione ed esportazione; vuole conoscere i bisogni di ciascuno per il prossimo tDimestre complessivamente e per il gennaio partitamente. Prepariamo conforme al modulo proposto da Clemente! comunicazione nostro fabbisogno da p1.1esentare mercoledì. Ci occorre qui in rappresentanza ministero Tesoro un competente econo

mista come già ha avvertito Attolico. Il quale telegrafa al comitato m~nistri circa questioni separate.

734

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3310/192. Stoccolma, 17 dicembre 1917, ore 19,35 (per. ore 20,10 del 19).

La visita di Scheidemann fa supporre che Stoccolma possa essere di nuovo teatro dì intrighi socialisti in senso pacifista. Se V. E. desidera che io sia in

grado di informarla in proposito altrimenti che quello che risultò dai giornali, converrebbe che il signor Piscel il quale si trova ·tuttora qua fosse autorizzato a rimanere a mia disposizione. Siccome ,egli è attualmente sprovvisto mezzi sarebbe necessario regolare subito la sua situazione finanziavia accordandogli un'indenni,tà giornaliera di 30 corone più a suo tempo le spese di viaggio di ritorno. Io dovrei essere autorizzato a fargli l'anticipazione di 500 corone e pagargli poi mensilmente l'indennità tirando tratta su codesto ministero. Per i suoi rapporti con Huysmans e colla Balabanoff, Piscel, che d'altra parte è persona sicura, potrebbe apprendere cose utili. Egli dovrebbe sempre agire in perfetto accordo con me e credo che converrebbe !asciargli appar,entemente una certa libertà personale, la quale potrebbe rendere più proficua la sua opera.

Se V. E. crede accogliere la mia proposta le sarei grato ·impartirmi in proposito le direttive che crederà più opportune indicando specialmente se il Piscel potrebbe eventualmente entrare in contatto anche con Scheidemann e Parcus o altri socialisti nemici. Prego V. E. rispondere d'urgenza dovendo altrimenti Piscel partire col prossimo piroscafo.

735

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4630/814. Londra, 17 dicembre 1917 (per. il 19).

Comi•tato parlamentare del Congresso delle • Trade Unions » ed il comitato esecutivo del partito laburista hanno di comune accordo elaborato e pubblicato un programma scopi guerra ,e politica di pace da sottomettere al prossimo consiglio nazionale dei lavoratori britannici. Trascrivo paragrafo concernente nostre rivendicazioni territoriali: Il movimento laburista britannico dichiara la sua più calda simpatia con popolazioni di sangue e lingua italiana che sono state lasciate all'infuori della incomoda ed indifensibile frontiera assegnata all'Halia in seguito passati accordi diplomatici e appoggia la loro esi· genza ad essere riunite con quelle della medesima razza e lingua. Si rende conto altresì della necessità di accomodamenti per assicurare legittimi interessi popolo italiano nei mari adiac•enti, ma non. ha simpatia con i vasti scopi di conquista dell'imperialismo italiano, e ritiene che tutti i legittimi bisogni possono essere tutelati senza precludere analogo riconoscimento dei bisogni altrui o l'annessione di territori di altri popoli. Per quanto concerne Alsazia e Lorena programma laburista, caldamente simpatizzando con gJ,i eventuali abirtanti

• chiede 'in conformità dichiara2lione socialisti francesi che agli abitanti stessi sia concesso, sotto la protezione dell'autorità supernaz,ionale cioè la lega delle nazioni, di decidere liberamente quale sarà loro posizione futura ».

Invio per posta testo intero programma.

736

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 116/51. Parigi, 17 dicembre 1917.

Con riferimento al telegramma di V. E. del 12 corrente n. 17 (1), ho l'onore d'informarla che l'ambasciatore d'AmeDica a Parigi ha comunicato al presidente del Consiglio montenegrino che ,n suo Governo, pur confermando che avrebbe visto con piacere l'istituzione di una rappresentanza del Montenegro a Washington, desiderava che a titolare di essa fosse designata una persona diversa da quella del signor Pietro Plamenatz sul quale era stato chiesto il gradimento.

Questa visposta ha molto contristato il re Nicola che ritiene il signor Plamenatz uno dei più capaci e devoti uomini rimasti ligi aHa sua persona, ed ha penosamente impressionato il Governo montenegrino che vi scorge la solita mano deg1i agenti serbi, instancabili nel tramare ai danni del Montenegro e che cercano di svalutare, con ogni mezzo, il successo ottenuto da quello con la creazione di una sua legazione agli Stati Uniti.

Questi timori si sono accresciuti dopo la partenza (che V. E. probabilmente già conosce) del signor Vesnic, or è una diecina di giorni, per gli Stati Uniti, dubHandosi, a ragione, che egli non mancherà di adoperare tutta la considerevole influenza di cui dispone per danneggiare colà la situazione del Montenegro ed alienare al piccolo stato ed al suo sovrano le simpatie che tuttora vi godono.

La questione dell'annessione del Montenegro cresce infatti d'importanza per la Serbia a misura che minori appaiono le sue probabilità di accr:escersi e di sboccare al mare a danno dell'Austria-Ungheria.

Re Nicola prima di sottoporre al Governo di Washington un altro nome che, data la mancanza di persone competenti, sarebbe probabilmente quello del Signor Dobrecitch, attualmente aggiunto al consolato generale di Roma, persona dabbene ma di nessuna iniziativa e di poca attività, ha insistito perché pregassi V. E., di autorizzare, possibilmente, H R. ambasciatore a Parigi a fare presso il suo collega d'America qualche passo amichevole per indurlo a sottomettere nuovamente alla considerazione del suo Governo il nome del signor Plamenatz; facendo rilevare com'egli sia stato il solo uomo politico montenegrino che al momento della occupazione austriaca si opponesse recisamente a11a domanda di pace separata imposta al re dagli altri suoi consigLieri, e che lo sostenesse nella sua decisione di abbandonave il Montenegro.

Ciò, per altro, è conforme al vero. Sorvolo sulle altre prove di fedeltà all'Intesa date dal signor Plamenatz perché dubito che V. E. voglia, ad ogni modo, intervenire nella sua questione.

Prevedendo il caso che Ella non creda di poter accogliere il desiderio del re, o che, accogliendolo, i nostri buoni uffici non riescano a modificare la decisione del Governo americano; Sua Maestà, per riabilitare in qualche maniera il signor Plamenatz così da potere eventualmente usufruire dei suoi servizi,

desidererebbe molto confidargli, se V. E. non vi si oppone, una missione in Italia, come suo ministro, od incaricato d'affavi o sotto qualche aUra forma.

La nomina del signor Plamenatz a rappresentante del Montenegro in Italia, immediatamente dopo il rifiuto americano, non mi sembra che possa prendersi in considerazione ma se qualche cosa potesse farsi in suo favore, credo che guadagneremmo definitivamente (sempre nel senso balcanico della parola) alla nostra causa un uomo che non manca di valore, e che, punto vivamente nel suo amor proprio dalla recente offesa ch'egli attribuisce ai serbi ed agli jugo-slavi potrebbe renderei dei servizi.

(l) Non pubblicato.

737

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

R. 573/188. Le Hàvre, 17 dicembre 1917.

Il Governo tedesco con la consueta perseveranza prosegue nella campagna di stampa a fine d'insinuare che l'attitudine del Governo belga è stata sleale a danno della Germania.

Dopo numerose pubblicazioni sin dal novembre 1914, sulle quali ho più volte riferito, tendenti a dimostrare che il Belgio avea da se stesso, prima della guerra, violato la propria neutralità permanente, ora la Koelnische Zeitung, ha pubblicato, in fine di novembre, articoli nei quali è asserito che in Africa furono i Belgi che aprirono le ostilità e che i Tedeschi resident.i al Congo Belga vennero privati della libertà individuale.

Il Governo belga ha creduto far smentire siffatte affermazioni. Un comunicato è apparso nel foglietto che si pubblica qua a cura di uno degli uffici di propaganda: ho l'onore di accluderne un esemplare (l).

Sull'argomento delle ostilità nell'Africa parmi opportuno ricordare qui che fu precisamente il Governo belga, come riferii a V. E. Jn tempo debito, il quale prese l'iniziativa, al principio della guerra, di proporre che questa non fosse estesa all'Africa Centrale nell'interesse della comune missione civHizzatrice delle varie Potenze, e diede immediatamente ordine al Governatore generale del Congo di tenersi scrupolosamente sulla difensiva. Dapprima sembrò che la proposta sarebbe stata favorevolmente accolta a Parig,i, ma in segui,to a parere contrario del Governo britannico essa cadde; d'altra parte, mentre si discuteva tra i Gabinetti di Bruxelles, Londra e Parigi, le ostilità erano già cominciate nel Protettorato britannico dell'Africa Centrale e nel porto germanico di Dar-es-Salam, secondo un rapporto del Ministro del Belgio a Londra, 17 agosto 1914. Tutto ciò si rileva dal libro grigio belga n. l, da me spedito nel dicembre 1914. La proposta belga era perfettamente giustificata, oltre che dalle predette considerazioni d'ordine morale, dall'Atto generale della Conferenza di Berlino, 1885. All'infuori del Belgio, che avea evidente interesse a mantenere la pace nell'Africa Centrale, ed era privo di ambizioni di acquisti territoriali, Francia, Gran Bretagna e Germania trovarono di loro convenienza allargare alle colonie africane.

(l) Non si pubblica.

738

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. 1645. Roma, 18 dicembre 1917, ore 22.

Suo telegramma n. 705 (1).

Presidente Confederazione elv,etica comunicando Paulucci prossimo ~ermine trattative con delegati francesi 'inglesi prestito 20.000.000 mensili gli disse che delegati stessi assicurarono essere Italia d'accordo con alleati per ripartizione. Presidente Confederazione desidera conferma tale accordo prima di concludere negoziati. Sull'argomento ImperiaLi telegrafa avere Foreign Office autorizzato ministro britannico Berna far presente Governo elvetico che anche Italia potrebbe desiderare contrarre prestito Svizzera avvertendo però che condizioni eventuale prestito all'Italia riguardavano solamente Governi itaLiano e svizzero e non Ingruilterra. Data discrepanza informazioni e non esù:>tendo accordi con noi ministero Tesoro desidera sia chiarito se prestito è trattato comulativamente da Francia e Inghilterra oppure separatamente ed a quali condizioni rispettiv,e. Prego

V.E. indagare ,e rif.erirmi d'urgenza per il caso in cui sia ancora possibile da parte nostra partecipazione prestito od altra operazione simHe con Svizzera.

739

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1652. Roma, 18 dicembre 1917, ore 22.

Mio telegramma n. 1626 (2).

Agente diplomatico Cairo telegrafa:

• Ho avuto una conversazione oggi con il Generale Clayton Capo Ufficio politico tornato dal fronte, a proposito Missione Senni, mettendo in rilievo e lagnandomi interpretazione usata per Picot.

Mi rispose confermando questi entrò Gerusalemme in virtù ordini venuti da Londra come addetto al Comando 'in qualità sembra della Commissione franco-ing1ese in Siria.

Fino a che nemico sia a quattro o cinQue chilometri da Giaffa e Gerusalemme Hallenby non 1intende fare eccezione alcuna al divieto concernente civili. Promise però riparlarne generale Hallenby, assicurando Senni sarà la prima persona autorizzata recarsi Gerusalemme appena situazione militare lo consentirà •.

Pregola rinnovare 1lagnanze per disuguaglianza trattamento fattoci e ora che truppe alleate in Palestina han fatto nuovi progressi verso nord Gerusalemme ottenere pronta partenza Senni.

(l) -Non pubblicato. (2) -Del 15 dicembre di Borsarelli, non pubblicato.
740

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI A PARIGI, BONIN, E A MADRID, CARLOTTI

T. GAB. PER CORRIERE 1963. Roma, 18 dicembre 1917.

Questo ambasciatore di Spagna mi ha confidenzialmente informato che in occasione della presa di Gerusalemme il suo Governo ha diretto una Nota al Governo britannico espDimendo fiducia che i diritti e gli interessi spagnuoli a Gerusalemme saranno salvaguardati.

Analoga comunicazione confidenziale d'ordine del suo Governo ha fatto l'ambasciatore di Spagna a Parigi al Governo franoese.

741

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4613/321. Cairo, 18 dicembre 1917.

Questo agente diplomatico Spagna mi comunica che consolato di Sua Maestà Cattolica a Gerusalemme, avendo assunto tutela interessi austro-tedeschi, non è più in grado esercitare protezione nostri interessi.

742

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4622/108. Lisbona, 18 dicembre 1917, ore 16,22 (per. ore 5,25 del 19).

Suo telegramma del 16 corrente (1).

Ministri del Belgio, Francia, Inghilterra ed io iniziato con nuovo Governo relaZJioni di fatto con carattere strettamente ufficioso. All'uopo abbiamo dato lettura di una dichiarazione identica per le quattro legazioni.

Segue rapporto.

743

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3308/431. Parigi, 18 dicembre 1917, ore 19,50 (per. ore 13,30 del 19).

La conclusione dell'armistizio sulla fronte russa pl'oduce qui sull'opinione pubblica una impressione deprimente. Vi è molta irritazione contro la Russia.

Si prevede l'inevitabile ripercussione delle forze tedesche sul fronte anglo-francese. Clemenceau mi aveva detto l'altra sera che aveva migliori notizie dalla Russia meridionale, ma Pichon che vidi ieri sera per l'affare della • Nicolaos • e con cui potei parlare solo brevissimamente della situazione generale, mi si mostrò tutt'altro che ottimista.

(l) Cfr. n. 724, pag. 500.

744

IL REGGENTE L'AJ\IIBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4634/1399. Pietrogrado, 18 dicembre 1917, ore 23,45 (per ore 20,15 del 19).

17 dicembre. In una seduta al comitato esecutivo dei Soviet Trotsky nell'annunciare conclusione armistizio disse che un serio conflitto e·ra scoppiato fra i delegati russi e tedeschi nella questione del trasporto di truppe dal fronte russo a quello occidentale. Delegazione russa chiese istruzioni al Consiglio dei rappresentanti del popolo H quale rispose di considerare divieto di trasporto di truppe come condizione sine qua non. Le condizioni dell'armisti~io non sono ancora ufficialmente comunicate, esse secondo mi è stato riferito, sarebbero le seguenti: armistizio che scade in gennaio potrà essere automaticamente rinnovato se non denunziato sette giorni prima. Sul fronte europeo linea di demarcazione dei due eserciti resta fissata da quella dei reticolati. Le parti contraenti si obbligano non concentrare truppe nei porti del Mar Nero e Baltico. Le navi da guerra russe potranno liberamente navigare nelle isole Aland. Governo russo garantisce che navi dell'Intesa che si trovano oggi nei mari russi e quelle che potrebbero giungere apprenderanno armistizio. Parti contraenti appena armistizio sarà entrato in vigore procederanno alle trattative di pace. Russi, turchi si dichiarano pronti 'evacuare Persia e a tale scopo entreranno subito in relazione con il Governo persiano. Saranno prese misure per scambio internati civili ed !invalidi, assestato il fronte, e per migliorare situazione prigionieri di guerra. Saranno fissate norme per stabilire certi contatti amichevoli fra le truppe dellie due parti ed intanto è ammesso scambio giornali, carte postali e commercio di oggetti di prima necessità. Se questi patti dell'armistiZJio sono quelli effettivamente stipulati, vi si potrebbe rilevare un resto di pudore da pa!'te di Trotsky verso gli allea,ti, di avere insistito sulla questione del trasporto deUe truppe austro-tedesche al fronte orientale e su quella dei prigionieri per i quali, per ora si provvede solo

al miglioramento della rloro situazione, con ogni probabilità però che tutto ciò sarà teol"ico. I tedeschi oltre il resto, si sono già assicurati un principio di sbocco commerciale e l'acquisto di alcune materie, in quanto all'inizio delle trattative di pace Trotsky si sente !liberato da ogni vincolo con gli alleati, dal momento che essi non hanno risposto alle sue proposte.

745

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4643/1400. Pietrogrado, 18 dicembre 1917 (per. il 20).

Ambasciatore d'Inghilterra ha riunito tutti i capi missione per discutere situazione in seguito lettera di Trotsky riguardante i corrieri di cui tratta telegramma n. 1395 di questa ambasciata in data 15 dicembre (1). Dopo uno scambio d'idee e constatata graV'e difficoltà in cui ci si veniva a trovare, ambasciatore di Francia riferendosi formula già concordata per il visto nei passaporti dei privati che escono dalla Russia, propose inviare console a Trotsky discutere questione e proporgli che, salvo approvazione rispettivi Governi, si sarebbe potuto ammettere invdo corrieri russi iscrivendo però sul loro passaporto l'impegno che essi giunti all'estero non si sarebbero occupati di propaganda. Aggiunse che se poi corrieri avessero contravvenuto impegno, verrebbero a perdere loro carattere ed i Governi avrebbero libertà di azione. Osservai da parte mia che questa proposta mi sembrava pericolosa perché invio corrieri di cui precedentemente era ignota destinazione non aveva altro scopo che la propaganda pacifista e rivoluzionaria che essi giunti nelle diverse capitali avrebbero trovato modo di fare senza compromettersi personalmente e se si fossero compromessi ne sorgerebbero gravi incidenti ed aggiunsi che se Trotsky aderiva a queste proposte e nostri Governi, come avevo ragione di ritenere, negassero autorizzazione la situazione ne sarebbe risultata più complicata. Proposi che consoli si limitassero ad andare a discutere e dicess,ero che la questione sarebbe stata poi sottoposta ai Governi che avrebbero deciso d'accordo. Con ciò si sarebbero portate le cose per le lunghe ed intanto i nostri corrieri avrebbero potuto continuare a viaggiare. La maggioranza dei colleghi, però, basandosi sul concetto che era asso,lutamente necessario ad ogni costo assicurarsi comunicazioni coi rispettivi Governi accettò proposta ambasciatore di Francia e fu stabilito che consoli Francia, Inghilterra, Danimarca si mettessero in rapporti con Trotsky nel senso sopra indicato. Probabilmente giovedì sera sarà noto esito di questo passo.

746

IL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI BRITANNICO, BALFOUR, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

N. 233745/W/44. Londra, 18 dicembre 1917.

With reference to Your Excellency's memorandum, No. 4999, of the 27th ultimo, regarding the desire of the Italian Government to send Count Senni, the Italian Consul at Cairo, temporarily to Jaffa, and, when possible, to Jerusalem in order to examine the numerous and important Italian interests in Palestine

and to provide for their safeguard, I have the honour to state that His Majesty's Government have given their careful consideration to rthe ltalian Government's request, but regret that while military operations are still 1in progress, it will not be possible to allow any foreign civilian officials to enter Palestine.

I would add that similar requests have also been received by His Majesty's Government from the French and Greek Governments and His Majesty's Government have felt bound to refuse in each case.

I desire, however, to assure Your Excellency that the British Military Authorities may be r'elied on to take measures to safeguard all Italian interests in the occupied area, and, if Your Excellency will be so good as to inform me of any interests which the Italian Government desive especially to protect, I shall be glad to call the attention of the Brit<ish Mcilitary Authorities to them.

(l) Cfr. n. 719, pag. 496.

747

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5258/1437. Londra, 18 dicembre 1917.

Riferendomi al mio telegramma gab. 558 del 16 dicembre (1), ho l'onore d'inviare all'E.V. la qui unita copia della nota di11etta da questo incaricato d'affari di Russia al signor Balfour e contenente le vedute dell'ambasciatore russo in Parigi, condivise dal signor Nabokoff, circa l'attitudine che, a suo avviso, sarebbe opportuno che le po'tenze alleate assumessero nei riguardi della Russia ed in particolave della Fin~andia. Unisco anche copia della lettera con la quale il signor Nabokoff mi ha inviato la nota predetta.

ALLEGATO I.

NABOKOV A BALFOUR

Londra. 1.1 dicembre. 1917.

A telegram I have received from our Ambassador in Paris with regard to Finland expresses views which I deem it my duty to lay before you.

M. Maklakoff states that it is in the interests of Russia and of the Allies to adopt in common a definite attitude towards Finland's claims, and to support the parties which are striving to restore order, so as to prevent that country from falling into the hands of Germany. Russian representatives with the Allied Powers recommend that contact should be established with all centres of order (such as the Ukraine, the Caucasus, etc.) which are now being formed in Russia in the midst of dismemberment and chaos. There lis therefore no reason why Finland's appeal should not be answe11ed. It is of course essential to treat the matter as a de facto problem without pi1ejudice to the possible legai solution. The recognition of Finland's independence by the Powers cannot be accomplished without Russia's paa:ticipation, as this would be an infringement of her rights. The creation of an independent State in close proximity to the capita! of Russia would seriously jeopardize the safety of the neighbouring State, and it would hardly

be wise to recognize a Power which has as yet given no guarantee agadnst Ger

man invasion into Russia across its territory. For these reasons it would seem

desirable to establish business relations with Finland, to have temporary unofficial

representatives in that country, and to put off a definite decision of the consti

tutdonal question till the peace conference or at least till soVTereign constitutional

power is created in Russia. The adoption of any other course cou1d not be acquies

ced in by Russia, upon whose representatives with the Allies vests the responsibili

ty of safeguarding the interests of their country.

I have the honour to inform Your Excellency that I entirely concur in these

considerations, and should be extremely grateful to receive the views of His

Majesty's Government on the matter.

ALLEGATO Il.

NABOKOV A IMPERIALI

N. CONFIDENZIALE. Londra, 14 dicembre 1917.

En Vous transmettant, selon Votre désir, une copie de la nota que j'ai adressée en date d'aujourd'hui à M. Balfour, je tiens à attirer Votre attention sur le passage de la dépéche de M. Maklakoff ayant trait au mouv,ement séparatiste en Russie. Je suis fermement persuadé qu'une dictature militaire dont l'autorité embrasserait la Russie toute entière est en ,ce moment chose impossible et que nos Alliés commettradent une grave erreur s'ils ,attendadent la nouvelle de l'établissement d'une pareille dictature pour entrer en relations avec celui qui entreprendrait cette tache surhumaine.

C'est avec les organisations patriotiques opposées aux maximalistes qu'il faudrait se mettre en contact. Les nouv,elles qui nous parviennent de la Russie indiquent que pareilles organisations sont ,en train de se former dans le sud de de la Russie. C'est à ces • Gouvevnements Provisoires • qu'il faut faire appel en leur donnant l'appui moral et le soutien matériel qui leur aidera à combattre notre ennemi commun, l'ennemi qui a réussi à s'emparer du front du nord et des deux capitales de la Russie.

(l) Cfr. n. 727, pag. 501.

748

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 3314/1071. Berna, 18 dicembre 1917.

Come l'E.V. avrà a suo tempo ril!evato, fra i documenti segveti pubblicati dal Governo provvisorio russo, erano compresi alcuni telegrammi invliati al suo Gove1mo, nel settembre e n~ll'ottobre scorso, da questo incaricato d'Affari di Russia, signor Onou, concernenti una presunta riunione di finanz~eri mglesi, francesi, tedeschi che ,avrebbe avuto luogo in !svizzera nei mesi di agosto, settembre u.s. A tali telegrammi fece puve cenno, mel suo ultimo discorso al Reichstag il Ministro degli Affari Esteri tedesco, smenterndo recisamente che tale riunione avesse avuto luogo.

Il signor Onou, il quale, con comunicato dirama,to alla stampa Svizzera, aveva già tenuto a far sapere che tali telegrammi non erano stati riprodotti fedelmente ed integra1lmente, ha ora diretto una comunicazione identica a me ed ai miei colleghi di Francia e d'Inghilterra, alla quale sono allegati i te,sti dei due telegrammi predetti.

Ho l'onore di trasmettere, ad ogni buon fine, alla E.V., in originale, la comunicazione del signor Onou insieme coi suoi allegati (1). Dalla comunicazione stessa risulta che una parte dell'archivio segreto dii questa Legazione di Russia è stato già messo in salvo fuori della Svizzera in previsione di qualche improvvisa visita di delegati del Governo provvisorio russo, la quale è tanto più probabile in quanto tutto il personale di questa Legazione russa ha pubblicamente dichiarato di non riconoscere il potere dei massimalisti. Ho motivo di credere che detto archivio segreto è stato affidato a quest'Ambasciata di Francia, che ne curò l'invio al Quai d'Orsay.

749

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA

T. GAB. 1966. Roma, 19 dicembre 1917, ore 20.

(Per Londra) Telegramma di V.E. Gab. n. 561 (2). (Per Pietrogrado e Parigi) R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

• Circa comunicazione... (come nel telegrailUllla Gab. n. 3296/561 • ).

(Per Parigi 'e Londra) Nella questione del riconoscimento del Governo massimalista conviene tener presente alcune informazioni riferite dal generale Romei che qui appresso riproduco per norma di linguaggio di V.E.:

• Consiglio Commissari popolo ha pubblicato un decreto con cui proibisce ulteriori sedute Costituente fino a che non potranno partecipare 400 membri cioè metà numero eletti e dopo aver dichiarato partito cadetti partito controrivoluzionario e nemico del popolo si impegna a non abbassare le armi nella lotta contro partito cadetto e truppe comandate da Kaledin dichiara che i capi della guerra civile contro-rivoluzionaria saranno arrestati, la rivolta borghese sarà schiacciata e conclude: • abbasso borghesia, nemici del popolo, proprietari terra, fuol'i, non devono aver posto nella Costituente. Viva rivoluzione, viva Soviet, viva pace •.

Governo massimalista continua tattica boicottare Costituente persistendo ar

resti deputati cadetti, e imporre partenza Pietrogrado a deputati massimalisti

giunti da prov~incie perché non si raggiunga numero legale di 400 deputati.

In tal modo Governo avrà modo rifare elezioni per sostituire deputati cadetti arrestati, ciò che gli darà modo di aumentare proprii aderenti.

Esso ripete manovra adottata per impadronirsi Duma P1ietrogrado che, sciolta dai massimalisti, è ora completamente massimalista essendosi altri partiti astenuti da nuove elezioni •.

(Per Pietrogrado) Ho comunicato il telegramma del marchese Imperiali al

R. ambasciatore a Parigi e fatto osservare a lui ed al marchese Imperiali quanto il gJenerale Romei riferiva al Comando Supremo il 13 e 15 dicembre coi telegrammi 1139 e 11462 (l) sugli schemi e mezzi d'azione usati dal Gove·rno massimalista.

(l) -Non si pubblica. (2) -T. 3296/561 del 17 dicembre, non pubblicato: Hardinge comunica che il Governo britannico sta cercando di entrare in relazioni ufficiose con i Governi della Russia meridionale e si riserva per il momento la decisione del riconoscimento del Governo massimalista.
750

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 1968. Roma, 19 dicembre 1917, ore 21.

(Meno Tokio). Ho telegrafato al R. ambasciatore a Tokio quanto segue: (Per tutti). Barrère mi pregava dare istruzioni V.E. perché appoggiasse passo ambascia.tore francese chiedente più attiva partecipaz.ione Giappone guerra.

Ho risposto sembrami più opportuno insistere risposta traverso ambasciatori giapPQnesi a Pal"igi Londra; che dubitavo, di fronte manifeste disposizioni contrarie Govemo giapponese, convenisse alleati mettevlo troppo al muro; solo Stati Uniti erano oggi posizione esercitare qualche pressione efficace. Avrei date istruzioni V.E. consultarsi prima fare qualunque passo con inglese e con col1ega francese esaminando meglio insieme questione opportunità metodo data poca speranza raggiungere qualsiasi imPQrtante risultato.

751

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA

T. GAB. 1969. Roma, 19 dicembre 1917, ore 21.

Barrère mi riferiva che Buchanan richiesto a Trotzky aveva consentito a che si desse il visto ingLese ai corrieri del governo massimalista diretti alla Gran Bretagna ed oltre. Noulens sembrava ritenere di doversi rassegnare a fare lo stesso per i corrieri che si recassero in Francia.

Nel comunicargLi quanto sopra Pichon non esprimeva a Barrère la propria opinione sul da farsi. Barrère personalmente si diceva avversissimo a qualunque concessione simile.

Ho risposto che anche a me una tale concessione non mi pareva utile né opportuna, visto: l o che non avevamo riconosciuto il Governo massimalista; 2o che questo aveva :inoltre dichiarato in una nota diretta alle missioni diplomatiche

(Per Parigi -Londra -Mio telegramma Gab. n. 1967) (l)

(Per Pietrogrado telegramma di V.E. n. 1395) (2) essere risoluto ad entrare anche in rapporti coi partiti rivoluzionari che debbono abbattere gli attuali Governi; 3° che l'intero corpo diplomatico russo si era rifiutato di rappresentare l'autorità massimalista (3).

(l) Non pubblicati.

752

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 3313/270. Washington, ... dicembre 1917 (per. ore 21,45 del 19).

Apprendo da fonte segreta: Il cancelliere germanico chiederà in questi giorni al popolo tedesco di pronunziarsi con un plebiscito circa la continuazione o meno della guerra sottomarina e provocherà un responso contrario alla guerra stessa. In pDevisione di che la marina tedesca è stata divisa ,con recente ordinanza in due, sezioni indipendenti, quella della marina imperia,le e quella dei sottomal"ilni. Questo plebiscito formerà la piattaforma di una nuova proposta di pace da lanciare per il Natale. La manovra tende a colpire essenzialmente gli Stati Uniti d'America, il Governo americano avendo dichiarato infatti di entrare in guerra contro l'impiego indiscriminato dei sottomarini e Wilson accusando il Governo imperiale di sopraffare la volontà del popolo. Si conta a Berlino di assestare un fiero colpo alla compagine ed alla resistenza del popolo americano inscenando la cessazione o la sospensione della guerra sottomarina in omaggio appunto al verdetto popolare. Scandaglierò in proposito Lansing.

753

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3312/76. Tokio, 19 dicembre 1917, ore 13,15 (per. ore 22,10).

Pur nulla tralasciando per intensificare le nost11e cordiali relazioni col Giappone specialmente in vista di un avvenire prossimo, è prudenza non fare assegnamento sulla sua cooperazione alla guerra al di là dell'imprescindibile obbligazione contra,tta finora tenacemente circoscritta al suo minimo rischio e massimo profitto immediato. La moderna cultura scientifica, la organizzazione militare giapponese sono prevalentemente teutoniche. Il feticismo nipponico per

la onnipotenza dello Stato ma:le comprende 1e ,idealità liberali latine britanniche e prima della guerra cercava a sostegno nella sua politica protezionista l'imperialismo germanico di cui troppo poco comprende il pericolo sebbene al momento decisivo abbia prevalso il giudizio di alcun'i uomini di Stato fra d. quali l'attuale ministro degli Affari Esteri. Bisogna che Wli alleati facciano toccare con mano al gesuitismo giapponese gli orrori attuaLi e la portalta della guerra affinché essi ci aiutino persuadendosi che la loro potenza dipenderà dalla somma dei sacrifici fatti mentre uno sfrenato profitto sarà gravosamente scontato. Dal mio arrivo ho preso l'iniziativa di sopprimere il mio ricevimento diplomartico e raccomando la sospensione delle so~irées dei pranzi diplomatici e governathri astenendomi intanto completamente dai primi. Credo riuscire nell'interuto grazie al cordiale accordo degli ambasciatori e alla cortesia giapponese ma è sintomatica la grande resistenza passiva :in queste piccolezze.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 719. pag. 496. (3) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 239.
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IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4641/236. Copenaghen, 19 dicembre 1917, ore 17,03 (per. ore 6,40 del 20).

Giornale Politicken pubblica corrispondenza da Ginevra firmata Holstein in cui si paragona Giolitti a CaHlaux di cui sarebbe stato ~ntimo e Ji.n cui si riferisce di agitazione giolittiana per una pace separata e di tumultuose sedute Parlamento tenute segrete, di numerosi arresti di pacifisti, di aumentata severità

censura. Prego comunicare Gallenga.

755

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3319/496.. Pietrogrado, 19 dicembre 1917, ore 1,05 (per. ore 17,15 del 20).

15 d'icembre.

L'ambasciatore di Francia mi ha detto oggi confidenzialmente che stamane Trotzsky gli aveva fatto sapere che si sarebbe reca,to all'ambasciata per avere con lui una conversazione senza chiedere se sarebbe stato ricevuto e che egli per non aggravare situazione dopo matura riflessione aveva deciso di non rifiutare visita. Oggi alle 15 ebbe quindi luogo conversazione che qui riassumo.

L'ambasciatore fece prima rHevare che, data la situa:zJ1one, visita non porteva avere carattere ufficiale. Trotzsky si disse d'accordo. L'ambasciatore dopo aver lamentato tono altezzoso delle sue comunicazioni che ferivano la suscettibilità dei Governi, toccò l'argomento della conclusione dell'armistizio e delle trattative di pace che stanno per essere iniziate senza 'il consenso degli alleati. Trotzsky disse che essendo le sue comunicazioni rimaste senza risposta era stato obbligato a procedere da solo. Aggiunse che le trattative di pace dopo iniziate sarebbero starte

interrotte e avrebbe rivolto all'Intesa un nuovo appello di partecipazione volendo la rivoluzione russa giungere soprattutto ad una pace generale. Protestò vivacemente contro H favoreggiamento per gli Imperi Centrali, a causa che egli voleva assolutamente arrivare alla pace democratica nella sua formula

• Senza annessioni, contribuzioni, secondo la volontà dei popoli e colla liberazione di tutte le nazionalità oppresse •. Affermò che avrebbe sostenuto tale formula ad ogni costo e che se Germania ed Austria non arvessero consentito sarebbe giunto fino a dichiarare loro la guerra democratica dopo aver denunziato all'Assemblea Costituente la condotta degli Imperi Centrali. Richiesto se Trotzsky avesse precisato quali secondo lui fossero queste nazionaLità oppresse, l'Ambasciatore mi rispose che Trotzsky aveva solo accennato alla Boemia e all'Alsazia Lorena e che egli aveva evitato di approfondire la cosa temendo di vedere volgere la discussione sull'Algeria ed altre colonie, ma che però evidentemente il concetto di Trotsky si riferiva a tutte le nazionalità sottoposte al dominio austro-tedesco che avessero affermato la loro volontà di regolare diversamente la .loro sorte. Trotzsky si lamentò poi dell'atteggiamento dell'Intesa verso il movimento dell'Ucraina e dell'incoraggiamento ad esso dato dalle missioni militari al che l'ambasciatore rispose che l'Intesa in questo si conformava ai principi delila rivoluzione russa che riconosceva il diritto alle nazionalità di proclamarsi indipendenti e decidere della loro esistenza. Al che Trotzsky rispose che moV'imento ucraino era diretto soprattutto contro la rivoluzione e che le potenze dell'Intesa lo favorivano per queste ragioni. Ambasciatore protestò vivamente per questa affermazione.

Parlando poi di politica interna Trotzsky disse che egli si sentiva abbastanza sol,ido ma che non poteva non riconoscere potere era anche minacciato dalla forte agitazione dei socialisti rivoluzionari. Aggiunse però che avrebbe saputo combattere e resistere. Non fece alcun accenno a domanda riconoscimento suo governo da parte Intesa. Tutta la conversazione ebbe intonazione cortese e l'ambasciatore di Francia ebbe l'impressione trovarsi dinanzi ad una forte volontà e ad un lottatore non comune (1).

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IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4648/1403. Pietrogrado, 19 dicembre 1917, ore 23 (per. ore 14,20 del 21).

Il gravoe conflitto sorto fra Consiglio dei commissari popolo e Rada dell'Ucraina si è in questi giorni fortemente aggravato e si prevede possibilità di una lotta armata.

Il Consiglio, pur ammettendo diritto dell'Ucraina, dichiaratasi indipendente di avere Governo autonomo, vede nella politica seguita dalla Rada un'azione

diretta contro la rivoluzione massimalista e perciò le ha ingiunto con un uLtimatum di cessare dal richiamare truppe ucraine dal fronte, d'impedire disarmo della guardia rossa e della forza massimalista, di proibire passaggio truppe di Kaledin.

Sono concesse 48 ore di tempo, passate le quaU Governo rivoluzionario considererà la Rada in istato di guerra col Soviet della Russia e della Ucraina stessa.

Circola la voce che la Rada non solo rigetterà ultimatum ma che sta per concludere o ha già concluso accordo coi cosacchi del Don e con Kaledin.

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1977 del 22 dicembre.

757

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4657/1406. Pietrogrado, 19 dicembre 1917, ore 20 (per. ore 21,40 del 21).

In seguito conclusione armistizio Trotsky ha indirizzato una nota ai popoli di Europa che qui presso riassumo :

La rivoluzione operai e contadini ha aperto via alla vera pace. Abbiamo proposto a tutti i popoli un accordo sulla base che ogni popolo grande o piccolo, progredito o arretrato, ha diritto di disporre di sé stesso. Solamente lotta rivoluzionaria delle masse operaie contro i Governi attuali può far giungere l'Europa ad una pace. Intavolando trattatiVle pace, Governo dei Soviet si propone non solamente la fine della guerra, ma 1l'aiuto con tutti i mezzi alle classi operaie di tutti i paesi a distruggere dominio del capitalismo e arrivare alla riorganizzazione sociale dell'Europa e dell'umanità. Socialisti di tutti i paesi e specialmente quelli di Germania devono comprendere contraddizione irreconciliabile che separa operai e contadini russi dai capitalisti, dai proprietari di terre, dai generali tedeschi. Operai tedeschi, austriaci, bulgari, turchi devono opporre al programma imperialista delle loro classi dirigenti il programma rivoluzionario basato sull'accordo delle classi operaie di tutti i paesi. Abbasso la guerra; ed i responsabili Governi che l'hanno provocata devono essere spazzati via. Proletari di tutti i Paesi, serrate le file sotto ·la bandiera della pace e della rivoluzione sociale!

758

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4660l s.n. Pietrogrado, 19 dicembre 1917, ore 23 (per. ore 1,30 del 22).

Giornali pubblicano che conte Czernin e Kiilhmann hanno telegrafato a Trotsky annunziando loro arrivo a Brest-Litowsky, invitandolo a raggiungerli

colà per elaborare basi di una pace europea generale. Aggiungono che, in seguito a questo invito, Trotsky si è indirizzato direttamente a tutti i ministri degli affari esteri delle potenz•e alleate, proponendo di inviare delegati alla conferenza per la pace e dichiarando che, nel caso rin cui esse contillluassero nel loro sabo·taggio, Russia sarebbe obbligata a rompere trattato concluso dal Governo dello czar e di concludere pace separata. Trotsky avrebbe· incaricato delegati russi per trattare la pace di comunicare a Kuhlmann e Czernin, che nell'attuale circostanza, difficilmente aV'I'ebbe potuto recal'\Si a BrestLitowsky, ma che intanto dava loro istruzioni di porre, fin dalle prime sedute, seguente questione: le potenze centrali sono disposte a concludere pace senza annession·i nè contribuzioni, sulla base del diritto dei popoli di disporre di loro stessi? In caso di assentimento, l'isposta delle potenze centrali dovrà essere categorica e formulata senza equivoci.

759

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3333/628. Jassy, 19 dicembre 1917, ore 20,50 (per. ore 14,50 del 22).

Circa il punto 3o del mio telegramma Gab. 626 (l) rimane ulteriormente a chiedersi che cosa dovrà fare la Romania se la Russia riuscirà a concludere la pace fraternizzando cogli Imperi Centrali e se per la situazione tenebrosa della Russia meridionale sarà impossibile l'evacuazione. Il meglio sarà di cercare di guadagnar tempo cercando di prolungare l'armistizio. Ma consentirà il nemico a tale prolungamento senza che la Roman1ia inizi trattative di pace, il che pare che l'Intesa non voglia ammettere? E che cosa avverrà se gli Imperi Centrali e la Russia decideranno per loro conto le condizioni di pace anche per la Romania o se non se ne occuperanno lasciando i soli romeni di fronte ai tedesco-austro-ungarici riuniti? Credo opportuno prospettave questa eventuaUtà perché il R. Governo abbia il tempo di prenderla in esame.

760

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

N. 49134. Roma, 19 dicembre 1917.

Per opportuna informazione di V. E. mi pregio comunicarLe il testo di una nota verbale da me diretta in data 7 corrente all'Ambasciata di Spagna

in Roma, concernente le improprie ed equivoche locuzioni adoperate dalla Sublime Porta in alcune sue note fatte pervenire al R. Go~erno pel tramite della Legazione Spagnuola a Costantinopoli, circa la situazione po1itico-militare dei Turchi che trovansi p~esso i ribelli arabi in Tripolitania:

In risposta alla Nota Verbale n. 1198, in data del 27 noV'embre, il R. Ministero degli Affari Esteri ha l'onore di prega~e la R. Ambasciata di Spagna di voler trasmette~e a nome del R. Governo la seguente comunicazione alla Legazione di Sua Maestà Cattolica a Costantinopoli:

• -A varie riprese, e ultimamente con la Nota Verbale n. 972 indirizzata alla R. Ambasciata di Spagna in Roma, il R. Governo Italiano ha dichiamto di 1non poter accettare comunicazioni provenienti dalla Sublime Porta ove si parli di • Esercito Ottomano •, di • Comando di For2le ottomane • in TI"Iipolitania e di • italiani prigionieri di guerra a Tripoli • -e ciò perché nella Colonia italiana della Tripolitanda esistono bensì gruppi di ribelli indigeni, ma non esiste un esercito e un comando ottomano. • -Per pure ragioni di umanità, ove giungessero alla R. Legazione di Spagna lettere o notizie sulle condizioni di salute degli Italiani che si trovano in mano ai ribelli in Tripolitania, il R. Go~rno sarà grato alla Legazione di Sua Maestà Cattolica di trasmettergli tali notizie e tale corrispondenza sempre però tenuta presente di fronte alla Sublime Porta la riserva di cui sopra concernente la non ammissibilità da parte del R. Governo della presenza di un esercito e di un comando turco in Tripoliitania.

Vista ora la comunicazione che la Sublime Poma ha diretto il 7 ottobre

u.s. alla Legazione Reale di Spagna col n. 102614/237, il R. Ministero degli Affari Esteri, al fine di non lasciar creare alcun equivoco, prega la Legazìione di Spagna di voler indirizzare alla Sublime Porta la comunicazione seguenrte:

• Ayant fait parvenir au Gouvernement Royal d'ItaUe une copie de la Note Verbale de la Sublime Porte en date du 3 juin dernier n. 97694/119, la Légation Royale d'Espagne a été chargée par le Gouvernement Italien de faire connaitre au Gouvernement Impé~ial Ottoman que le GouV1ernement de Sa Majesté le Roi d'Italie ne peut que considérer .et considère comme nulle et non avenue toute communication de la Sublime Porte relative à l'Armée Ottomane ou au Commandement des forces ottomanes en Afrique, une telle armée et un tel Commandement n'existant pas en Tripolitaine ni en Cyrenaique, où il n'y a que des indigènes rebelles à l'Autor1ité ItaUenne, ni en aucune autre Colonie Italienne en Afrique •.

(l) T. gab. 3350/626 non pubblicato, che risulta spedito il 22 dicembre: il vice presidente del Consiglio ha manifestato il proposito di lasciare la Romania; re Ferdinando e Bratiano sono contrari alla partenza di Take Jonesco e i ministri, onde evitare una crisi di Governo, gli hanno chiesto di rinunciare alla partenza. Al punto 3 del tel. Bratiano chiede consiglio sul contegno da tenere.

761

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. 18079. Roma, 20 dicembre 1917, ore 23.

Ricevo e trasmetto a V. E. il seguente telegramma di S. E. Mayor e prego per quanto riguarda codesta amministrazione di ottempe~are a quanto· in esso è indicato, mettendomi sollecitamente 1in grado di dare una risposta.

• -Dobbiamo presentare al comitato Interalleato acquisti guerra e loro finanziamento per il giorno 28 nostro fabbisogno che possiamo soddisfare in America significato in tonnellate e valore in dollal'i: l o per il trimestre gennaio-marzo; 2o per il mese di gennaio. Dobbiamo indicare per ogni merce in to:1:1ellaggio ed in d:>llari i contratti già collocat.i in ordine e da collocare e gli u:1i e gli altri tanto presso neutri quanrto Stati Uniti. Noi abbiamo già totaL d:1ti per il grano e prodotti alimentari in genere nonché per i carboni. Per i prodotti metallurgici quali metalli acciaio, ghisa, piombo ecc. e prodotti manifatturati quali obici, cannoni ecc. per i prodotti chimici, esplosivi, concimi ecc. per i combustibili oltre carbone come e·ssenze petrolio; per lubrificanti, olii minerali; per i prodotti tessili quali cotone, lana; per il legname da costruzione occorre dati ci siano forniti da Roma senza alcun indugio perché possiamo preparare i nostri quadri. Per articoli commerciali commendator Attolico telegrafa al Ministero del Commercio; per munizioni, armi metalli ecc. telegrafo pel generale Mola al ministero Mun·izioni ed al minist.ero Guerra. • -Poiché da ciò dipende che gli Stati Uniti ci diano quanto loro chiediamo, perciò prego inviarmi d'urgenza i dati predetti e soggiungo che inglesi e francesi hanno già i quadri pronti e vorranno che con noi o senza di noi i lavori del Comitato siano proseguiti •.

Identica comunicazione faccio ai coLleghi della Guerra, delle Armi e Munizioni, dei Trasporti, del Tesoro, della Marina ed al Commissariato Consumi.

762

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. gab. 3341/629. Jassy, 20 dicembre 1917, ore 20,03 (per. ore 23,40 del 22).

Mio telegramma Gab. n. 626 (1).

Bratiano ci ha detto che Mackensen aveva radiotelegrafato al capo di stato maggiore dell'esercito romeno chiedendo se riteneva armistizio romeno conglobato in quello generale dal Baltico al Mar Nero concluso dai russi. Generale Pressan presi gli ordini del Governo ha risposto che l'armistizio speciale d'i questo fronte rimaneva in vigore. In generale le truppe romene si sono mantenute disciplinatamente ai loro posti dopo l'armistizio. Un solo battaglione di fanteria romeno ha fraternizzato cogli ungheresi ma è subito tornato all'ordine quando gli si è spiegato che non si trattava di pace. Ciò che vi è di curioso in questo incidente è che i romeni hanno detto agli ungheresi che avrebbero dovuto poi combattere contro gl'inglesi; ungheresi hanno risposto che vi si sarebbero rifiutati giacché ciò riguardava i soli germanici. Bratiano ci ha detto che anche delle truppe austro-ungariche di un altro punto di questo fronte destinate al fronte italiano rifiuterebbero partire.

(l) Cfr. p. 520, nota.

763

PROMEMORIA DELL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, PER IL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI BRITANNICO, BALFOUR

N. 5254. Londra, 20 dicembre 1917.

Il giorno 10 corrente mese il Signor Bonar Law annunziò alla Camera dei Comuni che il generale Allenby aveva proposto al Governo britannico di entrare ufficialmente in Gerusalemme il giorno seguente -li 11 corr. mese accompagnato dai Comandanti dei coniing·enti italiano e francese, nonché dal capo del:l.a missione politica francese.

Siffatta notizia è giunta contemporaneamente al Governo del Re anche da parte del R. Agente Diplomatico al Cairo, il quale ha rifedto pure che alle vive pl'emure da lui rivolte all'Alto Commissario in Egitto ed al Comando Militare del Corpo di spedizione britannico in Palestina -a mezzo del R. Addetto Militare -affinché fosse accordato al Conte Senni, attuale R. Console al Cairo, H permesso di recarsi in Gerusalemme, al pari di quanto aveva chiesto il Governo francese per il Signor Picot, erano rimaste del tutto infruttuose.

Tali premure erano state in pari tempo svolte dall'Ambasciatore di Sua Maestà in Londra presso il Governo Britannico, H quale a suo tempo ebbe infatti ad informarlo: l) che le Autorità :Militari britanniche si erano mostrate categoricamente contrarie, alla presenza di qualsiasi funzionario civi:l.e in Palestina, e 2) che in caso di eventuale ent:mta in Gerusalemme, il Generale Allenby sarebbe stato accompagnato soltanto dai Comandanti dei conting·enti italiano e francese, in rappresentanza dei rispettivi Governi.

Ciò stante, l'annunzio fatto dal Signor Bonar Law dell'entrata in Gerusalemme del Comandante la Missione politica francese ha destato vriva sorpresa presso il Governo del Re, il quale, in corl'ispondenza dell'accordo intervenuto fra le tre Potenze alleate, e nella preoccupazione di non suscitare incresciose suscettibilità nell'opinione pubblica italiana, era sicuro che il funzionario ,ttaliano predetto avrebbe ricevuto una assoluta parità di trattamento col funzionario francese.

In vista di quanto precede, n Governo del Re è assai dolente per la disuguaglianza di trattamento avvenuto in tale occasione fra i rappresentanti civili d'Italia e di Francia, e confida quindi vivamente che nel momento attuale, in cui le truppe alleate .in Palestina hanno fatto nuovi progressi a nord di Gerusalemme, il Governo britannico voglia consentire la pronta partenza del Conte Senni per quella oittà.

764

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA

T. 1660. Roma, 21 dicembre 1917, ore 12,20.

(Per Londra) Mio telegramma 1557 (1).

Telegrafo a Cellere e a Montag1na quanto appresso:

(Per Cristiania) Suo telegramma 256 (2).

Telegrafo Washington quanto segue:

Mio telegramma 1557.

(Per tutti) Montagna mentre ritiene esorbitanti contro-proposte norvegesi fa presente che se non vengono accettate norme da lui suggerite, accordo americanorvegese farà capo a serie delusioni agli effetti blocco economico. Pare che Governo inglese abbia molto insistito perché Stati Uniti tengano fermo per accettazione norme predette. Prego quindi V. E. agire d'accordo con ambasciatore britannico associandosi suoi eventuali passi.

765

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1661. Roma, 21 dicembre 1917, ore 16.

Mio telegramma 1348 (3) e corrispondenza successiva. Ministero delle Colonie informa che Idris Senussi dopo richiesta aiuti contenuta mio telegramma succitato ha presentato recentemente seguenti altre domande: l) generi occorrenti per concentramento suoi armati a Gedabia: 20 sacchi viveri, 10 sacchi zucchero, 4 quintali olio, dUJe mila lire; 2) gener,i occorrenti detti armamenti quando saranno concentrati Gedabia: altri 1000 fucili, 63 tende piccole per ufficiali, 75 cannocchiali, 500 pezze tela per camicie, 3000 cartuccere, 2000 coperte da campo, 2000 fasce, 2000 paia di scarpe, 100 Kg. petrolio per pu1rnia armi, centomila lire italiane. Inoltre un immediato rifornimento da ripetersi ogni 2 mesi di 1000 sacchi viV'er>i, 100 sacchi zucchero thè, 2000 Kg olio, 500 sacchi orzo.

Malgrado entità richieste R. Governo è disposto soddisfarle nei limiti del possibile tenuto conto gravi preoccupazioni Idris (ben note Governo britannico e alto commissario Egitto) per temuto attacco del partito turcofilo diretto da Nuri pascià con cooperazione noto capo ribelli Ramadan Sceteui.

Nè colonia nè madre patria possono però fornire seguenti oggetti compresi lista suesposta: 63 tende piccole per ufficiali, 75 cannocchiali, 2000 coperte da campo, 2000 fasce, 2000 paia scarpe.

Prego V. E. rappresentare quanto precede a codesto Governo interessandolo vivamente a fornire materiaLe qui indicato che dovrebbe al più presto esser messo disposizione Governo Cirenaica.

(l) -T. 1557 del 3 dicembre a Londra e a Washington, non pubblicato: ritrasmissione del t.r. 4363/249 da Cristiania del 2 dicembre. (2) -T.r. 4633/256 del 18 dicembre, non pubblicato. (3) -Cfr. n. 198, pag. 141.
766

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4655/330. Cairo, 21 dicembre 1917, ore 1,45 (per. ore 20,55 ).

Mio telegramma 320 (1).

Dopo vive insistenze R. addetto Militare presso il genera,1e Allenby questi ha accordato permesso Senni recarsi Gerusalemme a cOtlldizione che debba occuparsi esclusivamente interessi sudditi ~talianti. A richiesta Allenby, Caccia ha presentato domanda per iscritto in proposito. Appena giungerà autorizzazione scritta Senni partirà. Prego comunicare ministero della Guerra (2).

767

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1660. Corfù, 21 dicembre 1917, ore 12,T0 (per. ore 5 del 22).

Telegramma di V. E. n. 1648 (3) al R. consolato e risposta odierna di esso.

Come già riferii a voce, sta accadendo quanto era prevedibile dopo la ritirata del Veneto, e cioè che i greci, malgrado la più prudente e corretta attitudine delle nostre autorità militari, avrebbero inventato dal nulla reclami e incidenti contro gli italiani. Vi sarà un continuo crescendo se il Gov,erno del re non farà sentire che conosce e giudica l'origine di tali reclami. Cosi ieri le autorità hanno notificato al rabbino maggiore che esso è revocato perché sudditi italiani e dei commercianti greci sono minacciati di boicottaggo se fanno affari col Comando italiano. Delle due questioni R. console riferirà a

V. E. Io mi permetto solo di sottoporre a V. E. opportunità di chiamare ministro di Gl'ecia e avvertirlo nel modo più esplicito che n suo Governo, continuando per la via ora presa, rischia otteneTe risultati diametralmente opposti a quelli che spera sollecitare.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. 1652, cfr. n. 739, pag. 509. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. 1668 del 22 dicembre. (3) -T. 1648 del 18 dicembre, non pubblicato: il ministro di Grecia a Roma assicura che dall'arrivo del generale Moscopulos a Corfù, i comandanti delle truppe alleate si sono sempre rivolti a lui per la comparizione e l'arresto di sudditi greci.
768

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4670/1405. Pietrogrado, 21 dicembre 1917, ore 14,10

(per. ore 0,45 del 23).

20 dicembre.

All'ultimatum indirizzatole dal consiglio dei commissari, di cui al mio telegramma n. 1403 (1), la Rada dell'Ucraina ha risposto dichiarando vedere possibilità appianare conflitto, ma soltanto alle condizioni seguenti:

l) riconoscimento da parte del consiglio dei commissari dei diritti della Repubblica dell'Ucraina e rinunzia ad ogni intervento negli affari interni della

medesima;

2) riconoscimento della nazionalizzaz,ione delle truppe dell'Ucraina e dei diritti della repubblica ucraina di ritirare le sue truppe dal fronte;

3) definizione della questione monetaria;

4) non intervento del consiglio e del comando supremo nel fronte dell'Ucraina (fronte romeno e sud-ovest);

5) partecipazione deUa Repubblica ucraina conclusione della pace.

Risposta della Rada è alquanto evasiva non pronunziandosi essa sul punto essenziale dell'ultimatum che è la rinunzia a favorire gli avversari del Governo massimalista.

Il consiglio dei commissari non ha mancato di far rilevare alla Rada tale suo silenzio, aggiungendo che un accordo è possibile soltanto se essa rinunzia a prestare qualsivoglia aiuto alla rivolta di Kaledin ed alle congiure controrivoluzionarie della borghesia e dei cadetti.

Da informazioni avute mi risulta che, dn vista possibilità conflitto armato fra Rada e consiglio dei commissari, alcuni reggimenti delle truppe di Pietro

grado hanno già dichiarato non volersi muovere dalla capitale.

Da altre informazioni mi risulterebbe poi essere in corso un accordo per delimitazione territoriale fra stato Ucraina e territori dei cosacchi. La oittà

di Odessa consentirebbe, in vista situazione generale, di entrare a far parte deU'Ucraina erigendosi però a città libera (2).

(l} Cfr. n. 756, pag. 518. (2} Ritrasmesso a Londra e a Parigi con t. gab. 1678 del 23 dicembre.

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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. S. 3351/634. Jassy, 21 dicembre 1917, ore 21

(per. il 24).

Mio telegramma Gabinetto n. 632 (1).

Siamo stati convocati stamane dal signor Bratiano mentre era riunito il Consiglio dei ministri. Il ConsigLio dei ministri essendosi prolungato più del previsto e specialmente non essendo giunto ad una decisione, il presidente del Consiglio non ci ha fatto alcuna comunicazione ed egli ci ha solamente chiesto, in un intervallo del Consiglio dei ministri, se nel caso in cui Governo romeno si decidesse ad intraprendere la nota operazione di polizia militare saremmo stati disposti a dichiarare che se tale operazione non avesse condotto al risultato sperato la Romania av,eva fatto tutto H suo dovere verso l'Intesa e poteva fare la pace separata pur rimanendo fermi tutti gil impegni contratti dall'Intesa verso di essa. Abbiamo risposto di non poter fare tale dichiarazione. Avverto che Bratiano prima di formulare tale domanda ci ha chiesto di non comunicarla ai nostri Governi nè ai suoi colleghi se reputavamo che non potesse ~essere accolta.

Si tratta tuttavia di cosa di tanta importanza che io non ho creduto poterla tacere e prego codesto ministero di mantenere il segreto 'in proposito. Nel pomeriggio i miei tre colleghi ed io ci siamo riuniti ed abbiamo dirertto al presidente del Consiglio una leUera collettiva in cui dopo aver riconosciuta la gravità della situazione creata dal movimento massimalista approviamo le operazioni di polizia militare e constatiamo che se tali operazioni non dovessero raggiungere lo scopo se non fosse possibile evacuare il re, la famiglia reale, il Governo e l'esercito, l'Intesa dovrebbe tuttavia riconoscere che la Romania avrebbe fatto tutto il suo dovere. Domattina verrà tenuto sotto la presidenza di re Ferdinando e coll'intervento del capo di stato maggiore e dei comandanti d'armata un Consiglio dei ministl'i che dovrà decidere in proposito. È mio dovere segnalare le voci insistenti di una forte tendenza nell'esercito per la pace, tendenza che farebbe capo a qualcuno dei general'i più popolari. Questa tendenza ha largo seguito nt>lla popolazione e nello stesso Consiglio dei ministri. Si assicura che l'esercito non voglia né capitolare né ritirarsi in Bessarabia. D'altro lato la gravità della situazione mi consente ripete!l1e domanda che credo di aver già formulato: che cosa avverrà della Romania se a Litvosky gli Imperi Centrali e Russia tratteranno la pace anche per suo conto oppure la concluderanno per proprio conto ciò che vorrebbe dire l'abbandono della Romania alla propria sorte? Conviene meglio all'Intesa che ciò si verifichi? Il che si

gnificherebbe pvesumibilmente la caduta della dinastia e del Governo intesista che i Sovran'i attuali entrino anch'essi in ... (l) Se l'Intesa non avrà preso in tempo utile una decisione a tale riguardo potrà trovarsi di fronte al fatto compiuto.

(l) T. gab. 3352/632, non pubblicato: convocazione dei ministri alleati da parte di Bratiano per annunciare loro le misure militari che la Romania intende prendere.

770

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3328/271. Washington, ... dicembre 1917 (per. ore 10 del 22).

20 dicembre. Mio telegramma Gab. n. 270 (2).

Lansing mi ha detto che gli sono pervenute da varie fonti le voci attribuenti alla Germania propositi di un nuovo tentativo di pace ma che egli ne ignora il fondamento.

Non sapeva la versione rifeflitami.

Ho saputo d'altro canto che questo ministro dei Paesi Bassi ha confidato a persona da lui ritenuta amica e sicura che effettivamente la Germania medita per Natale un piano di pace del quale egli si sarebbe vantato di conoscere perfino i termini.

Ministro dei Paesi Bassi è notoriamente germanofilo.

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L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3340/77. Tokio, 22 dicembre 1917, ore 20 (per. ore 11,20 del 23).

Telegramma di V.E. in data 10 corrente caratterizza in modo perfetto chiaroveggente nostra situazione. Miei colleghi di Francia, Inghilterra concordano con me nella opportunità di astenersi da ulteriori pressioni qui. A mio avviso dobbiamo tenere presente:

l) Che la catastrofe russa ha scosso qui più che altrove l'opinione pubblica. 2) Paesi collettivi o evidentemente concordati ebbero sempre qui cattivo effetto a cagione dell'estrema susc-=ttibilità nazionale. 3) Che l'Inghilterra avendo già profittato direttamente del concorso navale giapponese non vorrà mostrarsi troppo esigente. 4) Che il solo contributo efficace sarà quello del tonnellaggio conseguibile soltanto da Washington.

5) Che all'Italia conviene meglio creare qui situazione basata sulla cordialità e moderazione e non indisporre con tentativi condannati all'insuccesso.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 752, pag. 516.
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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3372/639. Jassy, 22 dicembre 1917, ore 21,30 (per. ore 16,30 del 23).

Il ministro di Francia mi ha letto un telegramma con cui lo si informa che i Governi francese ed inglese sono pronti a procedere innanzi a fare tutto ciò che dipendente da loro per sostene!'e l'Ucraina e gli altri Governi della Russia meridionale che si pronunzieranno in favore dell'Intesa. Telegramma aggiunge che il ministro francese del Commercio reduce da Londra riferisce di aver avuto colà assicurazione da Crosby che gli Stati Uniti erano pronti a prendere comunque in mano tale azione ed a concorrervi con larghissimi mezzi. Telegramma conclude che la Francia sarebbe olt!'emodo Heta di vedere che gli Stati Uniti i quali, non essendo vincolati da impegni internazionali in Europa hanno le mani molto più libere, facessero ciò. Io sono d'avviso (e ritengo che i mi:ei colleghi siano deHa stessa opinione) che se l'Intesa vuole tentare qualche cosa di serio in Russia deve appoggiare la sua azione coll'invio di qualche contingente militare per esempio americano e giapponese il quale raggruppi intorno a sé tutte le buone volontà nella Russia propriamente detta. Infatti senza accesso ad Arcangelo o Vladivostok a che cosa servirebbe e fino a quando potrebbe resistere Russia meridionale?

773

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3355/500. Pietrogrado, 22 dicembre 1917, ore 22,50 (per. ore 12,15 del 24).

Questo ambasciatore di Francia mi ha fatto conoscere che il generalissimo Krilenko si era rivolto alla missione militare francese a Morgileff esprimendo il desiderio che i capi delle missioni che avevano lasciato Morgileff per Kieff facessero ritorno al quartiel'e generale. L'ambasciatore francese mi ha comunicato nello stesso tempo un progetto di risposta da darsi a Krilenko, progetto approvato anche dall'ambasciatore d'Inghilterra. Esso è concepito: gli arnbasc1iatori delle Potenze dell'Intesa giudicarono al momento delle trattative di armistizio fra la Russia e gli Imperi Centvali di non lasciare alla Staffka che delle rappresentanze ridotte. In caso di l'ipresa delle operazioni i capi delle missioni sarebbero tornarti ai loro posti. Se poi l'alto comando russo !redesse dover prendere delle misure importanti per la riorganizz,azione dell'armata in v'ista di ulteriori operazioni sempre possibdli ed il concorso deUe milizie alleate gli sembrasse desiderabile, queste sarebbero state disposte a rispondere al suo appello. Non avendo trovato nulla da opporre sia nel contenuto che nella forma ho dato la mia approvazione al progetto di l'isposta.

774

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3354/502. Pietrogrado, 22 dicembre 1917, ore 22,55 (per. ore 13,15 del 24).

Sotto il titolo « Ultimo monito » l'organo del Soviet annunzia oggi enfaticamente la scoperta di una congiura di ufficiali americani per l'invio a Kaledin di automobili ed altro materiale. Giornale dichiara che ambasciatore Stati Uniti è gravemente compromesso, fra i ... (l) sequestrati essendosene trivato uno recante firma, ed invita signor Francis e ... (l) che l'hanno inviato in Russia a dare delle spiegazioni. Ma nei documenti pubblicati dall'organo del Soviet non v'è traccia di qualsivoglia congiura contro il potere massimalista. Non vi si tratta che dell'invio a Rostoff di una parte delle automobili destinate alla Croce Rossa americana in Romania. Rivelazioni sensazionali dell'organo del Soviet hanno piuttosto carattere di intimidazione e provocazione verso gli alleati che Governo di Pietrogrado sospetta favorevoli alla Rada Ucraina e al movimento kalediniano dilagante vittorioso nel Don, Rada e movimento qualificati come contro la rivoluzione massimalista.

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IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3359/501. Pietrogrado, 22 dicembre 1917, ore 22,55 (per. ore 18 del 24).

L'ambasciatore di Francia mi ha comunicato per mia informazione che aveva deciso di richiamare a Pie•trogrado il capo della missione militave francese che trovasi ora a Kiev aggiungendo che l'ambasciatore d'Inghilterra e alcuni ministri delle Potenze minori prendevano analoghe decisioni. Da parte mia in considerazione della campagna massimalista verificatasi in questi giorni appunto contro •la presenza a Kiev dei capi missioni militari estere e del violento linguaggio usato da Trotzki stesso verso gli alLeati su questo argomento non avrei creduto opportuno procedere ora a tale richiamo perché esso sarà certamente sfruttato dai massimalisti o come un successo ripovtato sopra l'Intesa o come un fatto significante migliori disposizioni di ·essa verso il GoV'erno rivoluzionario e l'avvicinamento degli alleati al programma mas

simalista rafforzandolo moralmente all'interno. Senza contare che con ogni probabilità Trotzsky avanzerà altre pretese che metteranno i Governi alleati ed i loro rappresentanti a Pietrogrado in più difficile situazione. Ciò nondimeno per non prendere un a1tteggiamento diverso da quello degli aìlleati, che non fornisca a Trotzsky argomento di specia1e ostilità verso l'Italia e risparmi al generale Romei una diffic1ile situazione, ho telegrafato a questo ultimo invitandolo a venire a Pietrogrado come gli altri suoi colleghi qualora egli non avesse nulla in contrario. In vista però dell'importanza politica assunta da Kieff in questo momento e quella maggiore che potrebbe assumere a un momento dato, ho espresso al generale Romei il mio desiderio che lasciasse colà temporaneamente un ufficiale componente la sua missione, considerato anche che le altre potenze vi hanno dei consoli di carriera e rappresentanze dd altro genere. Spero che l'E.V. vorrà approvare queste mie decisioni prese al riguardo.

(l) Gruppi indecifrati.

776

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1441/324. Madrid, 22 dicembre 1917.

Si ritorna in questi giorni a parlare insistentemente di un prossimo scioglimento delle Cortes e delle elezioni generali a breve scadenza.

Come g~ià fu riferito all'E.V. dal mio predecessore l'attuale parlamento è composto in maggioranza da liberali, ma in seguHo aHa scissione di questo partito non era ormai più possibile ad uno dei due partiti storici (il l!iberale ed il conservatore) di governare da solo e si è quindi imposta in occasione dell'ultima cl'isi la formazione di un Ministero di concentrazione.

Conservando le Cortes così come sono ora costitutte l'attuale Governo potrebbe però contare, almeno per la soluzione delle questioni urgenti sull'appoggio di una importante frazione del partito liberale, sulla benevola aspettativa del partito conservatore ufficiale, della frazione liberale che fa capo al conte di Romanones, di parte del partito conservatove di estrema destra (rappresentata nel ministero dal signor La Cierva) e di parte dei regionalisti (rappresentati al potere dai signori Rodés e v,entosa) nonché sull'aspettativa per quanto certo meno amichevole, del gruppo degli ex ministri liberali esclusi dal potere capi,tanati dall'ambizioso signor Alba.

Non apparirebbe quindi necessario la dissoluzione dell'attuale parlamento e sono state molto notate le dichiarazioni fatte in tal senso tempo fa dal signor Dato, capo del partito conservatore ~e presidente dell'ultimo Ministero. Sono specialmente degni di nota ~i passaggi in cui si accenna al desidevio che possono avere i partiti politici ostili alle istituzioni di indebolire H Governo in genere mediante le agitazioni che possono provocare dehle elezioni generali non necessarie, e soprattutto quello in cui accenna ai pericoli di natura internazionale connessi con le elezioni: • non è circostanza da disdegnare interamente, ha detto il signor Dato, che mancando o indebolendosi la coesione dei grandi aggruppamenti politioi è maggiore che nelle circostanze normali il pericolo che l'esaltazione delle filie e delle fobie cerchi di dare aille elezioni '>pagnole piattaforme straniere o di politica estera che potrebbero diventare uno sconcio e che in ogni modo sarebbero pericolose ed indiscrete •.

Considerando l'amicizia dimostrata agli alleati a fatti e non a parole dal signor Dato in questo suo ultimo periodo di Governo non è forse fuor di luogo supporre che egli volesse alludere, in una forma volutamente imprecisa, ai grandi preparativi che in vista delle elezioni stanno facendo gli imperi centrali, tanto più se si tien conto che la dissoluzione deHe Cortes è voluta soprattutto dalle potentissime • juntas de defensa •, notoriamente germanofile. È molto 'atteso il discorso politico che il signor Dato dovrebbe pronunciare al circolo conservatore 1'8 gennaio p.v. e sul quale non mancherò di riferire all'E.V.

777

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3336/273. Washington, ... dicembre 1917 (per. ore 7,25 del 23).

Mio telegramma Gab. 226 (1). Giunta Washing,ton numerosa missione serba presieduta da ministro di Serbia dott. Vestnitch che si dice latore lettera autografa di re P~etro per Wilson.

778

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

Telegramma S.V. n. 317 (2). Roma, 23 dicembre 1917, ore 13.

Ministero della Guerra significa che comandante nostro distaccamento ha istruzioni trattare direttamente col comando ingliese questioni militari riguardanti distaccamento (nelle quali è unico competente e responsabile ed

intervento addetto militare ritenuto inopportuno non ,autorizzato) e trattare per tramite agenzia diplomatica ogni questione politica col comando inglese. Comunicazioni del comandante aventi carattere politico saranno trasmesse anche S.V.

(l) -Non pubblicato. (2) -T. gab. 3286/317 del 16 dicembre, non pubblicato: posizione dell'addetto militare italiano in Palestina.
779

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. 1671. Roma, 23 dicembre 1917, ore 15.

Riguardo trattative per accordo economico con Olanda Imperiali telegrafa che nostro delegato Giannini vitiene da discussioni svoltesi sinora con delegati olandesi che accordo potrà essere raggiunto. È chiaro da dichiarazioni delegati suddetti che embargo posto ad importazioni verso Olanda vi ha creato s1tuazione insostenibile. Tale stato di fatto ha facilitato intesa su alctlJ!lÌ punti essenziaH fissati nell'accordo da GoV~erni alleati. Delegati olande,si hanno dichiarato che in cambio concessione impovtazione foraggi e rertilizzanti sarebbero disposti limitare coltivazione patate al consumo nazionale in modo eliminare esportazioni. Ove raccolto fosse tale da lasciare un avanzo, 1l'esporta2'lione non dovvebbe eccedere 5 mila tonnellate annue da divider,e tra Germania e alleati in parti uguali.

Per tanto esportazione sarebbe ad ogni modo insignificante paragonata a quantità inviata Germania precedentemente. Non sarebbe esportata farina di patate, tutto zucchero tratto da raccolto barbabietole 1917 sarebbe trattenuto Olanda e barbabietole raccolto 1918 savebbero usate come foraggio. Zucchero sarebbe pertanto esportato solo per quantità contenuta in latte condensato ed altri prodotti condensati zuccherati da inviare in parti uguali Germania ed alleati. Da gennaio prossimo tutto lino nonché due terzi di quantità esportabili semi 1ino sarebbero esporta,ti verso paesi alleati. Non sarebbe più esportato bestiame né carne ad eccezione di limitate quantità che restano ancora a credito Germania. Non sarebbero espovtati durante 1918 più di 5000 cavalli. Pollame uova porci sarebbero esportati solo per comitato soccorso Belgio. Olanda consumerebbe sua produzione burro, formaggi, latte condensato e solamente ove restasse un avBJnzo, parte di questo, non ancora fissata potrebbe esportarsi ma in proporzioni uguali verso Germania ed alleati. Ciò posto, possibilità accordo dipende ormai da uLteriori miglioramenti proposte fatte da codesti delegati circa punti suddetti. Resta inoltre da decidere questione tonnellaggio cui però non prevedonsi graVIi difficoltà e infine determinazione razioni che in realtà non possono costituire un punto determinato ma piuttosto un elemento per trattare ulteriori compensi a nostro favore. Accordo è però subordinato arresto transito 'espovtazione sabbia e ciottoli verso Belgio. Cotesti delegati affermano II10n essere autorizzati rtrattare tale punto cui Governo olandese annette carattere poHtico più che economico. Non è pertalllto improbabile che tale questione debba definitivamente decidere di accordo.

20 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

780

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A MONTREAL, ZUNINI

T. 1674. Roma 23 dicembre 1917, ore 15.

Suo telegramma n. 4519 (1). Accordo servizio militare con Inghilterra è stato firmato 11 corrente.

R. Governo acconsente in massima intendersi parimenti con Governo Canadà ed è disposto preparare apposito progetto accordo. Segue testo accordo italabritannico.

781

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3348/437. Parigi, 23 dicembre 1917, ore 15,15 (per. ore 19).

Telegramma identico da Jassy:

•-Ayant été prévenus que M. Take Jonescu, vice président du Conseil, se proposait de quitter le pays ce qui eut risqué de provoquer une crise ministérielle, nous sommes allés collectivement lui déclarer que son départ ainsi qu'une crise ministédelle seraient contraires aux intérets de l'Entente et devraient etre évités à tout pl"iX. M. -Take Jonescu nous a donné à entendre que les événements, pouvant rendre bientòt inévitable une paix séparée de 1la Roumanie, il entendait dégager sa responsabilité par son départ.

Nous lui avons répliqué que sa présence dans le cabinet et celle des partisans plus surs de la guerre étaient pour nous une garantie, que tout serait fait pour empecher la réalisation d'une pareille éventualité.

Quant aux risques de paix séparée nous confirmons notre opinion que le roi et le Gouvernement actuel ne la conclueront pas tant que l'état de la Russie ne rendra pas leur départ absolument impossible.

Le projet de départ de M. Take Jonescu peut s'expliquer dans une certaine mesure par l'impression très vive que sa qualité de chef du parti interventiste le désigne plus particulièrement aux représailles des allemands ou aux attentats maximalistes.

Il a pr.is acte de notre déclaration en nous assurant qu'il la porterait à la connaissance des membres du cabinet appartenant à son parli. Nous avons fait part de notre démarche au président du Conseil des mìnistres.

A cette occasion M. Bratianu nous a d'it que ila situation devenait chaque jour plus grave par suite de la position ... (l) des troupes russes qui abandonnaient le front et saccageaient tout sur leur passage.

Nous avons été avisés que M. Bratianu va charger les ministres de Roumanie à Londres, Paris, Rome d'exposer cette sttuation et de demander des conseils à nos Gouvernements.

Si une pareille démarche était faite nous exprimons le désir d'en connaitre le résultat.

Enfin M. Bratianu nous a fait savoir que Makensen a télégraphié au chef d'état major roumain pour lui demander s'il considérait que l'armistice aV'ec la Roumanie était remplacé par l'armistice conclu par la Russie pour le front de la mer Baltique à la mer Noire.

D'après les instructions du Gouvernement le général Pressan a répondu que la Roumanie s'en tenait à l'armistice· signé pour le front russe-roumain •.

(l) Non pubblicato.

782

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

'l'. 18225. Roma, 23 dicembre 1917, ore 23.

Per opportuna informazione di codesta onorevole Presidenza pregiomi comunicare a V.E. il seguente telegramma testè giuntomi dal Barone Mayor relativo alla conferenza interalleata in Parigi.

« I1l Signor Klotz avendo impegni parlamentari per il 31 dicembre, la conferenza interalleata Parigi per acquisti di guerra e finanziamento è rinviata al l o gennaio ».

Uguale comunicazione faccio a S.E. Nitti.

783

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4677/93. Corfù, 23 dicembre 1917.

A quanto mi ha detto Segretario Generale del ministero degli Affari Esteri, il ministro di Austria Ungheria all'Aja avrebbe recentemente fatto passo presso ministro di Inghilterra per scatenare interessi Inghilterra a pace separata coll'Austria ed avrebbe continuato, propaganda nella colonia inglese dell'Aja (2).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra, a Parigi, e all'Aja con t. 1687, del 24 dicembre,
784

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPE,RIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3347/562. Londra, 23 dicembre 1917, ore 22,30 (per. ore 7,35 del 24).

Il dibattito parlamentare chiusosi giovedì parmi me:dtevole di speciale attenzione. Lo svolgimento complessivo delle discussioni alla Camera de~ Comuni, nonché le molteplici recenti manifestazioni di questa pubblica opinione sulla vessata questione degli scopi di pace danno agevolmente adito a due constatazioni entrambe del resto confermanti :l'impressione da me già ripetutamente sottoposta a V.E.:

l) L'influ1enza sempre maggiore quasi d~~imente ese;reitata sul Governo, Parlamento e pubblico bdtannico delle vedute del presidente degli Stati Uniti. Con lui ministri, lords, deputati ,e gio11nalisti hanno rivaleggiato e rivaleggiano nel mostrarsi accentuatamente consenzienti. Allo stato attuale delle cose riterrei non ingannarmi affermando, in tesi genera,le, che, in quanto concerne il paese, l'arbitro supremo sia per la prosecuzione della guerra, sia per le condizioni di pace è diventato il presidente deglli Stati Uniti.

2) La manifesta tendenza da parte della frazione liberale e radicaLe più moderata ad avvicinarsi ad alcune delle opinioni finora propugnate esclusivamente dalle frazioni estreme radicali e pacifiste. Pur conservando le vedute anteriori sulle finalità morali della guerra si caldeggiano apertamente restrizioni e riduzioni sulle esigenze in materia ,economica al par:i che nei mutamenti terri:toriali. Tale tendenza è determinata da un cumulo di motivi (desiderio di pace, scetticismo su di una schiacciante vittoria, solito dottrinarismo pacifista ed economico, odio feroce contro Lloyd George). Esponente più autorevole di tali tendenze si è, nel dibattito, dimostrato Runciman. Dimentico di aver appartenuto al Governo che stipulò l'accordo con noi, egli, dopo aver praticamente spazzato le aspirazioni francesi circa l'Alsazia Lorena, si ,espresse circa le rivendicazioni nostre nei seguenti termini: • Riterrei gran peccato se noi dessimo in Italia l'impressione di essere disposti a favorire il conseguimento delle aspirazioni italiane lavorando per lo smembramento dell'Impero austriaco. Lavoriamo pure per quanto è possibile a favore degli scopi italiani ma non diamo agli italiani l'impressione che l'opinione pubblica in questo paese possa appoggiare un Governo che dopo avere, puta caso, cacciato i tedeschi dal Belgio 'e dal Nord della Francia volesse al più tardi la guerra unicamente allo scopo di realizzare qualcuna delle più estreme ambizioni deg1i uomim.i politici italiani. Possiamo e vogliamo aiutare l'Italia col massimo nostro potere ma siamo moderati nel computo del suo programma che· noi siamo disposti a considerare come di primaria importanza ».

Questo strano accenno di Runciman fu subito rilevato e confutato da Lord Cecil il quale parlando in generale si dichiarò sicuro che l'opinione pubblica non permetterebbe mai al Governo di venire meno agli impegni presi con ciascun alleato. • Su qualunque punto noi fossimo per conrto nostro disposti a transigere, le esigenze essenz,iali dei nostri fedeli alleati considerate come vitali per il loro avvenire sarebbero da noi considerate non meno Vlitali delle nostre • . Lord Cecil, membro del Governo, non poteva naturalmente dare risposta diversa. Dal pari Balfour nel discorso poco prima pronunziato aveva accennato alle • giuste e naturali aspirazioni dtaliane •.

Dalle rtendenze suaccennate nonché dalla manifestazione importantissima (dal pensiero partito operaio mio telegramma n. 814 (l)) parmi ormai lecito poter complessivamente dedurre che se alcune delle nostre rivendicazioni nazionaLi ·incontrano qui il suffragio quasi universale, non eguale intensità di favore destano altre di cui il conseguimento appare possibile solo in caso di pace imposta e non in quello della pace negoziata cui tanti in questo paese a torto o a ragione sperano presto o tardi di griungere.

Su tali disposizioni di tendenze britanniche per obbligo di coscienza attiro nuovamente la massima attenzione del Governo del re ,in relazione, a quanto ho riferito nel mio telegramma. Ciò allo scopo di provvedere adeguatamente ad integrare la nostra situazione ed ai mezzi atti a l'\ipararci da ogni danno eventuale il giorno in cui una pace transazionale finisse per imporsi. Nessuno è più di me convinto che oggi l'onore, il prestig:io, i sacrosanti interessi morali e materiali del nostro Paese escludono ogni idea di una pace separata. Non è però meno vero che irl nostro sempre efficace contributo militare e la nostra permanenza nell'alleanza di cui i patti fondamentali sono stati vulnerati dalla pur prevedibile defezione della Russia dalla quale siamo no'i più direrttamente colpiti, costituiscono oggi per gli aUeati un intevesse· vitalissimo; per i motivi indicati dianzi riterrei inoltre di somma, primaria importanza per noi assicurarci a tutte o almeno alle più essenziali rivendicazioni nazionali nostre l'appoggio definitivo del presidente, in quella forma che riuscisse più agevolmente efficace. Ignoro se questo argomento abbia formato a Pavigi ogg:etto di considerazioni con House e coi capi dei Governi alleati; permettomi comunque di ritornarvi sembrandomi doveroso di sottoporre all'E. V. tutto il mio pensiero. Con rapporto di avant'ieri trasmisi il testo del<l'ultimo discorso di Lloyd George. Egli non menzionò nè le rivendicazioni nostre, nè quelle francesi. Citò praticamente al mare, al Piave ed alle sue passate aspirazioni su Costantinoporli ed espose g1i scopi britannici ripetendo le cose già dette circa la questione delle colonie tedesche, l'Armenia, la Mesopotamia, la Palestrina da esaminarsi nella conferenza. Non so quale impressione produrrà su V. E. 'il passagg:io concernente la nostra situazione militare. A me francamente esso spiacque. Fartte pure le più ampie concessioni per la necessità che eg1i ha di accentuare le tinte per propiziarsi il favore delle • Trade Unions • nelle delicate trattative per l'estensione del reclutamento, trovo che il primo ministro più del necessario

insistette sllllla gravità del nostro rovescio, sui maggiori sacrifJci conseguentemente addossati agli alleati, ecc., mentre non una parola seppe trovare, lui finora così cord,iale ed espansivo a nostro riguardo per rendere il dovutissimo tributo alla resistenza davvero eroica delle nostre care truppe riescite da sole a contenere il nemico in attesa dell'arrivo dei strombazzati rinforzi.

Non saprei a che attribuire questa affatto insolita freddezza di linguaggio. Essa mi lascia tanto più sorpreso in quanto in recenti colloqui trovai sempre Lloyd George pienamente consenziente negli insistenti miei rilievi sul debito conto da tenere dai suoi colleghi, nelle .loro manifestazioni oratorie, dell'effetto che esse possono produrre suHa nostra opinione pubblica. Alla prima occasione propizia non mancherò con l'usata libertà di linguaggio manifestargli il mio pensiero. Tale occasione potendo però tardare, sia a causa dell'assenza di notizie, sia per mancanza di altri argomenti di conversazioni, lascio V. E. giudice, dopo aver letto il discorso, dell'opportun~tà di fargli giungere una parola di giusto rincrescimento pel tramite di Rodd.

(l) Cfr. n. 735, pag. 505.

785

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3362/504. Pietrogrado, 23 dicembre 1917, ore 21,35 (per. ore 7,50 del 25).

L'organo del Governo rivoluzionario ha pubblicato le condizioni di pace proposte ai plenipotenziari nemici: l) Non vi saranno annessioni forzate di territori conquistati durante la guerra; le truppe che li occupano saranno ritirate al più presto. 2) Ristabilimento integrale dell'indipendenza di quei popoli che l'hanno perduta durante la guerra presente. 3) Al popoli che non avevano indipendenza deve essere garantita la possibilità di decidere la loro sorte a mezzo di un plebiscito che deve essere organizzato con ogni garanzia di libertà di voto anche per gli emigrati e fuggiaschi. 4) Diritto minoranze e opposizioni salvaguardarsi con garanzie per l'autonomia civile e se possibile amministrativa. 5) Nessuna contribuzione; quelle già prelevate dovranno essere restituHe. I danni alle persone saranno risarcìti da un fondo speciale creato col versamento proporzionale di tutti i belligeranti. 6) Le questioni coloniali saranno decise secondo i principi dei paragrafi uno, due, tre (di una decisione del Consiglio del Soviet a suo tempo comunicata). Si proporrà inoltre inammissibilità di qualsiasi limitazione della libertà delle nazionalità più deboli da parte delle più forti. Enunciate queste proposte Kulmann disse che delegazioni chiedevano una sospensione per discutere e elaborare .la risposta. Sospensione fu approvata per 24 ore.

786

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4696/1417. Pietrogrado, 23 dicembre 1917 (per. il 25).

Corre la voce insistente che trattative di pace non procedono come· Governo rivoluzionario pl'evedeva e che prime difficoltà siano sol'te fra i plenipotenziari riuniti a Brest Litowsky. Si afferma che Germania abbia accettato in principio nota formula elaborata dal congresso dei Soviet formulando però riserve le più ampie ed esplicite per quanto riguarda di11itto delle naziona!Jità a disporre della loro sorte. Esistenza di tale difficoltà troverebbe una conferma nel discorso che Trotsky pronunciò ieri in un affollato meeting e che qui riassumo. Trotsky dichiarò che quantunque democrazia rivoluzionaria russa debba ess,ere addolorata per lentezza degli avvenimenti non vi è ragione tuttavia di disperarsi podché stesse cause che ha spinto Russia a rialzar·e bandiera della rivoluzione agiscano anche negli altri paes'i. Se anche dovremo perire nella lotta contro i nemici del popolo, egli disse, ricordo di noi ecciterà nostri figli a nuova lotta. Responsabiilità non è nostra se popoli non sono ancora insorti e se no'i dobbiamo trattare col Kaiser, il nostro peggiore nemico. Se proletariato germanico non leverà la sua voce potente, pace sarà impossibile. Tuttavia ritengo che non vi può essere ritorno al passato e che tratta,tive pace r1imarranno arma potente in mano del popolo per fare cessare la guerra. Ma se Europa continuasse nel suo silenzio dando a Guglielmo possibilità di dettarci condizioni vergognose, io credo che noi potremo continuare a combattere malgrado disordini creati nel paese daUa guerra e dalla scossa interna. Se ci verranno fatte proposte contrarie ai principi della nostra rivoluzione chiameremo la Costdtuente a decidere, se questa le accettasse noi l'abbandoneTemmo proclamando guerra santa contro i militaristi di tutti i paesi.

787

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S, RR. 3375/640. Jassy, 23 dicembre 1917, ore 16,10 (per. ore 2,30 del 26).

Deoifri Ella stessa.

Mi viene comun"icato col vincolo del segreto che il maresciaUo Mackensen ha fatto ieri informare il generale Grigoresco, comandante la l" armata di avere bisogno di conferire con lui. Grigoresco trovandosi qui in vista del progettato Consiglio dei ministri (mio telegramma segreto n. 634) (l) ha fatto rispondere

di non poter corrispondere pel momento a tale desidenio. Avendo replicato Mackeusen trattarsi di questione urgente e chiesto l'invio di un ufficiale, il generale Grigoresco, presi gli ordini col Governo, ha mandato un colonnello, con la missione di ascoltare puramente e semplicemente quello che gli verrebbe detto senza pronunziarsi al riguardo. Recatosi al luogo il colonnello romeno trovò due uf,ficiali dei quali l'uno ,figlio dell'ex medico personale di re Carlo insieme all'ex rettore dell'Università di Jassy e noto uomo politico marghilomanista, Virgilio Arion. Questi ha preso la parola dichiarando che il maresciallo Mackensen chiedeva di avere una intervista col re di Romania. Il colonnello romeno ha domandato ad Arion in che qualità egli si faceva interprete di tale desiderio. Arion ha risposto che lo faceva come romeno. Il colonnello romeno si è ritirato limitandosi a dichiarare che avrebbe riferito ai suoi superiori quanto gli era stato detto.

(l) Cfr. n. 769, pag. 527.

788

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3361/438. Parigi, 24 dicembre 1917, ore 15,30 (per ore 19,05).

L'occupazione di Gerusalemme da parte degli inglesi ha ridato attualità alla questione del protettorato francese dei cattolicli in Oriente. Il gio!'lllale Figaro pubblicò alcuni giorni or sono una lettera dell'ex ministro Cochin al cardinale Gasparri che rivend'icava Quel diritto per la Francia e la risposta un po' involuta del cardinale. Ne invio il testo a V. E. col mio rapporto n.... (1). Ieri Monsignor Baudrillart, in una cerimonia religiosa celebrata per il fausto avvenimento, insistette sull'argomento. Dovremo certo prepararci a difendere i nostri diritti quando si tratterà della sistemazione dei luoghi santi e degli ordini religiosi in Oriente.

789

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 4689/111. Berna, 24 dicembre 1917 (per. il 24).

Consigliere federale Motta mi ha detto avere Inghilterra seguito esempio Francia divigendo Consiglio federale dichiarazione neutralità identici termini.

• Questo passo ci è riuscito poco gradito e per mostrarlo non solo abbiamo omesso qualsiasi ringraziamento ma abbiamo tenuto a ripetere, come già alla

Francia, l'interpretazione che noi diamo alla tutela della nostra neutralità e sovranità che noi sappiamo salvaguardare senza che altri ce lo insegnino •. Motta aggiunse Consiglio federale si era domandato qua~e fosse movente del passo fatto dalle due potenze occidentali contro desiderio Governo svizzero. Noi siamo lieti, concluse, e la prego di farlo sapere al suo Gov·erno, che· l'Italia abbia mostrato comprendere meglio delle sue alleate la nostra psicologia.

(l) Gruppo indecifrato.

790

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 356/440. Parigi, 24 dicembre 1917, ore 21,50 (per. ore 0,40 del 25).

Deputato cattolico francese Pisu ha detto ultimamente a Pichon che wrebbe domandato alla Camera la pubblicazione dell'articolo degli accordi di Londra che riguardano la Santa Sede. Pichon gli ha risposto che non lo potrebbe se non col consenso del Governo italiano e dell'.inglese, non potendo egli seguire i'esempdo di Trotzky. Ha poi incaricato Barrère di interrogare V. E. in proposito. Oggi poi Pichon ha ricevuto una lettera di un a1ltro deputato cattolico, Grousseau, che gli domandava se sia vero che con quell'articolo le Potenze alleate si impegnano verso l'Italia a non ammettere nessuna pratica che il Sommo Pontefice credesse di fare in favore della pace. Pichon mi ha detto che intendeva rispondergli che tale non era il significato dell'articolo di cui si trattava.

791

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3358/441. Parigi, 24 dicembre 1917, ore 21,50 (per. ore 2,15 del 25).

Lord MHner e Cecil sono venuti a Parigi a conferire con Clemenceau, Foch e Pichon. Quest'ultimo mi ha detto che la loro venuta fu ·spontanea ed ebbe per scopo di meglio intendersi col Governo francese circa l'azione deUe rispettive missioni militari nella Russia meridionaLe, che talvolta trorvaronsi in contrasto. Fu convenuto che ~a missione militare francese avrebbe la direzione dell'azione comune in Ukraina e la inglese nel Caucaso. Mi parlò anche della estensione del fronte inglese in vista della preveduta offensiva tedesca sul fronte occidentale e Pichon mi disse che le domande francesi a tale riguardo erano state accolte.

792

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3365i563. Londra, 24 dicembre 1917, ore 21,40. (per ore 13,15 del 25).

Questo ministro dei Paesi Bassi che incontrai giorni sono, mi narrò risultargli in modo positivo avere Kuhlmann recentemente detto che la pace potrebbe essere facilmente conclusa se egli potesse parlare per dieci minuti con un rappresentante responsabile inglese.

Gli risposi che non bastava comunque conferire soltanto con i rappresentanti britannici visto che vi sono anche gli altri alleati che hanno ogni diritto d'interloquire.

793

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4695i437. Stoccolma, 24 dicembre 1917. (per il 25).

Rappresentanti dei partiti lituani in Stoccolma pubblicano comunicato da cui risulta che la Lituania decise dichiararsi in uno Stato indipendente tanto dalla Russia quanto dalla Germania e domanda di essere rappresentata mediante delegati della giunta di Governo di Vilna ai negoziati di Brest Litowsky dove si trattano questioni che toccano i suoi più vitali interessi.

794

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4708il419. Pietrogrado, 24 dicembre 1917, ore 17 (per. ore 17 del 26).

In seguito alla voce corsa che Governo rivoluzionario nel preparare un decreto per espropriazione della proprietà privata intendeva inoludervi proprietà appartenenti stranieri, in una riunione di tutti i capi missione all'ambasciata ìinglese fu posata questione se non fosse il caso di fare qualche passo preventivo presso Trotsky per tutelare interessi dei connazionali. In vista attuale situazione pvevalse pensiero di non sollevare prematuramente tale questione tanto più che da informazioni più approfondite risulterebbe non essere imminente la pubblicazione del decreto in parola. Fu stabilito quindi unanimamente

di soprassedervi riservando in caso che il decreto venisse .emanato, di protestare in base al ... (l) in vigore. Fui anche 'io d'accordo non convenire prendere iniziative seguendo una questione che poteva dare occasione a Trotsky influire sui Governi per raggiungere altro scopo. Debbo però far presente a V. E. che l'Italia si trova in condizioni d'inferiorità rispetto agli altri paesi avendo denunciato trattato di commercio che scade a giorni. Naturalmente presentandosi questione sosterrei che trattato fu denunziato di comune accordo, come formalità necessaria con la reciproca manifesta intenzione rinnovarlo ampliandolo e che vi erano già intese ed impegni col Governo pro'VVisorio. Possiamo forse anche sperare che Governo rivoluzionario abbandonato da tutti li funzionari e non al corrente degli affari, ignori avvenuta denunzia e tratti gli interessi italiani alla stessa stregua di quelli degli altri.

795

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRE'ITA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4703/1418. Pietrogrado, 24 dicembre 1917 (per il 26).

La clausola compresa nell'armistizio concernente misure da prendere per migliorave situazione dei prigionieri di guerra ha avuto qui larga ed anche strana applicazione sistematica. Prigionieri austriaci e tedeschi ufficiali e soldati in numero rilevante sono ormai quasi liberi. È stato poi notato largo dislocamento di essi ed importante numero è giunto a Pietrogrado. Risulta in modo sicuro che un convHto di signorine è stato fatto evacuave e vi sono alloggiati circa 300 ufficiali austriaci. Inoltre pare certo che a Tomo, località fra Pietrogrado e Mosca, prigionieri tedeschi fanno esercizi militari sotto il comando dei loro capi. Questi fatti hanno dato luogo a disparati commenti e supposizioni diverse. Tralasciando di registrare tutte le voci mi limito ad accennare quanto risulta 1n modo sicuro. Trotzsky in un pubblico discorso dichiarò che un prigioniero di guerra ufficiale austriaco gli aveva chiesto autorizzazione di organizzare 'e armare una colonna di prigionieri per appoggiare con la forza idee rivoluzionarie fra truppe austro-ungariche e che egli aveva acconsentito. Lo stesso Trotzsky in altro discorso disse che occorrendo non avrebbe esitato chiamare prigionieri armati ed organizzarli a sostegno Governo rivoluzionario, viSito che, secondo ideale della rivoluzione russa, non esiste che solidarietà del proletariato e· lotta di classe internazionale.

Non parlo del piano diabolico degli Imperi Centrali che pavecchi sospe•t

tano che cioè a momenti con un colpo di mano essi si impadronirebbero di Pie

trogrado per mezzo dei prigionieri, ma resta di fatto che governo rivoluzionario

ai fini di politica interna non ·esiterebbe a servirsi dei prigionieri armati e

Austria e Germania hanno interesse a far prolungare lo stato di anarchia (2).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con T. per corriere 1700 del 26 dicembre.
796

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 19.4.3.8. Roma, 24 dicembre 1917.

Il Principe Lubomirski con la lettera, che Le invio con pveghiera di restituzione, fa premure perché sia consentita la formazione in Italia di una Legione polacca.

In relazione alle comunicazioni fatte da V. E. con i telegrammi 10 agosto

p.p. n. 10920 e 8 settembre successivo n. 12288 (l) prego l'E. V. di volere farmi conoscere il Suo pensiero al riguardo (2).

797

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. 1688. Roma, 25 dicembre 1917, ore 16.

Suo telegramma n. 826 (3).

Commissione interalleata Atene approvò scorso agosto processo verbale col quale esprimeva avviso che in tutti i povti della Grecia controllo dovesse essere interalleato ad eccezione porti situati nei territori occupati mdilirtarmente e basi navali; e che nei porti dove controllo sarebbe stato interalleato direzione ufficio sarebbe stata affidata a un solo capo la cui nazionaHtà sarebbe stata stabilita dalle legazioni alleate. Noi chiediamo quindi che a Pi11eo ed a Patrasso sia chiamato a far parte dell'ufficio un membro italiano. Esso sarebbe un funzionario in sottordine con mandato di presenziare soltanto operazioni controllore francese o inglese per assisterlo nella conoscenza pratica degli usi e regolamenti navigazione italiana. Sua presenza dovrebbe non ostacolare o imbarazzare ma anzi faciLitare azione controllo.

798

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. 1689. Roma, 25 dicembre 1917, ore 16.

Suo telegramma 874 (4). Noi vogliamo evitare un grosso conflitto. Partendo da questa decisione siamo disposti accettare quella soluzione di conciliazione che salvi dignitosa

samente interessi materiali e morali. Suo progetto ci a'V'Vìierebbe questa soluzione salvo qualche emendamento accettabile anche dall'altra parte. Particolarmente occorrerebbe restasse iJnvulnerato il diritto di far giudicare dagli stessi arbitri se in base al •trattato siamo obbligati ad accettare questa forma eccezionale di risoluzione invece della competenza giudiziaria. Per quanto concerne forma della soluzione V. E. potrà cercare soluzione con Pichon .rùferendomene. Avverto però che venerdì mattina sarà da lei onorevole Barzilai e che converrebbe rinviave ogni decisione dopo col,loquio con lui.

(l) -Cfr. n. 23, pag. 15. (2) -Annotazione marginale: 26/XII Pignatti. l) Per legione polacca riferirsi a quanto è stato deciso, ma non ancora attuato. 2) Per Barodzch riferirsi alla corrispondenza con l'interno. Non abbiamo riconosciuto il Consiglio Nazionale Polacco. Non possiamo dare ascolto a tutti i singoli polacchi non sempre d'accordo fra di loro. (3) -T. 4597/826 del lO dicembre, non pubblicato: la Francia è favorevole all'abolizione generale di controlli in Grecia. (4) -T. 4693/874 del 24 dicembre, non pubblicato: controversia itala-francese sulla situazione dell'arbitrato in Grecia.
799

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA

T. GAB. 1997. Roma, 25 dicembre 1917, ore 19.

(Solo Pietrogrado). Nel comunicare alle R. ambasciate a Parigi, Londra, Washington telegrammi di V. E. nn. 1400 (l) e 1412 (2) ho soggiunto quanto segue:

(Ber tutti) : Mia opinione è recisamente contraria a concessioni chieste da Trotsky. Primo passo porterebbe fatalmente a concessioni successive e verso pieno riconoscimento gov•erno massimalista. Né è ammissibile che apriamo larghe le IJ<>Tte a pel1icolosa propaganda rivoluzionaria russo-tedesca. Italia ha già scontato duramente sua condiscendenza rverso governi alleati nell'ammettere in ottobre i delega·ti del Sov~et, propagandisti di pacifismo ·ad oltt1anza e di tradimento militare.

Sarebbe oggi meglio rinunziare a godere a Pietrogrado immunità diplomatiche che favorirvi ulteriormente funesto giuoco germanico e accreditarvi poteri massimalisti.

Prego V. E. agire in conformità di quanto precede pt1esso codesto Governo (3).

800

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 1996. Roma, 25 dicembre 1917, ore 20.

È inutile e pregiudizievole al segreto della cifra che V. S. riassuma, come ha fatto col suo telegramma n. 626 (4), telegrammi identici che ci vengono diretti per mezzo del Governo francese.

(l) -Cfr. n. 745, pag. 511. (2) -T. 4688/1412 del 23 dicembre, non pubblicato: i consoli di Francia, Inghilterra e Danimarca si sono recati da Trotzky per discutere la questione dei corrieri e cercare di risolverla. Trotzky chiede per i suoi corrieri le stesse immunità godute dalle altre potenze. (3) -Ed. in SoNNINO, Ca1-teggio, II, cit., pp. 354-355. (4) -Cfr. p. 520, nota.
801

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, BONIN, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE.

T. GAB. 1999. Roma, 25 dicembre 1917, ore 20.

Barrère mi comunicava un rapporto del console francese in Finlandia, sostenente la convenienza di un pieno riconoscimento della indipendenza deHa Finlandia per parte degli alleati, e ciò per accaparrarsi le simpatie locali non lasciandosi prevenire dalla Germania. L'aspettare il ristabilimento dell'ordine in Russia rinvierebbe tutto all'infinito.

Ho risposto contestando questa tesi. Non potevamo ogg,i ufficialmente dichiararci contro ogni ristabHimento dell'antico Impero russo, alienandoci tutte le simpatie dei molti elementi oppositori del Governo dei masSiimalisti. Potevamo mostrare simpatie per l'autonomia e magari per l'indipendenza finlandese o di altre nazionalità, aiutandoli intanto mateDialmente con rifornimenti alimentari e altro in quanto contrastassero ai massimalisti di Pietrogrado; ma giovava prima di andare oltre aspettare di rendersi meglio conto delle varie possibilità di risoluzione della situazione russa, e delle prospettive di successo dei movimenti degli ucraini e dei cosacchi.

Bisognava attenersi ad una linea di condotta e non seguire insieme direttive diverse in contraddizione tra loro (1).

802

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3367/130. Corfù, 25 dicembre 117, ore 22 (per. ore 2,30 del 26).

Il ministro degli Stati Uniti chiedendomi con grande inter,esse se sapevo già qualche cosa di colloqui e di intese fra V. E. e Pacitch, accentuava meco la propria convinzione che la notificazione della esistenza di un'intesa fra Italia e Serbia produrrebbe effetto fecondo tra gli slavi meridionali dell'Austria Ungheria. È per me certo che il mio collega esprimeva non semplicemente un'idea personale ma pure del suo Governo. Già esposi a voce a V. E. come a mio avviso Pachitch anche con la migliore buona volontà non abbia ora la forza politica sufficiente per concoroore una formula precisa d'intesa che non potrebbe essere che di transazione e quindi soggetta a critiche.

Ma la questione oggi ben più che dal punto di vista italo-serbo è importante per noi in correlazione con Londra e Washington. Su loro una formula generica anche se solo constatante l'intenzione di illitendersi avrebbe buon effetto, mentre per la sua indeterminatezza stessa potrebbe più facilmente essere accettata da noi e dal Governo serbo.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. :!39-240.

803

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 3366/443. Parigi, 25 dicembre 1917, ore 12,10. (per. ore 15,30 del 26).

Nella conferenza che l'ambasciatore di Francia a Pietrogrado ha avuto con Trotzsky e che egli ha accettato soprattutto per guadagnar tempo e per rimandare il pericolo che minacciava la missione militare, Trotzsky gli ha detto che fra i patti della sua pace sarebbe compreso quello di non rendere i prigioniel'li di guerra fino a che la pace non divenisse generale. Disse pure che per pace democratica intendeva diritto riconosciuto ai popoli sottomessi a una dominazione straniera di disporre di se medesimi per mezzo del plebiscito. Accennò a tale proposito all'Alsazia Lorena e alla Boemia ma non alle nostre provincie irredente. Trotzsky si protestava amico del popolo francese. Noulens ha avuto l'impressione che 'il passo fatto da;l commissario del popolo sia conseguenza della diminuita fiducia che i massimalisti hanno nella loro posizione dopo gli ultimi avvenimenti speci'e quello d'Ucraina (1).

804

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3381/274. Washington, . . . dicembre 1917 (per. ore 20 del 26).

Ho indagato in questi giorni riservatamente sul fatto che un numero considerevole di ufficiali americani di ogni grado (oltre 400) compl."esivi alcnni generaH hanno fatto vidimare in dicembre presso il consolato di New York i loro passaporti per l'Italia. Ne ho derivato in via del tutto riservata e confidenziale seguenti motivi che queste autorità mantengono segreti: Gli ufficiali si recano in Europa con mandato specifico. A ciascun gruppo è stata assegnata una zona di investigazione per la quale il capo deve riferire. Alcuni ufficiali vanno in Italia per investigare la possibilità di ripetere costì quanto fu fatto in Francia. Essi debbono esaminare se da un punto deter

minato della costa italiana truppe americane potrebbero essere portate diret

tameillte sul punto del fronte nostro che sarebbe loro assegtnato e debbono

presentare un quadro completo delle necessità inerenti ad una partecipazione

delle truppe americane al fronte italiano rimanendo personalmente responsa

bili delle manchevolezze che potessero eventualmente verificarsi.

Col convincimento che si fa strada anche presso queste sfere militari

che il teatro italiano sia divenuto il centro deUe operazioni di guerra, l'invio

di truppe americane al nostro fronte è infatti contemplato ormai come cosa

virtualmente ammessa. A tale convincimento contribuiscono li rappomi testè

presentati tanto dall'ammiraglio Benson (~a cui andata in Italia ritengo pros

sima) quanto del generale Bliss. Mi è stato assicurato jnoltre che le truppe

americane in Franda sono state ritirate dalla prima il.inea pel sentore avutosi

che i tedeschi meditavano contro esso un colpo al quale quel piccolo con

tingente non avrebbe potuto resistere. So pure che si nutre qui piena fiducia

di avere assicurato per la primavera mediante nuovi mezzi attualmente in

pveparazione l'immunità contro i sottomarini della linea per la Francia ed

Inghilterra e che si vuole conseguire uguale risuLtato per la il.inea del Me

diterraneo.

(l) Ritrasmesso a Londra e a Pietrogrado con t. gab. 2004/1171 del 26 dicembre.

805

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1697. Roma, 26 dicembre 1917, ore 22.

Suoi telegrammi nn. 793 (l) e 809 (2). Ministeri competenti approvano in massima accordo con Olanda osservando quanto segue:

Ministero Trasporti raccomanda non si tralasci occasione far valere· nel modo più energico ed efficace nostro buon diritto ottenere parte che ci è dovuta nell'assegnazione tonnellaggio fra gli alleati.

Ministero Commercio approva direttive Giannini circa chinino mentre per prestiti riterrebbe opportuno nel fissare ammontare parte che ci riguarda si tenesse conto non solo acquisti Governo ma anche privati commercianti italiani

Ministero Tesoro nota che oltre chinino compriamo anche tabacchi originari Indie Olandesi onde occorrerebbe considerarli nei negoziati per accaparramento merci occorrenti. Deve quindi intendersi che Italia debba pure concorrere prestito nel senso che Governo inglese assicuri nostri detti acquisti saranno finanziati sui crediti che esso ci concede. Ministero T'esoro telegrafa delegazione finanziaria affinché dopo intesa con rappresentanti vavie delegazioni italiane giudichi se sia il caso fave interv·enire propria rappresentanza in seno sottocommissione prestito.

Comunicherò ulteriori osservazioni appena mi perverranno.

(l) -T. 4509/793 dell'H dicembre, non pubblicato: accordo commerciale con l'Olanda. (2) -T. 4583/809 del 15 dicembre, non pubblicato: trattative commerciali con l'Olanda; Giannini fissa il fabbisogno annuale italiano.
806

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A TOKIO, CUSANI CONFALONIERI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AI MINISTRI A LISBONA, SERRA, E A RIO DE JANEIRO, MERCATELLI

T. 1698. Roma, 26 dicembre 1917, ore 22.

Governo germanico e Governo austro-ungarico hanno assicurato incolumità navi-ospedale italiane francesi ed inglesi nel Mediterraneo sulile quali sia imbarcato quale garante del loro impiego un ufficiale di marina spagnuolo.

Qualora altri Stati nemici inviassero navi-ospedale nel Mediterraneo, Germania esigerebbe da essi uguali garanzie e se condizioni non sono osservate da una delle Potenze alleate considererebbe accordo nulilo anche per le altre.

Pregola informare codesto Governo.

807

IL MINISTRO A J ASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3389/654. Jassy, 26 dicembre 1917, ore 21 (per. ore 3 del 27) (1).

Il ministro di Francia è stato informato che i ministri francesi ed inglesi riuniti a Parigi hanno deciso: l) che le regioni dei cosacchi, del Caucaso ed in generale il front:e russo-turco siano riservati all'azione militare e politica britannica in relazione colla legazione d'Inghilterra a Teheran (mio T. gab. 601) (2); 2) che l'Ucraina ed il resto della Russia meridionale siano riservate all'azione francese; che la Francia si occupi pure di realizzare il piano del Generale Alexejeff al quale verranno a tal uopo forniti 100 milioni • (mio T. Gab. 623 (3).

808

IL COMANDANTE IL DISTACCAMENTO ITALIANO IN PALESTINA, D'AGOSTINO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, ALFIERI

T. 466. Cairo, 26 dicembre 1917, ore 18,15 (per. ore 3,55 del 27 ).

Comunico Picot visitò come rappresentante Francia convento Francescani, dichiarò che per accordo nazioni alleate Intesa, Francia continua protet

torato come prima: dette sovvenzioni franchi 20.000, fece promessa soccorsi viveri. Superiore Castellani accettò; ricevè Picot in chiesa forma ufficiale giorno 23 giunse Gerusalemme plotone spahis per scorta d'onore Picot per funzione Natale Betlem. Plotone scortò vettura automobile superiore Francescani e vettura automobile Picot. Durante funzione notte Betlem, Picot occupò posto distinto spettante console francese.

Comunicherò agente diplomatico Cairo per lettera, mancando cifrario.

(l) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 2313 del 28 dicembre. (2) -Cfr. n. 681, pag. 470. (3) -T. gab. 3322/623 del 18 dicembre, non pubblicato.
809

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3378/445. Parigi, 26 dicembre 1917, ore 20,45 (per. ore 4,05 del 27).

Telegramma di V. E. n. 1997 (1). Pichon essendo oggi impedito lo vedrò domani. Ho veduto intanto Margede il qua1le mi ha detto circa questione corriere che trova che V. E. ha perfettamente ragione, ma qui si temono gravi conseguenze rifiuto. Rappresentanze diplomatiche alleate sarebbero completamente isolate, non si potrebbe più esercitare a Pietrogrado alcuna azione e situazione sarebbe soprattutto grave per Francia che ha in Russia numerosi nazionali alla testa di importanti interessi. Ho avuto impressione in primo luogo che questa ultima considerazione pesi assai sulle decisioni del governo francese, in secondo luogo che si trovi con tutto ciò politica inglese troppo arrendevole. Questa è anche l'impressione del mio collega d'Inghilterra che ne attribuisce la colpa a Buchanan. Margerie mi ha detto che Buchanan è stato autorizzato a lasciare Pietrogrado in congedo illimitato. Rimarrà un incaricato d'affari (2).

810

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3392/446. Parigi, 26 dicembre 1917, ore 20,55 (per. ore 2,40 del 29 ).

Oggi ho parlato col ministro degli Affari Esteri della questione del corriere russo. Egli mi ha detto che Barrère gli ha telegrafato le giuste apprensioni di V. E. Egli 1e divide pienamente ma dopo 1l'atteggiamento preso dal Governo inglese nella questione dei passaporti non crede che si potrebbe evitare di lasciar passare corrieri. Il rifiuto avrebbe certamento per conseguenza oltre il grave danno agli interessi specialmente francesi cui accen

nava Margerie anche l'impossibilità... (l) con gli agenti dell'Intesa in Russia e quindi di paralizzarvi ogni propaganda degli alleati se ciò pure in Ucra·ina dove non si può giungere se non passando per Pietrogrado. Governo francese si propone di sorvegliare strettamente i corrieri russi e d'impedire ogni propaganda da parte loro. Circa la notizia delle missioni miUtari a Kieff di cui telegramma di V. E. Gab. n. 1998 (2), Pichon dice non essere esatta. Capo di quella missione non fu richiamato a Pi,etrogrado, soltanto quella missione essendo stata messa sotto la direzione del generale Berthelot, colonnello che la dirigeva è stato sostituito dal generale Tabouis ed è ritornato a Pietrogrado. Circa la Finlandia Pichon osserva che non conviene ritardare troppo per evitare il pericolo che la Germania la riconosca per la prima. Stato finlandese aveva già antecedentemente una esistenza autonoma e quindi il suo caso è diverso da quello dell'Ucraina. Quanto al riconoscimento di quest'ultima, di cui telegramma di V. E. Gab. n. 2005 (2), Pichon mi ha detto che senza procedere per ora al medesimo formale ... (l), il Gove11no francese ha dato al generale Tabouis la qualità di suo commissario presso quel Governo.

(l) -Cfr. n. 799, pag. 545. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 2010/1177 del 27 dicembre.
811

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

N. 1629. Roma, 26 dicembre 1917.

Nel Corriere della Sera del 17 corrente, n. 52, è 11iprodotta una lettera che Sua Eminenza il Cardinal Gasparri avrebbe scritto nel giugno scorso al deputato francese Denys Cochin, allora ministro, circa il protettorato francese dei Cattolici d'Oriente.

Secondo questa lettera, il cardinal Gaspami p11evede l'abolizione di tale protettorato nell'eventuaUtà della scomparsa del dominio turco e dice che qualche cosa bisognerebbe allora sostituire a tale protettorato.

Sarei vivamente grato alla Signoria Vostra Illustrissima se avesse modo di appurare riservatamente e riferirmi quali sono in proposito le intenzioni de'l Vaticano e quale importanza è da attribuire alle dichiarazioni del cardinale Segretario di Stato.

812

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. rr. 1461/328. Madrid, 26 dicembre 1917.

Mi è stato riferito dai Colleghi d'Inghilterra e di Francia che questo Incaricato d'Affari di Russia, recatosi pochi giorni or sono a trovarli, ha tentato di dimostrare loro come in presenza dei negoziati di pace in corso

a Brest Litowsky sarebbe desiderabile che i governi di Londra e di Parigi esaminassero se non fosse il caso per essi pure di entrare nella via delle trattative con gli Imperi Centrali. Il signor Solavieff, nell'insinuare tale idea si diceva ispirato dalla considerazione che, stante l'ineluttabile piega degli avvenimenti nel suo paese, fosse comune interesse degli alleati il negoziare parallelamente e simultaneamente la pace per far valere con maggio11e peso i loro punti di vista ed esigenze. Interpellato da sir Arthur Hardinge e dal signor Thierry in nome di chi esponesse tali vedute, il signor Solavieff rispose che il suo passo era di carattere puramente personale, ma ,espresse il desiderio che ciò nondimeno ne avessero conoscenza i goV1erni alleati.

Senza rilevare esplicitamente la puerHe inconsistenza di quell'impudente suggerimento, i miei due colleghi lo declinarono senz'altro ricusando di riferirne ai rispettivi loro governi.

A quanto sembra, il signor Solavieff era intenzionato di fa11e analogo passo presso l'ambasciata di America e presso di me, ma vi ha poi 11inunciato.

Mi risulta invece che egli intrattenne delle sue vedute il Marchese de Alhucemas insistendo perché ne avesse conoscenza Sua Maestà il Re. Sta di fatto che Sua Maestà ne parlò ieri all'Ambasciatore di Francia e gli dichiarò di aver fatto sapere in modo categorico al signor Solavieff che non poteva occuparsi della questione.

Il signor Solavieff, nell'intento probabile di temperare le sfavorevoli impressioni prodotte dal suo passo, ha poi diretto al marchese di Alhucemas ed in copia ai miei colleghi ed a me la nota di cui accludo copia e nella quale egli dichiara la inesistenza di rapporti fra lui ed il Consiglio deà Commissari del Popolo.

ALLEGATO

SOLOVIEV A GARCIA PRIETO

Madrid, 24 dicembre 1917.

J'ai l'honneur de porter à la connaissance de V. E., qu'ayant reçu le premier télégramme adressé par M. Trotsky à l'ambassade de Russie à Madrid, je me suis abstenu de lui répondre comme représentant d'un Gouvernement qui n'est pas reconnu officiellement ni en Russie ni à l'étranger.

En attendant la formation d'un Gouvernement russe régulier je continuerai à l'avenir d'observer une stricte abstention de tous rapports vis-à-vis du Conseil des Commissaires Bolcheviks, -ligne de conduite adoptée du reste par tous les Représentants diplomatiques russes -sauf le Chargé d'Mfaires de Russie à Lisbonne avec lequel nous avons tous rompu toutes rélations.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Non pubblicato.
813

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 657. Parigi, 26 dicembre 1917,

Ho l'onore di trasmettere qui unito all'E. V. un telegramma identico del ministri alleati a Jassy, tes:té inviatomi da questo minis:tero degli Affari &lteri.

ALLEGATO.

T. GAB. 444. Jassy, 24 dicembre 1917.

Télégramme collectif des ministres d'Angleterre, des Etats-Unis, de France et d'Italie:

• Les précédents télégrammes identiques ont rendu compte de la gravité de la situation dans laquelle le mouvement maximaliste a placé la Roumanie.

Ce mouvement, ne rencontrant aucune opposition ni de 1a part des Russes ni

de la part des Roumains, prenait de jour en jour un plus grand déV1eloppement, au

point de menacer non seulement les personnes des commandants russes mais aussri

le roi, la famille royale, le Gouvernement et toute la population roumaine.

Il entrainait encore l'abandon comp1et du fxont par les troupes russes et, comme conséquence inéluctable, l'enveloppement des troupes roumaines qui font face aux austro-allemandes.

En effet par suite de la suppression des officiers de tout grade et sous l'empire des excitations malveillantes, etc... , les troupes russes se transformaient en bandes qui saccageaient et incendiaient le pays. Bien plus la supp~essrion systématique de tout service et de toute organisation condamnait ces troupes à la famine.

Une des conséquences de cet état de choses, conséquence escomptée par les allemands qui ont organisé le mouvement bolchevik, était d'envenimer plus encore les rapports de la population et de l'.armée roumaine d'un còté et de l'armée russe de l'aut!'e. La guerre entre alliés devait fatalement s'ensuivre.

Les représentants des puissances ont été convoqués le 20 décembre par le pirésident du Conseil qui leur a exposé toute cette situation.

Il a ajouté que les autorités militaires roumaines d'accord avec le général Tcherbatchaff et la mission militaire française étaient d'avis que seule une opération de police et d'assainissement pouvait apporter un r·emède à l'état de choses présent. D'après eux les troupes roumaines agissant a la requete du général Tcherhatcheff devront préter leurs concours aux troupes dont le commandement russe dispose pour reprendre possession de 1a gare de Socola dont les bolcheviks se sont emparés et ou ils se sont concentrés au nombre de plusieurs miliers

La dispersion de ce foyer d'anarchie et la mainmise sur la gare régulatrice de tout le front russo-roumain sont indispensab1es pour permettre 1e fonctionnement des divers services de l'armée russe.

M. Bratiano ajoutait qu'il se rendait parfaitement compte que si cette opération de police militaire échouait, les événements se précipiteraient.

En présence de la nécessité de pr.endre une déa1sion sans délai et usant de la latitude qui 1eur a été accordée pour les cas d'urgence, les ministres alliés ont cru de leur devoir d'adresser au président du Conseil la lettre suivante:

• 21 décembre. lVI. le Président, Vous avez bien voulu nous exposer hier la situation dans laquelle se trouve la Roumanie par suite de l'action maximaliste.

Nous reconnaissons l'extreme g:mvité de cette situation. Nous prenons acte de l'avis exprimé par l'autorité militaire sur l'impossibilité d'y mettre fin sans avoir recours dans le plus bref délai à l'action de l'armée roumaine.

Dans le meme entretien nous avons eu connaissance des nouve11es d'Ukraine d'après lesqueUes le Gouvernement ukrainien a pris déjà aves succès toutes les mesures possibles afin de s'opposer au mouvement maximaliste contre lequel il s'est résolument prononcé.

Nous considérons comme un devoir de rendre justice aux sacrifices qu'avec une entière loyauté, le peuple roumai nainsi que son héroi:que armée groupée autour de 1eur roi cheva1eresque et de leur Gouvernement, ont supporté pour la cause commune de la Roumanie et de l'Entente.

D'un autre còté, nous approuvons et sommes prets à aider par tous les moyens l'opération de police militaire proposée et qui semble offrir la seule chance de concilier le mainticn de l'ordre en Mo1davie avec la nécessité impérieuse de maintenir un front qui prolonge le front ukrainien.

Nous constatons que si par malheUJr cette opération n'assurait pas ce résultat et si la Roumanie se trouvait dans l'impossibilité de tenir sa résolution maintes fois réitérée d'évacuer tout ou partie de l'armée et méme d'organiser le départ de la famille royale et du Gouvernement légal, l'Entente devra reconnaitre que son alliée a fait tout son devoir et a loyalement tenu tous ses engagements.

Nous prions V.E. de vouloir bien donner connaissance de cette lettre à S.M. le roi ainsi qu'au Conseil des Ministres.

Veuillez agréer, etc... •.

La question devait donc étre soumise à une nouvelle délibération du Conseil des Ministres présidé par le Roi et auquel devaient assister les autorités militaires roumaines. Entre temps de nouveaux événements survenaient qui rendaient la situation plus pressante encore.

La nuit dernière en effet les Bolcheviks de Socola sont entrés à Jassy et ont tenté révolver au point de s'emparer de la personne méme du général Tcherbatcheff. Le général a pu faire arréter les agresseurs par sa garde russe mais faute

d'un détachement sur pour les .escorter il les a remis aux troupes roumaines. D'autre part des détachements bolcheviks s'avançaient sur Jassy venant à la fois du territoire russe et de l'intérieur de la Moldavie.

L'exécution de la mesure de police mdlitaire proposée devenait donc inévitable, d'autant plus que des quantités importantes de munitions sont entreposées à la gare de Socola, c'est-à-dire aux mains des maximalistes.

Le Conseil des Ministres réuni pendant la nUiit a décidé sur la demande écri:te du général Tcherbatcheff qu'il était désormais impossible de ne pas recourir à une mesure imposée par les agressions des Bolcheviks eux-mémes.

Le président du Conseil en nous informant de cette décision nous a déclaré que c'était là la dernière tentativ.e par laquelle le Gouvernement roumain pouvait s'efforcer d'apporter un remède à une situation qui semble désespérée.

Il a ajouté que si cette tentative n'obtenait pas le résultat qu'on en attendait, si en d'autres termes, au lieu de rétablir l'ordve parmi les troupes russes elle entrainait la guerre entre ces dernières et les troupes roumaines et si en méme temps celles-ci étaient attaquées par les troupes allemandes la Roumanie ne serait plus en état de faire utilement d'autres sacrifices pour l'Entente. Elle considèrerait qu'elle a fait tout son devoir et qu'elle n'a pas le droit d'exposer sans profit pour personne le pays à d'autres ravages et l'armée à la destruction.

Le président du Conseil, si nous avons bien compris ses paroles, entendait réserver à son pays dans l'éventualité qu'il envisageait une assurance de faire une paix séparée sans que pour cela l'Entente soit déliée de ses engagements.

Nous nous sommes bornés en nous référant à notre lettre identique, à déclarer au président du Conseil, que nous portons ses déclarations à la connaissance de nos Gouvernements.

814

IL MINISTRO A CITTA DEL MESSICO, MARTIN FRANKLIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1239/222. Messico, 26 dicembre 1917.

Ho a suo tempo informato V. E. della mozione presentata al Senato per chiedere al Presidente della Repubblica di proclamare una neutralità benevola per gli Alleati. Questa mozione fu presentata verso la fine di ottobre scorso, quando, come riferii a V. E. si accentuò in tutto il paese un movimento per un riavvicinamento per l'Intesa. Purtroppo da allora una infinità di circostanze (reazione dei germanofili, accentuazione della propaganda tedesca, casi di Russia ed Italia) non solo hanno fermato quel morvimento, ma hanno anche fatto retroceder·e di parecchio.

La sorte della mozione presentata al Senato si è naturalmente risentita di questo stato di cose.

Intanto la mozione, invece di essef\e discussa subito, fu mandata per le lunghe e non fu esaminata dal Senato .in seduta segreta che H giorno 18 corrente. Pare che il Senato applaudisse calorosamente le allusioni ai paesi dell'lntesa. Il generale Cepeda ed altri proponenti della mozione affermarono che il Messico non poteva che essere dal lato delle nazioni liberali.

Ma il Signor Sanchez Azcona, pur dichiarandosi aliadofilo, pur ammettendo che il Messico non potrà sempre rimanel'e neutrale, sostenne che per ora non si poteva approvare la mozione che domandava al Presidente di dichiarare la neutralità benevola per gli Alleati, perché per il momento ciò non era conforme agli interessi del Messico. Bisognava lasciare al potere esecutivo ia responsabilità di una iniziativa.

Anche il senatore Hidalgo, pur dichiarandosi francofilo, fece un discorso contro la Francia e l'Inghilterra ed in difesa della Germania, dicendo poi che il Messico aveva ben altro da far·e che immischiarsi negli affari europei; concluse alludendo a danaro che avrebbero ricevuto dagli Stati Uniti coloro che si sono fatti propugnatori della neutra>lità, benevola per gli Alleati; ma nacque un incidente vivacissimo.

In conclusione il Senato approvò con 35 voti contro 13 le proposte della Commissione di respingere la mozione per le ragioni esposte più sopra.

L'accusa del senatore Hidalgo è una dimostrazione dell'incredibile spudoratezza dei germanofili, i quali accusano di corruzione uomini politici e pubblicisti favorevole all'Intesa senza nessuna prova, quando dal lato dei simpatizzanti per l'Intesa si sono pubblicate prove irrefutabili che i giornali germanofiLi e i loro direttori sono sussidiati dalla :(~azione di Germania. I giornali intesofili sono stati quindi i primi a domandare che si faccia una linchiesta. La Camera ed il Senato hanno nominato un comitato d'onore per procedere ad essa.

Intanto non si ha nessuna notizia positiva della piega che pigliano d negoziati che devono aver luogo a Washington.

Pochi giorni fa, dopo partito l'Ambasciatore d'America, l'Incaricato d'Affari ha pubblicato una smentita recisa alla notizia corsa che gli Stati Uniti si preparassero ad un intervento per occupare la regione petrolifera di Tampico. Avant'ieri è stata pubblicata la dichiarazione ufficiale del Governo di Washing·· ton nello stesso senso.

Ma tanto quest'Ambasciata d'America, quanto questi MilliÌstri mantengono il più assoluto riserbo su quello che riguarda i negoziati di Washington. Non si è spiegata la partenza improvvisa di Cabrera per l'Argentina, 'anzi un po' si è detto che tutto era stato regolato ed un po' che tutto era rimasto in sospeso. I giornali di stamane annunziano invece che Fletcher, che si trova ora in con

gedo agli Stati Uniti, ha cominciato a trattare con l'Ambasciatore messicano a Washington, BonHla, le varie questioni.

La stessa incertezza vi è per quello che riguarda gli approvvigionamenti in derrate alimentari che dovrebbero V"enire dagli Stati Uniti. Infatti qualche giorno fà i giornali annunziarono che gli Stati Uniti lasciano piena libertà per le esportazioni verso Messico di derrate alimentari ed oggi invece pubblicano che la commissione andata per gli acquisti agli Stati Uniti è ritornata senza aver potuto giungere ad alcuna conolusione e non si dice se l'insuccesso è dovuto a difficoltà frapposte dal Governo Americano o semplicemenlte della impossibilità di fornire i fondi necessari agli acquisti.

Permane insomma nelle relazioni del Messico cogli Stati Uniti e· coll'Intesa quella incertezza che da un pezzo ho segnalata a V. E.

815

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1703. Roma, 27 dicembre 1917, ore 20,30.

Telegramma di V. S. n. 334 (1).

Prego far assumere direttamente Gerusalemme e riferirmi nomi 13 salesiani deportati e possibilmente data arresto e località deportazione.

Quanto 'al rifiuto religiosi siriani riconoscere autorità Padre Sutera prego

V. S. comunicare Padre Simonetti perché ne dia notizia ai religiosi Palestina che in seguito comunicazioni scambiate con dirigenti salesiani, Padre Sutera è stato confermato col suo consiglio neUe precedenti cariche.

816

L'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4713/342. Cairo, 27 dicembre 1917, ore 13,20 (per. ore 21,25).

Mio telegramma n. 330 (2).

Il R. addetto militare mi comunica 1ettera di risposta del generale Allenby alla richiesta scritta circa permesso Senni recarsi Gerusalemme.

Comandante in capo dichiara che situazione in Gerusalemme è essenzialmente mi1itare e che fino a quando conserva tale carattere deve essere neces

sariamente rinVIiata ammissione colà di rappresentanti sia che ... (l) persona le cui funzioni appartengano amministrazione civile piuttosto che a quella militare.

Non so spiegarmi questa ritrattazione generale Allenby altrimenti che col fatto che la Francia intendeva destinare Gerusalemme un funzionario consolare e che ex console russo Giaffa si teneva pronto a partire appena altri ne avesse ottenuta autorizzazione.

R. addetto militare ha replicato in 'termini più energici.

Da parte mia nulla posso fare qui poiché alto commissario non vuole nè può mettersi in_ contrasto col generale Allenby che è al di fuori controillo autorità civili (2).

Spedisco denaro di cui al suo telegramma n. 1667 (3) al tenente colonello D'Agostino.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 766, pag. 525.
817

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, BONIN, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 2011. Roma, 27 dicembre 1917, ore 21,30

(Meno Washington). Ho telegrafato al R. ambasciatore a Washington quanto segue:

(Per tutti). Ambasciatore americano a Parigi ha comunicato al Governo montenegrino che Governo americano pur confermando avrebbe visto con piacere isUtuzione rappresentanza montenegrina Washington desiderava suo titolare fosse persona diversa da Plamenatz per cui era stato chiesto gradimento. Questa risposta ha impressionato penosamente Re Nicola che ritiene Plamenatz uno dei più capaci e devoti uomini rimasti ligi aUa sua persona e scorge nel rifiuto americano solita mano agenti serbi. Sta di fatrto che Plamenatz fu il solo uomo politico montenegrino che al momento occupaZiione austriaca si oppose recisamente domanda pace separata imposta al Re dagli altri suoi consiglieri, e lo sostenne nella sua decisione abbandonare Montenegro. Plamenatz dette successivamente prove di fedeltà all'Intesa. .AJll'infuori di lui non saprebbe chi designare. Re Nicola chiede buoni uffici R. Governo per indurre Governo americano modificare sua decisione. Pl'ego V. E. agire costà col consueto tatto in questo senso e telegrafarmi.

(Solo Parigi) Prego V. E. agire presso il suo collega americano in conformità di quanto precede e telegrafarmi.

• Questo ritardo è veramente spiacevole. Ripeto che Senni non andrebbe cmne funzionario consolare, ma come conoscitore luoghi interessi persone; andrebbe temporaneamente colà per rendersi conto gravi danni che risultano recati dai turchi e tedeschi agli italiani in Palestina nelle persone ed averi per riferirmi. Ai francesi ciò è già stato consentito col viaggio permesso al Picot ponendo noi in stato di inferiorità. Prego V.E. insistere energicamente >.

La prego inoltre comunicare quanto precede a Romano in relazione al suo rapporto n. 51, soggiungendo che ad ogni modo, anche non attenendosi gradimento per Plamenatz, riterrei opportuno Governo montenegrino mandasse un suo rappresentante a Washington, perché chiunque egli fosse sarebbe sempre meglio Montenegro avesse colà un titolare.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. 1704 del 28 dicembre, con la seguente aggiunta:

(3) Del 21 dicembre, non pubblicato.

818

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, CARLOTTI, A PARIGI, BONIN, E AL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA

T. GAB. 2012. Roma, 27 dicembre 1917, ore 22.

Barrère mi riferiva che l'incaricato d'affari russo Solovieff a Madrid si presentò all'ambasciatore francese Thierry per dirgli che visto l'andamento delle trattative di pace a Brest Litowsky parevag1i che gli alleati dovessero da ora in là partecipare ai negoziati. Egli giustificava la condotta de·i massimalisti la nazione russa non volendo più saperne della guerra.

Thierry si sarebbe rifiutato di fare simili comunicazioni al suo Governo.

Un passo analogo sarebbe stato fatto da Solovieff presso l'ambasciata inglese, con esito eguale. L'ambasciatore americano avvertitone a tempo, non si sarebbe lasciato trovare (1).

819

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. CORRIERE 2016. Roma, 28 dicembre 1917.

Dalle notizie giunte a questo ministero risulta che una delle cause della mal dissimulata ostilità del Governo americano riguardo alle aspirazioni adriatiche italiane consiste nell'assenza di un accordo fra Italia e Serbia. D'altra parte cresce ogni giorno la probabilità che l'influenza del presidente Wilson al momento della pace assumerà carattere determinante.

Per tali ragioni sarebbe utile un accordo con Pachitch sulla base di una formula anche generica che non implichi compromissione dannosa dei postulati fondamentali dell'Italia nella questione adriatica.

Tale formula potrebbe essere la seguente:

Il Governo italiano ed il Governo serbo constatano H comune interesse di stabilire le loro relazioni presenti e future sopra una base che assicuri una fiduciosa cordiale ed amichevole collaborazione e convivenza delle due Nazioni. La Serbia che fu trascinata alla guerra in segUJito all'aggressione di cui fu vittima da parte dell'Austria Ungheria, e l'Italia, che entrò in guerra con precisi accordi conclusi coll'Inghilterra Francia e Russia per 1la liberazione delle terre italiane e per la sua legi·ttima sicurezza sul mare, combattono entrambe con tutte le forze nazionali per il trionfo della libertà dei popoli e della giustizia internazionale. Né l'uno né l'aUro Stato inspirano la loro azione a concetti imperialistici. Riconoscono entrambi il carattel'e misto delle popolazioni della riva orientale dell'Adriatico ove si trovano territori abitati da slavi e centri italiani di alto valore economico e storico. Il desiderabile accordo fra i due Paesi non può quindi ispirarsi che a concetti concilianti ed ana necessità di sacrifici e concessioni reciproche.

Qualora questa formula o altra analoga fosse rifiutata da Pachitch, il rifiuto stesso non potrebbe che giovarci presso il Governo degli Stati Uniti.

Prego V. E. tener presente quanto precede. A noi non conviene prendere una iniziativa in questa materia e ciò per evidenti ragioni: ma conver!'ebbe raggiungere lo scopo anzidetto approfittando di richieste che ci venissero rivolte in proposito dal Governo serbo.

Prego V. S. agire in conformità di queste direttive (1).

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 240-241.

820

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL l\HNISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4728/878. Parigi, 28 dicembre 1917, ore 20,55 (per. ore 7 del 29).

Discorso Pichon ebbe alla Camera calorosa e quasi unanime approvazione.

Non avendo ancora veduto testo ufficiale chiesi stamane a Pichon se dopo avere accennato all'Alsazia e Lorena ed alla Polonia avesse fatto menzione anche delle rivendicazioni nostre, Pichon mi rispose di averlo fatto quando affermò esplicitamente il nostro diritto di completare la nostra unità. Egli mi disse che la parte del discorso che riguarda l'Italia fu particolarmente applaudita dalla Camera.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 355-356.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO

T. GAB. 3402/565. Londra, 28 dicembre 1917, ore l 0,05 (per. ore 10,10 del 29).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1997 (1).

Balfour, Cecil e Hardinge assenti. Ho parlato con Graham. Dal quale ho saputo che il Gabinetto di guerra, tutto bene considerato, in presenza delle raccomandazioni di Buchanan e del parere analogo Governo francese, ha deciso di aderire domanda di Trotsky circa invio corriere alle note condizioni. Parmi questa una nuova dimostrazione di debole e remissiva politica che questo Governo seguendo l'avviso del proprio ambasciatore ha sino dal principio seguito verso i ve!'i Governi rivoluzionari russi con tangibile nefasto risultato per l'Intesa in generale e per noi in particolare.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3399/566. Londra, 28 dicembre 1917, ore l 0,05 (per. ore 10,15 del 29).

Persona bene informata mi diceva oggi prevalere qui l'impressiÌone che le prove addotte a carico di Caillaux non siano sufficienti per giustificare una condanna. Se venisse assolto vi sarebbe da prevedere la caduta di Clemenceau, il quale trasportato da risentimento personale non avrebbe proceduto con la necessavia ponderazione. L'informatore aggiungeva risultargli che Barthou, incaricato da Painlevé mentre era al Governo, di esaminare accuratamente l'affare Caillaux aveva espresso parere contrario ad una procedura giudiziaria che per mancanza appunto di prove conclusive non poteva secondo lui condurre una condanna. É notevole il fatto che malgrado le tendenze notoriamente poco anglofile di Caillaux le simpatie malamente celate di questi estremi radicali e pacifisti sono tutte per CaiUaux, mentre a riguardo di Clemenceau si intuisce latente animadversione.

(l) Cfr. n. 799, pag. 545.

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IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3407/509. Pietrogrado, 28 dicembre 1917, ore 1,35 (per. ore 12 del 29).

Riassumo la situazione politica interna quale mi è stato dato di osservave arrivando a Pietrogrado e lo stato delle cose.

Il Governo dei massimalisti insediatosi mediante un ardito colpo di mano vincendo la debole resistenza del partito al pot,ere, provocando nella parte sana della popolazione lo sgomento ed il disgusto, ma non J.a reazione, ed affermando colla violenza, coll'appoggio dei soldati a cui promise pace, ad ogni costo, dei contadini a cui promise la spartizione delle terre senza alcun pagamento per l'espropriazione, degli operai, a cui promise la proprietà delle fabbriche e quello di tutti i proletari a cui assicurò la guerra ad oltranza aomro la borghesia. Lenin e Trotzki nonostante però queste basi formidabili vermero a trovarsi subito al potere senza gli organi necessari per governare: tutti i dicasteri, tutte le amministrazioni si vuotarono dei funzionari 'e degli impiegati che disertarono 1 loro posti. La resistenza è passiva, ma completa e perseverante. Nuovi fumnonarl improvvisati e scelti coi più strani cri<teri rivoluzionari coprono ora i posti ma non sono naturalmente in grado di esercitare le funzioni. Ne è risultato necessariamente il compimento di quell'opera già abbastanza avanzata di completa disorganizzazione dell'esercito e del tota,le sconvolgimento della vita sociale.

Col trionfo ideologico del diritto dei popoli di scegliere le loro sorti, portato alle più assurde applicazioni, il movimento centrifugo delle diverse parti di quello che fu l'impero russo ha preso più vaste proporzioni ed ora non solo le provincie e le città si dichiarano indipendenti ma le stesse città si dividono e si suddividono. Nella stessa Pietrogrado un quartiere della città sotto la protezione di un reggimento non riconosce l'autorità centrale. Si assiste alila vera polverizzazione del Paese ,e della autorità.

I tribunali sono chiusi, la polizia non esiste, i delitti contro le proprietà e le persone si moltiplicano.

Ciò nonostante col terrore il Governo del consiglio dei Soviet continua a tenere solidamente il potere. La pubblicazione dei trattati segreti, la con,.. elusione dell'armistizio, una sede di decreti e progetti di legge contro la proprietà privata e contro l'aristocrazia e la borghesia contribuiscono a tenere alto il prestigio fra le masse stanche della pressione demoralizzatrice senza patriottismo e avvelenata da malcomprese idee di radicali riforme sociali e di ideali del nihHismo tenuto vivo da innumerevoli agenti e spie austrotedesche.

Nello stesso tempo, a parte la popolarità nelle masse, il vuoto inrtorno al Governo rivoluzionario si è fatto maggiore, la resistenza più persistente e tutti i partiti senza eccezione si sono sempre più allontana'ti o messi contro questa minoranza composta in parte di esaltati in buona fede, in parte di venduti allo straniero.

L'opposizione più forte è costituita dai socialisti rivoluzionari neUe due frazioni di destra e di sinistra e che sono numericamente il partito più forte. I cadetti che pure rappresentano la parte migliore della società russa nello stesso modo che furono incapaci di governare quando ebbero il potere e disposero della forza mostransi ora incapaci di organizzare una seria lotta per quanto si parli sempre di un complotto di cadetti per quanto essi srtiano sempre all'opposizione.

Proprio in questi ultimi giorni all'attento osservatore è dato di constatare che i massimalisti perdono terreno anche presso le masse e che il Governo che ne ha la sensazione cerca di porvi riparo. Si è delineato fra gli stessi capi massimalisti un conflitto per i metodi violenti ed arbitrari seguiti senza ritegno da Lenin •e da Tro·tsky sia nei riguardi di politica interna che estera. Anche fra gli operai si comincia a manifestare serio malcontento causato dalla disillusione di nl)n vedere la pra,tica realizzazione di tutte le fantastiche promesse avute. La questione dei viveri che dopo la rivolta massimalista non sono divenuti nè più abbondanti nè a miglior mercato, come era srtato promesso, ha grande influenza sullo scontento delle masse. La situazione da questo punto di vista si va an~i ogni giorno più aggravando in modo impressionante sia per lo sciopero dei funzionari del ministero di vettovagliamento, sia per le misure decretate dalla Rada dell'Ukraina e dai cosacchi di Kaledin che impediscono di inoltrare a Pietrogrado e Mosca della farina e del carbone. Un serio dissidio si è poi delineato che si accentua sempre più fra soldati e operai per ragioni politiche ed economiche e che trova la sua espressione nella questione della paga elevata che ricevono gli operai adibiti alla guardia rossa. In conseguenza di ciò buona parte dei soldati a Pietrogrado non è più ciecamente devo·ta al Governo rivoluzionario. Questo sentendosi diminuir l'appoggio militare per l'aumento sua forza armata ha ordinato che ogni fabbrica fornisca il 15 per cento degli operai alla guardia rossa.

Altro acuto dissidio è poi sorto fra il Governo e le potenti associazioni dei ferrovieri ai quali prima il Governo rivoluzionario concesse l'autononl!ia e il'amministrazione del ministero dei Trasporti e poi preoccupato della esistenza di questa specie di Stato nello Stato che dispone di mezzi formidabili per imporsi, ha cercato di togliere loro l'assoluta indipendenza creando dei controlli. Il ministero dei Trasporti è stato occupato dalle forze della guardia rossa e si espresse ora lo sciopero generale dei ferrovieri. La questione dell'Ucraina, il movimento cosacco di Kaledin, la disfat.ta dei massimalisti che si delinea sempre più nella Russia meridionale, pongono il Governo rivoluzionario in grande imbarazzo e lo discreditano. L'essersi gli alleati astenuti dal rispondere alle proposte d'armistizio e di pace, la voce corrente di gravi difficoltà sorte nelle trattative isolate della Russia contribuiscono anche fortemente a far perdere terreno al Governo rivoluzionario anche fra i suoi stessi adeventi. Il fatto poi che le Potenze ignorano l'esistenza del Governo rivoluzionario e rifiutano di entrare in rapporti con esso è altra causa di debolezza per i massimalisti. È fuori di dubbio dunque che il Governo dvoluzionario va perdendo terreno; però questo indebolimento è dovuto più che altro

alla sua origine, a circostanze di fatto, alla situazione interna ma non ad un vero e proprio lavoro di organizzazione e di lotta dei partiti avversari. La grande maggioranza si attiene alla resistenza passiva e aspetta. Il solo partito che spiega una certa attività è quello socialista rivoluzionario che ha impegnato la lotta sulla questione della riunione dell'Assemblea costituente che Lenin e Trotzky non vorrebbero convocare sapendo di restarvi irn minoranza. Se arrivasse a prendere il potere la frazione di sinistra di quel partito situazione non ne risulterebbe di molto modificata. Completamente diversa ne risulterebbe la situazione nel caso che avesse il sopravvento la sezione· di destra. Si parla di complotto di socialisti per impadronirsi colla forza del potere anche a breve scadenza. Non pare però che vi sia una seria organizzazione, ma è possibile che a un momento dato i socialisti approfittino del malcontento per la deficienza viveri per abbattere Trotsky, salvo poi alle due frazioni di destra o sinistra di combattere per disputarsi il potere. Molti contano anche sul movimento di Kal·edin e Korniloff per fare ritornare l'ordine e la legalità, però tutto mi induce a credere che quel movimento nel sud per quanto serio e importante sia, è solo destinato se mai ad avere a [unga scadenza ripercussione .ed effetto a Pietrogrado ed a Mosca. Per ora il movimento sembra solo destinato a salvare le provincie del sud dalla anarchia epurandole dai massimalistrl., sottraendole alla infàuenza di Lenin e di Trotsky i quali consci del pericolo che li minaccia hanno cominciato ad assumere un atteggiamento più conciliante nei riguardi dell'assemblea costituente mostrandosi disposti sotto certi contatti a convocarla. Inoltre hanno aperto trattative colla frazione più avanzata dei socialisti rivoluzionari ce·rcando di farla partecipare al Governo offrendo loro cinque o sei posti. Non sentendosi più sicuri dell'appoggio della guarnigione la maggioranza della quale vuole ad ogni costo •la convocazione della Assemblea costituente, Trotsky cerca persuaderla partire col pretesto di dare il cambio ai reggimenti alla fronte. Essendo poi causa di grande debolezza il fatto che le Potenze non riconoscono il Governo rivoluzionario, Trotsky evidentemente cerca dei mezzi per obbligarle ad entrare in contatto con esso. Per togliere al pubblico l'impl'essione del completo isolamento ha menato gran chiasso dal colloquio coll'ambasciatore di Francia e l'ha fatto annunziare dalla stampa svisando la forma ed il significato della visita fattagli dai consoli per trattare la questione dei corrieri. Nello stesso tempo cerca di gettare il discredito sui rappresentanti esteri accusandoli di parteggiare per la controrivoluzione. Spe·cialmente prese di mira sono le ambasciate degli Stati Unicti e quella inglese. La questione dei rapporti fra le Potenze alleate ed il Governo rivoluzionario costituisce certamente il punto più delicato della situazione. In fondo la Russia è un poco come i paesi di Oriente ed i rappresentanti vi hanno sempre goduto prestigio e influenza e oggi più che mai la parte avversa ai massimalisti si rivolge ad essi con speciale attenzione e speranza. Lo sciopero dei ministeri è sostenuto in massima parte dallo stato di rottura di rapporti fra il corpo diplomatico ed il Governo rivoluzionario. Farmi quindi di grande inter.esse alle Potenze alleate la continuazione nell'attuale linea di condotta. Ogni deviazione rafforzerebbe

il Governo rivoluzionario e alienerebbe loro in modo forse irreparabile quello che resta della parte sana dell'opinione pubblica. Noi vogliamo sperare che le tendenze della stampa inglese radicale ed anche una certa corrente che sembra essersi man:ifestata nell'opinione pubblica francese non inflUJiscano sui Governi e soprattutto sui loro rappresentanti a Pietrogrado per un indirizzo meno rigido. Nello stesso tempo però parmi indispensabile che le Potenze alleate nei ilimiti del possibile debbano procurare di astenersi da ogni atto che possa apparire come provocazione verso H Governo di fatto perché sarebbe sicuramente sfruttato dai nemic'i e potrebbe condurre alla necessità per i rappresentanti esteri di abbandonare Pi·etrogrado col risuLtato di lasciare il Governo rivoluzionario senza controllo spingendolo ancora di più verso gli imperi centrali. Risulta infatti che consiglieri non disinteressati che trovansi vicini a Trotsky si sforzano per giungere all'allontamento da qui dei rappresentanti dell'Intesa. Conciliare queste due opposte necessità è natura,lmente difficile ma lo sforzo diretto in questo senso sembra, almeno a giudicare dalla situazione vista da qui, l'unica forma possibile che permetta di guadagnar tempo e aspettare gli avvenimenti di cui si scorgono i primi sintomi che dovranno tosto o tardi cambiare la situazione. Telegramma di V. E. Gab.

n. 1952/841 (l) contiene l'enunciazione di una linea di condotta che non è secondo me scevra di serì pericoli. Infatti la partenza dei capi missione delile potenze alleate, se prematura, farebbe il giuoco dei nostri nemici che s'insedierebbero qui impedendo la crisi che si voleva provocare o accelerare, e quanto alla scelta del giusto momento in questa situazione di continua agitazione rivoluzionaria, sarebbe estremamente dif>ficile precisarlo e valutare preventivamente gli effetti della partenza che potrebbe solo ammeUersi colla sicurezza di un rapido ritorno. Per qualche tempo la situazione nel sud dove il movimento separatista da Pietrogrado e Mosca si afferma sempre più, mi risulta che le potenze alleate vi compiono un attivo lavoro di propaganda prestando largo aiuto morale e materiale sia allo scopo di contribuire alla formazione prossima di un forte organismo politico e militar-e sia per accaparrarsi la simpatia degli Stati dell'Ucraina e dei cosacchi e se questi riusciranno ad avere in avvenire o un'esistenza autonoma o saranno destinati a costituire nel loro insieme la parte più importante di una futura Russia modificata.

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IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4731/1432. Pietrogrado, 28 dicembre 1917, ore 1,37 (per ore 16,25 del 29).

27 dicembre. Governo massimalista ha pubblicato oggi sull'organo del Soviet nota comunicata da Czernin alla delegazione russa a Brest-Litowsky il 25 corrente.

Delegati della Quadruplice dichiaransi pronti concludel'e immediatamente pace generale senza annessioni nè contribuzioni, ma fanno rilevare che loro Governi che trattano attualmente colla Russia non possono legarsi unilateralmente con tali •condizioni senza avere garanzia che alleati della Russia riconosceranno e osserveranno e senza riserve nei riguardi de1Jla Quadruplice condizioni in questione. Nota poi risponde come segue ai sei punti proposti dalla delegazione russa come base delle trattative:

l) Potenze della Quadruplice non intendono annettersi forzatamente territori occupati. Evacuazione di questi ultimi sarà compresa nel trattart;o pace se prima non sarà raggiunto un qualche accordo per evacuazione di questa o quella località.

2) Potenze della Quadruplice non intendono privare della libertà politica popoli che l'hanno perduta durante guerra.

3) Questione dell'appartenenza dei gruppi nazionali che non godono libertà politica a questo o quello Stato non può essere risolta internazionalmente ma dagli Stati medesimi d'accordo con proprie popolazion[ per le vie indicate dalla costituzione.

4) Uomini di Stato QuadrupLice alleanza ritengono che garanzia, che diritti delle minoranze fanno parte essenziale del diritto dei popoli di disporre propria sorte, giusta dal punto di vista previsto dalla costituzione. Governi Quadruplice applicheranno tale principio quando ve ne sarà possibilità di fatto.

5) Potenze hanno già accennato possibilità rinunziare rifusione danni e spese. Ogni Potenza belligerante dovrebbe accollarsi spese propri prigionieri e rifusione danni causati con violazione diritto internazionale. Quanto alla forma, accordo speciale a tal uopo può essere discusso solo se tutti i belligeranti intervengano.

6) Delegazione germanica dichiara che restituzione colonie costituisce parte essenziale rivendicazione della Germania. Fedeltà popolazioni di quei territori durante lotta ·ineguale può essere prova loro attaccamento e volontà immutabile appartenere Germania.

Principi di relazioni economiche esposti dalla Delegazione russa sono pienamente approvati dalle Potenze della Quadruplice.

Dopo avere constatato con soddisfa:z~ione che delegazioni Quadruplice hanno accettato principi pace democratica proclamata dalla rivoluzione russa, capo delegazione russa ha osservato che risposta della Quadruplice apporta limitazione al punto 3, diritto :libero riunione da parte popoli essendo considerato limitato dal<le costituzioni esistenti e che rifusione spese causate dai prigionieri di guerra può essere considerata come velata contribuzione.

Delegazione russa propone quindi sospendere trattative per un termine di dieci giorni dalla mezzanotte del 25 dicembre al 4 gennaio a:tifìlnché gli altri belligeranti possano prendere visione dei principi stabiliti per una pace generale. Spirato questo termine trattative .saranno riprese indipendentemente dal contegno delle altre Potenze belligeranti preavVIisate da Governo

21 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

russo che rivoluzione russa ha riportato piena vittoria ottenendo consenso nemici alla conclusione di una pace generale. Aggiunge che parola e aziOille spettano ora ai popoli alleati che devono imporre ai loro Governa imperialisti di dichiarare categoricamente se intendano concludere pace immediata o continuare spargimento di sangue in nome brigantaggio imperialista.

Nasceviech sottolinea invece risposta Imperi Centrali è concreta solo nel negare che libera scelta delle proprie sorti da parte popoli deve farsi internazionalmente e nel reclamare restituzione colonie germaniche.

(l) Cfr. n. 715, pag. 493.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3401/277. Washington, 28 dicembre 1917 (per. ore 16,25 del 29).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1997/105 (1).

Ho avuto un colloquio stamane con Lansing. Egli divide interamente pensiero di V. E. ed ha telegrafato all'ambascia,tore degli Stati Uniti a Pietrogrado di astenersi dal chiedere al Governo rivoluzionario visto per il passaporto corriere americano. Considerazioni di Lansing per non cedere alle pretese di Trotzsky collimano punto per punto con quelle di V. E. Egli pure intravvede possibilità maggiori ostacoli compreso quello del!la cifra ma preferisce affrontarli anziché prestarsi al manifesto giuoco di Trotzsky e dare adi:to alla propaganda russo-tedesca (2).

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IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 405/511. Pietrogrado, 28 dicembre 1917, ore 21,30 (per. ore 16,45 del 29)

Secondo quanto era stato stabilito nei patti dell'armistizio la delegazione tedesca è arrivata a Pietrogrado. Essa è composta del contrammiraglio barone Kaiserling (ex addetto navale all'ambasciata germanica di Pietrogrado) dei capitani Bergen e Piris. La prima conferenza ebbe luogo ieri sera, e interrogato sugli scopi della delegazione, il barone Kaiserling disse a dei

giornalisti: il nostro compito è limitato all'esame dei mezzi per porre fine alla guerra. A giorni arriverà a Pietrogrado una grande commissione composta di trentatrè plenipotenziari. Fra i delegati si trova il conte Mirbach, ex consigliere dell'ambasciata di Pietrogrado, l'ex addetto miHtare austriaco principe Hohenlohe e i rappresentanti di Turchia e di Bulgaria. Questa dele-' gazione discuterà le diverse questioni relative all'armistizio e si interesserà soprattutto a regolare lo scambio dei prigionievi e i trattati di commercio. Per quanto riguarda i prigionieri di guerra osservo che i patti dell'armdstizio prevedono solamente lo scambio deglli invalidi ed internati civi!li e mi risulta che Trotsky ha fino ad ora resistito alle pressioni degli Imperi Centrali per la restituzione integrale.

(l) -Cfr. n. 799, pag. 545. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. gab. 2024/1186 del 30 dicembre.
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IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4735/1435. Pietrogrado, 28 dicembre 1917, ore 21,33 (per. ore 5,40 del 30).

Riprendendo sua campagna contro la diplomazia alleata la Pravda in un articolo intitolato « Il trattato ladronesco degli alleati con l'Italia • dichiara che la cessione all'Italia di territori turchi e slavi dimostra quale sia il cinismo dell'imperialismo borghese. Giornale si rallegra osservando che pubblicazione documenti di 'tale natura avvicini ora in cui popoli si sbarazzeranno dei gruppi che hanno finora disposto delle loro sorti.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 3427/1097. Berna, 28 dicembre 1917.

Facendo seguito ad analoghi precedenti invii ho l'onore di trasmettere qui unito a V. E. gli ultimi fogli informativi pervenutimi da questi Centri militari di raccolta dell'Esercito e della Marina (N. 12).

Mi permetto attirare la particolare attenz,ione dell'E. V. sul foglio senza numero del Centro informazioni Esercito in data del 27 corrente, concernente la situazione al fronte italiano secondo le ultime notizie raccolte. Tre giorni or sono il colonnello Pageot, addetto militare francese a Berna, venne personalmente a comunicarmi che da qualche tempo, in questi circoli 'tedeschi ed austriaci che fanno capo alle due Legazioni nemiche, si sussurrava la data del 4 gennaio come una data in cui dovesse verificarsi qualche importante avvenimento. Il Colonnello Pageot aggiunse risultargli ora da fonte seria che, per il 4 gennaio, sarebbe prestabilito un attacco generale, in grandi forze, sul nostro fronte, con l'obiettivo di sfondarlo ad og;ni costo. Egli aggiungeva di 'essersi persuaso, in seguito ad un complesso di segnalazioni recentissime, che l'offensiva sul fronte franco-inglese non verrebbe iniziata che dopo nuove importanti operazioni militari sul nostro fronte, dalle quali i nemici si riprometterebbero risultati fulminei e decisivi per la campagna militare in Ltalia. I numerosi ed aperti accenni che anche la stampa nemica va in questi ultimi tempi moltiplicando sull'imminente inizio dell'offensiva in Francia, dovrebbero appunto giovare a distogliere l'attenzione dai continui e grandi preparativi per nuovi attacchi sul nostro fronte.

Ho comunicato subito la notizia a questo Centro militare d'informazioni dell'Esercito che l'ha telegrafata al Comando Supremo aggiungendovi tutti quei dati di cui i !Centro medesimo disponeva e che potessero essere utili per controllare l'attendibilità di questa segnalazione.

Ad ogni modo la comunicazione fattami dal Colonnello Pageot è tanto più sintomatica in quanto, fino a questi ultimi tempi, il Servizio d'Informazioni Francese aveva piuttosto la tendenza a ritenere che le operazioni militari sul nostro fronte fossero per essere, momentaneamente almeno, concluse, in attesa dell'inizio dell'offensiva austro~tedesca sul fronte francese.

Merita poi di essere rilevata la coincidenza della da,ta del 4 gennaio, con quella che è stata stabilita come ultimo termine entro il quale le potenze dell'Intesa potrebbero, volendo, consentire a prender parte ai preliminari di pace fra la Russia e la Quadruplice nemica.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN

T. 1711. Roma, 29 dicembre 1917, ore 15.

Suo telegramma Gab. 430 (1).

Avevo già notata la risposta data dal cardinale Gasparri, segretario di Stato, all'on. Denis Cochin sottosegretario di Stato al ministero Esteri francese. Ho anzi incaricato persona di fiducia di possibilmente chiarire la parte della risposta relativa al provvedimento da prendere in relazione al protettorato francese sui cattolici in Oriente qualora esso venisse a mancare di base per la scomparsa del regime capitolare.

Per quel che concerne la Palestina, gli accordi tra alleati hanno già determinato lo stato politico avvenire di quella regione che sarà internazionalizzata. Internazionalizzazione sig;nifica, da una parte, assoluta parità per tutti nel campo politico, e dall'altra inesistenza del regime capitolare. Per

entrambi questi motivi è da escludersi in quella regione una prevalenza politico-religiosa di una Potenza.

Contro questa parità contrastano il passo fatto dall'on. Denis Cochin presso il cardinale segretario di Stato, e, per quanto ,in minore grado e con minor importanza, l'attività che il signor Picot avrebbe svolto a Gerusalemme secondo quanto riferisce il Matin del 22 dicembre.

Segnalo quanto precede a V. E. perché Ella faccia presente a codesto Governo l'opportunità di evitare scrupolosamente ogni manifestazione che non sia strettamente concordante con gli accordi intervenuti tra alleati per la Palestina.

(l) Non pubblicato.

830

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3403/447. Parigi, 29 dicembre 1917, ore 16 (per. ore 17,30).

Nella discussione di politica estera che ebbe [uogo il 27 alla Camera dei Deputati l'episodio più interessante per noi fu la censura mossa dal socialista Moutet agli accordi con l'Italia che egli accusò di imperialismo. Egli riconobbe bensì i nostri diritti su Trento e Trieste, ma denunziò come contrarie ai principi di nazionalità le nostre aspirazioni sulla Dalmazia, Albania, e il Dodecanneso. Si sarebbe forse potuto desiderare nella risposta del ministro la completa difesa dei patti di Londra che ci riguardano. Egli si limitò ad affermare il nostro diritto di condurre a termine la nostra unità nazionale e la indiscutibile popolarità degli accordi con l'Italia.

Dobbiamo però notare con compiacenza che le parole del ministro inspirate a viva simpatia a nostro riguardo e affermanti il pieno consenso dei due popoli negli accordi stretti fra i due Governi riscossero applauSJi mentre il Moutet non trovò l'approvazione che nei socialisti.

831

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 2023. Roma, 29 dicembre 1917, ore 20.

In relazione alla corrispondenza telegrafica scambiata tra addetto navale e ministero marina concernente concorso navale americano, prego V. E. voler appoggiare presso ammiraglio Sims accoglimento nostre richieste.

Ministero Marina desidera sia prospettato costì intenso logorio cui sono sottoposte le nostre unità sottili in Adriatico e nei continui servizi di scorta e fatto presente come, a differenza dei nostri alleati, che dispongono in

larga misura di materie prime, noi non si riesca a supplire, nella misura e sollecitudine necessaria, alle riparazioni ed alle nuove costruzioni, data la crisi dei combustibili e dei materiali metallici, crisi che impone ed imporrà in avvenire una maggiore intensità di traffici, ai quali, per le condizioni predette, non saremmo al caso di assicurare la protezione necessaria.

Prego farmi conoscere risultato de'i passi fatti da V. E.

832

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1708. Roma, 29 dicembre 1917, ore 23.

Suo telegramma n. 802 (1). Aderiamo proposta istituzioni in Londra commissione permanente per esecuzione accordi relativi Paesi scandinavi Olanda.

833

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4746/245. Copenaghen, 29 dicembre 1917, ore 22,50 (per. ore 14,50 del 30).

Corre voce rappresentanti massimalisti in Stoccolma abbiano inviato a Copenaghen persona di fiducia per sondare terreno su possibilità stabilire qui sede conferenza della pace. Copenaghen sembrerebbe a massimalisti città più indicata sotto tutti i rapporti.

Questo ministro degli Affari Esteri mi ha detto però nulla gli risulta in proposito.

834

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4752/845. Londra, 29 dicembre 1917, ore 23 (per. ore 21 del 30).

Sulla questione Senni giusta precedenti telegrammi di V. E. non ho eessato di r.ivolgere qui con massimo calore ed energia doglianze ed insis1Jenze, con risultato negativo. Qui si trincerano dietro generale Allenby,

contestano categoricamente mia lagnanza per disparità di trattamento tra noi e Francia, sostengono che aderendosi alla nostra, non si potrebbe più giustificare rifiuto opposto a domande analoghe Governi francese greco russo ed americano. Rifiuto era stato confermato per iscritto con comunicazione pervenutami il 20 corrente. Non la spedii a V. E. nè tornai più sull'argomento ritenendo incidente esaurito in base telegramma di V. E. n. 1668 (1). Su prescriZJioni di cui odierno telegramma rinnoverò domanda con apposito promemoria e ulteriori calorose insistenze.

(l) T. 4570/802 del 14 dicembre, non pubblicato: accordi commerciali con l'Olanda.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 3414/567. Londra, 29 dicembre 1917, ore 23 (per. ore 21,45 del 30)

Accompagnato da una nota verbale confidenziale ricevetti ieri sera un memorandum di cui riproduco qui appresso il testo in traduzione concernente la politica degli alleati in Russia concordato nella conferenza dd Parigi del 23 corrente:

• A Pietrogrado dovremmo immediatamente entrare in relazione coi massimalisti per mezzo di agenti non ufficiaU, ciascun paese come meglio crede.

Ci proponiamo di dare a Buchanan il congedo per salute ma manterremo un incavicato d'affari. Non suggeriamo agli alleati di fare altrettanto. La lunga residenza di Buchanan a PiE/.rogrado lo ha ormai associato agli occhi dei massimalisti con la politica dei cadetti i qua>li per così dire quasi lo identiicano con Miliukoff. Dovremmo rappresentare i massimalisti che non desideriamo ingerirei in alcun modo nella politica interna russa e che è

un profondo errore di credere che noi favoreggiamo la controrivoluzione. Tale politica potrebbe apparire attraente ai Governi autocratid di Germania ed Austria ma non alle democrazie occidentali ed americana. Riteniamo tuttavia necessario tenerci per quanto è possibile in contatto con l'Ukraina, Cosacchia, Finlandia, Siberia, Caucaso, ecc. perché queste varie semi-autonomie provinciali rappresentano in larga proporzione la forza della Russia. Noi in modo speciale ci sentiamo obbligati ad aiutare l'Ukraina visto che da essa dipende il vettovagliamento dei Romeni ai quali siamo legati da ogni obbligo d'onore.

Circa la guerra dovremmo astenerc'i da ogni parola o atto condannante tradimento dei Russi con l'inizio dei negoziati di pace coi nostri nemici. Ma dovremmo tuttavia continuamente insistere sulla nostra disposizione di accettare i 'Principi

dd self-determination e subordinatamente a cw, di non annessioni nè indennità. Dovremmo insistere con i massimalisti sull'impovtanza di non contentarsi delle frasi vuote dei tedeschi che se non ottengono da essi specifici impegni nelle questioni della Polonia, Boemia, la parte romena della Transilvania, a prescindere dall'Alsazia Lorena e del Trentino, non avranno ottenuto nulla. Nel frattempo la loro forza di resistenza si sta liquefacendo ed essi saranno presto se non lo sono già, in balìa dell'imperatore di Germaruia il quale si befferà delle loro frasi ed imporrà la pace alle sue condizioni. Converrebbe dire pure ai massimalisti che ormai è troppo tardi per qualsiasi tentativo di salvare g1i effettivi dell'esercito. Ma il materiale d'artiglieria può ancora essere preservato evitando comunque che esso passi in mani nemiche per esser adoperato contro le democrazie occidentali. Impol'tantissimo savebbe che i massimalisti impediscano, se lo possono, che i distretti granari russi, come l'Ukraina cadano sotto il controllo degli Imperi Centrali o siano utilizzati da loro. Ciò costituisce un altro motivo per noi di appoggiare e rinforzare l'Ukraina e spingere i massimalisti a cooperare con essa invece di tentare di coercirla. Nella Russia meridionale il nostro scopo deve essere precipuamente di salvare possibilmente la Romania e di impedire l'arrivo in Germania degli approvvigionamenti russi. Finalmente siamo obbligati a proteggere possibilmente quello che resta dell'Armenia non soltanto a salvaguardia dell'ala destra delle nostre forze in Mesopotamia, Persia e Caucaso, ma anche perché un'Armenia unita se possibile con uno Stato Georgiano indipendente e autonomo, è 'la sola barriera contro lo sviluppo di un movimento turanico che coll'estendersi da Costantinopoli alla Cina fornirebbe alla Germania un'arma costituente per la pace del mondo un pericolo anche maggiore del con

trollo della ferrovia di Bagdad.

Sarebbe desiderabile certo indurre gli eserciti della Russia meridionale a riprendere il combattimento, ma ciò è probabilmente impossibile. A raggiungere questi scopi occorre anzitutto danaro e riorganizzare l'Ukraina, pagare i cosacchi e le forze caucasiche, nonché corrompere i Persiani. Le somme necessarie non sono dopo tutto enormi ma il cambio presenta grosse difficoltà. Se i francesi possono assumersi il finanziamento dell'Ukraina, noi potremmo fornire il denaro per gli altri. È inteso che gli Stati UnHi d'America del Nord aiuteranno.

A prescindere dalla finanza importa avere a disposizione ufficiali per consigliare ed appoggiare i Governi provinciali ed i loro eserciti. È essenziale ciò sia fatto il più cautamente possibile allo scopo di evitare per quanto è possibile l'imputazione di prepararci a fare la guerra ai massimalisti. Suggeriamo che sia la Francia ad assumersi anche Questo compito in Ukraina, mentre noi ci occuperemo delle altre provincie sud orientalti. Un ufficiale generale di ciascuno dei due paesi dovrebbe collegare e dirigere le rispettive attività. Essi però dovrebbero mantenersi tra loro in stretto contatto pel tramite di scelti ufficiali di collegamento ad assicurare l'unHà d'azione. Rimane da esaminare la convenienza o meno di facilitare il ritorno nella Russia meridionale dei Russi attualmente in Francia ed in Inghilterra»,

Lasciando a V. E. ogni apprezzamento ed eventualri osservazioni in merito al programma suddetto, mi parrebbe opportuno di rilevare ad ogni buon fine senz'altro l'inopportunità delle locuzioni ristrettive • Trentina • invece dell'altra • Italia irredenta • più comprensiva e in armonia con i patti stipulati.

(l) Si tratta della ritrasmissione a Londra del n. 766, pag. 525.

836

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3412/513. Pietrogrado, 29 dicembre 1917, ore 22,28 (per. ore 22,45 del 30).

Le trattative fra il Governo rivoluzionario e i socialisti rivoluzionari di estrema sinistra cui accennavo nel mio telegramma n. 509 (l) hanno condotto all'entrata di sei nuovi membri di essi nel consiglio dei commissari del popolo. Lo scopo però propostosi da Len:in e Trotsky si può considerare come non raggiunto perché questi nuovi membri sono delle figure quasi sconosciute e non possono venire al Governo senza J'assenso e l'approvazione della direzione del partito. Lenin e Trotsky cercano ora di attirare nel Governo il noto Cornoff che è capo di uno speciale gruppo, ha molte aderenze e dispone di molta influenza sulle masse. Fino ad ora però egli rifiuta dichiarando essere impossibile l'accordo con glli alitri membri del Consiglio dei commissari anche socialisti rivoluzionari di sinistra che si sono discreditati colle loro ultime azioni. Sembra abbia anche r1fiutato di essere il capo delle delegazioni per le trattative di pace e di porsi alla testa di una progettata delegazione democratica che dovrebbe recarsi all'estero per intavolare trattative coi popoli belligeranti. Oltre a questo lavoro di assorbimento di uomini e gruppi di partiti Trotsky per consolidare la sua situaziorne si mostra più arrendevole nella questione dell'assemblea costituente per l'apertura della quale pare anche che i delegati per rla pace democratica austro-tedesca premano onde dare forma legale alla pace stessa. I massimalisti poi dietro parola d'ordine di Trotsky menano gran vanto di aver obbligato la Germania e i suoi alleati ad aderire a tutte le condizioni della pace democratica, sorvolando sulle riserve fatte dalla parte nemica su dei punti pure capitali delle condizioni russe. La grande dimostrazione inscenata per domani di cui al mio telegramma n. 1437 (2), ha lo stesso scopo di far credere al1e masse al grande trionfo riportato. Tutto ciò mira anche a rinforzare la situazione Governo massimalista indebolitosi in quest'ultimo periodo.

(l) -Cfr. n. 823, pag. 561. (2) -T. 4736/1437 del 29 dicembre, non pubblicato: celebrazione, da parte del comitato esecutivo dei Soviet, dei successi riportati dalla delegazione russa a Brest-Litowsky.
837

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 1713. Roma, 30 dicembre 1917.

Monsignor Abba Tecla Mariam superiore ospizio abissino Gerusalemme ha informato R. Governo buona salute monaci catto:Lici e scismatici ma precarie condizioni economiche conventi abissini. Ho autorizzato comandante truppe italiane Palestina provvedere qualche immediato soccorso comunità abissine Gerusalemme. Portando quanto precede a conoscenza del Governo etiopico V. S., ricorderà quanto Italia ha sempre fatto a favore monastero Deir el Sultan in Gerusalemme e farà risaltare grande successo politico militare moraile degli alleati presa Gerusalemme e interesse per Etiopia che città santa cristianesimo sia stata sottratta dal giogo turco dalle truppe delle tre potenze garanti integrità Etiopia.

838

L'AMBASCIATORE A MADRID, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3410/78. Madrid, 30 dicembre 1917, ore 19,45 (per. ore 1,30 del 31).

Telegramma di V. E. 2012/21 (1).

L'incaricato d'affari di Russia recossi effettivamente dai miei colleghi di Francia e d'Inghilterra esponendo a titolo puramente personale come in presenza ai negoziati di pace attualmente in corso sarebbe stato desiderabile che il Gov;erno britannico e francese esaminassero se non fosse il caso anche per loro di entrare in trattative. I miei colleghi declinarono l'invito di sottoporre il suggerimento ai loro Governi e forse in seguito a ciò l'incaricato d'affari di Russia rinunziò di fare analogo passo presso l'ambasciatore degli Stati Uniti e presso di me come pare fosse sua intenzione. Per attenuare la sfavorevole impressione dei suoi passi l'incaricato d'affari di Russia diresse poi al ministro di Stato una nota nella quale dichiara l'inesistenza dei rapporti tra lui e il consiglio dei commissari del popolo.

Informai ampiamente di quanto precede V. E. con mio rapporto n. 328 in data del 26 partito col corriere del 28 corrente (2).

(l) -Cfr. n. 818, pag. 558. (2) -Cfr. n. 812, pag. 551.
839

IL REGGENTE L'AMBASCIATA A PIETROGRADO, TOMASI DELLA TORRETTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4762/1443. Pietrogrado, 30 dicembre 1917. (per. il 31).

Giunge notizia da Tomsk che il congresso deHa Siberia ha nominato il Governo siberiano. Lo compongono rappresentanti di tutti i partiti dai cadertti ai socialisti democratici minimaJisti.

840

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 47/4. Londra, 30 dicembre 1917

La risposta data dal Conte Czernin a nome della Quadruplice Alleanza, alle proposte di pace generale formulate dai bolscevichi, suscita la riprovazione di questa stampa, compreso pure quella radicale, malgrado certe sue formali restrizioni.

I giornaH, nella maggior parte, sia quelli liberali che conservatori, hanno finora toccato l'argomento piuttosto di riflesso, discutendo delle vedute dei laburisti bvitannici circa la pace. Il commento, per lo più, è stato svolto in forma negativa; e cioè coll'esaltare la determinazione del • Labour • di voler combattere fino all'ottenimento di una pace veramente democratica e durevole, e con lo scartare ogni idea o progetto di pace che non avesse per iscopo, come certa e sicura base, la fine del mi1litar,ismo prussiano ed il ripudio d'ogni tendenzioso piano nemico, che, sotto la lustra d'aderire ai principii proclamati dalla Rivoluzione russa, ottenesse in definitiva l'egemonia agognata nell'Europa Centrale ed Orientale.

Tuttavia, i giornali radicali, e specialmente la Manchester Guardian, insinuano:

l) la necessità di considerare 'il governo massimalista come un governo di fatto;

2) l'opportunità di « rispondere • alle proposte del Conte Czernin, • che ha replicato (alle' proposte massimaliste) con alcune generali accettazioni e con alcune larghe qualificazioni •, sebbene, così formulate • esse sieno altamente inaccet,tabili •;

3) che, pertanto, la questione capitale non è tanto quella relativa alla accettazione o meno delle medesime, ma invece alla disposizione o meno a darvi una risposta;

4) giacché la • risposta • non è solamente necessaria per togliere dalle mani della Germania ogni arma di vantaggio con l'eventuale asserzione che gli alleati non hanno neppure voluto considerare le precise condizioni di pace germanica -da essi pure tante volte richieste -, ma anche, 'e sovrattutto, per tener stretti i popoli alleati nella persuasione che i governi rispettivi non hanno mai negletto ogni concreto progetto, destinato a por fine alla guerra.

5) che, ciò pertanto, la risposta non solo non dovrà essere evasiva, ma anzi motiv:ata e ponderata, tanto più che gli stessi alleati hanno bisogno di vedere e di sapere chiariti e definiti i loro scopi di guerra.

841

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4755/848. Londra, 31 dicembre 1917, ore 0 (per. ore 4,15).

Conferenza nazionale operai e socialisti approvò ieri quasi unitamente dichiarazione relativa scopi di guerra, oggetto del rapporto n. 1442 (1). Prima della discussione venne letta lettera del primo ministro dichiarante ·che scopi guerra continuavano essere quelli stessi che motivarono entrata in conflitto Gran Bretagna e che essi erano quindi unicamente intesi assicurare libertà e pace mondiale. Stesso Congresso inviò all'ufficio socialista internazionale Stoccoima, con preghiera trasmetterlo al Soviet di Pietrogrado, un telegvamma a firma Henderson, notificante avvenuta approvazione suddetta dichiarazione ed esprimente vivo desiderio che pace separata non venga conclusa.

842

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. 2033. Roma, 31 dicembre 1917, ore 16,30.

Prego farmi conoscere suo avviso relativamente proposta avanzata da consoli ·esteri in Kharbin che truppe cinesi arrestino agitatori massimalisti e locali truppe malcontente.

(l) Non pubblicato.

843

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI E A PARIGI, BONIN

T. GAB. 2032. Roma, 31 dicembre 1917, ore 18,20.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha rimesso un memorandum cosi concepito:

• Il Ministro britannico a Pechino ha informato il suo Governo che il Console russo ~n Kharbin, unitamente a locali consoli esteri ha raccomandato una proposta secondo la quale truppe cinesi arresterebbero i caporioni bolceviki e le truppe malcontente in Kharbin. Le forze cinesi, a quanto sembra, sono in grado di compiere una simile azione ma né il Milllistro britannico a Pechino né il suo cOillega di Russia sanno prevedere quale sarebbe l'effetto di un simile drastico provvedimento sul presente governo bolceviko.

Quest'ultimo, secondo i suoi telegrammi a Kharbin, mostra di considerare la Manciuria come territorio russo.

Il Ministro britannico ritiene quindi che sarebbe utile che i Cinesi differiscano i proposti provvedimenti sino a che non sia accertato che il generale comandante le truppe russe è incapace, per sua conto, ad eliminare lo sbandamento delLe truppe malcontente che in Kharbin, è la causa delle presenti difficoltà.

Il signor Balfour desidera sapere le vedute del Governo italiano a'l riguardo e ha dato istruzioni al Ministro inglt>se a Pechino di dissuadere, nel frattempo, il Governo cinese dall'adottare le mifiUre sopra indicate.

Ho risposto a Rodd che il principale interesse degli alleati è quehlo di

sostenere i mavimenti in Russia che sono contrarii ai massimalisti: l) per evitare il rifornimento alimentare degli Imperi Centrali; 2) per attenuare e frenare il contagio anarchico in Europa che indebo

lisce da per tutto l'azione militare incoragg1iante J'ultra pacifismo.

Che per aiutare il movimento anti-massimalista nell'Ukraina, tra i Cosacchi, nel Caucaso e in Siberia, occorreva tener libera per quanto possibile la ferrovia trans-siberiana e quindi assicurarsi di Wladivostok e di Kharbin: non potendolo fare diversamente, dato che iv\ predomini o sia per predominare il bolscevikismo, giovava valersi dell'azione deglli alleati Giapponesi e Cinesi, quanto all'impressione che l'intervento a Kharbin poteva produrre a Pietrogrado non ritenevo vi fosse da curarsene, visto che i bolsceviki operano già ora, come i migliori amici dei nostri nemici.

Che quanto alla necessità urgente di una qualsiasi azione a Kharbin, non ero in grado di dare alcun giudizio mancando ancora di notizie dirette al riguardo; dovevo quindi ritenere che i migl:iori giudici fossero ti consoli ivi residenti.

844

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 1719. Roma, 31 dicembre 1917, ore 21.

Suoi telegrammi 313 (l) e 315 (2).

Risulta che Picot si è recato scortato da plotone spahis cerimonia Natale Betlemme dove occupò posto console francese. Egli è dunque tornato Gerusalemme ed esercita colà funzioni politiche. V. S. può rilevarlo alto commissario ricordando sue dichiarazioni di cui te,legramma di V. S. 313. Disparità trattamento usataci per viaggio Senni è manifesta.

845

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 1720. Roma, 31 dicembre 1917, ore 21.

Suo telegramma n. 845 (3).

Mi risulta che Picot il quale secondo telegramma Senni comunicato V. E. col mio 1626 (4) era tornato Cairo, si è recato scortato da Plotone spahis funzione Natale Betlemme dove occupò posto console francese. GU è dunque stato permesso tornare Palestina ove egli esercita funzioni politiche. Questi particolari comprovano disparità trattamento a nostro riguardo da parte Inghilterra a proposito viaggio Senni. Prego valersene nelle sue pratiche per mio telegramma numero 1626.

(l) -T. 4542/313 del 13 dicembre, non pubblicato: richiesta all'alto Commissario perché Senni sia autorizzato a recarsi a Gerusalemme. (2) -T. 4551/315 del 14 dicembre, non pubblicato: il generale Allenby non ha ancora concesso l'autorizzazione a Senni a recarsi a Gerusalemme. (3) -Cfr. n. 834, pag. 570. (4) -Si tratta della ritrasmissione a Londra del t. 4551/315 dal Cairo (cfr. nota 2).
<
APPENDICI

APPENDICE I

AMBASCIATE E LEGAZIONI DEL REGNO D'TALlA ALL'ESTERO (Situazione at 31 dicembre 1917)

ARGENTINA

Buenos Aires -COBIANCHI Vittore, 1inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CERRUTI Vittorio, primo segretario.

BELGIO

Bruxelles -CARIGNANI, dei duchi di Novoli, Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE RISEIS, dei baroni di Crecchio, Mario, primo segretario (la legazione risiede temporaneamente a Le Havre).

BOLIVIA

La Paz -AcNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

BRASILE

Rio de Janeiro -MERCATELLI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; N.N. segretario.

CILE

Santiago -DI MoNTAGLIARI marchese Paolo, inviato straordinario e milllistro plenipotenziario.

CINA

Pechino -ALIOTTI, dei baroni, Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; VARÈ Daniele, segretario; BENSA Maurizio, interprete; FoscHINI Antonio, capitano di corvetta, comandante le guardie della R. Legazione.

COLOMBIA

Bogotd -DuRAND DE LA PENNE marchese Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

COSTARICA

S. José de Costa-Rica -NoTARI Giosué, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

CUBA

A vana -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

DANIMARCA

Copenaghen -SACERDOTI Vittorio, conte di Carrobbio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; WEIL SCHOTT Leone, segretario.

EGITTO

Cairo -NEGROTTO CAMBIASO, dei marchesi, Lazzaro, agente diplomatico e console generale; TosTI, dei duchi di Valminuta, conte Mauro, segretario; VITALE Umberto, maggiore di Stato Maggiore, addetto militare; BuRGARELLA Salvatore, interprete.

ETIOPIA

Addis Abeba -CoLLI DI FELIZZANO conte Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CoRA Giuliano, segvetario.

FRANCIA

Parigi -BoNIN LoNGARE conte Lelio, ambasciatore; RusPOLI Mario, pl'incipe di Poggio Suasa, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MEDICI dei marchesi del Vascello, Giuseppe, consigl!iere; GUARIGLIA Raffaele, segretario; BoscARELLI Raffaele, segretario; DE STEFANI Pi,etro, segretario; PAPA DI CASTIGLIONE conte Carlo, colonnello di artiglieria, addetto militare; GRASSI Mario, capitano di vascello, addetto navale; SABINI conte Candido, delegato commerciale.

GIAPPONE

Tokio -CusANI CoNFALONIERI marchese LU!igi Gerolamo, ambasciatore; FILIPPI Dr BALDISSERO Vittorio, tenente colonnello di artiglieria, addetto militare; FENZI Carlo, capitano di fregata, addetto navale; GAsco Alfonso, interprete.

GRAN BRETAGNA

Londra -IMPERIALI DI FRANCAVILLA marchese Guglielmo, ambasciatore; BORGHESE, dei principi, Livio, consigliere; DuRINI DI MoNZA conte Ercole, primo segretario; PREZIOSI Gabriele, segretario; BALSAMO Gio,vanni, segretario; LANZA BRANCIFORTI, Giuseppe, principe di Scordia, segretario; TROMBETTI Achille, segretario; BERTELÈ Tommaso, segretario; MoLA Armando, colonnello di Stato Maggiore, addetto militare; REY DI VrLLAREY conte Carlo, capitano di fregata, addetto navale; VICINO PALLAVICINO, capitano di cava>lleria, addetto militare aggiunto.

GRECIA

Atene -DE BosDARI conte Alessandro, inviato straordinario e ministro plenipo,tenziario; NANI MocENIGO conte Ludovico, segretario; DIANA, dei marchesi, Pasquale, segretario; VITALE Umberto, colonnello, addetto milHare; ARLOTTA Mario, tenente di vascello, addetto navale; DE MARTINO Giuseppe, addetto commerciale; DIMADI Costantino, interprete.

GUATEMALA

Guatemala -NoTAR! Giosué, inviato straordinario e ministro plenipotenzi.ario.

HAITI

Porto Principe -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a L'Avana).

HONDURAS

Tegucigalpa -NoTAR! Giosué, inviato straordinario e ministro plenipo,tenziario (residente a Guatemala).

MAROCCO

Tangeri -LAGO Mario, agente diplomatico e console generale.

MESSICO

Messico -MARTIN FRANKLIN Alberto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

MONTENEGRO

Cettigne -RoMANO AVEZZANA barone Camillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente temporaneamente a Parigi).

NICARAGUA

Managua -NoTAR! Giosué, inV'iato straordinario e ministro plenipo,tenziario (residente a Guatemala).

NORVEGIA

Cristiania -MoNTAGNA Giulio Cesare, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Rosso Augusto, segretario.

PAESI BASSI

L'Aja -SALLIER DE LA TouR Giuseppe, duca di Calvello, tÌ[1viato straordinario e ministro plenipotenziario; GuARNERI Andrea, segretario; CHAPPERON Alessio, maggiol"e generale, addetto militare.

PANAMA

Panama -RAGUZZI Carlo, incaricato d'affari.

PARAGUAY

Assunzione -Rossr Adolfo, ministro l"esidente.

PERSIA

Teheran -ARRIVABENE VALENTI GONZAGA conte Carlo, inv;iato straordinario e ministro plenipotenziario; Dr MoNTEFORTE conte Giuliano, interprete.

PERU'

Lima -AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PORTOGALLO

Lisbona -SERRA Attilio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GAZZERA Giuseppe, segretario; SANNAZZARO NATTA Giuseppe, maggiore di cavalleria, addeHo militare (residente a Madrid).

ROMANIA

Bucarest -FASCIOTTI barone Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; AuRITI Giacinto, segretario; CAFIERO Ugo, segretario; PEANO Alberto, maggiore generale, addetto militare; SIBILIA Donato, delegato commerciale (la legazione risiede temporaneamente a Jassy).

RUSSIA

Pietrogrado -TOMASI DELLA TORRETTA dei principi di Lampedusa, Pietro, incaricato straordinario e ministro p1enipotenziario reggente l'ambasciata; CATALANI Giuseppe, consigliere; TALIANI Francesco, segretario; GuAZZONE Pietro Alfredo, KocH Ottaviano Armando, segretario, RoMEI Giovanni, maggiore generale, addetto militave; MARIANI Erminio, addetto commerciale.

SALVADOR

S. Salvador -NoTARI Giosué, inviato straordinario e ministro pleniportenziario (residente a Guatemala).

S. DOMINGO

S. Domingo -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a L'Avana).

SERBIA

Belgrado -SFORZA, dei conti, Carlo, inviato straordinario 'e ministro plenipotenziario; SERRA Michel!e, addetto militare; DE SARNO SAN GIORGIO Dionisio, se~ gretario interprete (la legazione risiede temporaneamente a Corfù).

SIAM

Bangkok -MANACORDA Aroldo, inviato straordinal'lio e ministro pl€nipotenziario.

SPAGNA

Madrid -CARLOTTI Andrea, marchese di Riparbella, ambasciatore; VIGANOTTI GIUSTI Gianfranco, consigliere; MACARIO Nicola, segretario; SAPUPPO Giuseppe, segretario; MoNTAGNINI, dei conti, Carlo, segretario; SANNAZZARO NATTA Giuseppe, capitano di cavalleria, addetto militare; CAMPERIO Filippo, capitano di corvetta, addetto navale.

STATI UNITI D'AMERICA

Washington -MAccHI, dei conti di CelLere, Vincenzo, ambascia,tore; MINISCALCHI ERizzo conte Francesco, consigliere; ARONE, dei baroni di Valentino, Pietro, segretario; GEISSER CELESIA DI VEGLIASCO, Andrea, segretario; GuGLIELMOTTI Emilio, colonnello brigadiere, addetto militare; VANNUTELLI Lamberto, capitano di vascello, addetto navale.

SVEZIA

Stoccolma -TOMMASINI Francesco, inviato straordinario e ministro plenipo·tenziario; MARIANI Alessandro, segretario.

SVIZZERA

Berna -PAULUCCI DE' CALBOLI conte Raniero, inviato straordinario e ministro plenipotenz.iario; DuRAzzo marchese Carlo, consigliere; CoMPANS DI BRICHANTEAU marchese Alessandro, consigliere; DE PARENTE Paolo Girolamo, segretario; BARONE Russo Giacomo, addetto; VILLA Augusto, colonnehlo di Stato Maggiore, addetto militare.

URUGUAY

Montevideo -MAESTRI MoLINARI marchese Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

VENEZUELA

Caracas -ScELSI Lionello, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

APPENDICE II

UFFICI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI (Situazione al 31 dicembre 1917~

MINISTRO

SONNINO barone Sidney, deputato al Parlamento.

SOTTOSEGRETARIO DI STATO

BORSARELLI DI RIFREDDO marchese Luigi, deputato al Parlamento.

GABINETTO DEL MINISTRO

Affari confidenziali -Corrispondenza riservata e particolare del Ministro -Ricerche e studi in relazione al lavoro del Ministro -Rapporti colla stampa e le agenzie telegrafiche -Relazioni del Ministro col Parlamento e col corpo diplomatico -Udienze -Tribuna diplomatica.

CAPO GABINETTO

ALDROVANDI MARESCOTTI Luigi, conte di Viano, consigliere di legazione di 1• classe.

SEGRETARI

BIANCHERI CHIAPPORI Augusto, segretario di rlegazione di 1• classe; BARBARO conte Francesco, segretario di legazione di 1• classe; DE LIETO Casimiro, segretario di legazione di a· classe.

GABINETTO DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO

Affari confidenziali -Corrispondenza riservata e particolare del Sottosegretario di Stato -Ricerche e studi in rapporto al lavoro del Sottosegretario di Stato -Relazioni del Sottosegretario di Stato col Parlamento e col corpo diplomatico -Udienze.

CAPO GABINETTO

N. N.

SEGRETARIO

RocH.RA Ubaldo, vice console di l" classe.

SEGRETARIO GENERALE

DE MARTINO Giacomo, invia,to straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

UFFICI ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL SEGRETARIO GENERALE DIVISIONE I RAGIONERIA ED ECONOMATO

Capo divisione: CALVARI Lodovico, direttore capo di ragioneria.

SEZIONE I

Bilanci e contabilitd -Bilancio di previsione -Conto consuntivo Revisione di contabilitd attiva dei regi agenti aLl'estero -Liquidazione delle spese degli uffici all'estero -Competenze mensili dei funzionari e del personale di servizio.

Capo sezione: BoNAMrco Cesare, 1ispettore di ragioneria. Primi ragionieri: CASONI Enrico; DE SANTIS Paolo. Ragioneri: Bossr Mario; CERACCHI Giuseppe; BoNTEMPS Aldo.

SEZIONE II

Scritture -Conto corrente diretto col Tesoro dello Stato -Conti correnti coi regi agenti all'estero.

Capo sezione : FANO Alberto. Primi ragionieri: LIVINALI Alessandro; CASONI Giovanni; AGOSTEO Cesare. Ragionieri: NoBILI VITELLESCHI, dei marchesi, Pietro; BoLLATI Attilio.

SEZIONE III

Tariffe consolari -Palazzi demaniali all'estero, arredamenti -Inventario dei mobili di proprietà delL'erario all'estero -Proposte per l'acquisto di mobiLi ad uso d'archivio degli uffici all'estero -Sussidi.

Capo sezione: D'AvANZo Carlo. Primo ragioniere: BoNAVINO Arturo. Ragioniere: Bossi Carlo.

SEZIONE IV

ECONOMATO E CASSA

Inventario dei mobili del ministero -Contratti -Spese d'ufficio Manutenzione dei locali -Magazzino -Personale degli uscieri -Corredi dei regi uffici all'estero -Custodia delle successioni provenienti dall'estero -Servizio di cassa.

Capo sezione: VINARDI Giuseppe.

Primo ragioniere: RINVERSI Romolo. Ragionieri: TORRES Oreste.

CIFRA

Corrispondenza telegrafica e ordinaria in cifra -CompiLazione, custodia e distribuzione dei cifrari.

Capo ufficio: GARBAsso Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

Segretari: NANI MocENIGO conte Giovanni Battista, consigliere di legazione di l a olasse; ALLIATA DI MONTEREALE E DI VILLAFRANCA principe Giovanni, consigliere di legazione di 3" classe; VANNUTELLI REY conte Luigi, primo segretario di legazione; GALLI Carlo, console d,i 2• classe.

STAMPA E TRADUZIONI

Spoglio e riassunto quotidiano dei giornali e periodici esteri e nazionali -Traduzioni.

Capo ufficio: ORSINI BARONI Luca, inv1iato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

Segretario: MARCHETTI FERRANTE Giulio, primo segretario di legazione.

APERTURA, DISTRIBUZIONE E REGISTRAZIONE DELLA CORRISPONDENZA E SPEDIZIONE

Registrazione e sunto della corrispondenza in arrivo e in partenza Rubriche per ragioni di luogo, di materia, di persone -Schedari Spedizione della corrispondenza -Corrieri di gabinetto.

Capo ufficio: SANDICCHI Pasquale, console generale di 3• classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI

Direttore generale: CoNTARINI Salvatore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

DIVISIONE Il

PERSONALE E CERIMONIALE

Capo divisione LANDI VITTORJ Vittorio, console generale di l a classe.

SEZIONE I

Personale d'ogni categoria dipendente del Ministero degli Affari Esteri (eccetto il personale delle scuole all'estero e quello di servizio) Uffici diplomatici consolari all'estero, loro istituzione e soppressione Servizio di ispezione degli stessi uffici -Personale e uffici diplomatici e consolari esteri in Italia -Consiglio del Ministero -Concorsi -Ammissioni -Annuari del Ministero -Elenchi del personale del Ministero -Atti pubblici -Libretti e richieste ferroviarie per il personale.

Capo sezione: N. N.

Segretari: CAVRIANI, dei marchesi, Giuseppe, console di 2• classe; FoRLANI Baldo, primo segretario di legazione; DE FACENDIS Domenico, console di 3" classe.

SEZIONE Il

Regole del cerimoniale -Lettere reali -Credenziali -Lettere di richiamo -Pieni poteri -Privilegi ed immunità degli agenti diplomatici e consolari -Franchigie in materia doganale ai regi agenti all'estero

e agli agenti stranieri in Italia -Massimario -Visite e passaggi di sovrani e principi -Decorazioni nazionali ed estere.

Capo sezione: N. N.

Segretari: GAUTTIERI Antonio, console di 2• c1lasse; CoLONNA, dei principi, Ascanio, segretario di legazione di l" classe.

ARCHIVIO STORICO

Conservazione ed incremento delle collezioni manoscritte del ministero e dei regi uffici all'estero -Conservazione degli originali degli atti internazionali conclusi dal Regno d'Italia e dagli Stati soppressi -Conservazione delle carte del Ministero versate dagli archivi delle divisioni -Ricerche e studi preparatori pel Ministero e per gli uffici del dicastero -Memorie su materie storiche e questioni internazionali Protocollo, inventari e schedari.

Direttore: MELI LuPI DI SoRAGNA marchese Guido, console generale di 2• classe.

BIBLIOTECA

Proposte per l'acquisto di libri e associazioni a giornali e riviste Conservazione e incremento delle pubblicazioni -Scambio di pubblicazioni con aUri ministeri od istituti del Regno o di Stati Esteri Collezione e custodia di carte geografiche per uso del ministero Cataloghi, schedari -Raccolta sistematica di pubblicazioni del ministero -Raccolta sistematica della legislazione straniera per ciò che può riguardare le relazioni internazionali e L'amministrazione degli affari esteri -Forniture di pubblicazioni a corredo dei regi uffici diplomaJtici e consolari.

Bibliotecario: PAsQUALUCCI Loreto.

TIPOGRAFIA

Direttore: ALFERAZZI Giacomo Antonio.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI

Direttore generale: MANZONI, dei conti, Gaetano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• Cilasse.

DIVISIONE III

Capo divisione: CHIARAMONTE BoRDONARO Antonio, consigliere di legazione di

l a classe.

SEZIONE I

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti l'Europa Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione dei trattati politici relativi alla stessa ci1·coscrizione -Rettifiche e accertamenti di frontiera -Sconfinamenti militari -Spoglio di giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: CoRINALDI, dei conti, Leopoldo, consigliere di regazione di 2• classe.

Segretari: SABETTA Guido, console generale di 3" classe; TORTORA BRAYDA Camillo, conte di Policastro, segretario di legaz,ione di 3• classe; MAGNANI RicOTTI Sidney, addetto.

SEZIONE II

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti il Levante e l'Africa -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione dei trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Capitolazioni -Riforme giudiziarie in Egitto -Spoglio dei giornali esteri pe1· la stessa circoscrizione.

Capo sezione: PIGNATTI MoRANO conte Bonifacio, consigliere di legazione di 3• classe.

Segretari: STRANIERI Augusto, console generale di 3• classe; SALERNO MELE

Giovanni, console di 2a classe; GABBRIELLI Luigi, console di 3a classe.

SEZIONE III

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti l'Estremo Oriente e l'America -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione dei trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Spoglio dei gio1·nali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: DEPRETIS Agostino, consigliere di legazione di 2• classe. SEZIONE IV

PRATICHE RELATIVE ALLA POLITICA COLONIALE

Capo Sezione: N. N. Segretario: PIACENTINI Renato, console di 2• classe.

DIVISIONE IV Capo divisione: RINELLA Sabino, consigliere di legazione di l a classe.

SEZIONE I

Reclami di sudditi italiani verso Governi esteri e di sudditi esteri verso il Governo italiano.

Capo sezione: CIANCARELLI Bonifacio Francesco, console di 2• classe. Segretario: N. N.

SEZIONE II

Polizia internazionale -Istituti ecclesiastici esteri nel Regno -Ammissione di ufficiali ed allievi stranieri nei regi istituti militari e marittimi -Pubblicazioni diplomatiche e Libri verdi.

Capo sezione: N. N. Segretario: N. N.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI

Direttore generale: SERRA Carlo Filippo, console generale di l a classe (incaricato delle funzioni).

DIVISIONE V Capo divisione: CAMICIA Mario, console generale di 1• classe.

SEZIONE I

Carteggio relativo alla stipulazione e alla interpretazione dei trattati e degli atti commerciali internazionali -Studi e indagini di politica/ commerciale -Pubblicazioni d'indole economica -Bollettino del ministero.

Capo sezione ff.: PASCALE Giovanni, console di 2• classe. Segretario: N. N.

SEZIONE II

Reclami doganali -Sconfinamenti doganali -Congressi e conferenze commerciali.

Capo sezione: BIANCHI Vittorio, console di 2• classe. Segretario: MARSANICH Alberto, console di 3• classe.

DIVISIONE VI Capo divisione: GARROU Mario, console generale di 3• classe.

SEZIONE I

Esposizioni -Congressi internazionali di natura non politica né commerciale.

Capo sezione: ALBERTAZZI Enrico, console giudice. Segretario: N. N.

SEZIONE II

Servizi postali e mm·ittimi -Ferrovie di interesse internazionale Sanità pubblica.

Capo sezione: BERNARDI Temistocle Filippo, console di l • classe. Segretario: PULLINO Umberto, console di 2• classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI PRIVATI

Direttore generale: SERRA, dei conti, Carlo, console generale di 1• classe (incaricato delle funzioni).

DIVISIONE VII

Capo divisione: TESTA Luigi, console generale di 1• classe.

SEZIONE I Questioni giuridiche di nazionalità, di estradizioni, di protezione consolare, di stato civile e di ogni aUro ordine non politico né commerciale. Capo sezione: DELLA CROCE DI DOJOLA conte Galeazzo, console di 2" classe. Segretari: GAVOTTI, dei marchesi, Lodovico, console di a• classe; SEGRE Guido, vice console di 2• classe; AssERETO Tommaso, vice console di 2" classe.

SEZIONE II

Stipulazione ed interpretazione di trattati relativi alle materie anzidette.

Capo sezione: SARTORI Francesco, console generale di a• classe. Segretario: N. N.

DIVISIONE VIII Capo divisione: GAZZANIGA Ettore, console generale di 2" classe.

SEZIONE I

Rogatorie -Pensionati all'estero -Atti giudiziari -Atti di stato civile Ricerche all'estero nell'interesse dei sudditi italiani.

Capo sezione: GAZZURELLI Adelchi, console generale di a• classe.

Segretari: BERTANZI Paolo, console di 2" classe; CoLI BIZZARINI Guido, vice console di l • classe.

SEZIONE Il

Successione dei sudditi italiani morti all'estero.

Capo sezione: TosCANI Angelo, console di l • classe.

Segretari: KELLNER Gino Lodovico, segretario di legazione di a· classe; CHABERT Alberto, interprete di l a classe; CoHEN Mattia, interprete di 2" classe.

UFFICI DEL CONTENZIOSO E DELLA LEGISLAZIONE

Contenzioso diplomatico -Segretariato del Consiglio del Contenzioso diplomatico -Convocazione, verbali delle adunanze -Nomina e conferma dei memb1·i del consiglio stesso -Archivio -Massimario del contenzioso -Studi preparatori delle conferenze di diritto internazionale privato e dei congressi internazionali di indole giuridico-amministrativa -Raccolta ufficiale dei trattati -Pubblicazione degli atti relativi.

Capo ufficio: RICCI BusATTI Arturo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

Segretario: TosTI Gustavo, console generale di 3• classe.

LEGALIZZAZIONI E PASSAPORTI

Legalizzazione di atti -Corrispondenza e contabilità relativa -Passaporti diplomatici -Passaporti distinti.

Capo ufficio: VALENTINI Claudio, console generale di l a classe.

DIREZIONE GENERALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO

Direttore generale: N. N.

DIVISIONE IX

Capo divisione: BocCONI Luigi, console generale di l a classe.

SEZIONE I

Istituti scolastici governativi all'estero, loro ordinamento e direzione didattico-disciplinare -Istituzione e soppressione delle scuole -Locali scolastici -Materiale didattico e scientifico -Personale insegnante Deputazioni scolastiche -Concorsi -Posti gratuiti e semi-gratuiti dall'estero per l'interno -Istituti sussidiati all'estero -Sussidi ordinari e straordinari a scuole coloniali, private e confessionali -Tutela e sorveglianza delle medesime -Palestre ginnastiche -Educatori -Biblioteche -Ambulatori medico-chirurgici annessi alle scuole ed altri Istituti di assistenza scolastica -Segreteria del Consiglio centrale delle scuole all'estero e rapporti del Consiglio stesso -Annu.ario delle scuole

italiane all'estero -Statistiche -Relazioni al Ministro e al Parlamento -Protocollo ed archivio della Direzione generale.

Capo sezione: N. N.

Segretario: GATTONI Giulio, primo segretario di legazione.

SEZIONE II

Amministrazione, contabilità, bilanci delle scuole -Decreti e mandati relativi -Inventari dei beni mobili ed immobili ad uso delle scuole.

Capo sezione di ragioneria: FIORETTI Vittorio.

Primi ragioneri: SUGLIANI Augusto; FRANZETTI Attilio.

Ragioniere: LEONINI PIGNOTTI Augusto.

UFFICIO DI ISPETTORATO

Ispezioni -Vigilanza didattica sulle scuole governq,tive e sussidiate Affari relativi.

Ispetto11i centrali (comandati): STOPPOLONI Aurelio, regio provveditore agli studi di l" classe; NAMIAS Amerigo, ispettore di 2• classe nel ministero dell'istruzione; MASCIA Luigi, preside nelle regie scuole medie dell'estero.

COMMISSARIATO DELL'EMIGRAZIONE

Commissario generale: GALLINA conte Giovanni, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di l a classe.

22 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. IX

APPENDICE III

AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE IN ITALIA

(Situazione al 31 dicembre 1917)

Argentina: AYARRAGARAY Lucas, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ZAVALIA Carlos, consigliere; RoLANDONE Corrado, primo segretario.

Belgio: VAN DEN STEEN DE JEHAY W., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE LICHTERVELDE conte Baudouin, consigliere; PAPEIANS DE MoRCHOVEN Charles, primo segretario; MoREL A., generale di cavalleria, addetto miLitare; DE HuBSCH, barone, addetto temporaneo.

Bolivia: N.N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Brasile: DE SouzA DANTES Luls Martines, inviato straordinario e ministro plenipotenziario: MONIZ DE ARAGAO José Joaquin, consigliere; MONIZ GORDILHO Carlos Alber,to, primo segretario; GALVAO BuENO FrLHO Americo, secondo segretario; DE GurLLOBEL Lourival, secondo segre1lario; A\LVIN MENGE Adolpho, addetto.

Cile: VrLLEGAS Enrique, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DuBLÈ URRUTIA Diego, primo segretario; BRAVO ORTrz Enrique, maggiore, addetto militare.

Cina: WANG KuANG-KY, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Hou TE-VANG, primo segretario; WANG TsENG-SYE, secondo segretario; TCHENG Yr-Fu, addetto.

Colombia: ARANGO Carlos, segretario ad interim in qualità d'incaricato d'affari; DAVILA Carlos, addetto; BussAN CANALS Beniamino, addetto.

Cuba: MARTIN RrvERO Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoPEZ Enrique, addetto.

Danimarca: N.N., inviato straordinario e ministro plenipo,tenziario; DE OLDENBURG M.A., incaricato d'affari; STAUN Kai, addetto.

Francia: BARRÈRE Camille, ambasciatore; CHARLEs-Roux François, primo segretario; RoGER Jean, secondo segretario; LABOURET Jacques, terzo segretario; BAROIS Armand, terzo segretario; MORAND Paul, rterzo segretado; DE GoNDRECOURT, generale di brigata, a titolo temporaneo, addetto miUtare; OLIVARI, tenente colonnello, addetto militare aggiunto; PrGEON DE SAINT PAIR, contrammiraglio, addetto navale; DE LA CHAPELLE, luogO'tenente di vascello, addetto navale aggiunto.

Giappone: IJUIN Hikokichi, ambasciatore; IMAI Shinooh, primo segretario; KosHIDA Saichiro, terzo segretario; RoTTA Masaki, terzo segretario; KATO Sotomatsu, addetto; SEMBA Aki, comandante di fanteria, addetto mi>litare; YAMAMOTO Shinjiro, capitano di vascello, addetto navale; SHIMADA Shigetaro, aggiunto all'addetto navale.

Gran Bretagna: RENNELL RODD sir James, ambasciatore; ERSKINE William, consigliere, MouNsEY George A., primo segretario; WELLESLEY lord Gerald, terzo segretario; KEELING Edward A., terzo segretario; TYRWHITT Gerald Hugh, addetto onorario; ScoTT Geoffrey, adde.tto onoral1io, LAMB Charles, colonnello, addetto militare; LARKING Dennis, capitano, addetto navale.

Grecia: CoRoMILAS Lambros, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SrMoPuLos Charalambas, consigliere; SKOUSES Georges A., addetto.

GuatemaLa: LARDIZABAL José Maria, incaricato d'affari.

Haiti: DuvAL Amilcar, incaricato d'affari.

Messico: NERVO Rodolfo Arturo, primo segretario, incaricato d'affari.

Monaco: DE MALEVILLE conte Henri, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SAUVAGE Raoul, cancelliere.

Norvegia: ScHEEL Arue, inviato straordinario e ministro plenipotenziarlo; VANGENSTEN Ove C.L., segretario.

Paesi Bassi: VAN WELDEREN RENGERS barone Willem, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; VAN AscH VAN WYcK H., addetto.

Persia: MoGHTADER -OL MALK Mirza Shaf Khan, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ENTEZAM -Es -SALTANEH, consigliere.

Portogallo: LEA.o Eusebio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GoMEZ DE OLIVEIRA Leopoldo Ruy, primo segretario; DE MANTERO BoLARD Velardo Antonio, addetto.

Romania: LAHOVARY Alexandru, inviato straordinario e ministro pl,enipotenziario; PENNEsco Demetriu, consigliere; LAHOVARY Nicolae E., terzo segretario; GRAMATICEsco Alexandru, addetto; FLOREsco J,ean, tenente colonnello, aiutante di campo di S.M. il re di Romania, addetto militare.

Russia: DE GIERS Mikail, ambasciatore; PERSJANY Ivan, consigliere; DE SRANDTMAN Basile, primo segretario; NEKLuoov Pijotr, secondo segretario; JANISzovsKr Bronislav, addetto; loRDANOV Aleksandr, addetto; DounrAGSKY Nicolaj, addetto; SounoTINE Aleksej addetto; KRATIROV Pdeksej, addetto; RAFOLSKY Wladimir, addetto; TROUBNIKOV Aleksandr, addetto; HESKETH Aleksandr, generale, addetto militare; NIEMSCHENKO Sergej, colonnello, secondo addetto militare; RHEINGARD Marian, colonnello d'artiglieria, aggiunto allo addetto militare; RoDZIANKO Pavel, co,lonnello di cavalleria, aggiunto allo addetto militare; CHELKOFF Andrej, aggiunto all'addetto militare, MALINSKY Anatole, aggiunto all'addetto militare; CHOSTOKWSKY Pavel, aggiunto all'addetto mil'itare; WRANGEL, barone Pijotr, capitano di fregata, secondo addetto navale; SounoTKINE Mikail, addetto commerciale.

Salvado1·: GuRRERO J. Gustavo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Parigi).

San Domingo: RuBIROSA Pedro Maria, segretario, incaricato d'affari; PaNCE DE LEON Armando, segretario.

Serbia: ANTONIEVré Voi:slav, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MIHAJLOVIé Stanje segretario; MIHAILOVIé Miloche, segretario BoDY Alexandre D., addetto; CHRISTré Bochko, addetto; JovANovré Petar, addetto PECHITé Douchan, colonnello, addetto militare.

Siam: PHYA BIBADH KosHA., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LUANG BASHIDDA NUKARA, primo segretario; SURAN MAITRIRAHS LUANG terzo segretario; AMORADHAT, principe, comandante, aiutante di campo del re, addetto militare.

Spagna: RAMIREZ DE VILLA URRUTIA marchese Wenceslao, ambasciatore; ALMEIDA Y HERREROS Bernardo, consigliere; DE YNCLÀN Y DE LA RASILLA Manuel, secondo segretario; AMOEDO Y GALARMENDI Mariano, addetto; CANO Y TRUEBA Juan Manuel, addetto; DE LA GANDARA Y PLAZAOLA José, marchese de la Gàndara, addetto; RAMIREZ DE LA VILLA URRUTIA Y CAMACHO Fernando, addetto; RoJAS Y MaRENO Carlos, marchese di Beniel, conte di Torellano, addetto; SAGARRA Y CENDRA Ram6n, comandante di Stato Maggiore, addetto militare.

Stati Uniti: PAGE Thomas Ne,lson, ambasciatore; JAY Peter Augustus, consigliere; RICHARDSON Norval, segretario; VAN RENSSELAER William Stephen, terzo

segretario; LANE Arthur Bliss, terzo segretario; RrGGS Benjamin, terzo segretario; ANDERSON Thomas H., terzo segretario; MACMILLAN Emerson, addetto; ScRIVEN George P., generale di brigata, addetto miliitare; PosT CHANDLER R., capitano, addetto militare aggiunto; BucKEY Mervyn C., colonnello, addetto militare aggiunto; TRAIN Charles Russell, comandante, addeHo navale; HODGES Harry M., capitano, addetto navale aggiunto; RrGGS Roland R., tenente comandante, addetto navale aggiunto.

Svezia: DE BrLDT barone Karel NHs Daniel, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE BrLDT Harold, consigliere; DE REUTERSKIOLD G., segretario.

Svizzera: DE PLANTA Alfredo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE SEGESSER-BRUNEGG Hans, consigliere; DE SoNNENBERG Theoring, addetto; MORETTI William, addetto.

Uruguay: CuESTA Juan, inviato straordinario e ministro plenipotenzia11io; DE CASTRO Alfredo, primo segretario; PoDESTÀ Andrés, addetto onorario.